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DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO GIUSEPPINA SERVODIO SULLE MOZIONI MARONI ED ALTRI N. 1-00010, REALACCI ED ALTRI N. 1-00009 E LION ED ALTRI N. 1-00022
GIUSEPPINA SERVODIO. Le mozioni affrontano un tema rilevante dal punto di vista economico, produttivo e occupazionale. Ricordo che il settore vitivinicolo coinvolge in Italia circa 700 mila persone e tutto il comparto contribuisce al sistema economico italiano per una quota di circa 20 miliardi di euro, di cui circa 9 miliardiPag. 101riferiti al vino. L'Italia è il primo esportatore mondiale di vino con il 25 per cento del fatturato globale.
Proporre all'Assemblea la riflessione su questo tema è importante nel momento in cui il dibattito politico si concentra sulla necessità di rilanciare l'economia, la capacità produttiva e la conquista di nuovi mercati per i nostri prodotti. Non è un tema da addetti ai lavori.
I dati precedentemente menzionati sono significativi. Il vino italiano si è conquistato il primato grazie alla qualità, grazie al fatto che nel nostro paese si sono riscoperti e valorizzati vitigni locali di qualità, di antica coltivazione sul territorio, e tutto ciò ha consentito una maggiore tipicità alla produzione enologica italiana.
Non possiamo non pronunciare in questa occasione un apprezzamento nei confronti dei nostri produttori che hanno attuato un processo importante legando il vino al territorio, alla sua storia, alla sua cultura pur sostenendo costi elevati di produzione, di trasformazione, di imbottigliamento, di commercializzazione. La struttura produttiva vitivinicola più qualificata ha rischiato in questi anni di combattere da sola per la propria sopravvivenza.
Come viene ribadito nella mozione presentata dai componenti dei gruppi parlamentari della Commissione agricoltura - e ripreso ampiamente anche dalle altre due mozioni - il settore vitivinicolo italiano deve essere tutelato e valorizzato.
La richiesta al Governo di assumere un impegno straordinario per la promozione e il sostegno sui mercati internazionali è giustificata dal fatto che il comparto è fondamentale per la tenuta e lo sviluppo dell'intero settore agroalimentare, che offre al paese una piattaforma effettiva di lavoro e di ricchezza e che non sempre ha trovato nelle istituzioni pubbliche conforto e sostegno.
In Commissione agricoltura abbiamo svolto un lavoro puntuale ed approfondito, attraverso audizioni, con le associazioni, gli operatori e gli «stati generali» del vino ed abbiamo unanimemente condiviso di trattare, all'interno di questo quadro, il tema della pratica enologica dell'aggiunta di trucioli di legno nel vino. Regole precise e restrizioni nell'utilizzo dei trucioli sono indicate con estrema chiarezza nelle mozioni.
Siamo alla vigilia di una importante e strategica riforma a livello comunitario dell'OCM vino, riforma che deve fronteggiare la crisi del settore vitivinicolo comunitario, appesantito da sistemi produttivi dirigisti con tutta una serie di costosi lacci e lacciuoli, che viene aggredito sui mercati da un import di vini in grado di imporre il minor prezzo.
Rispetto a questo appuntamento, che dovrà - lo ripeto - far superare al mercato enologico europeo una preoccupante e crescente depressione, dobbiamo avere chiare le priorità, sostenere il bilancio della struttura produttiva, valorizzare la qualità migliorando il vino nei diversi segmenti produttivi, ridurre il costo di produzione agendo sulle tecniche colturali, sui costi energetici e su quelli degli oneri contributivi e favorendo l'aggregazione, migliorare l'organizzazione della vendita, prendere atto del fatto che in passato era il mercato che aveva bisogno di prodotti alimentari, per cui bastava produrre per trovare acquirenti; oggi sono i produttori ad avere bisogno del mercato, quindi occorre essere competitivi per essere preferiti.
Si può comprendere, anche per le ragioni espresse molto chiaramente dai colleghi nella discussione generale sulle mozioni, che l'esclusivo obiettivo dei proponenti è quello di impegnare il Governo e il Parlamento a sostenere il sistema vitivinicolo italiano, che rappresenta un elemento di straordinaria potenzialità economica, sociale e per l'immagine del paese.
Il Governo è chiamato, a livello comunitario, a trattare con grande attenzione e vigilanza la questione della nuova pratica enologica dell'aggiunta di trucioli di legno nel vino, recependo le precise indicazioni contenute nelle mozioni.
Si sostiene che tale pratica potrebbe rapportarsi meglio all'evoluzione del gusto di nicchie di consumatori: «il livellamento del gusto non è un fatto positivo». RicordoPag. 102che è stato stipulato un accordo Unione europea-USA. Noi proponenti chiediamo che tale pratica sia assolutamente esclusa per i vini a denominazione di origine controllata e garantita (DOCG), per i vini a denominazione di origine controllata (DOC) e per quelli ad indicazione geografica tipica (IGT).
Infine è ampiamente coerente la richiesta al Governo di impegnarsi affinché in sede europea tale pratica, qualora sia utilizzata per i vini da tavola, sia rigorosamente disciplinata e sia chiara nell'etichetta l'indicazione del ricorso ad essa.
Il consumatore deve poter scegliere e, per farlo, va messo in condizione, leggendo l'etichetta, di distinguere il tipo di affinamento che il vino ha subito e il rapporto qualità-prezzo.
Prendiamo atto - pur non condividendolo - dell'accordo Unione europea-USA. Si valuta, da parte di diversi ambienti del settore, che questa nuova pratica enologica potrebbe essere introdotta solo ed esclusivamente per i vini di media qualità.
La possibilità, infatti, di abbattere ulteriormente i costi di produzione dei vini di media qualità con l'utilizzazione di questa nuova pratica enologica potrebbe dare una marcia in più sui mercati internazionali.
I nostri vini di media qualità risultano essere poco concorrenti rispetto a quelli prodotti nei paesi d'oltreoceano, che hanno prezzi molto più competitivi. Dobbiamo difendere il nostro vino e l'eccellenza che esprime, difendendolo presso le sedi comunitarie proprio per la sua qualità e tipicità.
Con gli obiettivi, le preoccupazioni e le condizioni espressi nelle mozioni, i proponenti impegnano il Governo a vigilare e a garantire produttori e consumatori e chiedono all'Assemblea di esprimere un voto favorevole.