Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO SIEGFRIED BRUGGER SUL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 1608
SIEGFRIED BRUGGER. La nostra missione in Libano è conseguente alla risoluzione dell'ONU 1701 ed è stata resa possibile grazie al ruolo determinante che il nostro Governo ha svolto fra i paesi in conflitto per avviare il processo di tregua e di pacificazione sotto l'egida dell'ONU.
La responsabilità che il nostro paese ha assunto, con le nuove risorse destinate ad azioni umanitarie e gli interventi di cooperazione per lo sviluppo e il rafforzamento del contingente militare italiano nella missione UNIFIL, corrisponde ad un ruolo di equilibrio e di collaborazione che abbiamo saputo esprimere e sostenere, contro ogni ipotesi unilaterale e di isolamento europeo, nella complessa e grave evoluzione della situazione internazionale.
Gli sviluppi del conflitto israelo-libanese e le possibili, radicali, implicazioni nella regione hanno motivato l'iniziativa internazionale di pace posta in essere dal Governo italiano e la conseguente definizione di una politica multilaterale di intervento, che dopo molti anni ha restituito autorità e credibilità all'ONU.
È essenziale, come è nello spirito del provvedimento in esame, che l'elaborazione di interventi ulteriori e straordinari rispetto alle misure già adottate nel programma di cooperazione ordinario, sia avvenuta contestualmente alla definizione delle operazioni di carattere militare finalizzate alla realizzazione dell'area libera da combattenti e armamenti ed alla sua difesa e integrità, secondo le regole diPag. 85ingaggio definite dalla risoluzione ONU e che potrebbero essere ulteriormente rafforzate da una nuova iniziativa del Consiglio di sicurezza.
La nostra partecipazione nasce dalla consapevolezza delle cause che sono all'origine del conflitto israelo-libanese e delle complesse scelte da adottare affinché la difficile situazione interna al Libano possa evolversi verso il consolidamento della democrazia e il conseguente superamento del ruolo e dello scontro fra milizie di partito.
Opportunamente il ministro degli affari esteri, D'Alema, ha affermato che il consolidamento della democrazia in Libano deve fondarsi su «un monopolio statale della forza» affinché «la democrazia non sia insidiata da gruppi, da fazioni e da azioni violente e di natura terroristica».
Nel contempo, crediamo che il processo di pace debba avere come interlocutore essenziale il governo di Israele, a condizione che le garanzie di sicurezza dei suo confini e del suo popolo escludano che la situazione dell'area torni a quella preesistente il conflitto.
Integrità e sovranità del Libano e sicurezza di Israele sono dunque punti contestuali della azione multilaterale della comunità internazionale e dell'ONU, che il Governo italiano ha sostenuto.
L'adozione della risoluzione n. 1701 del Consiglio di sicurezza ha interrotto un processo di consolidamento di posizioni radicali nei paesi arabi moderati.
Tuttavia, esclusivamente il successo dell'azione della comunità internazionale e lo sviluppo del processo di pace possono arginare il ruolo delle milizie sciite di Hezbollah. È l'appello che ci giunge dai paesi arabi moderati, i quali ritengono che il rafforzamento del ruolo dell'ONU sia la sola prospettiva possibile per sostenere un processo negoziale di pace in quei territori. Princìpi ed obiettivi analoghi ispirano l'azione del Governo italiano e dell'Europa nei confronti della questione palestinese e l'auspicio è che le condizioni poste dalla comunità internazionale trovino pieno riconoscimento.
Il consenso di Israele alla risoluzione ONU e al ruolo della forza multinazionale ai confini con il Libano è un riconoscimento senza precedenti nella sua storia e potrebbe avere implicazioni più profonde, ai fini della ripresa di un processo negoziale sulla questione palestinese.
In questo spirito e con tali convinzioni, esprimiamo il voto favorevole delle Minoranze linguistiche al provvedimento.