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CONSIDERAZIONI INTEGRATIVE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO GAETANO FASOLINO IN SEDE DI DISCUSSIONE DEL DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA
GAETANO FASOLINO. In materia di politiche di riduzione del costo del lavoro e degli incentivi all'occupazione, l'intervento sul «cuneo fiscale» ha rappresentato, come è noto, il fiore all'occhiello della campagna elettorale del centro-sinistra. Nel DPEF si parla di «criteri di selettività» nell'individuare le imprese beneficiarie, facendo intendere che non si procederà ad attuare una riforma «universale» della riduzione del costo del lavoro. Questo mi preoccupa non poco!
Rimanendo in tema di mercato del lavoro, il DPEF indica le principali linee di intervento sulla vigente legislazione. In precedenza, la legge n. 30 del 2003, nota come «legge Biagi», era stata aspramente osteggiata ed una parte dell'attuale maggioranza ne richiedeva una profonda revisione se non una totale abrogazione.
Nel Documento, pur riferendosi all'obiettivo di ridurre la cosiddetta precarietà come previsto dal programma elettorale, nell'affrontare il tema dei rapporti contrattuali di collaborazione coordinata o a progetto, si parla di innalzamento della contribuzione previdenziale relativamente a tali contratti, lasciando intendere che l'intenzione è quella di conservarli e consentirne l'utilizzo.
Ciò che il Governo intende modificare, a detta del DPEF, sono gli istituti del «lavoro a chiamata» e dello «staff leasing», tipologie contrattuali in realtà poco utilizzate dagli imprenditori.
Si fa riferimento, infine, alla «individuazione di strumenti utili a promuovere l'occupazione femminile», in realtà il contratto di inserimento, che ha sostituito il precedente contratto di formazione e lavoro, è già teso ad assicurare simile finalità.
In materia di pubblico impiego si fa accenno alla «moderazione salariale», volta a ridurre la spesa per il personale pubblico. Non si può non sottolineare che durante il precedente Governo, in occasione dei rinnovi dei contratti di lavoro del settore pubblico, vi sia stata una notevole conflittualità sindacale a cui l'allora opposizione ha prestato soccorso. Che ne dice il sindacato, che ne dice Diliberto?
Per quanto concerne il sistema pensionistico, nel DPEF si accenna all'intento di rivedere i coefficienti di trasformazione, relativamente ai dipendenti in regime contributivo o misto, il che causerebbe una riduzione delle future prestazioni previdenziali. Ne saranno contenti i giovani?
Inoltre l'abolizione del cosiddetto gradone del 2008, che prevede l'elevazione dei requisiti anagrafici per la pensione di anzianità, comporterebbe la necessità di reperire risorse finanziarie aggiuntive. Dove stanno i sindacati? Come mai non scioperano e non protestano?
In relazione alla spesa sanitaria ed a quella degli enti locali il Governo intendePag. 138attuare una politica di riduzione della stessa in materia di trasferimenti alle regioni. Anche per tale materia si deve evidenziare come l'attuale maggioranza risulti assumere una linea poco coerente con quella adottata durante il periodo del precedente Governo.
Per quanto concerne la politica fiscale nel DPEF, si parla di riduzione del gettito tributario durante il periodo 2001-2005, derivante sia dalle modifiche legislative apportate dal Governo Berlusconi, e ritenute a vantaggio delle fasce più ricche dei contribuenti, che dal sistematico ricorso a provvedimenti di condono fiscale che avrebbero incoraggiato l'evasione fiscale.
Per quanto riguarda la riduzione del gettito tributario, preme segnalare che, secondo i dati forniti dal Ministero dell'economia, nel periodo gennaio-maggio 2006, si è registrato, rispetto all'analogo periodo del precedente anno, un incremento delle entrate di competenza (ovvero accertate ma non necessariamente del tutto riscosse) per oltre 10,6 miliardi di euro (+8,7 per cento).
A tale incremento le imposte dirette (IRPEF e imposte sui redditi delle imprese) hanno contribuito per circa 6 miliardi (+10,2 per cento) mentre le imposte indirette vi hanno concorso per circa 4,7 miliardi (+7,4 per cento).
Nella considerazione che la vigente normativa fiscale non è opera dell'attuale Governo, non sembra sussistere un fenomeno di riduzione del gettito tributario, semmai il contrario. Certamente il ciclo economico più favorevole che il paese ha cominciato ad attraversare (dagli ultimi mesi del Governo precedente), come evidenziano i recenti dati statistici, contribuisce non poco all'aumento delle entrate tributarie, diversamente dal periodo 2001-2005 in cui la stagnazione economica, a livello internazionale, ha comportato una riduzione del gettito fiscale.
Infine, la riforma della tassazione dei proventi finanziari continua ad essere enunciata senza indicare i reali interventi che si intendono adottare.
In conclusione, gli angoli bui nel DPEF superano abbondantemente gli scarni spiragli di luce che, esaminati a fondo, sono sostanzialmente da ascriversi alle misure già approvate dal Governo Berlusconi.