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Si riprende la discussione.
(Ripresa dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Desidero rivolgere, anche a nome dell'Assemblea, un saluto ai docenti e agli studenti delle classi quarta e quinta dell'educandato statale San Benedetto di Montagnana, ai docenti e agli studenti della classe terza del liceo classico statale Carlo Bocchi di Adria (Applausi).
Gli studenti sono impegnati nella giornata di formazione a Montecitorio, giornata alla quale, anche in questa legislatura, il mondo della scuola ha aderito con grande interesse. Ciò costituisce segno di rinnovata attenzione verso l'attività svolta dal Parlamento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Licandro. Ne ha facoltà.
ORAZIO ANTONIO LICANDRO. Signor Presidente, i Comunisti italiani da anni denunciano l'onerosità, l'inutilità e la pericolosità dell'opera ponte sullo stretto. Tuttavia, ancora oggi, ci troviamo impegnati in un dibattito surreale rispetto allePag. 21vere emergenze del paese. È evidente, dunque, che ci troviamo dinanzi ad una lobby molto forte, potente, ampia, che non si rassegna al grande affare che sfuma, che gode dell'appoggio dei mezzi di comunicazione, soprattutto di quelli siciliani, legati politicamente e culturalmente alla destra che, attraverso una poderosa opera di disinformazione, produce notevole confusione.
Quella odierna è per noi occasione importante per cercare finalmente di fare chiarezza e fare cadere alcuni veli. Per tale motivo, richiamerò didascalicamente alcuni aspetti della questione - mi perdoneranno i colleghi della destra - a cominciare dalla disputa su chi sosterrà lo sforzo finanziario: il pubblico o il privato? La lobby sostiene che tale sforzo sarà sostenuto solo, o in massima, parte da capitali privati. Ma se così fosse, perché si strilla tanto quando il Governo toglie quelle risorse pubbliche, quindi irrisorie, per destinarle ad altre infrastrutture assai più urgenti? La verità è che l'opera dovrebbe essere finanziata per il 59 per cento da capitali privati e per il ben 41 per cento da capitale pubblico. Nel frattempo i costi continuano a crescere: dalla stima di 4,6 miliardi di euro, oggi si è giunti a 6 miliardi di euro, di cui almeno la metà proverrà dalle casse pubbliche.
Non risponde affatto al vero, come è stato detto ieri, che le risorse della società Stretto di Messina Spa verranno impiegate per avviare la realizzazione dei lavori. I siciliani, i calabresi e tutti gli italiani debbono sapere che Impregilo aveva vinto soltanto l'appalto per la progettazione definitiva. Altro che realizzazione! Ma vi sono poi altri profili sui quali è bene soffermarsi.
In base a rapporti ufficiali, è stato già ricordato, il ponte sullo stretto, a causa delle condizioni meteorologiche rimarrà chiuso almeno 120 giorni all'anno, per cui il sistema di traghettamento non potrà affatto smantellarsi e ciò costituirebbe un aggravio. L'attuale tecnologia delle ferrovie sembrerebbe peraltro incompatibile con la flessibilità che la struttura a campata unica dovrebbe avere. Conseguentemente, vi è l'alta probabilità che oggi quel ponte non possa essere attraversato da nessun treno. Ma, se anche ciò fosse possibile, le Ferrovie dello Stato pagherebbero un canone forfettario di 100 milioni di euro l'anno a cui si aggiungerebbe la mancata riscossione dei 38 milioni di euro, oggi percepiti attraverso il traghettamento. Inoltre, in caso di minore redditività rispetto a quanto calcolato in astratto sui flussi, sarebbe lo Stato ad assicurarne la copertura. E tutto questo mentre gli advisor - c'è molta confusione sul punto - attestano un traffico stradale per autotrasporto in calo, e un traffico aereo e di cabotaggio in crescita. Non è un'opinione dei Comunisti, ma oggi le merci viaggiano più rapide e più sicure lungo le vie del mare. Bell'affare per la collettività!
Credo che tutto ciò sia sufficiente, ma si potrebbe continuare a lungo per chiarire le dimensioni dell'inganno. Io voglio rivolgermi proprio a quei deputati siciliani della destra ricordando loro che la questione non riguarda solo la Sicilia, ma anche la Calabria e i calabresi. Su 1.450 chilometri di ferrovie siciliane soltanto 105 sono a doppio binario e quasi la metà non è elettrificata. Da Palermo a Messina occorrono tre ore; da Palermo a Catania quattro ore e mezzo; da Reggio Calabria a Potenza circa sei ore. Mancano strade e autostrade.
Il livello attuale delle infrastrutture non solo è insufficiente, ma è anche assai compromesso. Ripetete ossessivamente che chi parla di ambiente e criminalità organizzata è estremista, radicale e ideologico. Non è che la cosa ci spaventi, ma vogliamo scansare anche questa accusa. Ci sono o no rischi ambientali e sismici? Voi chiedete un referendum, ma perché non informate i cittadini di tutto ciò? Perché non rivelate che verrebbero espropriati gli abitanti delle zone interessate e parliamo di migliaia di persone?
Saremo pure estremisti, radicali e ideologici - è stato anche detto «talebani» -, ma come potete sottacere gli appetiti formidabili di mafia e 'ndrangheta? Quale cieco affanno vi impedisce di aprire gliPag. 22occhi sull'allarme lanciato, già nel 1998, dalla DIA? Il capo della mafia italo-canadese Vito Rizzuto era pronto ad impegnare 5 miliardi di euro e si proponeva come il garante delle famiglie siciliane e catanesi. Sono per caso questi i capitali privati che l'opera attrarrà?
Francamente, ho provato stupore e sconcerto per il candore di alcuni colleghi che, con bizzarria, hanno teorizzato l'invasività della criminalità organizzata in maniera direttamente proporzionale alla lunghezza dell'opera pubblica, sicché il ponte, che sarebbe lungo 3 chilometri, è a minore rischio di infiltrazioni mafiose della Salerno-Reggio Calabria, che, invece, è lunga 400 chilometri. Fantastico! Mi sono chiesto se mi trovavo su Scherzi a parte!
Credo, invece, che su questioni così delicate bisognerebbe contenere la fantasia e porre, con rigore assai più attenzione. Occorre molto rigore nella spesa pubblica e una selezione attenta degli investimenti necessari, che sono tanti, Presidente: la Catania-Siracusa, la Catania-Ragusa, la Siracusa-Gela, la nord-sud, l'Agrigento-Caltanissetta, l'intermodalità, porti ed aeroporti, eccetera.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ORAZIO ANTONIO LICANDRO. Ci accusate di essere radicali ed estremisti. Forse lo siamo, nella ricerca incessante dell'interesse generale, della legalità, della trasparenza e, infine, del buonsenso. Voglio ricordare a tanti colleghi della destra, anche di appartenenza cattolico-democratica, il buon senso di Rino Nicolosi, presidente della regione Sicilia, che il 6 agosto 1986 disse: «diventa ridicolo pensare di spendere 10 mila miliardi di vecchie lire per il ponte sullo stretto soltanto per guadagnare mezz'ora, quando, invece, il problema risiede nella velocizzazione delle tratte ferroviarie».
Ci sembrano pertanto ideologici, estremisti e fanatici tutti coloro che, con insostenibile leggerezza, se ne infischiano di ciò. Sono ideologici ed estremisti proprio coloro che hanno in uggia i cittadini, l'ambiente e l'interesse generale e si fanno straordinari interpreti di una potente lobby di affari...
GIUSEPPE PALUMBO. Quella che gestisce i traghetti!
ORAZIO ANTONIO LICANDRO. ...come ormai sempre più limpidamente appare, la lobby del «ponte sullo stretto».
Per questa ragione, voteremo la risoluzione dell'Unione, con la consapevolezza di aprire una vera fase di realizzazione e di potenziamento delle infrastrutture essenziali del nostro Meridione, perché, dal suo riscatto, passa una parte rilevante dello sviluppo economico del paese (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Loggia. Ne ha facoltà.
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, colleghi, non posso negare, al termine di questo dibattito, di essere francamente esterrefatto, almeno per due ragioni.
La prima è che mi è sembrato di cogliere, nella posizione di alcuni colleghi della maggioranza che sono intervenuti, ma anche dalle dichiarazioni svolte dal Governo lunedì sera, che non c'è un «no» al ponte, ma, semmai, c'è un rinvio, condizionato, peraltro, alla realizzazione di altre opere, non meglio specificate o, almeno, sino ad ora non meglio specificate.
Mi è sembrato di cogliere, altresì, in altri interventi di autorevoli esponenti della maggioranza, invece, come quelli che, peraltro, abbiamo appena finito di ascoltare della collega Francescato e di altri, un «no» totale e definitivo alla realizzazione di questa opera straordinariamente importante.
C'è una seconda ragione per la quale mi considero doverosamente esterrefatto.
Molti cambiano opinione a seconda che stiano al Governo ovvero all'opposizione. Mi riferisco alle dichiarazioni di Rutelli, in anni passati, a quelle dell'onorevole CardinalePag. 23(che interverrà dopo di me), a quelle dello stesso Presidente del Consiglio e di numerosi altri esponenti di rilievo dell'attuale maggioranza di Governo. Ebbene, cambiare opinione a seconda che si stia al Governo o all'opposizione non è certamente sintomo né di coerenza né di linearità dei comportamenti.
La terza ragione, forse la più forte, è che, ancora una volta, si fanno cogliere separati, divisi e, quindi, contro gli interessi dei siciliani, dei calabresi e dell'intero Mezzogiorno del nostro paese proprio i rappresentanti parlamentari delle menzionate regioni e delle altre che, ancora di più, sono interessate alla realizzazione del ponte sullo stretto di Messina. Questo mi addolora - voglio denunciarlo pubblicamente in quest'aula affinché ne resti traccia nei resoconti della seduta -, mi addolora e, se mi consentite, mi indigna: al di là delle posizioni espresse, forse per un malinteso spirito di appartenenza ad una maggioranza che appare essere sorda rispetto alle esigenze del paese, rispetto all'impostazione delle grandi infrastrutture (queste ed altre), debbo dire che ho ascoltato con interesse il collega Gibelli, della Lega, le cui posizioni in gran parte condivido, sottolineare che il Governo Berlusconi ed il ministro Lunardi hanno avviato un insieme di grandi opere, mediante la legge obiettivo, che meritano altrettanta attenzione. Anzi, colgo l'occasione per invitare i colleghi della Lega a dare un sostegno, oggi, alla nostra mozione, con l'impegno formale, politico e sostanziale, che altrettanto sarà doveroso fare per le altre grandi opere che interessano altre parti strategiche del paese (penso alla TAV, al Mose, alla variante di valico ed alle altre grandi opere infrastrutturali già avviate dal Governo Berlusconi).
Signor rappresentante del Governo, il parere favorevole del Governo sulla risoluzione presentata dall'onorevole Franceschini e da altri colleghi della maggioranza non è in sintonia con la posizione da lei espressa l'altra sera: questa è un'ulteriore contraddizione grave che ho il dovere di sottolineare, anche perché non è scritto da nessuna parte che i fondi che volete impiegare per la realizzazione di non si sa quali altre opere sono immediatamente disponibili. Credo di non dover spiegare al rappresentante del Governo cosa sia la Fintecna, quale impegno quest'ultima abbia assunto, come la somma, peraltro cospicua, non sia immediatamente disponibile per il Tesoro, e come lo stesso Tesoro non possa ridistribuire la somma medesima affinché sia utilizzata per altre eventuali opere.
Allora, colleghi, ho il dovere di invitarvi a ripensare alla vostra impostazione. Lo faccio con tutta la convinzione e con tutta la sincerità delle quali sono capace. State commettendo un errore! Il discorso non potrà certo essere chiuso dal voto che sarà espresso oggi. Viene in rilievo, infatti, un tema sul quale saremo costretti ad intervenire ulteriormente: lo faremo, da qui a poco, in occasione delle discussioni del disegno di legge finanziaria e del decreto-legge recante disposizioni in materia fiscale.
Colleghi, vi invito sinceramente a riconsiderare la vostra posizione: lo facciano almeno coloro i quali hanno accolto in buona fede l'intenzione del Governo, senza rendersi sufficientemente conto, forse, del fatto che tale intenzione è sostanzialmente irrealizzabile alle condizioni fissate negli stessi atti del Governo! Su questo tema, si gioca l'intera capacità di essere credibili dei rappresentanti parlamentari (mi riferisco soprattutto a quelli della Sicilia e della Calabria).
Io dovrò pensare seriamente se, in queste condizioni, potrò continuare a fare il rappresentante parlamentare della Sicilia o se rassegnare le dimissioni, insieme a tanti altri parlamentari rappresentanti della Sicilia e della Calabria, nel caso in cui, qui, in Parlamento, si disconoscesse da parte del Governo e della maggioranza un argomento così forte per lo sviluppo di queste due grandi regioni.
Per questo motivo, esprimeremo un voto favorevole sulla nostra mozione, con l'invito forte, onorevole Cardinale, a rivedere le vostre posizioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cardinale. Ne ha facoltà.
SALVATORE CARDINALE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, collega La Loggia, chi, come me, da tanti anni frequenta quest'aula, conosce i riti del dibattito parlamentare e partecipa alle procedure che accompagnano le leggi finanziarie, non può lasciarsi contagiare dalla retorica - ne è stata fatta tanta -, dal populismo e dai fuochi fatui, oltre che dai localismi variamente argomentati.
Occorre riconoscere, tuttavia, che il ponte sullo stretto di Messina ha sempre costituito occasione per suggestioni collettive e ha rappresentato un'opera di forte impatto simbolico. Ciò spiega perché continui a rappresentare un motivo di interesse e pretesto per accese contrapposizioni politiche.
In questa occasione, però, in relazione alle decisioni che riguardano le poste da inserire in finanziaria, in Assemblea si è andato sviluppando un dibattito intenso ed argomentato, con valutazioni che, quando non ha prevalso uno sterile riflesso di bandiera, sono apparse sensate e condivisibili.
Per queste ragioni, farò riferimento alla parte propositiva e costruttiva del confronto per confermare che, da parte dell'Ulivo, non vi è alcun pregiudizio verso un'opera che ha una gestazione antica, una storia di passioni e di rivendicazioni e che viene coltivata come un'istanza di sviluppo e di modernità. Nessun pregiudizio e, tuttavia, nessuna concessione alla retorica del ponte, alla sua visione taumaturgica, quasi che esso, sospeso nell'aria, potesse rappresentare la soluzione di tutti i problemi che affliggono il Mezzogiorno. Certo, non potrei parlarne negativamente: io, siciliano, che, in qualità di ministro, come è stato ricordato, del Governo Amato, ma non D'Alema, ne approvai l'avvio. Quella scelta - è necessario ribadirlo - venne assunta in funzione del completamento di una forte azione di riorganizzazione infrastrutturale del Mezzogiorno e quale atto finale di uno sforzo di modernizzazione cui avrebbero dovuto concretamente partecipare la Sicilia e la Calabria.
Solo in questo quadro, infatti, il ponte potrebbe assolvere alla missione che, in prospettiva, gli potrebbe essere conferita, ossia quella di rappresentare il punto di attraversamento e l'anello di congiunzione di un moderno sistema di collegamenti autostradali - a partire dalla Salerno-Reggio Calabria - di alta velocità ferroviaria e di forti incrementi dei livelli della portualità calabrese e siciliana. Sono tutte operazioni, queste, in grado non solo di elevare il potenziale di sviluppo di due grandi regioni del sud, ma di innescare nel Mezzogiorno fattori nuovi di propulsione e di crescita.
Sono convinto - e ne traggo ogni giorno la riprova - che la gran parte della pubblica opinione delle regioni interessate guardi al ponte senza enfasi, con realismo critico, poiché comprende perfettamente che sono ben altre le priorità.
Comprende, cioè, che la mole di investimenti - 6 miliardi di euro sinora stimati - potrebbe essere utilizzata alternativamente, nel quadro di una visione integrata dello sviluppo meridionale, per finanziare le infrastrutture materiali ed immateriali, i servizi portuali, gli investimenti nella difesa del suolo, nel riassetto del territorio, nella sua sicurezza civile e nel potenziamento dei presidi di legalità.
In questo contesto, chi, in quest'aula e fuori di essa, ha considerato il ponte come una cattedrale nel deserto non ha sbagliato, così come non ha certamente sbagliato chi ha insistito sulla priorità che assumono quelle opere di assoluta urgenza reclamate dalla Sicilia e dalla Calabria per rendere più intenso e più integrato un territorio che lamenta ancora elevati deficit di modernità nei collegamenti sia stradali sia ferroviari. Se quindi ben altre sono le esigenze e le urgenze sulle quali deve puntare un Governo che persegua l'obiettivo di ridurre la marginalità del Mezzogiorno e di farne una piattaforma logistica e tecnologica europea, tutta proiettata nel cuore del Mediterraneo, ben altro è il lavoro sul quale ciascuno di noiPag. 25è chiamato ad operare solidalmente, definendo priorità ed impegni da inserire in una finanziaria che guardi ai problemi reali del Mezzogiorno aggredendoli con terapie e scelte adeguate.
Non credo si possa mettere in dubbio che mai come in questo momento sia necessario percepire per intero ed accettare la sfida sulla qualità che il sud deve affrontare e vincere; nell'economia globalizzata, tutti i punti di forza del Mezzogiorno - la sua capacità di aprirsi ai grandi mercati asiatici e di entrare in un flusso di relazioni e di scambi intercontinentali; la sua centralità nel grande groviglio euromediterraneo - devono costituire i capisaldi di scelte che vedano prevalere non un'idea retorica dello sviluppo, ma un disegno strategico che esalti il sud come sistema. Intendo riferirmi ad un sud inteso come habitat unitario di servizi, asset imprenditoriali e istituzionali, vale a dire come complesso moderno e civile capace di presentarsi come una grande opportunità e non come una triste penalità.
È così che il sud può vincere la sua storica marginalità e può entrare dentro il grande gioco dell'economia mondiale; ciò esige che il complesso delle scelte che il Governo si avvia a compiere per il Mezzogiorno risulti, come diceva Saraceno nelle sue non dimenticate lezioni, coerente con le scelte che esso assumerà fuori del Mezzogiorno. Solo in questa maniera, sarà possibile assicurare una chiara sostenibilità alle azioni di sviluppo orientate verso il sud proprio perché concepite all'interno di un quadro di grande coerenza nazionale ed europea.
Proprio per tale ragione di coerenza generale e per la crisi della finanza pubblica, è necessario che non si concentrino risorse in opere che appaiono fuori linea, sia perché inutilmente costose sia perché estranee alle emergenze di grandi regioni meridionali.
Si tratta, come vedete, colleghi, di valutazioni di ordinario buonsenso che dovrebbero essere assunte a base di un ragionamento comune e che dovrebbero indurci a lavorare per accrescere la quota di risorse rivolte a finanziare l'ammodernamento del patrimonio infrastrutturale calabro-siciliano e ad accelerare le dinamiche di sviluppo del Mezzogiorno.
Come siciliano e come meridionalista, esprimo quindi, a nome del gruppo dell'Ulivo, una volontà «impegnativa» che induca il Governo a prevedere il finanziamento di quelle opere prioritarie ed urgenti che da tempo vengono reclamate come condizione perché il sud riprenda la marcia verso una più autentica modernità (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Hanno chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale dieci onorevoli ai quali la Presidenza concede di intervenire per un minuto ciascuno.
Prego, onorevole Fasolino, ha facoltà di parlare per dichiarazione di voto.
GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, al termine di questo dibattito desidero rivolgere una domanda alla maggioranza ed al Governo. Che senso ha che l'Europa abbia indicato l'asse Berlino-Palermo come corridoio europeo 1 se non si realizza il ponte sullo stretto di Messina? Per quale motivo l'Europa ha voluto chiamare tale asse corridoio europeo 1? Certamente ciò è avvenuto non soltanto a causa del Mezzogiorno né soltanto per la Calabria o la Sicilia, ma perché l'Europa guarda al corridoio europeo 1 come ad uno strumento infrastrutturale per portare il suo discorso culturale ed economico nel bacino del Mediterraneo....
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fasolino.
GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna di considerazioni integrative della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Fasolino, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.Pag. 26
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pottino. Ne ha facoltà. Le ricordo che ha a disposizione un minuto di tempo.
MARCO POTTINO. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per ricordare che anche io provengo da una regione, il Friuli-Venezia Giulia, dove si attende da oltre 35 anni un'opera viaria molto importante come la A28. Tale opera serve alle aziende ed anche ai cittadini; si tratta di 12 chilometri di autostrada che attendiamo da oltre 35 anni.
Abbiamo ascoltato questa mattina il dibattito relativo al ponte sullo stretto di Messina; credo che tale dibattito rischi di diventare una guerra tra poveri. A mio avviso, il problema è che ancora non è emerso quanto prima anticipato dall'onorevole Gibelli nel corso del suo intervento. Tutte le opere nel nostro paese sono importanti; tra queste ci sono le grandi opere viarie da nord a sud. Credo che occorra andare nella direzione tracciata dalla Casa delle libertà durante il precedente Governo, dando corso alla legge obiettivo ed alle opere che interessano la parte portante del paese dal punto di vista economico, ovvero il nord. Ovviamente, occorre tenere conto anche di chi attende opere nel Mezzogiorno d'Italia.
Dobbiamo muoverci in questa direzione, ma fino a quando ciò non accadrà annuncio il mio voto contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
UGO MARIA GIANFRANCO GRIMALDI. Signor Presidente, come si può in un minuto cercare di tirar fuori tutta la rabbia, la delusione e l'amarezza che abbiamo dentro? Cari amici del centrosinistra, dovreste ricordare - e siete nelle condizioni di farlo - al vostro Presidente del Consiglio che durante la campagna elettorale in televisione, con gli italiani che stavano ascoltando, aveva detto che le grandi opere e le infrastrutture sarebbero state regolarmente realizzate, dopo aver ascoltato in proposito il popolo. Allora, noi siciliani chiediamo al Presidente del Consiglio quando mai ha avuto la dignità ed il coraggio di tornare in Sicilia per chiedere ai siciliani se il ponte sullo stretto lo vogliono realizzato o meno (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)!
Caro Presidente del Consiglio, aggiungiamo che i suoi parlamentari, anche se siciliani, (purtroppo mi dispiace dirlo) sono costretti ad abbassare la testa. Tuttavia, onorevoli parlamentari siciliani, sappiate che la gente non è e non può essere più con voi (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Goisis. Ne ha facoltà.
PAOLA GOISIS. Signor Presidente, dichiaro subito che il mio voto sarà contrario perché chiedo all'intera Casa delle libertà di affrontare il problema delle infrastrutture tenendo conto di tutta la penisola. Per tale ragione, chiedo che sostengano una mozione in materia. Vorrei portare soltanto un esempio: come si può pensare al ponte sullo stretto e non preoccuparsi con la stessa forza della salvaguardia di Venezia? Credo che il Mose abbia la stessa importanza e la stessa urgenza del ponte sullo stretto di Messina (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mondello. Ne ha facoltà.
GABRIELLA MONDELLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo a titolo personale essendo interessata al problema delle infrastrutture. Sono componente della VIII Commissione e figlia di uno dei tanti siciliani che hanno lasciato la loro isola per emigrare in cerca di lavoro. È stato affermato che il ponte è un grande sogno. È vero, lo è tuttora: è il sogno dei siciliani in Sicilia e dei siciliani nel mondo. Non capisco come si possa considerarloPag. 27non propedeutico alla realizzazione di tutte le altre opere in Sicilia e Calabria. Inoltre, ricordo che, nel caso in cui ci si rechi con un automezzo in Sicilia, si è subito indirizzati dal navigatore satellitare ai servizi privati dei traghetti. Si mette, così, in essere un enorme conflitto di interessi che riguarda il sindaco di Messina. Mi meraviglia che una parte politica progressista, che fa della trasparenza il suo vessillo, non se ne vergogni. Il ponte s'ha da fare (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Intervengo a titolo personale sui documenti di indirizzo in esame - che, personalmente, non condivido - per dichiarare che esprimerò voto contrario, non perché sia contrario alla realizzazione di una infrastruttura, ma perché non si può discutere di una infrastruttura alla volta. Non si parla del nord, del suo futuro, e del Piemonte. Quale deputato piemontese, avrei preferito una mozione che riguardasse tutte le infrastrutture, cioè la TAV e il corridoio 5, la Asti-Cuneo, il completamento della Biella-Arona, il potenziamento del traforo ferroviario del Sempione, il Mercantour, la tangenziale est di Torino, il completamento della Torino-Milano che, da anni, è per intero un cantiere, con disagi enormi, per non parlare delle metropolitane di Torino. Perciò, nella sospensione di giudizio del mio partito, finché non si farà chiarezza su tutte le infrastrutture, esprimerò voto contrario sui documenti di indirizzo in esame (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, intervengo semplicemente per lanciare un allarme alla Camera dei deputati e per rivolgere un invito alla riflessione alla parte riformista della maggioranza di Governo. Con la decisione assunta a proposito della TAV, in particolare per ciò che riguarda le procedure adottate extra legge obiettivo 2001, nonché con la decisione assunta riguardo al ponte sullo Stretto di Messina, si rinuncia, di fatto, alla realizzazione di due corridoi europei fondamentali per lo sviluppo dell'Italia. Di questo dobbiamo essere coscienti. Per quanto tempo ancora voi, riformisti della maggioranza di Governo, dovrete subire i ricatti della vostra ala radicale, per poterla tenere a voi unita e per poter governare l'Italia? Il sindaco di Torino, Chiamparino, ieri l'altro, attraverso La Stampa, ha affermato ufficialmente che tra l'unità della sua maggioranza a Torino e la realizzazione della TAV sceglie la TAV. Questo vi chiedo di fare oggi, in funzione dell'interesse nazionale del paese (Applausi dei deputati dei gruppi Democrazia Cristiana-Partito Socialista e Misto-Movimento per l'Autonomia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grimoldi. Ne ha facoltà.
PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, intervengo anch'io a titolo personale per dichiarare che esprimerò voto contrario, dato che non si può discutere di un'opera infrastrutturale senza considerare le altre opere. Provengo dalla Brianza, dalla Lombardia. Nella mia regione, che è il motore di questo paese, secondo studi svolti, non dal sottoscritto, ma dalla Confindustria, il trasporto delle merci è effettuato alla velocità media di 24 chilometri orari. È una regione che aspetta la Brebemi e la Pedemontana. Provengo da Monza, una città che, da sola, paga ogni anno, tra imposte dirette e indirette, 2 mila miliardi allo Stato centrale e da 11 anni aspetta uno stanziamento di 400 miliardi per l'interramento di viale Lombardia, la strada che collega Monza, la terza città della Lombardia, a Milano, la prima città della regione. Tra Milano e Torino, rispettivamente la prima e la seconda città di questo paese in termini di importanzaPag. 28economica, forse si sta realizzando la corsia di emergenza: è una strada che fa schifo! Non possiamo discutere di una singola opera, ma dobbiamo discutere di tutte le opere nel loro complesso. Sottolineo che, giustamente, se si investisse laddove si lavora e si produce ci guadagnerebbe tutto il paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, la risoluzione Franceschini ed altri n. 6-00008, oltre ad essere povera di contenuti, soprattutto è povera di politica perché vuole accreditare la dicotomia tra ponte sullo stretto di Messina ed altre infrastrutture, di fatto accreditando un falso ideologico e una truffa materiale.
La verità è che il vostro è un «no» ideologico, un «no» di convenienza e, per altri ancora, è un «no» punitivo e vessatorio. Evito poi di parlare dei balbettii di chi ha dovuto prendere la parola perché, in realtà, legato a qualche grande, potente e ricca famiglia - non in conflitto, ma in concordanza di interessi - che appartiene al centrosinistra.
Caro Presidente, cari colleghi, la verità è questa: noi oggi assisteremo non tanto a un «no» al ponte, ma, soprattutto, al «sì» che i siciliani, i calabresi e gli italiani veri pronunceranno nei confronti di questa infrastruttura (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pini.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, sapete bene che la Lega non è assolutamente contraria alla realizzazione delle grandi opere, se trattate in maniera complessiva. Basta rendersi conto di quello che abbiamo fatto nell'ambito dello scorso Governo, probabilmente l'unico, nella storia repubblicana di questo paese, ad aver investito in maniera così massiccia per la realizzazione delle opere infrastrutturali. Tuttavia, riprendendo l'intervento del collega e vice capogruppo Gibelli, che in precedenza ha suggerito di sospendere il giudizio politico su questo atto di indirizzo, non possiamo non rilevare come sia scorretto nei confronti di tutte le altre aree del paese andare a trattare singolarmente quest'opera o qualsiasi altra. Le opere infrastrutturali in questo paese hanno bisogno di essere trattate in maniera collettiva, collegiale. Sarebbe difficile per noi votare a favore di questa risoluzione e poi recarci sul territorio - soprattutto nella mia Romagna, che mi onoro di rappresentare - a spiegare come mai progetti datati 1975 (raddoppio della statale adriatica, costruzione della metropolitana leggera di superficie di Rimini e della tante tangenziali per i nostri capoluoghi che non sono ancora state realizzate) non hanno trovato attenzione e soldi necessari per lo sviluppo del turismo tanto decantato in quest'aula, ma che non riceve mai attenzione. Per questi motivi voterò contro l'atto in questione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.