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Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti in materia finanziaria (A.C. 3324-A/R) (ore 17,35).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti in materia finanziaria.
Ricordo che nella seduta del 19 febbraio scorso l'Assemblea ha deliberato il rinvio in Commissione del testo del decreto-legge. Ricordo, altresì, che come costantemente affermato dalla Presidenza, per un principio di continuità del procedimento, l'esame in Assemblea dopo il rinvio in Commissione riprende esattamente dal punto in cui esso si era interrotto con il rinvio.
(Esame dell'articolo unico - A.C. 3324-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 3324-A/R sezione 1), nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni (Vedi l'allegato A - A.C. 3324-A/R sezione 2).
Avverto che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni (Vedi l'allegato A - A.C. 3324-A/R sezione 3).Pag. 27
Avverto che prima della ripresa della seduta sono stati ritirati tutti gli emendamenti presentati dai deputati del gruppo Popolari-UDEUR; tutti gli emendamenti presentati dai deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea ad eccezione dei seguenti: Andrea Ricci 33.46 e Migliore 36-bis.040; tutti gli emendamenti presentati dai deputati del gruppo Italia dei Valori, ad eccezione degli emendamenti Astore 6-ter.31, Pedrini 39.31, 39.12, 39.3, 39.39 e 51-bis.050 e tutti gli emendamenti a prima firma D'Ulizia (7.8 e 7.7); tutti gli emendamenti presentati dal gruppo UDC, ad eccezione degli emendamenti Volontè 22-ter.200 e 33.45; tutti gli emendamenti presentati dai deputati del gruppo Alleanza nazionale e tutti gli emendamenti presentati dai deputati del gruppo PD-l'Ulivo.
Avverto inoltre che le Commissioni hanno presentato proposte emendative che sono distribuite in fotocopia. Secondo quanto risulta alla Presidenza, i gruppi hanno rinunciato al termine per la presentazione di subemendamenti.
Avverto che la Presidenza, ai sensi del comma 7 dell'articolo 96-bis del Regolamento, non ritiene ammissibili le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili nel corso dell'esame in sede referente: Pellegrino 13.045 recanti disposizioni in materia di riammissione anche in sovrannumero alle scuole di specializzazione mediche; Soffritti 17.1, volto a fornire l'interpretazione autentica del comma 1231, dell'articolo 1, della legge n. 296 del 2006, in materia di ambito di applicazione del contratto collettivo relativo al settore del trasporto pubblico locale; Pagliarini 24.023, che interviene in materia di tipologie contrattuali per il lavoro presso le pubbliche amministrazioni; Diliberto 24.022, che proroga il termine di validità di graduatorie per l'assunzione di dipendenti pubblici; Salerno 44.07, 44.09, 44.06, 44.08, 44.010 e 44.05, in materia di giochi e scommesse.
Avverto che la Presidenza, a norma degli articoli 86, comma 1 e 96-bis, comma 7, del Regolamento, e secondo le prassi costantemente seguita su analoghi provvedimenti, non ritiene ammissibili, in quanto volti ad introdurre nel decreto-legge materie nuove non strettamente attinenti alle materie trattate dal decreto-legge stesso e non contenute in emendamenti previamente presentati nelle Commissioni di merito, le seguenti proposte emendative riguardanti ulteriori proroghe o differimenti di termini: Longhi 18.030, volto a prorogare il termine per l'esecuzione di opere comprese nel progetto del 12 agosto 1925 per la formazione di nuove banchine portuali; Cannavò 25-bis.044, 25-bis.042, 25-bis.043, non previamente presentati in Commissione; Pedrini 39.39 recante una proroga di termine relativo ai contributi spettanti ai canali tematici satellitari.
La Presidenza non ritiene altresì ammissibili, in quanto recanti disciplina di carattere sostanziale, le seguenti proposte emendative: Catone 1.39, in materia di personale dei ruoli non direttivi delle forze di polizia e delle Forze armate; Pagliarini 6.033, sul diritto al trattamento straordinario di integrazione salariale ed al pensionamento anticipato dei lavoratori esposti all'amianto; Nucara 7.052, recante disposizioni in tema di apprendistato stagionale; Nicco 7.053, recante disposizioni relative al settore del turismo; Pelino 9.54, in materia di sanzioni amministrative; Sasso 12.51, volto a modificare le modalità di utilizzo del Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica; Longhi 18.030, relativo agli interventi infrastrutturali nel porto di Genova; Sgobio 24-quater.053, recante disposizioni per l'assunzione di tecnici della prevenzione e dell'ambiente nei luoghi di lavoro; Di Gioia 25.033, che subordina l'applicazione delle disposizioni in materia di trattamento economico di chiunque riceva a carico delle pubbliche finanze emolumenti o retribuzioni nell'ambito di rapporti di lavoro con pubbliche amministrazioni statali, di cui all'articolo 3 della legge finanziaria per il 2008, all'emanazione di un regolamento adottato ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400; Cannavò 25.037 e Osvaldo Napoli 25.034, in materia di personale dei servizi socio-educativi; Bonelli 25.038 per la stipula diPag. 28contratti a tempo determinato; Sgobio 25-bis.32, in materia di stabilizzazione, da parte delle amministrazioni pubbliche, del personale già utilizzato con contratti di collaborazione coordinata e continuativa; Sgobio 25-bis.045, volto a prevedere il riconoscimento di benefici economici in favore del personale già dipendente dell'amministrazione delle poste e delle telecomunicazioni trasformato in ente pubblico economico denominato «Ente poste italiane»; Osvaldo Napoli 25-bis.038, in materia di affidamento di incarichi esterni; Sgobio 25-bis.046, recante disposizioni relative all'assorbimento da parte delle amministrazione pubbliche dei lavoratori ex socialmente utili, esternalizzati in società private appaltatrici di pubblici servizi; Lion 26.035, in materia di previdenza per il settore agricolo; Di Gioia 29.43, contributi per attrezzature agricole; Bonelli 29.45, in materia di tassazione di SUV; Di Gioia 29.040, in materia di diritti versati alle camere di commercio; Volontè 33.45, in materia di agevolazioni per i termovalorizzatori; Osvaldo Napoli 35-bis.035, in materia di semplificazione di procedure; gli identici Di Salvo 36-bis.031, Migliore 36-bis.040, e Diliberto 36-bis.038, volti a fissare le modalità del primo incremento della detrazione per i redditi da lavoro dipendente sulla base delle maggiori entrate di carattere permanente come risultanti dalla relazione trimestrale di cassa del marzo 2008; Turco 38.032 volto ad escludere l'Autorità per l'energia elettrica e il gas e la Cassa conguaglio per il settore elettrico dall'applicazione del limite di spesa di cui all'articolo 1, comma 5, della legge finanziaria per il 2005; Osvaldo Napoli 40.032 in materia di spese degli enti locali; Osvaldo Napoli 41-bis.030 e 42-bis.050 in materia di enti locali; Bellillo 46.37, in materia di collocamento anticipato in quiescenza dei familiari di soggetti portatori di handicap; Giovanardi 47-ter.034, sulla tutela delle minoranze linguistiche; Rotondo 47-ter.0200, in materia di valorizzazione di parchi archeologici siciliani; Turco 47-quater.032 in materia di Autorità per l'energia elettrica e il gas; Longhi 48.030, che dispone il trasferimento al comune di Genova di alcune aree demaniali site nell'area portuale; Pedrini 51-bis.050 e Sgobio 51-bis.0200, in materia di ripartizione di fondi.
La Presidenza non ritiene altresì ammissibili le seguenti proposte emendative, che costituiscono riformulazione di proposte emendative dichiarate inammissibili in Commissione: Soffritti 7.02, il quale interviene in materia di limiti di età per il collocamento a riposo di dirigenti medici; Pedrini 39.31 (già 0.39.11.2), concernente diverse disposizioni che modificano il decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, recante il testo unico della radiotelevisione.
Avverto infine che la Presidenza non ritiene ammissibili le seguenti proposte emendative che modificano in modo frammentario o parziale atti di rango normativo non primario: Pelino 3.42, Salerno 37-bis.6 e 37-bis.5 e Boscetto 47.030.
La Presidenza si riserva di comunicare ulteriori inammissibilità nel prosieguo della seduta.
Chiedo al presidente Violante se intenda riferire sugli esiti dell'esame nelle Commissioni a seguito del rinvio.
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, vorrei informare i colleghi del modo in cui si è proceduto e delle intese raggiunte tra i responsabili dei gruppi su questa materia. Avverto i colleghi che si tratta probabilmente dell'ultimo provvedimento legislativo della legislatura. Pertanto, evidentemente, su questo terreno si sono affollate tutte le domande che erano rimaste a metà, inevase e così via.
Abbiamo dovuto tener conto dei rigidi criteri che la Camera applica in questa materia, determinati sia dal Regolamento sia da indirizzi recentemente fatti propri anche dal Capo dello Stato, in un'occasione che i colleghi ricorderanno. Sono stati, quindi, dichiarati ammissibili da parte dei presidenti delle Commissioni - il collega Duilio ed io - quegli emendamenti sui quali vi era l'unanimità dei gruppi.Pag. 29Laddove vi era dissenso di un gruppo, l'emendamento è stato dichiarato non ammissibile.
Sia ben chiaro: sono stati dichiarati non ammissibili, e comunque estranei alla materia, anche temi di grande importanza. In altre parole, il giudizio non ha riguardato l'importanza o la rilevanza, ma anche temi di grande importanza sui quali non vi era consenso unanime da parte dei gruppi. Abbiamo così lavorato sino a ieri sera in Commissione, dove si è raggiunto l'accordo in base al quale il testo era quello approvato e in più restavano tre problemi, che sono stati risolti. Il primo riguardava la Croce rossa, il secondo la subsidenza nel nord est ed il terzo il Vajont. Vi erano, quindi, queste tre questioni, ne abbiamo discusso e sono stati risolti anche tali problemi. Pertanto, credo che su tutto quanto eccede questa materia vi sarà da parte dei relatori - lo anticipo adesso, per ragioni di chiarezza - il parere contrario delle Commissioni, non perché quelle materie non meritino, ma perché le intese raggiunte dai gruppi sono di questo tipo. Questo è stato l'unico modo per poter disciplinare anche materie sulle quali teoricamente vi sarebbe stata l'inammissibilità.
Sottolineo inoltre che il presidente Duilio ed io stesso abbiamo suggerito ai colleghi parlamentari di presentare ordini del giorno sulle materie di particolare rilevanza non ammissibili. Ritengo, infatti, che anche questa volta - com'è avvenuto nel passato - vi sarà qualche decreto-legge da parte del Governo, che poi verrà preso in esame nella legislatura successiva (quella che si aprirà a fine aprile), per disciplinare materie particolarmente delicate e urgenti sulle quali, per una serie di ragioni, non si è provveduto in questo periodo.
Mi rivolgo ai colleghi che stanno ascoltando: se i loro emendamenti sono stati dichiarati non ammissibili (o comunque superati), potrebbero presentare ordini del giorno. Credo che in questa materia le Commissioni chiederanno al Governo di valutare l'opportunità di prendere in considerazione tali ordini del giorno e, soprattutto, di dare un parere favorevole. Ciò anche perché, dal punto di vista politico, si tratta di questioni sulle quali ritengo che ciascun gruppo voglia segnare la propria presenza.
ANDREA RICCI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA RICCI. Signor Presidente, intendo intervenire sull'inammissibilità degli identici articoli aggiuntivi Migliore 36-bis.040, Di Salvo 36-bis.031 e Diliberto 36-bis.038. Si tratta delle proposte emendative che davano attuazione all'articolo 1, comma 4, della legge finanziaria per il 2008, che destina le future maggiori entrate all'aumento delle detrazioni di imposta per il lavoro dipendente, e che andavano ad affrontare una drammatica emergenza sociale esistente nel nostro Paese, ossia il basso livello dei salari.
Giudichiamo la dichiarazione di inammissibilità pienamente coerente con i criteri annunciati e con la prassi consolidata, appena spiegata dal presidente Violante. Tuttavia, vogliamo sottolineare che si è giunti a questo esito, non a causa di un fatto tecnico, ma di un fatto politico. Infatti, come il presidente Violante spiegava, qualora vi fosse stata - in sede di Comitato dei diciotto e poi in sede di Commissioni - l'unanimità dei gruppi, questo argomento sarebbe potuto entrare nella conversione in legge del decreto-legge. In questo modo, avremmo potuto dar corso alla riduzione fiscale sui salari, prevista dalla legge finanziaria.
Chi si è opposto alla realizzazione di questa importante misura sociale - bisogna dirlo - è stato il centrodestra, che ha impedito, quindi, al di là delle chiacchiere e della propaganda elettorale, di dare subito un'immediata risposta ad una grave problema sociale: la questione salariale. È stata così bloccata la redistribuzione del reddito che, nel corso della manovra finanziaria per il 2008, si era prevista.
Vi erano altre proposte emendative in tal senso: quella del Partito Democratico andava in una direzione analoga, ma nonPag. 30identica, a quella presentata dai gruppi della sinistra, perché destinava il futuro extragettito anche a redditi non da lavoro dipendente. In questo caso, come atto finale della legislatura, con rammarico dobbiamo prendere atto che la Camera dei deputati ha rinunciato a dare attuazione ad una misura così importante e che già è prevista legislativamente.
In ogni caso, chiediamo che, nel corso delle prossime settimane, non appena saranno resi noti - attraverso la relazione trimestrale di cassa - i dati sul primo extragettito del 2008, il Governo provveda immediatamente, mediante un proprio decreto, a ridurre la pressione fiscale sui salari e a dare attuazione piena alla legge finanziaria (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
ALBERTO GIORGETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, sia l'intervento del presidente Violante, sia, in particolar modo, l'ultimo intervento dell'onorevole Andrea Ricci, ci costringono a fare delle puntualizzazioni che, magari, avremmo anche cercato di evitare.
È chiaro, infatti, che il gruppo di Alleanza Nazionale - così come avevamo concordato con i presidenti e con tutti i gruppi - ha partecipato ad un tentativo di miglioramento complessivo del testo del decreto-legge. Questo è il lavoro che i gruppi hanno svolto nelle Commissioni, ed è chiaro (mi rivolgo a tutti i colleghi, prioritariamente al gruppo di Alleanza nazionale, ma comunque a tutti i colleghi dell'Assemblea) che tante erano le questioni che si potevano affrontare all'interno di questo decreto-legge. Siamo tutti consapevoli che non tutto può essere affrontato in un decreto-legge di fine legislatura a Camere sciolte, e avremmo voluto e dovuto cercare di tenere un atteggiamento responsabile, come credo alla fine sia stato fatto.
Tuttavia, presidente Violante, la prima precisazione riguarda la questione delle proposte emendative che sono «sopravvissute» e mantenute da parte di alcuni gruppi. L'impegno da parte di tutti i gruppi che hanno aderito a questo metodo di lavoro, era quello di ritirare tutte le proposte emendative. Infatti, caro onorevole Ricci, se il tema consiste nel venire a rivendicare, in quest'Aula, le responsabilità attorno a ciò che è entrato o a ciò che è rimasto fuori, apriamo un dibattito in cui tutto il mio gruppo è pronto tranquillamente a intervenire su tutte le questioni, e siamo pronti a fare una battaglia d'Aula che è legata alla responsabilità del centrosinistra, a quello che è stato fatto fino ad oggi, a quello che resta da fare, e apriamo la campagna elettorale: non era questo l'intento, presidente Violante, non era questo!
Noi abbiamo mantenuto gli impegni e abbiamo ritirato gli emendamenti (vi assicuro che ce ne sono, e ce ne erano, di particolare livello e qualità per poterne discutere). Ritengo che sia buona cosa, e pertanto invito tutti i gruppi a mantenere gli impegni, assunti in sede di Commissioni, a ritirare tutti gli emendamenti e a evitare speculazioni politiche in quest'Aula, a Camere sciolte, laddove la questione dovrebbe essere già chiusa. Mi rivolgo all'onorevole Ricci, sperando che ritorni il buonsenso in questa fase, il buonsenso che ha animato il lavoro delle due Commissioni.
L'extragettito non c'è, la spesa pubblica l'avete già fatta e dovremo gestirla noi quando torneremo al Governo con la nostra maggioranza. Allora, signor Presidente, lo dico anche al presidente Violante e al presidente Duilio, il mio invito è quello di ritornare all'interno del buon lavoro delle Commissioni, che credo sia stato svolto. Abbiamo risolto molti problemi, non siamo riusciti ovviamente a risolvere i problemi complessivi del sistema Italia, ma non ci devono essere interventi che possano portare ad un confronto d'Aula che credo non si chiuderà certamente con i buoni auspici con cui avevamo iniziato i lavori in Commissione.
GIUSEPPE ASTORE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ASTORE. Signor, Presidente, per senso di responsabilità ed anche per riportare un po' di serenità in quest'Aula, rendendomi conto che è l'ultimo provvedimento legislativo, ritiro il mio emendamento 6-ter.31.
Prima però credo sia opportuno illustrare e fare una richiesta precisa al Governo: non è possibile che dopo emendamenti, dopo tentativi di approvazione di ordini del giorno la vicenda, oramai nota ad ogni deputato, del terremoto del Molise, non trovi posto nella legge finanziaria o nel decreto milleproroghe. È a tutti noto che il decreto milleproroghe conteneva la regolamentazione della restituzione dei contributi; purtroppo non è stato «bollinato» tale articolo.
Mi rivolgo agli amici del Governo e alla Presidenza di questa Assemblea: non vogliamo avere un trattamento diverso dagli altri, e lo dico a voce alta, pur nel rispetto del mio partito e pur nel rispetto della nostra coalizione. Avete messo dentro Catania per ben tre volte, in tre provvedimenti legislativi, avete inserito in tre provvedimenti legislativi un terremoto che è avvenuto due giorni dopo il terribile terremoto del Molise e della Puglia, dove sono morti - non voglio usare questa tragedia, che parecchi uomini politici ancora utilizzano a scopi politici. - 27 bambini, i cui familiari attendono ancora di rientrare.
Ritengo che sul finire della legislatura sarebbe stato importante regolamentare tale vicenda, anche per una soddisfazione - permettete, signor sottosegretario - di chi rientra a casa, di chi abita nel cratere, di chi abita a San Giuliano di Puglia: entra in casa e sente dire che sarà rinviato alla prossima legislatura. Si chiedeva soltanto di iniziare a restituire quanto era stato sospeso, cioè i contributi e i tributi che da noi erano stati sospesi come in Piemonte, come a Catania, come a Siracusa, come nelle Marche, come nell'Umbria, di regolamentare la questione e di avere certezza giuridica. La mia popolazione ne ha diritto, la questione non può essere affidata al caso o al buon senso di un Presidente del Consiglio o di un Ministro per il coordinamento della protezione civile.
Per questo motivo ho sentito come un dovere morale sottoporre nuovamente alla vostra attenzione tale questione, pur rispettoso dell'indicazione di gruppo e di maggioranza. La mia comunità non sa ancora cosa fare. Vi sono 12 ordinanze di Berlusconi e di Prodi che si contraddicono tra loro, che si sovrappongono, interpretate in maniera diversa dall'INPS, dall'INPDAP e da altri enti previdenziali. Vogliamo veramente far soffrire questa gente, la gente che vi dice che vuole pagare, che vuole lo stesso abbattimento che è stato dato ad altre comunità? Ma di fronte alle disgrazie, possiamo fare le graduatorie? In alcuni casi c'è stato addirittura un abbattimento del 90 per cento.
Ci vogliono delle regole! Ci vogliono delle leggi (Commenti)! Chiedo scusa, il Parlamento è stato sciolto, ma di fronte alle disgrazie anche lei, Ministro Maroni, è venuto e ha fatto delle promesse non mantenute, lo dico con estrema serietà.
Rateizzazione di quanto dovuto e abbattimento: ecco cosa si chiede perché credo che non esistano disgrazie di serie A e disgrazie di serie B. Purtroppo il Molise è considerata una disgrazia di serie B: la più grande tragedia di questi ultimi anni è stata definita da voi del Parlamento e del Governo di serie B.
Pertanto per non allungare - noto che qualcuno è nervoso: per me non è una perdita di tempo - credo che avete gli strumenti, amici del Governo, per riparare a questo «sgarro». Avete gli strumenti! C'è il potere di ordinanza previsto dalla legge n. 225 del 1992: un'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri, ovvero del Ministro per il coordinamento della protezione civile, può sostituire una norma legislativa. Potete farlo! Vi è anche la possibilità - come diceva chi mi ha preceduto - di disciplinare questo aspettoPag. 32con un decreto. Rimane, però, la vergogna che tutte le altre disgrazie, che tutte le altre calamità...
PRESIDENTE. Onorevole Astore, concluda.
GIUSEPPE ASTORE. ...sono state regolamentate - concludo, Presidente - mentre per quella del Molise viene ancora prorogato un termine che non so fino a quando durerà e non so cosa potranno fare, senza certezze, nei prossimi mesi, gli imprenditori di quell'area ed i cittadini comuni (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Congratulazioni).
PIETRO ARMANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente vorrei aggiungere alcune considerazioni a quelle già svolte dal collega Giorgetti per replicare con grande serenità e pacatezza alle argomentazioni «comiziesche» del collega Ricci.
Questo Governo non è dimissionario, ma è stato «dimissionato» poiché caduto a seguito della mancata approvazione della questione di fiducia. I comizi elettorali sono stati aperti, sono stati proclamati e stiamo sistemando le ultime pendenze di questa legislatura.
Il vostro Ministro dell'economia ha affermato che il cosiddetto tesoretto o comunque l'extra gettito è ancora incerto; probabilmente qualche cosa potrebbe emergere - mi auguro - dalla trimestrale di cassa, ma naturalmente la produzione industriale è in crollo, il costo dell'energia è in continua crescita e non sappiamo quale sarà l'andamento della spesa pubblica corrente nei prossimi mesi.
A me sembra, quindi, che sarebbe estremamente scorretto condizionare il prossimo Governo, che potrà cominciare a lavorare dopo l'inizio della nuova legislatura, e condizionare, in questo modo, il futuro e soprattutto l'equilibrio di finanza pubblica. Pertanto mi pare assolutamente fuori luogo l'intervento del collega Ricci.
MARCO BOATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, volevo dare pubblicamente atto del fatto che il gruppo dei Verdi ha ritirato, come avevamo convenuto (il collega Giorgetti si riferiva agli altri gruppi), i propri emendamenti anche quando alcuni di questi (mi riferisco a quelli presentati dal collega Pellegrino, dal collega Fundarò, dalla collega Zanella e dal collega Bonelli) avrebbero potuto permettere di affrontare questioni di grande rilevanza. Laddove, poi, ci fosse stata una potenziale dichiarazione di inammissibilità avremmo potuto proporre ai colleghi di trovare quella unanimità che, in altri casi, ci ha permesso di superare questo ostacolo.
Dico ciò perché gli interventi che abbiamo sentito da parte di qualche collega, magari condivisibili nel merito, si collocano, però, nella stessa metodologia di lavoro che il presidente Violante ed il presidente Duilio insieme ai relatori Piro e Angelo Piazza hanno seguito su questa vicenda.
Sotto questo profilo, in dissenso con il collega Armani, io invece esprimo condivisione per le valutazioni che il collega Ricci ha fatto sulla questione delle detrazioni salariali, che noi avremmo e abbiamo pienamente condiviso. Per quanto riguarda il resto mi rivolgo a tutti i gruppi (in questo caso sia di ex-maggioranza sia di ex-opposizione: siamo in un regime di prorogatio, con un Governo in crisi e con lo scioglimento delle Camere) perché tutti, se ancora non l'avessero fatto, rispettino gli impegni che abbiamo assunto in sede di Commissioni congiunte Affari costituzionali e Bilancio.
FRANCESCO NAPOLETANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO NAPOLETANO. Signor Presidente, il gruppo dei Comunisti ItalianiPag. 33non ha ritirato le proprie proposte emendative per un motivo molto semplice. Il decreto-legge «mille proroghe» al nostro esame viene definito tale con molta parsimonia. Infatti, dovremmo cominciare a definirlo «duemila proroghe» per il numero così vasto di nuove materie prorogate che vi rientrano, tanto da farlo diventare una sorta di legge finanziaria-bis, di propaggine di leggi approvate una settimana prima dell'emissione del decreto-legge, visto che sono diventate delle norme omnibus, che ricordano lo slogan pubblicitario «RAI, di tutto di più» e che sotto elezioni diventano dei veri e propri assalti alla diligenza.
In tale contesto, vi dico con molta franchezza che molti di noi pensano che, purtroppo, le tematiche sociali e del lavoro non abbiano trovato la dignità che meritavano, al di là dei vessilli che ciascuno inalbera sulla difficoltà delle famiglie e sulla riduzione delle tasse. Infatti, avevamo la possibilità non di disperdere in mille rivoli elettorali le risorse a disposizione, ma di concentrarle, anche in modo unanime e trasversale, per conseguire alcuni risultati (tra l'altro previsti già nella legge finanziaria per il 2008) come quello di iniziare a diminuire la detrazione fiscale e, quindi, ad aumentare i salari, dando così un aiuto concreto alle famiglie. Invece, non lo si è voluto fare e ci è sembrato perfino grave che gli emendamenti che riguardavano le morti sul lavoro (che vedono tutti apparentemente sensibili, spesso con frasi che suonano di circostanza), che avrebbero consentito l'assunzione di ispettori del lavoro e tecnici dell'ambiente, non sono stati neanche discussi in Commissione.
In questo caso, non è stato soltanto il centrodestra, come ogni volta vogliamo far credere creando degli alibi, ma sono stati anche altri gruppi, a cominciare da quelli maggioritari del centrosinistra, che non hanno mai voluto affrontare tali problemi. Quindi, è stato risposto negativamente alle proposte sugli ispettori del lavoro, sulla diminuzione della pressione fiscale sui salari e su tutta un'altra serie di misure, perfino per i lavoratori dell'amianto e per la regolarizzazione di altre categorie di lavori precari.
Allora che cosa stiamo a fare qui, ad assistere alle prove generali di larghe intese? Questo si è verificato! Diciamo le cose come stanno, con nome e cognome! Ci dispiace che ciò sia avvenuto, ma almeno si senta il nostro grido di protesta e non prendiamoci in giro con gli ordini del giorno a Governi dimissionari in un Parlamento che tra due mesi sarà così ampiamente modificato anche nella composizione.
Mi auguro che al di là della campagna elettorale o quant'altro, le cose che si dicono si facciano realmente e che almeno non si prendano in giro gli italiani, i lavoratori e la parte più debole di questo Paese, nei confronti della quale dovremmo essere tutti più sensibili con i fatti e non a parole.
LUCIANO D'ULIZIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, vorrei spiegare la mia posizione: non ritirerò le mie proposte emendative. Mi si dice che non ritirando gli emendamenti non farò approvare il decreto-legge «mille proroghe». Non ci credo, non sono così ingenuo e non lo sono nemmeno da pensare che i miei emendamenti siano approvati. Tuttavia, il problema è che sono in gioco qualche cosa come cinquantamila imprese cooperative di piccola dimensione e lo spiegherò meglio illustrando le mie proposte emendative.
Voglio capire: che c'entra applicare il contratto di lavoro della CGIL, signori della destra, alle piccole cooperative di tre o quattro persone? Applichiamo il contratto di industrie di migliaia di lavoratori a piccole imprese di tre lavoratori! Questa è la vostra managerialità, questa è la vostra lungimiranza!
Non posso ritirare questo emendamento perché tradirei i lavoratori, tradirei il movimento cooperativo che mi ha volutoPag. 34qui come proprio rappresentante. Non lo faccio per coerenza, ma per giustizia!
Non credo che il Paese risentirà di questo mio voto su emendamenti che ritengo giusto, ma mi meraviglio della sinistra, che accetta tutto, che non cerca di capire l'essenza delle cose, che non difende i cooperatori, che non difende le imprese cooperative.
Signor Presidente, ribadisco che non intendo ritirare i miei emendamenti e su ciascuno di essi dirò come stanno le cose.
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, ha ragione il collega Giorgetti: l'intesa raggiunta in Commissione era che tutti i gruppi parlamentari ritirassero i propri emendamenti. Questo è un dato di fondo, perché garantisce anche che i gruppi che hanno ritirato gli emendamenti hanno tenuto fede a questo impegno e viceversa chi non l'ha fatto non vi ha tenuto fede.
Questa è la ragione per la quale, come detto prima - hanno ragione i colleghi che hanno parlato prima di me - e lo anticipo per ragioni di chiarezza (poi lo diranno formalmente i colleghi relatori), il parere sarà contrario su tutti gli emendamenti, tranne quelli delle Commissioni.
Questo impedirà ai colleghi che comunque chiedono di votare sulle proprie proposte emendative di presentare ordini del giorno corrispondenti per impegnare il Governo e segnare una posizione politica. Vorrei che questo fosse molto chiaro!
Comunque è vero quello che è stato detto: c'era un impegno. Quasi tutti i gruppi, infatti, hanno ritirato i propri emendamenti; se uno non lo ha fatto, credo che sia un problema che non può riguardare tutti quanti gli altri.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, mi sembra di assistere, come ultimo atto di questo Parlamento, a una «commedia kafkiana», perché è sotto gli occhi di tutti che l'esigenza - ed è quello che ha detto, tra l'altro, il presidente Violante in maniera molto corretta - era quella di arrivare ad un'intesa per evitare che questo decreto, necessario per certi versi, legato a tutta una serie di proroghe e di atti dovuti, non decadesse e venisse sancito dal Parlamento come ultimo atto di questa legislatura.
Sta di fatto che non si può consentire, dopo aver preso quell'accordo, di venire in quest'Aula a fare campagna elettorale. Voglio dire al collega della sinistra, che ha parlato prima, che ha partecipato tranquillamente - anche fisicamente - a quelle che sono state le trattative da parte di tutti i gruppi.
Quello che voleva lo ha avuto! Che poi venga in quest'Aula a dire che non ritira i propri emendamenti perché la destra non ha voluto questo, non ha voluto quest'altro, che significa? A chi lo deve dire? Lo deve dire ai colleghi del Partito Democratico, lo deve dire a tutto il resto del Parlamento che ha acconsentito che questo provvedimento andasse in porto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia). Perché ci dobbiamo prendere in giro fino all'ultimo minuto, caro collega?
Se non volevi, il tuo gruppo poteva non acconsentire e questo provvedimento non sarebbe andato in porto, perché bastava il veto di un solo gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia). Il Presidente Bertinotti è stato corretto: quello che si deve fare abbisogna del consenso di tutti gruppi, per cui i comizi vai a farli nelle piazze, non qui dentro!
Vai a farli nelle piazze, tu e il collega che si appresta ad entrare nel Partito Democratico, D'Ulizia, per cui vale la stessa cosa. Non comprendo perché si è arrivati in limine litis su questo provvedimento a dire che non si condividevano alcune cose; non vi è consentito, cari colleghi, voi che andrete con quel nuovo soggetto politico, il Partito Democratico.Pag. 35
Queste sono prove che, forse, devono far rivedere alcune prese di posizione da parte di alcuni colleghi del Partito Democratico nei vostri confronti.
Non vi è consentito di venire qui a dire che la colpa di tutto quello che non è «passato» nel provvedimento in esame è del centrodestra; caro collega D'Ulizia: non è così! Perché voi avete avuto quello che avete chiesto, altrimenti non sarebbe passato! Smettiamola, per una volta! Una volta per tutte, alla fine di questa legislatura, facciamo le persone serie e non i «venditori di tappeti» [Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]!
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo soltanto per ribadire che il gruppo Italia dei Valori ha rispettato l'impegno assunto in Commissione, ma come lei ben sa - e i colleghi più autorevoli mi insegnano - non possiamo coercire la volontà del singolo parlamentare. Noi abbiamo rivolto un invito ai singoli componenti del nostro gruppo, tutti vi hanno aderito e hanno ritirato i propri emendamenti; l'onorevole D'Ulizia ha le sue buone ragioni, però è il caso di un singolo e non di un gruppo.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, intanto vorrei dire che La Destra non ha partecipato a nessun accordo, a nessuna intesa, e anche le «larghe intese», quelle che si stanno per annunciare nel dopo-voto politico, stanno vedendo in questa sede una sorta di prova generale. Come funziona? Quando il bipartitismo entrerà in funzione, basterà che si vedevano al bar i due più importanti esponenti dei due maggiori partiti di centrodestra e di centrosinistra e hanno risolto tutto.
Questo bipartitismo, che sembra una cosa nuova, in realtà l'aveva teorizzato Andropov, quando era a capo dell'Unione Sovietica e i suoi generali sollecitavano un intervento armato nei Paesi dell'est. Egli disse: oggi le dittature, il totalitarismo non si mantengono più con l'esercito; basta istituire due partiti uguali, apparentemente in contrapposizione tra loro, che rispondono agli stessi obiettivi, alla stessa logica e agli stessi padroni, e il totalitarismo è realizzato.
Noi, però, non siamo «quattro amici al bar»; questo è ancora, prima del bipartitismo, il Parlamento della Repubblica italiana. Non si tiene un Parlamento, che svolge le sue funzioni nelle Commissioni e in Aula, riunisce il Comitato dei nove, tenendoci più o meno alla corda fino a quest'ora, per poi dire che il bipartitismo ha deciso il ritiro degli emendamenti e quindi gli emendamenti non ci sono più. Gli emendamenti de La Destra ci sono; io sono il primo firmatario e non li ritiro; chi vuole, ritirasse i propri, ma non può obbligare nessuno a ritirarli, né tantomeno la Presidenza può, con atto d'imperio, considerare ritirati gli emendamenti.
E comunque, ammesso che qualcuno li voglia ritirare, il Governo dovrebbe precisare cosa farà degli emendamenti eventualmente, signor Presidente, trasformati in ordini del giorno. Il Governo li accetta o no? Voglio dire: se si ritirano degli emendamenti con la prospettiva di trasfonderli in ordini del giorno, il Governo si deve pronunciare prima del loro ritiro e anticipare quali emendamenti ritiene accoglibili nel caso in cui vi fosse il ritiro.
Concludo dunque, signor Presidente, dicendo che non mi pare opportuno che il Parlamento italiano chiuda in questa maniera quest'ultima seduta della legislatura, anche perché quelle che a noi sembrano solo righe di inchiostro sono per i cittadini italiani cose concrete e problemi veri, e sono danni o privilegi che vengono loro assicurati. Il Parlamento e la democrazia hanno i loro tempi, hanno le loro regolePag. 36ed hanno le loro prassi: e ciò non può assolutamente essere eliminato. Ognuno scelga dunque per il proprio partito e non con il totalitarismo del bipartitismo, poiché questo è ancora da venire e su di esso si devono ancora pronunciare i cittadini italiani. La prego dunque, signor Presidente, di mettere ai voti di questa Assemblea gli emendamenti non ritirati.
GINO SPERANDIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GINO SPERANDIO. Signor Presidente, intervengo nel dibattito sugli emendamenti poiché il Regolamento non mi consente di intervenire nel merito della questione.
Non sono d'accordo con la scelta fatta dal gruppo del collega Pini di ritirare l'emendamento 27.031, di cui ero cofirmatario. Infatti, anche se il Regolamento non mi consente di riproporlo, poiché è trascorso il termine per la presentazione degli emendamenti, desidero segnalare all'Assemblea che quello era in realtà un emendamento importante e che andava incontro al vero spirito del decreto-legge al nostro esame. Ricordo infatti a me e all'Assemblea che lo strumento della decretazione d'urgenza serve ad affrontare questioni limitate ed urgenti: ebbene, la questione delle esecuzioni nel campo delle quote latte è una vera emergenza per il settore della zootecnia, soprattutto del nord. Ritengo pertanto sbagliato lasciar procedere le esecuzioni, che rischiano di mettere in crisi il sistema generale di una partita importante qual è quella della produzione del latte nel nostro Paese. Segnalo dunque il mio disaccordo con la scelta del gruppo della Lega - scelta che naturalmente non era rimessa alla mia potestà - di non segnalare l'emendamento proposto dal collega Pini fra quelli da mantenere in discussione.
Peraltro, faccio presente che quell'emendamento presentava anche un altro aspetto importante, che avevamo richiesto insieme, e che stava nel fatto di prevedere l'istituzione di una commissione per ridefinire i criteri per l'esazione delle multe. Si tratta di una questione che costituisce ormai una vicenda annosa nel nostro Paese e che è peraltro collegata ad un'altra vicenda che non ha mai avuto una chiarificazione: e cioè il fatto che noi oggi non conosciamo né quanti litri di latte vengono prodotti nel nostro Paese, né come essi vengano prodotti, né come sia possibile che vi sia una disparità addirittura eclatante fra il numero di bestie realmente presenti nel Paese e la quantità di latte nominalmente prodotta. In altri termini, noi ogni anno sforiamo le quote latte che ci vengono assegnate, ma non abbiamo le vacche che sono in grado di produrne tanto.
In conclusione, mi rendo conto della più generale questione politica attinente il provvedimento cosiddetto milleproroghe (un provvedimento che in realtà indica una crisi dello strumento legislativo, dal momento che esso è ormai assurto quasi al ruolo di seconda legge finanziaria): però, ritenevo e ritengo che una partita così importante avrebbe dovuto avere l'attenzione del Parlamento, proprio perché si tratta di una situazione di emergenza (Applausi di deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bono. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, tra le innumerevoli questioni che hanno trovato una collocazione all'interno del decreto «milleproroghe» - che non rappresenta un grande esempio del modo in cui un Parlamento dovrebbe legiferare, ma che ormai è diventato in questo senso una prassi che subiamo ogni anno - vi è la questione del credito di imposta per i nuovi investimenti, altresì definita «Visco Sud». Non volevo che questa introduzione passasse sotto silenzio, perché intendevo evidenziare come il totale fallimento delle politiche di sviluppo delle aree depresse e la conseguente scomparsa della questione meridionale dal dibattito politico sono messe in evidenza dalla gestione proprio di tale norma, che viene ripescata sul filo di lana della conclusione della legislatura.Pag. 37
Voi tutti ricorderete che - dopo una campagna elettorale condotta dalla sinistra tutta parametrata sull'attacco al «nordista» Governo Berlusconi e l'impegno di porre come prioritario il rilancio delle politiche di coesione territoriale - nella prima finanziaria di Prodi vennero approvate quattro misure: la programmazione settennale del FAS, la «Visco Sud» (e cioè il credito di imposta per i nuovi investimenti), la riduzione differenziata del cuneo fiscale e soprattutto, meraviglia delle meraviglie, l'introduzione delle zone franche. La promessa era che con queste quattro misure si sarebbe data la svolta al rilancio produttivo e soprattutto occupazionale: il drammatico risultato è che nessuna delle quattro misure ha prodotto qualsivoglia effetto - e quindi non ha incentivato gli investimenti -, ma soprattutto non ha consentito l'assunzione di un solo nuovo addetto in tutto il 2007.
La programmazione settennale del FAS è stata chiaramente una norma «manifesto», che peraltro è stata banalizzata perché questo strategico Fondo viene usato come un bancomat dal Governo per finanziare qualunque necessità, meglio se al di fuori degli interventi di sostegno al Sud. Il differenziale del cuneo fiscale non ha prodotto alcun effetto, bloccato dalla mancata autorizzazione dell'Unione europea, esattamente come è accaduto per la «Visco Sud» che, in compenso, un effetto lo ha prodotto, e cioè quello di congelare gli acquisti di macchinari in attesa dell'autorizzazione: è il primo caso al mondo di incentivo che concorre a determinare effetti recessivi! Probabilmente, per evitare questo effetto imprevisto, con la finanziaria per il 2008 il Governo ha pensato bene di stornare l'intero stanziamento del 2008-2009, dirottando la dotazione di 640 milioni di euro nel Fondo per gli interventi strutturali di politica economica, che non costituisce, però, una misura riservata al Sud. L'approvazione, all'articolo 29 del decreto-legge al nostro esame, dell'estensione al 2007 della «Visco Sud» non è quindi un successo di questo Governo e soprattutto un vanto di cui questa ex maggioranza può menare il beneficio, ma la prova del fallimento, ed è stato possibile recuperarla unicamente grazie alla disponibilità dell'opposizione.
Infine, le zone franche non solo non sono partite, ma dopo innumerevoli liti e polemiche sulla loro localizzazione e perimetrazione sono state riformate e stravolte, al punto che nessuno oggi ha un'idea neanche approssimativa di come saranno gestite e di quale potrà essere la loro effettiva ricaduta economica ed occupazionale. In compenso, esse sono state estese a tutta l'Italia, ma la dotazione - che definire ridicola è un evidente eufemismo - è stata lasciata a 100 milioni di euro per il biennio, e cioè nella medesima consistenza di quando costituiva una misura riservata al Mezzogiorno. La situazione va poi aggiornata con altri dati: la legge n. 488 del 1992 dalla fine del 2006 di fatto non è più operativa, ed infatti nella finanziaria non sono state allocate risorse per i contributi a fondo perduto.
PRESIDENTE. Onorevole Bono, la invito a concludere.
NICOLA BONO. Presidente, mi consenta di completare questi concetti, che reputo importanti. È stata rifinanziata la legge per il credito d'imposta ai datori di lavoro che incrementano i lavoratori dipendenti, ma non sarà operativa fino a quando l'Unione europea non la autorizzerà.
Ben un milione 600 mila euro stanziati con la scorsa legge finanziaria per il sud non sono stati spesi a causa dei pasticci legislativi e delle autorizzazioni che non sono arrivate. Rimane irrisolto il tema del differenziale dei tassi di interesse pagati al sud, con l'aggravante che tali differenze sono praticate da istituti bancari operanti in tutto il territorio nazionale. Totale è il flop di Sviluppo Italia che in oltre dieci anni di vita non ha attratto un solo centesimo di investimenti esteri e si è ridotta ad ammortizzatore sociale per l'assunzione di parenti stretti di politici in carriera. È aumentata la forbice della ricchezza prodotta, con il PIL pro capite al nord che è quasi il doppio di quello prodotto al sud.Pag. 38
Si tratta di un fallimento epocale, ma la vera domanda da porsi è: ammesso che questi incentivi fossero stati realmente avviati, sarebbero riusciti a produrre effetti in ordine all'incremento dello sviluppo e dell'occupazione? La risposta è certamente «no»! Il fallimento delle politiche meridionali è, infatti, dovuto alla pretesa che il processo di sviluppo, con l'ovvia azione di attrazione di investimenti a ciò necessari, si sarebbe potuto ottenere soprattutto operando sul versante degli incentivi. In tal senso sono oltre cento gli strumenti che nel tempo sono stati inventati a questo scopo.
PRESIDENTE. Onorevole Bono, deve concludere.
NICOLA BONO. Sto concludendo, signor Presidente, le chiedo ancora qualche minuto.
Ebbene, gli incentivi sono il frutto avvelenato di una concezione obsoleta e superata delle politiche economiche di ispirazione marxista che hanno la pretesa di tentare di supplire alle diseconomie, rigidità ed inefficienze strutturali del sistema economico attraverso agevolazioni contributive e creditizie che, anche quando sono operative, non rendono di per sé appetibile investire in un territorio. Inoltre, le politiche degli incentivi in Italia sono ispirate a meccanismi a pioggia e non sono mirate al sostegno di linee di sviluppo territoriali o di filiera produttiva. È per questo che la legge n. 448 del 1992 è fallita e anche il credito di imposta per investimenti non ha prodotto effetti significativi. Occorre, quindi, uscire dalla cultura dell'emergenza e piuttosto affermare con forza che una seria politica per il sud non può prescindere da una rigorosa politica nazionale rivolta a rendere competitivo l'intero sistema Italia. È questa la logica delle politiche di contesto che superano i limiti delle politiche di sviluppo basate sulla semplice incentivazione, del tutto insufficiente ad avviare un processo di sviluppo bloccato dalle economie di sistema.
Sono certo che il nuovo Governo di centrodestra, che uscirà dal prossimo appuntamento elettorale, finalmente potrà attivare questa strategia per il riequilibrio territoriale, fondamentale per il definitivo affrancamento delle aree depresse meridionali dal sottosviluppo, e necessario all'intero sistema Paese per vincere la sfida della competitività (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna di considerazioni integrative del mio intervento.
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente sulla base dei criteri costantemente seguiti. Nessun altro chiedendo di parlare, invito i relatori ad esprimere il parere delle Commissioni.
FRANCESCO PIRO, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, in considerazione dei criteri che sono stati enunciati dal presidente Violante e che hanno accompagnato, e in qualche modo indirizzato, il lavoro delle Commissioni, le Commissioni stesse raccomandano l'approvazione dei loro emendamenti, mentre esprimono parere contrario su tutti gli altri emendamenti.
PRESIDENTE. Il Governo?
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dai relatori. Tuttavia, mi consenta di svolgere una breve considerazione sul dibattito avviato e sulle osservazioni sviluppate dai relatori e dal Presidente Violante sullo svolgimento dei lavori nelle Commissioni, che ha visto i gruppi impegnarsi con grande senso di responsabilità, come è stato evidenziato dai rappresentanti dell'opposizione e dal presidente Violante. Il decreto-legge in esame è un provvedimento necessitato, urgente e indispensabile che serve a dare continuità all'amministrazione.
Quindi vi è stato un grande senso di responsabilità da parte dei gruppi che hanno consentito un lavoro proficuo, in quanto trattasi di un provvedimento che contiene norme importanti. Non mi voglioPag. 39dilungare perché anch'io mi voglio adeguare a quanto deciso nelle Commissioni competenti. Rinnovo il ringraziamento ai presidenti delle Commissioni, ai relatori e ai rappresentanti dei gruppi, che responsabilmente consentono di approdare all'approvazione finale di un testo che è atteso dalle categorie e dalle amministrazioni. Ciò anche in ordine alla disponibilità sugli ordini del giorno che indicano soluzioni e prospettano impegni relativi magari ad aspetti che non hanno trovato accoglimento nel disegno di legge per le ragioni alle quali ha fatto riferimento il presidente Violante dall'inizio del dibattito. Rinnovo il mio ringraziamento e ribadisco che il parere del Governo è conforme a quello espresso dai relatori.
PRESIDENTE. Comunico che il gruppo Forza Italia ha ritirato le proposte emendative presentate.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.500 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 432
Votanti 430
Astenuti 2
Maggioranza 216
Hanno votato sì 430).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5-bis.500 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 450
Votanti 445
Astenuti 5
Maggioranza 223
Hanno votato sì 445).
Prendo atto che il deputato D'Agrò ha segnalato che non è riuscito a votare.
Sono conseguentemente preclusi gli emendamenti Cirino Pomicino 5-bis.50 e Zeller 5-bis.51.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barani 5-bis.52, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 455
Votanti 436
Astenuti 19
Maggioranza 219
Hanno votato sì 15
Hanno votato no 421).
Passiamo all'emendamento D'Ulizia 7.8, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ulizia. Ne ha facoltà (Commenti)...
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, se ai colleghi dà fastidio il mio intervento possono anche uscire (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Onorevole D'Ulizia, la prego di proseguire. Colleghi, per cortesia!
LUCIANO D'ULIZIA. Non è che si possa inveire sul relatore, perché ognuno di noi sta facendo il suo dovere e credo che qualcuno non lo faccia. Ciò che è stabilito nell'articolo 7, comma 4, non è assolutamente vero. Infatti non è assolutamente vero che la normativa sul socio lavoratore non è definita. È definitissima, quindi già l'approccio è sbagliato. In sostanza,Pag. 40si vuole recepire una sorta di camicia di forza per le imprese cooperative che debbono adottare un solo contratto, ovvero quello della CGIL. Mettiamo a rischio, dunque, le piccole imprese, in quanto evidentemente i contratti realizzati per le grandi imprese difficilmente si adattano alle piccole imprese. Inoltre, è necessario porre attenzione sul fatto che negli ultimi cinque anni l'economia cooperativa ha svolto una funzione anticiclica e ha salvato il Paese dalla recessione. Oggi, togliendo alle imprese cooperative la capacità di essere flessibili e modulabili si rischia che queste ultime non esercitino più quella funzione. Quindi, non daremmo la possibilità alla nostra economia di essere flessibile e modulabile. Ritengo che questo articolo si collochi totalmente al di fuori dal disegno di legge «milleproroghe». Mi chiedo, infatti, cosa c'entri applicare una tipologia di contratto a tutto lo scibile cooperativo. Scusate, ma oltretutto quando mai il socio lavoratore è un lavoratore dipendente? La legge stabilisce che il lavoratore può essere soggetto a diverse tipologie di rapporto, ovvero il lavoro dipendente, il lavoro autonomo, il lavoro coordinato e il lavoro professionale.
Colleghi, sapete cosa facciamo con questo articolo 7? È ora di finirla con gli accordi fatti fuori dal Parlamento, perché questa è la sede democratica di discussione (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)! Non sono un ingenuo, ma guardo alla legalità e alla trasparenza, come il nostro presidente Di Pietro, e sono coerente: la legalità e la trasparenza non sono concetti generici o opzioni qualsiasi, ma devono essere sempre adottati. Proseguirò il mio intervento sull'altro emendamento a mia firma. Applicare ad un professionista il contratto del lavoratore dipendente è un'aberrazione in termini. Quindi, questo articolo aveva bisogno di essere riformato radicalmente e portato in un contesto che non era sicuramente quello del decreto-legge cosiddetto mille proroghe.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Ulizia 7.8, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 453
Votanti 442
Astenuti 11
Maggioranza 222
Hanno votato sì 13
Hanno votato no 429).
Passiamo alla votazione dell'emendamento D'Ulizia 7.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ulizia. Ne ha facoltà (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Colleghi, cortesemente...
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, non ho parole, perché stiamo legiferando e facendo una cosa seria. Ho l'impressione, come diceva qualcuno prima di me, che si vedano già i contorni di una alleanza tra Partito Democratico e le altre forze del centrodestra: se è un'alleanza positiva per operare ed ottenere certi risultati io la condivido, ma non se si tratta di un'alleanza sciagurata (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale). Dietro questo articolo, cari amici della sinistra, vi è un'intuizione profonda: ingessare il movimento cooperativo affinché le imprese profit abbiano più spazio.
La questione non è stata approfondita ed è per questo motivo che chiedo la soppressione del comma 4 dell'articolo 7. Pertanto, rischiamo di arrecare danni enormi alla nostra economia, non alle sole imprese cooperative. Sembra che io compia una difesa d'ufficio, ma non è così. Tengo - l'ho dimostrato più volte - allaPag. 41funzione che l'economia cooperativa svolge nell'economia più in generale, ossia una funzione in favore di tutti.
Ditemi voi come è possibile applicare a cooperative sociali di cinque o dieci persone un contratto che riguarda lo scibile umano. È una cosa assurda, controproducente, che bloccherà l'azione delle diecimila cooperative sociali, che si interessano ai nostri anziani, ai meno fortunati di noi, agli immigrati, svolgendo una vera funzione sociale. Quindi, amici, sapevo che il mio emendamento non sarebbe mai stato approvato e sapevo anche che l'emendamento non avrebbe fatto slittare o decadere il decreto-legge cosiddetto milleproroghe, ma intendo dare una testimonianza in Parlamento per mostrare chi si assume la responsabilità e chi non lo fa [Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rocchi. Ne ha facoltà.
AUGUSTO ROCCHI. Signor Presidente, intervengo solo perché resti agli atti di questo dibattito e perché si chiarisca una volta per tutte che, onorevole D'Ulizia, quello che ci divide non è un giudizio di valore sul movimento cooperativo e sul ruolo della cooperazione in questo Paese. Peraltro, deve altrettanto sapere che questo ruolo non si svolge a scapito, a volte banditesco, dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, per la difesa dei quali ci batteremo sempre e comunque e con qualsiasi soggetto economico [Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Turci. Ne ha facoltà.
LANFRANCO TURCI. Signor Presidente, intervengo per segnalare anche la mia contrarietà alla richiesta del collega D'Ulizia.
Credo, infatti, che i minimi contrattuali debbano valere anche per il mondo cooperativo; sappiamo, inoltre, senza nulla togliere al valore in sé del movimento cooperativo, che troppe cooperative fasulle nascondono lavoro nero e sovrasfruttamento sotto la maschera di cooperative sociali. Ciò non è accettabile.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Ulizia 7.7, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 458
Votanti 446
Astenuti 12
Maggioranza 224
Hanno votato sì 7
Hanno votato no 439).
Prendo atto che il deputato Palomba ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Buontempo 8-bis.31.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, l'emendamento presenta questa finalità: credo che al comma 1 dell'articolo 8 la formulazione del terzo periodo sia estremamente ambigua, tanto che può essere facilmente letta nel senso che la condizione per la donazione del cordone e il consenso...
PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole Buontempo, vi è stato un errore da parte della Presidenza: si tratta dell'emendamento 8-bis.30 e non dell'8-bis.31, come avevo detto.
Pag. 42TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, mi riferisco all'emendamento presentato all'articolo 8-bis, comma 1, terzo periodo, del decreto-legge n. 248.
PRESIDENTE. Stiamo discutendo il precedente emendamento, quello che si riferisce al secondo periodo.
TEODORO BUONTEMPO. Va bene, Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Buontempo 8-bis.30, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 459
Votanti 452
Astenuti 7
Maggioranza 227
Hanno votato sì 7
Hanno votato no 445).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Buontempo 8-bis. 31.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, mi pare che il testo sia ambiguo quando afferma che la raccolta avviene senza oneri per il Servizio sanitario nazionale e previo consenso alla donazione per uso allogenico in caso di necessità per paziente compatibile.
Con l'emendamento in esame si intende rendere più chiaro che il donatore del cordone può scegliere se autorizzare l'uso del materiale del cordone per altre persone o riservarlo alla propria decisione. Quindi, chiedo che il termine: «previo» contenuto nel testo venga sostituito con l'espressione; «previa la possibilità per il donatore di dare il permesso (...)».
Dunque, si tratta di un atto di chiarezza, per evitare che un tema così delicato si lasci all'interpretazione di un testo che non è chiaro.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Buontempo 8-bis. 31, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 460
Votanti 453
Astenuti 7
Maggioranza 227
Hanno votato sì 9
Hanno votato no 444).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giovanardi 11-bis.32 , non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 450
Astenuti 13
Maggioranza 226
Hanno votato sì 12
Hanno votato no 438).
Prendo atto che il deputato Strizzolo ha segnalato che non è riuscito a votare contro.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cancrini 11-bis.33, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 457
Astenuti 6
Maggioranza 229
Hanno votato sì 16
Hanno votato no 441).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.500 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 461
Votanti 437
Astenuti 24
Maggioranza 219
Hanno votato sì 422
Hanno votato no 15).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sasso 13.34, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 457
Astenuti 10
Maggioranza 229
Hanno votato sì 72
Hanno votato no 385).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 19-bis.0500 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 465
Votanti 459
Astenuti 6
Maggioranza 230
Hanno votato sì 456
Hanno votato no 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 21-quater.500 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 462
Votanti 458
Astenuti 4
Maggioranza 230
Hanno votato sì 455
Hanno votato no 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Volontè 22-ter.200, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 464
Votanti 455
Astenuti 9
Maggioranza 228
Hanno votato sì 32
Hanno votato no 423).
Prendo atto che è stato segnalato che i deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) hanno erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole.Pag. 44
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22-sexies.500 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 456
Votanti 451
Astenuti 5
Maggioranza 226
Hanno votato sì 447
Hanno votato no 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22-octies.500 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 466
Astenuti 4
Maggioranza 234
Hanno votato sì 465
Hanno votato no 1).
Ricordo che l'emendamento Pelino 24.36 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.500 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 461
Astenuti 8
Maggioranza 231
Hanno votato sì 454
Hanno votato no 7).
Ricordo che l'emendamento Di Gioia 26.200 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 31.500 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 462
Astenuti 5
Maggioranza 232
Hanno votato sì 455
Hanno votato no 7).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pezzella 33.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, vorrei che i colleghi ponessero attenzione al fatto che il Governo proroga di un anno il termine entro il quale i comuni devono preparare un piano efficace e sostenibile dal punto di vista finanziario per risolvere l'emergenza rifiuti nel loro territorio. Nel testo del decreto-legge del maggio 2007, convertito in legge nel luglio del 2007, era previsto che i comuni che non avessero provveduto a tale piano sarebbero stati sanzionati. Sappiamo tutti, invece, quale è l'emergenza rifiuti in Campania e cosa ha prodotto.
Il Governo invece di intervenire sulle amministrazioni locali che sono rimaste inadempienti e inerti di fronte all'obbligo di legge, vorrebbe premiare proprio i comuni inadempienti, posticipando e quindi annullando gli effetti di un provvedimento coercitivo che lo stesso Governo Prodi aveva voluto meno di sei mesi fa e scaricando la loro incompetenza sul CommissarioPag. 45De Gennaro. Questa è la prova che, ancora una volta, si parla, si dice e si promette solamente. Vorrei domandare, onorevoli colleghi, cosa dovrebbero pensare i cittadini della Campania circa il fatto che, sebbene esistesse un provvedimento che obbligava, entro una certa data, i comuni a compiere il loro dovere, si sceglie ora di adottare questa proroga che rappresenta una sanatoria per tutti i comuni inadempienti.
Sappiano i cittadini della Campania che in questo Parlamento il centrodestra e il centrosinistra ancora una volta si accordano sulla pelle del cittadino comune, il quale voleva una punizione, una sanzione nei confronti di quei sindaci e di quei consigli comunali che hanno prodotto il disastro ambientale della Campania. Questo Parlamento deve pertanto dare il segnale che non si fanno proroghe e che il Governo - qualunque tipo di Esecutivo vi sarà - possa punire quegli amministratori che, magari, per interessi, per tangenti o per collusione con la camorra hanno prodotto il disastro ambientale.
È inutile parlare nei comizi quando poi il Parlamento cancella la responsabilità dei comuni. Il Commissario De Gennaro sta svolgendo un difficile e complesso lavoro ma non possiamo scaricare su una persona che già ha un onere così difficile tutte le inadempienze dei comuni della Campania.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pezzella 33.6, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 447
Astenuti 16
Maggioranza 224
Hanno votato sì 12
Hanno votato no 435).
Passiamo all'emendamento Andrea Ricci 33.46.
ANDREA RICCI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA RICCI. Signor Presidente, l'emendamento in esame è ritirato. Abbiamo presentato un ordine del giorno e nella discussione sul complesso degli ordini del giorno motiveremo questa scelta.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Napoletano 35-bis.16, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 459
Votanti 454
Astenuti 5
Maggioranza 228
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 437).
Prendo atto che il deputato Piro ha segnalato che non è riuscito a votare contro.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pedrini 39.12, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 448
Votanti 439
Astenuti 9
Maggioranza 220
Hanno votato sì 7
Hanno votato no 432).Pag. 46
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pedrini 39.3, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 444
Astenuti 7
Maggioranza 223
Hanno votato sì 11
Hanno votato no 433).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Boscetto 43.200 e 43.500 delle Commissioni, accettati dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 462
Astenuti 7
Maggioranza 232
Hanno votato sì 454
Hanno votato no 8).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Carta 44.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carta. Ne ha facoltà.
GIORGIO CARTA. Signor Presidente, la disposizione in esame ha avuto uno strano iter in Parlamento. È stata presentata sotto forma di emendamento durante l'esame della scorsa legge finanziaria e ho fatto presente alla Commissione competente e al suo presidente la stravaganza di questa norma e per certi versi l'immoralità della stessa. Tant'è che il Governo venne invitato dal Comitato dei nove a non presentare tale proposta emendativa e così la stessa non fu presente tra gli emendamenti approvati attraverso la posizione della questione di fiducia. La stessa disposizione viene ora «pari pari» riproposta in questa sede. Tuttavia, ritengo strano e immorale il fatto che tale disposizione inviti e autorizzi i cittadini a violare una legge, e lo fa in una maniera stravagante. Infatti, mentre si invita a presentare i moduli per la raccolta dei dati per le rilevazioni ISTAT, si stabilisce che chi non li presenta è sanzionabile per legge. Con questa disposizione in altre parole è come se si affermasse: badate, per diventare sanzionabili dovete rispondere che non fornite i dati. Quindi, anche dal punto di vista della tecnica legislativa, mi pare che sia stravagante.
Vi è, inoltre, un altro dato immorale, quando si parla di legge ad personam (e se n'è parlato molto in questo Parlamento, come nell'altro): questa è una norma ad personas. Non ho niente contro questi signori che hanno contravvenuto a queste norme, ma qualcosa l'ha avuto da dire la Corte dei conti, che ha iniziato un procedimento per danno erariale. L'altra immoralità della norma in oggetto risiede in questo: mentre è in corso un intervento giurisdizionale, il Parlamento interviene con una norma ad personam.
Qualche collega mi ha chiesto: ma tu hai un sacro furore contro i funzionari che non hanno fatto questo? Io non ho alcun sacro furore. Nell'ultima tornata di questo Parlamento - poiché non ne farò più parte - voglio continuare ad agire con la stessa libertà con cui ho sempre agito. Sarebbe stato molto più facile seguire l'invito al ritiro, ma non l'ho fatto: quando inizierà la campagna elettorale, questo Parlamento (destra e sinistra) non potrà predicare la trasparenza, perché questo è un atto di non trasparenza, che autorizza i cittadini a violare le leggi.
Questa è la motivazione per cui non l'ho ritirato. A tutti quei colleghi, interpellati in via privata, che hanno detto: sì hai ragione, è vero, la norma è brutta e non va fatta così, ma tuttavia è necessario farla, io dico di no! Questo Parlamento è stato attaccato (con riferimento alla casta,Pag. 47all'immoralità e all'incapacità di agire), ma non ho mai condiviso questo giudizio, e non solo: non condividendolo, voglio rispettare la mia dignità...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIORGIO CARTA. ...e voterò contro. So che sarà respinto da ambo le parti, ma resti agli atti che questa norma è immorale e, perlomeno, stravagante dal punto di vista della tecnica legislativa.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Carta 44.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 461
Votanti 449
Astenuti 12
Maggioranza 225
Hanno votato sì 73
Hanno votato no 376).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Buontempo 45.30, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 456
Votanti 451
Astenuti 5
Maggioranza 226
Hanno votato sì 8
Hanno votato no 443).
Prendo atto che il deputato Ciro Alfano ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 49-bis.0500 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 459
Votanti 451
Astenuti 8
Maggioranza 226
Hanno votato sì 424
Hanno votato no 27).
Prendo atto che la deputata Laganà Fortugno ha segnalato che non è riuscita a votare.
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale.
Avverto, altresì, che sono in distribuzione le nuove formulazioni degli ordini del giorno Andrea Ricci n. 9/3324-A-R/7 e Dozzo n. 9/3324-A-R/30.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3324-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 3324-A/R sezione 4).
SALVATORE IACOMINO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SALVATORE IACOMINO. Signor Presidente, l'ordine del giorno vuole impegnare il Governo affinché l'erogazione degli incentivi CIP 6 sia limitato al solo impianto di termovalorizzazione di Acerra. Tuttavia, va sottolineato che questo non può continuare ad essere il modo di affrontare un'emergenza, né riteniamo sia possibile teorizzare che il ciclo diPag. 48rifiuti possa essere fondato esclusivamente su un piano industriale, visto il fallimento totale della sua attuazione.
Quando abbiamo sostenuto che il piano rifiuti non può fondarsi sugli inceneritori, quando abbiamo sostenuto che il piano Rastrelli-Bassolino avrebbe provocato un disastro ambientale...
PRESIDENTE. Onorevole Iacomino, posso chiederle quale ordine del giorno sta illustrando?
SALVATORE IACOMINO. L'ordine del giorno Andrea Ricci n. 9/3324-A-R/7, nel testo riformulato.
PRESIDENTE. Onorevole, lei è firmatario di questo ordine del giorno?
SALVATORE IACOMINO. No.
PRESIDENTE. Se non è tra i firmatari non potrebbe illustrarlo.
SALVATORE IACOMINO. Allora aggiungo la mia la firma.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Iacomino.
SALVATORE IACOMINO. Quando abbiamo sostenuto che il piano rifiuti non può fondarsi sugli inceneritori, che il piano Rastrelli-Bassolino avrebbe provocato un disastro ambientale, che senza una raccolta differenziata ci saremmo trovati di fronte ad una catastrofe senza precedenti, che le discariche individuate erano pericolose e che al Commissariato di Governo si saldavano interessi della politica, delle imprese e della camorra, non c'eravamo sbagliati.
La società Fibe, gruppo Impregilo, è sotto inchiesta. Vi sono stati arresti vari. Esponenti di primo piano della politica regionale sono sotto processo. Le discariche, inidonee e pericolose, sono state utilizzate e riutilizzate in questi mesi, così come finalmente ha dimostrato il commissario De Gennaro, attraverso i tecnici del Genio militare, dunque non di parte. Questi elementi dimostrano il risultato fallimentare di un'impostazione miope e sbagliata sul ciclo dei rifiuti.
Non si può qui perpetrare nell'errore secondo cui l'inceneritore è la soluzione al problema rifiuti, con l'aggravante che lo Stato eroga ingenti risorse CIP 6 - a fondo perduto e a carico dei cittadini - all'impresa che gestirà l'impianto di incenerimento di Acerra, in deroga al blocco di tali finanziamenti a quelli in costruzione.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 19,05)
SALVATORE IACOMINO. Continuiamo a ritenere sbagliata questa impostazione, ma la situazione emergenziale in Campania è tale che la responsabilità che abbiamo già dimostrato come forza politica, in questi mesi, sostenendo gli sforzi del prefetto De Gennaro, nonché le condizioni di vivibilità quotidiana e la salvaguardia della salute dei cittadini campani, ci hanno indotto a ritirare le proposte emendative e a presentare l'ordine del giorno in esame, che limita l'erogazione degli incentivi CIP 6 al solo termovalorizzatore di Acerra. Chiediamo, quindi, al Governo di accettare questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Onorevole Iacomino, è evidente che la Presidenza le ha concesso la parola eccezionalmente, essendo chiaro che l'aggiunta di firma dopo il termine di presentazione non ha valore procedurale.
L'onorevole Campa ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3324-A-R/33.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, avevamo presentato una proposta emendativa a firma mia, del collega Boscetto e dei parlamentari veneziani, per chiedere il differimento - dal 30 aprile 2008 al 1o gennaio 2009 - del termine per la messa a regime degli obblighi derivanti dall'applicazione del decreto legislativo n. 231 del 2007 sull'antiriciclaggio.
Vorrei ricordare a questo consesso che abbiamo recepito una norma comunitariaPag. 49in maniera molto più restrittiva e, di fatto, stiamo dando un colpo mortale alle aziende italiane - i casinò italiani - a tutto vantaggio delle case da gioco presenti all'estero.
Il termine del 30 aprile 2008 per il recepimento di quelle norme non può assolutamente essere rispettato da parte dei casinò, mancando, ad oggi, il regolamento attuativo. Pertanto, in attesa che esso sia emanato da parte del Governo, chiediamo che almeno venga differito il termine dal 30 aprile 2008 al 1o gennaio 2009.
Non vi è un problema di costi, né di spesa. Vi è solamente il problema delle nostre case da gioco, le cui entrate - vorrei ricordare - sono fondamentali per i comuni e per il loro bilancio. Pertanto, questo termine, se non prorogato, provocherebbe grandissime difficoltà.
Come ci era stato richiesto all'inizio della seduta, ho ritirato la proposta emendativa, ma vorrei, quanto meno, che l'Assemblea votasse a favore del mio ordine giorno n. 9/3324-A-R/33, che impegna il Governo in tale direzione. Ringrazio il sottosegretario che - mi sembra di cogliere - accetterà questa richiesta, la quale trova un consenso unanime, non solamente da parte dei veneti, ma dall'intero Parlamento.
PRESIDENTE. L'onorevole Giancarlo Giorgetti ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Maroni n. 9/3324-A-R/5, di cui è cofirmatario.
GIANCARLO GIORGETTI. Intervengo per illustrare rapidamente l'ordine del giorno presentato dal gruppo della Lega Nord Padania. È un ordine del giorno che richiama un tema di grande attualità e di grande importanza, relativo alle trattative condotte dal Governo per la cessione di Alitalia e soprattutto all'impatto che ne potrebbe derivare per l'aeroporto di Malpensa e, più in generale, per l'intera area del nord del Paese.
Con questo ordine del giorno cerchiamo di integrare l'intervento già previsto nel provvedimento, facendo specifico riferimento alla moratoria, con la richiesta di impegno del Governo di prevedere quanto già accaduto in altre situazioni e in altre trattative. Ricordo, in particolare, la fusione tra Air France e KLM, per la quale il Governo olandese ottenne una moratoria di tre anni. In questo modo, nel momento in cui andasse a buon fine la trattativa tra Air France e Alitalia, si potrebbe prevedere il mantenimento dell'attuale assetto di rotte e di slot sull'aeroporto di Malpensa per la durata di tre anni. Questo dovrebbe permettere un lasso di tempo necessario, potrei dire indispensabile, per riorganizzare il traffico sull'aeroporto e garantire, senza magari neppure la necessità di altre forme di integrazione e di intervento assistenziale da parte dello Stato, i livelli occupazionali e, più in generale, il mantenimento dell'economia e dell'indotto attorno all'aeroporto.
Per questo motivo, chiediamo a tutta l'Assemblea, e in particolare a tutti i parlamentari eletti nel nord e che si sono prodigati in questo periodo a favore dell'aeroporto di Malpensa, di sostenere e votare l'ordine del giorno Maroni n. 9/3324-A-R/5, sottoscritto da tutto il gruppo della Lega Nord Padania.
PRESIDENTE. A questo ordine del giorno sono aggiunte le firme degli onorevoli Airaghi, Foti, Decorato, Armani, Gamba, Frassinetti e Holzmann.
L'onorevole Volontè ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3324-A-R/32.
LUCA VOLONTÈ. Vorrei assicurare che appoggeremo l'ordine del giorno sulla moratoria. Anche noi, come già nella discussione sulle mozioni che, ricordo a tutti, dovevano essere messe in votazione il giorno in cui è caduto il Governo, avevamo presentato atti di indirizzo molto simili che affrontavano questo tema, e ne abbiamo presentato uno anche in questa circostanza, l'ordine del giorno a mia firma n. 9/3324-A-R/32, che richiama esplicitamente il tema della moratoria triennale, sulla base delle argomentazioni svolte dall'onorevole Giorgetti e anche,Pag. 50aggiungo, con riferimento a quelle politiche infrastrutturali e al piano dell'eurotrasporto che il Ministro dell'economia aveva aperto a una discussione che si è troncata con la fine di questa legislatura (dovuta alla crisi di Governo), ma che non può non vederci in questa circostanza pronti ad approfondire il tema.
C'è il precedente, già ricordato, della fusione tra KLM e Air France, e non si capisce perché in queste ultime settimane, per l'ennesima volta, il Governo abbia dato segnali di aperta contraddizione sul tema dell'Alitalia e dello sviluppo infrastrutturale, oltre che sulla questione occupazionale di Malpensa.
Per questa ragione abbiamo presentato l'ordine del giorno a mia firma n. 9/3324-A-R/32, ed è la stessa ragione per la quale, avendolo condiviso in precedenza, condivideremo anche il voto su tutti gli ordini del giorno che avranno come tema la soluzione di questa emergenza e, nello stesso tempo, il tema della moratoria.
PRESIDENTE. L'onorevole Boato ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3324-A-R/8.
MARCO BOATO. Signor Presidente, tra le molte materie che, come ha detto il presidente Violante, non hanno goduto di una condivisione unanime all'interno di questo decreto-legge c'è anche la materia del trasporto pubblico locale, poiché il prossimo 30 marzo scadono i contratti di servizio tra le regioni e Trenitalia Spa in materia, appunto, di trasporto pubblico locale. Esiste, quindi, il rischio reale che dal 1o aprile centinaia di corse di treni per i pendolari non abbiano più la possibilità di essere effettuate per la scadenza dei contratti di servizio che ho citato.
L'ordine del giorno a mia firma impegna, pertanto, il Governo ad assumere le necessarie iniziative (potrebbe anche trattarsi di un decreto-legge alla vigilia della scadenza del 30 marzo) al fine di garantire la prosecuzione dei servizi ferroviari, che riguardano i pendolari, previsti nei contratti di servizio stipulati tra le regioni e Trenitalia, anche al di là della data di scadenza del 30 marzo, ovviamente individuando le risorse necessarie allo scopo, che erano già state indicate in un emendamento presentato e poi non accolto.
Ho avuto già l'assicurazione da parte del Governo che accoglierà questo ordine del giorno, e credo sia importante che quest'Aula possa condividere tale scelta, che non è di destra, né di sinistra, né di centro, ma è finalizzata a garantire il trasporto pubblico locale per migliaia di pendolari.
PRESIDENTE. Ricordo a tutti i colleghi che possono illustrare gli ordini del giorno solo coloro che li hanno sottoscritti al momento della presentazione, non quelli che aggiungono la propria firma in questa fase. In ogni caso, poiché mi dicono che l'onorevole Romele intende aggiungere la propria firma a un ordine del giorno, solo per questa dichiarazione, gli do volentieri la parola.
GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, la ringrazio per il suo buon cuore! Chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/3324-A-R/5, presentato dal gruppo della Lega Nord Padania, e non aggiungo altro, perché già è stato sufficientemente detto. Dico solo, però, un particolare al portavoce di Prodi, cioè Veltroni: invece di andare alla ricerca di grandi candidati, giovanotti, imprenditori che non so quanti...
PRESIDENTE. Stia al tema, onorevole Romele.
GIUSEPPE ROMELE. ...vedano magari di stare più attenti ai posti di lavoro ed al sistema infrastrutturale della Lombardia, e a tutto il nord in generale.
PRESIDENTE. L'onorevole Fiano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3324-A-R/16.
EMANUELE FIANO. Signor Presidente, l'ordine del giorno n. 9/3324-A-R/16, che ho presentato assieme a diversi colleghi, riguarda anch'esso la questione Malpensa e il trasferimento di voli. Apprezziamo laPag. 51decisione presa dal Parlamento con il decreto-legge in esame di destinare 120 milioni di euro agli ammortizzatori sociali ed alle infrastrutture di accessibilità a Malpensa e chiediamo al Governo un impegno a garantire, nella trattativa corso tra Alitalia ed Air France, una gestione graduale del piano di trasferimento delle rotte di Alitalia che fanno perno su Malpensa, anche utilizzando il tavolo di confronto già esistente tra il Governo e gli enti e le istituzioni locali della Lombardia. Ciò al fine di garantire che nel corso di questa fase di transizione si possa favorire il subentro di altri vettori nell'aeroporto di Malpensa che sostituiscano quelli che, con l'attuale piano industriale di Alitalia, verranno trasferiti.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente...
PRESIDENTE. Chiedo a tutti di fare silenzio, così da poter ascoltare i pareri. Prego, sottosegretario Lettieri.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accetta tutti gli ordini del giorno presentati tranne due, che affrontano sicuramente un problema importante - che comprendo - ma che propongono soluzioni e moratorie che in questo momento non è possibile accettare (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)... lo comprendo, lo dico con molta sincerità, e al Governo sta a cuore non solo la questione di Malpensa, ma il problema più complessivo dello sviluppo legato a quella realtà.
Tuttavia, inviterei i presentatori a ritirare gli ordini del giorno Maroni n. 9/3324-A-R/5 e Volontè n. 9/3324-A-R/32. Ne comprendiamo le ragioni, lo ripeto, ma vorrei che l'Aula non sottovalutasse due rischi. Da un lato, i riverberi negativi che si avrebbero sulla trattativa in corso, che mi auguro ovviamente giunga alla migliore soluzione nell'interesse complessivo del Paese, del quale certamente magna pars è il nord. Dall'altro lato, non sfugge a nessuno il rischio degli effetti negativi che l'accoglimento di un eventuale ordine del giorno relativo alla moratoria potrebbe avere sull'andamento del titolo Alitalia in borsa. Il senso di responsabilità ci impedisce di accogliere tale ordine del giorno.
PRESIDENTE. Se ho capito bene, sono accettati tutti gli ordini del giorno, tranne gli ordini del giorno Maroni n. 9/3324-A-R/5 e Volontè n. 9/3324-A-R/32. Ho inteso bene onorevole sottosegretario?
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sì, signor Presidente.
MAURIZIO BERNARDO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BERNARDO. Signor Presidente, mi riferisco all'ordine del giorno Maroni n. 9/3324-A-R/5, concernente l'aeroporto di Malpensa. Ho ascoltato con grande attenzione l'intervento del rappresentante del Governo. Capisco che ovviamente possiamo definire «morto» il Governo, ma l'aeroporto di Malpensa, per nostra fortuna, vive ancora. Ho sentito anche l'intervento di altri colleghi ed è per questo che esprimo, anche a nome dei colleghi che condividono ciò che viene chiesto a questo Governo «in uscita», l'auspicio che anche il prossimo Governo tenga conto di quella moratoria. Non mi rivolgo soltanto agli esponenti della regione Lombardia, ma anche a coloro i quali hanno a cuore il Paese e che auspicano che lo sviluppo di Malpensa vada nella direzione quanto meno di avere una richiesta di moratoria per i tre anni, non volendo svendere - come successo purtroppo con l'attuale Governo - una realtà come Alitalia, ma soprattuttoPag. 52la parte produttiva del Paese. Per tali ragioni, vogliamo aggiungere le nostre firme ad un ordine del giorno di questo genere.
PRESIDENTE. Sta bene.
Secondo la prassi e ove i presentatori non insistano gli ordini del giorno accettati dal Governo non saranno posti in votazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Maroni n. 9/3324-A-R/5 non accettato dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maroni. Ne ha facoltà.
ROBERTO MARONI. Signor Presidente, siamo rimasti francamente stupefatti dalla dichiarazione del Governo. Ci aspettavamo una richiesta di riformulazione e che il Governo, poiché Air France ha dichiarato che la trattativa è sospesa in attesa del nuovo Esecutivo, facesse il gesto di riconoscere che l'attuale Governo non ha nulla da dire e non può intervenire sulla trattativa. Infatti, è stata Air France a chiedere a questo Esecutivo di mettersi da parte, perché su Alitalia attende il nuovo Governo.
Il Governo stesso poteva uscire positivamente facendo un bel gesto e invece ha continuato nella provocazione - se il sottosegretario avesse la compiacenza di ascoltarmi - e in questo atteggiamento incomprensibile per punire Malpensa e il nord. Tale atteggiamento francamente è segno del disprezzo che il Governo ha nei confronti di questa battaglia che facciamo e che abbiamo fatto domenica riempiendo i piazzali di Malpensa con tanta gente venuta da tutte le regioni del nord a sostegno di un'infrastruttura che non è della Lombardia, ma di tutto il nord e di tutta la Padania.
È un atteggiamento francamente incomprensibile che vogliamo denunciare e che denunceremo, perché è ancora una volta il tentativo di far pagare al nord il prezzo del salvataggio della compagnia aerea, che peraltro non si sa se ci sarà, visto che questo Governo non è riuscito a fare nulla per Alitalia.
In riferimento al titolo, poi, abbiamo chiesto mesi fa che la Consob intervenisse per vedere cosa è successo, cosa sta succedendo e quali speculazioni vi siano dietro l'andamento del titolo, perché non è mai successo in nessun caso del genere, in nessun Paese dell'occidente industrializzato, che, quando è in corso una gara per la vendita della compagnia, ci sono ministri che intervengono con dichiarazioni e il titolo sale e scende senza che il Governo faccia nulla.
Visto che la Consob e questo Governo non sono intervenuti ci penseremo noi, quando saremo al Governo, fra pochi mesi, a fare una verifica dettagliata e compiuta di tutte le speculazioni che ci sono state dietro l'andamento del titolo Alitalia.
Chiediamo che questo ordine del giorno venga votato e chiediamo a tutti i parlamentari, non solo del centrodestra, padani, di sostenerlo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rocchi. Ne ha facoltà.
AUGUSTO ROCCHI. Signor Presidente, intervengo per esprimere dichiarazione di voto contrario e perché sia chiaro ai cittadini di tante aree del Paese che ci ascoltano che per anni si è «venduto» il fatto che l'operazione di Malpensa doveva essere la costruzione del secondo grande hub, sapendo benissimo che in nessun Paese al mondo esistono due hub con quelle caratteristiche e quella portata.
Poi, dopo averlo costruito, siamo ancora nella patetica situazione che, se un cittadino arriva alla stazione centrale di Milano, deve fare chilometri, non sapendo bene dove andare per poter raggiungere quel grande aeroporto che viene tanto decantato.
Chi ha governato per tanti anni la Lombardia, e mi riferisco al centrodestra, ha delle gravissime responsabilità suPag. 53quanto si è detto su quell'aeroporto e mai realizzato.
Queste responsabilità, però, non devono cadere sulle spalle di tante migliaia di lavoratori che lavorano a Malpensa. L'ordine del giorno che l'onorevole Fiano ha presentato, del quale assieme ad altri sono firmatario, e che il Governo ha accolto, oltre allo strumento degli ammortizzatori sociali, già previsti con finanziamento dentro il cosiddetto decreto milleproroghe, pone il problema di una gradualità della gestione del piano industriale che permetta di trovare soluzioni industriali e di difesa occupazionale per i lavoratori di Malpensa.
Nel dichiarare il mio voto contrario a questo ordine del giorno della Lega, quindi, dico con altrettanta chiarezza che ognuno si assuma seriamente le proprie responsabilità, non dividendoci tra di noi sul fatto che tutti vogliamo difendere quei lavoratori e le loro condizioni, ma senza strumentalizzare e nascondere le responsabilità di chi ha governato per tanti anni la Lombardia e quelle aree del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, vorrei ricordare al Governo, che si vuole sfilare in qualche modo dalla patata bollente, che oggi, sul Corriere della sera, viene riportata la dichiarazione del vicepresidente di Air France-KLM, l'olandese rappresentante della KLM, che afferma che se l'hub di Malpensa non sarà significativamente ridimensionato, non vedono una ragione per l'accordo.
A questo punto, quindi, capisco che il sottosegretario affermi che sono in trattativa e che non possono vincolarsi, ma, a questo punto, c'è questa dichiarazione del secondo azionista di Air France-KLM, che fra l'altro ha avuto un vantaggio per Schiphol, a differenza di quello che si vuole negare a Malpensa, che dichiara che Malpensa deve essere ridimensionata.
Credo che il Governo non possa non prendere posizione su questo problema.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Maroni n. 9/3324-A-R/5, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) (Vedi votazioni).
(Presenti 440
Votanti 429
Astenuti 11
Maggioranza 215
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 242).
Prendo atto che i deputati Fasolino, Cesaro, Lainati, Bonaiuti e Ricevuto hanno segnalato di aver erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbero voluto votare a favore.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Volontè n. 9/3324-A-R/32.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, c'è sempre un «riprova, sarai più fortunato». In questo caso c'è il nostro ordine del giorno che, come quello presentato dai colleghi della Lega Nord, vuole far riflettere per l'ennesima volta su questa opportunità, un'opportunità che non si capisce perché non sia stata sfruttata. Ci chiediamo come mai l'assenso sia stata concesso, nella trattativa con Air France e KLM, dal Governo francese e anche dal Governo olandese, chiesto da entrambi, e invece questo Governo «temporaneo», che più temporaneo non si può perché oramai le Camere sono state sciolte, non vuole nemmeno prendersi tale responsabilità nemmeno temporaneamente, aPag. 54fronte invece di una scelta che in qualche modo ha già anticipato Air France, nella sua dichiarazione di non voler proseguire nell'approfondimento di questa trattativa fino a quando non ci sarà il Governo nuovo.
Francamente è comprensibile solo in un modo (e non voglio far polemiche), l'unico nel quale ogni persona lo può comprendere, e cioè che il Ministro Padoa Schioppa, che ha rilasciato dichiarazioni francamente sconcertanti in queste ultime settimane sul caso Alitalia, abbia preso un impegno chiaro in questa direzione nei confronti dei partner di Alitalia, cosa che lascia allibiti in quest'Aula. Ho sentito dire che chi arriva a Milano in treno non sa da che parte andare, mentre basta che prenda la metropolitana, scenda a Cadorna e prenda il trenino.
AUGUSTO ROCCHI. Sono tre!
LUCA VOLONTÈ. Sì, deve fare tre viaggi; e invece quando atterri a Bologna arrivi subito, in cinque secondi. Volevo ricordarti, caro amico Rocchi, che di questo hub se ne è occupato inizialmente il primo Governo di centrosinistra, con il Ministro Bersani; e forse si è dimenticato, in questi quindici anni, che almeno questa piccola possibilità, consentita nelle fusioni nel resto d'Europa, si poteva, anche temporaneamente, anche con un ordine del giorno, prevedere in questo caso.
È un peccato che non sia avvenuto con l'approvazione dell'ordine del giorno n. 9/3324-A-R/5, firmato da Maroni e altri colleghi della Lega; confido che vi sia un ravvedimento, visto che c'è un'altra possibilità, che diamo noi in quest'Aula, chiedendo di votare il nostro ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Volontè n. 9/3324-A-R/32, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 435
Votanti 428
Astenuti 7
Maggioranza 215
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 229).
È così esaurito lo svolgimento degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3324-AR)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, prendo la parola semplicemente per annunciare il voto favorevole dei socialisti e per ringraziare i relatori, l'onorevole Piazza e l'onorevole Piro, per il grande impegno che hanno dimostrato nel portare avanti il provvedimento in esame, estremamente delicato e complesso.
Oltre a ciò, vorrei sottolineare la grande disponibilità che vi è stata, da parte anche dei colleghi del centrodestra, nel definire il provvedimento, che ha determinato norme importanti, soprattutto nel migliorare complessivamente il testo presentato dal Governo.
Volevo semplicemente sottolineare questo, e ribadire il voto favorevole dei socialisti di questo Parlamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, intervengo per annunciare l'astensione del gruppo di Alleanza Nazionale su questo provvedimento. Ciò per via di un percorso migliorativo che ribadiamo essere stato portato avanti in Commissione inPag. 55accordo con gli altri gruppi: altrimenti, infatti, il nostro sarebbe stato un voto contrario.
Riconosciamo dunque il lavoro che è stato svolto in Commissione: pure, con questa nostra astensione desideriamo ribadire un giudizio complessivo su un provvedimento che è stato varato da un Governo che, anche in questa occasione, ha mostrato una grande difficoltà, mancando di affrontare i problemi cruciali del Paese. In questo senso, una serie di scelte presenti nel testo originario del decreto-legge mostrano quelli che sono stati i punti di debolezza di una maggioranza che in corso d'opera si è sostanzialmente «squagliata» e che non ha affrontato taluni temi: temi che invece, con il contributo di tutti, abbiamo cercato di introdurre in Commissione allo scopo di dare una risposta alle emergenze del Paese.
È un compito, questo, che Alleanza Nazionale ha voluto sobbarcarsi in segno di responsabilità. Vi è infatti oggi una condizione emergenziale: e sarà proprio il ritorno alle urne che darà ai cittadini la possibilità di scegliere - e noi auspichiamo che lo farà - una maggioranza e un Governo che siano in grado di dare le giuste risposte, in vista di una svolta che, purtroppo ancora, non si riesce a intravedere e che noi speriamo di riuscire a interpretare meglio.
Proprio tali considerazioni impediscono in questo momento un voto favorevole del nostro gruppo: in ciò si manifesta infatti un giudizio politico complessivo che va nel senso di mostrare tutte le contraddizioni di un centrosinistra che, oggi, si trova di fronte ad una situazione di Camere sciolte e che, quindi, è grazie anche al nostro contributo che è riuscito a condurre in porto un provvedimento che darà qualche risposta alle urgenti necessità del Paese.
Per tutte queste ragioni, annuncio l'astensione del gruppo di Alleanza Nazionale sul provvedimento al nostro esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Napoletano. Ne ha facoltà.
FRANCESCO NAPOLETANO. Signor Presidente, intervengo in maniera assai sintetica: negli interventi preliminari abbiamo infatti già espresso un giudizio politico che è e rimane durissimo, sia per quanto riguarda lo strumento in sé, che fa il paio con le degenerazioni che abbiamo già riscontrato nella legge finanziaria, sia per taluni comportamenti politici che non condividiamo e che lasciano prefigurare altre scelte e altri comportamenti futuri.
Tuttavia, non intendiamo venir meno ad un ultimo atto di lealtà con il Governo e con la maggioranza uscenti: del resto, nonostante questo provvedimento contenga norme che non condividiamo, ve ne sono anche altre che invece, anche grazie al nostro contributo, siamo riusciti a far diventare patrimonio dell'intero atto normativo.
Basterebbe anzi menzionare una sola di tali norme per giustificare il nostro voto favorevole: quella sulla proroga degli sfratti, che, non senza fatica, siamo riusciti a far includere all'interno del provvedimento. Allo stesso modo, vi sono anche taluni altri passi significativi, sia pur piccoli e limitati, che sono importanti. Penso in particolare alle norme che consentono la proroga di atti nei confronti di lavoratori messi in cassa integrazione; così come è importante il fatto di aver messo in condizione questo Governo e i Governi futuri, attraverso la proroga che è stata inserita, di poter utilizzare le graduatorie degli ispettori del lavoro costituite nell'ambito di concorsi già espletati.
Come dicevo nel precedente intervento, avremmo voluto che tali norme partissero da subito, in modo che si desse un segnale forte in questa direzione. Ciò non è stato: tuttavia, i Governi hanno ora lo strumento per poter procedere in questo senso, solo che abbiano la volontà e la capacità di fare ricorso alle risorse, che certo non mancano.
Con questo spirito, siamo consapevoli che avremmo potuto utilizzare meglio le risorse e le norme a nostra disposizione sebbene, in limine litis, a legislatura ormai conclusa; abbiamo cercato di dare il nostro contributo in questa direzione.Pag. 56
Ci auguriamo che la prossima Camera possa avere una maggiore sensibilità verso le tematiche sociali e del lavoro e pensare un attimo meno alle situazioni elettorali e ai pur legittimi interessi di parte, facendo prevalere gli interessi del Paese, tra i quali per noi hanno preminenza gli interessi dei lavoratori e della parte più debole del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.
TERESIO DELFINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori sottosegretari, quello che approviamo oggi è il tipico atto di fine legislatura, un provvedimento che, originato come strumento per prorogare termini in scadenza, si è trasformato nell'ultimo treno omnibus in cui hanno trovato cittadinanza misure richieste sia dalla maggioranza sia dall'opposizione, tanto che potrebbe paradossalmente rivelarsi l'unico vero prodotto bipartisan della XV legislatura, nonché l'unico che uscirà dalle Camere di qui alla ricostituzione delle nuove. Si è colta quindi questa ultima opportunità per dare risposte a questioni che pendevano da tempo e che richiedevano soluzioni urgenti, ma era forse anche l'occasione per valutare l'opportunità dell'inserimento di ulteriori misure condivise nella breve vita di questa legislatura, o comunque di misure a costo zero che potevano incontrare il gradimento dei cittadini.
Comunque, per citare alcune principali disposizioni del provvedimento, ricordo l'estensione retroattiva al 2007 dei crediti d'imposta sugli investimenti, la rottamazione auto e motorini, le correzioni alla legge sul welfare, le ulteriori risorse al commissario per l'emergenza spazzatura in Campania (anche se si è persa l'occasione di reintrodurre gli incentivi CIP 6 per i termovalorizzatori a tutte le regioni, e non limitatamente a quelli da realizzare in Campania), l'aumento della somma destinata agli ammortizzatori sociali in caso di crisi occupazionali e la questione dell'aeroporto di Malpensa, anche se non mancano nel provvedimento in discussione misure troppo localistiche, che potevano certamente essere evitate.
Avvertiamo nitidamente che la via dei provvedimenti omnibus - o «milleproroghe» che siano - è una brutta abitudine ormai quasi ventennale da eliminare, e che inoltre questo provvedimento è stato emanato anche e soprattutto per correggere o semplici dimenticanze o errori contenuti nella finanziaria per il 2008, a dimostrazione di un'inefficienza dei Governi che prima si danno scadenze e si pongono obiettivi, ma che poi puntualmente li disattendono, salvo concedersi un'uscita di sicurezza, quel paracadute che al cittadino comune non è concesso ed al quale cittadino comune spesso anche pochi giorni di ritardo costano molto cari.
Onorevoli colleghi, non entro nel merito di un provvedimento che è andato via via gonfiandosi nel corso del suo iter. Al di là delle perplessità e dei dubbi che attraversano il Parlamento su questo tipo di provvedimento, abbiamo comunque partecipato e contribuito a risolvere alcune questioni pendenti e meritevoli di una soluzione, a partire, per quanto ci riguarda nello specifico, dai consorzi di bonifica, sino alle questioni dei concorsi universitari, all'edilizia per le Forze armate ed alla possibilità per la Croce Rossa di essere riconosciuta nel registro del volontariato.
Signor Presidente, signori sottosegretari, quello al nostro esame è comunque un provvedimento del Governo. Certamente diamo atto al Governo, ai relatori, ai presidenti delle Commissioni ed a tutte le forze politiche che hanno partecipato al dibattito, che si è svolto un lavoro molto intenso nelle riunioni delle Commissioni affari costituzionali e bilancio. Dobbiamo tuttavia rilevare che nel provvedimento vi è una mancanza di coraggio, anche su alcune questioni pure affrontate nel provvedimento stesso, a partire dall'emergenza spazzatura - per la quale, come ho detto prima, noi volevamo introdurre gli incentivi CIP 6 per tutti i termovalorizzatori del Paese - sino alla definizione di una normativaPag. 57più puntuale per la proroga degli sfratti ed alla rinuncia a normare con più determinazione le questioni infrastrutturali, come quella dell'hub di Malpensa.
Per tutte queste ragioni, pur se consapevole del lavoro che è stato svolto, comunque il nostro gruppo esprimerà un voto contrario al provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo e colleghi, nell'annunciare, sia pure con qualche perplessità, il voto favorevole del gruppo dei Verdi alla conversione in legge del decreto-legge in esame, che motiverò sinteticamente, volevo in primo luogo ringraziare i presidenti Violante e Duilio (rispettivamente della I e della V Commissione), i relatori Franco Piro e Angelo Piazza, i rappresentanti del Governo, e in particolare i sottosegretari Lettieri e D'Andrea, che hanno seguito con scrupolo, rigore e determinazione l'esame difficile e complesso di questo provvedimento, tanto più in una situazione di crisi di Governo, di scioglimento delle Camere, di elezioni anticipate e di svolgimento dell'esame di questo atto normativo - sia pure dovuto sotto il profilo costituzionale - in regime di prorogatio.
Credo di poter ribadire ciò che ho già affermato in altre circostanze, con questa maggioranza, nell'attuale legislatura e anche nelle precedenti. I decreti-legge giornalisticamente definiti «milleproroghe» che pressoché ogni Governo, anzi non pressoché, bensì ogni Governo di centrodestra o di centrosinistra, in questa e nelle precedenti legislature, sforna di anno in anno non sono un buon esempio per la certezza del diritto e per la credibilità dell'amministrazione dello Stato e del Parlamento. Infatti, quando si verifica che un Parlamento e un Governo - qualunque sia il Parlamento e qualunque sia il Governo - approvano norme legislative che di volta in volta, anno dopo anno, vengono prorogate, poiché non sono state applicate o vi è stata un'inadempienza politica e amministrativa - lo ripeto: ciò vale per qualunque schieramento politico e per qualunque Governo - è un segno che crea difficoltà nei rapporti fra i cittadini e lo Stato, fra i lavoratori e lo Stato, nonché fra le imprese e lo Stato, e che incentiva e moltiplica gli interventi che poi si sommano in sede di conversione in legge del decreto-legge per aggiungere altri contenuti, elementi e argomenti.
Detto questo in termini generali - lo affermo oggi perché l'ho sempre dichiarato e il mio auspicio è che si arrivasse ad uno Stato che potesse varare, sia come Parlamento sia come Governo, provvedimenti legislativi e amministrativi che non avessero bisogno, di volta in volta, di proroghe per la loro applicazione - voglio dire che il lavoro svolto dalle due Commissioni affari costituzionali e bilancio, e dall'Aula oggi, con tempi ristrettissimi, si è sviluppato in un contesto critico ma positivo.
Tra le varie misure che sono state citate, vorrei in questa sede riconoscere pubblicamente l'importanza unanime di aver soppresso l'articolo 31 per quanto riguarda la Commissione cosiddetta sulla subsidenza nell'Alto Adriatico. Credo sia stato importante - in questo caso rivendico il merito ai Verdi e anche ai colleghi di Rifondazione comunista - di avere impedito che in Commissione venisse approvato un emendamento, francamente indecente, sulle concessioni autostradali, che avrebbe rovesciato la politica seguita dalla maggioranza e dal Governo in questi due anni in tale materia; che questa proposta emendativa non sia stata approvata (era stata avanzata la proposta di un articolo 17-bis aggiuntivo all'articolo 17 del decreto-legge) è un fatto positivo e un segno di serietà. Voglio anche dare atto al nostro lavoro, di aver risolto finalmente, sulla base di un mio emendamento che è stato accolto in Commissione, il problema della norma sui rimborsi elettorali per gli eletti in Valle d'Aosta che si trascinava nelle aule parlamentari ormai da due anni, con l'introduzione dell'articolo 51-bis; anche sotto tale profilo si risolve un problemaPag. 58che era rimasto da troppo tempo aperto. Sulla questione dei CIP 6 la penso esattamente all'opposto del collega Delfino che mi ha preceduto.
Credo che sia stato importante l'aver impedito la reintroduzione nei cosiddetti CIP 6, fatta salva l'eccezione di Acerra per le ragioni «emergenziali» che tutti conoscono. Credo, inoltre, che sia importante che nel provvedimento siano state inserite consistenti risorse per quanto riguarda l'attività del commissario De Gennaro in Campania, risorse importanti (80 milioni di euro), ma forse ancora insufficienti. Di conseguenza, è importante che sia stato accolto l'ordine del giorno n. 9/3324-A-R/17 (sottoscritto anche dal collega Pellegrino) che impegna il Governo ad aumentare ulteriormente le risorse.
Da ultimo ringrazio il Governo per avere accolto il mio ordine del giorno n. 9/3324-A-R/8 in materia di trasporto pubblico locale. Inoltre, sia pure in una situazione di ordinaria amministrazione, invito veramente il Governo a rendersi conto quale catastrofe sarebbe se il 30 marzo (scaduti i contratti oggi esistenti tra Trenitalia e le regioni in ordine al trasporto pubblico locale) dal 1o aprile si verificasse il venir meno di centinaia di treni per i pendolari. Ho posto questo problema con un ordine del giorno e ringrazio il sottosegretario Lettieri e il sottosegretario D'Andrea che a nome del Governo hanno accolto l'ordine del giorno e li invito a vigilare perché, sia pure in questa situazione particolare, il Governo prima del 30 marzo possa provvedere in questa materia.
Per questi motivi confermo - con l'entusiasmo di alcuni colleghi che sto ascoltando (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia) - il voto favorevole dei Verdi al provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, per fortuna degli italiani nel disegno di legge «milleproroghe» la maggioranza non ha potuto inserire la proroga del Governo Prodi che, invece, va a casa con tutta la sua maggioranza. Anche quest'ultimo provvedimento dimostra quale emergenza vi fosse per il Paese che questa maggioranza e questo Governo andassero a casa.
Invito i cittadini della Campania ad andare sul sito della Camera o sul mio blog, in quanto potranno trovare nome e cognome di tutti quei deputati che hanno votato «no» a quell'emendamento che diceva una cosa molto semplice. Il Governo Prodi ha approvato una legge nel 2007 dove ha annunciato (prima con lo strumento del decreto-legge e poi con quello del disegno di legge di conversione) che, con estrema durezza e inflessibilità, quei sindaci che non avessero ottemperato ai propri doveri nello smaltimento dei rifiuti avrebbero subito una grave sanzione. I cittadini della Campania, quando vedranno in quei comuni i cumuli di rifiuti, dovranno ringraziare tutti i deputati di Rifondazione Comunista che hanno votato «no». Tuttavia, posso capire chi sta a sinistra, vista la complicità del disastro ambientale della Campania. Devono ringraziare, inoltre, tutti i deputati del Partito Democratico e non poteva che essere così, perché dalla Jervolino a Bassolino sono coinvolti fino all'ultimo respiro nello scandalo della Campania.
Ancora oggi mi chiedo perché non è arrivata la magistratura a mettere fine a quelle amministrazioni che hanno sperperato fiumi di soldi e che hanno creato il disastro ambientale, il quale al Paese è costato in termini di immagine e di turismo e anche ai cittadini della Campania con l'aumento dei tumori, con l'inquinamento delle falde acquifere e quant'altro. Ad eccezione di qualche coraggioso parlamentare che verrà messo sul sito, tutti i deputati dell'Italia dei Valori (ovvero del giustiziere, di quel partito che fa della giustizia la propria bandiera) quando si è trattato di proteggere i sindaci che non hanno fatto il loro dovere - magari perché collusi con la malavita organizzata -Pag. 59hanno votato per la non punibilità di quei sindaci, prorogando la responsabilità dei sindaci fino al dicembre 2008.
Posso capire la Lega Nord: tutti i deputati della Lega Nord - non li giustifico - hanno votato contro l'emendamento che prevedeva che le sanzioni previste per legge dovevano essere applicate contro i sindaci. Anche in tal caso si fa della moralità sulla pelle degli altri cittadini, quando non sono residenti nella Padania. Mi auguro che almeno lì la facciate franca. Tutti i deputati, compreso il capogruppo, di Forza Italia, che in Campania ha organizzato cortei e manifestazioni contro gli amministratori di sinistra che hanno creato il danno ambientale, ad eccezione di alcuni - di cui pubblicherò i nomi - che si sono astenuti e che ringrazio e di pochi altri (otto), che hanno votato a favore dell'emendamento, hanno votato per sanare le responsabilità dei sindaci della Campania, che dovevano ritrovarsi i comuni sciolti dall'autorità superiore. Lo sappiano i napoletani e i cittadini campani! È incredibile, ma vero: tutti i deputati di Alleanza Nazionale, cittadini della Campania, hanno votato per la sanatoria delle responsabilità dei sindaci, che, anziché andare in galera, ritrovarsi i comuni sciolti, essere sanzionati e meritare il disprezzo dei cittadini, grazie al voto anche dei deputati di Alleanza Nazionale, la fanno franca. Ecco cos'è il bipartitismo che si profila nel nostro Paese!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, di argomenti per votare contro questo decreto-legge cosiddetto milleproroghe ve ne sono moltissimi. Lasciando perdere il contenuto in sé, se esaminiamo solo le modifiche degli ultimi giorni, ne troviamo ancora di più. Si prevedono 250 milioni di euro per il policlinico Umberto I di Roma, che sono una bella cifra, 1 milione e mezzo per il Belice, 13 milioni per la chiesa di Bari, 80 milioni di euro per la questione dei rifiuti campani.
Nonostante tutto ciò, il gruppo della Lega Nord, con coerenza, alla fine si asterrà sul provvedimento, perché, sebbene vi siano moltissimi punti che non ci convincono, bisogna anche essere onesti: in una situazione particolarmente complicata, a fine legislatura, quindi con un Parlamento che non c'è e con un Governo dimissionario, o meglio dimissionato, si è riusciti a fare qualcosa per Malpensa. È evidente - solo chi ha le fette di salame sugli occhi non lo ha capito - che ciò è avvenuto grazie alla tenacia della Lega Nord. Abbiamo portato a casa - è il termine corretto - 40 più 40 milioni di euro per la cassa integrazione dei lavoratori dell'area di Malpensa e ciò è sicuramente positivo per tamponare il danno nel frattempo. Riteniamo, infatti, che Malpensa, passata la buriana, tornerà ad essere non solo l'hub di riferimento della Padania, ma anche il maggiore aeroporto italiano. Basta che Alitalia vada altrove! Oltre a questo, vi è una previsione ancora più importante dal nostro punto di vista: 40 milioni di euro per il Fondo per le infrastrutture, per completare le infrastrutture che servono a questo aeroporto.
Qui devo personalmente ringraziare il sottosegretario Lettieri, che ha compiuto uno sforzo - in questo periodo complicato, in cui vi erano richieste più che microsettoriali: giustamente sono state definite micron-settoriali - ed è riuscito a trovare questo «residuo», questi quaranta milioni, sicuramente insufficienti, però costituenti un segnale, perché quando un Fondo è istituito può tranquillamente essere rifinanziato e così sicuramente sarà. Però, ricordiamoci che Malpensa non dispone delle infrastrutture perché puntualmente non vengono dati i soldi dove servono e nella misura giusta. Faccio un esempio su tutti: grazie alla scorsa legge finanziaria si è elargito un miliardo e mezzo per la viabilità secondaria di Calabria e Sicilia, in soli tre anni (la viabilità secondaria non riguarda neanche le provinciali né le comunali: si riferisce alle strade di campagna). LaPag. 60stessa cifra viene sì concessa per la pedemontana, ma diluita in quindici anni: questo è il segnale!
Pertanto, nonostante tutte le difficoltà del caso, nonostante la situazione particolarmente complicata, grazie all'intervento e alla tenacia della Lega Nord qualcosa di buono, in questo decreto-legge «milleproroghe», vi è e quindi non ci dilunghiamo più di tanto: dovremmo votare contro per una moltitudine di motivi ma, per coerenza, così come abbiamo ritirato gli emendamenti, ci asterremo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Andrea Ricci. Ne ha facoltà.
ANDREA RICCI. Signor Presidente, vorrei innanzitutto ribadire il rammarico del nostro gruppo per un'occasione persa: quella di dare, con il provvedimento in esame, piena attuazione all'articolo 1, comma 4, della legge finanziaria per il 2008, cioè consentire, entro tempi rapidissimi, la destinazione delle maggiori entrate - che verranno certificate nella relazione trimestrale di cassa - all'aumento delle detrazioni di imposta sui salari dei lavoratori dipendenti. In tal modo, avremmo dato una prima risposta, seppur parziale, ad un problema drammatico, che oggi coinvolge milioni di famiglie italiane: quello del basso livello dei salari.
Ciò si sarebbe potuto fare, come uno degli ultimi atti dell'attuale Parlamento, ma per farlo sarebbe stata necessaria l'unanimità dei consensi dei gruppi parlamentari. Se ci fosse stata tale unanimità, la paternità e il merito di un provvedimento elementare di giustizia sociale sarebbero stati di tutti i gruppi e di nessuno in particolare; ciò a dimostrazione che la nostra non era affatto un'intenzione di tipo propagandistico: eravamo interessati a offrire sollievo a milioni di lavoratori dipendenti del nostro Paese. Non è stato possibile farlo e voglio ribadire che non lo è stato per la contrarietà espressamente manifestata dalle forze del centrodestra. Questi sono stati i fatti, così come si sono svolti, in sede di Commissioni riunite e questi fatti dimostrano che, in realtà, al di là delle dichiarazioni di propaganda elettorale, il centrodestra non vuole realizzare alcun intervento serio, diretto e immediato per aumentare i salari, perché il suo profilo sociale e gli interessi di cui si fa portatore sono estranei a quelli del mondo del lavoro dipendente.
Devo aggiungere un'altra considerazione: ci ha stupito l'atteggiamento del Partito Democratico, il quale ha sostenuto la necessità di intervenire sin da subito nella distribuzione dell'extragettito, ma ha presentato un emendamento che non è pienamente coerente con quanto la legge finanziaria per il 2008 stabiliva - e cioè una destinazione integrale del futuro extragettito al lavoro dipendente - spalmando invece, proprio con tale emendamento, la riduzione fiscale su tutti i redditi, anche quelli non da lavoro dipendente. Riteniamo che, persa questa occasione, nelle prossime settimane sia comunque necessario dare attuazione al comma 4 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2008 e quindi riteniamo che sia necessario un provvedimento d'urgenza del Governo, immediatamente dopo la presentazione della relazione trimestrale di cassa, che certificherà, già da marzo, l'esistenza di un extragettito consistente anche per il 2008.
Lo riteniamo un dovere giuridico perché esiste una legge che prevede un tale provvedimento, ma soprattutto lo consideriamo un dovere morale e politico per il Governo e per la maggioranza che fino ad oggi l'ha sostenuto, perché nel programma che presentammo alle elezioni e nei dibattiti che abbiamo continuamente svolto in quest'Aula, in questi due anni, abbiamo sempre sostenuto che al risanamento occorreva affiancare anche la redistribuzione del reddito.
Sappiamo tutti che in questi due anni il Governo e la maggioranza sono sì riusciti a raggiungere il risanamento dei conti pubblici, ma non sono riusciti a portarePag. 61avanti il processo di redistribuzione, che rappresenta un dovere morale e politico e tutto ciò anche perché il Governo è stato fatto cadere subito dopo l'approvazione della legge finanziaria da forze moderate centriste presenti nella coalizione.
Ci si domandava prima: perché allora votiamo a favore di questo provvedimento nonostante il rammarico e le critiche? Votiamo, ancora una volta, a favore per un vincolo sociale che noi sentiamo con chi intendiamo rappresentare. Il principale aspetto positivo di questo decreto-legge è per noi infatti la proroga degli sfratti fino al 15 ottobre 2008. In questo modo migliaia di famiglie in tutto il Paese non subiranno un evento traumatico come quello di essere cacciati da casa. Vi sarà così il tempo necessario, in questi mesi che rimangono, affinché qualunque Governo verrà dopo possa avviare le misure previste nella legge finanziaria a cominciare dalla realizzazione di nuovi alloggi di edilizia residenziale e popolare e dalle misure tese a sbloccare il mercato degli affitti per trovare una risposta concreta a chi si trova in questa situazione. È questa la principale ragione che ci spinge a votare a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non mi soffermerò sul contenuto del disegno di legge di conversione cosiddetto milleproroghe, troppe cose sono state dette e non sempre giuste e si è approfittato di quest'Aula per dare avvio alla campagna elettorale.
Mi soffermerò, invece, su un aspetto molto importante ovvero sulla considerazione che la politica con la «p» maiuscola, quando vuole, indipendentemente dai cavilli burocratici e dai regolamenti, se vuole, può fornire risposte veloci e coerenti al Paese. La dimostrazione è stata il lavoro effettuato nelle Commissioni, nelle quali, al di là degli schieramenti contrapposti, si sono trovati punti di contatto e condivisioni sulle norme, che chiaramente non hanno potuto accontentare tutti ma non era quello lo spirito del lavoro effettuato e non potevamo comunque farlo.
Credo però che il senso di responsabilità che si è dimostrato in queste giornate, durante queste nottate, sia un segnale preciso al Parlamento esistente e a quello che verrà: si può fare politica con la «p» maiuscola, si può andare incontro alle esigenze del Paese e lo si può fare velocemente. Questo è il segnale che ho gradito di più dall'esame di questo provvedimento e per questo motivo, indipendentemente dal contenuto del provvedimento, Forza Italia esprimerà un voto finale di astensione sul provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Incostante. Ne ha facoltà.
MARIA FORTUNA INCOSTANTE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il decreto-legge in esame si riferisce alla proroga dei termini e alle disposizioni finanziarie. Credo che si possa parlare di urgenza e di necessità perché, in assenza di questo provvedimento, molte altre normative sarebbero state vanificate e addirittura non attuate. Ritengo, inoltre, che si tratti anche di garantire attraverso alcune parti del provvedimento in esame una puntuale attuazione di adempimenti che erano correlati a una maggiore funzionalità delle pubbliche amministrazioni.
Inoltre sono intervenute alcune disposizioni - come hanno già detto molti colleghi - sulla parte del provvedimento che riguarda la scorsa finanziaria. È evidente, come è stato già affermato, che durante il lavoro nelle Commissioni questo provvedimento si è arricchito di tanti contributi. Io trovo davvero che ciò sia stato saggio perché su alcune questioni è anche saggio raggiungere un accordo tra le varie forze politiche, e direi che peraltro in questa particolare contingenza ciò è stato indispensabile.Pag. 62
In alcuni casi ciò ha impedito magari di dare il giusto compimento ad alcune questioni, come ha già sottolineato il presidente Violante nel suo intervento e come è stato sottolineato anche da altri interventi. Tuttavia vorrei ricordare la reintroduzione della cosiddetta Visco sud, la proroga degli sfratti, i fondi per Malpensa sia per gli ammortizzatori sociali sia per le infrastrutture, il tema della rottamazione, lo sblocco dei concorsi universitari e anche alcune risoluzioni di tematiche importanti sottolineate dagli enti territoriali. Mi riferisco alla questione dell'edilizia sismica, che aveva bloccato molti progetti, e al genio civile, argomento sottolineato anche dalle regioni in sede di Conferenza Stato-regioni. Anch'io vorrei sottolineare la questione delle ulteriori risorse a favore del Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, in quanto mi sembra che questa emergenza debba essere al più presto superata, e credo anch'io che debbano essere emanati ulteriori provvedimenti di sostegno al Commissario nei prossimi giorni e nelle prossime settimane.
In particolare vorrei dire che, come gruppo Partito Democratico-L'Ulivo, avremmo voluto l'approvazione di alcune misure. Anzitutto mi riferisco all'emendamento che prevedeva la destinazione delle maggiori entrate alla riduzione della pressione fiscale nei confronti dei lavoratori dipendenti. Questo emendamento prevedeva che nell'assestamento tali fondi fossero iscritti al MEF e che si potesse perciò intervenire sulla detrazione d'imposta del 2008, e inoltre prevedeva la riduzione delle aliquote dal 38 al 37 per cento per i redditi compresi tra 28 mila e 55 mila euro. Siamo rammaricati in particolare di questo aspetto, perché non è stato possibile raggiungere un accordo che invece credo fosse nell'interesse di tanti e tanti lavoratori. In conclusione, è ben evidente, come è stato sottolineato, che dal punto di vista della qualità del procedimento legislativo ci dobbiamo interrogare complessivamente sul tipo di leggi che variamo, sul relativo procedimento e anche su quanto tali leggi talvolta siano carenti o incoerenti rispetto ad altre leggi preesistenti. Ritengo soprattutto che non si prevedono strumenti di impatto applicativo delle leggi stesse, per cui lo stesso termine «milleproroghe» ci dovrebbe fare riflettere a lungo. Tuttavia, questo tipo di provvedimento, pur con tante incoerenze e difficoltà, si è reso ormai necessario, ed è stato adottato anche da precedenti Governi con cadenze annuali.
Abbiamo letto il parere del Comitato per la legislazione, i rilievi e le puntuali osservazioni svolte rispetto al tipo di procedimento legislativo, alla tecnica della novellazione ed alla efficacia del testo per quanto attiene alla semplificazione e al riordino della normativa. Insomma, sono tutti interrogativi e questioni che rimangono all'attenzione - mi auguro - di questa assemblea legislativa e di quella che naturalmente verrà, perché si facciano passi avanti in questa direzione. Per queste motivazioni dichiaro il voto favorevole del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, intendo esprimere pochissime parole solo perché questa circostanza è del tutto particolare, considerato che il Parlamento «sta chiudendo», e intendo ringraziare tutti i colleghi, a partire evidentemente dal presidente Violante, di maggioranza e di opposizione che, come peraltro è stato detto, hanno consentito di svolgere, con questo provvedimento, un buon lavoro. Inoltre, vorrei ringraziare soprattutto gli uffici sia della I sia della V Commissione, e in generali tutti gli uffici di questa Camera, che in una situazione molto difficoltosa e in un tempoPag. 63molto limitato ci hanno permesso di svolgere quello che prima ho definito un buon lavoro (Applausi).
(Coordinamento formale - A.C. 3324-A/R)
PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3324-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 3324-A/R, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti in materia finanziaria) (3324-A/R):
(Presenti 387
Votanti 247
Astenuti 140
Maggioranza 124
Hanno votato sì 224
Hanno votato no 23).