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Discussione del disegno di legge: S. 1586 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Lettonia per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatta a Riga il 21 maggio 1997, e relativo Scambio di Note, effettuato a Roma il 9 dicembre 2004 (Approvato dal Senato) (A.C. 3298) (ore 18,49).
(Discussione sulle linee generali - A.C. 3298)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.Pag. 80
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il relatore, onorevole Forlani, ha facoltà di svolgere la relazione.
ALESSANDRO FORLANI, Relatore. Onorevole Presidente, la Convenzione e l'annesso Protocollo siglati a Riga nel 1997 da Italia e Lettonia sulle doppie imposizioni, come adattati dal successivo Scambio di Note del dicembre 2004, pongono le basi per una più proficua collaborazione economica tra Italia e Lettonia, rendendo possibile un'equa distribuzione del prelievo fiscale tra lo Stato in cui viene prodotto un reddito e lo Stato di residenza dei beneficiari dello stesso.
La Convenzione, costituita da 33 articoli e, come accennato, da un Protocollo aggiuntivo, mantiene la struttura fondamentale del modello elaborato dall'OCSE e si applica tanto all'imposizione sul reddito, quanto a quella sul patrimonio.
Non mi soffermo oralmente sul contenuto dei singoli articoli (depositerò poi la relazione completa). Osservo solo che di notevole rilievo appare l'articolo 30, in base al quale le agevolazioni che la Convenzione prevede non verranno applicate se il requisito della residenza, che ne è condizione, sia stato ottenuto al solo scopo di godere di tali benefici.
Parimenti, viene espressamente salvaguardata la facoltà di applicare tutte le disposizioni nazionali contro l'evasione e l'elusione fiscale nei confronti di transazioni tra imprese dei due Stati contraenti, se lo scopo di dette transazioni sia accertato essere il perseguimento di benefici non altrimenti reclamabili.
Per quel che riguarda il disegno di legge di ratifica in esame, come presentato al Senato, esso è corredato da un'analisi tecnico-normativa dalla quale emergono due profili di interesse. In primo luogo, poiché la Convenzione modifica la potestà impositiva statale, qual è definita dal diritto nazionale e, dunque, come del resto è stato già illustrato, comporta oneri finanziari, è necessaria l'autorizzazione parlamentare alla ratifica ai sensi dell'articolo 80 della Costituzione. In secondo luogo, la Convenzione non si pone in contrasto con l'ordinamento comunitario; al contrario, l'analisi tecnico-normativa rileva l'opportunità di stipulare accordi in questa materia tra Stati membri dell'Unione europea, dato l'ancora limitato grado di comunitarizzazione degli aspetti della fiscalità diretta. In virtù del principio di sussidiarietà, l'articolo 293 del Trattato istitutivo delle Comunità europee lascia, infatti, espressamente agli Stati membri la facoltà di disciplinare la materia fiscale tesa all'eliminazione della doppia imposizione tramite accordi da stipularsi in ambito bilaterale.
Alla luce di quanto finora illustrato, auspico una valutazione complessivamente favorevole da parte dell'Assemblea sul provvedimento in discussione. Signor Presidente, chiedo inoltre che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia relazione.
PRESIDENTE. Onorevole Forlani, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
UGO INTINI, Viceministro degli affari esteri. Signor Presidente, questi sono provvedimenti sostanzialmente di ordinaria amministrazione che richiedono una rapida approvazione; mi associo pertanto alle parole dell'onorevole Forlani e chiedo all'Assemblea di esprimersi con un voto favorevole.
PRESIDENTE. Non vi sono iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.