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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative in materia di tutela abitativa e di diritto alla casa - n. 3-00314)
PRESIDENTE. La deputata Perugia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00314 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5).
MARIA CRISTINA PERUGIA. Grazie, Presidente. L'emergenza abitativa è in drammatica crescita in Italia come in Europa, frutto tra i più avvelenati delle politiche neoliberiste. È questa un'emergenza odiosa perché dà la misura concretissima della precarietà esistenziale: derivata (ma esuberante) è quella imposta dall'organizzazione del lavoro.
Il diritto alla casa viene meno in settori sempre più ampi della popolazione, fino a toccare il cosiddetto ceto medio, ma la situazione è di particolare gravità per i giovani. È di oggi la notizia che 11 milioni di persone, quasi il 30 per cento dei giovani sopra i 18 anni, incontrano gravi difficoltà economiche quando lasciano la casa dei genitori.
Gli anziani e i migranti, i quali troppo spesso sono costretti ad accedere a sistemazioni non regolamentari, trasformano una grande questione sociale in una questione di ordine pubblico, con conseguenze anche giudiziarie, a danno di movimenti ed associazioni, come Action, a Roma, che tentano di farsi carico di situazioni così difficili.
Il decreto approvato dal Governo il 22 settembre scorso, dal titolo «Interventi urgenti per la riduzione del disagio abitativo in favore di particolari categorie sociali»...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
MARIA CRISTINA PERUGIA. ...reca un'importante misura in controtendenza. Vorrei sapere quali proposte organiche il Governo intenda adottare per superare l'emergenza, per sottrarre la casa alle sole leggi del mercato e costruire un piano abitativo.
PRESIDENTE. Il ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha facoltà di rispondere.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Grazie Presidente, il decreto che è oggetto dell'interrogazione - com'è stato giustamente ricordato - definisce il blocco degli sfratti per alcune categorie di persone, particolarmente quelle che rientrano nelle fasce deboli: portatori di handicap, anziani, famiglie con figli.
La novità del decreto di quest'anno, rispetto ai provvedimenti degli anni scorsi, consiste in un punto che è esattamente la previsione della costruzione di un piano da affrontare rispetto all'emergenza della casa. Nello specifico, non ci si limita a prevedere il blocco degli sfratti per tutti i comuni capoluoghi di provincia e i comuni vicini, ma si impegnano le amministrazioni comunali a costruire e a trasmettere al Ministero delle infrastrutture, entro 60 giorni, bozze di piani per le aree comunali, in modo che esso, di concerto con il Ministero della solidarietà sociale ed altri, possa arrivare alla definizione di un piano nazionale.Pag. 37
Mi sembra decisivo tentare di affrontare la questione degli sfratti non solo sul versante dell'emergenza, ma anche su quello della ricostruzione di un piano nazionale sulla casa che metta assieme i diversi attori pubblici e privati, che indubbiamente sono presenti nel settore.
Oltre a questo, sottolineerei un altro elemento: il decreto, pur senza prevederlo espressamente - in quanto non era possibile, per una precedente sentenza della Corte costituzionale -, lascia la facoltà ai comuni di istituire commissioni che possano definire il terreno della mediazione tra i diversi interessi in campo ed il passaggio da casa a casa. Vi sono esempi positivi in tal senso: a Venezia è attiva una commissione che funziona bene e che prevede la partecipazione dei soggetti quali la prefettura, il comune, le associazioni degli inquilini e dei proprietari, la quale è riuscita, nei fatti, a graduare il fenomeno degli sfratti e a permettere la garanzia del passaggio da casa a casa.
Ritengo che su questo terreno il decreto offra un utile strumento di lavoro ai comuni delle aree urbane.
Concludo, dicendo che non vi sono lacune nel decreto in quanto tale, ma nella legge finanziaria che, ad oggi, non prevede stanziamenti. Quindi, non siamo in condizioni, come Governo centrale, di mettere risorse particolari in questo terreno.
PRESIDENTE. La deputata Perugia ha facoltà di replicare.
MARIA CRISTINA PERUGIA. Ringrazio il ministro e mi ritengo soddisfatta della risposta, anche se vorrei sottolineare l'ultimo problema citato dal ministro, cioè la mancanza di copertura finanziaria di questo decreto; mi ritengo invece soddisfatta dell'ipotesi di un piano nazionale approntato con il coinvolgimento delle amministrazioni locali. Penso che il nostro partito condurrà una battaglia, in questo senso, durante i lavori sulla legge finanziaria perché, da quanto ho visto, non soltanto il decreto suddetto non è finanziato nella legge di bilancio che discuteremo nei prossimi giorni, ma mi risulta che vi sia una riduzione del fondo nazionale per il sostegno all'accesso alla locazione abitativa di 98 milioni di euro, cioè quasi di un terzo rispetto all'assestato del 2006. Ritengo, inoltre, che il conferimento delle funzioni catastali ai comuni e la revisione degli estimi, con il probabile conseguente aumento dell'ICI, possano provocare scossoni sulla situazione delle locazioni e, più in generale, sull'emergenza abitativa del paese.