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Sull'ordine dei lavori.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, non vorrei sembrare petulante, ma il problema, che ho sollevato già stamani, in un momento nel quale non era lei a presiedere l'Assemblea, riguarda ciò che sta accadendo nelle Commissioni bilancio e finanze in relazione ai lavori sul cosiddetto decreto in materia fiscale collegato alla finanziaria.
Ripercorro per flash gli accadimenti. Le due Commissioni erano state convocate ieri pomeriggio, alle 16,30, per dare inizio ai predetti lavori. Sta di fatto che, sostanzialmente, tali lavori non sono mai cominciatiPag. 19(comprenderà con quali disagi per i componenti delle due Commissioni appositamente venuti a Roma): ieri, è cominciato un balletto all'interno delle Commissioni, per la verità tra i presidenti di esse - il presidente Duilio è in aula e mi fa piacere di sottoporre la questione alla sua presenza -, generato da questioni relative all'ammissibilità di alcuni emendamenti. C'è stata una contrapposizione piuttosto forte tra i due presidenti delle Commissioni in ordine ai criteri di ammissibilità di alcuni emendamenti. In particolare, si chiedeva che fossero rivisti alcuni giudizi di inammissibilità, ma non è stato possibile raggiungere un accordo.
In tal modo, attraverso un problema procedurale, è stato sollevato un problema di natura soltanto politica (altrimenti, le cose sarebbero andate diversamente). Il «balletto» è continuato dalle 16,30 alle 20 o 20,30, senza che fosse possibile superare l'impasse. La seduta è stata rinviata a stamani, ma stamani non è accaduto nulla. Qualche minuto fa, il presidente della Commissione bilancio ha dato lettura di uno speech il cui contenuto ha lasciato perplessi un po' tutti: egli ha deciso di dichiarare ammissibili alcuni emendamenti ed inammissibili altri, nonché di congelare il giudizio di ammissibilità per altri dodici o quindici emendamenti (quasi tutti della maggioranza, anzi, tutti della maggioranza, eccetto uno soltanto trasversale, sottoscritto da un deputato dell'opposizione e da uno della maggioranza): una cosa mai accaduta prima!
Sono qui da undici anni, altri colleghi sono in quest'aula da più tempo: non ci sono precedenti in tal senso. Non si può arrivare a dire, dopo un giorno di inattività, che si accantonano i predetti dodici emendamenti e che ci si riserva di dire se sono ammissibili o no. I criteri di ammissibilità o ci sono o non ci sono: non è possibile inventare una categoria da «limbo». Signor Presidente, lei capisce bene la questione, e la prego di sottoporre con fermezza il problema al Presidente Bertinotti. Altrimenti, se constateremo che nulla cambierà, chiederemo di essere ricevuti dal Presidente Bertinotti.
Questo modo di procedere, infatti, comporta tutta una serie - a cascata, ovviamente - di altri problemi correlati al disegno di legge finanziaria. Signor Presidente, dopodomani si dovrebbe svolgere la discussione sulle linee generali del menzionato decreto-legge e lo stesso giorno, alle 12, scade il termine in Commissione per la presentazione degli emendamenti alla finanziaria. Siamo impegnati a non fare nulla, perché tenuti in quest'impasse dai due presidenti delle Commissioni sugli emendamenti al decreto-legge, e non possiamo lavorare agli emendamenti al disegno di legge finanziaria, il cui termine di presentazione in Commissione - ripeto - scade esattamente giovedì alle 12. Se questo è un modo di lavorare - mai visto per la verità alla Camera - ritengo che sia il caso di sottoporre con energia il problema al Presidente della Camera.
Non bisogna omettere di ricordare che se si vuole, da parte della maggioranza, essere più chiari, noi siamo pronti ad attenerci a qualsiasi decisione che prendesse la stessa maggioranza nel momento in cui stabilisse, ad esempio, di far arrivare il provvedimento all'esame dell'Assemblea giovedì e, dopo la discussione, o nel corso della stessa, porre la questione di fiducia sullo stesso provvedimento. In tal modo eviteremmo, in primo luogo, questo «balletto» nella maggioranza che riguarda gli emendamenti e, in secondo luogo, anche di massacrarci in queste attese senza fare nulla nelle Commissioni riunite. In altri termini, la chiarezza, unita ad una decisione da parte della maggioranza sul percorso da percorrere - scusate il bisticcio di parole - su questo provvedimento, sarebbe utile non solo alla maggioranza, non solo all'opposizione, ma - ritengo - all'intero paese. La ringrazio, signor Presidente.
PRESIDENTE. Presidente Leone, informerò senz'altro delle questioni che ella ha posto il Presidente della Camera. Come lei sa, comunque, fermo restando quanto la Presidenza di turno le ha fatto presente nella seduta antimeridiana, tali questioni attengono prevalentemente all'autonomiaPag. 20organizzativa delle Commissioni. In ogni caso, non mancherò di informare il Presidente della Camera.
FABIO RAMPELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, il mio sarà un intervento telegrafico, volto a suggerire, considerati i fatti accaduti stamane a Roma, di cui l'Assemblea è stata informata e su cui il Governo riferirà, se non ho capito male, alle 19, uno slittamento della discussione sulla mozione Alemanno ed altri n. 1-00020. Si tratta di una discussione particolarmente partecipata, sottoscritta da gran parte delle forze politiche di quest'Assemblea ed incentrata su una sorta di grande festa nazionale ed internazionale. La discussione dovrebbe avviarsi in un momento in cui, contemporaneamente, il sindaco della capitale si appresta a proclamare, in una conferenza stampa, il lutto cittadino. Le dinamiche dell'incidente non sono chiare, ma è certo che vi sono vittime e feriti e che alcuni dei feriti sono in gravi condizioni.
Rimando pertanto alle valutazioni sue, Presidente, del ministro Melandri e degli altri presenti l'opportunità di celebrare questa discussione generale su un evento che certamente mette in imbarazzo rispetto all'incidente che si è verificato stamattina.
PRESIDENTE. Mi sembra che la richiesta testè avanzata sia motivata con un argomento molto serio, e difficile da contestare. In ogni caso, non voglio anticipare il parere dei gruppi, che invito ad esprimersi su questa proposta. Se ci sono osservazioni contrarie, sono disponibile a raccoglierla.
GIOVANNA MELANDRI, Ministro per le politiche giovanili e le attività sportive. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOVANNA MELANDRI, Ministro per le politiche giovanili e le attività sportive. Signor Presidente, mi rimetto alla volontà dell'Assemblea. È evidente che stiamo tutti vivendo attimi estremamente difficili.
Mi limito ad osservare - doverosamente esprimendo le condoglianze e la solidarietà alle vittime di questo incidente ed alle loro famiglie - che il Governo riferirà in aula alle ore 19 sull'accaduto; naturalmente, non voglio forzare la decisione dell'Assemblea alla quale, invece, mi rimetto.
Mi chiedo, tuttavia, se almeno avviare la discussione sulle linee generali non possa costituire un modo per dimostrare l'amicizia verso questa città. Davvero, però, la disponibilità del Governo, anche a tornare in un momento successivo, è piena.
Quindi, attendiamo il parere dei gruppi e le valutazioni dell'Assemblea.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Mi assocerei, nel medesimo spirito, alle valutazioni testé espresse dal ministro; resto, comunque, disponibile a qualsiasi decisione si prenda in merito. Tuttavia, quando succedono tali avvenimenti, ritengo che la scelta migliore sia esprimere solidarietà attraverso la continuazione dei nostri lavori. Si tratta, del resto, dell'esame di un atto di stima e di considerazione verso la città che offre l'occasione per un giudizio per quanto possibile positivo sulle qualità di Roma.
Non essendo però, per così dire, questione di vita o di morte, anch'io mi rimetto alle determinazioni dell'Assemblea; tenevo però a sottolineare che forse lo svolgimento di tale punto all'ordine del giorno potrebbe essere il migliore modo per dare un tributo ed un omaggio a questa città.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chie- do di parlare.
Pag. 21PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. La ringrazio, signor Presidente. Credo di cogliere fino in fondo lo spirito con il quale il collega ha proposto un rinvio della discussione sulla mozione riguardante la città di Roma; ritengo, tuttavia, che potremo adeguatamente onorare la città ascoltando il Governo che, come è previsto, oggi, alle ore 19, riferirà all'Assemblea in merito al grave incidente ed al lutto che hanno colpito la capitale d'Italia. Ritengo quindi che quello sarà il momento nel quale l'insieme del Parlamento, dopo lo svolgimento di tali comunicazioni anche alla Camera - avendo già il Governo relazionato al Senato -, si unirà alla città di Roma nel lutto e nella valutazione dei gravi fatti accaduti.
Quindi, relativamente alla mozione, tenendo conto anche dello spirito che anima tutti noi e della situazione e dell'ambiente nel quale avverrebbe l'esame della mozione, ritengo si possa celebrare la discussione sulle linee generali su tale atto come da ordine del giorno.
PRESIDENTE. Mi pare di capire che le opinioni siano diverse, ma non contrapposte; vi è disponibilità da parte di tutti.
PAOLA GOISIS. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLA GOISIS. La ringrazio, signor Presidente. Chiaramente, mi associo al rammarico ed alla tristezza per quanto accaduto a Roma per l'incidente della metropolitana; devo anche confessare che mi sentirei in imbarazzo ed in difficoltà se si discutesse questa mozione - che in ipotesi non mi troverebbe comunque completamente d'accordo - in un momento di tale lutto. Quindi, approverei senz'altro la proposta iniziale di rinviare la trattazione di tale atto proprio per essere più vicina e partecipe al lutto della città.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Grazie Presidente. Ritengo sia apprezzabile la richiesta del collega di Alleanza Nazionale ma, se la maggioranza di questa Assemblea ritiene di potere proseguire l'esame della mozione, per le motivazioni testé espresse - in sintonia quindi con le motivazioni dei colleghi -, ritengo di poter valutare favorevolmente tale ipotesi dando ad essa ovviamente il significato che è stato colto dall'Assemblea. È chiaro che la posizione espressa dal collega di Alleanza Nazionale era legata ad un atto comprensibilissimo che noi apprezziamo; se la maggior parte dei colleghi dei gruppi di questa Assemblea ritenessero di poter proseguire nella discussione sulle linee generali secondo le motivazioni espresse, noi saremmo pertanto d'accordo.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, cari colleghi, sono orientato complessivamente a sostenere la proposta formulata dal mio collega di gruppo, onorevole Rampelli. Non è un problema di ritualismo, in quanto di ritualismi noi e la gente - anche di fronte a fatti non così drammatici - ne abbiamo avuti abbastanza. Non è soltanto perché si tratta di un momento di emotività particolare e anche di preoccupazione che sovrasta ogni altro intendimento che siamo indotti, in qualche modo, a soprassedere nell'affrontare l'argomento, ma anche in quanto quest'ultimo ha una sua forte concretezza. È un argomento di cui vogliamo parlare anche in maniera spregiudicata, evidenziando sia i lati positivi, sia le perplessità. Dunque, dobbiamo parlarne con assoluta libertà di linguaggio e d'intendimento, senza riguardi - per così dire - emotivi nei confronti di una popolazione, di una città, di un territorio che in questo momento stanno soffrendo e sono particolarmente sconcertati.Pag. 22
Quindi, oltre al gesto di tributo ed omaggio nei confronti della vittima e di coloro che stanno soffrendo anche sulla propria pelle gli effetti di questo devastante incidente, vi è un problema di clima e di premesse idonee per una libertà di giudizio e di dibattito su un tema al quale noi attribuiamo notevolissima importanza di carattere culturale, economica e sociale. Ora, se ne vogliamo parlare con quel modo costruttivo e quella libertà di linguaggio che la serietà di un argomento del genere comporta, mi sembra giusto dare la precedenza al momento sia del cordoglio sia della riflessione e dell'approfondimento per poi affrontare il tema.
Mi pare dunque che la proposta formulata dal mio collega di gruppo sia - al di là dell'essere maggioranza o minoranza (in questo caso mi permetterei di non guardare alla percentuale del consenso o del dissenso) - assolutamente condivisibile, e ritengo di dovervi senz'altro aderire.
MARIO TASSONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. La prima reazione sarebbe certamente di rinviare ad un'altra occasione l'esame della mozione all'ordine del giorno dell'Assemblea quest'oggi. Tuttavia, ad una valutazione più stringente e più accorta, ritengo che si dovrebbe procedere al confronto, al dibattito e all'esame in sede di discussione generale della mozione all'ordine del giorno. Certamente, ci saranno delle valutazioni che si faranno in quest'aula a seguito delle comunicazioni del ministro dei trasporti e vi sarà anche un'altra occasione per tornare sulla mozione in sede di dichiarazione di voto. Vi è un problema di cordoglio che certamente è vero e forte in questo momento, in questo clima di grande attenzione e di grande amarezza. Non credo di dover accogliere la proposta del rinvio ad altra seduta dell'esame delle mozioni stesse. In tal senso, perciò, in ordine alla richiesta della Presidenza circa l'orientamento dei vari gruppi, esprimo sommessamente il mio parere e la mia opinione.
PRESIDENTE. Chiedo al presentatore della mozione, l'onorevole Alemanno, se intenda aggiungere il suo parere a queste valutazioni molto pacate sull'opportunità di proseguire la discussione.
GIOVANNI ALEMANNO. Signor Presidente, io per primo avevo suggerito questo slittamento ma, aperta la discussione in qualche modo oggi, a mio avviso il problema fondamentale rimane quello di non procedere al voto domani e di cercare di effettuare il voto durante la prossima settimana, quando l'eco di quanto è avvenuto oggi andrà in qualche modo diminuendo. Non mi sembra né positivo né di buon gusto che la Camera si accinga a votare Roma come sede delle Olimpiadi mentre siamo in attesa di notizie, del lutto cittadino o altro. È chiaro che - come dicono altri colleghi - questo potrebbe portare ad un rinvio addirittura al prossimo gennaio: sarebbe un fatto da scongiurare. Domando alla Presidenza se, una volta incardinata la discussione, la votazione, invece che domani, possa essere fissata per la settimana prossima.
MARIO PESCANTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Avverto che, dopo questo intervento, concluderemo la discussione perché dobbiamo cercare di orientarci verso una conclusione.
Prego, onorevole Pescante.
MARIO PESCANTE. Signor Presidente, mi pare che lei abbia già detto che su questo problema non siamo in contrapposizione. Anzi, credo che, nel suo intervento, il collega abbia mostrato una particolare sensibilità, da noi condivisa. Chiedo se sia possibile aderire alla proposta dell'onorevole Alemanno, cioè di procedere quest'oggi soltanto alla discussione sulle linee generali, sempre che ci siano i tempi per una decisione a brevissima scadenza. C'è una certa attenzione in campo internazionale rispetto a quanto decideremo e mi auguro che sia ben compresa una decisione di rinvio, in quanto potrebbero esserci contraccolpi.Pag. 23Infatti, non tutti potranno comprendere la civile scelta che ci accingiamo a compiere per ragioni di solidarietà. Perciò, se i tempi per il voto saranno solleciti, sono d'accordo con l'intervento dell'onorevole Alemanno. Viceversa, se ci fossero altre difficoltà, inviterei l'amico Alemanno e gli altri colleghi che sono intervenuti in precedenza a svolgere un minimo di riflessione su quali potrebbero essere le conseguenze del loro intervento.
PRESIDENTE. Consentite alla Presidenza di unirsi al cordoglio unanime per questo tragico incidente che ha colpito tutti, non solo la città di Roma, ma il paese intero. Consentiteci di unirci al cordoglio ed alla solidarietà che esprimiamo, a nome dell'intero Parlamento, a tutte le famiglie toccate dal lutto o dalla sofferenza per i tanti feriti di questo incidente.
Ricordo che, come è stato anticipato dal ministro Melandri, il ministro Bianchi interverrà in questa Assemblea, alle ore 19, per riferire sull'incidente medesimo.
Possiamo decidere di incardinare quest'oggi la discussione sulle linee generali della mozione presentata, ma è del tutto evidente che le decisioni sul voto di domani dovrebbero essere assunte dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, a meno che non intervenga, sempre nella giornata di domani, un'intesa tra i gruppi. Ma questo lo valuteremo domani. Per il momento, credo che possiamo semplicemente decidere di avviare quest'oggi la discussione sulle linee generali. Vedremo se sarà possibile raggiungere un'intesa tra i gruppi riguardo a ciò che si farà domani.
La collocazione più probabile per il voto su questa mozione sembra essere quella successiva all'approvazione del disegno di legge finanziaria. Quindi, non a gennaio, ma immediatamente dopo l'approvazione di tale provvedimento. Se i gruppi riterranno di soprassedere al voto finale di domani, esso slitterà ad un momento immediatamente successivo all'approvazione del disegno di legge finanziaria.