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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 16,17).
(Effetti dell'applicazione della recente legge concessiva di indulto - n. 2-00118 )
PRESIDENTE. L'onorevole Palomba ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00118 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 1).
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, vorrei illustrare brevemente le ragioni della mia interpellanza. Si tratta di avere chiarezza sui diversi aspetti dell'applicazione dell'indulto, considerato che le notizie di stampa sono contrastanti e spesso spargono allarmismo su dati di diverso genere: dal numero esatto delle persone che sono state scarcerate nella prima applicazione dell'indulto a quelli che potrebbero essere gli effetti delle scarcerazioni e al possibile aumento della criminalità.Pag. 69
In certi settori l'applicazione dell'indulto ha destato allarme e preoccupazione - per esempio per la possibile recrudescenza della criminalità - e vi è un certo sconcerto anche negli operatori istituzionali, che hanno visto sentenze definitive, riguardanti condanne non inferiori a tre anni di reclusione, perdere la loro valenza. Inoltre, poiché è previsto un bonus triennale di condono anche per le istruttorie ancora da compiere, ciò ha creato una certa difficoltà nell'adempiere ai doveri istruttori, mentre le vittime non sono più propense a testimoniare, soprattutto per i reati più gravi, poiché sanno che gli effetti della condanna non saranno comunque portati a termine.
Ecco le ragioni per le quali abbiamo chiesto al Governo dati ufficiali, utili a riflettere meglio ed, eventualmente, a fronteggiare possibili situazioni pericolose, preoccupanti, connesse all'applicazione dell'indulto. Auspichiamo che a noi, come all'opinione pubblica, vengano date assicurazioni sulla situazione.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Luigi Manconi, ha facoltà di rispondere.
LUIGI MANCONI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, onorevoli deputati, la legge 31 luglio del 2006, n. 241 ha previsto per tutti i reati commessi fino al 2 maggio 2006, e con la sola eccezione dei reati di particolare allarme sociale (quali, ad esempio, quelli di mafia, di pedofilia, di terrorismo), la concessione di un indulto revocabile per le pene detentive fino a tre anni.
Per quanto riguarda, in particolare, i quesiti posti dai deputati interpellanti, posso comunicare che i detenuti condannati con sentenza definitiva, che sono stati scarcerati in ragione dell'indulto fino ad oggi, 21 settembre, sono pari a 20.687 (di cui 16.714 definitivi, diciamo così, «puri» e 3.973 definitivi, diciamo così, «misti»: ovvero con altri procedimenti penali pendenti).
La percentuale dei reati ascritti ai detenuti definitivi usciti dagli istituti penitenziari per effetto dell'indulto è la seguente: reati contro il patrimonio 39,9 per cento; in materia di stupefacenti 14,3 per cento; contro la persona 12,1 per cento; in materia di armi 7,4 per cento; contro la fede pubblica 6,2 per cento; contro la pubblica amministrazione 5 per cento; contro l'amministrazione della giustizia 4,2 per cento; contravvenzioni (libro III codice penale) 2,4 per cento; in materia di immigrazione 2,2 per cento; contro l'ordine pubblico 1,1 per cento; contro la famiglia 0,8 per cento; contro l'economia pubblica 0,8 per cento; contro l'incolumità pubblica 0,6 per cento; in materia di prostituzione 0,5 per cento; contro la moralità pubblica 0,1 per cento; contro la personalità dello Stato 0,1 per cento; contro il sentimento religioso 0,1 per cento; altri reati 2,5 per cento.
Tra i condannati in misure alternative alla detenzione hanno terminato anzitempo l'esecuzione in ragione dell'indulto 3.788 persone.
L'indulto può operare, inoltre, come presupposto di un provvedimento di revoca della misura cautelare, adottato dal giudice nei confronti di imputati detenuti, condannati con sentenza non definitiva o anche in attesa di giudizio di primo grado, se la pena che potrebbero espiare - tenuto conto della custodia cautelare già sofferta - risulti inferiore a tre anni.
Di conseguenza, risultano usciti dal carcere per revoca della misura cautelare 2.282 detenuti, di cui 351 in attesa di primo giudizio, 1.188 appellanti, 587 ricorrenti in Cassazione, più 156 cosiddetti «misti».
È pari a 18 il numero delle persone che, in forza dell'indulto, sono rientrate nei termini per l'accesso a misure alternative al carcere, hanno presentato istanza e si sono visti accogliere la richiesta dal magistrato di sorveglianza competente.
Per quanto riguarda le persone rientrate in carcere dopo aver beneficiato dell'indulto, i titoli di reato loro ascrivibili sono ancora soggetti alla valutazione dell'autorità giudiziaria in quanto la gran parte di quelle persone risultano arrestate in flagranza di reato.Pag. 70
Siamo in grado, tuttavia, di fornire informazioni più puntuali sulla condizione degli stranieri rientrati in carcere al 18 settembre scorso: su un numero complessivo di 271 stranieri, a 125 è stato contestato il reato di inottemperanza all'obbligo di allontanamento dal territorio dello Stato e a 118, tra questi, è stato contestato solo ed esclusivamente tale reato. Nel complesso, a quella data, ammonta a 609 il numero dei soggetti rientrati in carcere dopo aver beneficiato dell'indulto. Se a questa cifra sottraiamo quei 118 stranieri, cui viene contestato solo ed esclusivamente l'inottemperanza all'obbligo di allontanamento dal territorio dello Stato, abbiamo tra tutti i beneficiari dell'indulto un tasso di recidiva dell'1,8 per cento.
Si tratta, in tutta evidenza, di un dato provvisorio, riferito al primo mese e mezzo di applicazione della legge, e destinato prevedibilmente a modificarsi in senso negativo. Tuttavia, tale dato, che non autorizza - ripeto, non autorizza - frettolosi ottimismi, segnala un tasso di reiterazione del reato significativamente contenuto rispetto agli ordinari livelli di recidiva, tradizionalmente registrati in assenza di provvedimenti di clemenza. Va evidenziato, a questo proposito, che il numero delle persone entrate in carcere dal 1o agosto al 1o settembre 2006 è inferiore a quello dello stesso periodo dell'anno precedente. Infatti, dal 1o agosto al 1o settembre 2006 sono entrate in carcere 6.337 persone, fra le quali quelle beneficiarie dell'indulto che hanno reiterato reato, mentre nello stesso periodo del 2005 entrarono in carcere 6.923 persone. Per quanto riguarda, infine, il numero complessivo dei reati denunciati successivamente al 1o agosto 2006, il Ministero dell'interno ha fatto presente che i relativi dati statistici contenuti nella banca dati delle Forze di polizia hanno carattere provvisorio, tenuto conto delle verifiche e degli adempimenti occorrenti per confermarne l'attendibilità, provincia per provincia, prima del loro inserimento. Prevedibilmente, pertanto, ad avviso del Ministero dell'interno, le prime valutazioni circostanziate potranno essere svolte solo nel secondo trimestre 2007.
Tuttavia, i dati disponibili al 20 settembre 2006 - ovvero nella giornata di ieri - relativamente alle grandi aree metropolitane del nostro paese, segnalano come l'indice di delittuosità riferito all'agosto del 2006 è sostanzialmente invariato rispetto all'indice riferito all'agosto del 2005. Lo ripeto: si tratta di dati provvisori, il cui consolidamento deve ancora verificarsi, ma, al presente, si hanno aree metropolitane dove l'indice di delittuosità è in calo e altre dove tende a innalzarsi. In ogni caso, gli scarti in positivo o in negativo, rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente, sono poco significativi. Il Governo si impegna a tenere costantemente informato il Parlamento su questo e altri aspetti, altrettanto rilevanti, della questione.
PRESIDENTE. Il deputato Palomba ha facoltà di replicare.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, ringrazio anzitutto il sottosegretario dei dati forniti alla nostra attenzione, che costituiranno certamente oggetto di analisi approfondita; credo che egli metterà a disposizione anche il cartaceo per consentirci di svolgere una riflessione più ampia.
La soddisfazione che esprimo è non solo in relazione alla risposta ma anche, e soprattutto, in relazione ad alcuni dati macroscopici emersi. Infatti, non possiamo non dichiararci soddisfatti con riferimento ad un prevedibilmente contenuto aumento dell'indice di criminalità (se non alla sua sostanziale invarianza) rispetto al periodo precedente; evidentemente, ciò dà maggiori rassicurazioni ai cittadini sull'effetto dell'indulto.
Analogamente, rileviamo con sostanziale piacere il fatto che l'indice di recidiva, allo stato, sia sufficientemente contenuto; naturalmente, la prudenza del sottosegretario palesa che si tratta di dati ancora in itinere - dati in progress -, e quindi in corso di valutazione.
Un dato però balza agli occhi in modo molto evidente, il rilevante scarto tra ilPag. 71numero delle persone scarcerate per effetto dell'indulto e quanto annunciato prima dell'esame in Commissione e poi in Assemblea del provvedimento di indulto. Nella sua relazione, il ministro aveva valutato in 12 mila 756 unità il numero prevedibile di persone che avrebbero beneficiato dell'indulto nel caso in cui questo fosse stato contenuto nei limiti di tre anni. Si tratta naturalmente del dato che al ministro era stato fornito dai suoi uffici, dalle strutture tecniche del Ministero; ma noi abbiamo appreso oggi dal sottosegretario che il numero di condannati definitivi scarcerati per effetto dell'indulto è di 20 mila unità: lo scostamento è rilevante e l'aumento è calcolabile in misura, all'incirca, del 40 per cento, e forse più ancora. Ma vanno anche aggiunti i 2 mila 200 detenuti scarcerati in attesa di giudizio definitivo.
Quindi, Presidente, giungiamo ad un numero rilevante di persone, 22 mila detenuti scarcerati per effetto della concessione dell'indulto. Dunque, le ragioni per le quali le strutture tecniche possono giungere a fornire dati con scostamenti così rilevanti - e con un aumento di circa il 180 per cento, complessivamente - rispetto ai dati precedentemente annunciati sarà a mio avviso oggetto di valutazione da parte del ministero. Valutazione necessaria per cercare di capire, appunto, le ragioni di una differenza così rilevante e macroscopica, dell'ordine non di un migliaio di unità, ma di 10 mila elementi in più rispetto ai 12 mila previsti.
Si pone un problema politico, Presidente; si pone infatti un interrogativo sui dati sui quali avrebbe riflettuto la Camera - e successivamente il Senato - e sulle valutazioni che avrebbe fatto nel caso in cui avesse da subito conosciuto la reale entità dei dati.
Lo stesso ministro annunciava, nella sua relazione alla Commissione giustizia, che, oltre a tali dati assoluti, si sarebbe dovuta considerare una proiezione relativa ad un aumento che nel futuro sarebbe intervenuto. Pensiamo infatti ad una persona condannata a quattro anni di reclusione alla quale, dunque, vengano condonati tre anni; ebbene, tale detenuto sconta l'ultimo anno che gli rimane e poi, l'anno successivo, esce per effetto dell'indulto. Quindi, un rilevante effetto moltiplicatore.
Presidente, l'Italia dei Valori ha mantenuto un atteggiamento negativo nei confronti dell'indulto non perché non volesse che i cosiddetti poveracci, le persone che sono in carcere per distrazione sociale, venissero scarcerati, ma perché riteneva più giusto che alcuni reati di maggiore rilievo sociale, come quelli contro la pubblica amministrazione e quelli finanziari, fossero esclusi dall'indulto, così come il voto di scambio mafioso.
Il fatto che le altre forze politiche non abbiano ritenuto di aderire a tale richiesta, che ci sembrava assolutamente logica e scontata, ci ha indotto ad esprimere un voto contrario sul provvedimento relativo all'indulto. Inoltre, eravamo anche preoccupati delle conseguenze che l'indulto avrebbe avuto nonché del numero effettivo di persone che sarebbero state scarcerate.
Ritengo che il Parlamento sia stato costretto a ragionare su una falsa presupposizione della realtà (falsa, naturalmente, non per volontà degli organi politici, che hanno semplicemente trasmesso al Parlamento i dati che le strutture tecniche hanno loro fornito). Sta di fatto che abbiamo ragionato in termini rilevantemente differenti e distanti rispetto alle previsioni e agli annunci che vi sono stati.
Ciò pone un problema serio, vale a dire il fatto che, quando si ragiona su questioni di così rilevante importanza, non si devono precipitare i tempi, non si devono accelerare le cose, bisogna procedere con una maggiore ponderazione, quantomeno per non ingenerare nell'opinione pubblica la sensazione che si sia voluto accelerare la decisione su questo tema pur in mancanza di dati che invece erano molto rilevanti.
Signor Presidente, questo punto sarà oggetto di una successiva valutazione politica, della quale ci riserviamo di interessare anche la Camera. Per il momento mi ritengo soddisfatto per la precisione e l'onestà dimostrate dal Governo nel rispondere a questa interpellanza, ma sonoPag. 72turbato dal fatto che vi è stato uno scostamento così rilevante, sul quale in ogni caso ci riserviamo una valutazione politica.