Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Seguito della discussione sulle comunicazioni del Governo.
PRESIDENTE. Riprende la discussione sulle comunicazioni del Governo.
RAFFAELLA MARIANI (Ulivo). Esprime apprezzamento per i segnali di attenzione mostrati dal Governo nei confronti dei giovani e del loro futuro.
FEDERICO BRICOLO (LNP). Stigmatizza la eccessiva frammentazione di competenze tra i diversi ministeri al solo fine di soddisfare le esigenze delle componenti politiche della maggioranza, con pesanti ricadute sul bilancio statale. Paventa quindi l'intendimento della maggioranza di cancellare la legge Bossi-Fini.
ALBA SASSO (Ulivo). Sottolinea la necessità di dare un chiaro segnale di discontinuità con il precedente Esecutivo sui temi dell'innovazione tecnologica e della Pag. VIricerca scientifica, sostenendo con convinzione ed in maniera adeguata l'istruzione pubblica.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI (Ulivo). Osserva che la politica infrastrutturale del Governo deve essere sostenuta dall'ampio accordo dei vari livelli amministrativi al fine di supportare adeguatamente la ripresa economica del Paese.
SALVATORE RAITI (IdV). Nel manifestare l'apprezzamento del suo gruppo per il programma del Governo, ampiamente discusso e condiviso, ritiene che la sua attuazione favorirà la crescita e lo sviluppo del Paese; esprime peraltro rammarico per la limitata presenza, nella compagine governativa, di rappresentanti di origine siciliana.
CAROLINA LUSSANA (LNP). Lamentato l'intendimento del Governo di tutelare gli interessi della parte più politicizzata della magistratura, manifesta netta contrarietà alla prospettata adozione di un provvedimento generalizzato di clemenza; richiamate, inoltre, le palesi contraddizioni che connotano la maggioranza, in particolare, in tema di unioni civili, preannunzia che negherà la fiducia all'Esecutivo.
LUIGI CANCRINI (Com.It). Sottolineata la necessità di riqualificare la spesa sociale, auspica che la legislatura sia connotata da una valorizzazione del ruolo dell'istituzione parlamentare.
ADOLFO URSO (AN). Ricordate le critiche formulate e la delusione manifestata dall'opinione pubblica internazionale nei confronti dell'Esecutivo, stigmatizza la logica spartitoria e consociativa sottesa alla composizione del Governo, di stampo statalista e particolarmente penalizzante per le aree produttive del Paese.
SANDRO BONDI (FI). Osservato che l'arroganza politica ed istituzionale del Governo Prodi trae origine dalla debolezza della maggioranza e dalla logica spartitoria che ha ispirato l'attribuzione degli incarichi, sottolinea che senza il dialogo ed il reciproco riconoscimento non è possibile alcun progresso del Paese. Preannunzia altresì una fermissima opposizione a qualsiasi tentativo di smantellamento delle riforme approvate nella precedente legislatura.
GIACOMO STUCCHI (LNP). Giudicate le linee programmatiche del Governo Prodi evanescenti nel contenuto oltre che confuse ed ispirate a logiche di equilibrismo politico, stigmatizza la prospettata volontà di cancellare le importanti riforme approvate nella precedente legislatura, soprattutto in tema di federalismo.
ROBERTO VILLETTI (RosanelPugno). Sottolineata la necessità che l'Esecutivo adotti misure graduali che favoriscano la competitività delle imprese, come la riduzione del cuneo fiscale e contributivo, ritiene che, pur in un clima di dialogo con l'opposizione, debbano essere riconsiderate le numerose riforme di sistema approvate nella precedente legislatura. Preannunzia quindi che accorderà la fiducia al Governo.
CIRIACO DE MITA (Ulivo). Nel richiamare al rispetto del risultato elettorale, auspica un'immediata modifica del sistema elettorale in un ramo del Parlamento, che dovrebbe tuttavia essere definitivamente approvata entro la fine della legislatura, possibilmente con un'ampia maggioranza. Osserva inoltre che il pluralismo politico è necessariamente frutto della mediazione tra le istanze provenienti dalle diverse componenti di una coalizione.
BRUNO TABACCI (UDC). Pur condividendo il richiamo fatto dal Presidente del Consiglio alla necessità di riaffermare la cultura dell'etica e della responsabilità civile, ritiene che il Governo debba cercare di applicare tale principio nei rapporti politici, aprendosi al dialogo con l'opposizione e non indulgendo, al contrario, ad un inopportuno bipolarismo muscolare.
Pag. VIIANDREA RONCHI (AN). Evidenziate le contraddizioni interne alla maggioranza, in particolare, sui principali temi di politica estera, ricorda gli apprezzabili risultati conseguiti dal precedente Governo per consolidare la posizione italiana in Europa e le numerose missioni internazionali di pace alle quali hanno partecipato in modo encomiabile i contingenti militari italiani; preannunzia infine che negherà la fiducia al Governo.
UMBERTO RANIERI (Ulivo). Manifestata particolare condivisione per la parte delle dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio concernente l'Unione europea, al cui futuro appare strettamente connesso quello dell'Italia, ritiene che il tema debba essere oggetto di un comune impegno di maggioranza ed opposizione.
LUIGI D'AGRÒ (UDC). Nel ritenere che le dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio avrebbero dovuto affrontare in modo più chiaro ed incisivo i temi dell'approvvigionamento energetico e della dotazione infrastrutturale del Paese, giudicherebbe opportuno, in prospettiva, valutare con maggiore attenzione ogni possibile opzione in materia.
LEOLUCA ORLANDO (IdV). Nel manifestare l'adesione del suo gruppo al programma di Governo, sottolinea l'esigenza di riaffermare, in particolare, i valori della laicità e della legalità; esprime altresì apprezzamento per la ricerca di un confronto istituzionale con l'opposizione.
ELIO VITO (FI). Sottolineata la protervia e l'ipocrisia che connotano l'atteggiamento della maggioranza, che ha inopinatamente occupato tutte le cariche istituzionali, giudica di parte il comportamento recentemente tenuto dal Presidente della Camera in seno all'Ufficio di Presidenza relativamente alla costituzione di nuovi gruppi parlamentari; paventa altresì che la maggioranza ostacoli, presso i competenti organi parlamentari, la verifica dei risultati elettorali.