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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 10,02).
(Condizioni in cui si svolgono i palii in Italia - n. 2-00171)
PRESIDENTE. Il deputato Azzolini ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00171 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 3).
CLAUDIO AZZOLINI. Signor Presidente, signor sottosegretario, evidentemente l'ascolto di un dibattito così approfondito ed articolato su tematiche che riguardano i bambini - ne hanno parlato gli onorevoli Barbieri ed altri, e poco fa, riguardo ai bambini di San Giuliano di Puglia, il collega testé intervenuto - non mi impedisce di parlare di animali. Come a tutti è noto, infatti, i bambini e gli animali sono sullo stesso piano per quanto riguarda la loro condizione di esseri indifesi, perché la «bestia bipede», ossia l'uomo, non ha né cura degli uni, né preoccupazione per gli altri. Quanto è occorso - nel passato episodicamente, ma negli ultimi tempi in modo quasi sistemico - ha imposto a me e ad altri colleghi che hanno condiviso quest'interpellanza di rivolgermi ai ministri della salute e dell'interno affinché provvedano ad intervenire.
Va premesso che già durante il palio di Ferrara, il 28 maggio 2006, si sono feriti gravemente tre cavalli che, in seguito, sono stati abbattuti; ciò evidentemente è accaduto perché la corsa è stata effettuata su un percorso che lo stesso sindaco della città menzionata ha ritenuto inadeguato per una competizione. Infatti, sul selciato, lo zoccolo del cavallo in corsa finisce per slittare e quindi, il più delle volte, i cavalli si sono fratturati le zampe e poi sono stati abbattuti, anche sulla pubblica piazza. Tale ultimo aspetto, come spettacolo, meriterebbe una considerazione a parte.
Inoltre, durante la prova del palio di Floridia, in Sicilia, in provincia di Siracusa, il 3 giugno scorso, si è verificato un altro episodio del genere. Un cavallo è morto durante una corsa effettuata su un percorso urbano assolutamente inadatto, perché non coperto da uno strato di terriccio, ma direttamente asfaltato con un nuovo manto di bitume, il che non può rappresentare, evidentemente, una condizione ambientale idonea ad una competizione.
Durante il palio di Feltre, quindi nel nord Italia, in provincia di Belluno - pertanto non si tratta di una questione localizzata in Sicilia, ma che va dalle Alpi alla Sicilia, purtroppo -, il 6 agosto 2006, due cavalli si sono azzoppati e, quindi, sono stati uccisi, a causa della corsa svoltasi su un terreno considerato ufficialmente inadatto da un veterinario comunale.
In tale sequenza, ometto la citazione di Siena non perché sia il palio per antonomasia, ma perché Siena, in passato, haPag. 17registrato episodi del genere, ma ora ha adottato gli strumenti di prevenzione adatti, tant'è che il veterinario, nel corso dell'ultimo palio dell'Assunta, ha verificato che un cavallo tra i più attesi in tale competizione non era nelle condizioni idonee per correre e, quindi, lo ha esentato dalla corsa; pertanto, il cavallo stesso è vivo e vegeto e la corsa non ha registrato episodi drammatici. Sebbene io, da animalista, non veda di buon occhio tali competizioni, che sfruttano gli animali, devo rendere atto e prendere nota adeguatamente che l'amministrazione comunale di Siena ha fatto sì che, da un certo periodo in avanti, cadute rovinose non si verificassero più.
Inoltre, nel mese di agosto, a piazza Armerina, un cavallo è morto ed un altro è rimasto ferito nella corsa per la Giostra del Saracino.
Durante il palio di Belpasso (Catania) è morto un cavallo che si è schiantato contro un'auto in sosta e che poi è rimasto sul posto in una condizione di visibilità da parte di bambini e di persone del luogo.
Vorrei sottolineare che la LAV ha sempre monitorato e seguito con la massima attenzione questi eventi, avanzando istanza ai prefetti e agli amministratori locali affinché si evitassero tali situazioni, ma tutto ciò ha avuto esito negativo. Da anni la LAV ha chiesto, inoltre, ai prefetti di Siracusa, Catania e Ragusa - ove si svolgono stagionalmente diverse corse di cavalli in circuiti urbani - di vietare tutte le corse, anche per gli evidenti e riscontrati problemi di infiltrazioni mafiose nell'organizzazione delle stesse. Infatti, si tratta di fatti all'ordine delle cronache e che, dunque, non rimangono disgiunti da un contesto ambientale incline a questo tipo di connivenze. Tuttavia, non è mai accaduto che un prefetto delle città citate abbia impedito l'effettuazione di tali competizioni.
Al di là delle singole responsabilità e coerentemente con la legge n. 189 del 2004 - della quale, ricordo, sono primo firmatario insieme a cento colleghi appartenenti a tutti gli schieramenti politici -, ritengo necessario che i prefetti, i questori e i responsabili sanitari ottemperino non soltanto al vincolo contenuto nella legge n. 189, ma anche a quanto enunciato dall'articolo 8 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 febbraio 2003, che recepisce la convenzione del Consiglio d'Europa - del quale sono tuttora componente - che consente agli Stati che abbiano sottoscritto la convenzione di fruirne per la tutela degli animali domestici o di quelli che comunque vengono utilizzati in maniera impropria, in violazione etologica del loro stato.
Pertanto, chiedo ai ministri dell'interno e della salute di intervenire rispettivamente sui prefetti e sulle ASL affinché si ponga fine a questo scempio che, ineluttabilmente, continuerà nel tempo, in quanto ormai si è rotto l'argine del buonsenso, della prevenzione e del costume, che mal si coniuga con la cultura storica che si potrebbe rivendicare da parte di alcuni organizzatori, che non hanno né la tradizione culturale per legittimare un evento del genere né la capacità preventiva per evitare che certi fatti accadano.
Confido nella capacità di recepimento della nostra istanza e mi auguro che in futuro non si registrino più nelle contrade italiane tali eventi, che non rispecchiano solo un malcostume del sud, essendo divenuti un malcostume dell'intero paese.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la salute, Gian Paolo Patta, ha facoltà di rispondere.
GIAN PAOLO PATTA, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, possiamo rassicurare gli onorevoli interpellanti sull'attenzione che il Ministero della salute ha sempre avuto in materia di benessere e salute degli animali. Peraltro, condivido molte delle amare considerazioni svolte.
Relativamente agli aspetti più specifici rappresentati nell'atto di sindacato ispettivo, occorre preliminarmente ribadire la necessità che tutti gli enti istituzionali - a livello centrale, regionale e locale - siano coinvolti per impedire qualsiasi forma di impiego improprio dei cavalli in manifestazioniPag. 18pseudo-sportive o rituali, spesso considerate ineludibili in quanto collegate a tradizioni religiose o popolari.
Questo impegno peraltro deve essere rivolto anche alla tutela delle persone che assistono a queste manifestazioni, le quali spesso sono inconsapevoli dei rischi che corrono.
La maggiore sensibilità collettiva nei confronti dei maltrattamenti degli animali e verso qualsiasi forma di tutela del loro benessere ha trovato ampio risalto, in questi ultimi anni, anche su tutti gli organi di informazione.
Si condivide pertanto la necessità di un'iniziativa legislativa in tempi rapidi la quale, nel rispetto delle competenze regionali, individui linee guida e regole comportamentali più severe, disponendo controlli obbligatori sull'applicazione di quanto previsto dall'accordo Stato-regioni del 6 febbraio 2003.
Inoltre, questo ministero assicura la possibilità di richiamare l'attenzione delle autorità regionali sui contenuti del suddetto accordo che, all'articolo 1, sancisce: «Con il presente accordo le regioni e il Governo si impegnano, ciascuno per le proprie competenze, a promuovere iniziative rivolte a favorire una corretta convivenza tra persone e animali da compagnia, nel rispetto delle esigenze sanitarie, ambientali e del benessere degli animali».
Relativamente all'articolo 8, richiamato dagli onorevoli interpellanti, si assicura il massimo impegno da parte del ministero affinché le regioni svolgano la funzione di vigilanza sulla corretta applicazione dell'articolo stesso; è doveroso, peraltro, sottolineare che tale disposizione conferma l'esclusiva competenza regionale nel controllo del rispetto delle misure di sicurezza indispensabili ad impedire qualsiasi forma di abuso o maltrattamento degli animali coinvolti in gare o manifestazioni popolari.
Per gli aspetti di propria competenza, il Ministero dell'interno, dopo aver precisato che nell'ambito di gare ippiche organizzate non si può escludere l'esistenza di un sottobosco di personaggi malavitosi coinvolti nella somministrazione di sostanze dopanti ai cavalli o nell'organizzazione di scommesse clandestine, ha comunicato che i prefetti delle province di Agrigento e Trapani sono già intervenuti per bandire lo svolgimento di palii ufficiali in ambito urbano, sia per la mancanza di requisiti da parte dei fantini e dei proprietari dei cavalli, sia a tutela della sicurezza e incolumità delle persone coinvolte nelle manifestazioni, compresi gli stessi fantini.
Per quanto concerne le altre prefetture della Sicilia citate dagli onorevoli interpellanti, la prefettura di Siracusa ha vietato per motivi di ordine pubblico, con provvedimento del 24 luglio 2006, lo svolgimento della manifestazione del Palio di Avola; la prefettura di Catania, con ordinanza del 23 settembre 2006, ha disposto la sospensione con effetto immediato della manifestazione chiamata Palio di Belpasso...
CLAUDIO AZZOLINI. A cavallo morto!
GIAN PAOLO PATTA, Sottosegretario di Stato per la salute. ...dopo la morte di un cavallo e il ferimento di alcuni spettatori; la prefettura di Ragusa ha vietato lo svolgimento del palio di Vittoria, aderendo alla volontà popolare che si era espressa in questo senso in occasione di un referendum.
Il Ministero dell'interno ha inoltre sottolineato che fra i compiti delle commissioni di vigilanza, definiti dall'articolo 141 del regolamento di esecuzione, testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (regio decreto 6 maggio 1940, n. 635), rientrano principalmente quelli di verificare le condizioni di solidità, sicurezza e igiene dei teatri o di altri locali e impianti di pubblico spettacolo e intrattenimento, indicando le misure cautelative necessarie per la tutela dell'igiene e per la prevenzione degli infortuni.
Un ulteriore compito è quello di controllare con frequenza che vengano osservate le norme e le cautele imposte, e che i meccanismi di sicurezza funzionino regolarmente, suggerendo all'autorità competente gli opportuni provvedimenti.
Le commissioni suddette pertanto operano sulla base di specifici parametri diPag. 19riferimento, individuati tradizionalmente in funzione della incolumità e sicurezza.
Si precisa inoltre che le commissioni comunali sono presiedute dal sindaco o da un suo delegato; quelle provinciali, presiedute dal prefetto o dal viceprefetto con funzioni vicarie, hanno competenza soltanto relativamente agli allestimenti di maggiore rilevanza, potendo sostituire le commissioni comunali solo quando queste ultime non siano costituite.
Il Ministero dell'interno ha infine precisato che non consta che il prefetto possa intervenire sulle valutazioni tecniche rimesse alle commissioni comunali.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI (ore 11,40)
GIAN PAOLO PATTA, Sottosegretario di Stato per la salute. Appare evidente e chiaro, da queste considerazioni, che esistono problemi di responsabilità istituzionale a vari livelli, che dobbiamo assolutamente rispettare. Infatti, è assolutamente necessaria quella iniziativa legislativa di cui ho parlato, considerato che la situazione non può effettivamente continuare in questo modo.
PRESIDENTE. L'onorevole Azzolini ha facoltà di replicare.
CLAUDIO AZZOLINI. Signor Presidente, in linea di principio non posso che dichiararmi soddisfatto dell'impostazione che il sottosegretario ha dato alla sua risposta. Sarò effettivamente soddisfatto, tuttavia, il giorno in cui dovessi registrare che i prefetti della Repubblica, i quali comunque rappresentano lo Stato sul territorio, avranno posto in essere tutti gli interventi, così come alcuni di loro hanno fatto. La questione che lascia perplessi è che alcuni prefetti hanno agito su una semplice sollecitazione, nel senso che abbiamo tentato come parlamentari di prestare attenzione alla loro sensibilità al problema, al fine di non registrare poi all'indomani effetti negativi.
Invece, il prefetto di Catania - che, come ricordava il sottosegretario, è intervenuto -, in realtà lo ha fatto «a cavallo morto», dunque non preventivamente, nonostante io abbia personalmente telefonato e sollecitato mediante un fax, allo stesso modo di quanto avevano fatto alcuni miei colleghi con altre comunicazioni: non vi è stato alcun riscontro, se non tardivo, sul campo, purtroppo per constatare l'evento oramai verificatosi.
Dunque, auspico che il ministro dell'interno allerti meglio e più significativamente i signori prefetti quando questi ultimi sono presi da altri fatti sicuramente molto gravi. Tuttavia, questi eventi che accadono nei territori del nostro Mezzogiorno hanno un'importanza complementare e dovrebbero allertarli molto più dell'evento funesto del cavallo ormai morto. Confido, come ho osservato in apertura, che lo Stato sia presente in quei territori, anche per manifestazioni di questo tipo.