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TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO MARINO ZORZATO IN SEDE DI DISCUSSIONE DEL DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'esame del Documento di programmazione economico-finanziaria risulta un utile momento di confronto fra maggioranza e opposizione sulle rispettive politiche economica e sociale ma soprattutto, ed in particolare in questo momento, utile a verificare le enormi contraddizioni in seno alla maggioranza già emerse con forza durante le audizioni e nel dibattito in Commissione.
È forse per rinviare il confronto-scontro interno alla maggioranza all'atto dell'esame della finanziaria che il DPEF risulta generico e lacunoso nelle proposte e indefinito nelle quantificazioni di risparmio e contenimento nei vari comparti di spesa.
Nel DPEF risultano quasi scontati gli obiettivi da raggiungere: crescita, risanamento ed equità; chiari anche i settori di intervento per il contenimento della spesa: sanità-sociale, pensioni, pubblica amministrazione e enti locali; indefinita e volutamente omertosa è la quantificazione e la tipologia del risparmio.
Riconosciamo al ministro onestà intellettuale quando nel corso delle audizioni ammette la bontà della ultima finanziaria Tremonti; così pure evidenziamo la necessità politica che ha fatto gridare «al lupo al lupo» sulla tenuta dei conti pubblici durante la campagna elettorale e dopo, salvo, poi clamorosamente contraddirsi proponendo un Documento con una correzione dei conti per il 2006 di solo lo 0,1Pag. 139per cento del PIL, il che la dice lunga sullo stato della finanza pubblica ereditato dal Governo Berlusconi.
Ancora onestà intellettuale va riconosciuta al ministro quando finalmente riporta nero su bianco che negli anni del Governo Berlusconi la spesa sociale è passata dal 22 per cento al 23,7 per cento del PIL, che la spesa sanitaria nello stesso periodo è aumentata dal 5,8 per cento al 6,7 per cento del PIL e che per il risanamento occorre adottare il modello delle regioni virtuose (Veneto e Lombardia), che la spesa per l'istruzione, università e ricerca è in media con quella europea, anzi che il rapporto alunni-docenti è il più alto in Europa e la qualità degli studenti fra le più basse, che il rapporto addetti-abitanti nella pubblica amministrazione è il più alto d'Europa, che nel comparto specifico della ricerca dopo anni di falsità si riconosce che l'investimento di risorse pubbliche è al pari dei nostri partner europei e che gli investimenti al sud sono cresciuti.
Certo è che se le proposte che leggiamo sono la compartecipazione nella spesa sociale e sanitaria (ticket), il ripiano del debito sanitario delle regioni non virtuose, l'accantonamento della riforma Moratti e quindi il mantenimento di un sistema scolastico che voi definite costoso e inefficiente, la cancellazione della riforma Biagi, la mancanza di fondi aggiuntivi nella ricerca dove scrivete «senza oneri aggiuntivi per il bilancio dello Stato» ed infine per il sud lo spostamento degli aiuti dalle imprese private al pubblico, allora si può anche condividere l'analisi, ma è obbligo dissentire dalla proposta.
Sconcertante è l'assenza di progettualità nel settore delle privatizzazioni ma ancor più devastante è quello che si intravede quando si tratta il tema dell'ANAS in riferimento al quale, con la scusa di evidenziare che il ruolo di controllore controllato da essa svolto non va bene (se coniugato al congelamento delle proroghe delle concessioni autostradali), emerge in modo chiaro la voglia di istituire un altro carrozzone pubblico (tipo IRI) che si occupi di strade, appalti, lavori pubblici, eccetera.
Tornando agli obiettivi del DPEF, come conciliare una previsione di crescita così bassa (probabilmente si intende agire solo sulla leva del contenimento della spesa e poco si farà per il rilancio dell'economia) con la presunta voglia di equità, come si può, senza far crescere l'economia in modo convincente, trovare risorse da distribuire alle fasce più deboli: l'impressione è che la parola equità sia stata introdotta nel Documento per necessità politica ma non per convinzione.
In attesa di trovare nella finanziaria alcune risposte che indichino quale linea politica interna alla maggioranza prevarrà, credo che qualche considerazione aggiuntiva si possa comunque fare ed in particolar modo evidenziare quanto questo Documento sia poco coraggioso, quanto sia caratterizzato dalla poca fiducia negli italiani e nella loro capacità, se non ostacolati, di cogliere la ripresa i cui segnali sullo scenario internazionale ormai si vedono da mesi, quanto si propenda ai tagli anche in settori particolarmente sensibili come sanità e previdenza sociale, quanto non si passi dalle parole ai fatti aumentando gli investimenti nella ricerca e nella innovazione e quindi limitando la competitività e lo sviluppo del nostro sistema di impresa, quanto si intende trovare risorse vessando le classi medie (commercianti, artigiani, piccoli imprenditori, liberi professionisti) quasi a colpevolizzarli del fatto che si ritengono politicamente più vicini al centrodestra, quanto fingendo un federalismo fiscale che non è nel vostro DNA parlate di incremento di autonomia fiscale che per voi vuol dire aumentare le tasse a livello locale per non ridurle al centro.
Cari colleghi, non ci basta che il ministro nelle audizioni in parte riconosca il nostro buon lavoro, non ci basta che dai dati da voi inseriti nel DPEF risulti chiaro che in tutti i comparti della spesa socialePag. 140e sanitaria sono aumentati gli investimenti con il nostro Governo, vorremmo che gli italiani dopo anni difficili dovuti a fattori per lo più esterni al nostro sistema di controllo politico non perdessero l'occasione che la ripresa internazionale ci offre ed allora la speranza è che da oggi alla elaborazione della finanziaria prevalga la voglia di rendere possibile lo sviluppo del nostro paese e quindi anche l'approccio culturale e politico guardi più al futuro e meno alla conservazione, pensi più al cittadino e meno allo Stato; prevalga quindi all'interno delle vostre contraddizioni la linea più riformista e che la zavorra dell'ala radicale e antagonista che vi condiziona non inverta le lancette dell'orologio del tempo e ci faccia tornare indietro.