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Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la partecipazione italiana alle missioni internazionali (A.C. 1288) (Discussione degli articoli; votazione degli articoli, degli emendamenti e degli ordini del giorno) (ore 11,40).
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1288)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 1288 sezione 7).
L'onorevole Filippi ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/1288/7, di cui è cofirmatario.
ALBERTO FILIPPI. Signor Presidente, rileviamo con grande apprensione come la principale risorsa, su cui si basa l'economia afghana continui, purtroppo, ad essere la produzione di oppiacei. Ben il 65 per cento, infatti, del PIL di questo paese dipende dal papavero. Inoltre, si rileva come i flussi derivanti dall'oppio si dirigono prevalentemente...
PRESIDENTE. Mi scusi. Invito le deputate ed i deputati che intendono uscire a farlo, in modo che chi svolge il proprio intervento possa parlare.
Il deputato Filippi può proseguire.
ALBERTO FILIPPI. Inoltre, si rileva come i flussi derivanti dall'oppio si dirigano prevalentemente verso i mercati dell'Europa occidentale, percorrendo rotte che spesso attraversano i Balcani. Prendendo atto della reale determinazione mostrata da alcuni paesi nella lotta all'economia legata ai narcotici che si sta sviluppando in Afghanistan, determinazione che ha condotto, ad esempio, la Gran Bretagna ad attribuire ai suoi militari sul suolo afghano il compito di distruggere le coltivazioni di papavero ovunque vengano incontrate, si vuole impegnare il Governo ad associare l'Italia, sia nell'ambito dell'Alleanza atlantica sia in quello delle Nazioni Unite, al novero dei paesi che ritengono che l'Afghanistan non debba trasformarsi in un «narco Stato» dedito principalmente alla produzione ed esportazione di stupefacenti, contribuendo in tal modo all'elaborazione di una strategia complessiva di contrasto che contempli, al tempo stesso, la distruzione delle coltivazioni di papavero esistenti sul suolo afghano e l'incentivazione di colture alternative, finora non adeguatamente sostenuta (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. L'onorevole Cota ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1288/8.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, talvolta quando si affrontano materie come quella in esame vi è la tendenza a lasciarsi prendere dalle questioni personali, come è accaduto prima, o da questioniPag. 66di carattere particolare (ed abbiamo visto come le polemiche interne alla maggioranza abbiano preso piede) e si dimenticano o si accantonano i temi più generali che, però, fanno cogliere ciò che sta avvenendo.
La situazione internazionale è caratterizzata da uno scontro che non possiamo negare, uno scontro di civiltà tra l'Occidente, da una parte, che ha una sua identità, e un'avanzata violenza con una matrice pienamente identificata, in questo caso una matrice che si identifica nell'Islam fondamentalista. Se vogliamo difenderci dobbiamo pensare a come frenare questa invasione con riferimento ai nostri confini.
Penso che l'obiettivo prioritario debba essere quello di difenderci all'interno dei nostri confini. Si tratta di difenderci dal terrorismo, di difenderci da altre forme di criminalità molto insidiose, come vediamo dai dati che tutti i giorni riguardano la sicurezza nelle nostre città. Il veicolo che porta terrorismo ed aumento della criminalità è troppo spesso rappresentato dall'immigrazione clandestina.
Noi, con questo ordine del giorno, colleghi, chiediamo che vengano a ciò destinate le risorse che verranno risparmiate dal ritiro delle truppe dall'Iraq, visto che l'avete così sbandierato sia in campagna elettorale, sia in questi primi mesi di attività del Governo. A proposito, tutte queste dichiarazioni e queste polemiche ci fanno scadere assolutamente nel ridicolo, come è stato giustamente detto anche nel dibattito. Allo stesso modo, ministro D'Alema, ci fa scadere nel ridicolo a livello internazionale la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche che riguardano l'attività dei nostri servizi di sicurezza e dei verbali dell'interrogatorio davanti ai magistrati. So che avete un atteggiamento accondiscendente nei confronti della magistratura, ma è in ballo la sicurezza del paese, la sicurezza dei nostri cittadini: non si fideranno più a collaborare con i nostri servizi di sicurezza nella lotta al terrorismo se la loro attività verrà sistematicamente pubblicata sui giornali. Anche questo è un aspetto molto delicato quando si parla di questioni internazionali e di lotta al terrorismo.
Ad ogni modo, con questo ordine del giorno, quindi con un atto concreto, chiediamo che le risorse che verranno risparmiate dal ritiro dall'Iraq vengano impiegate nell'azione di contrasto all'immigrazione clandestina e, quindi, nella difesa dei nostri confini. Non dobbiamo dare l'immagine, oltre che di un paese che fa pubblicare sui giornali le intercettazioni relative all'attività dei nostri servizi di sicurezza, anche di un paese colabrodo, che ha i confini assolutamente aperti all'immigrazione irregolare.
Chiedo anche che il Governo si astenga dal far dire certe cose ai propri ministri: andare al centro di permanenza temporanea di Lampedusa ad affermare che tutti quelli che arrivano dalla Libia potranno accomodarsi nel nostro territorio perché verrà concesso loro il diritto di asilo, certamente non è una dichiarazione responsabile, certamente non fa bene all'immagine del nostro paese e non fa bene al contrasto all'immigrazione clandestina (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Il deputato Bricolo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1288/9.
FEDERICO BRICOLO. Signor Presidente, con questo ordine del giorno impegniamo il Governo a tenere in considerazione le esigenze della politica di sicurezza nazionale non solo nella prosecuzione delle missioni di pace all'estero in quei paesi dove siamo andati a colpire le cellule terroristiche operative che, come abbiamo visto, hanno esportato il terrorismo nel mondo, ma anche nella gestione dell'immigrazione riducendo al minimo, se non eliminando, i flussi di entrata dai paesi dove maggiore risulta l'influenza dei movimenti che si richiamano agli ideali dell'Islam politico radicale più forte. La scopo di questo ordine del giorno è di arrivare a ridurre, se non bloccare, le quote di entrata dai paesi musulmani - pensoPag. 67a quelli nordafricani e del Medio Oriente - che arrivano nel nostro paese. Si tratta di temi che bisogna avere il coraggio di affrontare anche in aula. Molto spesso vi è ipocrisia su tali temi. Noi della Lega, invece, li vogliamo porre all'attenzione dei parlamentari che oggi devono votare questo importante provvedimento.
La maggior parte dei nostri cittadini sono convinti che gli islamici presenti nel nostro paese siano già troppi e che gli islamici considerati moderati non esistano, e lo dimostrano i fatti. Possiamo fare alcuni esempi.
Nel nostro paese, dal 2001 in poi sono state arrestate centinaia e centinaia di persone vicine al mondo dell'eversione terroristica islamica e non esiste, allo stato attuale, una sola denuncia fatta da un islamico nei confronti di altri islamici, ad esempio gli imam che sono stati espulsi o arrestati nel nostro paese (penso a quelli di Carmagnola, di Gallarate, di Firenze, di Cremona, di Roma o alla vicenda della moschea di viale Jenner). Evidentemente, in televisione i leader delle comunità musulmane si dicono moderati, ma nei fatti, quando nelle moschee gli imam non vanno a pregare ma a predicare odio contro l'Occidente e ad inneggiare alla jihad, non c'è nessuno che ha il coraggio di reagire e di denunciare questi intolleranti. Dunque, dato che non esiste una sola denuncia di fronte a centinaia di arresti, è evidente che l'Islam moderato nei fatti non esiste.
Visto che il centrosinistra in questo Parlamento ha portato, oltre a Luxuria, ai vari capetti dei centri sociali e a qualche ex terrorista, anche rappresentanti della religione islamica, mi rivolgo proprio a loro (Commenti del deputato Forgione). È giusto finirla con l'ipocrisia di «vendersi» moderati quando, poi, non si ha il coraggio di denunciare chi conoscete e proteggete nelle nostre comunità. Il cardinale Biffi, prima ancora dell'11 settembre, avvertiva il mondo della politica e diceva: «Non lo sono, ma se fossi un politico starei attento a fare entrare gli islamici nel nostro paese, perché hanno un modo di vita ed un concetto di famiglia che è incompatibile con il nostro; creeranno, appunto, problemi e scontri sociali». Noi questo lo abbiamo evidenziato più volte e credo che, anche nel pericolo di affrontare i problemi del terrorismo nel nostro paese - visto anche le vostre posizioni, che sono quelle di allargare e, dunque, di permettere a chiunque di entrare a casa nostra -, sia importante e fondamentale il controllo delle frontiere e bloccare i flussi migratori dai paesi nordafricani e mediorientali, che importano a casa nostra intolleranti islamici che noi non vogliamo (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. La deputata Carlucci ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1288/4.
GABRIELLA CARLUCCI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, visto che le missioni all'estero sono state sempre caratterizzate dallo spirito di pace, di peacekeeping e, comunque, di supporto alle popolazioni locali, in questo caso noi chiediamo, proprio a supporto dell'intervento dei militari italiani all'estero, di utilizzare - dove sia possibile, nel momento in cui i nostri militari lavorano alla ricostruzione, alla cooperazione e alla stabilizzazione delle attività locali - il più possibile personale locale. Naturalmente, ove non ci siano le professionalità richieste, interverrebbero l'autorità internazionale e gli stranieri. Quindi, dove è possibile, occorre impegnare il Governo a far sì che le personalità locali vengano utilizzate proprio in queste missioni e in queste operazioni di stabilizzazione e di ricostruzione (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Paoletti Tangheroni ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1288/3.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Deputata, Presidente...!
PRESIDENTE. Mi scusi.
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PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Nessun problema. Mi scuso, ma chiedo al ministro D'Alema un pochino di attenzione. Questi ordini del giorno, come quelli successivi, in realtà sono divenuti tali ma, originariamente, erano emendamenti: quindi, lo abbiamo convenuto insieme. Lo dico perché si valuti ciò con la dovuta attenzione. In particolare, questo ordine del giorno è un po' il corollario dell'emendamento su cui abbiamo espresso voto favorevole, si tratta cioè di utilizzare il personale locale. Questo ordine del giorno prevede che ci siano opportune iniziative, in modo che il criterio dell'utilizzo di personale locale sia inserito in tutti i momenti del monitoraggio e della valutazione ex ante, in itinere ed ex post.
Credo, e la presenza del ministro mi induce a dirlo con forza, che tra quelle previste vi siano anche iniziative legislative. Confido, dunque, che si apra una nuova stagione in cui gli aiuti umanitari e di cooperazione allo sviluppo, che sono per loro natura una risorsa economica, finiscano finalmente a favore delle popolazioni locali.
PRESIDENTE. Il deputato Barani ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1288/1.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, i recenti drammatici avvenimenti che insanguinano il Medio Oriente, coinvolgendo Israele ed il Libano, indicano un salto di qualità estremamente preoccupante nella strategia di aggressione da parte delle forze collegate alle centrali del terrorismo; non si tratta, come del resto non si trattava prima, di presunti «resistenti» che reagiscono alla cosiddetta presenza imperialista dell'Occidente, ma di un'alleanza tra alcuni Stati della regione, che organizzano forze irregolari in altri paesi reagiscono con l'unico obbiettivo di assumere il controllo geopolitico dell'intera regione e magari di «autorizzarsi» - di farsi autorizzare dall'ONU - la bomba atomica.
Al fenomeno del terrorismo, come forma di aggressione contro ogni tentativo di sviluppare un assetto democratico quale antidoto al fossato del sottosviluppo e dell'assolutismo politico, l'Europa deve contrapporsi sviluppando un'intensa azione di carattere politico e diplomatico, all'insegna del multilateralismo, accompagnata tuttavia dalla necessaria fermezza sul piano militare, indispensabile per rendere credibile la sua azione in difesa della pace. Una parte, seppure esigua, della maggioranza parlamentare si attarda ancora in visioni del passato che rischiano, al di là di qualsiasi altra considerazione, di trasformarsi - ad avviso dei presentatori dell'ordine del giorno di cui sono primo firmatario - in un sostegno passivo alla strategia terroristica, nel tentativo di confondere le acque e disarmare il paese rispetto ai pericoli più imminenti. Questo equivoco indebolisce l'azione del Governo italiano in un momento in cui la sua capacità di dialogo con tutte le parti coinvolte nel conflitto dovrebbe essere piena ed incondizionata: di conseguenza sostenuta dalla più ampia maggioranza che legittimi gli interessi di tutta la nazione. Date queste considerazioni, appaiono stigmatizzabili - ad avviso dei presentatori - tutti i comportamenti opportunistici, la cui strumentalità appare evidente.
Con il nostro ordine del giorno si impegna il Governo ad insistere nell'azione di politica estera intrapresa, nel solco delle decisioni già assunte, e nel rispetto di quella continuità che caratterizza l'azione dello Stato, che non può coincidere con l'orizzonte più limitato della semplice azione di governo, onde evitare bruschi cambiamenti di direzione ed il ripetersi di errori che, nel passato, hanno minato la credibilità della nazione; a ricercare, in Parlamento, la massima convergenza possibile lasciando ad una sparuta minoranza delle forze politiche italiane la responsabilità di una scelta osteggiata dalla grande maggioranza del Paese; a riferire in Parlamento sugli esiti e gli sviluppi dell'azione diplomatica rivolta a costruire una posizione di pace non sulla base di cedimenti, ma nel rispetto delle regole condivise, che costituiscono il cemento effettivo dellaPag. 69convivenza internazionale (Applausi dei deputati del gruppo della Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?
MASSIMO D'ALEMA, Ministro degli affari esteri. Signor Presidente, esprimerò il parere nell'ordine in cui i documenti di indirizzo sono stati illustrati. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/1288/7. Quest'ultimo è largamente condivisibile; tuttavia, ritengo che l'indicazione conclusiva, che vincola le strategie di lotta alla droga, alla eradicazione e alla distruzione delle coltivazioni di papavero, sia restrittiva ed in contrasto con quanto è scritto nella mozione che il Parlamento ha approvato.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Cota n. 9/1288/8, perché, al di là del valore propagandistico, onestamente non si vede che cosa c'entri «destinare le risorse già destinate ad Antica Babilonia...
FEDERICO BRICOLO. Ma anche gli uomini e i mezzi!
PRESIDENTE. Scusate, ascoltate il parere del Governo.
MASSIMO D'ALEMA, Ministro degli affari esteri. ...gli uomini e i mezzi (...) al potenziamento del dispositivo interforze incaricato di proteggere i confini nazionali dai flussi migratori illegali (...) compito che non è affidato alle Forze armate in termini di controllo normale delle frontiere.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Barani n. 9/1288/1, che contiene dei legittimi attacchi alla maggioranza di Governo, il quale pertanto non può accoglierlo.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Tucci n. 9/1288/2 sul Darfur e i successivi ordini del giorno Paoletti Tangheroni n. 9/1288/3, Carlucci n. 9/1288/4, Licastro Scardino n. 9/1288/5 e Bertolini n. 9/1288/6.
Il Governo, infine, non accetta l'ordine del giorno Bricolo n. 9/1288/9.
GIANCARLO GIORGETTI. Guarda che hai letto male il mio ordine del giorno n. 9/1288/7!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO. Signor Presidente, voglio riferirmi ad una cosa sola che ho sentito poc'anzi nel corso dell'intervento dell'onorevole Bricolo. Io non ho il piacere di conoscerlo né l'esperienza di quest'aula per poter dare su di lui un giudizio personale. Nel tentativo di impostare un'analisi su questo fatto l'ho sentita affermare, onorevole Bricolo, e segnalare a questa maggioranza che nelle nostre file sono presenti deputati di religione islamica.
GIANCARLO GIORGETTI. È vero!
EMANUELE FIANO. Io penso che il semplice notare questo fatto vada contro la cultura che la nostra Costituzione ha dato a questo paese, nel quale ogni donna ed ogni uomo, a prescindere dalla propria religione, dal proprio credo, dal colore della propria pelle, sono uguali (Applausi dei deputati dei gruppi di maggioranza). Non tirate in ballo in nessun modo, per nessuna ragione tattica o strategica o politica, l'appartenenza di ognuno di noi ad una religione, che sia maggioritaria o minoritaria in questo paese. Infatti, così facendo, offendereste non la minoranza, ma la maggioranza di questo paese, che crede nella nostra Costituzione nella quale tutte le donne e tutti gli uomini sono uguali (Applausi dei deputati dei gruppi di maggioranza).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Forlani. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO FORLANI. Presidente, intervengo solo per chiedere di aggiungere la mia firma all'ordine del giorno PaolettiPag. 70Tangheroni n. 9/1288/3, in conformità a quanto dichiarato prima sull'emendamento di analogo contenuto Paoletti Tangheroni 1.27.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allam. Ne ha facoltà.
KHALED FOUAD ALLAM. Onorevole Bricolo, io mi chiamo Khaled Fouad Allam, un nome di origine araba. Se vuole, posso dirle che sono anche musulmano; però sono italiano e fiero di esserlo, e attualmente sono un rappresentante del popolo italiano! In quest'aula non c'è e non ci sarà mai posto per le discriminazioni e per il razzismo (Applausi dei deputati dei gruppi di maggioranza, dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), di Alleanza Nazionale e di Forza Italia)!
FEDERICO BRICOLO. Ma cosa dici!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dozzo. Ne ha facoltà.
GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, inizio col dire che sono anch'io cristiano, di confessione cattolica. Non per questo ci si deve scandalizzare se ci sono in questa Assemblea deputati professanti altre religioni. Nell'intervento dell'onorevole Bricolo non vedo alcun atto di condanna nei confronti di altre religioni. C'è stata soltanto la presa d'atto che in questa Assemblea ci sono parlamentari di religioni diverse (Commenti).
Quindi, non vedo il motivo di questa arrabbiatura da parte dei colleghi. Siamo tutti uguali, con le stesse prerogative, e ciascuno può esprimere ciò che pensa, visto che siamo in uno Stato di libertà e di civiltà (Commenti).
Non mi risulta, però, che in altri Stati, ad indirizzo religioso prevalentemente diverso dal nostro, ci sia questa libertà di espressione della parola (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania, di Forza Italia e di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Chiedo al deputato Barani se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1288/1, non accettato dal Governo.
LUCIO BARANI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione.
Vorrei dire al deputato che ha parlato di (Commenti dei deputati del gruppo dell'Ulivo)...
PRESIDENTE. Deputato Barani, siamo in sede di votazione: lei non ha diritto alla parola.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Barani n. 9/1288/1, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 487
Votanti 484
Astenuti 3
Maggioranza 243
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 273).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Tucci n. 9/1288/2, Paoletti Tangheroni n. 9/1288/3, Carlucci n. 9/1288/4, Licastro Scardino n. 9/1288/5 e Bertolini n. 9/1288/6, accettati dal Governo.
Prendo atto, altresì, che i presentatori insistono per la votazione degli ordini del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/1288/7, Cota n. 9/1288/8 e Bricolo n. 9/1288/9.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/1288/7, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 71
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 489
Votanti 487
Astenuti 2
Maggioranza 244
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 277).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cota n. 9/1288/8, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 486
Astenuti 4
Maggioranza 244
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 277).
Prendo atto che i deputati Zinzi e Mazzoni non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bricolo n. 9/1288/9, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 466
Astenuti 8
Maggioranza 234
Hanno votato sì 200
Hanno votato no 266).
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Ricordo che le dichiarazioni di voto e la votazione finale, con ripresa televisiva diretta, avranno luogo alle 16,30.