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Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1042.
(Esame dell'articolo 16 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 19).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Pini 16.1.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario sull'emendamento Pini 16.1 perché riteniamo più utile una maggiore flessibilità, collega Pini, e mi sembra che la nostra formulazione presenti margini di flessibilità maggiori.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Pini 16.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, vorrei sottolineare che lo scopo dell'emendamento in esame è proprio quello di evitare strumentalizzazioni nella formazione dei cosiddetti tavoli ai quali il Ministero dello sviluppo economico dovrebbe fare riferimento nello svolgimento della sua funzione. Ormai è una consuetudine che tali forme stabili di collaborazione diventino costi ed oneri accessori, soprattutto a carico degli enti locali - e sappiamo benissimo quali sono state le diatribe politiche sugli eventuali tagli agli enti locali -, che non riteniamo assolutamente necessari in questo momento.
Quindi, il mio emendamento 16.1, che prevede genericamente il termine «collabora», senza stabilire forme stabili di collaborazione, va nella direzione di una gestione della finanza pubblica il più possibile oculata.
Pertanto, rivolgo nuovamente un appello alla sinistra, visto che si tratta di temi che stanno a cuore anche ai suoi esponenti (mi riferisco al risparmio e ai tagli agli sprechi della finanza pubblica), affinché voti a favore del mio emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, intervengo brevissimamente, dopo aver ascoltato la motivazione espressa dal collega Pini poco fa. Vorrei annunciare il mio voto contrario sull'emendamento in esame, come del resto suggeriscono la Commissione e il Governo. Tuttavia, vorrei suggerire al collega Pini di considerare il fatto che il suo emendamento produrrebbe esattamente l'effetto opposto. Mentre il testo del disegno di legge stabilisce che, per lo svolgimento dei suoi compiti, il Ministero dello sviluppo economico può avvalersi delle camere di commercio e può definire forme stabili di collaborazione con altre pubbliche amministrazioni, il suo emendamento ricomprende tutto ciò nella parola «collabora». Ovviamente, l'indicativo nel testo di legge diventa un obbligo di legge. Quindi, si prevede che il ministero collabora con altre pubbliche amministrazioni. Tuttavia, proprio perché si tratta di un testo elastico - come ha detto poco fa il ministro -, le altre pubbliche amministrazioni non sono indicate: vi è un obbligo di collaborare con altre pubbliche amministrazioni. Ma sarebbe paradossale: un obbligo da una parte e una totale indeterminatezza dall'altra!
Pertanto, senza nessun pregiudizio di carattere ideologico, mi sembra che nel merito l'emendamento sia inadeguato a risolvere il problema che ha posto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pini 16.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 468
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato sì 224
Hanno votato no 244).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 459
Votanti 458
Astenuti 1
Maggioranza 230
Hanno votato sì 454
Hanno votato no 4).