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DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO MASSIMO NARDI SUL DISEGNO DI LEGGE N. 1254
MASSIMO NARDI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori rappresentanti del Governo, il nostro gruppo per ragioni che andremo ad esporre, si vede costretto ad esprimere voto contrario sul disegno di legge volto ad approvare l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2006.
Vogliamo solo sottolineare quella che a nostro parere risulta la anomalia più evidente rispetto alla procedura sin qui seguita nell'esame di questo provvedimento e alle risultanze di merito che sono state in qualche modo taciute o per le quali comunque si è tentato di mettere il silenziatore, rispetto all'esame del disegno di legge di cui stiamo parlando.
Ci riferiamo alle risultanze della cosiddetta commissione Faini ovvero a quella commissione che, insediata per ordine del nuovo Governo Prodi, aveva il compito di evidenziare le gravi carenze e il grave buco nei conti dello Stato italiano.
Dobbiamo dire che evidentemente la commissione Faini ha lavorato con solerzia rispetto al mandato politico che le era stato assegnato. Noi sosteniamo, infatti, che la commissione Faini, al di là dell'ufficialità del mandato tecnico, aveva in sostanza il compito di dimostrare, in ogni caso e ad ogni costo, che il Governo Berlusconi aveva lasciato un grosso buco nel bilancio dello Stato, e che quindi le difficoltà a cui il Governo Prodi sarebbe andato incontro erano, in qualche modo, da addebitarsi alle malefatte del precedente Governo.
Si tratta di una impostazione francamente inaccettabile e calunniosa che ci ha lasciato esterrefatti. La commissione Faini, lavorando con solerzia, ha potuto affermare, senza timore di impudenza, che tale buco esisteva ed era molto grave. Lo stesso ministro Padoa Schioppa si lanciava, anche sulla base di quelle risultanze, in dichiarazioni assai avventate e si produceva in alcune performance mediatiche in cui rappresentava scenari catastrofici per i conti pubblici, tutti addebitabili alle cosiddette gravi e irresponsabili condotte del Governo Berlusconi, il quale, a suo dire, aveva praticamente condotto lo Stato allo sfacelo, portando i conti pubblici ad un livello mai visto nella storia della Repubblica.Pag. 63
Il Documento di programmazione economico-finanziaria presentato dal Governo Prodi nel luglio scorso, sia pure tra le righe, doveva però necessariamente constatare che la storia del buco enorme lasciato dal precedente Governo non era altro che una mistificazione, in quanto le entrate tributarie successivamente accertate dimostravano che il Governo Berlusconi aveva ben operato e che le entrate erano in significativo e sostanziale aumento.
Il Governo Prodi voleva soltanto precostituirsi delle giustificazioni di fronte agli italiani, al fine di coprire le proprie responsabilità nel successivo andamento dei conti pubblici. Il vero buco lo sta facendo in questi giorni il Governo Prodi con la manovra finanziaria per il 2007!
Vogliamo sottolineare la grave scorrettezza, lo strappo istituzionale compiuto dal Governo Prodi nel nominare una commissione ad hoc, la commissione Faini appunto, una commissione esterna alla struttura del Ministero dell'economia, con il dichiarato e sbandierato intento di svolgere quella che viene chiamata nel linguaggio internazionale la due diligence.
Ricordiamo però che la due diligence si fa quando si sta per procedere all'acquisto di una azienda privata, allorquando non si ha piena certezza e fiducia dei conti presentati dal venditore.
In questo caso non si trattava di una azienda privata, ma dell'amministrazione dello Stato, della quale il nuovo Governo assumeva la responsabilità, prendendola in consegna dal precedente e legittimo Governo Berlusconi.
Con questo atto Prodi non solo ha in qualche modo agito calunniosamente verso il precedente ministro Tremonti e verso il precedente Governo Berlusconi, ma ha anche delegittimato tutta la struttura del ministero.
Ebbene, dopo avere consumato uno strappo di questa gravità, oggi il Governo è costretto in qualche modo ad ammettere che la situazione non era quella a suo tempo rappresentata, ed è stato quindi costretto a correre ai ripari, presentando un emendamento volto a correggere quelle previsioni.
Ci troviamo di fronte al teatro dell'assurdo, in quanto durante la discussione testé svoltasi lo stesso sottosegretario Sartor ci ha detto che l'emendamento del Governo non ricomprende interamente i miglioramenti dei conti pubblici che si sono effettivamente verificati.
Si vuole insomma diluire il più possibile, attraverso l'uso sia di strumenti mediatici che istituzionali, la notizia che il buco del Governo Berlusconi non c'era!
La si vuole diluire al punto tale da fare in modo che gli italiani non se ne accorgano e poter così avere un argomento per giustificare la finanziaria terrificante che è stata presentata. Ma, come si suol dire, la realtà supera la fantasia.
Nel mentre ci accingevamo a contestare l'emendamento del Governo che modifica surrettiziamente il disegno di legge di assestamento, per poter iscrivere in qualche modo, almeno parzialmente, le cifre delle maggiori entrate, sono giunte oggi le dichiarazioni in aula del ministro Padoa Schioppa, il quale lasciandoci indignati ed esterrefatti, ha ripetuto la cantilena, la filastrocca, la canzoncina del disastro dei conti pubblici evitato per un soffio grazie all'eroico intervento del suo Governo.
Mentre nel pomeriggio di oggi il ministro Padoa Schioppa affermava ciò, nella giornata di ieri il suo sottosegretario Sartor ammetteva che nel suo emendamento al disegno di legge di assestamento non erano ancora pienamente iscritte le nuove maggiori entrate, né ha chiarito soprattutto se tali maggiori entrate avranno valore strutturale oppure una tantum.
Nella nota di aggiornamento al Documento di programmazione economico-finanziaria il Governo è stato costretto a confessare ulteriori verità sullo stato dei conti e non si tratta di questioni da poco. Stiamo parlando di nuove risorse per un totale stimato, per ora, in dieci miliardi di euro! Questo dato sposta completamente i dati della manovra finanziaria per il 2007.
Nella manovra finanziaria 2007, che noi deputati stiamo apprendendo dai giornaliPag. 64e non dagli atti ufficiali del Governo, sono previsti, allo stato attuale delle notizie, ben 13 miliardi di nuove spese! Tredici miliardi di nuove spese!
Chi è allora il saccheggiatore delle casse dello Stato?
Chi è che si piega alle pressioni delle corporazioni e dei gruppi di pressione di ogni specie possibile e immaginabile?
Come si può notare, signor Presidente e onorevoli colleghi, l'attenzione del nostro intervento si sta spostando dall'esame dell'assestamento a quello della manovra per il 2007, ma non potrebbe essere diversamente, in quanto questi testi sono l'uno il presupposto dell'altro e data la performance del ministro dell'economia che si è consumata oggi pomeriggio in quest'aula.
Non possiamo accettare che il ministro racconti la favoletta del disastro evitato nei conti pubblici e ci venga poi a dire che in Italia, grazie a questo Governo, sono state ristabilite la pace, l'armonia e l'equità sociale e che la nuova legge finanziaria ci guiderà con passo sicuro e autorevole verso un nuovo e radioso avvenire.
Tutto questo è inaccettabile.
La nuova legge finanziaria rappresenta un disastro per l'economia e la società italiana; un disastro perché attacca e svilisce il ceto medio, ma soprattutto un disastro perché incrementa la spesa pubblica senza fornire al paese nessuna prospettiva di sviluppo, anzi mortificando con nuove tasse tutte le prospettive di sviluppo derivanti dalla favorevole congiuntura internazionale.
Torneremo nel prosieguo del dibattito sull'analisi della politica economica e di bilancio di questo Governo, cercando di far pervenire il nostro fermo dissenso e anche la nostra indignazione per una manovra di bilancio scritta sotto dettatura della CGIL e dei comunisti, e che così tanto male può fare alle classi medie e al paese tutto, negandogli la possibilità di un futuro sereno. E questo è l'esatto contrario di quanto ci ha raccontato qui il ministro Padoa Schioppa.
Annunciamo pertanto il nostro voto contrario.