Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Discussione della proposta di legge: Concessione di indulto (A.C. 525-bis ed abbinate).
PRESIDENTE. Avverte che lo schema recante la ripartizione dei tempi per la discussione sulle linee generali è riprodotto in calce al calendario dei lavori dell'Assemblea.
Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.
ENRICO BUEMI (RosanelPugno), Relatore. Osserva che la proposta di legge in discussione che, a seguito dello stralcio deliberato dall'Assemblea, è limitata alla concessione del solo indulto, appare urgente e non più procrastinabile, in quanto volta a ripristinare una situazione di legalità e migliori condizioni di vita nelle carceri, nelle quali si registra, in particolare, un insostenibile sovraffollamento; illustra quindi il contenuto del provvedimento, ricordando, tra l'altro, che esso si applicherà ai reati commessi fino al 2 maggio 2006.
LUIGI LI GOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Avverte che il Governo si riserva di intervenire in replica.
PAOLA BALDUCCI (Verdi). Rileva che il provvedimento recante la concessione dell'indulto, oltre a risultare coerente con il programma elettorale dell'Unione, tende a recepire le istanze provenienti dal mondo carcerario e dagli operatori della giustizia. Rivolge quindi un ringraziamento al Presidente della Camera, al Governo e ai componenti la II Commissione per il raggiungimento di un risultato positivo, che deve comunque considerarsi propedeutico ad una organica revisione del sistema sanzionatorio e, più in generale, della vigente normativa penale e processuale. Auspica infine che, dopo la sospensione dei lavori parlamentari per la pausa estiva, sia sollecitamente calendarizzato un provvedimento di amnistia.
MARIO PEPE (FI). Auspica la sollecita approvazione della proposta di legge in Pag. IVdiscussione, nel testo della Commissione, che giudica un atto ineludibile, atteso che consentirà di garantire ai detenuti l'esercizio di diritti sanciti dalla Costituzione. Ritiene, peraltro, che il provvedimento rappresenti un primo passo verso la soluzione degli annosi problemi del sistema carcerario e della giustizia.
ROSA SUPPA (Ulivo). Ritiene che l'atto di clemenza di cui alla proposta di legge in discussione, della quale auspica l'approvazione, non rappresenti una resa dello Stato, bensì la scelta responsabile di riequilibrare le pene accessorie scontate in maniera disumana e contrarie al fine della pena stessa. Sottolinea, quindi, la necessità di varare riforme organiche finalizzate a migliorare il funzionamento del sistema penitenziario.
GIUSEPPE CONSOLO (AN). Manifesta la contrarietà del suo gruppo alla proposta di legge in discussione, in assenza di un piano di riordino della giustizia e di uno specifico impegno del Governo ad avviare le necessarie riforme del medesimo settore. Sottolinea, quindi, che la sua parte politica non è pregiudizialmente contraria a provvedimenti organici finalizzati a migliorare concretamente le condizioni nelle carceri, ma giudica imprescindibile garantire prioritariamente i diritti delle vittime dei reati.
MATTEO BRIGANDÌ (LNP). Osservato che un provvedimento di clemenza, che peraltro non dovrebbe risentire di logiche personalistiche, rappresenterebbe una forma di supplenza nei confronti dell'operato della magistratura, ritiene che una sua eventuale approvazione potrebbe essere giustificata solo in presenza di un complessivo riassetto del settore della giustizia.
PRESIDENTE. Sospende brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 10,55, è ripresa alle 11.
LEOLUCA ORLANDO (IdV). Nel ritenere che l'adozione di un provvedimento di clemenza debba inscriversi nel quadro di una generale riforma basato su un'ampia depenalizzazione, giudica contraddittorio il contenuto della proposta di legge in discussione, che non include tra le fattispecie che destano particolare allarme sociale, in relazione alle quali sarebbe pertanto esclusa l'applicazione del prospettato indulto, il reato di voto di scambio per finalità di mafia e vari gravi reati finanziari e contro la pubblica amministrazione e l'ambiente; invita pertanto le forze politiche della maggioranza ad assumere un atteggiamento improntato a maggiore coerenza.
ALESSANDRO NACCARATO (Ulivo). Osservato che il provvedimento in discussione è volto ad affrontare il grave problema del sovraffollamento della popolazione carceraria, che pregiudica la funzione rieducativa della pena, manifesta un orientamento favorevole al prospettato indulto condizionato, la cui applicazione non ostacolerà l'accertamento dei reati finanziari ovvero contro la pubblica amministrazione; auspica, inoltre, l'assunzione di ulteriori iniziative volte a favorire il reinserimento sociale dei detenuti, ai sensi dell'articolo 27 della Costituzione.
GAETANO PECORELLA (FI). Rilevato che la concessione dell'indulto corrisponde ad uno stato di necessità, atteso che la situazione esistente negli istituti penitenziari contraddice fortemente i dettami dell'articolo 27 della Carta fondamentale, sottolinea che le esigenze di sicurezza pubblica sono adeguatamente salvaguardate dalla prevista revocabilità del beneficio e dall'esclusione della sua applicazione per i reati che destano particolare allarme sociale; giudica pertanto la proposta di legge, nel testo della Commissione, connotata da equilibrio e ragionevolezza.
GINO CAPOTOSTI (Pop-Udeur). Osserva che il provvedimento in esame rappresenta una soluzione equilibrata e costituisce Pag. Vuno strumento per ripristinare obiettive condizioni di vivibilità nelle carceri, che devono assolvere alla funzione essenziale della pena di promuovere il reinserimento sociale dei detenuti. Ribadisce l'esigenza di una organica riforma del processo penale e del sistema sanzionatorio, della quale l'atto di clemenza in esame deve costituire il primo importante segnale.
PINO PISICCHIO (IdV). Espressa gratitudine ai membri della II Commissione, al relatore ed agli Uffici della Camera per il lavoro svolto, rammenta la natura squisitamente parlamentare della proposta di legge in esame, che auspica sia oggetto di una disamina priva di retorica e pregiudizi ideologici. Pur condividendo i motivi di perplessità sollevati dal suo gruppo, preannunzia tuttavia che, in ossequio al proprio ruolo istituzionale di presidente della II Commissione, assumerà un atteggiamento di terzietà al momento del voto.
ENRICO COSTA (FI). Rilevata l'opportunità politica di evitare di sacrificare la finalità rieducativa della pena a causa del sovraffollamento delle carceri, che limita l'attività delle stesse alla sola funzione afflittiva, evidenzia l'incapacità del Governo di accompagnare l'atto di clemenza in esame con un approccio organico al tema del reinserimento sociale dei detenuti.
LUCIANO D'ULIZIA (IdV). Sottolinea la necessità di modificare gli aspetti del provvedimento in discussione che appaiono contraddittori e deludenti per la società civile.
DANIELE CAPEZZONE (RosanelPugno). Osserva che l'eventuale approvazione della proposta di legge in discussione potrà consentire di disporre del tempo necessario per varare le imprescindibili riforme del sistema giudiziario, affinché si possano risolvere definitivamente i gravi problemi connessi alle condizioni di vita negli istituti penitenziari. Nell'auspicare altresì che sia sollecitamente calendarizzato anche il provvedimento recante concessione dell'amnistia, ritiene che i futuri dibattiti in tema di giustizia debbano prescindere da deleterie personalizzazioni e da inopportune strumentalizzazioni.
DANIELE FARINA (RC-SE). Rileva che la proposta di legge in discussione rappresenta, nell'ottica della riduzione del danno, un primo importante passo verso la definizione di interventi strutturali finalizzati a riformare l'intero sistema giudiziario; osservato altresì che sarebbe stato preferibile varare un provvedimento recante anche la concessione dell'amnistia, ritiene che per favorire una definitiva soluzione dei problemi connessi alla situazione delle carceri si dovrebbe modificare, tra l'altro, la vigente normativa in tema di possesso di sostanze stupefacenti e di immigrazione.
ROBERTO ROLANDO NICCO (Misto-Min.ling.). Osserva che un provvedimento di clemenza adottato per risolvere il pur grave problema del sovraffollamento degli istituti penitenziari non rappresenta la risposta più adeguata alle istanze di giustizia e sicurezza provenienti dai cittadini.
LANFRANCO TENAGLIA (Ulivo). Giudicata insostenibile la situazione esistente all'interno degli istituti penitenziari, ritiene necessario, utile e doveroso approvare un provvedimento di clemenza che consenta di affrontare la situazione emergenziale e che non può tuttavia prescindere da interventi di carattere strutturale sul sistema penitenziario e giudiziario.
FEDERICO PALOMBA (IdV). Precisa che il suo gruppo non è pregiudizialmente contrario ad approvare un provvedimento di clemenza, seppure in una condizione emergenziale, purché siano chiaramente esclusi dal suo ambito di applicazione i reati che l'opinione pubblica avverte come particolarmente odiosi e tale misura sia accompagnata da interventi strutturali che consentano di superare effettivamente la grave situazione esistente negli istituti penitenziari.
SIMONE BALDELLI (FI). Parlando sull'ordine dei lavori, esprime perplessità sull'attuale rappresentanza in aula del Governo.
PRESIDENTE. Richiamato il disposto dell'articolo 64, quarto comma, della Costituzione, ricorda che è rimesso all'autonoma valutazione del Governo designare i propri rappresentanti nel corso dei dibattiti in Assemblea.
MARILENA SAMPERI (Ulivo). Paventati i deleteri effetti derivanti dalle attuali condizioni di vita della popolazione carceraria, ritiene che la prospettata misura di indulto debba rappresentare l'avvio di un processo di rivisitazione del sistema penale e carcerario; richiama, inoltre, i reati relativamente ai quali sarà esclusa l'applicazione del predetto beneficio.
PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.
ENRICO BUEMI (RosanelPugno), Relatore. Ringraziato preliminarmente il Governo per la puntualità dei dati forniti, sottolinea che il provvedimento in discussione non è ascrivibile all'Esecutivo, bensì ad un'intesa intercorsa tra la maggioranza dei gruppi parlamentari, anche di minoranza; sottolineata inoltre la ragionevolezza dei criteri sottesi all'individuazione dei reati per i quali non si applica la prospettata misura di indulto, rileva che l'attuale situazione di sovraffollamento delle carceri impedisce il perseguimento della finalità rieducativa della pena. Osservato infine che l'espiazione delle pene nei Paesi di origine, da parte di detenuti extracomunitari, rende necessaria la conclusione di appositi accordi internazionali, auspica la sollecita approvazione della proposta di legge in discussione.
LUIGI LI GOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Osservato che gli istituti penitenziari di cui è prevista la realizzazione nel prossimo biennio incrementano di circa 7.800 unità la capienza complessiva nelle infrastrutture carcerarie italiane, sottolinea che il beneficio dell'indulto non rappresenta un «colpo di spugna», limitandosi a ridurre le pene già inflitte; richiamati, inoltre, i dati relativi alla composizione della popolazione carceraria, segnatamente con riferimento ai detenuti stranieri, nonché gli ulteriori dati già forniti nel corso dell'esame in Commissione, rileva lo squilibrio esistente tra la funzione afflittiva della pena e le sue modalità di espiazione, che dovrebbero tendere alla rieducazione ed al reinserimento sociale del condannato.
PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.
Sospende la seduta fino alle 17.
La seduta, sospesa alle 13,40, è ripresa alle 17.