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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Misure per contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina - n. 3-00132)
PRESIDENTE. L'onorevole Bricolo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maroni n. 3-00132 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4), di cui è cofirmatario.
FEDERICO BRICOLO. Signor Presidente, stiamo assistendo ad una drammatica intensificazione di sbarchi di immigrati clandestini sulle nostre coste.
Solo negli ultimi tre giorni sono stati soccorsi non meno di mille clandestini nelle regioni del sud, in massima parte provenienti dai porti libici. È del tutto evidente che la posizione di questo Governo sull'immigrazione diventa un incentivo per coloro che intendono sfidare la sorte e attraversare il Mediterraneo per entrare nel nostro paese.
Del resto, voi siete l'unico Governo in Europa, compresi quelli di centrosinistra, che ha abbandonato ogni forma di contrasto all'immigrazione clandestina in nome di una politica dell'accoglienza, che non è altro che una resa a un'invasione senza precedenti. Mi sembra evidente il vostro intento: far entrare più immigrati possibili a casa nostra, allo scopo di concedere loro poi il voto per raggiungere quella maggioranza che adesso non avete nel paese.
Chiediamo a questo Governo di cambiare rotta, di intervenire con decisione per contrastare l'afflusso di clandestini e, in particolare, di allestire un efficace dispositivo di sicurezza, tenendo conto anche di quello realizzato dal governo spagnolo del premier Zapatero per difendere le nostre frontiere dalle ondate degli immigrati.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri ha facoltà di rispondere.
MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Vorrei rassicurare gli interroganti che vi è una costante attività dei dispositivi di vigilanza e di controllo in mare e che, tuttavia, come già avveniva negli anni scorsi, tale attività non può da sola realizzare un soddisfacente contrasto dell'immigrazione clandestina diretta verso il nostro paese.
È per questo che occorre sviluppare ogni possibile forma di collaborazione con i paesi di origine e di transito dei clandestini. Innanzitutto, ricordo che l'Italia ha sottoscritto 29 accordi di riammissione al fine di conseguire un più agevole rimpatrio o allontanamento degli stranieri rintracciati in posizione irregolare sul territorioPag. 77nazionale, attività che il Governo intende proseguire e che sta proseguendo.
È del tutto evidente, inoltre, che occorre consolidare la cooperazione con i paesi africani e proseguire nell'impegno in favore della Libia (che ha un ruolo cruciale poiché è oggi il paese di transito verso l'Italia della gran parte della immigrazione clandestina), utilizzare le quote d'ingresso attribuendone parte ai paesi che collaborano al contrasto dell'immigrazione clandestina e collaborare con l'Agenzia europea per la gestione operativa delle frontiere esterne, nel cui ambito è stato istituito, a seguito delle decisioni del Consiglio europeo, un gruppo di esperti per lo studio di un sistema integrato delle frontiere marittime, di cui fa parte anche l'Italia.
Vorrei dire poi che, in particolare in queste ultime settimane, si è intensificato un impegno europeo per una cooperazione euroafricana per governare il complesso fenomeno della immigrazione e combattere quella clandestina. Si è tenuto a Rabat un vertice euroafricano per iniziativa della Spagna e del Marocco, a conclusione del quale si è deciso che entro l'anno vi sia una nuova più ampia riunione da tenersi a Tripoli.
La mia convinzione è che l'Europa dovrebbe, in modo più comune, sviluppare una politica dell'immigrazione, una politica dell'accoglienza ed anche, sulla base di criteri comuni, una politica della cooperazione con i paesi di provenienza per prevenire il flusso dei clandestini, anche favorendo processi di sviluppo di quei paesi, una politica di lotta alla immigrazione clandestina e al traffico delle persone.
Siamo alle prese con un grande problema del nostro tempo, che mi pare un po' ridicolo presentare come un complotto del centrosinistra per migliorare la situazione elettorale del nostro paese, con una grande sfida che investe tutti i paesi e che dovrebbe essere oggetto di un impegno comune e non di sterili polemiche di politica interna.
PRESIDENTE. Il deputato Bricolo ha facoltà di replicare.
FEDERICO BRICOLO. Grazie, Presidente. Non mi ritengo assolutamente soddisfatto di questa risposta, ministro D'Alema, vergognosamente ipocrita che, alla fine, non è andata ad affrontare assolutamente il problema.
Da quando siete al Governo, di fatto non fate più rispettare la legge Bossi-Fini: avete bloccato le espulsioni che, grazie soprattutto alla Lega Nord, venivano fatte nella passata legislatura. Ora chi entra nel nostro paese irregolarmente non viene più esplulso, gli è concesso di restarvi liberamente. Dovete però tener conto di una cosa: a nord, in Padania, la gente è stanca, è stufa, e non è più disposta a sopportare nuovi extracomunitari clandestini, marocchini, africani, albanesi, slavi, zingari, nomadi, che vengono nel nostro paese molto spesso per spacciare droga fuori dalle scuole, per sfruttare bambini o prostitute, fare rapine, e rubare nei nostri appartamenti.
Questa gente a casa nostra non la vogliamo; vogliamo e pretendiamo, invece, che gli irregolari vengano di nuovo espulsi!
Per di più, in questi giorni, avete deciso la fuga dalla missione di pace in Iraq. Le nostre coste, come sappiamo, sono un colabrodo: chiunque può accedervi. Ebbene, ora vi chiediamo di usare questi uomini, questi mezzi, questi finanziamenti che si rendono nuovamente disponibili per contrastare chi vuole entrare irregolarmente nel nostro paese. La Spagna di Zapatero già lo fa: nei mesi scorsi, a Ceuta, la Guardia Civil è arrivata all'uso delle armi per contrastare gli immigrati clandestini. Noi non vi chiediamo tanto. Vi chiediamo, però, di affrontare il problema con decisione, di controllare e monitorare le nostre coste con i nostri militari, di impedire alle imbarcazioni cariche di clandestini di entrare nel nostro paese e di costringerle a ritornare da dove sono venute.
È del tutto evidente che ci volete imporre di vivere in una società multietnicaPag. 78e multireligiosa. Noi non siamo in alcun modo disposti ad accettare questo perverso progetto. Noi siamo convinti che la nostra storia, la nostra cultura, la nostra religione, le nostre tradizioni siano beni da difendere a tutti i costi, con decisione e con forza se necessario. In questo modo...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
FEDERICO BRICOLO. ... arriveremmo, se le cose non cambieranno, prima o poi, ad uno scontro frontale contro di voi, onorevole D'Alema. E siamo convinti di vincerlo, perché il popolo, la nostra gente, sta dalla nostra parte!