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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Ritardi nella concessione dei contributi a favore dei comuni per le spese di gestione degli uffici giudiziari - n. 2-00093)
PRESIDENTE. La deputata Samperi ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00093 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 2).
MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, la legge n. 392 del 1941 pone a carico dei comuni in cui hanno sede gli uffici giudiziari le spese che riguardano la custodia, la manutenzione, l'illuminazione, il riscaldamento, il materiale di cancelleria e quant'altro. La concessione ai comuniPag. 243dei contributi è regolata dal decreto del Presidente della Repubblica n. 187 del 1998, che prevede che i contributi vengano corrisposti in due rate: la prima è disposta in acconto, la seconda, a saldo, entro il 30 settembre.
I comuni sedi di uffici giudiziari (sono circa 850) non hanno riscosso i rendiconti che riguardano gli anni 2002, 2003, 2004 e 2005, e siamo già nel 2006. I comuni vivono una vita difficile, perché hanno avuto trasferimenti di competenze senza trasferimenti di risorse. I comuni, in questi anni, hanno tenuto il tessuto democratico del paese, perché su di essi è stata addossata una riforma in senso federalista, che ha gravato soprattutto su di loro.
L'ANCI, spesso, in modo allarmato, ha chiesto interventi e dispone di dati secondo i quali 600 milioni di euro debbono essere dati ai comuni in rendicontazione.
Vorremmo sapere se il debito nei confronti dei comuni ammonti effettivamente a questa cifra, se il Governo intenda sanare più presto il debito pregresso - stiamo parlando di cinque anni, dal 2002 ad oggi -, e se intenda proporre una modifica dell'attuale normativa, in quanto i comuni debbono sostenere spese che dovrebbero riguardare il Ministero della giustizia. I comuni, in questo momento, spesso rinviano il pagamento degli stipendi perché non hanno «cassa» a sufficienza.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Luigi Li Gotti, ha facoltà di rispondere.
LUIGI LI GOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, i riferimenti normativi dell'onorevole Samperi sono estremamente puntuali. C'è da osservare, per completezza, che la rata in acconto che viene corrisposta ai comuni è pari al 70 per cento della somma corrisposta nell'anno precedente. La seconda rata, che deve essere corrisposta nel settembre di ciascun anno, è ovviamente a saldo. Ciò significa che il sistema approntato garantisce ai comuni comunque una rata in conto per ogni anno pari al 70 per cento di quanto viene speso per la gestione degli uffici giudiziari.
Entrando nello specifico, tutti gli acconti sino al 2005, pari al 70 per cento, dal 2002 al 2005, sono stati corrisposti ai comuni. Invece, deve essere ancora corrisposto il saldo per gli anni 2002, 2003, 2004 e 2005. Ovviamente, il discorso non si può fare per il 2006, in quanto è stato pagato l'acconto e il termine per la seconda rata non è scaduto.
Per quanto riguarda il saldo del 2002, il relativo contributo era stato già calcolato ed era stato inviato alla firma dei ministri competenti. Senonché, sia pure con notevole ritardo, i ministri hanno visto loro restituito l'atto dal Ministero dell'economia e delle finanze, in quanto i ministri firmatari non corrispondevano alle persone fisiche dei ministri subentranti. Quindi, si è provveduto ad inviare nuovamente la documentazione corretta per la firma e, insieme alla nuova documentazione che riguarda il 2002, si è anche predisposto il conteggio e la documentazione per la firma dei ministri per il saldo del 2003.
Il materiale pagamento alle amministrazioni comunali è previsto tra la fine di settembre e i primi giorni del mese di ottobre, mentre il saldo per l'anno 2004 dovrebbe poter intervenire entro la fine del corrente anno. È altresì previsto che, nei primi mesi del 2007, tutti i comuni riceveranno il saldo relativo a tutti gli anni.
L'importo attualmente esigibile dai comuni, ossia la somma dei saldi dal 2002 al 2005, è pari a 370 milioni di euro.
Per quanto riguarda il secondo aspetto, ossia i maggiori oneri che sopportano i comuni per l'attività di vigilanza degli uffici giudiziari, si deve prendere atto che l'Avvocatura generale dello Stato, con parere del 6 giugno 2001, ha stabilito che, nel termine «custodia», contenuto nell'articolo 1 della legge n. 392 del 1941, debba essere compreso anche il termine «vigilanza», dal momento che non può esistere custodia, specie di un ufficio giudiziario, senza la sua vigilanza. Queste spese, quindi, possono rientrare nei costi previstiPag. 244e disciplinati dalla legge n. 392 del 1941, proprio perché afferiscono alla custodia e non costituiscono una voce separata.
Sicuramente, può affermarsi che per gli anni 2002 e 2003 la percentuale di rimborso, anche per queste spese, corrisposta ai comuni per tutte le sedi di Corte di appello, tribunale e sedi di giudice di pace è pari al 95 per cento. Certo, sarebbe opportuno aumentare il finanziamento del capitolo destinato al rimborso di tali spese, in ragione degli aumenti - questo è il problema - del costo dei servizi forniti, nonché di nuovi compiti di vigilanza attribuiti alle amministrazioni comunali, ripartiti almeno in parte anche con gli altri comuni facenti parte della stessa circoscrizione giudiziaria. Questa è una novella normativa che dovrà essere introdotta, in quanto le strutture giudiziarie servono più comuni e, ovviamente, tali costi devono gravare su tutti i comuni che utilizzano il servizio giustizia.
Il Governo, invece, non ritiene opportuno modificare la legge n. 392 del 1941 - vale a dire la legge che prevede che tali costi vengano sopportati anche dai comuni -, anche perché i costi relativi al servizio giustizia devono essere strettamente correlati e gestiti con la collaborazione dei soggetti istituzionalmente preposti alla cura degli interessi locali.
La ratio della legge n. 392 era proprio questa, cioè quella di garantire un meccanismo di rimborso di spese con lo scopo di assicurare anche la tempestività degli interventi e il controllo dell'autorità locale, rapportati e correlati alla effettiva necessità degli stessi. Cosa che diventa difficile con un'organizzazione centralizzata. Peraltro, la suddetta legge non contempla il completo rimborso delle spese comunque sostenute.
PRESIDENTE. La deputata Samperi ha facoltà di replicare.
MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, sono soddisfatta soprattutto per la sensibilità che questo Governo sta mostrando nei confronti di enti così importanti, quali i comuni che, negli ultimi anni di Governo, sono stati molto trascurati e hanno molto sofferto per la diminuzione di trasferimenti e per l'assoluta distrazione dimostrata nei confronti di problemi che attenevano non solo alla qualità dei servizi, ma anche alla vita stessa della popolazione.
Ci sono comuni che, in questi anni, oltre a sopportare le spese di giustizia, hanno sopportato una serie di servizi a loro totale carico, e lo hanno fatto senza tirarsi indietro e continuando a svolgere il proprio dovere e la propria opera.