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Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, recante disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria (A.C. 1750).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, recante disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria.
Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza subemendamenti e articoli aggiuntivi, del suo emendamento 2.500, interamente sostitutivo dell'articolo 2 e soppressivo degli articoli da 3 a 47-bis del decreto-legge n. 262 del 2006 (Vedi l'allegato A - A.C. 1750, sezione 1 - Per l'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni, vedi l'allegato A - A.C. 1750 sezioni 1 e 2, della seduta del 25 ottobre 2006 - Per le proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni, vedi l'allegato A - A.C. 1750 sezione 3 della seduta del 25 ottobre 2006).
Il ministro per i rapporti con il Parlamento ha fatto presente alla Presidenza che nel testo dell'emendamento 2.500 vi sono taluni errori materiali di cui si chiede la correzione.
Si tratta, in particolare, delle seguenti correzioni: al comma 32, capoverso d), le parole «reddito agrario di cui all'articolo 29 del predetto testo unico» si intendono sostituite con le seguenti: «reddito agrario di cui all'articolo 32 del predetto testo unico»; al comma 39, le parole: «dei commi da 31 a 38» devono intendersi sostituite dalle seguenti: «dei commi da 33 a 38»; al comma 47, le parole: «fatto salvo quanto previsto dal precedente articolo» devono intendersi sostituite dalle seguenti: «fatto salvo quanto previsto dai commi da 48 a 54»; al comma 72, le parole: «recate dal medesimo comma 25» devono intendersi sostituite dalle seguenti: «recate dal medesimo comma 71».
La Presidenza ritiene che le correzioni debbano essere apportate, trattandosi di interventi volti a rettificare errori meramentePag. 2formali. In questo senso, del resto, la Presidenza della Camera ha operato in passato in analoghe circostanze.
(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Emendamento 2.500 del Governo - A.C. 1750)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia, per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Neri. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, avrei sperato - per un doveroso e scontato rispetto dell'istituzione parlamentare - che, discutendosi della questione di fiducia posta dal Governo, il Presidente del Consiglio non discriminasse tra parlamentari e gruppi, ritenendo di prestare la dovuta attenzione alle argomentazioni di tutti.
Prendo atto di un'assenza che forse dovrei augurarmi prefiguri una più lunga e duratura assenza, dovuta al crescente malcontento che si registra nel paese. Tuttavia, il rispetto che abbiamo delle procedure parlamentari e della sostanza delle stesse ci induce a svolgere comunque le argomentazioni poste alla base delle nostre dichiarazioni di voto.
Qui, oggi, si vota il decreto-legge fiscale collegato al disegno di legge finanziaria, che è cosa diversa, ma non troppo, dalla finanziaria, trattandosi di un provvedimento assolutamente funzionale al funzionamento, appunto, dell'impianto della legge finanziaria. E il taglio che già da questo decreto fiscale emerge nelle scelte del Governo si pone in assoluta antitesi logica e strutturale rispetto alle dichiarazioni rese dal Governo.
In particolare, ci meravigliamo del fatto che, presiedendo il Governo un soggetto che è stato un illustre economista, si dica una cosa e se ne faccia un'altra.
Si dica di voler promuovere lo sviluppo del paese e si faccia la scelta di un inasprimento fiscale generalizzato ma ciò, come è noto, si pone, secondo le elementari leggi che ogni studente può ritrovare in qualsiasi libro di economia, in assoluto contrasto con la logica dello sviluppo. Come sappiamo, il drenaggio fiscale finisce per ridurre le disponibilità nelle tasche dei cittadini e, conseguentemente, comporta una minore capacità di spesa della collettività nazionale e, quindi, inibisce uno sviluppo dei consumi che, a sua volta, determina una contrazione del circuito produttivo perché nessuno produce se il mercato non lo richiede. Vorremmo comprendere la logica di questo prelievo indiscriminato. La scelta di un drenaggio fiscale indiscriminato, lo ripeto, contrasta con la logica dello sviluppo perché sottrae ricchezza esattamente a coloro i quali dovrebbero essere i destinatari di questa tanto sbandierata redistribuzione del reddito.
La limitatezza e, quindi, l'inadeguatezza dei tempi riservati alle componenti politiche del gruppo Misto non ci consente di svolgere le argomentazioni che vorremmo sviluppare. Approfitto, comunque, anche della diretta televisiva, che mi permette di parlare non soltanto agli addetti ai lavori, ma all'intera comunità, per citare un esempio che rende chiaro quanto sto dicendo. L'inasprimento delle imposte di registro ipotecarie, unito all'annunziata revisione degli estimi catastali per le ricadute che essi hanno non solo nella circolazione dei beni immobili ma anche per la determinazione delle imposte collegate al reddito catastale degli immobili finiranno per produrre un inasprimento fiscale che ricadrà sulle spalle di tutti, anche di coloro i quali probabilmente non producono reddito perché disoccupati. L'imposta che corrisponde al nome di ICI (chiamatela come volete, ma di una patrimoniale si tratta) va ad incidere sul possesso e sulla disponibilità di un bene immobile da parte di chi ne è l'intestatario. Inoltre, la revisione degli estimi catastali incide non solo sull'aumento di tale imposta, ma anche sull'aumento di quel reddito figurativo che concorre a comporre la base imponibile. In sostanza, con l'inasprimento del trattamento tributario dei beniPag. 3immobili si inasprisce il trattamento fiscale anche nei confronti di coloro i quali non producono reddito e che, viceversa, sono titolari di un reddito solo figurativo. In questo paese siamo riusciti a giungere al paradosso di far diventare colpevole di reddito improprio anche chi magari ha il problema del pane quotidiano e non sa come mettere assieme il pranzo con la cena.
Per quanto riguarda poi il Mezzogiorno, perché noi ostinatamente e orgogliosamente vogliamo continuare a rappresentare in questa sede le ragioni dell'Italia meridionale e, in particolare, della Sicilia, oltre al drenaggio delle risorse in chiave tributaria che riguarda tutto il paese, si è registrata anche la sottrazione delle risorse che erano destinate alla realizzazione delle opere infrastrutturali. E si tratta di una sottrazione di risorse che produce un ulteriore danno perché, e lo ricordo a quell'illustre economista che fu il Presidente del Consiglio dei ministri, la redditività di una collettività dipende dalla ricaduta di reddito che si può determinare in un dato contesto o attraverso l'incremento delle attività di iniziativa privata o attraverso l'incremento degli investimenti pubblici destinati alla realizzazione di infrastrutture.
PRESIDENTE. Deputato Neri, concluda.
SEBASTIANO NERI. Concludo, Presidente.
La finanziaria per il 2007 era l'occasione per riconoscere al Mezzogiorno una situazione di disagio che doveva condurre all'introduzione di una fiscalità di vantaggio a suo favore. Ma la negazione di ciò unita alla sottrazione delle risorse destinate alla realizzazione delle opere infrastrutturali rappresenta un tradimento per il Mezzogiorno e per l'intero paese.
Per tutti questi motivi, noi voteremo contro la permanenza in carica di questo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Movimento per l'Autonomia, Forza Italia e Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
PRESIDENTE. Essendoci il vincolo della ripresa televisiva, invito tutti coloro che intervengono ad attenersi strettamente ai tempi previsti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zeller. Ne ha facoltà.
KARL ZELLER. Signor Presidente, onorevoli colleghi, è inutile negare che il provvedimento in esame, come anche il precedente del luglio scorso, ed anche il disegno di legge finanziaria per l'anno 2007, sono stati accolti dall'opinione pubblica con una certa freddezza, se non con delusione. Molte delle critiche, che provengono in particolare dal cosiddetto ceto medio e dal mondo economico, sono ingiustificate e, comunque, esagerate, anche perché basate su informazioni incomplete e faziose. Per taluni versi, però, le censure hanno un fondamento obiettivo, perché alcune misure fiscali erano davvero sproporzionate e nemmeno in linea con il programma elettorale della maggioranza. Il coro di critiche ha trovato un terreno fertile, anche perché il Governo ha commesso gravi errori di comunicazione. Ne è conseguito un calo notevole della popolarità del Governo.
Insieme ai colleghi della maggioranza, ci siamo impegnati molto durante i lavori nelle Commissioni, cercando di contribuire al miglioramento del testo e credo che quest'impresa sia, in gran parte, riuscita. Così, è stata modificata la tanto contestata norma sulla sospensione della licenza commerciale, che avrebbe dovuto, secondo il testo del provvedimento, scattare dopo una sola violazione dell'obbligo di emissione dello scontrino di cassa. Si è quindi tornati al sistema precedente. Anche per l'imposta di successione e donazione abbiamo trovato una soluzione - credo - soddisfacente. Essa, infatti, non colpirà più i lasciti piccoli e medi, ma solamente, come avviene anche in altri paesi occidentali, i patrimoni davvero grandi. Come è noto, infatti, per i trasferimenti in linea diretta è stata introdotta una franchigia di un milione di euro per ciascun beneficiario, da calcolare sul valore catastale dell'immobile. Anche per la successione dellePag. 4imprese non dovrebbero esservi problemi, in quanto resta fermo che l'avviamento non viene calcolato per la base imponibile. Anche tale misura va, in ultima analisi, a beneficio delle famiglie numerose, perché più sono i figli più grande diventa il patrimonio complessivo esentasse.
Sono inoltre state corrette alcune storture del primo decreto Bersani-Visco in merito all'ammortamento degli immobili strumentali. Le imprese sono consapevoli che secondo i principi contabili internazionali il valore del terreno non è ammortizzabile. Avevano ragione, invece, le stesse imprese nel criticare la forfettizzazione del valore del terreno che, per legge, avrebbe dovuto essere almeno il 30 per cento del valore complessivo del fabbricato. Essendo, nella maggior parte dei casi, l'incidenza largamente inferiore al 30 per cento, ne sarebbe conseguito un notevole aumento delle imposte e ciò sarebbe stato obiettivamente ingiustificato. Abbiamo posto rimedio anche a tale problema, riportando il sistema ad equità e dando, in tal modo, risposta ad una legittima richiesta del mondo imprenditoriale.
Non abbiamo dimenticato nemmeno gli altri settori, in particolare l'agricoltura. Un segnale importante, in merito, è l'esenzione della maggior parte delle imprese agricole dagli oneri burocratici connessi alla legge sull'IVA. Anche in futuro i contadini non dovranno iscriversi al registro delle imprese, non dovranno inviare telematicamente i dati fiscali, ed altro. Siamo fiduciosi che nelle prossime settimane riusciremo ad apportare miglioramenti anche al testo del disegno di legge finanziaria, facendo in modo che gran parte delle critiche non abbiano più modo di essere. La strada maestra deve essere il confronto costruttivo con le categorie interessate, per trovare soluzioni equilibrate e di buonsenso, emarginando estremismi e proposte solo propagandistiche.
Non ci resta, quindi, che ringraziare il Governo, in particolare il sottosegretario Grandi, nonché i due relatori, per la sensibilità dimostrata.
Preannunzio, quindi, il voto favorevole delle minoranze linguistiche sulla questione di fiducia e sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Minoranze linguistiche, L'Ulivo e La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catone. Ne ha facoltà.
GIAMPIERO CATONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori rappresentanti del Governo, il gruppo della Democrazia Cristiana-Partito Socialista preannunzia il suo voto contrario alla richiesta di fiducia sul decreto-legge fiscale collegato alla manovra di bilancio ed al complessivo disegno della legge finanziaria per il 2007.
La vostra impostazione di politica economica e fiscale è sintetizzata in due capisaldi fondamentali. In primo luogo, avete avuto l'esigenza di dare la massima soddisfazione alle potenti e prepotenti corporazioni sociali che, tradizionalmente, fanno parte dell'elettorato comunista.
Il secondo caposaldo che sorregge questa pseudocultura di governo consiste nel fatto che, una volta soddisfatte le esigenze di potere ideologiche che abbiamo citato, il resto della politica economica è semplicemente un «buco nero». Si tratta, cioè, di un affare che non suscita interesse, rispetto al quale non si possiedono gli strumenti culturali per poter intervenire e che, proprio per tale motivo, viene affidato al volontarismo ed al velleitarismo di questo o di quello, secondo una logica da «dilettanti allo sbaraglio»!
Quanto allo specifico provvedimento sul quale oggi il Governo chiede la fiducia, dobbiamo sottolineare che esso rappresenta un esempio della confusione, talvolta voluta, usata dall'Esecutivo. Esso, infatti, è stato presentato come un provvedimento «collegato» alla manovra di bilancio, tuttavia contiene, al proprio interno, una pletora di norme che spesso hanno ben poco a che vedere con la manovra medesima. Si tratta, insomma, di un provvedimento incoerente; è un testo colmo di incongruenze, che servono al Governo per non far sapere esattamente all'opinione pubblica che cosa si sta decidendo.Pag. 5
La dottrina e le sentenze della Corte costituzionale hanno chiarito, da tempo, che non si devono varare decreti-legge omnibus nei quali è contenuto di tutto e di più; tale pratica, purtroppo, prosegue anche in questa circostanza. Vorrei evidenziare, ad esempio, due argomenti importanti che sono stati inseriti di soppiatto: la riforma del settore autostradale e la sistemazione delle infrastrutture in Sicilia. Ebbene, che cosa c'è di «fiscale» e di «collegato» alla manovra finanziaria in tali argomenti?
Vogliamo ora, signor Presidente, tornare ad effettuare una valutazione complessiva. È stato giustamente affermato che la manovra in questione assesta un colpo terribile al ceto medio italiano. Vi è, tuttavia, anche un'altra importante vittima dell'azione del Governo: si tratta della speranza di avviare un ciclo forte di crescita economica. L'Esecutivo, infatti, a causa sia dei propri comportamenti, sia delle aspettative negative che con essi ha suscitato, ha scoraggiato e sta scoraggiando tutte le prospettive di investimento nel nostro paese, anche e soprattutto da parte di investitori stranieri. Prodi ha clamorosamente smentito sé stesso, in quanto, con la manovra in questione, ha introdotto nuove e pesantissime imposte, ed ha altresì creato le condizioni ideali per ammazzare sulla nascere le aspettative di crescita!
A risollevare le sorti della crescita economica non crediamo basterà la «strabiliante» misura della riduzione del cuneo fiscale, la quale è non un'invenzione di Prodi ma, semplicemente, il riciclaggio di un vecchio istituto che, una volta, si chiamava «fiscalizzazione degli oneri sociali».
Vorrei rilevare, inoltre, che non si interviene sulle gravissime storture della spesa pubblica, nossignore! Semplicemente, il Governo si limita ad aumentare le tasse e ad assestare la mazzata definitiva a quella platea sociale già nota al fisco, vale a dire la già menzionata classe piccolo e medio borghese che oggi, con un linguaggio più moderno, definiamo «ceto medio». Questo ceto rappresenta l'ossatura della struttura sociale del paese, poiché lavora - oserei dire che lotta quotidianamente - per affermare, in una società distratta da altri valori, il proprio diritto ad esistere, a produrre ricchezza per sé e per gli altri ed a contribuire ad espandere l'economia per il bene di tutti. Tali persone sono, ad esempio, i quadri ed i dirigenti delle imprese, i quali portano su di sé la responsabilità di «mandare avanti la baracca» in Italia! Ebbene, quale destino ha scelto Prodi per questi soggetti? Ha scelto di tassarli e di umiliarli!
È appena il caso di ricordare che, per il Presidente del Consiglio Prodi, tali persone sono i veri ricchi esistenti nel nostro paese, in quanto solo esse risultano esistere nei dati ufficiali del fisco. Noi pensiamo che nessuno, nel nostro paese, debba essere messo nella condizione di temere la vendetta e la punizione dell'apparato di uno Stato nemico: non vogliamo che ciò accada a nessuno, né ai veri ricchi, né tantomeno al ceto medio!
La nostra idea di redistribuzione del reddito parte dal presupposto, tutelato dalla nostra Costituzione, che la ricchezza sia legittima, e che anzi, attraverso una sana emulazione che non trascuri i bisogni sociali, si possa giungere a produrre più benessere per tutti. Si tratta in particolare, per noi, della trasposizione nella Costituzione dei principi della dottrina sociale della Chiesa.
Vogliamo giungere a creare più ricchezza per tutti e non, invece, a produrre maggiore povertà per tutti, da distribuire con il bilancino dell'intervento oppressivo dello Stato! Ricordo che abbiamo conosciuto alcuni cittadini rumeni che ci hanno raccontato di aver subito personalmente la perquisizione in casa della polizia del Governo comunista del loro paese, la quale era venuta a controllare quante paia di lenzuola vi fossero in relazione al numero dei componenti del nucleo familiare!
Certo, si tratta di episodi estremi, che riguardano un altro paese, ma l'impostazione culturale che voi ci imponete è la stessa: lo Stato deve controllare ed amministrare quanto più è possibile, sostituendosiPag. 6ogni volta che può ai cittadini, sottraendo loro quanta più libertà ed imponendo quante più tasse possibili!
Signor Presidente, vi è stato nella storia un momento in cui non si poteva pubblicare un libro senza il permesso del Sant'Uffizio: il cosiddetto imprimatur. Oggi, in tempi più moderni, il Governo Prodi non può pubblicare una manovra di bilancio senza il permesso del sindacato CGIL, perché gli è stato detto chiaro e tondo che, senza l'imprimatur della CGIL, non vi può essere nemmeno il voto favorevole dei comunisti della sua maggioranza. Altro che politica della concertazione! Si è rovesciato il mondo: è Prodi che, con il cappello in mano, va a concertare dalla CGIL per fare la legge finanziaria.
In questo quadro grottesco, appare veramente surreale la recente dichiarazione di Prodi fatta per rassicurare i mercati, secondo la quale, nel 2007, egli riformerà il sistema delle pensioni. La sua dichiarazione è stata smentita in tempo reale da un comunicato di Rifondazione Comunista. Anche i sindacati hanno, ovviamente, immediatamente protestato. Pensioni, sanità, enti locali e pubblico impiego: erano queste le quattro grandi piaghe della spesa pubblica italiana, che erano state sottolineate, a suo tempo, anche dal ministro dell'economia e delle finanze Padoa Schioppa. Le priorità del medesimo ministro sembrano, ora, diventate altre: avere vita lunga e prosperare come ministro dell'economia, disposto a pagare per questo qualsiasi prezzo politico.
Ecco, allora, intervenire la confusione e il dilettantismo di cui dicevamo: si introducono nuove pesanti tasse, poi si smentiscono, poi si riscrivono, poi si penalizzano i SUV, poi ci si ripensa e si reintroduce l'imposta di successione, e via dicendo.
C'è una misura che vogliamo, in particolare, sottolineare. Assistiamo, da settimane, allo spettacolo incredibile che il Parlamento discute, in sessione di bilancio, su progetti di legge del Governo che cambiano, non di giorno in giorno, ma di ora in ora; e, quasi sempre, i deputati sono poi costretti a leggere le modifiche apportate sui giornali, perché ad essi sono in qualche modo arrivate, più o meno fedeli, mentre alla Camera ancora no.
La notizia di ieri è che volete introdurre un'imposta IRPEF del 45 per cento. Si tratta di una cosa vergognosa ed incredibile a cui dovranno aggiungersi gli aumenti dell'ICI e gli altri balzelli locali che state introducendo.
Una performance grave, poi, consiste nell'aver scippato il TFR ai lavoratori dipendenti. Il trattamento di fine rapporto viene sostanzialmente sottratto alla libera decisione dei lavoratori e passa nelle casse dell'INPS. Se il Governo Berlusconi avesse solo lontanamente proposto una misura del genere, l'attuale maggioranza avrebbe tentato di bruciare Palazzo Chigi!
Siamo, tra l'altro, curiosi di vedere con quali artifizi di finanza creativa il ministro Padoa Schioppa riuscirà a convincere i suoi ex colleghi burocrati europei di Eurostat che il trasferimento del TFR costituisce una posizione attiva nelle casse dell'INPS e non, invece, una posizione di debito verso tutti i lavoratori.
In questi giorni ne abbiamo viste di tutti i colori! Ciò che è certo è che vi sono santuari di spesa pubblica dominati dall'estrema sinistra, dove è vietato ficcare il naso, e chi lo fa rischia di perdere la poltrona. Tutto il resto è nient'altro che ricerca parossistica, dilettantesca e velleitaria di trovare denaro da qualsiasi parte, pur di far cassa con nuove tasse.
È sparita qualsiasi speranza di trovare traccia delle mirabolanti nuove visioni di politiche pubbliche così fantasiosamente illustrate in campagna elettorale.
Gli italiani si sono avveduti dell'ingiustizia della manovra, dell'affanno e della debolezza del Governo, che pone oggi la questione di fiducia anche e soprattutto per mettere il bavaglio alle proteste di parti della sua stessa maggioranza.
Aver rinunciato al dialogo, ponendo la questione di fiducia, non impedirà al Governo Prodi di sciogliersi nei prossimi mesi come un pupazzo di neve al sole. Il processo di disfacimento è già iniziato edPag. 7è sotto gli occhi di tutti. Purtroppo, il prezzo di questo disastro lo pagherà non Prodi, ma gli italiani tutti!
Per quanto possa valere, in un Parlamento svuotato oramai del suo ruolo istituzionale, ribadiamo il nostro voto contrario sulla manovra e sulla fiducia da parte del gruppo della Democrazia Cristiana-Partito Socialista (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Elpidio. Ne ha facoltà.
DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la situazione critica in cui versa attualmente l'economia del nostro paese ci pone di fronte alla necessità di dare una svolta decisa al sistema della finanza pubblica. È questo l'obiettivo ambizioso, ma non per questo utopistico, che ci proponiamo di perseguire e raggiungere attraverso la manovra finanziaria per il 2007, di cui il decreto-legge che affianca il disegno di legge finanziaria costituisce una parte di importanza fondamentale.
È un provvedimento sul quale, in Commissione bilancio, si è aperto un confronto costruttivo tra maggioranza e opposizione che ha portato alla revisione di alcuni suoi articoli, sui quali noi Popolari-Udeur avevamo espresso qualche perplessità. Il risultato, grazie anche alla disponibilità e all'apertura del Governo, è stato positivo per quelli, che, secondo noi, erano punti determinanti, come, ad esempio quelli relative alle norme relative alle tasse di successione, allo scontrino fiscale e alla circolazione stradale, comprese le disposizioni sulle auto più inquinanti.
È stato svolto, dunque, un lavoro proficuo che si sarebbe potuto proseguire anche in Assemblea, dopo che, per l'intera legislatura precedente, il Parlamento, a partire dai colleghi dell'opposizione che oggi protestano, si è visto costretto a rinunciare al suo diritto di discutere sulle leggi di bilancio.
Non possiamo dimenticare, infatti, che il Governo Berlusconi ha sempre posto su di esse il voto di fiducia, malgrado godesse di una maggioranza molto più consistente della nostra sia alla Camera sia al Senato.
Anche questa volta, invece, dobbiamo fare a meno dell'opportunità di un utile dibattito. L'ostruzionismo messo in atto senza criterio da alcune, non tutte, le forze del centrodestra ha infatti imposto al Governo la necessità di far ricorso alla fiducia per rispettare i termini vincolanti del calendario parlamentare. È una decisione obbligata che anche noi abbiamo tentato sino alla fine di scongiurare, ma che è stata imposta dal comportamento ostruzionistico, in particolar modo, della Lega e di Forza Italia. Tale comportamento è stato criticato anche ieri dallo stesso segretario nazionale dell'UDC, Cesa, il quale ha definito l'ostruzionismo una forma puerile, e dallo stesso capogruppo dell'UDC, Volontè, il quale ha dato agli stessi suoi colleghi di opposizione la colpa di aver favorito con il loro comportamento ostruzionistico la posizione della questione di fiducia da parte del Governo.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, tornando al merito del provvedimento in esame e agli obiettivi che con esso ci si propone di raggiungere, va sottolineato che questo contiene significative variazioni del deficit tendenziale, all'insegna della trasparenza e della correttezza. Tali variazioni sono volte a tenere sotto controllo i flussi di finanza pubblica e, in particolare, la spesa corrente, al contrario di quanto fatto dal precedente Governo. È un'esigenza che si è resa ancor più pressante, a seguito del recente declassamento dell'Italia da parte di due delle tre agenzie internazionali di rating, Standard & Poor's e Fitch, retrocessione, peraltro, imputabile proprio alle nefaste linee direttrici seguite nella scorsa legislatura e non certo, come alcuni hanno invece cercato di sostenere, a quelle cui si ispira l'attuale maggioranza.
In particolare, l'errore più grave commesso dal precedente Governo è stato quello di stimare più del vero le previsioni di crescita della nostra economia, sopravvalutazione utilizzata a copertura di un aumento sconsiderato delle spese e diPag. 8alcuni, pochi a dire il vero, tagli fiscali, salvo poi essere puntualmente smentiti dall'andamento reale dell'economia.
La mancanza di interventi strutturali e le misure tampone utilizzate per porre un freno all'emorragia economica italiana hanno fatto il resto. Il vasto ricorso alla tecnica dei condoni, infatti, oltre ad ottenere unicamente effetti di breve periodo, ha avuto ripercussioni deleterie sui contribuenti per quel che riguarda il senso dello Stato ed il rispetto della normativa fiscale.
La finanza creativa di Tremonti, cui ha fatto seguito l'austera serietà piemontese di Siniscalco non è servita al Governo Berlusconi per ridurre i danni. Lui stesso, Berlusconi, nell'ottobre 2004 disse di volersi occupare direttamente della seconda parte della legge finanziaria 2005, che doveva contenere la riduzione fiscale ed altre misure per il rilancio dell'economia, e lo disse anche in un'intervista al Corriere della Sera quando affermò che il veliero Italia avrebbe saputo cogliere il vento della crescita attesa a livello mondiale. Ma l'anno successivo, il 2005, il veliero Italia al cui timone vi era il nocchiero Berlusconi si arenò nelle secche di ben cinque manovre di aggiustamento dei conti pubblici nel giro di due mesi. Tra ottobre e dicembre, stretta fra scontri al calor bianco all'interno della stessa maggioranza e le incertezze sulle cifre continuamente corrette, assediata da vertici e tavoli, la manovra 2006 iniziò il suo percorso con un record.
Il Governo andò sotto in Commissione bilancio, alla prima votazione dell'articolo 1. Se il buongiorno si vede dal mattino...
Il bilancio, insomma, non può che essere negativo, come dimostrano tutti gli indicatori economici, notevolmente peggiorati rispetto a quelli lasciati in eredità dal centrosinistra nel 2001.
Si avverte, quindi, la necessità di compiere una vera e propria inversione di rotta che dispiegherà pienamente i suoi effetti nel corso della legislatura, ma che già con la manovra di quest'anno intendiamo avviare su basi solide...
PRESIDENTE. La prego!
DANTE D'ELPIDIO. ...contro il 4 per cento del 2005, il 4,8 previsto per il 2006, complice la sentenza della Corte di giustizia europea sulla detraibilità IVA. Il rapporto tra deficit pubblico e prodotto interno lordo raggiungerà, infatti, il prossimo anno il 2,8 per cento e questo grazie sia al decreto-legge Bersani-Visco, che sta producendo effetti positivi sul deficit portandolo al 3,8 per cento, sia al disegno di legge finanziaria che lo ridurrà ulteriormente fino al 2,8 per cento.
Certamente, nel corso del 2006 si è assistito ad un miglioramento delle entrate, ma queste sono state per lo più sostenute da misure una tantum. Permangono immutati i principali fattori di rischio per i conti pubblici, quali gli sprechi, i contratti pubblici, il costo della politica, la previdenza, la sanità, la spesa locale.
Riportare i conti pubblici in equilibrio è oggi una necessità urgentissima accanto a quella di recuperare in competitività e produttività e di ridurre le sperequazioni distributive che minano la coesione sociale del paese.
Il centrosinistra vuole affrontare questi problemi attraverso il risanamento finanziario e misure di redistribuzione della ricchezza, che consentano di rilanciare i consumi che, notoriamente, possono ripartire solo se si sostiene il reddito della grande maggioranza della popolazione.
Il testo sul quale siamo chiamati ad esprimere il nostro voto è un documento che, nel corso del suo iter parlamentare, ha subito, come detto all'inizio, vari ed importanti cambiamenti rispetto al testo originario. In particolare, in campo fiscale, noi Popolari-Udeur, ci siamo adoperati perché fosse modificata la disposizione riguardante la chiusura dell'esercizio commerciale in mancanza di emissione dello scontrino fiscale, portando a tre il numero delle infrazioni nell'arco di cinque anni, necessari a far scattare l'irrogazione della sanzione. È, inoltre, importante rilevare che la nuova disciplina si applicherà solo alle violazioni constatate in seguito all'entrata in vigore della legge di conversione.Pag. 9Anche la misura della sanzione risultante dalle modifiche apportate al testo originario del decreto-legge appare un equo contemperamento delle opposte esigenze di rigore e ragionevolezza. Infatti, solo qualora l'importo complessivo della somma non certificata dallo scontrino fiscale risulti particolarmente elevato, verrebbe disposta la sospensione dell'esercizio commerciale per più di un mese. D'altra parte, vale sempre la pena ricordare che, quando si parla di contrasto all'evasione fiscale, non si tratta di punire ideologicamente il ceto medio, come qualcuno vorrebbe affermare, bensì di assicurare un impegno serio per garantire condizioni corrette di concorrenza tra operatori economici, commerciali e professionali.
Nella stessa ottica di un equo contemperamento degli opposti interessi in gioco, ci siamo mossi affinché il ripristino dell'imposta sulle successioni e sulle donazioni avvenisse in modo chiaro e trasparente e non attraverso il surrettizio aumento delle vigenti imposte ipotecarie.
Da questo punto di vista, l'introduzione di un'esenzione pari, per ciascun erede, ad un milione di euro rapportato ai valori catastali degli immobili è una misura più che sufficiente per mettere al riparo da questa imposta i risparmi di una vita del cittadino medio. La questione del bollo delle auto, poi, è un altro problema importante del quale ci siamo occupati.
Si tratta di temi cari a chi, come noi, ritiene importante garantire a tutti, comprese le generazioni future, un'autentica qualità della vita.
Concludo dicendo che noi, Popolari-Udeur, confermiamo il voto favorevole su questo provvedimento e il nostro sostegno al Governo Prodi, attraverso l'espressione della nostra fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, il voto di fiducia che oggi siamo chiamati ad esprimere è una decisione inevitabile di fronte ad un atteggiamento fortemente ostruzionistico da parte della Lega Nord e di Forza Italia.
Non si è voluto avviare in Parlamento, da parte di queste forze politiche di opposizione, un confronto di merito sul decreto-legge fiscale, parte essenziale della manovra finanziaria, ma si è preferito ricorrere a tutti gli strumenti, pur di fare ostruzionismo.
Sono le debolezze e l'alibi di chi ha governato questo paese per cinque anni e pare che se ne sia dimenticato. Sono responsabili del forte indebitamento dell'Italia, dell'impoverimento degli italiani e della riduzione delle tutele sociali e ambientali di questo paese.
Abbiamo di fronte a noi un'opposizione divisa: una che voleva confrontarsi e l'altra no. Ha prevalso la prima, ovvero la linea Bossi-Tremonti. A Vicenza, alla manifestazione organizzata da Berlusconi, l'UDC non è andato. La Lega dice che la Casa delle libertà ormai non esiste più. È in corso una dura lotta all'interno dell'opposizione sulla leadership, ma questo, francamente, penso interessi poco agli italiani.
Noi dobbiamo lavorare per restituire serenità agli italiani, quella serenità che è stata loro tolta dagli ultimi cinque anni dal precedente Governo. Si è trattato di un Governo che ha privilegiato i forti e i grandi capitali. Basta ricordare la vicenda dello scudo fiscale voluto da Tremonti, ovvero la sanatoria sui grandi capitali illecitamente trasferiti all'estero, che sono ritornati in Italia, di fatto, «lavati». Sì - lo ripeto - lavati! Miliardi di euro sono stati sanati con una tassa incredibile, superflua, del 2,5 per cento, a differenza di altre situazioni in altri paesi d'Europa.
Noi Verdi pensiamo sia necessario rafforzare l'azione di Governo nella linea del programma dell'Unione. Avvertiamo l'esigenza di una cabina di regia che definisca le priorità programmatiche per il medio e lungo termine e che abbia la funzione di costruire posizioni condivise. Allo stesso modo, non si può non affrontare il tema di una comunicazione dell'azione di GovernoPag. 10che consenta di spiegare al paese l'azione riformatrice che l'Unione sta avviando.
Contestualmente, dobbiamo fare anche una grande cosa: dobbiamo ascoltare il paese, comprendere e parlare all'intelligenza e al cuore dei cittadini italiani. È questa la differenza tra la tecnica e la politica. Dobbiamo realizzare una giusta fusione tra questi due punti, per il bene del paese, senza che qualcuno dica che si sente ostaggio di qualcun altro.
In questa finanziaria, noi Verdi abbiamo individuato alcune priorità, per noi essenziali: le tutele sociali per le fasce deboli; garantire e valorizzare la scuola, senza sottrarre fondi alla scuola pubblica; promuovere la sanità pubblica, che è base fondamentale per il benessere della nostra popolazione; la lotta alla precarietà, che ha tolto il futuro a molti giovani; l'ambiente. Sono queste le aree su cui dobbiamo lavorare per dare una svolta al paese, a differenza di un'opposizione e di settori economici del paese che avrebbero voluto una manovra di tagli in settori chiave per la vita della nostra Italia.
Nella manovra finanziaria proporremo che si affronti il grande problema del traffico nelle città italiane, che, da emergenza ambientale, si è trasformato in emergenza sanitaria. Il traffico significa anche tempo sottratto alla vita, al tempo libero, agli effetti e alle relazioni sociali. Milioni di persone, ogni giorno, perdono ore ed ore nel traffico delle nostre città. È a loro che ci rivolgiamo: l'azione dei Verdi sarà incisiva, determinante e rigorosa nell'introdurre sostanziali modifiche nella finanziaria.
Un passo importante lo abbiamo ottenuto anche nel decreto-legge fiscale attraverso l'istituzione di un capitolo di 100 milioni di euro per il trasporto pubblico. Ma vogliamo anche dire, per ragionare in termini economici, che il traffico ha anche ricadute enormi in termini di costi economici e sociali. Secondo uno studio europeo, sono oltre 3 milioni l'anno le giornate lavorative sottratte alla produzione per le persone che si ammalano a causa dello smog. Insomma, vi sono costi economici e sanitari enormi (oltre un miliardo di euro, cui bisogna aggiungere i costi sanitari). È un'enormità economica che deve essere assolutamente affrontata nella finanziaria.
Di fronte a queste emergenze, il precedente Governo, con il ministro dell'ambiente Matteoli, aveva promesso ai comuni prima 300 milioni di euro, diventati poi 150 milioni, e, a tre mesi dalle elezioni, ridotti a 75 per poi ridursi a zero.
In questo decreto-legge, come dicevo prima, vi è una grande e importante novità, che è un piccolo passo, compiuto anche grazie all'intervento dei Verdi, con il quale è stato istituito un capitolo di 100 milioni di euro.
Ebbene, l'altro aspetto importante è quello dell'emendamento che prevede di sospendere le procedure di realizzazione dei lavori per il ponte sullo stretto di Messina e destina il 90 per cento di quelle risorse alle infrastrutture utili per la Sicilia e la Calabria, due regioni, in particolare la Sicilia, che ancora oggi in molte città non hanno l'acqua potabile, che è razionata, e in cui, per arrivare a Messina e a Palermo, si impiegano ore e ore.
Le vere infrastrutture che noi Verdi diciamo utili dal punto vista sociale sono queste: più ferrovie per la Sicilia e per la Calabria, mettendo questi cittadini nelle condizioni di diventare di serie A, con gli stessi diritti degli altri cittadini d'Italia. Abbiamo ottenuto il grande obiettivo di destinare tali risorse ad opere infrastrutturali, quali ferrovie e acquedotti mentre il 10 per cento sarà impiegato per la difesa del suolo. Abbiamo bisogno di un grande piano per la mobilità nel nostro paese per diminuire il traffico e pulire l'aria delle nostre città, per liberare dallo smog i polmoni dei cittadini italiani. Abbiamo anche la necessità di un grande piano per la difesa del suolo.
Dove trovare le risorse? Osserviamo che le spese militari rispetto al 2006 sono aumentate dell'11 per cento, ovvero tre miliardi di euro in più rispetto all'anno precedente. Non è per massimalismo o estremismo, se chiediamo che tali spese vengano ridotte in funzione delle prioritàPag. 11fortemente sentite dai cittadini, che sono quelle, come da sempre diciamo a nome dei Verdi, legate alla sanità, alla scuola pubblica e al trasporto pubblico delle nostre città.
Bisogna destinare tali risorse per migliorare la qualità della vita dei cittadini: non è una posizione massimalista, ma di buonsenso, equilibrata e ragionevole, che siamo convinti sia condivisa dai cittadini italiani. La nostra determinazione nel ricordare che dobbiamo prestare attenzione al futuro non può essere scambiata per «massimalismo».
Signor Presidente, a conclusione del mio intervento le annuncio il voto favorevole sulla fiducia chiesta dal Governo sul decreto-legge fiscale, ritenendo che si tratti di un primo passaggio verso una legge finanziaria che avvii una politica di risanamento, di innovazione e di sviluppo, nel nome della sostenibilità e degli interessi generali del paese (Applausi dei deputati del gruppo Verdi, L'Ulivo e Rifondazione Comunista).
PRESIDENTE. Ha chiesto a parlare per dichiarazione di voto il deputato Napoletano. Ne ha facoltà.
FRANCESCO NAPOLETANO. Signor Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, il gruppo dei Comunisti italiani voterà a favore della fiducia posta dal Governo sulla conversione in legge del decreto-legge n. 262 del 3 ottobre 2006. Lo farà riconfermando l'atteggiamento di lealtà nei confronti del Governo, che ha sempre contraddistinto il rapporto dei Comunisti italiani con questo Esecutivo e con chi lo guida, atteggiamento di lealtà - ad onor del vero - che non sarà mai disgiunto dalla franchezza, al fine di poter evidenziare anche le cose che non vanno, per contribuire a migliorarle nell'interesse dei lavoratori e del paese.
Il nuovo ricorso al voto di fiducia anche alla Camera, non ci meraviglia e non ci preoccupa. Se è lecito, ancorché talvolta discrezionale e disdicevole, che la strategia parlamentare dei gruppi di opposizione, o di parte di essi, tendano ad allungare a dismisura i tempi parlamentari, è altrettanto lecito, e perfino doveroso, che il Governo possa neutralizzare tali strategie al fine di poter attuare i propri indirizzi e programmi sostenuti dal voto popolare.
È auspicabile e corretto sul piano istituzionale ricercare da parte della maggioranza un confronto il più possibile sereno e costruttivo con l'opposizione, di modo che un deliberato appartenga a tutto il Parlamento, anche se approvato dalla sola maggioranza di esso, potendo ricomprendere anche il contributo dell'opposizione, che, anche in caso di voto contrario, può concorrere al miglioramento del testo finale. Siamo noi oggi in queste condizioni? Non ne sono affatto convinto! Questa legislatura ha visto non oggi, ma fin dall'inizio, un clima di scontro, di muro contro muro, alimentato da un'opposizione che, per quanto oramai differenziata al proprio interno, ha vissuto mascherando la difficoltà politica di tipo strategico, in attesa di una spallata al Governo che, come Godot, non arriva mai.
Vi sono cavalieri che non si rassegnano a scendere da cavallo e non valutano che l'inesorabile lavorìo del tempo - per il quale non c'è lifting politico che tenga -, ne ha già inesorabilmente ridimensionato il ruolo di guida nel centrodestra. La strategia del muro contro muro non è utile, né a chi la propugna e la pratica né, soprattutto, al paese. I lavoratori ed i ceti produttivi, i giovani precari e senza lavoro, i pensionati, le famiglie che faticano ad andare avanti, necessitano di un Governo stabile, che tiri fuori l'Italia da quel piano inclinato su cui è stata posta da scelte politiche sbagliate e sciagurate. Altro che perenne ostruzionismo, di ben altro ha bisogno il nostro paese!
Un tempo, le tattiche di filibustering parlamentare erano adoperate in via eccezionale, solo in presenza di grandi questioni democratiche. Oggi, l'opposizione le utilizza per ogni provvedimento, anche il più piccolo. Dall'inizio della legislatura è tutto un ostruzionismo. L'accusatio è manifesta. L'opposizione pratica l'ostruzionismo, costringe di conseguenza il GovernoPag. 12a porre la fiducia, per accusarlo poi di strozzare il dibattito e di coprire chissà quali rotture tra i ministri e la stessa maggioranza. Questa situazione non è più tollerabile. Di fronte alla perdita evidente di tempo, il Governo, fallito ogni tentativo instancabile di composizione istituzionale, non potrà che porre - senza indugio e con tempestività in caso di necessità - la questione di fiducia.
Il nostro leale sostegno al Governo si estende anche al provvedimento che ci occupa. Il decreto-legge fiscale, com'è noto, è un collegato alla legge finanziaria e s'inserisce in un progetto più complessivo della manovra finanziaria, la più consistente dal 1992 ad oggi. Tale manovra finanziaria ha molte luci, ma anche molte ombre per le quali - ne siamo convinti - saranno approntate tutte le modifiche più opportune e possibili. Tuttavia, una cosa deve essere ben chiara agli italiani, al di là delle misure che si adotteranno: questa manovra è la conseguenza diretta della gravissima situazione contabile, economica e sociale che ci lascia in eredità il Governo Berlusconi. Ferma la crescita produttiva, il debito pubblico ha ripreso a salire vertiginosamente dopo molti anni e l'avanzo primario è risultato pressoché azzerato: non ci sono soldi.
Questi dati oggettivi ed incontrovertibili bocciano inesorabilmente le scelte del precedente Esecutivo, dai condoni facili ai provvedimenti una tantum, dalla finanza cosiddetta creativa al prosciugamento di capitoli vitali del bilancio dello Stato, dalle incerte cartolarizzazioni al mancato intervento strutturale dei principali centri di spesa, dai progetti infrastrutturali senza soldi, ai provvedimenti con il conflitto di interessi. Adesso, siamo al paradosso che coloro i quali hanno operato queste scelte disastrose per il paese sono quelli che più gridano contro l'impianto di fondo della manovra finanziaria di questo Governo.
Il tentativo di coniugare il necessario risanamento dei conti pubblici con lo sviluppo economico e con l'equità sociale viene «bollato» da costoro come vendicativo, punitivo, ideologico e immancabilmente - udite, udite! - sovietico; ciò avviene perché si cerca di non far pagare il prezzo del risanamento ai lavoratori ed ai ceti meno abbienti e meno garantiti, come, invece, sempre è avvenuto in passato.
È un fatto che il presidente della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, abbia dichiarato: «(...) lo so bene che siamo la categoria che ha ottenuto di più da questa finanziaria». E il suo vice, Alberto Bombassei, dopo l'accordo sul TFR, dichiara: «(...) il fatto che il Governo abbia accettato le nostre richieste tutela il 99,5 per cento delle imprese italiane». Altro che finanziaria sovietica! Altro che Stalin! La verità è che l'opposizione strizza l'occhietto agli evasori e non si rende conto che in Italia, in realtà, il problema è più grave che altrove.
Non mi sembra giusto che siano sempre e solo i lavoratori dipendenti ed i pensionati a dover pagare fino all'ultimo euro. Pagare tutti per pagare meno: questo deve essere l'obiettivo di uno Stato moderno che vuole crescere. Ritengo che, dopo questa prima fase contraddistinta dalla necessità di contrastare l'evasione e l'elusione, l'obiettivo di abbassare la pressione fiscale possa e debba essere ragionevolmente raggiunto già nell'ambito della legislatura. Ha ragione il Presidente Ciampi: premessa la pesante situazione ereditata, agli italiani devono essere ben chiari gli obiettivi da raggiungere a fronte di ciò che si chiede loro. A tale riguardo, mi sembra utile che il Presidente del Consiglio si conduca in tal senso, non solo coinvolgendo di più le forze politiche di maggioranza ma anche rivolgendosi direttamente al paese, per spiegare la situazione ed illustrare gli indirizzi di Governo, senza distorsioni strumentali.
PRESIDENTE. Deve concludere...
FRANCESCO NAPOLETANO. Il decreto fiscale, per quanto non si sottrae alle perplessità che suscitano i decreti cosiddetti omnibus e agli emendamenti dell'ultima ora, appare coerente con la manovra finanziaria.
Pag. 13PRESIDENTE. Ha concluso il suo tempo!
FRANCESCO NAPOLETANO. Concludo in trenta secondi, Presidente.
La serietà e la responsabilità di una classe dirigente si misurano dalla capacità, non di inseguire le più disparate spinte corporative, non di cedere...
PRESIDENTE. La prego, deve concludere! Siamo in diretta televisiva!
FRANCESCO NAPOLETANO. Concludo. Il Governo incentri le sue attenzioni in modo particolare sui temi del lavoro. Il paese ha bisogno di utilizzare pienamente tutte le sue migliori energie...
PRESIDENTE. Deve concludere!
FRANCESCO NAPOLETANO. ...soprattutto giovanili e femminili - sto concludendo, Presidente -, per guardare con più serenità e fiducia al proprio futuro (Applausi dei deputati dei gruppi Comunisti Italiani e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Invito tutti i parlamentari ad attenersi alla regola concordata dei tempi di intervento. La ripresa televisiva non consente di fare altrimenti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Turci. Ne ha facoltà.
LANFRANCO TURCI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, abbiamo già avuto modo, in sede di discussione sulle linee generali, di dichiarare le ragioni del nostro consenso sulla conversione di questo decreto-legge, anche in forza dei miglioramenti apportati a seguito del lavoro svolto in sede di Commissioni riunite, in particolare attraverso l'impegno molto serio profuso dalla maggioranza.
Voglio ricordare alcuni cambiamenti importanti intervenuti. Fra tutti cito la modifica della tassa sulle successioni, ricondotta, coerentemente al profilo programmatico con cui ci siamo presentati agli elettori, alla natura di tassa sui grandi patrimoni. Una tassa, quindi, che, secondo l'impegno che avevamo preso, non tocca la grandissima maggioranza delle famiglie italiane e le eredità più comuni e più diffuse.
Abbiamo corretto la norma sullo scontrino fiscale, che inizialmente sembrava espressione di terrorismo fiscale e aveva determinato una preoccupazione effettivamente molto forte tra le categorie commerciali ed artigianali.
Abbiamo trasformato in un contributo per i trasporti pubblici un'inutile esenzione dal pagamento del bollo per le nuove auto.
Abbiamo cambiato una disposizione che avrebbe messo in crisi tutti i blog e tutto il sistema delle comunicazioni, più frequentato dai giovani sulla rete Internet.
Abbiamo dato soluzione, anche se il tema è ancora molto controverso, alla questione delle autostrade con l'articolo 12, su cui vi è stato un confronto molto ampio. Pur riconoscendo ancora la problematicità della soluzione trovata, voglio ricordare che per questa maggioranza non esistono solo le rendite dei piccoli, come ci è stato detto al momento del decreto-legge Bersani a proposito dei tassisti o dei farmacisti, ma esistono anche le grandi rendite da monopolio e quella di Autostrade Spa è una rendita che va corretta.
Ai colleghi della maggioranza, in vista dell'approvazione della finanziaria, voglio ricordare che bisognerebbe evitare di ripetere un errore analogo al caso ENI e della rete della grande distribuzione del gas, settore in cui si stanno adottando orientamenti non positivi, che continuerebbero a favorire situazioni di rendita monopolistica.
Questo decreto, dunque, è positivo, è parte significativa di una più grande manovra finanziaria che si concluderà nelle prossime settimane. Per noi, il pregio più importante di questa manovra è quello di mettere al sicuro i conti pubblici del paese, lasciati in condizioni precarie da cinque anni di Governo di centrodestra, che hanno messo a rischio il futuro del nostro paese. Quando si parla delle tasse diPag. 14questa finanziaria, bisognerebbe ricordare che la tassa più importante che gli italiani devono a pagare si chiama tassa-Berlusconi e tassa-Tremonti. Diciamo questo con chiarezza a tutti i cittadini del nostro paese (Applausi dei deputati del gruppo Rosa nel Pugno)!
Detto ciò, non ci nascondiamo che, anche alla luce del dibattito che sta investendo nel paese questa manovra finanziaria, occorrerà pensare ad alcune correzioni ai provvedimenti che saranno esaminati nelle prossime settimane e, soprattutto, a come rilanciare con forza l'azione riformatrice del Governo. Non ci nascondiamo che nel paese, attorno a questa manovra finanziaria, non si è certo determinato un clima di entusiasmo o di fiducia particolarmente significativo.
Attenzione, però; voglio anche aggiungere che per una manovra che deve prima di tutto aggiustare i conti pubblici, aspettarsi entusiasmo o ondate di fiducia sarebbe stato da ingenui. Voglio essere allora più preciso e più corretto nei confronti della Camera e di coloro che ci ascoltano; diciamo pure che su questa manovra vi è nell'opinione pubblica una percezione confusa e preoccupata, e che esiste anche nell'elettorato di centrosinistra. Le ragioni sono molteplici e tra queste non voglio sottacere anche l'atteggiamento particolarmente «furbesco» della Confindustria, la quale con una mano intasca e con l'altra protesta. Occorrerebbe un po' di coerenza da parte del sistema imprenditoriale nei confronti di una manovra che compie uno sforzo notevole per ridare respiro alle imprese e alla loro capacità di stare sul mercato internazionale.
Non è solo questa, tuttavia, la ragione di una certa preoccupazione che sentiamo percorrere l'opinione pubblica del paese. Credo che, alla base di questa situazione, vi sia un difetto nella manovra economica, nella quale vi è qualcosa di troppo e qualcosa di troppo poco. Quando parlo di qualcosa di troppo, mi riferisco ad esempio alla manovra sull'IRPEF, il «pezzo» più importante della finanziaria, che avrebbe dovuto essere preparato con più calma, con un libro bianco che facesse capire con precisione ai contribuenti e alle famiglie chi ci guadagna e chi ci perde. Sicuramente quelli che ci guadagnano sono più di quelli che ci perdono, ma nessuno lo ha ancora capito. Vi potrebbe essere qualcosa di troppo anche nel modo in cui stiamo parlando della lotta all'evasione fiscale, che si fa, è sacrosanta, ma non è necessariamente un vessillo di guerra da agitare davanti alla televisione e su tutti i giornali dalla mattina alla sera. È molto meglio l'efficienza che individua gli obiettivi da colpire, calibra gli strumenti in modo adeguato, piuttosto che il rischio di creare un terrorismo inutile nel paese, su cui la destra sta marciando, come vediamo, con una certa faciloneria e anche con una certa spregiudicatezza.
C'è anche qualcosa di troppo poco. A cosa mi riferisco? Il Governo ha deciso, sulla base di un accordo con i sindacati, di riprendere il tema dell'aggiustamento pensionistico dal gennaio prossimo, così come ha rinviato al prossimo rinnovo del contratto del pubblico impiego gran parte dei temi relativi alla pubblica amministrazione. Io credo che su questi temi ci sia qualcosa di troppo poco nella finanziaria. Era necessario un avvio più forte, nella finanziaria, su questi temi. Infatti, quello che caratterizza il nostro programma sono le riforme. Pensiamo a quello che è stato in questi mesi il momento più forte di attenzione alla nostra maggioranza nell'opinione pubblica: il mese di luglio con il decreto Bersani. Quello è stato un decreto anche conflittuale, che ha determinato appunto conflitti nel paese. Non dimentichiamo le manifestazioni dei tassisti qui in piazza a Roma e non dimentichiamo neanche le manifestazioni di due settimane fa dei professionisti, con alla testa l'opposizione di centrodestra. Tuttavia, quello è stato un decreto che ha messo in moto le cose.
Perciò rendiamoci conto che proprio per i numeri risicati di questa maggioranza, per la vittoria sul filo di lana che l'elettorato ci ha dato il 9 aprile, questa maggioranza può non solo durare ma anche vincere solo se mantiene un ritmo sostenuto ed accelerato nella realizzazionePag. 15delle riforme. La vera sfida con il centrodestra è dimostrare che hanno il fiato corto nel reggere la nostra capacità di fare le riforme. Questa è la vera sfida che noi dobbiamo lanciare! In questo senso salutiamo positivamente le dichiarazioni dei giorni scorsi del Presidente del Consiglio e la determinazione con cui ha ribadito gli obiettivi e le scadenze che ci attendono. Si parla di una fase due. Questa espressione può piacere o non piacere, però una cosa è sicura: su questi appuntamenti, che ho ricordato, a cominciare dalla pubblica amministrazione e dal riaggiustamento del sistema pensionistico (a partire dalla riforma Dini), noi abbiamo bisogno di un'azione incalzante ed incisiva, nella quale il confronto con le forze sociali e con i sindacati è sicuramente importante. Ma non c'è delega possibile né alle forze sociali né ai sindacati, se non l'assunzione piena di responsabilità da parte del Governo e della maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno, L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Raiti. Ne ha facoltà.
SALVATORE RAITI. Signor Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, ci troviamo di fronte ad un voto di fiducia obbligato, dopo l'atteggiamento delle opposizioni, che hanno presentato in Assemblea circa 400 emendamenti ed hanno svolto lunghe ore di discussione, in maniera vorrei dire sorprendente, perché nelle Commissioni riunite, Bilancio e Finanze, avevamo invece raggiunto un clima di confronto propositivo, che ci aveva portato a migliorare il testo. In Assemblea abbiamo invece dovuto registrare un comportamento che andava in direzione contraria e questo ha condizionato il Governo e la maggioranza a porre la questione di fiducia. Il che non avremmo voluto che fosse, perché il dibattito parlamentare per noi dell'Italia dei Valori è fondamentale nella dialettica democratica.
Ci rendiamo conto che la manovra non può essere vista nel miglior modo possibile da parte di alcuni settori di questo paese. Tuttavia, è chiaro che essa è dettata da condizioni, ormai unanimemente riconosciute, difficilissime. Basta pensare al giudizio dato dalle società internazionali di rating, negli ultimi giorni, per confortarci sul fatto che le analisi fatte dalla coalizione in questi mesi purtroppo erano reali. Il paese si trova in uno stato difficile e noi ce la stiamo mettendo tutta per riportarlo nel giusto alveo della crescita e dello sviluppo, nel quadro delle regole imposte dall'Unione europea. Stiamo tentando di fare questo, prima con il decreto Bersani dell'estate scorsa, oggi con questo decreto fiscale, che va nell'alveo che ci eravamo prefissi quando abbiamo ritenuto assolutamente importante risanare il paese.
Per conseguire tale obiettivo sappiamo bene che occorre uno sforzo comune e che non basta solo l'impegno della maggioranza. Per raggiungere i risultati sperati, sarebbe bene che vi fosse una minoranza costruttiva, che si rendesse conto che per crescere e per riportare il paese ad un ruolo di protagonista nel mondo occorre uno sforzo comune e bisogna stringersi intorno per superare i momenti difficili. Noi lo vogliamo fare e continuiamo ad offrire disponibilità per procedere su questo percorso.
Il provvedimento su cui ieri è stata posta la fiducia continua il percorso iniziato con la manovra Bersani e con il DPEF 2007-2011 e sposa in pieno le tre linee guida del programma dell'Unione: il risanamento, lo sviluppo e l'equità.
Il decreto fiscale contiene norme precipue in materia di lotta all'evasione ed all'elusione fiscale. Mettersi insieme, come dicevo prima, significa trovare un terreno comune in cui tutti, e soprattutto chi può di più, devono farsi carico del dovere di contribuire a rimettere in marcia l'Italia.
La furbizia di ieri e quella di oggi si traducono in un costo insostenibile per i lavoratori dipendenti, per i professionisti, per gli imprenditori seri, insomma per i cittadini onesti e per il paese. Se oggi ci troviamo in una situazione economicaPag. 16«disagiata» è perché ci sono stati, negli scorsi anni, troppi condoni, troppe furbizie, troppe persone che hanno evaso ed hanno eluso. Pagare tutti per pagare di meno tutti: questo è l'impegno che abbiamo.
Il provvedimento va in questa direzione, perché stabilisce disposizioni di organizzazione per le strutture di accertamento dei redditi, perché impone regole più ferree per l'accertamento fiscale, per il lavoro irregolare, per le frodi intracomunitarie ed incentiva e regolarizza l'attività di riscossione per renderla più precisa e cogente. Ciò significa che va nella direzione giusta del risanamento.
In questo provvedimento non vi è solo risanamento, ma anche sviluppo ed equità. Abbiamo affrontato anche la tassa di successione. Ormai, siamo specialisti nella materia perché, se siamo qui a varare manovre particolarmente rigorose, è perché stiamo pagando la successione al Governo Berlusconi. Oggi, rispettiamo l'impegno preso durante la campagna elettorale: tassa sulle successioni e sulle donazioni solo per i grandi patrimoni, per coloro i quali avranno un asse ereditario superiore ad un milione di euro per ciascun erede, calcolato su base catastale. Gli altri pagheranno il 4, il 6 e l'8 per cento. Mi pare un provvedimento equo che va nella direzione giusta. Tra l'altro, abbiamo destinato le risorse che verranno da questo provvedimento alla sicurezza del trasporto pubblico locale, trascurato nel corso di questi anni.
Lo sviluppo comporta anche che nel provvedimento vi siano norme che agevolano il trasferimento di risorse e accelerano gli incentivi alle imprese per farle ripartire e per dare occupazione e produttività.
Ma il nucleo centrale che preme sottolineare a me ed al gruppo dell'Italia dei Valori è l'articolo 12 del decreto fiscale. Questo articolo riporta, in Italia, una rivoluzione liberale vera: mette al centro, finalmente, non i potentati forti, ma i cittadini e gli utenti italiani. Lo Stato (mi riferisco alle concessioni autostradali) oggi diventa, come deve essere in uno Stato liberale, uno Stato regolatore, perché consente che tutti i lavori vengano dati in appalto con bandi trasparenti e che le società concessionarie, al cui interno vi sono come proprietari società di costruzione e di progettazione, possano scegliere di fare l'una o l'altra cosa e debbano partecipare non più in house, come accadeva prima, ma attraverso bandi trasparenti che consentono la competitività all'interno del sistema. Ciò vuol dire che in Italia non vi sarà più un monopolio totale e totalizzante, ma che vi saranno più concorrenza, più investimenti, più opere pubbliche, più sicurezza per i cittadini; vi saranno, insomma, più qualità e meno costi per i cittadini e gli utenti italiani.
È un provvedimento che va nella direzione giusta e che vorremmo fosse seguito da altri provvedimenti riformatori, perché occorre che il cittadino sia messo al centro dell'azione politica dal Governo di centrosinistra.
Sono convinto che, quando il provvedimento entrerà a regime, il costo delle autostrade italiane si attesterà su quello delle autostrade spagnole, francesi e tedesche, cioè diminuirà di circa il 50 per cento rispetto ad oggi, e questo mi pare un grande servizio per il nostro paese.
Inoltre, si affronta la tematica del Mezzogiorno. Con il posticipo - sottolineo il posticipo - delle opere di realizzazione del ponte sullo stretto di Messina sono stati disposti investimenti per un miliardo e mezzo di euro, che saranno dati alla Sicilia e alla Calabria per la tutela ambientale e per le infrastrutture. È un elemento importante per fare del meridione d'Italia la piattaforma logistica per il 2010: non chiacchiere ma fatti!
Questi sono gli argomenti che inducono noi di Italia dei Valori ad esprimere piena fiducia al Governo e a questo provvedimento. Il ragionamento che abbiamo svolto all'inizio vuole contrassegnare l'azione politica di Italia dei Valori. Nei momenti difficili il paese si mette insieme per rilanciarsi e per trovare la strada di un futuro migliore; non a caso l'abbiamo fatto e, quando l'abbiamo fatto, i risultati sono stati eccellenti.Pag. 17
Voglio esprimere le mie congratulazioni al Governo, nonché a tutte le forze politiche, per quanto sta facendo rispetto alla politica internazionale. Siamo ritornati protagonisti autorevoli nel mondo e, non a caso, siamo entrati, con 186 voti su 192, nel Consiglio di sicurezza dell'ONU come una delle nazioni più autorevoli del mondo. Questa è la strada giusta da perseguire e su di essa vorremmo incamminarci anche per quanto riguarda il settore economico perché vogliamo, tutti insieme, fare dell'Italia un paese più giusto, più libero, più solidale, insomma, un paese più forte che possa camminare a testa alta in Europa e nel mondo. Questo è quello che ci impegniamo a fare e che stiamo facendo con questo Governo e con questa maggioranza: auguri a tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, colleghe e colleghi, ci risiamo: anche sul decreto fiscale n. 262 del 2006, collegato al disegno di legge finanziaria, ancora una volta il Governo mette la fiducia. Ovviamente, la Lega Nord questa fiducia non la darà e sarà contraria, così com'è stata contraria in tutto l'iter del provvedimento.
«Fiducia» è la parola chiave che contraddistingue questo periodo, un periodo difficile, sicuramente complicato e turbolento, soprattutto per il centrosinistra. Probabilmente, stasera riuscirete ancora ad avere la fiducia alla Camera - al Senato vedremo -, ma di sicuro nel paese reale la fiducia non l'avete più (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Di sicuro, non l'avevate già prima ma non l'avrete più al nord, in Padania, nella parte più produttiva del paese. Girando nei mercati - e qualcuno di voi, magari, è il caso che inizi a farlo -, si fa fatica a trovare qualcuno che abbia il coraggio di ammettere di aver votato Prodi: in sei mesi non li troviamo più. Forse qualcuno di voi si starà anche chiedendo perché in soli sei mesi si sia registrato un così grande crollo di fiducia e di consenso. Di sicuro, se lo stanno chiedendo tanti di voi e lo vediamo dalle facce ormai rassegnate, consapevoli che questo crollo di fiducia avrà effetti a lungo termine: non è una nuvola passeggera. Dunque, perché questo crollo di fiducia? La risposta è semplicissima: è la conseguenza di quello che avete fatto in questi sei mesi, sei mesi di danni. Era difficile fare così tanti danni in soli sei mesi e li ricordiamo perché, purtroppo, questo paese spesso non ha la memoria storica sufficiente.
Il primo, lo spacchettamento, è un eufemismo con cui siete riusciti a far digerire al paese l'aggiunta di cinque nuovi ministeri e il record storico - battuto anche il divo Giulio - con ben 103 fra ministri, sottosegretari, viceministri e compagnia cantante. Il messaggio che date al paese è semplice: il Governo Prodi non è e non sarà capace di ridurre la spesa pubblica.
Secondo danno, l'indulto. Si parlava di 12 mila persone perché, secondo le dichiarazioni ufficiali, non più di 12 mila persone avrebbero lasciato il carcere, ma siamo già oltre 25 mila e chissà quante saranno ancora.
Se a questo aggiungiamo, da un lato, l'intenzione, come è stato dichiarato più volte, di abrogare la legge Bossi-Fini, che ridurrebbe le frontiere a dei colabrodo, e, dall'altro, l'impressione che in Italia vi sia per chiunque un diritto alla sanatoria permanente e senza giustificato motivo, tutto ciò induce a far aumentare nel paese la sensazione di insicurezza.
Infine, la manovra economica. Tre i provvedimenti con i quali viene attuata questa manovra. Tre provvedimenti tutti devastanti per il paese e, soprattutto, per il nord, cioè per la Padania. A luglio è stato approvato il cosiddetto decreto Visco-Bersani, con il quale, sotto la parvenza dell'idea di voler realizzare delle liberalizzazioni, che in realtà sono ben poca cosa, voi avete aumentato di svariati miliardi di euro le tasse. Adesso il decreto fiscale; ed anche in questo caso, ancoraPag. 18tasse. Infine, il disegno di legge finanziaria. Tre provvedimenti, ma una sola certezza: tasse, tasse e ancora tasse, per il resto solo caos (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
GIOVANNI CARBONELLA. Per i ricchi!
MASSIMO GARAVAGLIA. Ogni giorno si ha notizia di una novità che sarà inserita nel disegno di legge finanziaria. Qualcuno di voi l'ha definita una finanziaria in progress: ogni giorno si tira un sasso. Sempre e solo modifiche, senza alcuna certezza. Ormai, però, è tardi; l'unica cosa certa è stata detta e ripetuta tante volte: i saldi non si toccano. E dato che si tratta di una manovra di quasi tutte entrate, se i saldi non si toccano ciò vuol dire che le tasse rimarranno, magari cambieranno solo di nome.
Al nord non interessa come siete riusciti a rispettare questi benedetti o maledetti parametri di Maastricht, ma si comprende che in questo modo non si va da nessuna parte. La stangata del rating stava nella logica delle cose. Il messaggio che voi avete dato, anche al mondo economico internazionale, è semplice: non siamo in grado di ridurre la spesa pubblica, pazienza, allora, aumenteremo le entrate. Più tasse, quindi; però ciò non porta, lo ripeto, da nessuna parte. Già con questa manovra la pressione fiscale salirà al 43 per cento. Se poi consideriamo anche l'economia sommersa, dobbiamo aggiungere altri sette punti percentuali. Ciò significa arrivare ad una pressione fiscale del 50 per cento, senza contare la fiscalità locale. Questo comporterà che chi oggi già paga le tasse domani le pagherà in misura ancora maggiore.
Passo ora ad esaminare nel merito il provvedimento al nostro esame. Il gruppo della Lega Nord Padania è stato accusato di fare su di esso del facile ostruzionismo. Noi rispediamo al mittente l'accusa, soprattutto perché essa proviene da chi per cinque anni ha tirato il freno a mano mettendo spesso in difficoltà il Presidente del Consiglio dei ministri (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). La Lega Nord Padania - sappiatelo tutti - nelle Commissioni ha segnalato, come da accordi, non più di una ventina di emendamenti. La metà di tali emendamenti sono stati dichiarati inammissibili, sui rimanenti è stato espresso parere contrario: il dialogo a casa nostra si fa in due; questo non era dialogo e, quindi, gli effetti sono stati l'ovvia conseguenza di questa azione.
Ma cosa voleva modificare il nostro gruppo in questo provvedimento? Oltre a quelle parti sulle quali vi era accordo con gli altri gruppi della Casa delle libertà, noi, in particolare, avevamo presentato emendamenti su alcune specifiche parti. Si trattava di proposte emendative a sostegno dei piccoli imprenditori agricoli che però, come detto, sono state bocciate. A nostro avviso, le zone di montagna, quelle collinari, le valli e, in generale, l'ambiente e il territorio si tutelano lasciando in vita il settore agricolo. Non costringendo, cioè, a chiudere i piccoli imprenditori agricoli a causa delle troppe tasse (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! Quella che proponete voi - obbligare i cittadini ad assicurarsi contro le calamità naturali - non è una soluzione perché prima non si fa nulla per evitare tali calamità, poi, debbono essere i cittadini a pagare per le inadempienze dello Stato.
Avevamo anche presentato delle proposte emendative contro la tassa di successione. A questo proposito, Einaudi diceva che il risparmio non va tassato perché esso è stato già tassato. Come è noto, ogni padre di famiglia ha la volontà di lasciare ai propri figli qualcosa: una casa, un'azienda. A questo riguardo sono ancora in vigore delle soglie che, però, voi modificherete. Dobbiamo quindi augurarci che nessuno ci lasci la pelle da qui fino a fine anno. Siamo veramente alla follia!
Sull'articolo 14 del provvedimento in esame vi era poi la possibilità di intervenire per realizzare infrastrutture in tutto il paese, quindi non solo al sud.
Concludo sull'aspetto più importante, ossia gli scontrini. Voi avete terrorizzato i commercianti, i piccoli artigiani, imponendo che con solo tre scontrini nonPag. 19emessi si debba chiudere l'esercizio. Basta un bambino goloso che, in un pomeriggio, mangia tre gelati e chiudi l'esercizio! E, intanto, abbiamo le piazze piene di commercianti abusivi! Lo scontrino andatelo a chiedere ai commercianti abusivi che vendono merce contraffatta (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Congratulazioni - Deputati del gruppo Lega Nord Padania espongono cartelli recanti le scritte «Chiudo per tasse!!! e Il Nord ha già pagato!!!»)!
PRESIDENTE. Chiedo ai deputati della Lega di ritirare immediatamente gli striscioni e i manifesti, incompatibili con quest'aula! I commessi intervengano immediatamente per toglierli (I commessi ottemperano all'invito del Presidente). Chiedo ai parlamentari della Lega di rapportarsi alle regole di questo Parlamento! Censuro questo comportamento!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cesa. Ne ha facoltà.
LORENZO CESA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, prima dell'intervento nel dibattito sulla fiducia (Commenti)...
PRESIDENTE. Scusate, vi prego, il deputato Cesa ha diritto di svolgere il suo intervento. Prego, deputato Cesa, prosegua pure.
LORENZO CESA. Grazie, signor Presidente. Dicevo che prima di entrare nel merito del dibattito sulla fiducia intendo manifestare al Presidente del Consiglio, a nome mio personale e del partito che rappresento, piena e convinta solidarietà per l'inqualificabile episodio di cui è stato vittima, insieme alla consorte (Applausi). È una solidarietà - credo - a cui tutti, nelle medesime condizioni, avremmo diritto.
Siamo in quest'aula, oggi, costretti ad un dibattito che non avremmo voluto, un dibattito su un voto di fiducia che espropria il Parlamento di una funzione fondamentale, impedisce un confronto sereno tra maggioranza ed opposizione per migliorare, nell'interesse del paese, il provvedimento collegato al disegno di legge finanziaria e, soprattutto, contraddice la volontà di dialogo che lei, signor Presidente del Consiglio, ha più volte enunciato.
Il nostro tradizionale equilibrio istituzionale e l'amore per la verità ci impongono anche di sottolineare come, a nostro avviso, il comportamento poco responsabile di una parte dell'opposizione le abbia consentito di giustificare il ricorso alla questione di fiducia. Condurre un'opposizione esasperata e poco costruttiva, come tutti sanno, non ci trova d'accordo. Noi puntiamo, piuttosto, al dialogo ed alla moderazione, convinti di fare in questo modo gli interessi del paese, ma anche dell'opposizione stessa, perché pensiamo che lo scontro frontale finisca solo per aiutare le forze di maggioranza a ritrovare la necessaria coesione per andare avanti. Introdurre, invece, elementi di dubbio sulle strategie economiche del centrosinistra e indicare le palesi contraddizioni che emergono all'interno della sua maggioranza ci sembra il modo migliore per mettere lei ed il suo Governo di fronte alle proprie responsabilità e per costringerla, signor Presidente del Consiglio, ad uscire dall'ambiguità e dall'incertezza e a compiere scelte chiare di fronte al Parlamento e di fronte al paese.
Dico ciò per riconoscere come il voto di fiducia sia anche, in parte, da attribuire a comportamenti che ieri ho definito inopportuni; ma aggiungo che questa, onorevole Prodi, non può essere per lei un'attenuante, perché a mio giudizio il Governo ha utilizzato strumentalmente, come pretesto per arrivare al voto di fiducia, l'ostruzionismo di una parte del centrodestra. Lei ha reagito amplificando il problema, perché il ricorso alla fiducia, lo ripeto, blinda i provvedimenti del Governo, a danno del Parlamento, impedisce il confronto ed alimenta lo scontro.
Noi giudichiamo profondamente sbagliato ricorrere, a volte, ad un'opposizione ostruzionistica, che finisce per costituire un alibi all'arroganza ed all'arroccamento della maggioranza. Si tratta, tuttavia - lo ricordo -, dell'uso esasperato di legittimi strumenti regolamentari. Dunque, è difficilePag. 20giustificare l'atteggiamento di chiusura che sta facendo scivolare il suo Governo verso un abuso del voto di fiducia.
Il suo, signor Presidente del Consiglio, non è solo un errore grave sul piano delle regole istituzionali, non è soltanto un atteggiamento che sottrae al Parlamento le proprie prerogative, ma è soprattutto - mi consenta - la via maestra per esasperare i contrasti ed alienare al centrosinistra il consenso degli elettori italiani.
La protesta che sale dal paese contro la politica economica del Governo, di cui il decreto-legge in esame è parte integrante, si rafforza e si alimenta proprio con atteggiamenti di chiusura irresponsabile, da qualunque parte essi provengano. Ma, prima ancora della nostra critica di metodo, c'è quella di merito.
Il decreto-legge sul quale oggi lei chiede la fiducia contiene interventi disomogenei e discutibili, che hanno soprattutto un punto debole: non rispondono, infatti, ad alcuna visione strategica. Anticipando quello che temiamo sarà il contenuto del disegno di legge finanziaria, il provvedimento è interamente incentrato sulla ricerca di risorse attraverso nuove tasse, senza nessun beneficio sul piano della spesa pubblica. Si tratta di un decreto ideologico e manicheo, che spacca il paese a metà e mette tutti i buoni da una parte e tutti i cattivi dall'altra!
Noi, lo dico con la massima chiarezza, siamo d'accordo con la lotta all'evasione fiscale. Tuttavia, se questo è l'obiettivo perseguito dal decreto-legge in esame, crediamo che vi sia un sistema molto più efficace di quello oppressivo indicato da voi: affrontare il problema in un'ottica di contrasto di interessi tra i cittadini e chi fornisce beni e servizi.
Anche per quanto concerne l'imposta di successione, signor Presidente del Consiglio, il suo decreto appare indifendibile. Infatti, dopo averne negato per mesi la reintroduzione, lei, onorevole Prodi, si è piegato - come fa sempre più spesso - alle indicazioni della sinistra massimalista. Non basterà certamente il meccanismo delle franchigie per fare di questa tassa, che resta un'imposta naturalmente sbagliata ed iniqua, uno strumento fiscale equo.
Come non sottolineare, inoltre, l'anomalia di un attacco senza precedenti all'autonomia scientifica degli enti nazionali di ricerca; si tratta di un'autonomia che pure è riconosciuta dalla Carta costituzionale, nonché dalla legislazione vigente. Lei, onorevole Prodi, sta creando un precedente pericoloso. Oggi, infatti, sottrae al Parlamento competenze che dovrebbero spettargli di diritto; in futuro, qualsiasi Governo potrà mutare l'organizzazione e la direzione scientifica degli enti in questione, introducendo, di fatto, una forte precarietà ed una stretta dipendenza tra il potere politico ed attività che dovrebbero essere costituzionalmente protette e garantite.
Oggi, onorevole Prodi, abbiamo appreso dai giornali che lei è pronto a farsi da parte subito dopo aver realizzato quelle riforme strutturali che sono necessarie, come tutti noi sappiamo, al paese. Ebbene, di queste riforme non vi è alcuna traccia né nel decreto-legge in esame, né nella bozza di legge finanziaria che ci è dato conoscere.
Se le cose stanno così, nell'annunciare il nostro voto contrario alla richiesta di fiducia, non ci resta che chiederle di prendere atto della realtà e della distanza abissale che separa la sua azione di Governo da quelle riforme strutturali di cui il paese ha assolutamente bisogno, ma che lei non è e non sarà in grado di garantire (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.
GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, colleghe e colleghi, signori rappresentanti del Governo, il voto che ci apprestiamo ad esprimere rappresenta un'ulteriore conferma della fiducia che questo Parlamento conferisce all'Esecutivo. Il nostro gruppo, Rifondazione Comunista-SinistraPag. 21Europea, rinnova pertanto convintamente la fiducia al Governo.
Voteremo a favore della questione di fiducia dopo l'ampia e serrata discussione che si è svolta nelle Commissioni competenti e dopo che il Governo ha recepito, in un maxiemendamento, le proposte emerse in tale sede. Voteremo la fiducia, inoltre, dopo che questa maggioranza ha atteso - ahimè, invano - che il confronto in Assemblea si facesse serio, serrato e costruttivo.
L'opposizione si è presentata in quest'aula in ordine sparso, come qui ha confermato il deputato Cesa, e priva di una condotta comune e responsabile. È la stessa gravissima irresponsabilità che avete dimostrato ieri al Senato, poiché avete fatto ricadere su centinaia di migliaia di sfrattati il vostro furore ostruzionistico!
Andatelo a spiegare a un disabile, ad un ultrasettantacinquenne che volete dare una spallata al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)! Intanto, state dando loro un colpo che ricorderanno, probabilmente, per tutta la vita.
Avete preferito, colleghi dell'opposizione, la vuota ribalta dell'ostruzionismo alla più impegnativa, ma assai più utile discussione nel merito del provvedimento. Preferite un comizio a Vicenza che ascoltare il paese. E c'era pure la nostra disponibilità piena, che avete ignorato. Hanno prevalso lo stile e il contenuto ottusamente ostruzionistico della Lega, al quale supinamente vi siete adeguati.
Eppure, l'avete visto anche voi che il decreto fiscale non era blindato. Avete visto come questa maggioranza parlamentare abbia cambiato il testo in punti assai importanti. Nel nuovo testo abbiamo reintrodotto la tassa sulle successioni e sulle donazioni, da voi assurdamente abolita; ma solo i grandi patrimoni, quelli superiori a un milione di euro a persona, così com'era scritto nel nostro programma, la pagheranno.
Abbiamo introdotto un fondo per la sicurezza per il trasporto pubblico e difeso il diritto alla diffusione del pluralismo attraverso i nuovi media e nell'editoria. E ciò si aggiunge alle già presenti norme che continuano l'azione di recupero sull'evasione e l'elusione fiscale. Inoltre, questo decreto-legge dà seguito ad un impegno politico che vale doppio: il ponte sullo stretto di Messina non si realizzerà e i fondi ad esso destinati saranno impiegati per opere infrastrutturali ed ambientali nelle regioni Sicilia e Calabria, che di certo ne trarranno più vantaggi (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia)...
GIUSEPPE RUVOLO. Vedremo!
GENNARO MIGLIORE. Proprio oggi c'è stato lì, nel braccio di mare tra Sicilia e Calabria, un terremoto che avrebbe messo a dura prova anche quell'opera infrastrutturale inutile...
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Portate pure iella!
PRESIDENTE. Per favore...
GENNARO MIGLIORE. Potevate interloquire con proposte serie e non avete voluto farlo, perché non avete proposte serie.
Ecco perché votiamo, ancora una volta, la fiducia, ed ecco perché crediamo che su questa strada si debba continuare anche per la legge finanziaria.
Qualcuno nella maggioranza ha parlato di un'ipotetica fase due. Ma cosa vorrebbe dire questa affermazione, francamente, non l'ho capito. Davvero, si può pensare di rincorrere ancora le avventuristiche lamentazioni di Confindustria? I numeri parlano chiaro: la prossima manovra finanziaria è costruita sulle ragioni del risanamento e, poi, dà sette miliardi di euro alle imprese. Sette miliardi di euro! E si continuano a lamentare sul modesto onere derivante dal non gestire più i fondi del TFR! Ma il TFR sono soldi dei lavoratori, lo voglio qui ricordare, e sette miliardi, invece, sono una cifra enorme! Si è scelta la strada dell'erogazione diretta alle imprese del cuneo fiscale. Ma chiedo al Governo se, fra un anno, potremo sapere quanti di quei soldi sono andati inPag. 22investimenti e innovazione e quanto andrà a remunerare la rendita. Tra un anno, facciamoli i conti...
PRESIDENTE. Mi scusi, deputato Migliore. Per favore, invito tutti i parlamentari a prendere posto e consentire l'ascolto degli interventi. Grazie.
GENNARO MIGLIORE. Grazie, signor Presidente.
Ma per favore, smettiamola di generare allarmi sociali sulla materia pensionistica. Non è possibile pensare di riformare le pensioni ogni anno. Non è possibile aumentare indiscriminatamente l'età pensionabile o ribassare i coefficienti. Nel programma abbiamo detto che avremmo abolito lo scalone della riforma Maroni e che avremmo aumentato le pensioni minime, visto che ce ne sono 10 milioni ancora sotto i 500 euro.
Per non parlare dei fondi dell'INPS in attivo, per quanto riguarda il fondo dei lavoratori dipendenti e dei precari che remunerano e finanziano il fondo delle pensioni dei dirigenti, che è in clamoroso passivo. Per questo motivo, giustamente, tale discussione è stata stralciata dalla finanziaria. Come venga in mente a qualcuno di discuterne ora, francamente non lo so.
Oggi - lo richiedono anche le parti sociali - dobbiamo saper ripetere il «metodo Camera», quello che abbiamo utilizzato qui: discutere, discutere ancora e, poi, trovare un accordo condiviso che impegni tutti, senza fughe nei vicoli ciechi suggeriti da Confindustria.
E, poi, scusate, ho l'impressione che agli industriali diano più pensiero i redditi individuali che lo sviluppo e la competitività del sistema paese. Se qualcuno ha imbarazzo nel dire queste cose, noi non lo abbiamo.
In nessun paese al mondo le organizzazioni padronali sono così ostinatamente all'assedio della politica e delle istituzioni. Altro che politica debordante e invasiva! Lo slancio che dovremmo saper dare è quello delle riforme, ma delle vere riforme, prima che anche questa parola cambiasse di senso e che mettesse paura a quelli più deboli!
Le riforme servono a liberare uno spazio di progresso sociale per far stare meglio chi oggi sta peggio, ma il consenso e la democrazia partecipativa non sono solo un problema delle organizzazioni sociali, sindacali e della sinistra alternativa. Penso che siano un problema dell'intera coalizione.
È vero o no che la prima riforma che dobbiamo attuare è quella di sconfiggere la precarietà? È più qualificato e competitivo un sistema industriale con il lavoro buono o si vuole ancora giocare sull'abbassamento del costo del lavoro? Stabilizzare i precari, aumentare i fondi per i non autosufficienti, per l'inclusione di emigranti, per l'università, per la scuola sono riforme strutturali o no, così come abolire i ticket e, soprattutto, distribuire effettivamente il cuneo ai lavoratori, in modo che chi ha meno di quarantamila euro al netto dell'aumento contributivo e dell'addizionale locale possa avere di più in busta paga?
Signor Presidente, signori del Governo, la maggioranza acquista, lavorando bene, nonostante le sirene avverse. Ha risolto controversie, senza ricorrere a tavoli dei volenterosi, e ha offerto prove di lealtà agli impegni assunti con il paese.
Proseguire sulla strada dell'equità e dello sviluppo, che è cosa ben diversa da un'astratta crescita, può dare l'obiettivo comune da comunicare al paese. Diamo un'anima alla nostra azione; sosteniamo la speranza di futuro per le nuove generazioni.
Per noi, il lavoro di un Governo si misura soprattutto sulla capacità che esso ha di mantenere le promesse e le attese di cambiamento: le promesse fatte al paese e quelle scritte nel programma (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, L'Ulivo, La Rosa nel Pugno e Verdi - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.
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IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi, come è noto, voteremo contro la fiducia che il Governo Prodi ha posto sul provvedimento in esame.
Avremmo voluto votare «no» alla conversione del decreto-legge, senza bisogno di ricorrere ad un voto, contrario ovviamente, di fiducia, perché avevamo tutta l'intenzione di offrire un contributo, sicuramente utile, al miglioramento delle norme contenute nel testo.
Alcuni nostri emendamenti, prima che venisse posta la fiducia, non sono stati approvati per due o tre voti; in Commissione, per esempio, sul tema delle successioni, è solo grazie all'emendamento dell'onorevole Pepe di Alleanza nazionale che si è potuto limitare il peso dell'aliquota del 4 e del 6 per cento posta sulle successioni superiori ad un milione di euro.
Avremmo, inoltre, voluto che quel confronto da voi tanto richiesto sulla finanziaria iniziasse, ma non è stato possibile, perché avete scelto - è un brutto inizio - di porre la questione di fiducia. Avete detto che vi erano troppi emendamenti, ma il numero degli emendamenti presentati, compresi quelli della Lega, era di 400. Il regolamento della Camera indica il numero massimo di emendamenti in relazione al numero degli articoli del decreto. Nel caso di specie, avremmo potuto presentare 2.742 emendamenti. Quindi, si è trattato di circa il 15, il 20 per cento degli emendamenti possibili. Eppure, quando avete capito che i contrasti erano tutti interni alla vostra maggioranza, avete posto la questione di fiducia!
Echeggiavano i suoni dello scontro, per esempio, sulle concessioni autostradali tra la posizione integralista, chiamiamola così, del ministro Di Pietro e la posizione più conciliante del ministro Mastella. Risuonavano i suoni di scontri su qualunque tema. Risuonava, soprattutto, il conflitto che si è aperto anche ai massimi vertici della coalizione tra D'Alema ed i capi dei partiti che compongono la coalizione stessa, come i giornali di oggi possono facilmente testimoniare.
È, quindi, un «no» prima di tutto al metodo, quello che noi manifestiamo oggi, esprimendo un secco «no» alla fiducia posta; un metodo che non rappresenta una novità, perché è iniziato all'indomani della elezione rocambolesca del Governo Prodi; un metodo che continua e che temiamo avrà, nel corso dell'esame del disegno di legge finanziaria, un prosieguo assai poco edificante.
Per quanto riguarda il merito, ricordo che in questo decreto-legge si introduce nuovamente la tassa di successione, si riforma, in maniera negativa, il sistema autostradale, si tassa la plusvalenza sulla gestione degli immobili, si aumenta persino il bollo sui motorini e si prevedono nuove imposizioni fiscali. Ben 19 sulle 67 complessive nuove tasse che avete previsto tra il decreto-legge ed il disegno di legge finanziaria ricadranno sulle tasche di tutti i cittadini.
Domani, ma non ne vale la pena, in sede di dichiarazione di voto finale sul provvedimento, esamineremo, punto per punto, gli articoli del decreto-legge. Oggi, ci basta affermare che la manovra, nel suo complesso, non convince, non noi, membri del gruppo di Alleanza Nazionale, non noi, deputati della Casa delle libertà, ma non convince alcuna categoria dell'Italia, alcuna persona, alcun ceto, né i più abbienti né i meno abbienti, né il ceto medio! Non c'è una sola persona disposta a sostenere il disegno di legge finanziaria e la manovra economica complessiva di questo Governo!
Volete un esempio rapido e veloce? Ne richiamerò alcuni, anche a beneficio di chi ci ascolta, e lo farò in maniera sintetica. Sul lavoro: aumento dell'IRPEF; sulla casa: aumento degli estimi catastali (ciò vuol dire l'aumento dell'ICI; in seguito, ci penseranno i comuni ad un ulteriore aumento sempre con riferimento all'ICI); sull'automobile, mezzo che tutte le famiglie utilizzano: superbollo, accisa sulla benzina. Per quanto riguarda i figli, l'aspirazione dei genitori è quella di mandarli all'università? Ebbene, è stata assunta la decisione di sottrarre all'università fondi per un importo pari a 400 milioni; ciò siPag. 24tradurrà in un aumento delle tasse che si pagano per mandare i figli all'università. Inoltre, sono di ieri e di oggi le notizie di agenti di polizia, delle forze dell'ordine, che manifestano in tutte le città, perché state sottraendo soldi alla sicurezza, che è un bene primario per i cittadini! E sapete anche a cosa avete sottratto risorse? Persino all'edilizia carceraria! Avevate dichiarato che avreste approvato l'indulto e provveduto a costruire nuove carceri, perché non c'era il tempo. Ebbene, il primo provvedimento è stato quello di mettere fuori delle carceri i criminali e togliere soldi all'edificazione di nuove carceri (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)! Così ci sarà un nuovo indulto! Magari, da qui a due anni (Applausi dei deputati gruppo Alleanza Nazionale)!
Ai cedi medi dite che l'unica cosa importante è esaminare nuovamente gli studi di settore, per essere più pesanti nell'infliggere nuove tasse. Ai ceti medi, lanciate il segnale del «grande fratello» fiscale: da qui a poco, i pagamenti di soli 100 euro potranno essere fatti per bonifico o per assegno; vi sarà un «occhio enorme» che andrà a controllare qualunque piccolo movimento!
Noi esprimiamo solidarietà a Prodi, che pare sia stato spiato (lo accerterà la magistratura), ma esprima Prodi, allora, solidarietà a quei i cittadini che vuol far osservare, qualunque cifra muovano (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)! Peggio che essere spiati! Essere controllati da un potere così miope è veramente drammatico!
Per quanto riguarda i ceti deboli, noi, negli anni difficili del Governo Berlusconi, abbiamo aumentato di ben 12 milioni e mezzo il numero di persone non obbligate a pagare neanche una lira di tassa, la no tax area. Voi non l'avete aumentata neanche di una sola unità!
E per quanto riguarda i pensionati, noi abbiamo fatto meno di quello che avremmo voluto, tuttavia abbiamo dato un milione di pensione minima a milioni di cittadini anziani. Voi non avete dato una lira in più a nessun pensionato e già parlate di chiudere le finestre e di alzare l'età pensionabile (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
SALVATORE RAITI. Devi abbassare le serrande!
IGNAZIO LA RUSSA. E per quanto riguarda le aziende ed il TFR, ditelo ai lavoratori che metà del loro TFR non sarà più nella disponibilità del proprio datore di lavoro, che è lì, che conosce, che è vicino a lui, ma sarà all'INPS, che non si sa bene come (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...
PRESIDENTE. Per favore, prego tutti i parlamentari di consentire al deputato La Russa di svolgere il suo intervento e di ascoltarlo.
IGNAZIO LA RUSSA. Ed i manifestanti del 12 ottobre? Ed i professionisti?
Solo Prodi poteva riuscire nel grande miracolo di convincere avvocati, commercialisti, notai, farmacisti e infermieri a lasciare i loro uffici e, per una volta insieme, scendere in piazza contro il Governo! Prodi, hai fatto un miracolo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
E ancora, il Sud. Vi sono grandi cifre nella finanziaria, poi si scopre, però, che solo l'1 per cento viene dato il primo e il secondo anno e che il 98 per cento viene dato fra tre o quattro anni, quando, probabilmente, questo Governo non esisterà più e, quindi, è una promessa da marinaio. E ancora, i condoni, tra i quali, il più odioso, quello sui contributi previdenziali, e i ticket per i malati al pronto soccorso! Ci avete contestato provvedimenti di minore gravità e questo passa quasi inosservato! Ci sarà poi la seconda ondata di imposte che affidate alle regioni e ai comuni, che impoverite per costringerli a tassare di nuovo, sulle stesse cose, i cittadini.
Presidente, cari colleghi, queste potrebbero essere le parole di Ignazio La Russa, di Alleanza Nazionale. Potreste dire che sono le parole di uno che fa opposizione,Pag. 25ma, se si prende il Corriere della Sera di oggi, in prima pagina, si legge: «Finanziaria e alleati, Prodi attacca». Prodi, rivolgendosi agli alleati, dice: «Non sono un uomo per tutte le stagioni ». Prodi lo dice a Rutelli e a D'Alema. Scrive testualmente il Corriere della Sera: «Prodi non ha gradito le prese di distanza degli alleati dall'impostazione della finanziaria, le riserve sulla mancanza di una effettiva comunicazione, l'accusa di non aver fatto della manovra una missione». Prodi dice: «Se la pensate così, sappiate che non sono un uomo per tutte le stagioni».
Ebbene, onorevole Prodi, mai come questa volta mi sono trovato d'accordo con lei. Se lei non è un uomo per tutte le stagioni, sappia che la sua breve stagione è già finita! Ne tragga le conseguenze (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tremonti (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo). Per favore, vorrei che non si facessero commenti sugli oratori che intervengono.
Prego, deputato Tremonti, ha facoltà di parlare.
GIULIO TREMONTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, io parlerò del decreto-legge su cui il Governo ha posto la questione di fiducia. Non parlerò della finanziaria, perché, per parlare della finanziaria, c'è tempo o, meglio, noi abbiamo tempo, perché non so quanto tempo abbia il Governo.
La questione della fiducia è molto semplice. Noi non contestiamo e non demonizziamo la posizione della questione di fiducia, ma la motivazione con cui essa viene posta: la discussione in Parlamento sarebbe stata patologica. Signori del Governo, colleghi, se per voi è patologica e significa fare ostruzionismo la discussione che si è svolta nei giorni scorsi - ricordo che fino a martedì sera mancava l'emendamento del Governo -, dobbiamo intenderci: se quella è patologia, la prossima volta il voto si farà per alzata di mano (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania)!
Passo al merito del decreto-legge e mi occuperò di alcune piccole cose, scelte al suo interno. Si tratta di questioni piccole per chi si occupa di questioni grandi, ma sono cose grandi per la gente piccola. Sono cose che interessano la vita della gente. Cercherò di dimostrare - credo sia molto facile - che non sapete decretare, che non sapete emendare e che non sapete governare.
A luglio, il vostro fantastico decreto si è piantato su una serie di errori politici, che avete addebitato ai tecnici. Ora siamo alla replica.
Faccio - lo ripeto - due piccoli esempi. Prendiamo il caso delle auto. I giornali e la televisione sono inondati di rèclame che prospettano l'acquisto dell'auto ecologica esente da bollo. Nel decreto-legge c'è l'esenzione; nella conversione del decreto-legge non c'è più tale esenzione e non c'è neanche la salvezza dei rapporti esauriti. Vi rendete conto che questo non è civile in un paese civile? Cosa fa chi ha comprato l'auto in questo periodo?
Le successioni: abbiamo tre regimi in due mesi, il regime previgente, il regime del decreto-legge e il nuovo regime introdotto dall'emendamento che, però, contiene la clausola del rapporto esaurito. Quindi, abbiamo tre regimi di tassazione a seconda che la successione sia avvenuta prima, durante o dopo il decreto-legge. Vi sembra civile tutto questo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro))?
La discussione di un decreto-legge non è la sede per fare ragionamenti di filosofia politica sulla tassa di successione, che noi riteniamo superata dalla storia. Altri criteri di distribuzione del reddito sono intervenuti rispetto a due secoli fa: l'imposta progressiva, lo Stato sociale. Crediamo che in Italia, dove vi sono 4 milioni di imprese, tassare l'attività dell'impresa in successione sia un attentato contro l'economiaPag. 26nazionale (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania)!
Quando erediti un capannone, un albergo, una piccola azienda non erediti un valore che viene da fuori, ma un valore che spesso è prodotto dal tuo stesso lavoro, perché hai affiancato tuo padre o la tua famiglia nella creazione di quel valore (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord Padania e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)). Ci paghi le tasse sul reddito, ci paghi le tasse quando lo hai, ci devi anche a pagare le tasse quando ne ricevi una parte? Ma se siete d'accordo su tutto questo - e io credo che gli italiani non siano d'accordo su questo - ci volete spiegare perché la franchigia di un milione riguarda i passaggi da padre a figlio e non, ad esempio, anche i civilissimi e normalissimi passaggi da fratello a fratello? Ma vi sembra giusto? Tu hai un albergo, lo gestisci con tuo fratello e quel bene va in successione come se provenisse da fuori, senza franchigia? Vi rendete conto di quello che state facendo? A giudicare da come reagite, evidentemente ve ne rendete conto e ne siete contenti (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania)!
Nel decreto-legge non vi sono le parti «buone», che pure c'erano, ad esempio quella sulle autostrade del mare, mentre vi sono le parti negative, ad esempio quella che blocca le autostrade.
Ritengo che la parte centrale del decreto-legge sia la politica contro l'evasione fiscale e su questa vorrei parlare. L'evasione fiscale è un fatto che in Italia si dimensiona, si scala, si manifesta sui grandi numeri, e ciò è oggettivamente vero e assolutamente negativo. Ma se un fatto ha la dimensione non della marginalità e della devianza, bensì quella dei grandi numeri, allora vuol dire che la soluzione non può essere solo di polizia ma deve e può essere, anche e soprattutto, una soluzione politica. Non puoi gestire un fenomeno che ha questa dimensione solo applicando mezzi di polizia...
FRANCESCO GIORDANO. Condono!
GIULIO TREMONTI. ... e tra l'altro... Parlerò anche del condono e credo che sia un autogol averlo ricordato in questa sede!
L'ideologia del Governo Prodi si separa fondamentalmente da quella nostra sulla lotta all'evasione. Per il Governo Prodi l'ideologia è quella di polizia, e fa del controllo fiscale l'essenza della sua politica: la società italiana è basata sulla frode fiscale, il Governo è basato sulla virtù fiscale.
La quantità degli adempimenti imposti va oltre il necessario fiscale, perché rientra in una logica non di controllo fiscale bensì di controllo mentale, introducendo un messaggio di occhiuta e incombente presenza, spargendo una ragnatela su tutta l'economia, in modo che, più sei attivo, più rischi degli inadempimenti in buona fede, come ad esempio per lo scontrino del negozio (che ti fanno chiudere), più dipendi dalla struttura in termini di ricatto burocratico e politico. È una formula che non funziona: applicata dal 1996 al 2000 ha portato l'Italia al record dell'evasione fiscale! Ed ora la ricetta viene replicata.
Vi dico - e non l'ho mai fatto in questa sede - che i condoni li ho effettuati perché non sapevo come altro pagare, con la crescita zero, le pensioni e la sanità (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania). Vi segnalo però un dato: se vi è un condono con un effetto record è perché prima vi era (Commenti del deputato Carbonella)...
PRESIDENTE. Prego di lasciar proseguire il deputato Tremonti! Non si fa un buon servizio a questo dibattito! Prego!
GIULIO TREMONTI. Mi permetto di ricordare che, se vi è un effetto di gettito record, è perché prima vi era una evasione record (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania). Lei non può avere un record di entrate se non ha a monte unPag. 27record di evasione (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania)!
ANTONELLO IANNARILLI. Anche Prodi ha fatto un condono!
GIULIO TREMONTI. Ricordo un dato per tutti: nel 2000, dopo cinque anni di questo tipo di gestione fiscale integerrima, assoluta, tecnocratica, moralistica, gli italiani che dichiaravano 600 milioni (dedotte le tasse avevi molto meno) erano solo 14 mila e le auto di lusso vendute erano 250 mila.
Se questa è la lotta all'evasione che avete in mente, vergognatevi: ha fallito allora e fallirà ancora (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania)! La nostra logica è molto diversa: noi pensiamo che se si vuol abbassare l'evasione, si devono abbassare le aliquote ed uscire dalla spirale, dalla trappola per cui il fisco - e voi siete il fisco - ragiona in questi termini: «Poiché tu dichiari la metà, io ti chiedo il doppio»; ma in questo modo si continuerà a dichiarare la metà (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania). Se volete abbattere l'evasione dovette abbattere le aliquote, dovete stabilire un rapporto fiscale credibile (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo). Perché in tanti anni non avete fatto la riforma della riscossione? Noi l'abbiamo fatta per rendere credibile lo Stato. Chiedi cento e riscuoti tre: questo lo avete accettato per decenni e comunque anche negli anni di Governo. Noi abbiamo fatto la riforma della riscossione. Noi abbiamo una logica diversa: se vi è un rapporto fiduciario, riduci l'evasione; se hai un rapporto basato esclusivamente sulla temibilità fiscale, ottieni l'effetto che avete ottenuto nella legislatura in cui avete governato. E cerco di chiudere: noi discuteremo della legge finanziaria nei prossimi giorni e sarà una discussione interessante, ma è emerso un dato essenziale già da adesso con riferimento alla legge finanziaria: da essa emerge la crisi politica e l'essenza del vostro Governo e della sua base politica. Voi siete una coalizione che è solo negativa e non positiva; voi siete stati, in questi anni, capaci di criticare, ma non avete al vostro interno la forza per cambiare (Commenti). Voi siete un'alleanza costruita per abbattere il vecchio Governo, ma vi state distruggendo al vostro interno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
Avete detto tra voi una cosa, voi che siete alleati - lo dico tra virgolette, visto che non mi sembra lo siate veramente -, avete detto un'altra cosa ai mercati e avete detto un'altra cosa ancora, che è diversa, agli elettori. Si può ingannare tanta gente una sola volta (Commenti), si può ingannare una sola persona per tanto tempo, ma non si può ingannare tanta gente per tanto tempo, ed è quello che sta succedendo e che vi sta travolgendo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Deve concludere, deputato Tremonti: ha finito il suo tempo.
GIULIO TREMONTI. L'onorevole Fassino - e concludo - ha formulato oggi pomeriggio dichiarazioni sgangherate e lievemente suicide, ma stamattina aveva detto la cosa giusta: al Governo serve uno scatto. Lo scatto gliel'ha dato Prodi andandogli contro. Così ora chiudo...
PRESIDENTE. Deve chiudere ora: non può prendersi altro tempo!
GIULIO TREMONTI. Sto chiudendo: se conteggiamo le interruzioni forse ci siamo.
PRESIDENTE. È inutile che faccia una polemica, abbiamo preso l'impegno, nella Conferenza dei capigruppo, di attenerci tutti strettamente al tempo a disposizione.
GIULIO TREMONTI. L'agenzia di rating che ha degradato l'Italia, non l'ha fatto basandosi sul passato, ma sul presente (Commenti)!
Pag. 28PRESIDENTE. Lei non può prendersi questa libertà: deve chiudere!
GIULIO TREMONTI. Ora, è stato detto dal Governo: se si può chiudere la porta, resta aperta la finestra, ma posso assicurare che se la porta è chiusa e la finestre aperta, o dalla porta o dalla finestra... (Vivi commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Comunisti Italiani - Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Congratulazioni)...
PRESIDENTE. Deve chiudere. Non è leale questo comportamento (Vivi commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Comunisti Italiani - Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Congratulazioni)!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franceschini. Ne ha facoltà.
DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, sarebbe facile ricordare, dopo le tante belle parole che abbiamo appena ascoltato, che ad una manovra finanziaria di queste dimensioni - 34 miliardi e mezzo di euro - siamo stati costretti dalla grave situazione dei conti pubblici (Vivi commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale) in cui il centrodestra...
PRESIDENTE. Scusate, scusate: così diventa inammissibile! Mi scusi, deputato Franceschini. Vorrei ricordare che ieri, quando nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo abbiamo discusso di accedere alla richiesta di diretta televisiva, c'è stato un impegno di presidenti di gruppo a tenere in Assemblea un comportamento consono alla possibilità che tutti svolgessero i propri interventi. Richiamo pertanto tutti i parlamentari a tale impegno e invito il deputato Franceschini a riprendere la parola. Prego, deputato Franceschini.
DARIO FRANCESCHINI. Presidente, ritengo che gli italiani che ci stanno guardando possano misurare l'attenzione con la quale noi abbiamo ascoltato le ragioni dei nostri avversari e le modalità con le quali loro hanno iniziato ad ascoltare noi (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani e Verdi).
Sarebbe facile ricordare che in queste giornate, nelle quali abbiamo chiesto ripetutamente all'opposizione un impegno sui tempi dei nostri lavori (Commenti di deputati del gruppo Forza Italia), sufficiente per evitare il voto di fiducia, invece abbiamo assistito ad un ostruzionismo sterile, come ha onestamente riconosciuto poc'anzi l'onorevole Cesa, il segretario dell'UDC, il quale, anche oggi, ha dimostrato come potrebbe esistere un'opposizione costruttiva, un modo costruttivo di essere minoranza.
Abbiamo atteso invano una parola sul merito dei problemi da affrontare; del resto, qualche italiano ricorda, in oltre un mese di intenso dibattito nel paese, un'idea alternativa, una proposta concreta dell'opposizione per affrontare - diversamente da noi, certo - i problemi dell'economia, delle famiglie, delle imprese, dei conti pubblici? Niente: solo attacchi, solo slogan, solo fischi!
Sarebbe facile chiedere a voi, che avete usato parole infuocate per l'uso del voto di fiducia, con quale faccia potete farlo dopo avere posto per cinque volte la questione di fiducia sul decreto fiscale e per tre volte di seguito sulla legge finanziaria (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Verdi).
Sarebbe facile, ma agli italiani che ci guardano oggi noi vogliamo, invece, spiegare cosa sia contenuto in questa manovra; a loro vogliamo dire, onestamente, che, quando metà di quei 34 miliardi serve per diminuire il nostro enorme debito pubblico e per mantenere gli impegni assunti senza risorse dal Governo precedente sulle grandi infrastrutture, per non bloccare i cantieri, è veramente difficile fare le scelte giuste, moderne, nuove che tutti aspettano. Eppure, noi abbiamo cominciato a farle.
Ho tempo solo per elencare i titoli. Scelte per le famiglie, per i giovani, per laPag. 29salute: un miliardo 400 milioni di aumento l'anno per gli assegni familiari (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia); detrazioni fiscali per le rette degli asili nido (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia), per le spese per lo sport dei ragazzi fino a diciotto anni, per gli affitti degli studenti fuorisede, per le ristrutturazioni della casa; saranno estese le agevolazioni per i libri di testo (Commenti dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale) anche al primo biennio delle scuole superiori perché, se l'obbligo sale a sedici anni, chi non può comprare i libri per le scuole dell'obbligo deve averli gratuitamente; saranno aperte le scuole nel pomeriggio per attività extra didattiche in modo da porre fine al paradosso di edifici pubblici vuoti e di ragazzi dispersi per le strade; 100 milioni l'anno per costruire nuovi asili nido; un nuovo fondo per assistere a casa gli anziani non autosufficienti; 6 miliardi di euro in più l'anno per il sistema sanitario; 3 miliardi di euro l'anno da investire in apparecchiature e ospedali, in particolare nel Mezzogiorno (per recuperare il ritardo); scelte per il lavoro e per combattere il precariato; sostegno ai lavoratori in mobilità e alle aziende in crisi (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania)...
PRESIDENTE. Deputato Franceschini, le chiedo ancora scusa...
DARIO FRANCESCHINI. Ma io sono molto tollerante, Presidente.
PRESIDENTE. Lei è tollerante, ma l'Assemblea ha il dovere di consentire a tutti di svolgere il loro intervento e di essere ascoltati.
DARIO FRANCESCHINI. Forse, questo elenco di misure infastidisce, ma io continuo (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani e Verdi)! Dunque, 5 miliardi 500 milioni di euro l'anno per la riduzione del cuneo fiscale a vantaggio degli stipendi dei lavoratori; finalmente, diritti per i lavoratori atipici e precari (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia): finalmente, anche i lavoratori precari avranno diritto al trattamento di malattia, fino a venti giorni l'anno; finalmente, le madri precarie avranno diritto ad avere tre mesi di astensione dal lavoro per assistere i figli (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani e Verdi). Scelte per le imprese e scelte per il Mezzogiorno. Esclusione del prelievo del TFR per le piccole aziende sotto i cinquanta dipendenti. Nuovi fondi per la competitività e l'innovazione, e crediti di imposta a favore di quelle aziende che investono in ricerca scientifica e in ricerca tecnologica. Riduzione del cuneo fiscale per le imprese, con incentivi ulteriori per il Mezzogiorno. Chi assumerà una donna, dopo questa finanziaria, risparmierà tra i 150 ed i 170 euro al mese: un bell'incentivo ad assumere donne (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani e Verdi)! Infrastrutture nel Mezzogiorno. In particolare i fondi previsti per il ponte sullo stretto di Messina saranno utilizzati per strade, per ferrovie, per porti in Sicilia ed in Calabria.
Scelte per la scuola, per l'università, per la ricerca: innalzamento dell'obbligo a sedici anni. Tornano nelle classi gli insegnanti di sostegno.
VALENTINA APREA. Ma dove?
DARIO FRANCESCHINI. Duecentocinquanta milioni per la sicurezza delle scuole; 220 milioni per gli investimenti tecnologici e mille euro l'anno di detrazione fiscale per gli insegnanti che acquistano un computer; due miliardi di euro l'anno per la ricerca (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur).
Scelte per i trasporti, le infrastrutture e per l'ambiente: due miliardi di euroPag. 30l'anno per le ferrovie, per la TAV e l'alta velocità certo, ma soprattutto per acquistare nuovi treni e nuovi autobus per i pendolari; finanziamenti per completare le opere avviate, in particolare la Salerno-Reggio Calabria; un nuovo piano per la sicurezza stradale; fondi e detrazioni fiscali per gli interventi di risparmio energetico nelle ristrutturazioni edilizie e nella costruzione di nuovi edifici; sostegno ai giovani agricoltori con esenzione IVA fino a 7 mila euro l'anno.
Scelte di cambiamento nella pubblica amministrazione: sono 3,9 miliardi di euro l'anno i risparmi derivanti da riorganizzazioni e da eliminazioni di sprechi e soppressione di enti inutili (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur).
Riduzione dei costi della politica: sono state ridotte del 30 per cento le indennità del Presidente del Consiglio e dei ministri; sono stati ridotti il numero ed i compensi di moltissimi consigli di amministrazione. Autonomia fiscale dei comuni e risorse per garantire l'erogazione dei servizi essenziali ai cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur). Mille poliziotti assunti nel 2007, risorse per la giustizia, risorse per la difesa (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania)...
PRESIDENTE. Scusate, non è possibile che voi impediate ad un deputato di esporre le sue opinioni! Prosegua, deputato Franceschini.
DARIO FRANCESCHINI. Presidente, io non sto attaccando l'opposizione; sto dicendo solo le cose che abbiamo fatto. Evidentemente, sono infastiditi da questo (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur)!
Infine, un impegno per un prelievo fiscale che non dimentichi mai, come sta scritto nella nostra Costituzione, di chiedere un po' di più a chi ha di più e un po' di meno a chi ha di meno (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur). La tassa di successione sui grandi patrimoni miliardari, e solo sui grandi patrimoni miliardari, è esattamente questo (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur)! Soprattutto, onorevole Tremonti, senza più condoni (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur), perché dobbiamo finirla con questa consuetudine che chi aggira le regole riceve un premio dallo Stato e chi le rispetta viene punito. Non è più tollerabile che siano sempre gli stessi a dover pagare troppe tasse per colpa dei troppi che non le pagano mai, violando la legge, violando la morale, tradendo la comunità in cui vivono (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur).
Molte altre cose potranno essere introdotte e migliorate nel decreto fiscale (Commenti dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e Forza Italia). Tutto questo è troppo poco dopo quattro mesi di Governo? Ognuno potrà valutare nei prossimi mesi, guardando non i nostri dibattiti, ma ciò che avverrà nella sua casa e nella sua vita. Queste sono le nostre prime scelte per l'Italia; questi i nostri primi impegni concreti di fronte agli italiani; questi i motivi per cui i deputati dell'Ulivo voteranno convintamene la fiducia.
IGNAZIO LA RUSSA. Tempo!
DARIO FRANCESCHINI. Abbiamo davanti a noi il cammino parlamentare della finanziaria; sarebbe importante se, anziché farci trascinare in una nuova (Commenti dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)...
Pag. 31PRESIDENTE. Mi scusi, ma siccome registro una osservazione che ritengo gratuita, rilevo che il deputato Franceschini ha ancora 22 secondi per il suo intervento.
DARIO FRANCESCHINI. Presidente, li «mangerò» tutti, ma non uno di più. Sarebbe importante se, anziché farci trascinare in una nuova, ormai insopportabile, rissa, dimostrassimo, noi dai banchi della maggioranza e voi da quelli dell'opposizione, che è possibile lavorare tutti per il bene del paese (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur - Deputati del gruppo Forza Italia espongono cartelli recanti la scritta: «Prodi bugiardo» - Dai banchi del gruppo L'Ulivo si scandisce: buffoni, buffoni!).
PRESIDENTE. Chiedo a chi espone i cartelli di ritirarli immediatamente! E chiedo ai Questori di provvedere all'ordine in quest'aula. I cartelli sono incompatibili con (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania - Vive proteste dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur)...
Chiedo a chi espone il cartello di ritirarlo! Censuro questo comportamento che tradisce le regole che abbiamo stabilito nella riunione dei capigruppo! Chiedo ai commessi di ritirare i cartelli; ritirate i cartelli, che tradiscono un impegno preso nella riunione dei capigruppo! I commessi riportino l'ordine in aula rimuovendo i cartelli (I commessi ottemperano all'invito del Presidente - Deputati del gruppo della Lega Nord Padania espongono cartelli recanti le scritte: «Chiudo per tasse!» e «Il nord ha già pagato!» - Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
Anche i deputati della Lega, che avevano preso un impegno solenne, lo facciano rispettare, per favore!
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto svolte a nome dei gruppi parlamentari con ripresa televisiva diretta. Ora avrà luogo una dichiarazione di voto a titolo personale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crosetto (Commenti). Spero che lo possa fare! Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Presidente (Il deputato Fasolino espone un cartello recante la scritta: «Prodi bugiardo» - Dai banchi dei deputati del gruppo L'Ulivo si grida: «Togli il cartello!»)...
PRESIDENTE. Tolga il cartello! I commessi lo rimuovano! È una violazione dei comportamenti previsti (Vivi commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia - Proteste dei deputati del gruppo L'Ulivo)! Venga fatto togliere quel cartello, per favore, altrimenti sospendo la seduta (I commessi ottemperano all'invito del Presidente)! Per favore, colleghi!
Debbo dire che sono particolarmente dispiaciuto di questo comportamento, perché avevamo discusso con i presidenti di gruppo sulle modalità con cui svolgere questa seduta con la ripresa televisiva diretta e tutti i presidenti di gruppo avevano dato assicurazione di un comportamento rispettoso delle regole. Censuro il fatto che ciò non sia avvenuto (Scambio di apostrofi tra deputati dei gruppi Forza Italia e Popolari-Udeur, tra i quali vengono lanciati fogli di carta)...
Chiedo ai Questori di riportare l'ordine in aula e di prendere i nomi (Scambio di apostrofi tra deputati dei gruppi Popolari-Udeur, Forza Italia e Lega Nord Padania, trattenuti dai commessi). Gli onorevoli Fabris e Bricolo si allontanino, per favore! Onorevole Romani... Deputati ..., come si vede, alterano anche me (Commenti)!
La seduta è sospesa (Applausi)!
La seduta, sospesa alle 19,20, è ripresa alle 19,30.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, sulla questione di fiducia il deputato Crosetto. Ne ha facoltà per un minuto.
Pag. 32
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire, pur condividendo totalmente l'intervento del collega Tremonti, perché non ritengo che si possa accettare il modo in cui è stata posta la questione di fiducia, neanche implicitamente, partecipando al voto.
Ho sentito dire, in Assemblea, dai colleghi della maggioranza che vi è stata un'opposizione strumentale, che vi è stato ostruzionismo sul decreto. Ritengo ciò un'offesa a tutti i parlamentari dell'opposizione che, nelle Commissioni ed in Assemblea, hanno cercato soltanto di migliorare un provvedimento che ho sentito criticare da decine e decine di colleghi dell'attuale maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
Non vi è stato ostruzionismo, colleghi. Voi definite ostruzionismo ciò che è, semplicemente, democrazia, o meglio il nostro tentativo di esercitare il mandato che abbiamo ricevuto, come voi, dal popolo. In questo caso, caro Franceschini, era per noi il tentativo di migliorare un decreto che riteniamo dannoso per l'economia del nostro paese.
Per questo motivo, ritengo (e in ciò sono in dissenso dal gruppo di Forza Italia)...
PRESIDENTE. La prego. Deve concludere.
GUIDO CROSETTO.... che non sia sufficiente votare «no», ma che sia necessario non partecipare ad un voto che ci insulta per i presupposti con cui il ministro Chiti ha posto la questione di fiducia.
(Votazione della questione di fiducia - Emendamento 2.500 del Governo - A.C. 1750)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della questione di fiducia.
Indico la votazione per appello nominale sull'emendamento 2.500 del Governo, interamente sostitutivo dell'articolo 2 e soppressivo degli articoli da 3 a 47-bis del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, sulla cui approvazione, senza subemendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.
Prima di procedere alla chiama, avverto che la Presidenza ha autorizzato a votare per primi alcuni deputati ed alcuni rappresentanti del Governo che ne hanno fatta espressa e motivata richiesta con congruo anticipo.
Estraggo a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama.
(Segue il sorteggio).
La chiama avrà inizio dal deputato Mellano.
Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.
(Segue la chiama).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 20)
(Segue la chiama).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 20,15)
(Segue la chiama).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 20,19)
(Segue la chiama).
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 20,45)
(Segue la chiama).
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione dell'emendamento 2.500, sostitutivo dell'articolo 2 e soppressivo degli articoli da 3 a 47-bis del decreto-legge n. 262 del 2006, sulla cui approvazione, senza subemendamenti e articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.
Presenti e votanti 554
Maggioranza 278
Hanno risposto sì 327
Hanno risposto no 227
(La Camera approva - Vedi votazioni - Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Verdi).
Si intendono conseguentemente precluse tutte le proposte emendative presentate.
Hanno risposto sì:
Acerbo Maurizio
Adenti Francesco
Affronti Paolo
Albonetti Gabriele
Allam Khaled Fouad
Amendola Francesco
Amici Sesa
Antinucci Rapisardo
Astore Giuseppe
Attili Antonio
Aurisicchio Raffaele
Bafile Mariza
Balducci Paola
Bandoli Fulvia
Baratella Fabio
Barbi Mario
Belisario Felice
Bellanova Teresa
Bellillo Katia
Beltrandi Marco
Benvenuto Romolo
Benzoni Rosalba
Bersani Pier Luigi
Betta Mauro
Bezzi Giacomo
Bianchi Dorina
Bianco Gerardo
Bimbi Franca
Bindi Rosy
Boato Marco
Bocci Gianpiero
Boco Stefano
Boffa Costantino
Bonelli Angelo
Bonino Emma
Bordo Michele
Borghesi Antonio
Boselli Enrico
Brandolini Sandro
Bressa Gianclaudio
Brugger Siegfried
Bucchino Gino
Buemi Enrico
Buffo Gloria
Buglio Salvatore
Burchiellaro Gianfranco
Burgio Alberto
Burtone Giovanni Mario Salvino
Cacciari Paolo
Calgaro Marco
Cancrini Luigi
Capezzone Daniele
Capodicasa Angelo
Capotosti Gino
Carbonella Giovanni
Cardano Anna Maria
Cardinale Salvatore
Carra Enzo
Caruso Francesco Saverio
Cassola Arnold
Castagnetti Pierluigi
Ceccuzzi Franco
Cento Pier Paolo
Cesario Bruno
Cesini Rosalba
Chianale Mauro
Chiaromonte Franca
Chicchi Giuseppe
Chiti Vannino
Cialente Massimo
Cioffi Sandra
Codurelli Lucia
Cogodi Luigi
Colasio Andrea
Cordoni Elena Emma
Cosentino Lionello
Costantini Carlo
Crapolicchio Silvio
Crema Giovanni
Crisafulli Vladimiro
Crisci Nicola
Cuperlo Giovanni
D'Alema Massimo
D'Ambrosio Giorgio
Damiano Cesare
D'Antona Olga
D'Antoni Sergio Antonio
Dato CinziaPag. 34
De Angelis Giacomo
De Biasi Emilia Grazia
De Brasi Raffaello
De Castro Paolo
De Cristofaro Peppe
Deiana Elettra
Delbono Emilio
D'Elia Sergio
Del Mese Paolo
D'Elpidio Dante
De Mita Ciriaco
De Piccoli Cesare
De Simone Titti
De Zulueta Tana
Di Gioia Lello
Di Girolamo Leopoldo
Dioguardi Daniela
Di Salvo Titti
Donadi Massimo
Duilio Lino
D'Ulizia Luciano
Duranti Donatella
Evangelisti Fabio
Fabris Mauro
Fadda Paolo
Falomi Antonello
Farina Daniele
Farina Gianni
Farinone Enrico
Fasciani Giuseppina
Ferrara Francesco detto Ciccio
Ferrari Pierangelo
Fiano Emanuele
Fincato Laura
Fiorio Massimo
Fioroni Giuseppe
Fistarol Maurizio
Fluvi Alberto
Fogliardi Giampaolo
Folena Pietro
Fontana Cinzia Maria
Forgione Francesco
Francescato Grazia
Franceschini Dario
Franci Claudio
Frias Mercedes Lourdes
Frigato Gabriele
Froner Laura
Fumagalli Marco
Fundarò Massimo Saverio Ennio
Galante Severino
Galeazzi Renato
Gambescia Paolo
Garofani Francesco Saverio
Gentili Sergio
Gentiloni Silveri Paolo
Ghizzoni Manuela
Giachetti Roberto
Giordano Francesco
Giovanelli Oriano
Giuditta Pasqualino
Giulietti Giuseppe
Gozi Sandro
Grassi Gero
Grillini Franco
Guadagno Wladimiro detto Vladimir Luxuria
Iacomino Salvatore
Iannuzzi Tino
Incostante Maria Fortuna
Intrieri Marilina
Khalil D. Alì Raschid
La Forgia Antonio
Lanzillotta Linda
Laratta Francesco
Leddi Maiola Maria
Lenzi Donata
Leoni Carlo
Letta Enrico
Levi Ricardo Franco
Licandro Orazio Antonio
Li Causi Vito
Lion Marco
Locatelli Ezio
Lomaglio Angelo Maria Rosario
Lombardi Angela
Longhi Aleandro
Lovelli Mario
Lucà Mimmo
Lulli Andrea
Luongo Antonio
Lusetti Renzo
Maderloni Claudio
Mancini Giacomo
Mantini Pierluigi
Mantovani Ramon
Maran Alessandro
Marantelli Daniele
Marcenaro Pietro
Marchi Maino
Margiotta Salvatore
Mariani Raffaella
Marino Mauro Maria
Marone RiccardoPag. 35
Mascia Graziella
Mattarella Sergio
Melandri Giovanna
Mellano Bruno
Merlo Giorgio
Merloni Maria Paola
Meta Michele Pompeo
Migliavacca Maurizio
Miglioli Ivano
Migliore Gennaro
Milana Riccardo
Minniti Marco
Misiani Antonio
Misiti Aurelio Salvatore
Monaco Francesco
Morri Fabrizio
Morrone Giuseppe
Motta Carmen
Mungo Donatella
Mura Silvana
Musi Adriano
Mussi Fabio
Naccarato Alessandro
Nannicini Rolando
Napoletano Francesco
Narducci Franco Addolorato Giacinto
Nicchi Marisa
Nicco Roberto Rolando
Oliverio Nicodemo Nazzareno
Olivieri Sergio
Orlando Andrea
Ossorio Giuseppe
Ottone Rosella
Pagliarini Gianni
Palomba Federico
Papini Andrea
Parisi Arturo Mario Luigi
Pecoraro Scanio Alfonso
Pedica Stefano
Pedrini Egidio Enrico
Pedulli Giuliano
Pegolo Gian Luigi
Pellegrino Tommaso
Pertoldi Flavio
Perugia Maria Cristina
Pettinari Luciano
Piazza Angelo
Piazza Camillo
Picano Angelo
Pignataro Ferdinando Benito
Pignataro Rocco
Pinotti Roberta
Piro Francesco
Piscitello Rino
Pisicchio Pino
Poletti Roberto
Pollastrini Barbara
Poretti Donatella
Porfidia Americo
Prodi Romano
Provera Marilde
Quartiani Erminio Angelo
Raiti Salvatore
Rampi Elisabetta
Ranieri Umberto
Razzi Antonio
Realacci Ermete
Ricci Andrea
Ricci Mario
Rigoni Andrea
Rocchi Augusto
Rossi Nicola
Rossi Gasparrini Federica
Rotondo Antonio
Ruggeri Ruggero
Rugghia Antonio
Rusconi Antonio
Russo Franco
Ruta Roberto
Rutelli Francesco
Samperi Marilena
Sanga Giovanni
Sanna Emanuele
Santagata Giulio
Sasso Alba
Satta Antonio
Schietroma Gian Franco
Schirru Amalia
Scotto Arturo
Sereni Marina
Servodio Giuseppina
Sgobio Cosimo Giuseppe
Siniscalchi Sabina
Sircana Silvio Emilio
Smeriglio Massimiliano
Soffritti Roberto
Soro Antonello
Sperandio Gino
Sposetti Ugo
Squeglia Pietro
Stramaccioni Alberto
Strizzolo Ivano
Suppa Rosa
Tanoni ItaloPag. 36
Tenaglia Lanfranco
Tessitore Fulvio
Testa Federico
Tocci Walter
Tolotti Francesco
Tomaselli Salvatore
Tranfaglia Nicola
Trepiccione Giuseppe
Trupia Lalla
Tuccillo Domenico
Turci Lanfranco
Turco Maurizio
Vacca Elias
Vannucci Massimo
Velo Silvia
Venier Iacopo
Ventura Michele
Vichi Ermanno
Villari Riccardo
Villetti Roberto
Viola Rodolfo Giuliano
Violante Luciano
Visco Vincenzo
Volpini Domenico
Widmann Johann Georg
Zaccaria Roberto
Zanella Luana
Zanotti Katia
Zeller Karl
Zipponi Maurizio
Zucchi Angelo Alberto
Zunino Massimo
Hanno risposto no:
Adolfo Vittorio
Airaghi Marco
Alessandri Angelo
Alfano Angelino
Alfano Gioacchino
Allasia Stefano
Aprea Valentina
Aracu Sabatino
Armani Pietro
Armosino Maria Teresa
Ascierto Filippo
Azzolini Claudio
Baiamonte Giacomo
Baldelli Simone
Barani Lucio
Barbieri Emerenzio
Bellotti Luca
Benedetti Valentini Domenico
Bernardo Maurizio
Berruti Massimo Maria
Bertolini Isabella
Biancofiore Michaela
Bocchino Italo
Bocciardo Mariella
Bodega Lorenzo
Bonaiuti Paolo
Bondi Sandro
Bongiorno Giulia
Boniver Margherita
Bono Nicola
Boscetto Gabriele
Bosi Francesco
Brancher Aldo
Bricolo Federico
Briguglio Carmelo
Bruno Donato
Brusco Francesco
Buontempo Teodoro
Caligiuri Battista
Campa Cesare
Caparini Davide
Capitanio Santolini Luisa
Carfagna Maria Rosaria
Carlucci Gabriella
Casero Luigi
Casini Pier Ferdinando
Castellani Carla
Castiello Giuseppina
Catone Giampiero
Ceccacci Fiorella
Ceroni Remigio
Cesa Lorenzo
Cesaro Luigi
Ciccioli Carlo
Cicu Salvatore
Ciocchetti Luciano
Cirielli Edmondo
Colucci Francesco
Compagnon Angelo
Consolo Giuseppe
Conte Gianfranco
Conte Giorgio
Contento Manlio
Conti Giulio
Conti Riccardo
Cosentino Nicola
Cosenza Giulia
Cossiga GiuseppePag. 37
Cota Roberto
Craxi Stefania Gabriella Anastasia
Crimi Rocco
D'Agrò Luigi
D'Alia Gianpiero
De Corato Riccardo
De Laurentiis Rodolfo
Del Bue Mauro
Delfino Teresio
Della Vedova Benedetto
De Luca Francesco
Di Centa Manuela
Dionisi Armando
D'Ippolito Ida
Di Virgilio Domenico
Dussin Guido
Fabbri Luigi
Fallica Giuseppe
Fasolino Gaetano
Fava Giovanni
Fedele Luigi
Ferrigno Salvatore
Filippi Alberto
Filipponio Tatarella Angela
Fini Gianfranco
Fini Giuseppe
Fitto Raffaele
Floresta Ilario
Fontana Gregorio
Forlani Alessandro
Formisano Anna Teresa
Foti Tommaso
Franzoso Pietro
Frassinetti Paola
Fratta Pasini Pieralfonso
Fugatti Maurizio
Galati Giuseppe
Galletti Gian Luca
Galli Daniele
Gamba Pierfrancesco Emilio Romano
Garagnani Fabio
Garavaglia Massimo
Gardini Elisabetta
Garnero Santanchè Daniela
Gasparri Maurizio
Gelmini Mariastella
Germanà Basilio
Germontani Maria Ida
Giacomoni Sestino
Gibelli Andrea
Giorgetti Alberto
Giovanardi Carlo
Giro Francesco Maria
Giudice Gaspare
Goisis Paola
Greco Salvatore
Grimoldi Paolo
Iannarilli Antonello
Lainati Giorgio
La Loggia Enrico
Lamorte Donato
Landolfi Mario
La Russa Ignazio
Laurini Giancarlo
Lazzari Luigi
Leo Maurizio
Leone Antonio
Licastro Scardino Simonetta
Lo Monte Carmelo
Lo Presti Antonino
Lupi Maurizio Enzo
Lussana Carolina
Marcazzan Pietro
Marinello Giuseppe Francesco Maria
Marras Giovanni
Martinelli Marco
Martino Antonio
Martusciello Antonio
Mazzaracchio Salvatore
Mazzocchi Antonio
Mazzoni Erminia
Mele Cosimo
Meloni Giorgia
Mereu Antonio
Migliori Riccardo
Milanato Lorena
Minardo Riccardo
Minasso Eugenio
Mistrello Destro Giustina
Misuraca Filippo
Moffa Silvano
Mondello Gabriella
Montani Enrico
Moroni Chiara
Murgia Bruno
Nan Enrico
Napoli Angela
Nardi Massimo
Neri Sebastiano
Nespoli Vincenzo
Nucara Francesco
Oliva Vincenzo
Palmieri Antonio
Paoletti Tangheroni PatriziaPag. 38
Paroli Adriano
Patarino Carmine Santo
Pecorella Gaetano
Pedrizzi Riccardo
Pelino Paola
Pepe Antonio
Pepe Mario
Peretti Ettore
Perina Flavia
Pescante Mario
Picchi Guglielmo
Pili Mauro
Pini Gianluca
Pizzolante Sergio
Ponzo Egidio Luigi
Pottino Marco
Prestigiacomo Stefania
Proietti Cosimi Francesco
Raisi Enzo
Rampelli Fabio
Rao Pietro
Ravetto Laura
Reina Giuseppe Maria
Ricevuto Giovanni
Rivolta Dario
Romagnoli Massimo
Romele Giuseppe
Ronconi Maurizio
Rositani Guglielmo
Rossi Luciano
Rosso Roberto
Ruvolo Giuseppe
Salerno Roberto
Santelli Jole
Sanza Angelo Maria
Simeoni Giorgio
Stradella Franco
Tabacci Bruno
Taglialatela Marcello
Tassone Mario
Testoni Piero
Tondo Renzo
Tortoli Roberto
Tremonti Giulio
Tucci Michele
Uggè Paolo
Ulivi Roberto
Valentini Valentino
Verro Antonio Giuseppe Maria
Vietti Michele Giuseppe
Vitali Luigi
Vito Alfredo
Vito Elio
Zanetta Valter
Zorzato Marino
Sono in missione:
Amato Giuliano
Cirino Pomicino Paolo
Di Pietro Antonio
Maroni Roberto
Scajola Claudio
Stucchi Giacomo
Volontè Luca
Zacchera Marco