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Discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2005 (Doc. VIII, n. 1); Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2006 (Doc. VIII, n. 2) (ore 9,40).
(Discussione congiunta - Doc. VIII, nn. 1 e 2)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione congiunta.
Ha facoltà di parlare il deputato questore, onorevole Albonetti.
GABRIELE ALBONETTI, Questore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, illustrerò i documenti del bilancio interno della Camera all'esame dell'Assemblea, rinviando, anche per ragioni di brevità, alle rispettive relazioni scritte per considerazioni più puntuali in ordine ai dati finanziari, nonché alla Relazione sullo stato dell'amministrazione del Segretario generale per i riflessi di tali dati sugli aspetti amministrativi.
Desidero innanzitutto sottolineare che il bilancio in esame è stato predisposto e approvato all'unanimità dall'Ufficio di Presidenza della scorsa legislatura nella riunione del 15 marzo 2006. La presentazione dei documenti in una fase così avanzata dall'esercizio discende dalle particolarità della procedura di approvazione del bilancio interno della Camera negli anni di passaggio di legislatura. È infatti prassi che negli anni in cui si tengono le elezioni politiche il progetto di bilancio interno venga predisposto e deliberato da parte degli organi collegiali della CameraPag. 2uscente, mentre l'approvazione in Assemblea avviene nella nuova legislatura, previo esame del Collegio dei questori e dell'Ufficio di Presidenza neoeletti.
Questo Collegio, pertanto, ha proceduto ad aggiornare il progetto di bilancio e l'allegato bilancio triennale 2006-2008, deliberato, come detto, dal precedente Ufficio di Presidenza il 15 marzo 2006. Tale progetto è stato quindi esaminato nella presente legislatura dall'Ufficio di Presidenza, che lo ha deliberato, ancora una volta all'unanimità, il 25 luglio 2006. La calendarizzazione è avvenuta nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo della scorsa settimana, la prima dopo la sospensione estiva dei lavori parlamentari.
In questa sede mi preme assicurare che il Collegio dei questori intende valorizzare pienamente la funzione che i documenti di bilancio sono chiamati a svolgere nella programmazione dell'attività amministrativa della Camera e pertanto assume fin d'ora, per quanto di propria competenza, l'impegno di predisporre il bilancio preventivo per il 2007 ed il rendiconto per il 2006 in tempo utile a permetterne la deliberazione nel rispetto dei termini regolamentari.
Il Collegio dei questori, nell'impostare le linee guida della propria attività, ha assunto come punto di riferimento la decisione dell'Ufficio di Presidenza della passata legislatura, del luglio 2003, di contenere la dinamica della dotazione finanziaria della Camera entro il tasso di incremento programmato del PIL nominale. Quella scelta, autonoma e responsabile, del massimo organo di direzione politica della Camera di adottare un parametro che rifletta la crescita dell'economia nazionale appare tuttora in grado di contemperare l'esigenza di buon andamento dell'istituzione parlamentare e la doverosa coerenza con gli indirizzi generali di finanza pubblica. È inutile nascondersi che il riferimento al PIL nominale è un vincolo stringente, che impone di proseguire senza incertezze la politica di rigore nella gestione del bilancio interno, già avviata negli anni passati.
L'Assemblea della Camera dei deputati si appresta a deliberare, secondo quanto previsto nel progetto di bilancio interno della Camera, una ulteriore riduzione della propria dotazione finanziaria per gli anni 2007 e 2008, nella misura, rispettivamente, di 7,2 milioni e di 8,8 milioni di euro. In tal modo, si intende corrispondere positivamente all'indirizzo di un complessivo contenimento delle spese che caratterizza la manovra finanziaria dello Stato per il triennio 2007-2009.
Una prima consistente riduzione della dotazione finanziaria della Camera per il 2007 e per il 2008 era stata operata nel settembre del 2005, diminuendo le previsioni originariamente formulate, anche in quella occasione al fine di corrispondere alle esigenze di contenimento della spesa, rispettivamente di 16,7 milioni di euro per il 2007 e di 26,3 milioni di euro per il 2008.
Con l'insieme di queste decisioni assunte nell'ultimo anno nel segno della riduzione del proprio fabbisogno, la Camera ha quindi realizzato una manovra complessiva di diminuzione di quasi 69 milioni di euro, che comprende anche la riduzione dell'indennità parlamentare nella misura del 10 per cento, prevista dalla legge finanziaria per il 2006.
La diminuzione della dotazione complessiva nel triennio prevista dal progetto è pari quindi al 2,3 per cento in meno della cifra inizialmente adottata per il triennio stesso. In particolare, la dotazione si riduce, per il 2006, da 945,5 milioni a 935,7 milioni di euro, con una contrazione di circa 9,8 milioni, che corrisponde a meno 1,04 per cento; per il 2007, da 985,7 milioni a 961,8 milioni di euro, con una contrazione di 23,9 milioni, pari a meno 2,42 per cento; per il 2008, da 1027,6 milioni a 992,5 milioni di euro, con una contrazione di 35,1 milioni, pari a meno 3,41 per cento.
La dinamica della dotazione si colloca, come detto, nei limiti dell'incremento programmato del PIL nominale, che, per il bilancio in esame, è quello indicato nel DPEF di luglio. Il tasso di incremento della dotazione della Camera è infatti pari alPag. 33,17 per cento nel 2006, a fronte di un incremento programmato del PIL nominale del 3,5 per cento; del 2,79 per cento nel 2007, a fronte del 2,80 del PIL nominale programmato (sono questi gli incrementi più contenuti tra quelli degli organi costituzionali); e, infine, del 3,19 per cento nel 2008, a fronte del 3,20 per cento del PIL nominale programmato.
Dal lato delle uscite, la previsione di spesa per l'anno 2006 è di 1023,1 milioni di euro. Se si depura la spesa dagli effetti connessi al cambio di legislatura e non si tiene conto delle risorse finanziarie allocate nei fondi di riserva, la dinamica di crescita risulta pari al 2,06 per cento.
La previsione di spesa per gli anni successivi indica un tasso di incremento pari, rispettivamente, all'1,98 per cento per il 2007 e al 2,51 per cento per il 2008, riportando così, dopo l'anno di cambio di legislatura, il trend della spesa a livelli percentuali di crescita inferiori a quelli del 2005.
Il richiamo ad una politica di bilancio rigorosa echeggia a sua volta un tema che non manca mai di suscitare accesi dibattiti e ricorrenti polemiche: il cosiddetto costo della politica, che peraltro non si riferisce solo alle spese della Camera dei deputati.
Dal punto di vista del Collegio, le spese di funzionamento della Camera rientrano più esattamente nel costo della democrazia. Con ciò non si intende naturalmente suggerire una strumentale distinzione tra politica e democrazia, perché, in particolare con riferimento a quest'aula, i due termini sono sinonimi; si vuole piuttosto sottolineare che gli organi di direzione politica della Camera - Ufficio di Presidenza e Collegio dei questori -, nell'ambito delle rispettive competenze, sono investiti della responsabilità del buon andamento di una delle principali istituzioni democratiche del nostro paese.
Compito dei questori, in particolare, è di sovraintendere alle spese della Camera; il nostro impegno è di far sì che le risorse disponibili siano utilizzate in vista del migliore svolgimento delle funzioni che la Costituzione assegna alla Camera nel suo complesso, ai gruppi parlamentari e a ciascun deputato.
Siamo i primi a ritenere che, se una spesa non è giustificata da esigenze istituzionali, deve essere eliminata, ma non possiamo essere d'accordo con chi cataloga sotto la voce «privilegi» qualunque spesa destinata ai deputati. Per affrontare il problema dei costi della democrazia, servono riflessioni costruttive, non pregiudizi. Esigenza del tutto diversa, e questa sì pienamente condivisa, è che le risorse della Camera siano utilizzate in modo efficiente, ulteriormente razionalizzando la spesa, evitando gli sprechi, calibrando gli impegni delle risorse in base agli effettivi impegni di attuazione.
In proposito, posso assicurare che il progetto di bilancio per il 2007, e prima ancora il programma per l'attività amministrativa, che deve essere approvato dal Collegio dei questori entro il 31 dicembre prossimo, si muoveranno esattamente lungo queste linee guida, in un quadro di continuità con le scelte degli organi collegiali della XIV legislatura. Occorre altresì far presente che il Collegio ha cercato di muoversi lungo le medesime linee guida già nei suoi primi mesi di attività. Sono stati infatti adottati indirizzi e prese decisioni per più versi in grado di consentire il miglioramento delle condizioni nelle quali i deputati sono chiamati a svolgere il loro mandato.
Ciò è stato fatto senza applicare in alcun modo quella comune scelta di responsabilità e di rigore cui prima accennavo, e si è tradotto in uno sprone continuo verso la definizione e l'applicazione di nuove pratiche, anche mediante il coinvolgimento, ogni volta che è stato possibile, delle scelte del collegio, in un confronto diretto ad individuare insieme le risorse più efficaci. Ciò è accaduto, solo per ricordare alcuni episodi, nella complessa vicenda dell'assegnazione degli spazi che pone l'individuazione delle particolari esigenze dei deputati eletti nella circoscrizione Estero.
Per quel che riguarda l'assegnazione degli spazi ai gruppi e ai componenti degliPag. 4organi politici di direzione della Camera, l'attuale situazione è da considerarsi provvisoria, in attesa di una soluzione definitiva che deriverà dalla delocalizzazione, tra pochi mesi, di alcuni uffici dell'amministrazione. È emersa comunque in questi mesi la necessità che la Camera si doti di un piano organico di utilizzo delle proprie dotazioni edilizie, per uscire dall'emergenza continua, sia attraverso il completamento delle ristrutturazioni in corso in alcune sedi, sia attraverso la sostituzione progressiva dei locali in locazione con locali nella diretta disponibilità dell'amministrazione.
Il Collegio dei questori si impegna pertanto a portare nei prossimi mesi all'attenzione dell'Ufficio di Presidenza un piano strutturale di razionalizzazione. Nel frattempo, chiediamo a tutti di collaborare il più possibile e ci scusiamo per i disagi e i sacrifici temporanei che sono stati richiesti. Il Collegio deve dare atto ai suoi interlocutori di aver mantenuto un atteggiamento aperto e collaborativo, consapevoli della difficoltà in cui si trova chi è chiamato a contemperare le giuste esigenze particolari in un quadro più ampio e complesso; atteggiamento peraltro indispensabile se si vogliono salvaguardare i caratteri di autonomia e di autogoverno che da oltre centocinquanta anni sono a fondamento della libertà parlamentare. Ritengo quindi utile, per la prosecuzione della discussione, dar conto ai colleghi di alcune iniziative concrete che sono state assunte dal Collegio negli ultimi mesi, nella prospettiva cui sopra accennavo.
Sono state installate, ad esempio, sedici postazioni informatiche presso il cosiddetto corridoio dei Presidenti, in tal modo triplicando il numero di postazioni condivise ad uso dei deputati nelle zone circostanti l'aula, dando con ciò attuazione ad un ordine del giorno presentato in occasione dell'esame dell'ultimo bilancio della scorsa legislatura. In relazione al tema dell'utilizzazione del computer palmare e della fruizione di servizi informatici via web, è in corso di elaborazione un progetto per rendere accessibile il sistema di posta elettronica da Internet anche attraverso protocolli diversi da quello web, nel rispetto dei vigenti standard di sicurezza informatica.
Segnalo altresì che è continuato il lavoro, già istruito durante la XIV legislatura, sul tema dell'asilo nido per la Camera. Nell'Ufficio di presidenza del 27 giugno, il Presidente ha chiesto alla vicepresidente Meloni di coordinare l'attività dell'Ufficio di presidenza su questo tema, in contatto con il Collegio dei questori e con il comitato per le pari opportunità, in fase di costituzione.
Il Collegio ha poi affrontato il problema dell'ammodernamento della sala stampa, segnalato dal consiglio direttivo dell'associazione stampa parlamentare, attivando le procedure necessarie. Si tratta peraltro di un impegno complesso, in particolare sotto il profilo professionale e logistico. Anche in questo caso, il Collegio intende percorrere la strada della condivisione delle scelte, ferme restando le proprie responsabilità. Nell'ottica del rigore finanziario cui ho più volte fatto cenno, è stato disposto un aggiornamento dei prezzi applicati al ristorante dei deputati e alla buvette, fermi dal gennaio 2002. Sempre in tema di ristorazione, venendo incontro ad esigenze da più parti segnalate, è stato consentito al personale dei gruppi di accedere alla mensa di Palazzo Marini. Inoltre, faccio presente che sono reperibili presso la buvette alcuni prodotti del commercio equo e solidale, la cui acquisizione è stata oggetto di diversi richieste.
Desidero sottolineare che il Collegio è attento alle esigenze di garantire un servizio sanitario sempre più efficiente, specie per gli interventi nelle situazioni di urgenza. Il tema è emerso in occasione di recenti episodi ed è stato già affrontato anche con alcuni colleghi con esperienza in campo medico, che devo ringraziare per la collaborazione offerta ai lavori del Collegio. Il Collegio intende proporre all'Ufficio di Presidenza la costituzione di un apposito comitato, come auspicato dai suddetti colleghi che si sono impegnati, al quale affidare il compito di elaborare indirizzi e formulare proposte per migliorare ulteriormente lo svolgimento del servizioPag. 5sanitario. Nel frattempo, in questa ottica, il Collegio sta esaminando la possibilità di stabilire un collegamento funzionale con strutture esterne di eccellenza sanitaria adeguate ad affrontare le urgenze.
Il Collegio segue con altrettanta attenzione le politiche gestionali relative al rendimento energetico degli impianti sia elettrici sia idraulici. A tal fine, infatti, l'amministrazione ha posto e pone in essere misure volte all'innalzamento degli standard tecnologici e all'utilizzo razionale delle risorse energetiche.
Vorrei rammentare inoltre che il Collegio è stato impegnato nella definizione delle attività necessarie per il restauro del fregio pittorico del Sartorio, un lavoro particolarmente impegnativo e complesso, per conservare un'opera d'arte unica, lunga ben 105 metri, alta 4 metri, composta da 50 pannelli. Nel corso dell'estate sono stati rimossi i pannelli originali e sostituiti con foto e riproduzioni. Si è trattato di un lavoro per il quale sono state utilizzate tecnologie di avanguardia, sia per quanto riguarda il ponteggio sospeso, sia per il supporto sul quale sono state stampate le foto, che temporaneamente sostituiscono i pannelli originali. Con l'occasione, si è proceduto anche al restauro dell'importante boiserie, disegnata dal Basile, che sorregge il pannello. Tra dodici mesi si procederà alla reinstallazione dei pannelli originali, che saranno restaurati dalla soprintendenza dei beni artistici del Lazio.
Il Collegio, sia in questa sia nella precedente legislatura, ha altresì seguito i delicati lavori di ristrutturazione della facciata di Palazzo Montecitorio, svolta in accordo con il Ministero dei beni e delle attività culturali, e nell'ambito del restauro sono stati sostituiti tutti gli infissi ed è stato riposizionato il sistema di illuminazione. Con l'occasione, riteniamo di dover ringraziare il sovrintendente per i beni artistici del Lazio, il Ministero dei beni e le attività culturali, il Ministero delle infrastrutture, in particolare i servizi integrati delle infrastrutture e trasporti del Lazio, per l'impegno anche finanziario che hanno profuso e che tanto ha contribuito alla realizzazione dei restauri del fregio e della facciata.
Ritengo doveroso dar conto, sia pure in estrema sintesi, di quanto è stato fatto da questo, ma anche dal precedente Collegio, in adempimento di ordini del giorno accolti nel corso dell'approvazione del bilancio interno del 2005. Rammento che numerosi atti di indirizzo si sono occupati di problematiche relative al reclutamento del personale, con particolare riferimento alla proroga delle graduatorie dei concorsi già svolti. Tali ordini del giorno hanno ricevuto adempimento con le deliberazioni dell'Ufficio di Presidenza, che ha stabilito di mantenere aperte le graduatorie dei concorsi per assistente parlamentare, per consigliere parlamentare sia della professionalità di biblioteca sia di professionalità generale e quella della prova di qualificazione per operai con mansioni di addetti a reparto barberia. Si potrà poi far fronte alle segnalate carenze organiche attraverso l'espletamento delle prove di qualificazione già effettuate per l'assunzione a contratto di collaboratori tecnici addetti ad impianti di riscaldamento e ai reparti telefonici.
Nella scorsa legislatura è stato sollevato il tema di un adeguamento del contributo unico ai gruppi parlamentari. Ad inizio di questa legislatura, con la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del 17 maggio 2006, n. 1, si è intervenuti sulla materia del contributo unico, rivedendo gli importi di alcuni scaglioni. La ricordata deliberazione dell'Ufficio di Presidenza ha stabilito che questi incrementi assorbono ogni altro adeguamento del contributo fino al 31 dicembre 2008.
Un'ordine del giorno chiedeva la promozione di iniziative per garantire la disponibilità del collegamento on line alla rete interna intra.camera dell'agenzia di stampa Il Velino e della banca dati Dea Ansa. In proposito, preciso che sin dall'aprile 2005 è disponibile su Internet, attraverso il circuito Telpress, il notiziario dell'agenzia Il Velino, mentre la disponibilità della banca dati Dea Ansa potràPag. 6essere acquisita nell'ambito della ridefinizione complessiva del rapporto con l'agenzia Ansa.
Un altro ordine del giorno aveva posto una serie di questioni in tema di monitoraggio della qualità dell'aria, dell'efficienza dei sistemi di filtrazione e del monitoraggio del condizionamento. Nei locali dei palazzi della Camera vengono svolte periodicamente indagini ambientali e i risultati delle analisi eseguite nel 2005 hanno evidenziato nel complesso una situazione più che soddisfacente per quanto riguarda specificamente l'aula: sono state ripetutamente esaminate le condizioni microclimatiche e la concentrazione dei principali inquinanti dell'aria in corso di seduta. L'analisi ha evidenziato l'efficacia del sistema di filtrazione dell'aria esterna, nonché una buona situazione microclimatica.
Passando ai temi relativi all'informatica, rammento che un ordine del giorno chiedeva il mantenimento, anche per i deputati non più in carica che ne facciano esplicita richiesta, dell'indirizzo di posta elettronica con l'account Camera. Le richieste di accesso sono state tutte soddisfatte e il Collegio ha consentito il mantenimento dei dati fino all'ottobre 2006.
Un altro ordine del giorno segnalava l'esigenza di rendere disponibile l'accesso anche dal sistema esterno alla rassegna stampa quotidiana, sezione articoli del giorno. L'accesso tramite Internet è possibile per i deputati sin dal luglio 2005.
Un'ordine del giorno aveva chiesto che la fornitura di agende e agendine in pelle fosse sostituito o integrato con pezzi in tessuto o altro materiale sintetico. In adempimento a tale ordine del giorno, la fornitura per l'anno 2006 prevede 2.500 ricambi per agende da tavola in materiale sintetico, anziché in pelle, nonché mille agendine annuali, anche esse in materiale sintetico.
Infine, un ordine del giorno chiedeva di completare il programma di digitalizzazione degli atti parlamentari. Entro l'autunno del 2006 saranno disponibili per la consultazione sul sito Internet i motori di ricerca fino alla VII legislatura, nonché tutte le schede dei lavori preparatori per i diversi procedimenti. Per le legislature VIII, IX e X, la digitalizzazione degli indici e la predisposizione dei motori saranno completate entro la primavera del 2007.
A questo punto della mia relazione introduttiva, non mi resta che passare ad una breve esposizione dei dati essenziali del conto consuntivo per il 2005, predisposto e deliberato dagli organi collegiali della scorsa legislatura, e all'illustrazione del progetto di bilancio per il 2006. Esaminando i principali dati finanziari relativi al conto consuntivo per l'anno 2005, e ribadendo il rinvio, per una più analitica esposizione, alla relazione stampata dei deputati questori della XIV legislatura, devo in primo luogo segnalare che la gestione di competenze si è chiusa in sostanziale equilibrio, facendo registrare un saldo netto positivo per complessivi 3,7 milioni di euro. Tale saldo positivo, unitamente alla cancellazione dei residui dell'esercizio precedente per circa 13,6 milioni di euro, ha portato ad un risultato di amministrazione finale positivo di circa 17,3 milioni di euro, contribuendo, assieme alla dotazione annuale a carico del bilancio dello Stato, alla determinazione delle risorse disponibili per gli esercizi finanziari successivi.
Le entrate effettive relative ai Titoli I (entrate derivanti dai trasferimenti dello Stato) e II (entrate integrative), su una previsione definitiva di 946,4 milioni di euro, hanno fatto registrare accertamenti per complessivi 949,2 milioni di euro, evidenziando un maggior gettito di 2,8 milioni di euro, mentre gli incassi, pari a 948,1 milioni di euro, hanno determinato la formazione di residui attivi per 1,1 milioni di euro.
Sul versante della spesa, le cui previsioni complessive, Titolo I (spese correnti) e II (spese in conto capitale), ammontano a 979,3 milioni di euro, si sono invece registrati impegni per 945,5 milioni di euro, pari al 96,54 per cento degli stanziamenti, ed economie per 33,8 milioni. I pagamenti, pari a 886,1 milioni, rappresentano il 93,71 per cento degli impegni assunti.Pag. 7
Per quanto concerne la struttura del documento relativo al conto consuntivo, ritengo che debbano essere evidenziate due innovazioni introdotte nel corso della passata legislatura, vale a dire l'utilizzo delle tecniche del bilancio di missione e la redazione di un prospetto di sintesi degli inventari, con relativa valorizzazione dei beni durevoli, le quali tecniche, da un lato, costituiscono un ammodernamento delle modalità di rappresentazione e comunicazione del bilancio interno e, dall'altro, potranno contribuire a rafforzare l'efficienza dell'azione amministrativa attraverso il miglioramento della programmazione e della gestione degli interventi di acquisizione e di manutenzione del patrimonio mobiliare della Camera.
Trattandosi di dati riferiti alla scorsa legislatura, non ritengo in questa mia relazione introduttiva di soffermarmi dettagliatamente sugli aspetti amministrativi della gestione dell'esercizio 2005, né di ripercorrere ulteriormente i principali interventi effettuati, del resto già ampiamente descritti nella relazione stampata e distribuita con il conto consuntivo in esame.
Passando al preventivo per il 2006, il bilancio oggi all'esame rappresenta un aggiornamento di quello deliberato il 15 marzo scorso dall'Ufficio di Presidenza della XIV legislatura sia sul versante dell'entrata che su quello della spesa.
Per quanto riguarda le entrate, il Collegio dei questori e l'Ufficio di Presidenza, come evidenziato all'inizio del mio intervento, hanno ritenuto di confermare l'orientamento formulato nella passata legislatura, volto a mantenere la crescita della dotazione, compatibilmente con le esigenze di funzionamento dell'istituzione entro i limiti dell'incremento programmato del PIL nominale, nella misura indicata dal Governo nel Documento di programmazione economico-finanziaria.
In considerazione di tale decisione, si è quindi provveduto ad allineare la dinamica della dotazione del triennio al nuovo quadro macroeconomico contenuto nel DPEF per gli anni 2007-2011, che - come noto - ha ridotto le previsioni relative alle percentuale di crescita del PIL nominale in precedenza programmato, come dianzi illustrato.
Sul versante della spesa, in considerazione anche della circostanza che l'avvicendamento conseguente al cambio di legislatura è avvenuto in una fase avanzata dell'esercizio, il Collegio ha ritenuto di doversi limitare ad aggiornare le previsioni contenute nei documenti di bilancio, al fine di tenere conto delle deliberazioni assunte successivamente al 15 marzo dagli organi collegiali della XIV e della XV legislatura. Pertanto, il progetto di bilancio riflette sostanzialmente gli obiettivi del programma dell'attività amministrativa approvato dal precedente Collegio nel dicembre 2005.
Come ho già detto, i nuovi obiettivi dell'attività amministrativa potranno trovare precisa definizione anche sotto il profilo finanziario solo nell'ormai prossima fase di costruzione del progetto di bilancio per il 2007.
Per quanto riguarda i principali dati finanziari del triennio 2006-2008, ricordo che la dotazione del 2006 ammonta a 935,7 milioni di euro e cresce rispetto al 2005 del 3,17 per cento, in misura, come ho già detto, inferiore alla crescita della PIL nominale programmato, aggiornata nell'ultimo DPEF al 3,5 per cento.
Per quanto concerne la spesa, sia quella di parte corrente che quella di parte capitale ammontano complessivamente a 1023,1 milioni di euro. La dinamica di crescita rispetto al 2005 di tale aggregato risente del fatto che una parte della spesa della Camera è direttamente collegata all'incremento di alcune voci per il cambio di legislatura, da quelle necessarie per far fronte all'attività della Giunta delle elezioni a quelle dovute all'aumento nel numero degli aventi diritto all'assegno vitalizio.
Depurando la spesa dagli effetti fisiologicamente connessi allo svolgimento nel 2006 delle elezioni politiche, e se non si tiene conto delle risorse finanziarie allocate nei fondi di riserva, la dinamica di crescita risulta pari al 2,06 per cento, con un andamento inferiore di quasi un puntoPag. 8percentuale rispetto a quello previsto nel 2005, nel quadro di un trend pluriennale di contenimento della spesa.
Le somme allocate nel Fondo di riserva di parte corrente sono pari a 16,3 milioni di euro, mentre quelle iscritte nel Fondo di riserva di parte capitale ammontano a 9,7 milioni di euro e rappresentano nel loro complesso il 2,54 per cento del totale delle spese recate dai Titoli I e II.
Anche per il biennio 2007-2008, come già anticipato, la dinamica della dotazione si muove al di sotto del tasso programmato dell'incremento del PIL nominale.
La dotazione per il 2007 è stata, infatti, ridotta a 961,8 milioni di euro, con un incremento rispetto al 2006 del 2,79 per cento, mentre quella per il 2008 è prevista nella misura di 992,5 milioni di euro, con un incremento rispetto all'anno precedente pari al 3,19 per cento.
Negli stessi anni si prevede una crescita della spesa effettiva rispettivamente dell'1,98 per cento e del 2,51 per cento, riportandosi - dopo l'esercizio caratterizzato dalla consultazione elettorale - su livelli percentuali di crescita inferiori a quelli del 2005.
L'ammontare delle risorse allocate nel Fondo di riserva per le spese obbligatorie o impreviste di parte corrente per l'anno 2007 risulta pari a 14,3 milioni di euro, mentre le risorse allocate nel Fondo di riserva per spese impreviste di parte capitale sono pari a 7,8 milioni di euro. Nel 2008 l'ammontare dei medesimi fondi risulta pari rispettivamente a 16,6 milioni di euro ed a 6,2 milioni di euro. Si tratta di importi non elevati, la cui entità, come sottolineato nella relazione scritta, richiede un'attenta politica di bilancio, un'accurata selezione di obiettivi e priorità, un continuo monitoraggio della spesa ed una costante attenzione ai profili di efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa, temi sui quali il Collegio è già impegnato ed auspica di trovare pieno sostegno nell'Assemblea.
A conclusione di questa relazione, desidero, anche a nome degli altri questori, ringraziare il Presidente, tutto l'Ufficio di Presidenza, il segretario generale, i vicesegretari, l'intero vertice dell'amministrazione, tutto il personale per il preziosissimo supporto fornito al nostro lavoro a garanzia di una buona amministrazione e di un buon funzionamento di questa istituzione e dei nostri lavori parlamentari (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Franco Russo. Ne ha facoltà.
FRANCO RUSSO. Signor Presidente, la ringrazio per avermi dato la parola, ma ringrazio anche il gruppo di Rifondazione Comunista che mi ha delegato ad intervenire in questo dibattito che ritengo particolarmente importante.
Infatti, discutere dell'amministrazione della Camera e del suo bilancio, consuntivo e preventivo, significa, in verità, parlare di un istituzione parlamentare che, per quanto depotenziata nelle sue funzioni, come fra poco dirò, è un elemento centrale nel sistema della rappresentanza nazionale e, quindi, complessivamente nel sistema democratico.
Signor Presidente, mi soffermerò sul funzionamento del Parlamento e delle leggi e sui rapporti con la Comunità europea.
Mi facilita il compito di intervenire in questo dibattito un recente saggio del segretario generale della Camera, dottor Zampetti, il quale ha svolto delle riflessioni in relazione al Parlamento, di fronte alla trasformazione dei sistemi normativi. Con molta schiettezza e trasparenza, senza quindi nasconderci nulla, in questo saggio si mettono in evidenza alcuni fenomeni che sono davanti agli occhi di tutti e bene ha fatto il dottor Zampetti!
Il primo elemento è che vi è stata una procedimentalizzazione legislativa dei processi decisionali che distribuiscono i compiti tra una molteplicità di atti e di poteri che vanno dalle regioni fino all'Unione europea. In tale contesto, la legge ha assunto sempre più una natura organizzatoria. È diventata una legislazione complessa, in cui, non immediatamente, il Parlamento interviene nelle decisioni finali relative a provvedimenti, ma stabilisce lePag. 9procedure, i metodi, le funzioni che i diversi organi sono chiamati a svolgere.
In tale quadro - e si tratta di una considerazione che intendo sottolineare in maniera particolare -, la funzione del Governo è venuta sempre più primeggiando. Vorrei infatti rilevare che si tratta non più del ricorso alla decretazione delegata od ai decreti-legge da parte dell'Esecutivo, bensì dell'impostazione con la quale viene condotta l'attività legislativa. Per tale motivo, mi sembra particolarmente importante riflettere sulle modalità di funzionamento della Camera dei deputati, vale a dire sul modo con cui essa organizza le proprie procedure conoscitive, informative e deliberative.
A mio avviso, quindi, vi è un nodo di fondo da affrontare; ovviamente, non sarà l'unico, ma sono dell'opinione che si tratti dell'elemento discriminante. Infatti, nel momento in cui la decisione pubblica non ruota più intorno alla legge approvata dal Parlamento - e, dunque, lo Stato legislativo che abbiamo ereditato dall'Ottocento e dal Novecento viene superato attraverso procedimenti di governance -, ritengo molto importante e significativo svolgere una riflessione sul ruolo della Camera dei deputati, nonché sulle modalità con cui assumiamo le nostre decisioni.
In tale ottica, quella che definisco la tecnostruttura della Camera - intendendo non solo gli uffici che svolgono una funzione amministrativa, ma anche gli organi che collaborano immediatamente nell'accumulazione di dati conoscitivi (perché, come affermava Luigi Einaudi, conoscere è fondamentale per deliberare) -, a mio giudizio, ha compiuto alcuni passi in avanti ed ha acquisito una posizione di eccellenza nel nostro paese.
Parlo di un ruolo di eccellenza perché, nel momento in cui il Parlamento è chiamato a decidere - ed è l'esperienza quotidiana di tutti noi, con tutto il rispetto che nutro per la funzione elettiva -, sappiamo che la fonte informativa grazie alla quale prendiamo le nostre decisioni in sede sia di Commissione sia di Assemblea risulta basilare per poter deliberare con cognizione di causa.
Vorrei allora ribadire che la tecnostruttura della Camera ha fornito, ed offre tuttora, prestazioni di assoluta eccellenza in ordine a tale base conoscitiva e informativa, altrimenti credo che il nostro prodotto legislativo avrebbe una bassa qualità. Invece, ha mantenuto i suoi standard qualitativi grazie, appunto, allo sforzo di strutture come il Servizio biblioteca ed il Servizio studi.
Non sono un parlamentare di vecchia data come l'onorevole Boato, tuttavia ricordo quando, negli anni Ottanta, venne costituito il Servizio del bilancio dello Stato presso la Camera dei deputati, il quale ebbe la forza e la capacità di rappresentare il contraltare rispetto alle uniche due strutture elaborative del bilancio, vale a dire la Banca d'Italia e la Ragioneria generale dello Stato. Oggi, invece, disponiamo, assieme al Senato della Repubblica, di un Servizio del bilancio che ci mette in grado non solo di compiere un'opera di verifica, ma di essere anche un soggetto dialettico nella comprensione e nell'analisi dei dati della contabilità pubblica.
Ho voluto citare il Servizio del bilancio dello Stato, ma potrei anche ricordare gli altri Servizi che operano in ambiti legislativi, per comprendere quanto la raccolta e l'elaborazione delle informazioni sia per noi particolarmente importante. Vorrei evidenziare che tutto ciò è stato accompagnato dall'implementazione di processi di informatizzazione, e siamo consapevoli che essi mettono a disposizione in tempo reale i dati basilari per assumere le nostre determinazioni. Non posso che giudicare positivamente, quindi, il modo in cui le strutture della Camera agiscono.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI (ore 10,15)
FRANCO RUSSO. Credo che faranno bene l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei questori a potenziare le funzioni che l'apparato della Camera dei deputati esercita.Pag. 10
Qual è, tuttavia, il punto che intendo sottolineare nella nostra discussione? Si tratta di una questione che riguarda non solo la Camera, ma anche, in modo immediato, le forze politiche. Mi domando, infatti: come viene selezionata la base conoscitiva? In altri termini, qual è effettivamente l'ambito in cui vengono raccolti i dati?
Certo, gli uffici della Camera non possono che riferirsi ad alcune grandi agenzie produttive di conoscenza, in questo svolgendo, lo ripeto, una funzione assolutamente neutrale. Infatti, quando ci si riferisce alla Ragioneria generale dello Stato, alla Banca d'Italia, all'ISTAT o alle altre grandi agenzie, come il CNEL, alle regioni o alle banche dati di altre grandi strutture che operano nel nostro paese, è ovvio che l'apparato della Camera si rivolga ad un numero abbastanza selezionato di fonti conoscitive. Ripeto, non è un loro limite, ma quanto è possibile fare. Anzi, noto una tendenza da parte dell'apparato di impadronirsi e mettere a disposizione del Parlamento, della Camera specificatamente, dati conoscitivi che ci consentano di aver cognizione dei fatti che debbono essere oggetto della legislazione.
Onorevoli colleghi, secondo me il punto è questo. Nel momento in cui sono venuti a cadere i partiti e le grandi organizzazioni di massa, la produzione di conoscenza, su cui il Parlamento si commisura, a mio avviso, diventa parziale e questo voglio dirlo con molta nettezza. Ripeto, non è una critica all'apparato della Camera, ma alle forze politiche e parlamentari. Signor Presidente, poiché tali forze hanno ormai fatto un'opzione - senza escludere neanche il partito a cui appartengo, - cioè fondamentalmente quella di essere delle strutture elettorali (non vorrei dire dei comitati elettorali), in cui è ormai invalso il partito cosiddetto «leggero» ed è ormai prevalente la comunicazione virtuale unidirezionale dall'alto verso il basso, credo che la base conoscitiva su cui il Parlamento si commisura e che utilizza sia ristretta. Credo che quelle che un tempo e che ancora oggi si chiamano le domande sociali non trovino più un filtro, una mediazione, un canale di comunicazione con il sistema parlamentare. Questo vale nel Parlamento e, con minor ragioni facilmente intuitive, con le regioni e con i comuni. Ovviamente, più discendiamo verso il basso più la pressione sociale nei confronti delle istituzioni si fa forte e più è possibile filtrare, mediare, canalizzare domande della società.
Secondo me, questo è il grande tema in cui ci troviamo ad operare. Quando prendiamo atto - ripeto, la descrizione fatta dal dottor Zampetti è assolutamente preziosa - delle nuove modalità della legislazione, del fatto che l'apparato tende a connettersi con l'Unione europea e con le regioni e, quindi, ad accumulare dati di diversa provenienza, penso che, nel momento in cui la Camera decide - questo è relativo alla nostra prima grande missione, cioè la legislazione - la nostra base conoscitiva sia ristretta. Sulla causa occorre fare una riflessione su noi stessi, cioè come è possibile recuperare non il partito «pesante». Avendolo vissuto, conosco il partito «pesante» - e anche quanto di distorsione e di mediazione, fatta attraverso la lente della lotta politica, venissero fatte delle domande sociali, quanto tempo si sprecava nei conflitti, nella guerra di parole, come diceva Tucidide, vale a dire quanto la lotta politica esaurisse le energie e i tempi della discussione -, ma non posso non ricordare come fossero attivi all'interno dei partiti e dei sindacati, che rimangono le ultime agenzie sociali capaci di produrre conoscenza. Infatti, nelle audizioni si fa spesso riferimento ai sindacati e spesso i loro comunicati, le loro sottolineature o le messe in evidenza dei provvedimenti legislativi sono abbastanza ricche, ma, a mio avviso, hanno dei grandi limiti.
Non a caso, ci troviamo di fronte alla proliferazione degli uffici studi, che assolutamente svolgono una funzione utile e nobile di conoscenza e di verifica. Quindi, le fondazioni - non quelle bancarie, ma quelle culturali - diventano lo strumento per tentare di approvvigionarsi di dati sociali.Pag. 11
Questo è un grande tema, che riguarda direttamente i gruppi parlamentari e le formazioni di partito. Se continueremo ad avere partiti con una struttura leggera, ritengo che la base su cui si prenderanno le decisioni pubbliche sarà sempre più neutrale, fondata su tecnostrutture: e fossero sempre come quelle della Camera, ispirate al principio di neutralità! Soprattutto dopo che, nonostante il voto contrario di Rifondazione Comunista, si è optato per il sistema maggioritario ed il bipolarismo, tale compito è affidato alle grandi burocrazie dei ministeri, ai grandi apparati come quelli della Banca d'Italia e dalla Ragioneria generale dello Stato, agli apparati conoscitivi delle grandi imprese. Questo è l'altro elemento che vorrei sottolineare: nell'ambito di tale presunta neutralità della base conoscitiva intervengono soggetti attori, quali appunto le imprese. Ciò grazie al rovesciamento negli ultimi anni del rapporto tra economia e politica, e grazie al fatto che le imprese, attraverso le procedure di governance (che tutti quanto ormai accettano), sono chiamate legittimamente a prendere parte al procedimento decisionale ai diversi livelli.
Non si tratta più di lobbysmo, non si tratta più di ciò che ha descritto Il Sole 24 Ore negli anni Cinquanta, quando con la FIAT, l'IRI e le grandi banche si decise di realizzare la grande opera infrastrutturale delle autostrade nel nostro paese. Leggete quel bell'articolo de Il Sole 24 Ore: allora, si trattava di lobbysmo. L'ingegner Valletta, una volta alla settimana, veniva a Roma per decidere con le direzioni generali e l'IRI il tracciato, i tempi e le modalità dell'opera. Allora, peraltro, questa opera di lobbysmo, al di là degli effetti ecologici, comunque coincideva con gli interessi generali del paese. Infatti, si registrarono uno sviluppo della motorizzazione ed uno sviluppo infrastrutturale. Ma, oggi, gli interessi che agiscono attraverso le imprese che prendono parte ai processi di governance come sono controllati e chi li controlla?
Lo ripeto: partendo dalle considerazioni svolte nella relazione ed utilizzando gli apporti del Segretario generale, pongo una grande questione (e non deve sembrare che la montagna partorisca il topolino): come cercare di allargare l'orizzonte delle nostre fonti conoscitive. Dobbiamo prendere atto di un fatto che non deve sembrare di stampo movimentista. Prendo parte, nei limiti delle mie possibilità, ai movimenti sociali. Penso che, dalle audizioni all'acquisizione di documentazione, dobbiamo fare in modo che il Parlamento entri direttamente in contatto con i comitati e gli organismi territoriali, perché è lì che oggi si produce conoscenza sociale o, perlomeno, si produce domanda sociale.
Onorevoli colleghi, rispetto alla questione della TAV, ritengo che i più grandi esperti in materia siano, per un verso, il ministro pro tempore Di Pietro, ma per l'altro, a mio avviso, proprio il comitato TAV che si è mobilitato in Piemonte. Non a caso - non svelo alcun segreto - i gruppi parlamentari, quando vogliono proporre uno strumento in Parlamento, giustamente acquisiscono da questi comitati dati e informazioni. E non è un fenomeno soltanto italiano. Ormai, sul territorio nazionale si registra l'espandersi di organismi che si occupano di diverse questioni, dal ponte sullo stretto di Messina, al problema dei rifiuti, dell'energia e dei gassificatori. Non c'è questione fondamentale - non stiamo parlando della vecchia fontanella, di interessi particolari, ma di grandi temi - su cui i cittadini non si organizzino.
E perché i cittadini si organizzano direttamente? Si tratta soltanto di quelle che i tedeschi chiamavano le Bürgerinitiativen, organizzate per difendere i propri interessi? Io penso che svolgano anche un ruolo di supplenza rispetto ai partiti. Se questi ultimi non sono più in grado di misurarsi con le domande che vengono dalla società, ma soltanto con le proprie (essendo i partiti sempre più autoreferenziali), il Parlamento - al riguardo, rivolgo un invito ai questori, all'apparato della Camera e a chi lo dirige - deve trovare i canali per impossessarsi delle istanze, delle domande, delle conoscenze provenienti dagli organismi differenziati. So che si tratta di un lavoro non facile: ovviamente,Pag. 12un conto è telefonare al CNEL o ad una regione, un altro conto è monitorare permanentemente e selezionare in maniera neutrale; insomma, non si tratta di rivolgersi semplicemente a comitati, per acquisire pareri od orientamenti, ma si tratta di mettere a disposizione dell'intero Parlamento, e dunque delle diverse opzioni ideali e politiche, delle basi di conoscenza.
E potrei anche continuare. Ad esempio, quando discutiamo di energia e del solare, come si fa a non prendere in considerazione le esperienze della Lombardia o della Sicilia? O prendiamo a riferimento semplicemente i tecnici? Con tutto il rispetto per la conoscenza scientifica, ricordo che, quando si trattò di fare un'opzione a proposito del nucleare, anche gli scienziati furono nuclearisti. Allora, anche la scienza non ci consegna una conoscenza neutrale. Intendo dire che non dobbiamo avere paura di «contaminarci» con quanto viene prodotto a livello di società, a livello di base.
Questa era la mia prima istanza. La seconda - non voglio rubare molto tempo ai colleghi che desiderano intervenire - concerne il rapporto con l'Unione europea (naturalmente, dalla cosiddetta legge La Pergola in poi, questa è materia di legge). Da questo punto di vista, penso che dobbiamo accentuare i processi informativi tra Parlamento nazionale ed organismi europei. So che abbiamo un ufficio a Bruxelles e che è stato istituito un servizio apposito - e ciò dimostra la raffinatezza degli strumenti che la Camera si è data - ma, prendendo spunto dalle ultime decisioni del Consiglio europeo (tenutosi, se non ricordo male, a giugno), nelle quali si mettevano in relazione i Parlamenti nazionali con le decisione della Commissione, per rendere gli organismi rappresentativi nazionali immediatamente edotti delle decisioni in fieri in sede europea, penso che, nella fase ascendente, dobbiamo avere una capacità di controllo delle decisioni della Commissione molto più accentuata. La cosiddetta legislazione organizzata si muove tra interventi degli esecutivi nazionali e predisposizione delle direttive e dei regolamenti da parte della Commissione europea. Se non interveniamo in questo segmento temporale del processo decisionale, penso che non saremo in grado di esprimerci efficacemente. Allora, ritengo che i questori debbano dedicare particolare attenzione anche al potenziamento, mediante la destinazione di fondi, dei predetti strumenti di conoscenza e degli apparati predisposti per l'acquisizione dei dati.
Ancora due semplicissime considerazioni. Io penso - e il mio gruppo è d'accordo - che non debbano essere innalzate le soglie retributive (cosa che, peraltro, non è avvenuta e non dovrà avvenire in futuro): gli stipendi dei parlamentari sono più che sufficienti; anzi, penso che, tendenzialmente, gli investimenti della Camera dovranno spostarsi dalla moneta sonante ai servizi. In particolare, ritengo che vadano esaltati tutti i processi formativi ed informativi di cui i singoli parlamentari sono dotati. Vorrei fare una piccola notazione: il ruolo dell'informatica va esaltato, ma anche la lettura del cartaceo rimane importante. Per esempio, aver tolto la disponibilità dei ripiani di tutti i tavoli in cui si poteva leggere nel cosiddetto corridoio dei presidenti, penso che sia stata una scelta un po' eccessiva. Infatti, se si vuole leggere un documento ovvero un libro, o scelgo di andare nella sala lettura - dove però ci sono i giornali - oppure non si sa dove potersi recare per trovare degli appositi spazi per la lettura.
Credo inoltre che continuare ad investire nella biblioteca sia importante: quando richiedo dei libri, molto spesso mi sento rispondere che i bilanci della biblioteca sono ristretti e molto vincolati. Questo è un errore perché, ovviamente con la giusta selezione, noi dovremmo fare in modo che la biblioteca abbia tutti i supporti finanziari necessari. Infatti, non basta Internet o l'informazione elettronica, ma serve acquisire quelli che rimangono punti fermi e stabili.
Mi si consenta una civetteria e concludo, Presidente: so che la biblioteca è un servizio splendido e meraviglioso, peraltroPag. 13funziona splendidamente, tuttavia, ad esempio, manca dell'opera di Condorcet, che non è di certo un rivoluzionario che debba essere escluso. So che l'ultima edizione del 1848 è stata semplicemente ristampata e la biblioteca della Camera non può mancare di un'opera come questa. Era una civetteria per dirvi che, secondo me, investire in libri ed acquisizione di documenti significa estendere anche gli ambiti della nostra conoscenza. Infatti, la biblioteca, dall'ambito giuridico e storico si è estesa anche a quello economico e scientifico. Tali aspetti vanno esaltati: non dobbiamo negarci che le nuove discipline interagiscono anche con i processi legislativi come la bioetica e la biologia, tutte discipline che non godevano di ampia considerazione da parte di chi era addetto all'acquisizione dei libri. So che questo richiede denaro, ma ritengo sia un denaro ben speso. La ringrazio, Presidente.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole, anche per le indicazioni bibliografiche.
È iscritto a parlare l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.
GIACOMO STUCCHI. Presidente, mi permetto di aprire con una battuta: evidentemente se nessuno fino ad ora si era accorto della mancanza, presso la biblioteca della Camera, della pubblicazione di Condorcet probabilmente è perché non è ritenuta essenziale. Poi, per carità, si può sicuramente porre rimedio ad una carenza così grave, perché tutta la cultura va rispettata. Tuttavia, abbiamo forse altri problemi più importanti da affrontare in questo dibattito: conto consuntivo 2005, progetto di bilancio 2006, progetto triennale 2006-2008. Il questore Albonetti ha illustrato una filosofia che vuole e deve essere seguita, vale a dire quella di utilizzare le risorse in modo produttivo e che, ad ogni euro speso, deve corrispondere un servizio aggiuntivo per i deputati. Questo sì che è un modo di operare e che può portare risultati positivi all'Assemblea, ma anche alle persone che lavorano, i nostri collaboratori, i funzionari e tutti coloro che sono essenziali per poter lavorare al meglio all'interno di questo ramo del Parlamento. Anche sul discorso legato all'affermazione «meno privilegi, più servizi» (spesso si parla di privilegi in modo improprio, perché sono servizi che vengono messi a disposizione dei deputati; si dovrebbe dire «meno soldi ai deputati, ma più servizi») occorre riflettere. Diciamolo francamente: vi sono delle situazioni in cui, a volte, dobbiamo far finta di non vedere ciò che sta accadendo. Ce lo ricorda anche una collega della Margherita che la settimana scorsa ha scritto su un quotidiano, denunciando, ad esempio, la gestione dei fondi dati per i collaboratori e l'attività sul territorio.
Questo è un problema che noi non possiamo eludere e dobbiamo affrontare di certo.
Esistono, peraltro, realtà differenti. Alcuni colleghi, infatti, pur non avendo collaboratori, ahimé, comunque percepiscono questi fondi, che dovrebbero essere assegnati loro per coprire tali spese: se non hanno collaboratori, sarebbe giusto che non avessero queste risorse. Esiste, poi, un ulteriore aspetto che, se vogliamo, è delicato ma per altre ragioni: mi riferisco alla assunzione, per così dire, da parte di due o tre colleghi deputati, di un unico assistente parlamentare, che lavora per 10 ore al giorno, è retribuito con 600 o 900 euro al mese e, magari, la sua assunzione non è neppure in regola con le norme vigenti, cioè è una assunzione «in nero». Allora, un controllo dovrebbe essere effettuato, bisognerebbe trovare un sistema che impedisca questo tipo di situazioni. È interesse nostro, per tutelare l'immagine della Camera dei deputati; è interesse nostro, per tutelare la funzionalità della Camera dei deputati; è interesse nostro perché, se noi diamo il buon esempio, non possiamo essere attaccati da altre istituzioni pubbliche o soggetti privati che ci chiedono di guardare a quello che facciamo in casa nostra, prima di pretendere di imporre alcunché in casa loro, e ci chiedono di fare un esame di coscienza e di sistemare, innanzitutto, i nostri problemi interni. AbbiamoPag. 14affrontato tale questione in sede di Ufficio di Presidenza, ma sarà opportuno affrontarla nuovamente.
Mi congratulo con il Collegio dei questori per il piano dell'edilizia. Era ora di superare l'esperienza di Palazzo Marini! Bisogna andare in un'altra direzione, quella dell'acquisizione degli immobili. Non voglio dire che si sprechi denaro quando si affittano gli immobili funzionali all'esercizio dell'attività della Camera ma, sicuramente, l'investimento immobiliare, ove garantito da un prezzo congruo, è la strada da preferire.
Tutto bene anche per quanto attiene ai restauri. Per carità, noi viviamo all'interno di un museo e non possiamo assolutamente permettere che tutte le suppellettili, i quadri, gli arredi, tutti i beni artistici e architettonici possano deperire, possano trovarsi in una situazione di mancanza di manutenzione che possa portare, eventualmente, alla loro inutilizzazione. Questi beni hanno un valore storico importante ed è giusto destinare risorse anche per questo tipo di interventi.
Le relazioni, in verità, sottolineano tutti gli aspetti legati alla vita della Camera dei deputati. Saltando di palo in frasca, ricordo che nell'intervento del questore Albonetti si è trattato della questione del contributo unico, che è stata affrontata in occasione della prima riunione dell'Ufficio di Presidenza cui il sottoscritto ha partecipato. Ritengo che si sia compiuta una scelta non logica nell'avvantaggiare i grandi gruppi parlamentari e nel penalizzare quelli piccoli. È vero che questi ultimi, che non erano tali perché non avevano i numeri per poterlo essere, sono divenuti, comunque, gruppi parlamentari a seguito di una votazione effettuata in sede di Ufficio di Presidenza. Quindi, è stato tolto loro qualcosa ma è stato riconosciuto loro qualcos'altro. Credo, però, che sia stata violata la situazione di parità. Essere tutti sullo stesso piano di parità, forse, è la soluzione migliore che si possa adottare all'interno di una Assemblea di questo tipo. È stata una scelta, vedremo se, nel futuro, si potrà rimediare o meno. Affermo questo non in ragione del fatto che il mio gruppo possa avere tratto un maggiore o minore guadagno da questo tipo di scelta; poche migliaia di euro, in più o in meno, corrispondono al versamento volontario di un mese di ogni singolo deputato della Lega Nord al proprio gruppo politico. Quindi, la questione non è economica. Il fatto è che quanto è accaduto, per come è stato gestito, ci ha lasciato un po' di amaro in bocca ma ci ha consentito, per così dire, di prendere le misure.
Un'altra questione, secondo noi, deve essere affrontata. Come premessa, però, va specificato che la Lega non chiede, nella discussione sul conto consuntivo e sul progetto di bilancio, più soldi per i deputati o per i gruppi. No, la Lega chiede che ci siano più funzionalità e più servizi, la massima collaborazione e l'eliminazione degli sprechi. Questo è un altro obiettivo importante, perché una cosa è non incrementare le spese, un'altra è, magari, riuscire a diminuirle, eliminando gli sprechi. Quindi, c'è la possibilità di migliorare determinati servizi e raggiungere entrambi questi risultati.
Cito alcune delle richieste che ho ricevuto da colleghi deputati appartenenti a tutti i gruppi, di maggioranza e di opposizione, in questi mesi, che sono le più variegate e disparate possibili e possono essere più o meno «pesanti», definiamole così. Però, sono questioni che l'Ufficio di Presidenza, senza presentare uno specifico ordine del giorno - mi riferisco soprattutto al Collegio dei questori -, potrebbe prendere in considerazione. Ad esempio, vi è il problema, che mi è stato sottolineato ancora ieri, della gestione del ristorante dei deputati, ossia di valutare la possibilità di una esternalizzazione di questo servizio, sul modello del Senato. Mi dicono che i risultati sono molto diversi. Non lo so, ma verifichiamo la realtà e la possibile riduzione dei costi.
Un'altra questione marginale, che non lo è, però, per chi, come il sottoscritto e il collega Bricolo, che siede al mio fianco, è, purtroppo, un tabagista: mi riferisco alla necessità di rivedere le aree per i fumatori e, giustamente, anche per i colleghi non fumatori, di garantire il rispetto delle zonePag. 15per i non fumatori. Ciò deve essere fatto attraverso una rivisitazione delle zone individuate, che sono sicuramente insufficienti e che portano, quindi, i fumatori a fumare dappertutto o quasi, specie nelle zone più nascoste, meno visibili o meno frequentate da coloro che dovrebbero sanzionare questo tipo di attività illecita, ossia quella del fumo al di fuori delle zone autorizzate. Anche in questo caso non diamo un buon esempio: le persone fumano tranquillamente sotto un cartello dove è scritto: «vietato fumare». Se vediamo queste situazioni tra di noi, possiamo anche sorridere amaramente, ma se le vede qualcuno che viene da fuori, può pensare: questi sono quelli che dovrebbero fare le leggi, ma sono i primi a non rispettarle. Questa cosa non va bene.
Un'altra questione marginale è la richiesta del potenziamento del servizio di barberia, che, secondo me, funziona bene, ma che, secondo altri colleghi, necessita di qualche unità in più.
La questione vera, però, è un'altra, sulla quale ho discusso varie volte con i colleghi. Esiste un Punto Camera che è gestito dalla Fondazione della Camera. L'obiettivo del Punto Camera è quello di avvicinare i cittadini alle istituzioni e alla Camera dei deputati? È quello di fare anche un'operazione di «simpatia» nei confronti dei cittadini, visto che vengono messi a disposizione dei gadget, che possono essere comprati liberamente? Forse l'obiettivo è quello di far diventare il marchio Camera un marchio esclusivo, che può essere acquistato solo da persone che dispongono di una certa entrata economica, come oggi accade, perché un portacarte in pelle viene fatto pagare 225 euro! È una cassettina in pelle, con tutto il rispetto (sarà fatta a mano), ma sicuramente non aiuta a perseguire l'obiettivo di un'operazione «simpatia», per avvicinare, se vogliamo, anche i giovani e aiutarli a capire come funziona il meccanismo della Camera. Tante cose potrebbero essere messe a disposizione degli utenti del Punto Camera a prezzi ragionevoli - affinché non vi sia una costo per l'amministrazione, ma nemmeno un eccessivo guadagno -, che funzionerebbero da ancora, da vetrina per fare entrare qualcuno nei locali del Punto Camera. Sono poche infatti le persone che vi entrano, spaventate dai prezzi della merce esposta come gadget. Probabilmente, se si recassero in via Condotti spenderebbero meno e, francamente, il marchio della Camera non è ancora paragonabile alle firme di via Condotti dal punto di vista dello stile o di quant'altro. Anche queste sono questioni da tenere in considerazione.
Detto ciò, ritengo necessario ringraziare il personale per quanto fa quotidianamente; infatti, spesso, i diversi limiti che si palesano nella quotidiana attività di una macchina così complessa come quella della Camera vengono superati grazie proprio alla dedizione e al lavoro di tutto il personale, che sicuramente è ben guidato e ben amministrato attraverso le disposizioni provenienti dal Collegio dei questori, dall'Ufficio di Presidenza e dal funzionario che segue direttamente i diversi aspetti.
In conclusione, ritengo che non vi siano molte questioni rilevanti da affrontare, tuttavia vi sono tante piccole questioni - quelle che ho accennato in precedenza costituiscono solo una selezione delle stesse - che dovrebbero essere risolte, altrimenti il prossimo anno ci troveremo nuovamente a discutere degli stessi argomenti. Cerchiamo, quindi, di intervenire come sempre è stato fatto da parte del Collegio dei Questori. Tale organo, che riveste grande importanza, spesso non è ben conosciuto all'esterno di tale amministrazione. Infatti, se la visibilità politica la possono avere i presidenti di Commissione, i Vicepresidenti, il Presidente della Camera e altre figure, spesso il ruolo del deputato questore non è conosciuto dal cittadino, che pensa a tale figura riferendosi al questore nella sua provincia. Quindi, è un ruolo che andrebbe spiegato meglio ai cittadini, trattandosi di un ruolo delicato, che viene svolto come una missione, cercando di assecondare le richieste più disparate.
Pertanto, il mio augurio è che si continui su questa linea e che si riescano a risolvere le attuali problematiche sapendo,Pag. 16tuttavia, che una volta risolte queste ultime si presenteranno nuovi problemi che ci costringeranno, insieme all'Ufficio di Presidenza, a lavorare. Del resto, il nostro lavoro è proprio questo (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, oggi discutiamo del conto consuntivo per il 2005 e del progetto di bilancio per l'anno finanziario 2006, che è stato aggiornato insieme al bilancio triennale dai questori e rassegnato alle decisioni della nuova Camera.
Apprezzo che nella relazione che accompagna tali documenti si insista sul fatto che la dotazione, come ha ricordato il questore Albonetti, sia allineata alla crescita del PIL dal DPEF 2007-2011 per quanto riguarda i prossimi bilanci, quindi da allineare in futuro. Apprezzo il fatto che la spesa prevista per il 2007 dal bilancio interno rifletta le decisioni assunte nella precedente legislatura. Tale apprezzamento contiene la considerazione che si tratta di un limite e di un vincolo, oltre che di una buona prassi istituzionale che vuole affidata alle nuove Camere la definizione del bilancio anche attinente ad una parte della precedente legislatura.
Si tratta di una prassi, però, che richiede comunque una riflessione critica e propositiva, alla luce di novità intervenute in sede di previsione di politica economica e di bilancio nel quadro politico istituzionale nuovo, nonché alla luce del dibattito svoltosi sui cosiddetti costi della politica ed anche di non irrilevanti elementi di carattere sistemico istituzionale che si rifletteranno sempre più sul funzionamento delle Assemblee elettive, compresa la nostra, come la nuova legge elettorale. Vorrei che fosse chiaro a tutti noi che le conseguenze della scelta del ritorno al proporzionale già hanno mostrato i loro effetti sul funzionamento della Camera e ne mostreranno altri ai quali l'Assemblea dovrà prestare attenzione, non passiva ma propositiva, al fine di contenere spinte alla sovrarappresentazione di istanze di carattere identitario dei gruppi, che possono riflettersi negativamente anche sul bilancio interno della Camera se non adeguatamente governate da condivisi indirizzi di utilizzo delle risorse disponibili. Credo che a questo si stiano apprestando il Collegio dei questori e la Presidenza, e si tratta di una questione che non posso non apprezzare.
Ho notato, che nel corso della polemica estiva ed agostana, è stata presentata come sperpero la giusta decisione di rivedere la vecchia delibera che assegnava i fondi per il funzionamento dei gruppi e che premiava sostanzialmente la dispersione e la frammentazione, poiché assegnava le suddette risorse in funzione inversamente proporzionale alla loro grandezza. È stata una giusta scelta quella di premiare la tendenza all'aggregazione, dato che la precedente delibera distorceva lo spirito sia del vecchio sistema maggioritario, sia della nuova normativa elettorale della Camera che, pur producendo frammentazione e dispersione, in una sua parte tende a prevedere comunque la tendenza all'aggregazione ed alla riaggregazione, contenuta nel vincolo coalizionale e nelle medesime soglie posta dalle singole liste. Quest'ultimo indirizzo di tipo aggregativo, a mio avviso, va valorizzato anche nella lettura degli atti che sono stati compiuti e si compiranno nel corso del triennio in tema di bilancio, soprattutto per quanto attiene al funzionamento dei gruppi. A tale proposito, vorrei ricordare che un ordine del giorno sottoscritto da tutti i capigruppo di maggioranza e di opposizione, ed accolto nella discussione del precedente bilancio nella scorsa legislatura, invitava il Collegio dei questori a valutare la possibilità di adeguare gli importi relativi al contributo unico per il funzionamento dei gruppi sulla base della variazione media annua rilevata dall'ISTAT relativamente all'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati.
Alla luce delle nuove condizioni date, penso sia opportuno - e suggerisco, se è possibile - che il Collegio dei questoriPag. 17tenga conto di tale deliberazione e che possa farlo, naturalmente, tenendosi lontano da pressioni di carattere demagogico e da spinte irresponsabili da parte di chi agita genericamente il tema del finanziamento ai gruppi parlamentari per il loro funzionamento, presentandolo come uno tra i nodi della moralizzazione della vita pubblica, quasi si trattasse di una sorta di strisciante appropriazione di fondi diversamente destinabili. Penso, invece, si tratti di una voce importantissima del bilancio e del funzionamento delle nostre istituzioni e della nostra democrazia. La polemica spicciola e gratuita nei confronti delle spese delle istituzioni va spogliata dei suoi aspetti e strumentali e colta, invece, per quella esigenza - essa sì importante - che proviene dall'opinione pubblica, di trasparenza e di contenimento degli sprechi.
Penso pertanto che occorre valutare, relativamente al contenimento di spesa, se non si debba volgere la nostra attenzione, più che al capitolo che si ascrive al funzionamento dei gruppi, a quello che attiene al funzionamento dell'amministrazione della Camera. Ora, i conti della Camera sono sotto gli occhi di tutti e ce li ha ben riassunti in quest'aula il questore Albonetti, a nome del Collegio. Tali conti dicono che è importante mantenere entro i limiti fissati dalla legge gli obiettivi di bilancio, ma non esimono noi tutti, al di là dei limiti fissati dalla legge, dal porsi sempre l'obiettivo di una gestione oculata delle risorse poste a disposizione per il funzionamento della Camera dei deputati.
Il questore Albonetti ci ha giustamente ricordato che per il futuro è in evidenza l'esigenza di una attenta politica di bilancio, che comporti una accurata selezione degli obiettivi prioritari, un continuo monitoraggio della spesa, nonché una costante attenzione ai profili di efficacia e di efficienza della azione amministrativa. Vi è, da parte nostra, piena condivisione di tale impostazione e di tali indirizzi. Ovviamente, in tale impostazione, la previsione per gli anni 2007-2008 si allinea con gli importi della detrazione della dotazione all'andamento del PIL nominale programmato, così come ci è stato ricordato.
Quindi, si tratta di un importante intervento, che determina una riduzione anche della dotazione complessiva. Penso, ad esempio, che si possa ulteriormente intervenire per razionalizzare la spesa ed eventualmente spostare risorse in altri campi. Ritengo sia rilevante, ad esempio, ai fini della spesa di bilancio, il previsto ridimensionamento delle voci relative alle consulenze, previsto proprio a seguito della presa in considerazione della circostanza che in questa legislatura non saremo più di fronte all'«esplosione» che le stesse consulenze hanno avuto durante la scorsa legislatura presso le Commissioni bicamerali, che in questa legislatura sono state contenute nel numero e che credo dovranno essere ridimensionate e riportate ai livelli adeguati, propri delle funzioni delle Commissioni bicamerali per quanto riguarda la dotazione di consulenze ed apporto esterno di personale.
La riduzione del numero delle Commissioni bicamerali, quindi, crea risorse che possono essere impegnate altrove. Si liberano risorse che possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi di contenimento della spesa o possono essere destinate al rafforzamento dei servizi per l'attività legislativa e per l'attività di controllo e di sindacato ispettivo svolta dai parlamentari e da questa istituzione; anzi penso che proprio l'attività di controllo del Parlamento debba essere una delle attività da potenziare e valorizzare, perché è una delle attività proprie che distinguono il ruolo parlamentare e dei singoli parlamentari.
Altri risparmi potrebbero derivare dall'unificazione di alcuni servizi che oggi sono separati fra Camera e Senato. Faccio riferimento, ad esempio, all'Archivio storico, alla Biblioteca ed anche al Servizio bilancio, che è uno snodo importantissimo sia nell'attività di controllo e di verifica sull'attività dell'esecutivo sia per la definizione dei compiti propri del Parlamento. Un'iniziativa di questo genere, ovviamente, comporterebbe un indirizzo che non è solo di razionalizzazione della spesa, ma anche di valorizzazione e di rafforzamento delPag. 18ruolo del Parlamento, oltre che di aumento dell'efficienza dei singoli servizi.
Queste sono scelte di responsabilità, che possono essere compiute accrescendo l'efficacia dei servizi e producendo risparmi rilevanti, in tal modo contribuendo al contenimento della spesa non solo di questa alta istituzione, ma anche di quella di tutto il comparto pubblico. Va da sé che già oggi si deve positivamente constatare, come fatto rilevare dal Collegio dei questori, che la dinamica delle spese, al netto degli effetti fisiologicamente connessi allo svolgimento delle elezioni politiche, risulta pari al 2 per cento e che la dotazione richiesta si manterrà entro una previsione di contenimento che si dispone al di sotto dell'incremento previsto del PIL.
È perciò condivisibile ogni sforzo teso a massimizzare l'azione di rigore e di trasparenza nei procedimenti di spesa, anche di quella che attiene alla responsabilità dell'amministrazione. Il contenimento e la razionalizzazione di quest'ultima è decisiva anche al fine di rispondere a tutte le domande e le sollecitazioni che provengono dall'opinione pubblica in tema di contenimento dei costi della politica. Essa non è separata dal più generale tema del contenimento dei costi della politica, i quali non possono ridursi alla considerazione dei costi del funzionamento dei partiti e dei gruppi politici, ma devono assolutamente assumersi nell'accezione propria del costo del funzionamento dell'amministrazione pubblica, dunque anche di quella dell'amministrazione della Camera dei deputati.
Occorre evitare, ad esempio, ove sussistano naturalmente, il moltiplicarsi degli incarichi. Occorre ridurre, ove sussistano, doppioni che possono essere sdoppiati. È necessario razionalizzare e rendere compatibile il costo del personale con il funzionamento e la missione di questa alta amministrazione. Occorre rendere evidente e palese qual è l'incidenza, ad esempio, del costo del personale sul funzionamento dell'insieme delle istituzioni. Si tratta di cose semplici ma che vanno dette, vanno poste in evidenza, al fine di apportare le necessarie misure di razionalizzazione sia nell'ambito, ad esempio, di ruoli che possiamo considerare apicali sia con riferimento ad altre mansioni. Queste scelte e questi dati vanno resi adeguatamente pubblici e comunicati all'opinione pubblica: anche l'amministrazione della Camera dei deputati deve essere, il più possibile, una «casa di vetro».
Non è qui in discussione l'alta professionalità e il merito che va riconosciuto a tutto il personale della Camera. È, invece, un richiamo ad un più incisivo e comune impegno di tutti noi a rendere la nostra istituzione sempre più capace di valorizzare le professionalità e i meriti, al minor costo per la collettività. Questo è un impegno che deve essere assunto da tutti noi, fuori da ogni logica criticista e strumentale. Penso, ad esempio, al settore informatico, dove si deve sempre più erogare un servizio caratterizzato da una continua interazione di molte funzioni tecniche che abbisognano di un forte coordinamento, al fine di garantire un'erogazione efficace ed affidabile dei servizi informatici, cosa, questa, di vitale importanza per tutte le attività che si svolgono presso la Camera dei deputati, nonché per i rapporti con i cittadini e con la più generale opinione pubblica.
Ho già detto di altri servizi che potrebbero essere oggetto di unificazione con quelli del Senato per divenire servizi, ad esempio, di tutto il Parlamento, come è già nell'esperienza di tanti Parlamenti in Europa e nel mondo: un unico servizio per le due Camere.
Il miglioramento dei servizi è senza dubbio un terreno sul quale è possibile operare il contenimento dei cosiddetti costi della politica. A tal fine, mi pare opportuno il richiamo del Collegio dei questori alla collaborazione con le organizzazioni sindacali. Penso, ovviamente, che occorra valorizzare il più possibile il personale della Camera ed il personale interno e, solo in assenza di una capacità interna, ricorrere all'esterno. In questo ambito deve collocarsi, ad esempio, un'adeguata razionalizzazione dei servizi resi presso Palazzo Marini, come ricordato anche dal questore Albonetti, per consentirePag. 19il superamento di alcuni problemi che si sono segnalati per il funzionamento negli scorsi mesi.
Va riconosciuto che professionalità e competenza sono fattori decisivi che si pongono a garanzia del funzionamento e dell'autonomia di questa istituzione. Di ciò va dato atto al personale che collabora quotidianamente con noi e che a volte viene messo anche a dura prova; a tutto il personale della Camera va perciò il nostro ringraziamento. Il ringraziamento va, in particolare: al Segretario generale; ai vicesegretari generali; ai capi servizio; al personale delle Commissioni e degli uffici legislativi del Servizio studi; ai resocontisti e agli stenografi; a tutti gli operatori e agli addetti tecnici. Essi consentono a noi di esercitare nel migliore dei modi le nostre funzioni.
Sappiamo che il bilancio della Camera è uno dei capitoli importanti di spesa per il funzionamento e l'organizzazione della nostra democrazia. Le risorse di cui le istituzioni dispongono vanno impiegate nel senso di favorire una maggiore vicinanza dei cittadini alle istituzioni senza, però, mai indulgere a facili demagogie, anche quelle che spesso si fanno intorno alla questione delle indennità dei parlamentari. Su questo non solo va fatta chiarezza, ma va fatta giusta informazione, in modo tale che sia chiaro e chiaramente distinto che una cosa è l'indennità, un'altra è la diaria e un'altra ancora è il contributo che viene dato per il rapporto degli eletti con gli elettori. Pensiamo, perciò, che le relazioni, i documenti ed il progetto di bilancio presentati vadano nella direzione giusta, che già contengano elementi importanti delle questioni che qui ho voluto porre, e crediamo che un'ulteriore occasione ci sarà data tra pochi mesi nella discussione che verterà sul prossimo bilancio preventivo, di cui discuteremo anche sulla base di nuove deliberazioni e decisioni che questo Parlamento avrà assunto relativamente alla nuova legge finanziaria e di bilancio dello Stato.
Nell'apprezzare, dunque, i documenti di bilancio qui presentati desidero, perciò, ringraziare il Collegio dei questori e la Presidenza della Camera. Avendo voluto porre nel dibattito le questioni che mi parevano più significative a bilancio dato e ad inizio di legislatura, desidero anche sottolineare l'impegno del nostro gruppo, come spero sia e possa essere l'impegno di tutto il Parlamento e della Camera dei deputati, in particolare per avviare dal prossimo bilancio una compiuta riflessione sugli indirizzi di bilancio della Camera in rapporto alle necessità della attuazione ed eventualmente di una dovuta revisione regolamentare, della corresponsione delle scelte di bilancio agli indirizzi di bilancio più generali dello Stato, nonché di corrispondenza alle esigenze di trasparenza, di informazione e di controllo che spetta all'opinione pubblica e ai cittadini (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, con il mio intervento vorrei osservare quanto segue; anzitutto, bisogna fornire ai deputati una più ampia documentazione di supporto all'esame del bilancio interno della Camera. Ho sollevato la questione anche dinanzi all'Ufficio di Presidenza perché ritengo che il parlamentare, con tale ausilio, possa approfondire, nel dibattito, il merito delle questioni recando un contributo utile al miglioramento dei servizi. L'obiettivo del nostro bilancio deve essere la minore spesa possibile per il miglior servizio possibile; in tal senso, illustrerò poi un ordine del giorno da me presentato, teso a contenere le spese della Camera per i documenti cartacei; adesso che abbiamo potenziato i servizi informatici, non possiamo sostenere una spesa di produzione cartacea uguale al passato, considerato che oggi, all'incirca, occorre la metà di quei documenti; quindi, si tratta di un servizio che va assolutamente rivisto perché spendiamo migliaia e migliaia di euro per un cartaceo che in buona parte non viene utilizzato. Auspico pertanto che venga accolto il mio ordine del giorno.
In secondo luogo, si deve altresì rivedere la politica immobiliare; non condivido,Pag. 20non ho mai condiviso che si ricorra sempre più ad affitti e non ad acquisti: la credibilità della Camera dei deputati ci consente infatti di accendere mutui bancari ai tassi di interesse correnti per effettuare acquisti di proprietà. Tale dovrebbe essere l'obiettivo e pertanto auspico vi sia una inversione di tendenza su questo versante. Peraltro, prima di affittare o acquistare immobili, dovremmo razionalizzare meglio gli spazi, in quanto questi, a mio avviso, non ricevono un uso razionale; inoltre, bisogna anche ridurre gli spazi per alcune figure istituzionali che non hanno un'attinenza propria con i lavori della Camera.
Esistono ancora, nei palazzi della Camera, zone nelle quali mancano le condizioni di sicurezza: sollecito al riguardo la costituzione da subito di un osservatorio tecnico puntuale perché non sarebbe una bella immagine per la Camera se malauguratamente si verificassero dei danni dovuti alla non messa in sicurezza, ai sensi della legge, di cavi elettrici e di quant'altro.
Bisogna rivedere alcuni contratti, signori questori e colleghi deputati; le polizze assicurative stipulate dalla Camera dei deputati risalgono, ormai, a qualche decennio fa; sono contratti stabiliti sempre con le stesse compagnie, con una resa, per il parlamentare, a mio avviso al di sotto degli standard normalmente garantiti oggi. Perché la Camera non deve promuovere un bando pubblico per stipulare nuove polizze assicurative, mettendo così in competizione le compagnie, nazionali o estere. Il nostro obiettivo infatti è sempre lo stesso, non spendere di più ma avere il migliore servizio. Dunque, attualmente, in caso di infortunio del deputato, si fa riferimento a tabelle alle quali nessuno più si richiama nel nostro paese se non nell'ambito di nicchie. Quindi, il deputato riceve una copertura inferiore a quella media di un lavoratore: se ciò significasse risparmio, sarei d'accordo; ma se non significa risparmio, e se lo stesso servizio può esserci erogato da altre compagnie, qualcuno deve spiegarmi perché non si possa rimuovere questo blocco di polizze assicurative, oltretutto con una ripartizione partitica di partiti che non esistono più in Parlamento. Noi dobbiamo operare con trasparenza, dobbiamo essere il palazzo della trasparenza; ma ciò non è possibile quando le polizze assicurative si trascinano da dieci, venti, venticinque anni, se non di più e quando vengono adeguate, ma non riviste. Sul mercato, oggi, come sa chiunque di noi stipuli una polizza assicurativa anche solo per un'autovettura, esiste una varietà infinita dell'offerta, e quindi di possibili risparmi.
Chiudo qui la questione, però prego il Collegio dei deputati questori di rivedere questo aspetto, affinché entro il prossimo anno si possa avviare un percorso - me ne assumo la responsabilità - di maggiore trasparenza nei rapporti con le compagnie di assicurazione, visto quello che dà la Camera in termini di immagine e di «marchio». Voglio dire che chi lavora con la Camera ottiene una promozione dei propri prodotti, che diversamente costerebbe a quelle compagnie, a quelle aziende, migliaia e migliaia di euro, perché avere polizze assicurative con la Camera dei deputati vuol dire essere dei soggetti credibili. Quindi noi dovremmo pagare di meno di quanto non paghi il normale imprenditore o la normale azienda. Inoltre non concepisco che non si faccia ricorso al mercato per vedere - può darsi pure che non accada - se gli stessi (o migliori) servizi ci possano costare di meno. Questa è una verifica che deve essere fatta per l'onorabilità dell'intero Ufficio di Presidenza, oltre che della Camera tutta.
Mi auguro inoltre che si ricorra sempre meno ai lavori esterni. Sono anni che chiedo che la Camera faccia ricorso ai lavori esterni solo in via eccezionale o per alte professionalità che non troviamo nell'ambito dell'istituzione stessa. Infatti uno dei primi problemi che abbiamo è quello della riservatezza e della sicurezza. Ho detto al Collegio dei questori che non possiamo avere nei corridoi e nelle stanze della Camera dei deputati personale che svolge le stesse mansioni, con uno che prende 4 mila euro al mese e l'altro 800 euro!Pag. 21
Le ditte appaltatrici che vogliono lavorare con la Camera...
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, la invito a concludere.
TEODORO BUONTEMPO. ...ci devono garantire che si osservino puntigliosamente i contratti e noi dobbiamo fare in modo di non tenere centinaia di persone sull'orlo del baratro del contratto a termine, perché questo può incidere anche sulla nostra sicurezza.
Occorre bandire concorsi, come quello per gli autisti. Dobbiamo infatti decidere cosa fare, perché non si possono aumentare le categorie di coloro che hanno diritto all'autovettura, utilizzando lo stesso numero di autisti oppure ricorrendo a personale esterno, che non offre però garanzia di sicurezza e di privacy. Abbiamo un servizio che fa fatica, è in affanno, mentre dovrebbe essere razionalizzato anche negli orari, sulla base del calendario della Camera. È necessaria quindi, a mio avviso, una maggiore attenzione.
Vi è anche un aspetto, relativamente al quale ho presentato un altro ordine del giorno. Mi riferisco al fatto che uno dei problemi dei parlamentari è quello di non poter comunicare, se non con le vie tradizionali, con l'elettorato. Chiedo dunque che si studi la formula per avere una franchigia postale, come avviene in campagna elettorale; faccio peraltro presente che il deputato non prende quindici mensilità, ma dodici, e questa è una cosa che nella comunicazione non è stata mai detta! Sono quindi dell'opinione che noi al deputato dobbiamo dare più servizi e meno soldi. Pertanto non chiedo che si diano soldi per le spedizioni postali, bensì una franchigia postale a chi una volta l'anno voglia comunicare con gli elettori del suo collegio. Questo è un servizio che aumenterebbe la credibilità della Camera.
Infine, mi auguro che vi sia un nuovo progetto di accoglienza alla Camera, rafforzando anche la promozione della Camera all'esterno, perché la promozione della Camera non può essere ridotta alla Fondazione che stampa libri o che svolge convegni qui dentro con gli addetti ai lavori! La Fondazione è nata per promuovere la Camera dei deputati nell'opinione pubblica, nella società civile e nei giovani. Meno convegni e più promozione all'esterno (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale)!
GERARDO BIANCO. Non è vero! Anzi, più convegni!
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole D'Elpidio. Ne ha facoltà.
DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, Collegio dei questori, credo che un dibattito sul bilancio consuntivo e di previsione della Camera sia argomento intorno al quale si dovrebbe registrare una convergenza di intenti tra maggioranza e opposizione. La Camera dei deputati è un'istituzione che ci vede alla pari. La gestione economica di questa istituzione prescinde, quindi, dalle divisioni tra la maggioranza e la minoranza.
Serve entrare nel merito della qualità dell'azione che ha saputo mettere in campo l'amministrazione della Camera e, quindi, per essa, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei questori. Ma la discussione riguardo alla predisposizione del conto consuntivo e del progetto di bilancio della Camera appare la sede opportuna per rappresentare, signor Presidente, le difficoltà e le aspettative di ciascun gruppo parlamentare.
Noi Popolari-Udeur che, nella scorsa legislatura, eravamo una componente del gruppo Misto, in questa legislatura abbiamo potuto aver riconosciuta la costituzione del gruppo parlamentare autonomo. Essere gruppo parlamentare significa però essere equiparati, avere pari dignità nei confronti dei gruppi numericamente più consistenti rispetto al nostro. Consapevole dello sforzo organizzativo dei servizi e degli uffici che hanno fatto di tutto per mettere la nuova Camera dei deputati, quella nata dalle recenti elezioni, in condizione di lavorare al meglio, non ci sfugge nemmeno l'impegno enorme, davanti allaPag. 22nascita di molti nuovi gruppi, il far fronte, in tempi ristrettissimi, a nuove e diverse esigenze. Di tutto ciò abbiamo preso atto e, con l'occasione, vogliamo ringraziare tutti, dai capiservizio agli operai, tutti coloro che ci hanno messi nelle condizioni di lavorare al meglio.
La Camera dei deputati è, però, una struttura molto complessa e le decisioni, alla fine, hanno sempre una qualificazione o una motivazione politica. È inevitabile che, sulle decisioni politiche - e non certo sui responsabili degli uffici, che hanno solo tradotto materialmente le indicazioni degli organi politici -, noi dei Popolari-Udeur vorremmo entrare nel merito. Ed è su questo punto, signor Presidente, che intendo farmi portatore delle istanze che, dall'interno del mio gruppo, promanano e che abbiamo potuto rappresentare, in una maniera più compiuta, attraverso la presentazione di diversi ordini del giorno.
Questa sede, nella quale si svolge la discussione sulla predisposizione del progetto di bilancio della Camera, appare quella opportuna per rappresentare le nostre difficoltà e le nostre aspettative. In particolare, andrebbe ridiscussa la scelta di confinare nel Palazzo ex Alto Lazio i gruppi parlamentari di minori dimensioni (Popolari-Udeur, Verdi, Misto, eccetera), scelta che ha l'inevitabile conseguenza di determinare una loro marginalizzazione rispetto ai gruppi maggiori, che dispongono di spazi molto ampi nel Palazzo dei Gruppi. Un criterio effettivamente rispettoso della pari dignità di ciascun gruppo potrebbe essere quello di garantire, certo in proporzione alla consistenza, una quota segnata nel Palazzo di via Uffici del Vicario 21 a tutti i gruppi parlamentari, ove insediare le presidenze e gli uffici di stretta competenza e necessità. In questo modo, il Palazzo ex Alto Lazio potrebbe accogliere spazi dedicati ai gruppi parlamentari maggiori, dove essi potrebbero collocare uffici non strettamente legati all'attività quotidiana dei gruppi stessi (archivi, uffici studi, documentazione, eccetera). Nello stesso tempo, sarebbe garantito a tutti gruppi di disporre di uffici dignitosi e rappresentativi, all'interno dello stesso palazzo, cancellando quella impressione, così negativa, che esistano differenze tra i gruppi maggiori, autorevolmente rappresentati al Palazzo dei Gruppi, e gruppi minori, relegati ad una sorta di scomoda ed inadatta dependance.
Questo che ho fatto è solo uno degli esempi, un esempio non assoluto e conclusivo della questione o alternativo ad altri; ma è un esempio che sottolinea come, probabilmente, un altro approccio alla questione sarebbe possibile ponendo al centro del problema, non tanto la difesa di presunti diritti acquisiti, ma il concreto ed effettivo rispetto, non solo della dignità di tutti i gruppi, ma anche del regolamento della Camera. Il Palazzo cosiddetto ex Alto Lazio, infatti, appare privo di quell'aspetto di rappresentanza e ufficialità che contraddistingue i palazzi del Parlamento nel suo complesso. L'ingresso, solo per fare un altro esempio, è sia difficilmente riconoscibile ad un utente inesperto, sia strutturalmente maldisposto e buio. Per ciò che riguarda i locali assegnati al nostro gruppo, terrei a sottolineare che si tratta di nove stanze che coprono in totale una superficie di 125 metri quadri al terzo piano del palazzo in questione, le quali, seppure in qualche modo ristrutturate, sono insufficienti allo svolgimento di una ordinaria attività.
Allo stato, infatti, non disponiamo di una sala che permetta sia a noi parlamentari sia ai nostri validi collaboratori di confrontarsi, di tenere una qualsivoglia riunione ed, in tal senso, siamo di frequente costretti ad affidarci alla benevolenza dei gruppi che dispongono di locali utilizzati in tal senso.
Noi vorremmo richiamarci, nello svolgimento di tali argomentazioni, all'impegno assunto dal Collegio dei deputati questori nella riunione del 27 giugno scorso, in cui ci si riferì proprio alla carenza di spazi, indicando, come soluzione, il reperimento di ulteriori spazi in prossimità dei palazzi nella disponibilità della Camera e, con l'inizio del nuovo anno, una nuova pianificazione dei locali da assegnare ai gruppi.Pag. 23
Vorrei, in ultimo, ringraziare ed augurare buon lavoro per la nuova legislatura a tutta l'amministrazione della Camera, a tutti i dipendenti - dai resocontisti, ai commessi, ai segretari di Commissione, alla segreteria generale -, perché il lavoro di qualità è prezioso per consentirci di svolgere al meglio le nostre funzioni.
Dunque, li ringrazio per il lavoro che viene svolto quotidianamente al servizio dei deputati ed al servizio dell'istituzione che qui rappresentiamo.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo sia giusto dividere le responsabilità relative alla discussione ed all'approvazione dei bilanci, ma sia altrettanto giusto sottolineare alcune questioni che meritano attenzione. Una di queste non può essere sottaciuta perché, se è vero che la legge finanziaria, per l'anno in corso, ha ridotto gli emolumenti ai parlamentari, è anche vero che ci siamo trovati, nell'ambito del progetto previsionale, di fronte ad una questione che ha alimentato dei costi ulteriori e mi riferisco, in particolare, alla decisione dell'Ufficio di Presidenza di legittimare i gruppi richiedenti.
Nella scorsa legislatura i gruppi erano otto, mentre nell'attuale sono diventati tredici. È evidente che, al riguardo, dovremmo riflettere non per entrare nel merito della valutazione già svolta dall'Ufficio di Presidenza, ma per renderci conto che alcune decisioni interferiscono direttamente con il bilancio e, pertanto, devono essere valutate con molta attenzione da tutti i gruppi parlamentari.
A tale proposito, mi permetto di chiedere ai questori, che ringrazio per il lavoro non semplice e facile, anzi molto spesso ingrato, che sono chiamati a svolgere, se sia stata fatta una quantificazione dell'aumento dei costi conseguenti a tale decisione, in quanto, sotto il profilo della responsabilità, ritengo sia giusto valutare anche gli effetti di tale scelta.
Vi sono una serie di questioni aperte sulle quali credo sia giusto portare la nostra discussione. Non si tratta di questioni di grandi principi, perché è evidente che la complessità che abbiamo di fronte nelle procedure legislative potrà trovare, forse, una soluzione esclusivamente in esito ad alcune riforme costituzionali. Diversamente, ogni tentativo anche di riorganizzare i servizi tra Camera e Senato confliggerebbe immediatamente contro quei principi di autonomia che ognuno si guarda bene, giustamente, dal mettere in discussione.
Vi è una questione, però, che vorrei sottolineare al Collegio dei questori. La legge finanziaria, come affermato, ha ridotto del dieci per cento gli emolumenti ai parlamentari, ma il meccanismo di determinazione del progetto di bilancio preventivo lascia adito ad un dubbio.
In altre parole, riteniamo che sarebbe stato più corretto - di qui, la questione che sottopongo ai deputati questori - «sterilizzare» quella riduzione di spesa del 10 per cento, senza che tale base concorresse all'aumento di poco più del 2 per cento che è stato applicato non solo all'esercizio finanziario 2006, ma anche a quelli successivi. Si tratta dell'aggiornamento, in base al tasso programmato di crescita del prodotto interno lordo nominale, dei cosiddetti tetti di spesa (anche se tale definizione è impropria).
Giunti a questo punto, vorrei affrontare un'altra questione che, almeno a mio giudizio, merita di essere sottolineata. Non possiamo continuare, infatti, a prestare attenzione al progetto di bilancio preventivo senza collegarlo (poiché si tratta, a nostro avviso, di una questione che riteniamo di rilevante importanza) al consuntivo che viene approvato. Ciò perché, ormai, tra i due bilanci si registrano divergenze sostanziali.
È questo il motivo, quindi, per cui mi permetto di chiedere, da un lato, se il Collegio dei questori non ritenga che la citata riduzione del 10 per cento degli emolumenti, anche in accordo con gli organi istituzionali della Camera, non debba essere computata ai fini del budget di spesa (e, dunque, sterilizzata), e, dall'altro,Pag. 24se non si reputi opportuno valutare alcune poste di bilancio sulla base del consuntivo.
In tal senso, potrei portare alcuni esempi concreti, iniziando, tra l'altro, dal cosiddetto costo della politica. Infatti, fintanto che alcuni rappresentanti del Governo, che hanno ricoperto anche alcuni ruoli istituzionali, rilasciano alla stampa nazionale affermazioni del tipo «politici strapagati, studiosi alla fame» - mi sto riferendo, tanto per essere compreso, al ministro dell'università e della ricerca Fabio Mussi, il quale, come sappiamo, ha ricoperto anche incarichi parlamentari -, riuscirà sicuramente più difficile spiegare all'esterno di quest'aula che il costo connesso agli emolumenti dei parlamentari, riferito solamente all'indennità, rappresenta un decimo del bilancio della Camera; anche se includessimo i rimborsi di spesa e gli assegni vitalizi dei deputati, forse si arriverebbe ad un quinto o al massimo ad un quarto di tale bilancio. Ciò perché esistono spese di funzionamento estremamente rilevanti.
Proprio per tornare al rapporto tra il bilancio consuntivo e quello preventivo, mi permetto di affrontare un altro tema rilevante. Sappiamo, infatti, che nel 1997 vennero sottoscritti dei contratti con alcune società proprietarie di immobili, le quali si obbligavano a metterli a disposizione, anche con gli interventi necessari, in cambio della corresponsione di un affitto. Ebbene, ritengo che, a distanza di circa un decennio, siano due le questioni da evidenziare, sulle quali immagino il Collegio dei questori si sia intrattenendo.
La prima è rappresentata dalla valutazione di quell'operazione avviata nel 1997. Infatti, quando si pagano - come risulta dal consuntivo relativo all'anno finanziario 2005, se non ricordo male - circa 32 milioni di euro per gli affitti connessi all'utilizzo di tali immobili e se tale somma, che chiaramente deve essere calcolata al netto delle indicizzazioni, venisse «spalmata» a partire dall'anno in cui sono state avviate tali operazioni, ritengo che l'importo che è stato versato, che ha gravato sul bilancio della Camera dei deputati, sia di tutto rispetto ed estremamente rilevante.
Peraltro, vorrei osservare che, sul piano della contrattualistica (altro elemento che rimetto alla valutazione dei deputati questori), vi è un aspetto un po' preoccupante. Infatti, quando si sottoscrive un contratto che prevede aggiornamenti degli importi in base al 75 per cento degli indici ISTAT, ma non si fa altrettanto per quanto concerne la possibilità, prevista da tali contratti, di acquistare gli immobili (stabilendo, in altri termini, un valore certo degli stessi), allora si corre il rischio che il proprietario non accetti di buon grado una valutazione dell'immobile diversa dagli interessi, compreso il pagamento effettuato.
Ciò per osservare che vi sono scelte, compiute in anni passati, che naturalmente gravano sulla gestione di questo bilancio, e si tratta di una questione che il Collegio dei questori deve affrontare in fretta.
Quanti milioni di euro abbiamo pagato per l'utilizzo di tali palazzi? Probabilmente, sotto questo profilo potevano essere adottate anche soluzioni diverse; tuttavia oggi, in tempi di ristrettezze, le responsabilità di scelta e di analisi attiene ai deputati questori ed all'Ufficio di Presidenza, perché delle scelte vanno sicuramente individuate, anche, se del caso, attraverso un negoziato con i proprietari.
Utilizzando tale capitolo di spesa, vorrei quindi tornare ad affrontare la questione del rapporto tra il bilancio consuntivo e quello consuntivo: come già detto, infatti, se non si stabilisce un rapporto diretto, si verificano alcune incongruenze.
Ad esempio, pare strano, sulla base delle clausole dell'indicizzazione, immaginare che, per quanto riguarda gli importi che si pagano per via di queste locazioni, l'importo relativo al 2006 possa essere, seppure di pochissimo, inferiore a quello del 2005. Se si facesse un raffronto, si vedrebbe che c'è questa distinzione, e lo stesso in relazione ad altre voci; ecco perché richiamo l'importanza del consuntivo. Infatti, tranne laddove ci sono stati fatti eccezionali che possono aver determinatoPag. 25un differenziale rispetto alle spese che mediamente si registrano, vi sono interrogativi a cui si può essere chiamati a rispondere.
Le spese di trasporto sono un altro dei capitoli. Come è possibile che possano diminuire? Ci sono scelte in questo senso sotto il profilo contrattuale o della dismissione? Ma come si conciliano queste diminuzioni con l'aumento, ad esempio, dei gruppi e, quindi, anche dei costi relativi in questa direzione?
Sussistono, poi, le questioni relative ai servizi per il personale non dipendente, che credo che siano correlate alla questione dei gruppi; ma una spiegazione va data. Avevamo 20 milioni di euro di consuntivo e balziamo a 26 milioni 185 mila euro nel preventivo, con un aumento che è, grosso modo, prossimo a circa il 30 per cento. Ecco perché ci sono aspetti che, a nostro giudizio, vanno chiariti.
Il collega Buontempo ha posto la questione delle assicurazioni. È un argomento interessante, perché anche in questo caso assistiamo ad una lievitazione, con un importo a consuntivo di poco meno di 3 milioni di euro - esattamente 2 milioni 994 mila euro - che diventano 3 milioni 270 mila euro: quindi, si registra un aumento di circa il 10 per cento. Di conseguenza, o aumenta la copertura assicurativa - ma allora credo sia giusto chiedere quali sono i nuovi rischi che vengono contemplati -, oppure va chiarito se questa è una previsione che è stata posta con un'indicizzazione, senza ulteriori approfondimenti.
Lo stesso discorso vale per quanto riguarda le spese per la comunicazione sull'informazione, che lievitano di circa il 20 per cento tra consuntivo e preventivo, e un'altra grossa voce che compone il bilancio, quella relativa ai beni, servizi e spese diverse: anche in questo caso vi è un rapporto che supera il 6 per cento.
Dico ciò, e mi sono servito di questi esempi, perché un'altra delle questioni su cui il Collegio dei questori sarà chiamato a compiere delle valutazioni è se il budget di spesa, se l'aumento relativo al tasso nominale, possa essere riferito esclusivamente alla voce complessivamente intesa - pensiamo, ad esempio, alla dotazione che viene corrisposta dal Ministero dell'economia e delle finanze a carico del bilancio dello Stato -, o non debba essere affiancato nel prospetto che verrà presentato per il futuro (è un suggerimento che Alleanza nazionale si permette di dare), anche il consuntivo, per capire in che misura i costi e i valori che sono riferiti al consuntivo sono lievitati rispetto all'esercizio precedente. Allora, sì, che ci sarebbero interrogativi anche da parte di chi ha, come loro, la responsabilità di amministrazione, laddove il tasso di crescita di alcune spese è non soltanto superiore al tasso nominale, ma largamente superiore, con tassi che raggiungono il 6, il 10, il 20 e il 30 per cento, a seconda delle voci che si vanno ad analizzare.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 11,43)
MANLIO CONTENTO. Credo che questi elementi di discussione che vengono offerti come valutazione siano un contributo che Alleanza nazionale vuol dare nell'ottica del farci carico di questa responsabilità, ma affrontando fino in fondo, perché, se questa è una «casa» trasparente, dobbiamo essere in grado di dare risposta a tutte le voci che fanno parte di questo panorama.
Allora, anche in questo caso è evidente che alcuni aspetti che sono correlati al personale impongono alcuni interrogativi per quanto riguarda, ad esempio, il bilancio triennale. C'è stato un negoziato che si è chiuso, ma la questione che ci interessa comprendere è se ci saranno valutazioni per quanto riguarda gli organici. Seconda questione: i bilanci triennali tengono conto anche di rinnovi contrattuali sotto il profilo economico oppure no? Queste sono altre questioni che devono essere analizzate in fretta, per consentirci una valutazione molto più approfondita di quale sia in questo momento la questione relativa ai costi di gestione della Camera dei deputati.
Anche per quanto riguarda le spese legali, ci sono delle voci abbastanza strane.Pag. 26Infatti, quando, sia a consuntivo che a preventivo, figurano voci relative al pagamento di arbitrati e conseguenti a spese legali che sono tutto sommato abbastanza consistenti - sfioravano il milione di euro per quanto concerne il consuntivo 2005 e nelle previsioni vengono aggiornate ad un milione e mezzo di euro, con un aumento del 50 per cento -, credo sia interessante porsi anche il problema della conduzione di questi collegi arbitrali o delle vicende che hanno dato luogo a delle cause, in relazione ai costi che sopportiamo anche in quella direzione.
Mi avvio alla conclusione. Sicuramente, la Camera ha compiuto notevoli sforzi per quanto concerne la lettura dei bilanci. Dispiace a chi vi parla che, fuori di qui, non si svolga la stessa analisi del dato e magari una discussione, anche prima di pubblicare determinati articoli con chiara responsabilità diretta della gestione, e si tenda molto più facilmente a dare evidenza a voci che - lo ripeto - costituiscono una parte sicuramente importante dei costi, ma non quella maggioritaria.
In relazione a ciò, vorrei sottolineare anche un altro aspetto. Ci accingiamo ad esaminare il disegno di legge finanziaria, che, stando alle anticipazioni, produrrà effetti diretti in relazione, ad esempio, ai fondi gestione assicurativi che riguardano i deputati e il personale dipendente. Le relazioni presentate danno atto delle modalità di gestione relative a questi fondi. Ma qualcuno si sta preoccupando delle previsioni, che sono ormai date per scontate, in relazione, ad esempio, ad alcuni aggiustamenti tributari? Visco, infatti, continua, naturalmente, a mietere le sue vittime (lo dico sotto il profilo politico).
In relazione alla gestione dei fondi, credo che le ipotesi avanzate con riferimento ai rendimenti di alcuni investimenti o delle gestioni (una delle quali mi sembra chiusa al 31 dicembre 2005) pongano questioni non facili da affrontare, che sicuramente necessitano di un intervento rapido. Chiaramente, se la legge finanziaria dovesse entrare in vigore, gli effetti potrebbero dispiegarsi anche in relazione alle gestioni. Allora, occorre affrontare il tema sotto tale profilo, chiedendosi se quei fondi e quelle gestioni - non so in quali termini - possano essere eventualmente utilizzati con le stesse modalità con cui sono stati utilizzati alcuni immobili, con il pagamento dei canoni che conosciamo, rafforzando le dotazioni patrimoniali ed avendo come introiti quelli che potrebbe corrispondere la Camera. È semplicemente un'ipotesi di lavoro, non so nemmeno se percorribile. Ciò, ancora una volta, per dire che, sicuramente, non si può rimanere fermi, come purtroppo molte convenzioni sottoscritte dimostrano. Non è possibile che convenzioni vengano rinnovate annualmente, senza verificare - l'amico Teodoro Buontempo lo ha detto a modo suo - se dovessero esservi utilizzi più importanti.
L'ultimo esempio: abbiamo giustamente affrontato il tema dei parlamentari eletti all'estero. Non vedo perché non si possa trattare il tema di eventuali convenzioni, per quanto riguarda il costo dei biglietti di viaggio all'estero, con compagnie che potrebbero essere interessate a offrire costi rivisti (perché - come è giusto - ai colleghi eletti all'estero spetta un rimborso) per i deputati. Proporrei di utilizzare lo strumento del convenzionamento e - se mi è consentito - anche del prestigio della Camera in misura minore nei punti esterni, che forse non hanno dato l'esito che ci aspettavamo, e un po' di più nei confronti di suoi servizi e, tra questi, l'informatica.
L'informatica ha costi crescenti. Sono costi notevoli e lo verifichiamo di anno in anno per quanto riguarda i bilanci consuntivi e preventivi. Non so se esista una soluzione. Certo è che, forse, una verifica affidata a qualche esperto di informatica sull'architettura, sull'organizzazione e, quindi, sui costi contrattuali relativi all'hardware e al software, alla manutenzione e ai loro costi è imprescindibile. Ci sono, peraltro, alcuni progetti avviati sotto l'egida del Ministero dell'innovazione tecnologica per quanto riguarda la pubblica amministrazione. Non escludo che anche la Camera dei deputati possa utilizzare risorse come quelle volte a rafforzare laPag. 27sua capacità di rimanere efficiente, come i suoi servizi e i suoi dipendenti, anche sotto il profilo professionale, coniugando - come i principi di buona amministrazione impongono - sia l'efficienza sia la gestione all'insegna del principio di economicità.
PRESIDENTE. La ringrazio.
Prima di dare la parola al successivo collega iscritto a parlare, avverto che il termine per la presentazione degli ordini del giorno, che peraltro si sta approssimando è fissato alle 12 di oggi.
È iscritto a parlare il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, dato per acquisito quanto ci ha riferito il collega questore, e premesso che bisogna avere la capacità di distinguere tra i concetti di costo della politica e costo della democrazia, non penso che il costo della democrazia sia un costo «a prescindere», che non debba fare i conti con canoni di efficienza che dovrebbero essere comunque alla base di qualsivoglia attività e, dunque, anche di quella della Camera.
Capisco che il bilancio nasce, stavolta, con la particolarità dovuta al fatto che vi sono state le elezioni (è questo il motivo per il quale lo approviamo adesso); tuttavia, non posso non dare rilievo ad alcune questioni che destano in me qualche perplessità (naturalmente, voterò il bilancio: non è questo il punto).
In primo luogo, rilevo che vi è un incremento complessivo della spesa, rispetto alle previsioni definitive del 2005, del 4,48 per cento, a fronte del quale non mi sembra sufficiente la correzione da attuare - così mi si dice - mediante le previste riduzioni del 2,42 per cento nel 2007 e del 3,41 per cento nel 2008. Tra qualche giorno sarà presentato un disegno di legge finanziaria da 30 miliardi di euro che chiede ulteriori sacrifici al paese, ai cittadini (magari, non alle classi deboli, ma ai possessori di redditi medio-alti). Ebbene, si chiedono ulteriori sacrifici ai cittadini e noi presentiamo loro un bilancio che esibisce un incremento di spesa e che, anche nei punti in cui prevede future riduzioni, indica cifre tutto sommato marginali.
Un altro aspetto della relazione (all'inizio) che desta qualche perplessità riguarda la correzione in base al tasso nominale di inflazione. Ma scusatemi: pare sia quasi un obbligo che il bilancio cresca di pari passo con l'incremento del tasso nominale di inflazione! Al contrario, credo che dobbiamo lavorare affinché quel dato non sia superabile, perché ci sia una vera inversione di tendenza.
Ho ascoltato interventi altisonanti di alcuni colleghi, in qualche caso, a mio avviso, difficilmente rapportabili in maniera diretta al bilancio della Camera. Io parlerò di questioni che, se vogliamo, possono sembrare banali, piccole; tuttavia, alla fine, come sempre, è la somma delle piccole cose, dei piccoli costi, che determina risultati rilevanti.
Sono alla mia prima legislatura ma, avendo 57 anni, non sono un ragazzino di primo pelo: ho passato il resto della mia vita a svolgere la mia attività nella cosiddetta società civile. Quando sono arrivato qui, immaginavo che uno dei massimi organismi dello Stato rappresentasse, anche sotto il profilo dell'efficienza del sistema, una sorta di punta di diamante, un settore di eccellenza. Ebbene, dopo quattro o cinque mesi, debbo dire che le mie aspettative sono andate molto deluse! Immaginavo, ad esempio, che vi fosse un sistema informativo di primo livello; invece, mi dispiace dover rilevare che abbiamo un sistema informativo vecchio, obsoleto.
Può anche darsi che, svolgendo attività di ricerca come professore universitario, forse io vivessi una situazione privilegiata da questo punto di vista. Tuttavia, non posso immaginare che non ci sia lo stesso livello di informatizzazione e di sistema informativo nel Parlamento italiano. Non esiste, ad esempio, un sistema wireless quando ormai in tutto il mondo - e anche nel nostro paese - vi sono sistemi ormai acquisiti che permetterebbero di lavorare in tempo reale, anche nell'interesse di ciò che facciamo e discutiamo.Pag. 28
Questo, secondo me, è un elemento negativo al quale dovremmo porre rimedio perché è vero che è un sistema informativo che ha costi elevati, ma è anche vero che in tutto il mondo permette poi di ridurre altri tipi di costi. Uno di questi, ad esempio, è l'azzeramento pressoché totale dell'uso del materiale cartaceo - e mi richiamo anche all'intervento che ha fatto il collega Buontempo -, mentre invece io vedo una quantità di carta che circola e non ho sentito alcuna protesta su questo fatto da parte dei colleghi ambientalisti di maggioranza. Io non devo certo insegnare nulla a nessuno, ma se i colleghi questori fanno un giro dopo che vi è stata la distribuzione della posta e vanno a guardare i cestini in Transatlantico, vedono quanta carta dalla casella della posta finisce immediatamente buttata via. Una delle quantità più straordinarie di carta che finisce così sono i disegni di legge dei colleghi. È mai possibile che questi non si possano inviare mediante posta elettronica senza bisogno di consumare ancora più carta?
Inoltre, vorrei citare un altro caso che è capitato a me, per dire che bisogna fare attenzione nel fare più controlli. Ad esempio, la ristorazione è uno di questi casi. So che durante l'estate è cambiato il meccanismo. Tuttavia - ma queste cose non si dovrebbero dire - era stupefacente il numero di quanti si dimenticassero, uscendo, che bisognasse passare alla cassa. Addirittura, un collega di prima nomina l'altro giorno mi ha fatto questo stupefacente ragionamento: «Sai, dal momento che ho visto che tutti facevano così, pensavo che la frutta messa alla buvette fosse libera perché ciascuno di noi potesse servirsene quando ne aveva bisogno».
Cito un altro caso emblematico: com'è noto, ciascuno di noi ha una quota annua che può utilizzare per motivi di studio all'estero. Non è una grande cifra, si tratta di 3.100 euro per ciascuno che, però, moltiplicati per il nostro numero, fa comunque quasi due milioni di euro.
Come ho detto prima, facendo il professore universitario, mi sono tenuto alcune attività e alcuni gruppi di lavoro all'estero di cui facevo parte, perché io immagino che quando finirà questa legislatura ritornerò al mondo in cui ho sempre lavorato. Non avendo più la copertura delle spese da parte della mia università, ho pensato bene di utilizzare queste somme per quelle attività. Mi sono tenuto - come ho sempre fatto - tutte le mie «pezze» giustificative che documentavano la spesa sostenuta, mi sono presentato all'ufficio per le competenze, ho presentato la documentazione per la mia attività di studio e l'impiegato mi ha detto che era sufficiente presentare il biglietto aereo e richiedere l'importo. Francamente, sono abbastanza sorpreso che non esista un controllo di merito, atteso che quelle somme sono indicate ad un titolo specifico che meriterebbe di essere, in qualche modo, controllato.
Più in generale, penso che ci sia anche un'evidenza che, forse, non è così immediata per coloro i quali - ce ne sono tanti in questa Assemblea - hanno trascorso qui molti anni ma che è immediata per chi, come me, ha vissuto la propria vita in altri ambienti: penso che ci sia una sovrabbondanza, chiamiamola così, di personale, di organici. Probabilmente, varrebbe la pena investire qualcosa per istituire una commissione dotata di poteri sufficienti per capire realmente quale ne sia l'efficienza. Vi confesso che, molte volte, resto stupito nel vedere persone che nulla fanno e che, pure, costano al Parlamento. Non parliamo di altre cose.
Ho chiesto la mia prima dotazione trimestrale e sono stato sommerso da una valanga di cose che, probabilmente, mi basteranno per cinque anni. Non so se ci siano colleghi che, invece, la chiedono ogni tre mesi. Anche su questo penso si debba intervenire benché, lo ripeto, si tratti di piccole cose.
Credo che dobbiamo impegnarci a fare di più. Ho presentato un ordine del giorno, che discuteremo e che spero trovi accoglienza da parte dei colleghi, affinché ci si impegni non per una riduzione del 2 o del 3 per cento, a partire dal prossimo progetto di bilancio, ma per una riduzione che sia pari, almeno, a quella che ilPag. 29Governo ha chiesto ai ministri e ai ministeri. Ricordo che ha chiesto una riduzione del 10 per cento e credo sia un obiettivo possibile perché sa su che cosa intervenire per una riorganizzazione che porti ad una maggiore efficienza e quindi ad una riduzione di costi, di personale, di organici. Ritengo che lo spazio ci sia per un intervento di questo genere e che questo intervento noi lo dobbiamo ai cittadini, lo ripeto, ai quali, anche la prossima settimana, chiederemo nuovi e ulteriori sacrifici.
PRESIDENTE. Constato l'assenza del deputato Migliori, iscritto a parlare: s'intende che vi abbia rinunziato.
È iscritto a parlare il deputato Barbieri. Ne ha facoltà.
EMERENZIO BARBIERI. Signor Presidente, vorrei iniziare questo intervento ringraziando il Collegio dei questori. Inoltre, sento il dovere, a nome del gruppo dell'UDC, di ringraziare complessivamente l'amministrazione della Camera dei deputati, dal Segretario generale a tutti i suoi collaboratori. Se mi si consente, vorrei esprimere, inoltre, un elogio particolare al dottor Goracci, andato in pensione da pochi mesi, che, per anni, è stato l'emblema di questa nostra istituzione e che continua a prestare servizio con una consulenza a titolo gratuito. Vorrei fare un elogio perché credo che l'amministrazione della Camera dei deputati anche con alcune nomine recenti - mi riferisco, in particolare, a quella del dottor Speziale - dimostri ai deputati che è in grado di scegliere il meglio tra coloro che lavorano in questa nostra istituzione. Quindi, il mio ringraziamento è sincero e si estende a tutto il personale ma fa perno, innanzitutto, sulla Segreteria generale.
Per ciò che riguarda quanto ci è stato illustrato dal Collegio dei questori e quanto abbiamo rinvenuto nei documenti aggiuntivi, vorrei sollevare alcune questioni specifiche, prima di arrivare ad alcune conclusioni. La prima questione è stata sollevata dall'onorevole Contento ma intendo riprenderla.
Credo che, in sede di replica, il Collegio dei questori abbia il dovere di spiegare alla Camera - avevo già in animo di affrontare tale questione, ma dopo l'intervento dell'onorevole Borghesi, esponente dell'Italia dei valori, la mia intenzione si è accentuata - quanto costa in più nel bilancio interno il fatto che l'Ufficio di Presidenza, con il voto determinante del Presidente Bertinotti - cosa mai accaduta sino a questa legislatura! -, abbia autorizzato la costituzione di ben sei gruppi parlamentari in più. Diceva l'onorevole Contento che, nella precedente legislatura, i gruppi parlamentari erano otto. Oggi, se applicassimo il regolamento della Camera, che prevede che per costituire un gruppo parlamentare ci vogliano venti deputati, i gruppi sarebbero sette. Invece, sono stati autorizzati sei gruppi parlamentari in più!
Allora, prima di fare moralismo, caro collega Borghesi, su quanto costano le missioni di studi all'estero o sul fatto che la dotazione di carta è enorme - tra l'altro non so se è così perché, mentre il collega parlava, mi stavo confrontando con i colleghi e non mi pare che sia così ingente -, per evitare di mettere le dita sulle questioni che contano, vediamo di capire quanto costano sei gruppi parlamentari in più rispetto a quello che sarebbe stato un andamento normale se si fosse rispettata la norma prevista dal regolamento. Non serve dire che è cambiato il sistema elettorale. Non serve proprio a nulla, perché la motivazione non regge.
TEODORO BUONTEMPO. Si cambia il regolamento!
EMERENZIO BARBIERI. Esatto! Di fronte al cambiamento del sistema elettorale, si cambia il regolamento della Camera. Quindi, quella non è di per sé una motivazione. Né mi pare che sia un nodo fondamentale che va affrontato.
Pongo la seconda questione più come una domanda, ma è ovvio che è anche una considerazione. Pur apprezzando complessivamente il sistema, ritengo che andrebbe svolta una riflessione più accurata sullo stanziamento per la categoria terza, personalePag. 30in servizio, per cui si prevede un incremento del 3,9 per cento. Mi rivolgo al Collegio dei questori perché, nell'immaginario collettivo, noi siamo percepiti comunque - e lo siamo - come istituzione pubblica. È originale che si chieda ad altre istituzioni pubbliche di diminuire, anche in modo sensibile, la spesa per il personale e a questa istituzione si dica, invece, che la spesa per il personale può aumentare del 3,9 per cento. Quindi, farei una riflessione su questo aspetto, anche perché la motivazione che viene data nella relazione del Collegio dei questori è un po' debole: «tenuto conto del programma di reclutamento deliberato dall'Ufficio di Presidenza». Basterebbe che l'Ufficio di Presidenza cambiasse il suo programma di reclutamento e non ci sarebbe bisogno di aumentare la spesa per il personale del 3,9 per cento.
Inoltre, vorrei porre un terzo ordine delicato di problemi. Credo, tra l'altro, che noi del gruppo dell'UDC presenteremo anche un ordine del giorno. Soprattutto dopo i risultati del referendum di fine giugno, abbiamo un sistema di bicameralismo perfetto, che, però, non regge per quanto riguarda l'equiparazione delle strutture e i servizi della Camera dei deputati rispetto a quelli del Senato. Faccio qualche esempio perché sarebbe molto utile, Presidente Leoni, che l'Ufficio di Presidenza di questa Camera, dal Presidente Bertinotti in giù, facesse le adeguate pressioni sul Presidente del Senato, da Marini in giù, perché ci fosse un'equiparazione tra Senato e Camera sugli aspetti che sto per elencare.
Al Senato il rimborso spese è sensibilmente superiore a quello della Camera, con una motivazione che aveva un senso con il precedente sistema elettorale, ma non con l'attuale. Oggi, 14 regioni hanno la circoscrizione della Camera coincidente con quella del Senato; solo 6 regioni - Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio, Campania e Sicilia - hanno circoscrizioni elettorali per il Senato in numero superiore rispetto a quelle della Camera. Quindi, non vi è più motivo perchè la diaria dei senatori sia sensibilmente superiore a quella dei deputati. Quando dico «sensibilmente superiore» non parlo di noccioline, ma di cifre che oscillano in media attorno ai 1.500 euro mensili. Inoltre, se si dovesse utilizzare tale criterio - visto che la Camera ha quali elettori anche coloro che hanno dai 18 ai 25 anni - questo tipo di schema si dovrebbe ribaltare.
Al Senato, inoltre, con 100 euro al mese si può estendere l'assistenza sanitaria a parenti molto stretti, quali genitori e suoceri. Tra l'altro - incredibile dictu -, al Senato, i senatori in carica, gli ex senatori, i deputati in carica, gli ex deputati e i parlamentari europei vanno dal barbiere gratis. Sarà bene che il Presidente Bertinotti e tutto l'Ufficio di Presidenza spieghino ai senatori che è bene che facciano loro quel criterio di moralizzazione introdotto nella precedente legislatura in questo ramo del Parlamento.
A proposito di tale questione, ritengo giusto evidenziare - nonostante nella precedente legislatura non mi sia battuto a favore delle quote rosa - che sarebbe opportuno che alle deputate venisse garantita, in questo edificio e non in altre sedi, la possibilità di disporre di un parrucchiere. Infatti, trovo originale che, in un momento nel quale con le pari opportunità si sta diffondendo un criterio assolutamente condivisibile, le colleghe deputate non possano usufruire di tale servizio come i deputati.
Un'altra questione importante riguarda la convenzione che la Camera ha con l'agenzia di viaggi Carlson Wagonlit. A parte il trattamento per i deputati, è frequentissimo il caso di biglietti aerei per passeggeri non parlamentari forniti da questa agenzia a prezzi decisamente superiori a quelli ottenibili in altre agenzie di viaggi.
Quando ci si reca a fare un biglietto per un parente o un amico e lo si paga, non è scritto da nessuna parte che chi lo fornisce deve scegliere il prezzo massimo. Quindi, colleghi del Collegio dei questori, occorre intervenire giungendo anche alla rescissione del contratto con tale agenzia.
Pochissime volte sono d'accordo con quello che dice l'Ulivo, ma devo dire chePag. 31ho molto apprezzato l'intervento dell'onorevole Quartiani, che ha posto un problema serio, come ha fatto anche il questore Albonetti nella sua relazione: si tratta dei costi della politica. Si tratta di un problema serio che affronto nello spirito in cui l'hanno affrontato il collega Albonetti ed il collega Quartiani. Purtroppo, accade che a determinare una situazione di incapacità della gente a capire tali questioni contribuiscano non gli ultimi segretari di sezione dell'UDC della Sicilia o del Trentino-Alto Adige, ma capigruppo di questa Assemblea. Tanto per non fare nomi e cognomi mi riferisco al presidente del gruppo di Rifondazione Comunista, che ha rilasciato un'intervista nella quale ha spiegato che ci mettiamo in tasca 14 mila euro netti al mese. Sono stato tentato di regalargli un pallottoliere perché vorrei capire come può il capogruppo di Rifondazione Comunista fare una simile affermazione!
Peraltro, come ha rilevato l'onorevole Quartiani, spesso si fa confusione in merito alla questione della diaria. Chi non abita a Roma e vive in casa o in albergo pensate che non utilizzi tutto quello che la Camera gli fornisce come diaria? È ovvio che lo utilizza, anzi spesso non basta perché a ciò vanno sommati i pranzi, le cene, e così via. Inoltre, non so che legge viga all'interno di Rifondazione Comunista, ma noi utilizziamo tutti il cosiddetto portaborse. Vi sono, poi, le spese nel collegio: quanti sono i deputati di tutti gli schieramenti politici che si fanno carico di pagare anche gli affitti delle sedi di partito o i collaboratori dei partiti? Tantissimi! Il capogruppo di Rifondazione Comunista dice che lui dà 8 mila euro al mese a Rifondazione Comunista. Lui è padronissimo anche di darli tutti, ma non può confondere quello che si dà al partito con l'indennità dei parlamentari. Ciò crea una confusione incredibile!
Dunque, onorevole Quartiani, prima di prendercela con chi all'esterno utilizza questi argomenti da uomo qualunque, vediamo di capire se all'interno siamo d'accordo tra di noi. Infatti, non mi spavento delle sparate che fanno alcuni quotidiani: siamo in grado di rispondere. Mi spavento molto di più quando a diffondere tale cultura qualunquistica contribuiscono presidenti di gruppi parlamentari. Si tratta di un problema, signori questori, che dovete porvi anche voi. Voi avete il dovere, a mio giudizio, di spiegare a chi fa affermazioni di questo genere che non corrispondono a verità. Comunque, non corrisponde al vero la necessità che all'interno dei compensi dei parlamentari figurino gli 8 mila euro al mese che il deputato di Rifondazione Comunista dice di dare al suo partito. Si tratta di cose, poi, facilmente verificabili. Sarebbe interessante, quando vedremo i bilanci dei partiti, capire se corrispondano al vero le affermazioni che nelle interviste rilasciano alcuni colleghi circa l'entità della cifra che viene data al partito: sarà evidente perché, se li portano a detrazione per il 19 per cento, compariranno con nomi e cognomi.
Concludo dicendo che, come in tutti i campi della vita, dalla politica alla famiglia, si può sempre fare meglio. Però, devo dire che questo bilancio è complessivamente positivo.
Esso segna anche una continuazione (e bene ha fatto il questore Albonetti a rilevarlo) tra ciò che ha fatto l'Ufficio di Presidenza della precedente legislatura e ciò che fa l'Ufficio di Presidenza attuale, Ufficio di Presidenza che - attenzione bene - si è ingigantito a seguito della scelta della costituzione di sei ulteriori gruppi parlamentari. Anche questi sono costi. Anche l'Ufficio di Presidenza costa di più, perché invece di essere composto come nella precedente legislatura è aumentato a dismisura.
Devo dire che, complessivamente, il bilancio mi pare buono. In sede di dichiarazione di voto, il collega Tassone preciserà alcune ulteriori questioni, ma credo di poter anticipare che il voto del gruppo dell'UDC sarà favorevole [Applausi dei deputati del gruppo dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.
Pag. 32
MATTEO BRIGANDÌ. Cercherò di essere telegrafico, perché l'onorevole Stucchi è stato di per sé esaustivo. Quindi, riprendo solo alcuni argomenti ed anche brevemente. Il primo riguarda la questione dei viaggi. È noto che, se si prenotano viaggi tramite Internet, si ottengono prezzi inferiori della metà rispetto ai viaggi che si prenotano usando un biglietto open a disposizione dell'agenzia di viaggi interna. Quindi, è chiaro che sarebbe opportuno trovare un meccanismo con cui ciascuno di noi possa comprare, di tanto in tanto, un biglietto tramite Internet con il volo preciso e risparmiare anche cifre notevoli.
Per quanto attiene al secondo aspetto, mi rifaccio alla questione, testé menzionata, degli stipendi. Avevo notato anch'io l'infame dichiarazione nella quale si dice che noi guadagniamo 14.500 euro netti al mese, e si parla di guadagno. Quindi, forse bisognerebbe iniziare ad andare a scuola di ragioneria, per capire che il guadagno è la differenza tra i ricavi e i costi. Non credo che la differenza tra i ricavi e i costi sia pari a 14.500 euro netti al mese. Questa affermazione è tanto sgradevole quanto il fatto che ormai vi è una normale delegittimazione della Camera. La frase che normalmente viene rivolta a ciascuno di noi (almeno a me la fanno ed immagino la facciano anche agli altri parlamentari) è: ma voi che guadagnate tutti quei soldi... eccetera. È ora di finirla! Bisogna che la Camera, con chiarezza, si ponga il problema del modo di tutelare il suo buon nome e quello dei suoi singoli appartenenti.
La scorsa settimana, sui giornali è stato pubblicato che i parlamentari guadagnerebbero dieci volte rispetto ad un professore universitario. È inutile dire che il professore universitario è stato considerato al livello più basso; i parlamentari guadagnano 14.500 euro, ma del professore universitario non si dice che ha un obbligo di tre ore di insegnamento la settimana più gli esami, ed altre affermazioni di tale tipo. È opportuno, dunque, che il Collegio dei questori e l'Ufficio di Presidenza si mettano in testa che forse tutelare il buon nome della Camera è una cosa giusta e riconosciuta.
Invece, oggettivamente, vi è gente, anche all'interno della Camera, che passa il proprio tempo a delegittimare i componenti la Camera stessa, con affermazioni che sono di una estrema stranezza e gravità. Faccio un esempio: la diminuzione degli stipendi dei componenti la Camera ha comportato anche una diminuzione delle loro pensioni. Mi vanto di essere ancora non propriamente in età da pensione, ma pensate ai nostri ex colleghi che sono a casa in pensione ed hanno un tenore di vita di un certo livello e, ad un certo punto, si vedono diminuire la pensione. Ma ciò dove si è visto? Se, per caso, qualcuno accenna ad una diminuzione delle pensioni, in tutto il mondo, e mi riferisco all'Italia ed a qualsiasi categoria, succede il finimondo. Qui si diminuisce la pensione e tutto va bene! Si noti bene che sono i deputati ad avere questo trattamento di «privilegio» della diminuzione della pensione. Infatti, i senatori si sono guardati bene dal diminuire la propria pensione! Lo dico ai colleghi, perché, essendo stato senatore opterò per avere la pensione da tale istituzione, quindi ovviamente non sarà un problema personale. Questa è la questione che sottopongo alla vostra attenzione.
Ho da sottoporre all'attenzione dell'Assemblea due problemi per i quali ho inviato da mesi una lettera, sia alla Presidenza sia ai questori, senza aver ottenuto finora alcuna risposta.
Il primo di essi concerne il modo di vestirsi qui alla Camera. Voglio, insomma, comprendere se, nel modo di vestirsi, vi è identità fra uomo e donna. A tale riguardo, vorrei sapere se il Presidente della Camera e i questori ritengono che vi sia una differenziazione dovuta al sesso, nel senso che le donne non indossano la giacca. Una volta saputo questo, non avrò, per questioni di cavalleria, nulla da eccepire.
Desidero, inoltre, conoscere con estrema chiarezza se, sempre su questo tema, vi sia differenziazione fra uomo ePag. 33uomo. Faccio riferimento al deputato Guadagno, che normalmente va in giro, qui alla Camera, «a maniche corte». Se ciò è da ascrivere all'appartenenza ad un determinato partito politico della maggioranza, allora ditelo; se invece è riferito ad un meccanismo secondo il quale con le gonne si possano indossare abiti a maniche corte, allora, cari colleghi, vi faccio presente che ho a casa degli splendidi kilt. Se ciò, viceversa, è riferito non dico all'appartenenza ma ai gusti sessuali, allora non ho alcun problema ad ammettere che io ho gli stessi gusti del deputato Guadagno al solo fine, ovviamente, di poter girare qui, alla Camera, in maniche corte: non so se lo avete notato, ma io, essendo lievemente sovrappeso, d'estate ho caldo e, conseguentemente, desidererei avere le stesse opportunità degli altri colleghi.
Da ultimo, nel tesserino che ci è stato fornito si certifica che l'onorevole Brigandì è «deputato al Parlamento». A tale riguardo, vorrei capire, in primo luogo, se il titolo di onorevole esista ancora oppure no. Peraltro si tratta di un rilievo che ho già fatto alla Presidenza della Camera, la quale si è ben guardata dal rispondermi. Se tale titolo esiste, allora gradirei essere chiamato in tale modo; se non esiste, ne prenderò atto.
In secondo luogo, ho chiesto, sempre alla Presidenza della Camera, se si possono utilizzare i titoli accademici riconosciuti. Se ciò fosse possibile ed io venissi chiamato ancora una volta, dalla Presidenza, deputato Brigandì, allora risponderò: sì, perito industriale Bertinotti, oppure: sì, perito tecnico al Vicepresidente che in questo momento sta presiedendo. O si rispettano le tradizioni e, quindi, colui che è deputato al Parlamento è chiamato, come sempre si è fatto, onorevole, oppure, secondo quanto prevede la Costituzione, la quale parla di Parlamento per indicare l'insieme della Camera e del Senato, si deve apporre una correzione a quanto riportato in quel tesserino, perché io non sono deputato al Senato ma lo sono alla Camera. Inoltre, essendo stato anche senatore, ed il titolo di onorevole spetta ai senatori, gradisco comunque essere chiamato in questo modo anche qui alla Camera.
In conclusione, si decida se la dizione «deputato al Parlamento», riportata in quel tesserino, è un errore, una bestialità di colui che l'ha scritta; oppure, se si vogliano utilizzare e rispettare i vecchi canoni di usanza della Camera, allora si utilizzino tutti e, quindi, si chiami «deputato», oppure «onorevole deputato», il membro di questa Camera. Altrimenti, non se ne usi nessuno; in quest'ultimo caso, però, in quel tesserino dovrebbe essere scritto «deputato alla Camera» e non «deputato al Parlamento» (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Bianco. Ne ha facoltà.
GERARDO BIANCO. Signor Presidente, come l'onorevole - utilizzo questo termine - Colucci sa, essendo ormai questore di lungo corso, ho ritenuto di dover intervenire nella discussione sui documenti di bilancio interno della Camera dei deputati perché ritengo che questa sia un'occasione non solo per esaminare cifre, analizzare conti e, quindi, fornire indicazioni sul possibile miglioramento dei servizi, ma anche perché questa, a mio parere, dovrebbe essere un'occasione per discutere in generale del ruolo e della funzione del Parlamento.
Ho spesso immaginato nelle precedenti legislature che potesse essere questa l'occasione per una considerazione generale sullo stato della nostra democrazia, simile a quella che in altri paesi viene definita lo «stato dell'unione». Se il Parlamento è vivo, ricco di fermenti, capace di creatività, anche la democrazia del paese sviluppa per intero tutte le sue potenzialità.
Ritengo che passi positivi siano stati compiuti, forse perché io vengo da una stagione nella quale i servizi della Camera erano ospitati nei sottoscala e, quindi, sono soddisfatto dei progressi compiuti. Al contrario dell'onorevole Contento, io sono «contento» di ciò che è stato realizzatoPag. 34anche nella precedente legislatura, nella quale l'attuale opposizione era maggioranza.
Sulla relazione ed il consuntivo del nuovo bilancio non ci sono critiche sostanziali da formulare. Evito pertanto di intervenire su alcuni punti, anche perché lo ha già fatto, a mio avviso in modo magistrale, l'onorevole Quartiani, il quale ha rilevato alcune questioni centrali. Vi è tuttavia un dato oggettivo che emerge. Alcuni colleghi ricorderanno che nelle precedenti legislature vi era la grande aspirazione di avere servizi di documentazione autonomi. Negli scorsi anni abbiamo dovuto ricorrere a fonti di informazioni fornite molte volte da gruppi, da sindacati, da corporazioni o, le migliori, dalla Banca d'Italia. È indubbio che in questi anni sono stati compiuti dei notevoli passi in avanti. Come si fa a non riconoscere, per esempio, l'importanza dei contributi che provengono, per quanto riguarda il bilancio dello Stato e la finanziaria, dal Servizio studi, che molte volte «fa le bucce», sempre con imparzialità, anche alle decisioni assunte dai vari Governi?
Voglio dare atto al Segretario generale, ai suoi uffici ed a tutto il personale del lavoro notevole che è stato compiuto. A leggere le cifre del bilancio, si rimane soddisfatti considerando anche un aspetto che viene sempre sottovalutato: i rapporti ed il contatto con il pubblico che, attraverso i servizi informatici e Internet, sono stati creati. Certo, possiamo lamentarci perché rimane difficile dissipare luoghi comuni come quello relativo alle indennità. Per la verità, ascoltando il collega Barbieri, in questo momento assente, ho scoperto che i benefit dei nostri colleghi senatori sono migliori. Signor Presidente, confesso che sono abbastanza stupito, ma non mi sono sentito affatto attratto dal passare al Senato: mi sta bene rimanere qui alla Camera, nella quale albergo e rimango attaccato come una cozza, spero per tanti anni ancora, al di là delle questioni politiche che sono emerse anche nell'attuale dibattito.
Dai dati forniti emerge una notevole riduzione delle spese; non vorrei che il collega Visco seguisse le stesse orme dell'ex ministro Tremonti sostenendo che bisogna diminuire le indennità parlamentari di un altro dieci per cento. Chi è che ha valutato questo aspetto? Posso testimoniare che una serie di prerogative esistenti in passato sono venute meno, mentre sono aumentati i servizi e sono migliorate le condizioni di lavoro dei parlamentari. Di ciò va dato atto all'azione condotta dai vari questori, anche della precedente legislatura.
Constato, basandomi sull'ottima introduzione del questore Albonetti, che le prospettive si muovono nella giusta direzione, ma sarebbe miope se ci fermassimo a questo. Infatti, una riflessione non può non essere fatta su quello che è il contesto generale del paese.
Infatti, il problema delle cosiddette retribuzioni sorge perché molte volte la sensazione che si ha del Parlamento non è quella del luogo centrale dello sviluppo della politica italiana; di solito, si contesta ciò di cui non si riconosce il ruolo e la funzione. Tutto ciò è determinato da una serie di condizioni che appartengono alla stessa azione politica. Vorrei, ad esempio, partire da un dato che dovrebbe costituire oggetto di riflessione; spiace - e lo osservo con molta franchezza - che i capigruppo non intervengano in questi dibattiti, che potrebbero divenire l'occasione per elevare la dialettica politica. In tal senso, ho sempre apprezzato la circostanza che i leader politici (e voglio dare atto di tale condotta, ad esempio, all'onorevole Casini) intervenissero nel dibattito sulle questioni connesse al bilancio interno e soprattutto considerassero, in tali occasioni, il ruolo del Parlamento e della Camera, affrontando i temi connessi. Leader realmente tali, e non quelli inventati dalla stampa o che si autonominano tali, perché esiste anche questo costume: io non mi sono mai iscritto al club degli statisti, Presidente, ma ho cercato sempre di essere, per quanto potevo, un buon parlamentare. Però, sarebbe opportuno ed importante che i leader parlamentari si interessassero di tali questioni.Pag. 35
Poco tempo è trascorso dal referendum confermativo che, per fortuna, ha «bocciato» una pessima riforma costituzionale; tale consultazione, però, aveva ad oggetto anche la riduzione del numero dei parlamentari. La maggioranza, in quel momento, ha dichiarato che avrebbe affrontato tale tema, fondamentale, a mio avviso, anche per il funzionamento della Camera. È una vicenda ormai passata, dimenticata oppure vogliamo misurarci con essa? È chiaro, per esempio, che la questione del funzionamento con un numero ridotto di parlamentari è giustificato anche dal rapporto con gli altri paesi del mondo. Pensi, Presidente, che io presentai una proposta del genere nel 1988: sono passati tanti anni e nessuno ne ha più discusso. La stessa innovazione contenuta nella citata riforma costituzionale era stata approvata in un contesto pessimo quale quello della vecchia legislatura; tuttavia, non viene più affrontata.
A mio avviso, l'esito di quel referendum ha restituito ruolo e centralità al Parlamento perché, conservando il ruolo, invero centrale, che tale organo ha nella Costituzione vigente attuale, ha dimostrato che il paese crede nel Parlamento. Tocca a noi riuscire a diffondere una vera fiducia nella nostra istituzione, potenziando le possibilità che il Parlamento ha di essere il luogo relazionale, il punto di rapporto di tutte le tensioni che esistono nel paese anziché lo spazio per mediocri scontri politici.
Anche a tale riguardo, né nella vecchia legislatura né, in parte, nella nuova, siamo riusciti a realizzare nel Parlamento il luogo del dialogo, capace di trovare le soluzioni più idonee secondo una oggettività di valutazione; oggettività che non contrasta con le differenze di pensiero e di linee politiche che pure esistono.
Anche le semplificazioni che si vogliono tentare oggi mettendo insieme tradizioni diverse come quella illustre del partito socialista o quella - che ritengo importante e nella quale ho militato per una vita - della tradizione politica dei cattolici democratici e del popolarismo, anche tali forzature - dicevo - non aiutano, a mio avviso, a sviluppare un discorso serio sul Parlamento. Ciascuno deve essere se stesso, non in senso identitario tradizionale ma nel senso di una cultura che si sviluppa e si proietta anche nel futuro, e si devono cercare le soluzioni vere, come è avvenuto ieri in un momento importante.
Devo far presente con molta franchezza agli amici di Rifondazione comunista che questa insistenza costante sul fatto che per la missione in Libano vi sia una discontinuità - che non è provata dal punto di vista storico, giacché la decisione ieri assunta è analoga, anche per le motivazioni, a quella assunta nel 1982 - rivela la incapacità di trovare motivazioni e supporti logici e fattuali. Dobbiamo rendere il Parlamento un luogo vero, di vivacità e non di strumentalizzazioni o di giochetti politici; così rafforziamo la nostra istituzione ed adottiamo decisioni importanti cui, a mio avviso, i questori hanno dato nel passato e daranno ancora nel futuro un supporto adeguato: oggi disponiamo infatti di strumenti che ieri non avevamo.
Credo tuttavia che rappresenti un dato curioso il fatto che forse il Parlamento negli anni passati aveva una centralità maggiore di quella che ha oggi; ciò anche per una serie di errori concettuali. Quando infatti si pone l'accento - e mi rivolgo anche alla mia parte politica - soprattutto sull'efficienza dell'Esecutivo come elemento determinante e preminente della politica e si toglie ruolo al Parlamento, va chiarito che il referendum ha respinto questa scelta.
Quel referendum, bocciando la riforma costituzionale voluta dalla destra, ci invita e ci sfida a cercare soluzioni equilibrate: riduzione del numero dei parlamentari, legge elettorale, di cui si parla poco. Lo dico a Barbieri che si preoccupa di dire: noi abbiamo un rapporto diverso e maggiore con i nostri elettori. Ma si rende conto, onorevole Barbieri, lo dico anche al collega della Lega, che non siamo né deputati né onorevoli? Siamo soltanto dei delegati di un'oligarchia che ci ha scelto e che ha determinato anche il successo delle nostre posizioni. Anche questo non garantisce il collegamento con l'elettorato.Pag. 36
La revisione della legge elettorale con la riduzione del numero dei deputati è un altro aspetto importante. Sono, come noto, favorevole al sistema proporzionale; tuttavia, è mai possibile - lo dico ai colleghi che lamentano la frammentazione dei gruppi - che oggi con lo 0,1 per cento si riesce ad avere un pugno di parlamentari senza alcuna reale rappresentatività culturale e politica nel paese? È mai possibile che vi siano formazioni che si rifanno a singoli leader? Dove sta la cultura politica di questi singoli leader? Si ricorre a slogan per rappresentare degli orientamenti! Dove sta il grande collegamento con la tradizione, con i filoni politico culturali, e con i problemi reali del paese?
Sono questioni che dobbiamo porre. È chiaro che la frammentazione dovuta alla cattiva legge elettorale che è stata approvata finisce per riflettersi all'interno del Parlamento e le resistenze finiscono per non essere capaci di impedire quello che dovrebbe essere invece impedito: la frammentazione e il rispetto del regolamento.
Concludo, signor Presidente, perché credo di aver superato il tempo a mia disposizione, anche se talvolta l'interpretazione del regolamento è abbastanza elastica su questo punto...
PRESIDENTE. Onorevole Bianco, lei ha ancora 1 minuto e 30 secondi di tempo a disposizione.
GERARDO BIANCO. Sono convinto che vada rispettato rigorosamente, perché non è nella concessione che si rispettano i rapporti, ma è nel rispetto rigoroso del regolamento che si crea anche la vita positiva, buona e democratica. Da questo punto di vista, ritengo che i questori abbiano presentato un buon progetto. Va ringraziato anche il vecchio Collegio e va rivolto l'auspicio - peraltro, conoscendo i colleghi, so che soddisferanno benissimo - di fornire sì dotazioni materiali, ma anche di guardare - ecco perché ho polemizzato un po' con il collega Buontempo - ad un aspetto importante, cioè al Parlamento nella sua proiezione culturale e positiva ed anche nella sua proposizione di luogo di elaborazione, che va anche al di là delle leggi che sono state approvate in numero assai imponente.
Concludo, ringraziando lei, signor Presidente, che è qui tra noi ad ascoltarci con buona pazienza. Ringrazio anche il Segretario generale e i suoi collaboratori e tutto il personale della Camera, anche quello che svolge funzioni che sono rilevanti e importanti per la logistica e per l'organizzazione della Camera. Certo, questa è una struttura nella quale si lavora come la «Fabbrica di San Pietro». C'è un viavai di persone, che talvolta un po' sconcerta. Forse sarebbe stato giusto trasferire il Parlamento altrove. Direi che forse un progetto del genere dovrebbe essere concepito. Diventa una «groviera» perché si costruisce e si lavora continuamente, però è un luogo glorioso. Cerchiamo, quindi, di onorarlo adeguatamente con il nostro comportamento, con la nostra etica e con la nostra responsabilità e serietà (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Leone. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, non ruberò molto tempo ai colleghi, anche perché non voglio entrare nell'esercizio dialettico a proposito degli emolumenti e delle critiche alla legge elettorale, così come ha fatto il collega Bianco, per quanto attiene i manipoli di deputati che arrivano in questo Palazzo e che poi si «associano» in gruppi.
Non penso che il presidente Bianco abbia rivolto il suo rilievo a questo settore dell'emiciclo, ma credo si riferisse proprio alla sua stessa parte politica, nel momento in cui ha fatto i conti all'interno dell'attuale maggioranza dei «partitini» e dei «gruppuscoli» che la compongono. Non voglio altresì entrare nelle polemiche relative agli emolumenti dei deputati che vengono pubblicati, sistematicamente, sui giornali italiani. Prima, qualche collega, forse, ha dimenticato di formulare una proposta, che invece ha avanzato fuori da quest'aula in altre occasioni, sostenendo che, forse, gli stipendi dei deputati potrebberoPag. 37essere agganciati a quelli dei magistrati, non nel modo in cui avviene oggi, ma in maniera più organica. Quando sui giornali si parla di stipendi favolosi, ci si riferisce solo ed esclusivamente a quelli dei deputati e non si parla invece di quelli dei magistrati, senza raffrontare, poi, l'impegno di lavoro da una parte e dall'altra. Si preferisce ricordare che i professori universitari guadagnano un decimo rispetto ai deputati e si omette magari qualche categoria; lo si fa per viltà, per convinzione, per altri motivi, ma, forse, anche per piaggeria.
Debbo dire che non voglio inoltrarmi nei meandri di quello che è il bilancio della Camera, rispetto sia al consuntivo sia alle previsioni, se non per un aspetto che è di natura sostanzialmente politica e che è legato - come penso altri colleghi abbiano già ricordato - all'aumento indiscriminato dei gruppi parlamentari. Il dato politico è legato non solo e soltanto al fatto che, mai come in questa legislatura, si è inteso aumentare il numero dei gruppi - dirò poi anche le conseguenze a ciò seguite - ma soprattutto alla considerazione che l'operazione non è stata fine a se stessa. L'operazione è stata finalizzata non al buon funzionamento della Camera e alle aspettative e alle esigenze serie dei «gruppetti» che si sono costituiti, ma a tutt'altro, ad una politica che deve essere fatta al di fuori di questo Palazzo, che è quella di accontentare tutta una serie - caro onorevole Bianco, a proposito di «partitini» - di «partitini» all'interno della maggioranza, che non sono stati accontentati con le nomine a sottosegretario o con il ministero e che hanno dovuto esserlo con la costituzione dei gruppi. Questa è la verità! C'è stato un intreccio tra la politica, che non si deve fare qui dentro, e il costo della politica, che non si deve fare qui dentro, ma che si è fatto attraverso i costi di questo Palazzo, purtroppo, per accontentare la politica che - ripeto - non si deve fare qui dentro! Non so se il bisticcio di parole faccia intendere quello che voglio dire, ma le motivazioni sono oramai sotto gli occhi di tutti.
Se dovessi andare a ritroso di quanto accaduto a proposito degli incarichi ministeriali, conferiti in concomitanza con le richieste di aumento dei gruppi all'interno della Camera, si capisce benissimo che il riequilibrio e il bilanciamento è avvenuto con un sincronismo che fa spavento, con uno stato di precisione veramente da orologio, tra l'altro facendo credere da chi è stato interrogato su questo aspetto - parlo del ministro Chiti, che è venuto in aula a rispondere sulla questione - che bastava una dichiarazione di intenti in ordine alla diminuzione delle spese ministeriali; il collegamento non lo ho fatto io, ma lo ha fatto lo stesso ministro per i rapporti con il Parlamento nel momento in cui è venuto a rispondere affermando: guardate che state dicendo una fesseria, perché noi abbiamo intenzione di diminuire le spese ministeriali.
Ma cosa c'entrano i fischi con i fiaschi! Voi, con una certa coda di paglia, avete detto in quest'aula che le due cose erano collegate, altrimenti non vedo per quale motivo il Governo abbia fornito alla Camera certe risposte! L'operazione politica dell'aumento dei gruppi parlamentari (mi verrete certamente a dire che vi è stata comunque una diminuzione da un'altra parte per contenere la spesa) ha fatto aumentare del 14,33 per cento e, quindi, per complessivi 34,6 milioni di euro, la categoria dei trasferimenti all'interno del bilancio.
Sapete qual è l'anomalia principale in ordine a questa voce, a questa operazione? Così come noi abbiamo fatto nella precedente legislatura, occorreva mantenere il PIL nominale programmato nell'ambito del 3,50 per cento; invece vi è uno scarto tra il PIL programmato e quello reale di quasi 11 punti: da 14,33 per cento al 3,50 per cento!
Cosa ci è stato risposto, quando si è intervenuti in merito all'argomento? Che l'operazione sarebbe stata a costo zero, come se noi avessimo gli occhi chiusi! Abbiamo fatto giustamente le nostre previsioni, come rilevato anche in qualche intervento del sottoscritto in quest'aula, alla presenza del Presidente della CameraPag. 38che, con il suo voto, dette l'assenso (era l'unico voto di differenza), sulle conseguenze che si sarebbero prodotte. Adesso le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti!
Questa non è una critica alla gestione, alla previsione, a ciò che risulta all'interno del bilancio, ma è una critica di natura politica, legata ad una decisione politica che non ha nulla a che vedere con il buon andamento ed il buon funzionamento della Camera, anzi esattamente il contrario! È una politica che, all'interno di quest'aula, del Palazzo non deve essere portata avanti! Le beghe e gli interessi di una maggioranza di Governo devono essere risolte all'esterno, senza usare gli strumenti esistenti in questo Palazzo per ottenere una sorta di bilanciamento, così come è avvenuto, a discapito di una struttura che nulla ha a che vedere con la struttura governativa!
È solo questo il rilievo che mi permetto di sottoporre all'attenzione degli attenti colleghi presenti in quest'aula, quasi deserta, che, come me, sono interessati a questo aspetto della vita amministrativa di questo organo istituzionale.
La previsione relativa a questa voce è ancora più gravosa, perché la spesa dovrebbe arrivare addirittura a 34,350 milioni di euro nel 2007, con un incremento superiore a quello consentito, nonostante ciò si calcoli su una base aumentata a dismisura.
Se andate a ritroso, anche con riferimento alla relazione al progetto di bilancio per l'anno finanziario 2006 e per il triennio 2006-2008 di cui stiamo discutendo, potete tranquillamente rendervi conto che tutto quello che è accaduto nella scorsa legislatura è risultato perfettamente in linea con le previsioni e le intenzioni ed è stato costantemente improntato ad una diminuzione del costo della politica!
Il Governo, anziché attingere all'interno di questa struttura, di questo Palazzo, ha fatto di più: non solo non ha attinto, ma ha imposto anche a questa struttura la diminuzione del dieci per cento, come ricorderete tutti, per quanto riguarda le nostre competenze ed i nostri emolumenti.
Allora, cosa bisogna mettere ancora in rilievo a proposito dell'operazione relativa all'aumento dei gruppi parlamentari? Vi è una discrasia: infatti, agli italiani viene raccontata una serie di bugie a proposito della riduzione dei costi della politica che questa maggioranza vorrebbe realizzare; al contempo, si verifica un aumento di tali costi che è sotto gli occhi di tutti noi, ma forse non viene percepito dai cittadini italiani, come è invece nostra intenzione evidenziare, questa mattina, in quest'aula e non solo.
Nel ringraziare il Collegio dei questori e tutte le strutture che hanno predisposto i documenti che saranno posti in votazione, concludo dicendo che non vorrei che attraverso queste operazioni, che nulla hanno a che vedere con il buon andamento ed il funzionamento della Camera dei deputati, si dimenticassero le finalità che questi bilanci debbono perseguire.
Essi, infatti, debbono essere rivolti alla soddisfazione dei bisogni dei deputati nell'espletamento del loro incarico parlamentare, alle soddisfazione delle esigenze degli uffici per garantire il buon funzionamento dell'intera struttura e, principalmente, al supporto che deve essere fornito al singolo parlamentare (naturalmente, anche attraverso i gruppi). Ciò per far sì che l'elettorato che ha mandato il deputato a rappresentarlo in questa sede non debba successivamente lamentarsi non del suo comportamento, ma del cattivo funzionamento dell'istituzione.
Vorrei infatti rilevare che da qui a ritenere che il deputato sia soltanto un soggetto che percepisce uno stipendio senza spendere energie lavorative e senza interessarsi alle esigenze dei cittadini - si tratta dei luoghi comuni che tutti conosciamo e che è inutile ripetere in questa sede - il passo è veramente breve. Non facciamo, allora, che tali luoghi comuni, per colpa di certi atteggiamenti e di certe prese di posizione, si dimostrino più realistici di quanto non lo siano veramente (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione congiunta.
Il seguito del dibattito, a cominciare dalla replica dei deputati questori, avrà luogo nella seduta di domani, giovedì 28 settembre 2006.