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Si riprende la discussione.
PRESIDENTE. Ricorda che sono state presentate le questioni pregiudiziali Maroni n. 1, Lo Presti n. 2, Elio Vito n. 3, Antonio Pepe n. 4, Contento n. 5, D'Alia n. 6 e Moffa n. 7.
ROBERTO COTA (LNP). Illustra la questione pregiudiziale Maroni n. 1, lamentando preliminarmente l'assenza dei requisiti prescritti dall'articolo 77 della Costituzione; nel ritenere, inoltre, che le disposizioni in tema di contrasto dell'evasione fiscale in realtà favoriscano tale fenomeno, sottolinea l'eterogeneità delle materie disciplinate dal decreto-legge in discussione, giudicato lesivo dell'autonomia degli ordini professionali.
ANTONINO LO PRESTI (AN). Illustra la sua questione pregiudiziale n. 2, nonché le questioni pregiudiziali Antonio Pepe n. 4, Contento n. 5 e Moffa n. 7, sottolineando che gli interventi strutturali recati dal decreto-legge in esame non hanno carattere d'urgenza. Rileva altresì che le misure previste dal provvedimento in esame realizzano un finto liberismo, che cela l'intento di collettivizzare determinati settori economici, sottolineando il carattere punitivo delle disposizioni concernenti i liberi professionisti.
Pag. VIDONATO BRUNO (FI). Illustra la questione pregiudiziale Elio Vito n. 3, lamentando l'insussistenza dei requisiti di straordinaria necessità ed urgenza prescritti dall'articolo 77 della Costituzione e dalla legge n. 400 del 1988; richiama, inoltre, i profili di palese illegittimità costituzionale che inficiano gli articoli 2, 3, 28 e, soprattutto, 19 del decreto-legge in esame.
GIANPIERO D'ALIA (UDC). Illustra la sua questione pregiudiziale n. 6, sottolineando che il decreto-legge in esame presenta profili di illegittimità costituzionale in riferimento - oltre che all'articolo 77 - agli articoli 71 e 72 della Carta fondamentale, in merito ai quali si configura un eccesso di potere di iniziativa legislativa. Osservato altresì che nel provvedimento d'urgenza sono state attribuite alla competenza statale materie che, ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione, rientrano nella potestà legislativa esclusiva delle regioni, auspica l'approvazione della sua questione pregiudiziale.
ROBERTO ZACCARIA (Ulivo). Giudica infondate, a nome di tutti i gruppi della maggioranza, le argomentazioni addotte a sostegno delle questioni pregiudiziali presentate, sottolineando il carattere sistematico delle misure di liberalizzazione di settori produttivi, nonché il generale perseguimento della finalità di rilancio dell'economia nazionale.
LUCIANO VIOLANTE (Ulivo). Parlando sull'ordine dei lavori, chiede al Governo se ritenga di dover intervenire in merito a taluni problemi rimasti insoluti nel testo del provvedimento d'urgenza, con riferimento, tra l'altro, alle retribuzioni degli esperti dei tribunali dei minori.
ITALO BOCCHINO (AN). Chiede una sospensione della seduta per consentire al Governo di fornire i chiarimenti richiesti dal deputato Violante.
PRESIDENTE. Ritiene si debba comunque procedere alla votazione delle questioni pregiudiziali presentate.
La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge le questioni pregiudiziali Maroni n. 1, Lo Presti n. 2, Elio Vito n. 3, Antonio Pepe n. 4, Contento n. 5, D'Alia n. 6 e Moffa n. 7.
IGNAZIO LA RUSSA (AN). Parlando sull'ordine dei lavori, espresso stupore per la scarsa considerazione mostrata nei confronti dei rilievi formulati dal deputato Violante, manifesta disponibilità a ritirare gran parte degli emendamenti presentati ove il Governo e la maggioranza accogliessero talune proposte emendative migliorative del testo del decreto-legge in esame.
ELIO VITO (FI). Si associa alle considerazioni del deputato La Russa, auspicando che il Governo e la maggioranza accedano all'ipotesi di modificare il testo del decreto-legge in esame.
ANDREA GIBELLI (LNP). Nell'associarsi alle considerazioni svolte dai deputati La Russa e Elio Vito, chiede che il Governo fornisca chiarimenti in merito alla questione sollevata dal deputato Violante; ritiene inoltre che, alla luce della situazione politica determinatasi, l'Esecutivo dovrebbe rassegnare le dimissioni.
DARIO FRANCESCHINI (Ulivo). Nel ritenere utile che il Governo fornisca risposta alla questione posta dal deputato Violante, sottolinea il carattere strumentale degli interventi dei deputati dell'opposizione, volti ad ostacolare il buon andamento dei lavori parlamentari. Ritiene pertanto che l'Assemblea debba procedere nell'esame del provvedimento d'urgenza.
SEBASTIANO NERI (Misto-MpA). Giudicata lesiva della dignità della Camera la pretesa che essa si limiti a ratificare decisioni assunte presso l'altro ramo del Parlamento, invita il Presidente a tutelare il ruolo dell'istituzione da lui presieduta.
ROBERTO VILLETTI (RosanelPugno). Nell'associarsi alla richiesta del deputato Franceschini affinché il Governo dia risposta alla questione sollevata dal deputatoPag. VIIViolante, richiama l'Assemblea alla correttezza istituzionale dei rapporti tra maggioranza ed opposizione.
LUCA VOLONTÈ (UDC). Nel condividere le considerazioni svolte dai deputati dell'opposizione, lamenta l'assoluta indisponibilità della maggioranza a modificare il testo del provvedimento d'urgenza in discussione. Invita inoltre il Governo a fornire chiarimenti in merito alla questione posta dal deputato Violante.
PRESIDENTE. Premesso che la Presidenza ha correttamente posto in votazione le questioni pregiudiziali presentate, lasciando successivamente impregiudicata la possibilità che il Governo fornisse un'eventuale risposta sulla questione di merito posta dal deputato Violante, ricorda che la stessa Presidenza ha inteso creare le condizioni affinché la Camera, ove fosse prevalso un orientamento in tal senso, potesse modificare il testo del provvedimento d'urgenza in esame.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Assicura preliminarmente l'impegno del Governo a valutare con attenzione la questione posta dal deputato Violante e ad accogliere un eventuale ordine del giorno in materia. Giudica inoltre inevitabile, nelle condizioni date, il ricorso alla questione di fiducia (Commenti - Numerosi deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale e della Lega Nord Padania escono dall'aula).
Ricordate altresì le modifiche già apportate al testo nel corso dell'iter al Senato, sottolinea l'incompatibilità delle proposte emendative dell'opposizione con le finalità perseguite dal provvedimento d'urgenza in discussione.
A nome del Governo, pone quindi la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo delle Commissioni, identico a quello approvato dal Senato.
CARLO GIOVANARDI (UDC). Lamenta che il reiterato ricorso alla decretazione d'urgenza ed alla posizione della questione di fiducia, in particolare, su provvedimenti di carattere ordinamentale, rischia di innescare un corto circuito democratico e di determinare il sostanziale svilimento del ruolo del Parlamento.
MAURO DEL BUE (DC-PS). Sottolinea che la totale indisponibilità del Governo ad accettare un dialogo con l'opposizione deriva dalla situazione straordinaria dovuta all'assenza di una chiara maggioranza al Senato.
SEBASTIANO NERI (Misto-MpA). Nel ritenere che il Governo non intenda realmente instaurare un proficuo confronto con l'opposizione, evidenzia il grave vulnus costituzionale rappresentato dalla posizione della questione di fiducia sul testo di un provvedimento d'urgenza privo di copertura finanziaria.
PRESIDENTE. Avverte che, a seguito della decisione del Governo di porre la questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo è immediatamente convocata per definire l'organizzazione del seguito del dibattito.
Sospende quindi la seduta.
La seduta, sospesa alle 17,35, è ripresa alle 19,05.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI