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Si riprende la discussione.
(Ripresa esame articolo unico - A.C. 1750)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Filippi 1.23.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Questo emendamento è importante. Esso si pone un po' sulla falsariga del precedente, ma è in parte diverso. Innanzitutto, spiego che cosa prevede l'emendamento in esame. Richiamo all'attenzione tutti i colleghi dell'Assemblea indipendentemente dall'appartenenza politica.
Si elimina l'ultima parte del comma 14, che recita: «...la concessione di incentivi all'esodo, la concessione di incentivi alla mobilità territoriale, l'erogazione di indennità di trasferta, nonché uno specifico programma di assunzioni di personale qualificato. Le modalità di attuazione del presente comma sono stabilite in sede di contrattazione integrativa».
I profili negativi, in questa ultima parte del comma, sono sostanzialmente due. Innanzitutto, l'ammissione da parte del Governo che le cose non vanno. Si dice che sono necessari i soldi per l'esodo, ma ciò è come dire che c'è personale di troppo. Poi, si dice anche che servono incentivi alla mobilità territoriale: vuol dire che il personale è mal distribuito sul territorio. Lo sappiamo benissimo: basta vedere come è distribuito il personale della pubblica amministrazione. Chi ha tempo e voglia potrà verificare che un comune di 5.500 abitanti, come il mio in provincia di Milano, di cui ho l'onore di essere sindaco, ha 27 dipendenti, mentre altri comuni con 5.500 abitanti in altre parti d'Italia ne hanno 127!
Vi è, poi, un incentivo per l'erogazione dell'indennità di trasferta. Anche in questo caso, bisogna ammettere che il personale è mal distribuito e dobbiamo, addirittura, pagargli la trasferta.
Infine - e questo è il colmo - si parla di uno specifico programma di assunzione di personale qualificato. È come ammettere che abbiamo personale incapace di cui chiediamo la mobilità, cioè anche il trasferimento in altre funzioni oltre che in altre aree territoriali. Dunque, noi vorremmo eliminare tutta questa parte perché non servirebbe personale qualificato, visto che si dice che ce n'è troppo ed è mal distribuito. Questo è il primo profilo negativo.
Il secondo profilo riguarda lo spirito di tutto il comma 14. Perché mai sono necessari incentivi al personale per il contrasto all'evasione fiscale contributiva? Il personale è lì apposta per quello! DobbiamoPag. 44incentivarlo per fare il suo lavoro? Questo è sintomatico del clima di terrorismo fiscale, incarnato benissimo dal viceministro Visco, in cui vivono tutti gli imprenditori e le attività produttive, soprattutto del nord.
Inoltre, si dice che bisogna spostare - e non concordo con quanto diceva prima il collega Leo - parte di personale dal sud al nord per combattere meglio l'evasione fiscale. Bisogna capirsi: il viceministro Visco è venuto in Commissione a dire che la pressione fiscale, con i bei provvedimenti che avete messo in campo (il decreto Visco-Bersani ed il provvedimento in esame), supererà ampiamente il 42 per cento. Il viceministro ha anche detto che, però, se si depurasse il PIL dal sommerso, bisognerebbe aggiungere altre sette punti. Ciò significa che la pressione fiscale per chi paga le tasse supera il 50 per cento, senza considerare la tassazione locale che aumenterà con questa finanziaria idiota che prevede che i comuni possono incrementare le addizionali. Non è possibile che chi paga debba corrispondere oltre il 50 per cento! Pertanto, riteniamo opportuno eliminare tutta quest'ultima parte del comma in esame, anche per dare un messaggio di fiducia ai contribuenti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Filippi 1.23, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 510
Votanti 509
Astenuti 1
Maggioranza 255
Hanno votato sì 243
Hanno votato no 266).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Leone 1.24.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, i commi 15 e 16 dell'articolo 1 conferiscono, sostanzialmente, una delega in bianco al viceministro Visco, che permetterà a quest'ultimo di riordinare l'intero comparto del Ministero dell'economia e delle finanze. Nessuno vuole vietare di intervenire anche in base al regolamento previsto sull'obiettivo di un riordino complessivo del Ministero dell'economia e delle finanze. Quello che ci preoccupa, in verità, è che, fin dai primi passi, questa amministrazione appare poco concentrata sull'effettività delle norme che va prevedendo, quindi anche sulla capacità degli uffici di rispondere alla congerie di codicilli inseriti qui e là, e non guarda alla sostanza.
È noto che l'Agenzia delle entrate oramai pratica la delocalizzazione degli accertamenti. Sostanzialmente, gli accertamenti di Milano si trasferiscono in Calabria perché in questa regione vi è il personale, a differenza di Milano. Si tratta di una procedura abbastanza innovativa che, forse, richiederebbe una risposta del tutto diversa da parte dello Stato: occorrerebbe portare il personale dove ve ne è bisogno, ovvero rinforzare le strutture laddove sono più carenti.
Quello che ci preoccupa, relativamente al progetto complessivo che sta portando avanti il viceministro Visco, è questo sostanziale accorpamento delle varie agenzie. L'idea di fondo è la seguente: eliminare l'Agenzia delle dogane ed accorparla all'Agenzia delle entrate; prendere un prezzo dei Monopoli di Stato, quello relativo alle accise sui tabacchi, e portarlo all'interno dell'Agenzia delle entrate; creare un'Agenzia giochi; unire l'Agenzia del territorio a quella del demanio.
Credo che questa operazione, che riguarda anche il dipartimento per le politiche fiscali, sia di grande respiro. A tale riguardo, ci siamo concentrati sugli emendamenti successivi, perché riteniamo che questo processo, laddove dovesse giungerePag. 45a termine, vada sottoposto, per una riflessione seria, alle Commissioni competenti.
Non si può smontare l'intero assetto delle Agenzie fiscali e proporci delle soluzioni che non sono sufficientemente ragionate, non tengono conto delle necessità di riallocazione del personale e della divisione fra strutture, dipartimenti all'interno del Ministero delle finanze e che non si pongano l'obiettivo principale di rendere attuabili le norme che andate prevedendo.
Per questa ragione, proponiamo la soppressione dei commi 15 e 16, anche al fine di rafforzare il parere delle competenti Commissioni parlamentari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, il gruppo di Alleanza Nazionale esprime una grande preoccupazione perché non si demanda al dibattito parlamentare il futuro delle Agenzie delle entrate, a fronte della volontà del Governo di procedere ad una profonda riorganizzazione di tutta la struttura organizzativa relativa alle entrate, in un percorso che dovrebbe essere attuato esclusivamente con regolamento ministeriale.
Si tratta di un tema particolarmente importante, perché negli obiettivi previsti dal comma 15, si dice che questo intervento punta a razionalizzare l'ordinamento dell'amministrazione economico-finanziaria, potenziando gli strumenti di analisi della spesa e delle entrate nei bilanci pubblici, di valutazione e controllo della spesa pubblica e l'azione di contrasto dell'evasione e dell'elusione fiscale, attraverso la fusione e la soppressione di diversi enti.
In questo percorso, due sono i problemi. Il primo è legato alla farraginosità di un intervento che si inserisce nel contesto più ampio di lotta all'evasione ed all'elusione fiscale. Tuttavia, un'iniziativa di questo tipo rischia di vanificare anche le strutture operative che già funzionano e che sono messe in discussione senza avere la possibilità di disporre di elementi concreti per difendersi da questo intervento.
L'altra riflessione è legata alla volontà del Governo (che traspare anche dal comma in esame) di andare progressivamente a sostituire ed a rivedere tutte le apicalità, legate alle attuali direzioni e strutture dei Monopoli di Stato. Sotto un altro profilo, vi è la volontà di costituire, con un intervento all'interno del complesso della legge finanziaria, una autorità terza legata al più generale controllo della spesa pubblica.
L'impressione è che questo Governo non si fidi delle strutture attuali e voglia rimuovere progressivamente tutti i vertici, accorpare e rivedere, attraverso procedure che non presentano la trasparenza adeguata.
Allora, tutta l'attività emendativa di Alleanza nazionale punta, da una parte, alla soppressione di questi commi e, successivamente, a garantire che i pareri valutabili all'interno delle competenti Commissioni parlamentari siano vincolanti. Infatti, solo in questo modo si potrà avere un'effettiva garanzia sul percorso di efficacia, di riorganizzazione e di ristrutturazione; in caso contrario, saremo di fronte all'ennesima operazione di potere riferibile all'articolo 41 del decreto-legge e all'istituzione di una ulteriore agenzia di controllo sulla spesa pubblica, nell'ottica di un monopolio complessivo portato avanti dal Governo dell'Unione, che evidentemente intende incidere sui nervi sensibili delle realtà produttive del paese.
A tutto ciò Alleanza nazionale si oppone attraverso una serie di emendamenti soppressivi, che conseguentemente attribuiscono poteri aggiuntivi alle Commissioni parlamentari, i cui pareri dovranno essere vincolanti rispetto all'efficacia di questo regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leone 1.24, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 46
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 507
Votanti 505
Astenuti 2
Maggioranza 253
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 263).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Leo 1.27.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Leo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, le considerazioni che svolgerò a proposito di questo emendamento sono riferibili anche al mio successivo emendamento 1.25.
Oggetto della proposta emendativa è sempre il riordino delle agenzie fiscali. Come hanno ricordato in modo puntuale i colleghi Gianfranco Conte e Alberto Giorgetti, il comma 15 dell'articolo 1 attribuisce al Governo il potere di riorganizzare - attraverso operazioni di fusione, soppressione, trasformazione e liquidazione - enti e organismi, ivi comprese le agenzie fiscali.
Quindi, attraverso un regolamento di riorganizzazione - dunque, con lo strumento della delegificazione -, assisteremo ad un riordino a trecentosessanta gradi delle agenzie fiscali. Ciò, verosimilmente, comporterà la soppressione dell'Agenzia delle dogane, anche perché l'Agenzia delle entrate e l'Agenzia delle dogane, per quanto riguarda il rispetto delle normative in materia di IVA comunitaria, svolgono le stesse funzioni.
Si potrebbe pensare che un simile riordino, che viene realizzato attraverso un regolamento di delegificazione, debba essere sottoposto al parere obbligatorio e vincolante delle competenti Commissioni parlamentari. Infatti, in questo caso, non stiamo parlando della soppressione di una struttura, di una direzione centrale o della divisione di un Ministero; stiamo parlando di un riordino globale di tutta la macchina dell'amministrazione finanziaria. Probabilmente, saranno soppressi uffici territoriali, vi sarà la soppressione del personale, che in parte sarà posto in mobilità.
A questo punto, mi domando: è possibile realizzare tutto ciò senza che il Parlamento - che è l'organo sovrano - si esprima puntualmente per dichiarare se le cose sono fatte bene o se invece prestano il fianco a censure?
L'obiettivo che intendiamo perseguire attraverso i predetti emendamenti è appunto quello di sottoporre i regolamenti, varati dall'amministrazione finanziaria e esaminati dal Consiglio di Stato, al parere vincolante delle Commissioni di merito. Infatti, il Parlamento deve verificare se sia giusto realizzare una riorganizzazione nei termini suddetti.
Per tale motivo, segnalo la questione ai colleghi parlamentari, affinché vi sia un monitoraggio su quanto accadrà di qui a poco nel comparto dell'amministrazione finanziaria.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leo 1.27, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 495
Astenuti 1
Maggioranza 248
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 258).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianfranco Conte 1.26, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 47
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 504
Votanti 503
Astenuti 1
Maggioranza 252
Hanno votato sì 241
Hanno votato no 262).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leo 1.25, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 500
Maggioranza 251
Hanno votato sì 236
Hanno votato no 264).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Galletti 1.28, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 504
Maggioranza 253
Hanno votato sì 240
Hanno votato no 264).
Prendo atto che il deputato Leoluca Orlando non è riuscito a votare e che ne avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Leone 1.29 e Leo 1.30, non accettati dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 506
Votanti 505
Astenuti 1
Maggioranza 253
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 263).
Prendo atto che il deputato Leoluca Orlando non è riuscito a votare e che ne avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Galletti 1.31, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 508
Maggioranza 255
Hanno votato sì 243
Hanno votato no 265).
Prendo atto che il deputato Leoluca Orlando non è riuscito a votare e che ne avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Filippi 1.32.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Il comma 18 dell'articolo 1 modifica la composizione dei comitati di gestione delle agenzie fiscali, disponendo contestualmente la cessazione dei comitati in carica alla data di entrata in vigore del decreto-legge. Questo comma disciplina anche la composizione dei comitati di gestione che precedentemente erano formati dal direttore dell'Agenzia delle entrate, da quattro dirigenti dell'Agenzia delle entrate e da due esperti in materia fiscale e tributaria.Pag. 48
La nuova formulazione normativa stabilisce che i sei componenti di questi comitati di gestione delle agenzie fiscali siano, per metà, professori universitari e dipendenti di pubbliche amministrazioni, dotati di specifica competenza professionale attinente al settore fiscale e tributario, e, per la restante metà, dirigenti d'azienda.
Con il nostro emendamento intendiamo sostituire le parole «i dipendenti di pubbliche amministrazioni» con le seguenti: «i professionisti iscritti ad albi». Non condividiamo infatti la scelta di voler inserire i dipendenti di pubbliche amministrazioni all'interno dei comitati di gestione. Riteniamo invece che i dipendenti di pubbliche amministrazioni siano sostituiti da professionisti iscritti agli albi. Vi è una logica nel nostro emendamento, che non è puramente pubblicitario od ostruzionistico. Crediamo che uno stesso soggetto non possa fungere, al tempo stesso, da controllore e da controllato: il dipendente delle pubbliche amministrazioni che fa parte del comitato di gestione delle agenzie fiscali, probabilmente verrà individuato per la sua competenza proprio nell'amministrazione fiscale.
Riteniamo invece sia il caso di aprire questi comitati di gestione a chi quotidianamente vive la problematica della materia fiscale, tributaria ed economica, cioè a chi quotidianamente deve confrontarsi, nell'esercizio della sua professione, in qualità di professionista iscritto ad un albo, con i contribuenti, con le imprese, con le categorie produttive. Quindi, prevedere che all'interno dei comitati di gestione vi siano professionisti iscritti ad albi è anche un modo per aprire la pubblica amministrazione ad una mentalità imprenditoriale e di libera professione, mentalità che non sempre, purtroppo - ma questo non è neanche colpa loro -, i dipendenti delle pubbliche amministrazioni hanno.
Visti poi i tanti provvedimenti vessatori, contrari, che puntano a mettere all'indice le libere professioni, crediamo che questo possa essere anche un modo affinchè questo Governo possa aprire magari un tavolo per dialogare con le libere professioni, che a nostro modo di vedere sono state ingiustamente vessate sia con questo provvedimento, sia con i provvedimenti precedenti.
Inoltre, emerge anche una questione riguardante la conoscenza della materia e la capacità di comprendere la visione non solo del dipendente della pubblica amministrazione, ma anche dell'altra parte del paese che quotidianamente opera nel privato; mi riferisco gli artigiani, alle piccole e medie imprese, ai commercianti, che potrebbero portare all'interno di questi comitati di gestione una mentalità meno burocratica, meno statalista, meno legata al vivere quotidiano delle pubbliche amministrazioni.
L'emendamento in oggetto ha una propria valenza ed importanza. È una proposta costruttiva. Quindi, chiediamo all'Assemblea di tenerne conto e di esprimere un voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Filippi. Ne ha facoltà.
ALBERTO FILIPPI. Signor Presidente, come recita l'articolo 1, comma 18, del provvedimento, tra i componenti scelti vi sono i dipendenti della pubblica amministrazione dotati di specifica competenza professionale attinente ai settori nei quali opera l'agenzia. Ma chi decide su queste competenze? Sono proprio loro! Si fa tutto in famiglia!
Quindi, riteniamo corretto fidarci di chi effettivamente è competente per definizione, vale a dire coloro che non imbarazzano per essere controllore o controllato, ma che sono iscritti agli albi professionali, che hanno sostenuto il dovuto esame e che possono garantire competenza, imparzialità e professionalità.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Filippi 1.32, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 498
Maggioranza 250
Hanno votato sì 240
Hanno votato no 258).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Garavaglia 1.33.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, il nostro scopo non è quello di perdere tempo; quindi, non ripeterò le considerazioni già svolte dal collega Fugatti sulla professionalità e sulla modalità di scelta dei componenti dei comitati di gestione.
Vorrei invece svolgere una riflessione sul metodo con cui si decide di sciogliere i comitati stessi. A tal fine, mi riallaccio all'animata discussione che si è svolta precedentemente sull'articolo 41, comma 3.
Noi chiediamo la soppressione del comma 19, che, sostanzialmente, è identico all'articolo 41, comma 3 (ne approfitto per un richiamo a tale disposizione, visto che probabilmente non avremo modo di discuterne successivamente). Il comma 19, di cui chiediamo la soppressione, recita: «In sede di prima applicazione della disposizione di cui al comma 18, i comitati di gestione delle agenzie fiscali in carica alla data di entrata in vigore del presente decreto cessano automaticamente il trentesimo giorno successivo». Questo è emblematico - e prego i colleghi di fare attenzione, soprattutto quelli che si dichiarano attenti lavoratori, sindacalisti e via dicendo - di un determinato atteggiamento. Onde evitare i giusti contenziosi e i ricorsi, ci si lava la faccia e si dice che automaticamente cessano dopo 30 giorni. Hanno lavorato bene? Hanno lavorato male? Di ciò non importa niente a nessuno! Cessano automaticamente. Questo è il problema!
Devo ammettere che la sinistra ha una certa abilità, che il centrodestra e la Lega, nei cinque anni precedenti, non hanno dimostrato, nel fare tabula rasa dei collaboratori scomodi. Più bello di così?
Si inserisce una normativa in un comma di un decreto-legge e, automaticamente, si licenziano delle persone. È questo che dà fastidio: un atteggiamento così in disprezzo della professionalità di chi ha fatto bene il suo lavoro e il suo dovere!
A noi, onestamente, dà fastidio questo automatismo, che non tiene conto della professionalità e della valutazione del modo di operare delle persone. Pertanto, chiediamo che questo comma venga soppresso.
Concludo il mio intervento, perché non voglio perdere tempo e tediare nessuno. Cosa c'è di più bello che mandare una bella lettera con cui si dispone che da domani qualcuno non è più in carica? Però, almeno, si dà la possibilità di controdedurre qualcosa. Invece, in questo modo, diventa tutto automatico. Per noi è troppo semplice e anche troppo ingiusto nei confronti di chi lavora (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavaglia 1.33, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 508
Maggioranza 255
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 264).
Dobbiamo ora passare alla votazione dell'emendamento Leo 1.8, che era stato precedentemente accantonato. Chiedo ai relatori di esprimersi al riguardo.
Pag. 50LAURA FINCATO, Relatore per la VI Commissione. Signor Presidente, le Commissioni confermano il loro parere contrario sull'emendamento Leo 1.8.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, intervengo al posto dell'onorevole Leo. Mi stupisce il parere dei relatori. Presumo che si siano adeguati a quello del Governo. Quindi - mi scusino i relatori -, mi rivolgo ai singoli deputati.
Non è un emendamento sovversivo, ma si tratta di un emendamento che consente a migliaia di aziende italiane di non incorrere, per aver posto erroneamente una crocetta su un modulo, in sanzioni di milioni di euro, che le costringerebbero a chiudere.
Questo è il significato dell'emendamento che stiamo votando. Lo dico non per annoiarvi, ma per ricordare la verità su questa proposta emendativa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, visto che questo emendamento è stato bocciato, credo che siamo alla «vigilia» della votazione sull'articolo 1.
Vorrei esprimere tutta la mia contrarietà su questo articolo, costituito da un complesso di norme che riguardano la cosiddetta lotta all'evasione e all'elusione fiscale.
Su questo problema, sul quale ci siamo trattenuti nell'ambito delle Commissioni riunite con il viceministro Visco, ci sono opinioni...
PRESIDENTE. Mi scusi, deputato Armani, ma l'emendamento non è ancora stato votato.
PIETRO ARMANI. Mi scusi, Presidente, credevo fosse stato votato. Mi dichiaro quindi a favore dell'approvazione dell'emendamento Leo 1.8 e mi riservo di intervenire successivamente in fase di votazione dell'articolo 1.
PRESIDENTE. Deputato Armani, le ricordo che l'articolo 1 non va posto in votazione, perché si tratta di un decreto-legge.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Galletti. Ne ha facoltà.
GIAN LUCA GALLETTI. Vorrei rivolgere un ultimo appello all'Assemblea, rilevando che questo emendamento non va in difesa delle cosìddette «cartiere», cioè di quelle società o di quei professionisti che operano nei paesi inseriti nella black list al fine di evadere le imposte. Questo emendamento va nell'interesse di quelle aziende che, per motivi economici e per la propria attività, hanno bisogno di assistenza e professionalità in quei paesi.
Sono rimasto stupito dalle sollecitazioni che ho avuto rispetto a questo emendamento da parte delle piccole e medie aziende e cooperative della mia regione, l'Emilia-Romagna, perché la proposta emendativi, in particolare, va a loro favore, cioè in favore di quelle aziende piccole e piccolissime e di quelle cooperative che non hanno l'assistenza fiscale adeguata per potere svolgere con tranquillità operazioni fiscali in quei paesi.
Si tratta di un emendamento che non comporta costi e non vedo quali siano le ragioni ostative alla sua approvazione. Il motivo per approvarlo è di proteggere i contribuenti minori.
In questo provvedimento, più volte, è contenuta una frase antipatica: «in deroga allo statuto del contribuente». Una volta che possiamo proteggere quest'ultimo, facciamolo davvero (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici di Sinistra e dei Democratici di Centro) e Forza Italia)!
PRESIDENTE. Colleghi, vorrei ricordare che sull'emendamento in esame si era già svolta la discussione. Vi è stata poi una ulteriore valutazione da parte delle Commissioni che ha portato alla conferma delPag. 51parere contrario. Se vi sono colleghi che intendono comunque intervenire, darò la possibilità di svolgere interventi per non più di un minuto, non potendo ripetere la discussione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Presidente, avevamo valutato con un certo favore ed apprezzamento il fatto che l'emendamento in esame fosse stato accantonato per essere valutato. Avevamo pensato anche che vi fosse una presa di coscienza della problematica in esso inserita ed anche un comportamento rispettoso da parte di chi è interessato al provvedimento in esame.
Il fatto che l'emendamento fosse stato accantonato stava a significare che vi era stata una valutazione circa la serietà dell'emendamento stesso. Dopodiché, scopriamo purtroppo, ancora una volta, che si è trattato di un fatto temporaneo e che non va a favore di coloro che - come ha detto l'onorevole Galletti, che mi ha preceduto - hanno necessità di quelle consulenze e professionalità operanti all'estero per lo svolgimento della propria attività e che non hanno certo intenzione di evadere e di non pagare ciò che è dovuto.
Dunque, avevamo apprezzato in parte il comportamento iniziale tenuto dalla maggioranza ma, anche questa volta, vediamo che si è trattato solo di un fatto temporaneo e, alla fine, non sostanziale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Anch'io intervengo a nome di Alleanza Nazionale per richiamare di nuovo l'attenzione dei colleghi su questo emendamento, che ribadiamo essere di buon senso e che accoglie un'esigenza a fronte di un problema reale che rischia di vanificare l'attività di molte aziende c'è il rischio, infatti di mettere in discussione, per il futuro, un'attività di consulenza e di supporto strategico che viene svolta in alcune realtà per rimanere sui mercati internazionali.
Riteniamo si tratti di un passaggio, anche da un punto di vista del gettito e del possibile impatto finanziario, che nulla andrebbe a cambiare all'interno di questo decreto-legge.
Si tratta di un'operazione di buon senso per dare un supporto reale a chi ancora crede di riuscire a competere e a svolgere un'attività imprenditoriale. Ritengo che su un tema di così basso profilo, quale è un adempimento formale, che va a creare una condizione sostanziale negativa, debba esservi un gesto di attenzione da parte di tutto il Parlamento e dei colleghi della maggioranza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crisci. Ne ha facoltà. Le ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione.
NICOLA CRISCI. La ringrazio, Presidente. Vorrei svolgere alcune considerazioni in merito all'emendamento oggetto della discussione. Si tratta di un problema che, per la verità, è stato trattato anche nella XIV legislatura attraverso la presentazione di atti di sindacato ispettivo da parte dei colleghi dell'allora maggioranza, con risultati non certo fruttuosi. È un problema che però resta e che tocca tante imprese che operano con i paesi a fiscalità privilegiata, i cosiddetti «paradisi fiscali».
Colleghi, molte di queste imprese effettuano una omissione nella dichiarazione dei redditi dell'indicazione dei componenti negativi. Si tratta sovente di errori materiali...
PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere!
NICOLA CRISCI. È una dichiarazione di voto! Concludo, ma il mio gruppo non è intervenuto su questo punto.
PRESIDENTE. No, ho dato un minuto di tempo perché su questo emendamento si era già svolta la discussione.
Pag. 52NICOLA CRISCI. Va bene, allora in un minuto cercherò, per quanto è possibile...
PRESIDENTE. No, il minuto è trascorso, onorevole!
NICOLA CRISCI. Mi consenta di fare un atto di testimonianza! Ritengo che, nel merito, l'emendamento sia condivisibile, che la lotta all'evasione debba essere l'assillo quotidiano di questo Governo, ma non si possono travolgere i contribuenti che hanno commesso degli errori, confondendo il dolo con la colpa, nel caso in cui l'errore materiale determina pesantissime sanzioni che possono pregiudicare in alcuni casi l'equilibrio economico-finanziario delle stesse imprese (Applausi del deputato Giudice).
Per tale motivo, invito il Governo ad una riflessione su tale argomento, ritenendo che l'emendamento sia condivisibile nel merito. Sarebbe stato opportuno che sin dalla XIV legislatura fosse stato accolta la richiesta avanzata dai colleghi, ma ritengo che il problema possa essere affrontato ragionevolmente (Applausi del deputato Crosetto)...
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, intervengo anch'io per ribadire la mia sorpresa di fronte ad una richiesta che mi sembra del tutto coerente con un principio di civiltà.
Se la deduzione è stata subordinata ad un adempimento che è prettamente formale e qualcuno ha omesso tale adempimento, mi si deve spiegare perché all'interno della legge finanziaria si dà ascolto all'emersione del sommerso - il lavoro nero - facendo degli sconti a chi lo ha utilizzato e qui invece non si vuole tutelare chi ha fatto un errore, pur conservando la deducibilità dei costi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! È chiaro che non vi è una logica in questo. Voi state ancora una volta confondendo la lotta all'evasione con il contrasto al comportamento di persone perbene che hanno soltanto omesso un adempimento formale. È una questione di cultura che continuate a non capire.
Ecco dov'è il confronto culturale tra noi è voi: voi colpite indiscriminatamente tutti, fuorchè amici o persone a voi vicine. Non avete la forza né il coraggio di rendervi conto di quanto, di fronte a questa disposizione, il vostro atteggiamento sia un errore. Correggetelo finchè siete ancora in tempo (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Filippi. Ne ha facoltà.
Avverto che, dopo l'intervento del deputato Filippi, si passerà alla votazione dell'emendamento Leo 1.8.
ALBERTO FILIPPI. Grazie, Presidente, l'emendamento Leo 1.8 è di buon senso in quanto prevede una piccola sanatoria. Ma tale emendamento è ancora più importante e di buonsenso perché il comma 6 agisce in modo retroattivo, derogando all'articolo 4 dello statuto del contribuente che in materia fiscale dispone la non retroattività delle norme; e tra i padri costituenti di tale statuto vi è proprio il viceministro Visco! Riteniamo - e abbiamo svolto tale considerazione anche in alcuni provvedimenti approvati in precedenza - che derogare all'articolo 4 dello statuto del contribuente vada non solo contro il buonsenso, ma altresì contro il diritto primario di ogni contribuente. In questo modo, si intaccano proprio i pilastri dei diritti dei cittadini, i quali non possono essere derogati (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leo 1.8, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 512
Votanti 511
Astenuti 1
Maggioranza 256
Hanno votato sì 252
Hanno votato no 259).
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15,30.
La seduta, sospesa alle 13,20, è ripresa alle 17,10.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI