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Si riprende la discussione.
(Ripresa dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vietti. Ne ha facoltà.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ringrazio i colleghi Tassone e Adolfo, competenti per materia su questo argomento, che mi hanno lasciato un piccolo spazio, soprattutto in qualità di parlamentare piemontese, per unire anche la mia voce a quella di tutti i colleghi che chiedono che il Parlamento si pronunci in modo esplicito e chiaro a favore della tempestiva realizzazione dell'opera dell'alta velocità.
Ritengo che il problema non sia quello di attardarci a discutere se quest'opera sia opportuna o necessaria, in quanto credo che gli argomenti di carattere tecnico e di politica strutturale che conducono alla risposta positiva siano di evidenza solare. Il tema è quando realizzarla, perché la maggioranza, con le sue contraddizioni interne, anziché dire che quest'opera non si fa, ne dilaziona l'avvio all'infinito.
In tal modo, senza dire «non si fa», di fatto l'opera non viene realizzata. Si accampano ragioni che riguardano la scarsa consultazione delle popolazioni locali, che probabilmente hanno anche qualche fondamento ma ben potevano essere superate nei mesi scorsi. Si accampano ipotesi di varianti di percorso, quali quelle che recentemente il sindaco di Torino ha ipotizzato, che non fanno che tirare per le lunghe la questione. Si mette l'opera fuori dalla legge obiettivo, non consentendo, così, di realizzarla nei tempi previsti. Il rischio è quello di perdere i finanziamenti europei.
Dunque, credo che oggi dobbiamo far sentire la nostra voce per dire non tanto e non solo che quest'opera si deve fare, ma che si deve fare subito [Applausi dei deputati del gruppo dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Congratulazioni].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Misiti. Ne ha facoltà.
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, colleghi, l'Italia dei Valori è favorevole alla realizzazione delle grandi opere del Corridoio 5 del sistema europeo ed è favorevole a che tale corridoio passi attraverso il nostro paese e non al di là delle Alpi. Ciò significa che è necessario affrontare il problema dell'attraversamento delle Alpi. Il tema, quindi, è la grande opera prevista dal progetto presentato.
Tale progetto è stato presentato e sono state avviate le procedure operative per i preliminari ed i sondaggi con il sistema previsto nella legge obiettivo. Tale legge ha guidato tutta la prima parte della procedura portata avanti dal precedente Governo. In questo specifico caso - non in generale, perché in altri casi ha funzionato -, la legge obiettivo ha dimostrato alcuni limiti. Infatti, prevedendo il pronunciamento della sola regione Piemonte, ciò non è bastato ad impedire la nascita di un movimento esteso di opposizione che ha visto in prima linea gli enti locali schierarsi per il «no». Anzi, proprio tale fatto è stato determinante per bloccare l'opera.
L'attuale Governo, vista la situazione di grande difficoltà ad avviare i lavori della galleria secondo il progetto presentato, ha cercato di percorrere un'altra strada: avendo individuato le difficoltà, ha ritenuto opportuno ricorrere alla legge normale, quella che prevede la Conferenza di servizi ed il coinvolgimento degli enti locali, che non erano stati consultati proprio a causa delle norme della legge obiettivo. Tale rinuncia, in questo specifico caso, si è resa necessaria per cercare di superare gli ostacoli oggettivamente presenti. Nessuno può affermare che la legge obiettivo favorisse la realizzazione di quest'opera. Anzi, ha promosso un movimento che è andato al di là della Val di Susa e ha portato ad un «no TAV» in quasi tutta la nostra penisola.
Il ricorso alle procedure normali avrebbe permesso - e permetterà, se tali procedure saranno ben utilizzate - di approfondire la questione prevista dalle norme europee, ossia lo studio dell'impatto ambientale, che non è una frase vuota, ma un'indagine molto più approfondita sulle problematiche del terreno che si va a toccare facendo il foro alpino.
Ciò potrà consentire di chiarire, anzi di eliminare tutti i dubbi in merito alla questione paventata di pericoli sanitari ed ambientali dovuti agli scavi. Questo passo, a mio avviso, dovrebbe essere riconosciuto dal Parlamento, perché è stato obbligato ed è un passo che ci permette di coinvolgere tutti, di rendere responsabili tutti nel decidere se quest'opera deve essere realizzata o no. L'opera può essere affrontata dal punto di vista non solo della procedura, ma anche progettuale. È ovvio, infatti, che si può, proprio sulle linee previste dall'Europa ed indicate chiaramente da Loyola de Palacio, procedere in due tempi. Infatti, il problema fondamentale, da oggi al 2020, è assicurare una capacità di trasporto merci che possa, in qualche modo, fare fronte alle necessità dei paesi situati tra Lisbona e Kiev.
A tal punto, se si riconosce ciò, a mio avviso le diatribe che possono nascere sono superabili. Credo che coloro che vogliono realizzare l'opera possano essere tutti d'accordo a verificare in profondità quali sono le possibilità di rispondere all'esigenza espressa proprio da Loyola de Palacio. Fino al 2020 abbiamo bisogno di aumentare la capacità di trasporto delle merci; benissimo, affronteremo tale discorso, faremo le verifiche opportune, probabilmente dovremo realizzare un foro esclusivamente per le merci. Questo è un dato che dovrà scaturire dallo studio che è stato commissionato dalla Conferenza di servizi.
In tal senso, le due mozioni presentate, ed anche la risoluzione che ad esse si ricollega, devono partire da tale convinzione, ossia che è necessario che l'opera si realizzi, al di là del «colore» politico, e che si realizzi nel migliore dei modi. L'Italia dei Valori ha già affermato, nel corso della discussione sulle linee generali, che non può accettare le proposte contenutePag. 83nelle due mozioni, proprio per quanto esse prevedono, soprattutto nel dispositivo...
PRESIDENTE. Mi scusi, ma lei ha esaurito il tempo a sua disposizione.
AURELIO SALVATORE MISITI. Sto concludendo, signor Presidente.
La risoluzione, correlata alle due mozioni, se riformulata, può essere approvata. Essa, potrebbe rappresentare un incentivo affinché tutti vadano nella stessa direzione. Infatti, le opere del sistema di trasporto europeo non possono avere «colore», né di centrosinistra, né di centrodestra.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, utilizzo i minuti a mia disposizione semplicemente per fare un appello al senso di responsabilità della maggioranza di questo ramo del Parlamento.
Ho presentato una risoluzione che non ha alcuna intenzione strumentale. Non vi è alcuna polemica nei confronti del Governo, non vi è un richiamo al Governo precedente, non vi è neppure la critica - che è stata richiamata da diversi oratori - rispetto alla rinuncia alle procedure della legge obiettivo ed al rientro nella procedura ordinaria. Vi è semplicemente la richiesta, che mi pare essere rispettosa delle istituzioni, che il Parlamento esprima una posizione su questo argomento. Il rischio, tuttora presente, è che la Camera dei deputati si limiti a respingere le due mozioni e la risoluzione in esame e, alla fine, non approvi alcunché, mostrando così la sua impotenza ad assumere una posizione attorno a questa materia. Ciò mi parrebbe grave dal punto di vista politico e, prima ancora, dal punto di vista istituzionale.
Colleghi, non mi scandalizzo che all'interno della maggioranza vi siano opinioni diverse. Non è un mistero per nessuno che il programma dell'Unione non prevede, in tema di TAV, in particolare per la linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione, alcunché. Non è un mistero per nessuno che le opinioni espresse dall'onorevole Cento, visceralmente contrario alla realizzazione di quest'opera, siano molto diverse dalle posizioni espresse ieri dal ministro Di Pietro e, in diverse occasioni, anche dal Presidente del Consiglio dei ministri.
Rispetto la posizione dei Verdi espressa in questa sede, in modo gentile ed approfondito, dalla collega Francescato. Rispetto la legittimità delle obiezioni dei colleghi di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e dei Comunisti Italiani. Quello che non posso accettare, però, è che, all'interno della maggioranza, non vi sia una posizione prevalente. Da che mondo e mondo, le precedenti maggioranze - e ce ne sono state tante in questo paese - hanno manifestato differenze di valutazione ma, alla fine, emergeva comunque una posizione politica. Il rischio è che qui non ne emerga alcuna.
E ciò è molto grave, alla luce della denuncia del commissario europeo per i trasporti, de Palacio, pubblicata su La Stampa del 14 settembre, nella quale si pone in rilievo che noi stiamo perdendo il finanziamento europeo e stiamo perdendo il Corridoio 5, a vantaggio di un altro Corridoio, in stato di lavori più avanzato di quello che interessa il nostro paese, che passerà per Parigi, Vienna e Bratislava e che si vuole congiungere con Kiev. Si sta, quindi, costruendo un Corridoio parallelo a quello che interessa il nostro paese, e l'Italia finirà per perdere un'occasione importante, ai fini del suo sviluppo economico, qual è appunto l'attraversamento del nostro paese da parte di queste grandi opere ferroviarie previste dal master plan e dalla pianificazione europea. Questo è il grave rischio che corriamo.
Di fronte a tale rischio, che è ben presente e che vorrei fosse presente a tutti, rivolgo un appello ai colleghi della maggioranza perché poi non dicano di aver sbagliato: alcuni partiti ed alcuni colleghi della maggioranza spesso dicono di aver sbagliato scelte assunte in passato. A tali colleghi dico di assumersi oggi una responsabilità.Pag. 84Quella di oggi è un'occasione per farlo. Invito, quindi, i parlamentari della maggioranza ad assumersi la responsabilità di votare a favore di una risoluzione che, non solo non è contro il Governo, ma apprezza sull'argomento sia le parole espresse ieri dal ministro Di Pietro sia la posizione assunta dal Presidente del Consiglio dei ministri Prodi. È paradossale che una posizione del genere, neutrale e non di parte, sia valorizzata da esponenti dell'opposizione e sia vista invece con preoccupazione da esponenti della maggioranza.
Colleghi, mi auguro che una posizione costruttiva, come quella appena illustrata, possa essere apprezzata anche dalla maggioranza, che invito a non rinchiudersi militarescamente in sé stessa. Ciò sarebbe molto grave e in contrasto con il dialogo con le forze politiche di opposizione sui problemi concreti, che è stato recentemente auspicato da autorevoli esponenti del Governo (Applausi dei deputati del gruppo della Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Salerno. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, desidero innanzitutto ricordare ai colleghi che la legge obiettivo, che ha consentito l'apertura dei cantieri per modernizzare finalmente le ferrovie italiane, è stata una delle prime norme presentate dal Governo di centrodestra ed approvate dal Parlamento nel 2001.
È stata una delle prime importanti leggi per modernizzare non solo la rete infrastrutturale, ma sostanzialmente tutte le vie di comunicazione dell'Italia. Una volontà che si è purtroppo interrotta quando con il nuovo Governo si è detto di no sostanzialmente a tutte le grandi opere. Si è detto di no al ponte sullo Stretto e si dice no, purtroppo, anche a questo collegamento del tunnel del Frejus, che dovrebbe consentire all'Italia di essere finalmente collegata con la rete di alta velocità già presente in maniera massiccia e funzionale in tutto il resto dell'Europa. La Francia ci guarda attonita, visto che loro hanno una rete di alta velocità efficace già da trent'anni. Non ci capiscono i tedeschi e persino gli spagnoli che, ormai, hanno una rete diffusa di alta velocità.
Dicendo di no alla TAV si dice sostanzialmente di no alla modernizzazione generale dell'Italia. Purtroppo le popolazioni della Val di Susa sono state vittime di una strumentalizzazione delle più false ed ignobili avvenuta da parte dei movimenti no global, di coloro che dicono di no a tutto (no alla Coca cola, no alla TAV, no global), che oltretutto, anche con una massiccia presenza degli agitatori professionali, quali Agnoletto e tutti i movimenti ed i centri sociali, sono stati protagonisti di questa protesta basata su notizie false.
Le popolazioni hanno subito l'agitarsi di tanti fantasmi, quali l'amianto, i gas nocivi, la distruzione dell'ambiente. Tutte notizie che l'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente del Piemonte, che ha una maggioranza di centrosinistra, ha smentito. Non ci sono questi metalli e gas nocivi e l'ambiente mi pare più che tutelato con un tunnel di quasi 50 chilometri, che non tocca l'alta valle perché entra a bassa valle ed esce, addirittura, a metà della Valle della Maurienne in Francia.
Dicendo «no» a questa grande opera si recide sostanzialmente un'arteria che poteva collegare non solo il Piemonte, ma l'Italia tutta al resto delle infrastrutture dell'Europa. Mi auguro che vi sia del buon senso e dell'intelligenza nell'affrontare questo tema, che non produce nocività per le popolazioni e danni per la salute.
Diciamo di no ad un no pregiudiziale del centrosinistra e della sinistra radicale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zanetta. Ne ha facoltà.
VALTER ZANETTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, dopo lo svolgimento della discussione in Assemblea sulla problematica relativa al progetto Torino-Lione, Forza Italia voterà a favore di questa mozione che porta la mia firma.Pag. 85Insistiamo sulla necessità che l'Assemblea, approvando questa mozione, esprima un chiaro e preciso indirizzo politico nei confronti di un Governo che, ancora oggi, presenta al suo interno molteplici contraddizioni, non solo sull'inopportunità di avere abbandonato la procedura della legge obiettivo per seguire le vie ordinarie della conferenza di servizi, ma anche sulla definizione rigorosa dei tempi indispensabili per la realizzazione dell'opera. Riteniamo che la manifestazione di una volontà parlamentare in tal senso possa e debba orientare le valutazioni dell'esecutivo verso un necessario ripensamento della scelta di seguire le procedure ordinarie in luogo di quelle più efficaci previste dalla legge obiettivo, con la conseguenza di allontanare la possibilità di realizzare la tratta Torino-Lione.
Ribadiamo la nostra preoccupazione in merito alle dichiarazioni di alcuni uomini di Governo, riportate in atti ufficiali, che confermano come la realizzazione della Torino-Lione sia sempre più problematica. Si tratta di dichiarazioni divergenti che hanno messo in evidenza una preoccupante discordanza in seno al Governo in merito alla questione TAV e che investono anche il progetto del terzo valico ferroviario in Valle Scrivia, anch'esso di importanza strategica per il collegamento del sistema portuale ligure e tirrenico con il centro Europa; contraddizioni che, tra l'altro, non fanno che aggravare le incongruenze generate dalle proteste dei cittadini delle zone interessate al progetto.
Di fronte ad una tale situazione, tocca al Parlamento recuperare la propria centralità, impegnando il Governo ad attivarsi per superare, una volta per tutte, le riserve e l'aperta opposizione che, ancora oggi, alcune importanti componenti della maggioranza che lo sostiene esprimono pubblicamente in merito alla realizzazione della tratta ad alta velocità Torino-Lione.
Preoccupano ancor di più le contraddizioni manifestate dall'esecutivo, se si pensa alle parole pronunciate dal commissario europeo ai trasporti Jacques Barrot il quale ha ribadito che «la Torino-Lione supera l'interesse di Italia e Francia», che «è una grande opportunità per tutta l'Europa» e che «non ci sono alternative possibili, ci sono solo benefici a lungo termine» per tutta l'Europa e la Valle di Susa.
Soltanto lo scorso 13 settembre, la stessa coordinatrice Loyola de Palacio insisteva sulla necessità di addivenire ad una soluzione urgente, chiedendo un impegno non solo sul piano economico ma anche, e forse soprattutto, sul piano politico, ricordando altresì come il Governo Prodi si fosse impegnato a dare una risposta entro il dicembre 2006.
Considerato pertanto che le incongruenze del Governo italiano preoccupano anche in sede europea, spetta ancora al Parlamento indirizzare l'attività di Governo, soprattutto quando il Presidente del Consiglio non sia in grado di concordare con i singoli ministri le pubbliche dichiarazioni che essi intendono rendere su tale vicenda e che inevitabilmente impegnano la politica generale del Governo.
Richiamiamo inoltre l'attenzione dell'Assemblea sull'importanza che oggi potrebbe avere l'approvazione di questa mozione in vista sia della prossima riunione della conferenza di servizi in cui si cercherà di trovare un accordo sia, in modo particolare, nella riunione della conferenza intergovernativa prevista per il 4 ottobre tra i ministri italiani e francesi, i quali ovviamente premono affinché l'Italia assuma in tempi brevi una posizione definitiva.
Ad ogni modo, l'ottimismo manifestato nell'intervento di ieri sera dal ministro Di Pietro in merito al rispetto dei tempi necessari all'espletamento della conferenza di servizi e alla conclusione della procedura di VIA ci lascia perplessi; ci lascia perplessi anche in considerazione del fatto che lo studio di impatto ambientale cui ha fatto riferimento il ministro Di Pietro sta valutando vari e differenti scenari realizzativi dell'analisi costi-benefici al fine della procedura di VIA.
Se è vero poi, stando alle parole del ministro, che tutti i lavori si possono concludere entro il 30 settembre 2007, non si comprende per quale motivo lo stessoPag. 86ha espresso parere contrario sulla nostra mozione; se in merito a questo atto di indirizzo può convergere un insolito consenso costruttivo da parte del Governo e da parte dell'opposizione, quale migliore occasione per dimostrare la capacità dell'Italia di superare meri contrasti politici di fronte ad un progetto di fondamentale importanza strategica per l'Unione europea?
Forza Italia, dunque, esprimerà un voto favorevole su questa mozione affinché la Camera impegni il Governo ad attivarsi altresì per sbloccare i lavori di realizzazione del terzo valico ferroviario dell'Appennino ligure-piemontese. Voterà a favore dell'approvazione di questa mozione con la speranza che la Camera deliberi di impegnare il Governo «a concludere positivamente, entro il 30 settembre 2007» - termine che, a nostro avviso, appare ormai improrogabile - «le procedure autorizzative e di appalto» relative alla tratta Torino-Lione, «così da evitare la perdita degli ingenti fondi già stanziati dall'Unione europea in favore del nostro paese» per la realizzazione dell'opera. Ciò perché si ritiene che un anno di tempo possa essere più che sufficiente per svolgere le procedure ordinarie, ma a condizione che si intenda effettivamente realizzare l'opera (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lovelli. Ne ha facoltà.
MARIO LOVELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il collega Merlo, a nome del gruppo dell'Ulivo, ha già espresso chiaramente la posizione del nostro gruppo in merito alle mozioni presentate, oggi alla nostra attenzione. Non starò quindi a ripetermi sui contenuti che il collega ha già chiaramente formulato. D'altronde, anche altri colleghi della maggioranza hanno ribadito la natura strategica dei progetti infrastrutturali, collocati a cavallo del Corridoio 5 e del Corridoio 24, ossia dei corridoi che, da Lisbona a Kiev e da Genova a Rotterdam, tendono a realizzare una rete europea di grandi infrastrutture, in grado di favorire la crescita economica del continente.
In sostanza, si tratta di collocare all'interno di un'area vasta, fra Torino, Milano e Genova, una forte concentrazione di investimenti pubblici, sia nazionali che europei, e privati; pensiamo, ad esempio, al settore della logistica e alle autostrade, ma pensiamo anche ai porti, rispetto ai quali ieri il ministro Di Pietro ha fatto dichiarazioni importanti, nel suo incontro con le autorità portuali liguri. Un insieme di investimenti pubblici e privati in grado di consolidare il ruolo trainante dell'area del nord-ovest per la crescita dell'economia nazionale, un'area in cui si concentra una grande parte del PIL nazionale, per l'integrazione economica e sociale europea e per ricevere, altresì, le nuove opportunità di sviluppo determinate dalla crescita impetuosa dei paesi del far east e del commercio internazionale, di cui la recente visita del Governo in Cina e gli accordi intercorsi per lo sviluppo della piattaforma logistica italiana sono un tassello fondamentale.
Ecco perché noi pensiamo che non si debba ridurre la questione ad una strumentale mozione che, da una parte, passa sopra errori o mancanze che in passato ci sono stati, dal punto di vista finanziario e procedurale, e, dall'altro, non aiuta a fare un passo avanti concreto sul problema. Ma ecco anche perché penso che, prendendo spunto dal dibattito che si è svolto in quest'aula, sia possibile, ad esempio, anche alla luce delle dichiarazioni rese dal Governo, lavorare su una risoluzione che possa raccogliere gli spunti costruttivi più importanti emersi in questa sede.
Quindi, dobbiamo, da oggi, mettere in moto un percorso che dia certezza al raggiungimento del risultato e, da questo punto di vista, mi pare che la scelta del Governo sia adeguata; lo verificheremo nel passaggio dagli indirizzi contenuti nel Documento di programmazione economico-finanziaria alla legge finanziaria. Mi pare che già le dichiarazioni che abbiamo sentito dal Governo in quest'aula debbanoPag. 87essere considerate valide, sufficienti e una piattaforma su cui lavorare, da adesso in avanti.
Voglio peraltro soffermarmi, in particolare, sulla problematica del terzo valico, il cosiddetto valico dei Giovi. Ho avuto l'opportunità, come sindaco di Novi Ligure, di seguire l'evoluzione di questo progetto dal 1992 in poi. Come è noto, questo progetto ha avuto una svolta e ha fatto un salto di qualità nel momento in cui, all'epoca del precedente Governo di centrosinistra, con Bersani ministro dei trasporti, a fine 2000, fu deciso di avviare una Conferenza di servizi istruttoria che coinvolgesse gli enti locali nella progettualità di quest'opera.
Con la legge finanziaria di quell'anno fu anche deciso di superare il general contractor e di avviare una nuova fase per l'attuazione dell'opera stessa. Il successivo Governo ha voluto cambiare tutto, con la legge obiettivo e con il ritorno al rapporto contrattuale con il COCIV.
Rispetto a quest'opera oggi non vi sono ostacoli procedurali, come viene rilevato nella mozione Zanetta ed altri n. 1-00017. La realtà è che oggi siamo di fronte ad una mancanza di fondi, per effetto di una delibera del CIPE priva di copertura finanziaria; le procedure previste per il finanziamento non hanno trovato il consenso dell'Unione europea e necessitano di essere completamente riconsiderate.
Dobbiamo quindi riaprire un'altra fase e riconoscere peraltro che su questa progettualità gli enti locali sono stati pienamente responsabili e partecipi ed hanno sottoscritto protocolli di intesa ed accordi di programma che dovevano servire ad assicurare la praticabilità dell'investimento. Ricordo, in particolare, i protocolli di intesa, sottoscritti da tutti gli enti locali interessati, per la permeabilità della vecchia linea storica e per realizzare una grande area logistica nella Valle Scrivia e nell'area alessandrina, che avesse l'obiettivo di creare una prima piattaforma logistica nel nord-ovest al servizio del sistema dei porti liguri.
Dunque, da questo punto di vista, le mozioni presentate sono anche insufficienti, perché non affrontano completamente questa problematica, ponendo la questione solo in una logica di sblocco dei lavori, che in realtà devono ancora cominciare perché non ci sono gli strumenti finanziari per far decollare il tutto.
A conclusione di questo mio intervento, invito il Governo a chiarire gli aspetti finanziari relativi a questa importante opera, prendendo atto delle dichiarazioni rese ieri in aula. Lo invito altresì ad attivarsi da subito con Rete Ferroviaria Italiana, che ha sottoscritto gli accordi con gli enti locali, affinché si cominci a lavorare concretamente sul territorio.
In generale, sulla partita delle grandi infrastrutture e delle linee di alta velocità ed alta capacità, dobbiamo uscire da un dibattito che vede gli opposti schieramenti accusarsi reciprocamente dell'impossibilità di realizzare dei programmi concreti, per entrare invece nel merito e lavorare fattivamente per renderli effettivi, individuando quella scala di priorità degli interventi necessaria per renderli finanziariamente sostenibili e per poterli portare avanti con le procedure necessarie, a partire dalle scelte che si opereranno nella prossima legge finanziaria.
È su questa base che il gruppo dell'Ulivo esprime le sue perplessità sulle mozioni presentate, per il modo con cui sono state portate alla nostra attenzione, ma al tempo stesso esprime la sua competa disponibilità ed interesse a lavorare concretamente, anche con i contributi che possono venire da tutti i gruppi parlamentari, affinché si proceda rapidamente e definitivamente ad individuare quella scelta di priorità infrastrutturale necessaria per far crescere e sviluppare il nostro paese (Applausi dei deputati del gruppo de L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mellano. Ne ha facoltà, per un minuto.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho chiesto di intervenire a titolo personale non perché sia inPag. 88disaccordo con gli interventi svolti a nome del gruppo della Rosa nel Pugno, ieri dal collega Marco Beltrandi, oggi dal collega Enrico Buemi, ma perché trovo abbastanza intollerabile la «fiera» degli interventi dei colleghi piemontesi, che sono venuti qui, da sinistra, da destra, da centro, da sud e da nord, a dire come la TAV sia inevitabile ed assolutamente da realizzare.
Lo condivido, lo condividevo anche quando ero nel Consiglio regionale del Piemonte. Credo che i Corridoi 5 e 24 siano fondamentali per lo sviluppo del Piemonte. In questo senso da tempo vado conducendo una battaglia anche radicale. Tuttavia, vorrei lasciare agli atti di questa Camera che quello di cui parliamo non può essere un percorso qualsiasi, un progetto qualsiasi. Il Piemonte, in questi anni, è stato deturpato da progetti ralizzati in questo modo. Vorrei ricordare l'Asti-Cuneo, un'autostrada fatta a «z»; vorrei ricordare anche le piattaforme logistiche che nascono come funghi ad Alessandria, a Novara, a Torino...
PRESIDENTE. Deve concludere, purtroppo...
BRUNO MELLANO. Quindi sì alle piattaforme logistiche, sì ai corridoi, ma con il buon senso di un ambientalismo serio, vero ed efficace di controllo del territorio e di governo delle prospettive di sviluppo del Piemonte.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
(Votazioni)
PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Zanetta ed altri n. 1-00017
(Nuova formulazione), non accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 497
Astenuti 1
Maggioranza 249
Hanno votato sì 235
Hanno votato no 262).
Prendo atto che l'onorevole Balducci non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione della mozione Tassone ed altri n. 1-00028.
Avverto che è stata chiesta la votazione per parti separate di tale mozione, nel senso di votare il dispositivo distintamente dalla parte motiva.
Avverto, altresì, che, nel caso in cui il dispositivo non fosse accolto, non si procederebbe alla votazione della parte motiva della mozione, essendo quest'ultima priva di contenuto impegnativo per il Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul dispositivo della mozione Tassone ed altri n. 1-00028, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 500
Votanti 478
Astenuti 22
Maggioranza 240
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 249).
Prendo atto che gli onorevoli Grillini e Balducci non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione della risoluzione Del Bue ed altri n. 6-00005.Pag. 89
Ricordo che, non avendo il presentatore accolto la proposta di riformulazione avanzata dal viceministro, il parere del Governo su tale atto di indirizzo deve intendersi contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Del Bue ed altri n. 6-00005, non accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 507
Votanti 505
Astenuti 2
Maggioranza 253
Hanno votato sì 251
Hanno votato no 254).
Prendo atto che l'onorevole Balducci non è riuscita ad esprimere il proprio voto.