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Sull'ordine dei lavori.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, vorrei richiamare quanto osservato da lei e dal collega Volontè, senza nessuna vis polemica. Lei ha ben ricordato che alle 21-21,15 è arrivato il fax con il quale si comunicava il termine per la presentazione dei subemendamenti agli emendamenti del Governo, ma deve sapere che il plico contenente questi ultimi è pervenuto ai gruppi alle 22,30; il mio gruppo lo ha ricevuto proprio a quell'ora. Sei lei ci consentirà, d'ora in poi, di lasciare un presidio - naturalmente, con tutte le previsioni Pag. 4possibili e immaginabili per quanto riguarda l'attività lavorativa dei dipendenti del gruppo - noi potremmo anche essere d'accordo a che la notte si sia presenti per poter stilare i subemendamenti.
Non voglio essere polemico, ed oltre ad aver apprezzato la sua buona volontà testimoniata poc'anzi da ciò che ella ha detto, le chiedo di far sì che gli emendamenti da noi presentati, concernenti l'articolo su cui il Governo ha presentato ulteriori proposte emendative, vengano ritenuti automaticamente subemendamenti. In questo modo, non solo guadagneremo tempo, ma avremo anche la possibilità di interloquire in relazione alle decisioni che, minuto per minuto, vengono dalla maggioranza e dal Governo, considerato il marasma in cui entrambi si trovano.
Ritengo di parlare a nome non solo di Forza Italia, ma anche degli altri colleghi della Casa delle libertà quando chiedo di dare per acquisito questo passaggio.
PRESIDENTE. Vorrei assicurarle che, come sempre, il supporto degli uffici è totale. Tuttavia, aggiungo che la Presidenza non può sostituirsi all'attività dei gruppi, come già ho avuto modo di ricordare poco fa. La Presidenza garantisce che alla presentazione degli emendamenti da parte del Governo corrisponderà il tempo adeguato per l'esercizio delle prerogative del Parlamento e della Commissione.
ALBERTO GIORGETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, quest'oggi, in sede di Commissione, l'opposizione ha posto una questione relativa proprio alla presentazione degli emendamenti da parte del Governo. Oltre alle considerazioni svolte dall'onorevole Leone, vorrei sottolineare come noi, quale opposizione, abbiamo dato prova di disponibilità e di responsabilità istituzionale, avendo considerato come possibile il ritiro degli emendamenti che abbiamo presentato o, almeno, di parte di essi, per riuscire a svolgere un dibattito efficace nel merito, al fine di un miglioramento del disegno legge finanziaria.
È ovvio che, in questo quadro, abbiamo necessità di conoscere con puntualità gli effetti che la presentazione di emendamenti da parte del Governo, del relatore e, quindi, della maggioranza determina sul «pacchetto» complessivo degli emendamenti. Infatti, lei sa benissimo, signor Presidente, che la presentazione di ulteriori proposte emendative comporta una attività di vaglio delle possibili preclusioni, inammissibilità.
In altri termini, questa attività tecnica che incide sulla sopravvivenza degli emendamenti presentati dai gruppi parlamentari incide in misura significativa sulle potenzialità di dibattito in Assemblea. Quindi, una disponibilità, da parte dell'opposizione, a valutare con responsabilità l'eventuale ritiro di una serie di proposte emendative è subordinata alla possibilità di conoscere in tempi adeguati gli effetti complessivamente determinati dagli emendamenti presentati dal Governo.
In sede di Commissione, il presidente ha richiamato le facoltà attribuite alla stessa Commissione e la responsabilità del Presidente della Camera riguardo all'andamento dei lavori e al pronunciamento ufficiale. Noi intendiamo sottolineare, però, che, senza questo intervento preventivo sulle proposte emendative presentate dal Governo, diventa difficile da parte dell'opposizione riuscire a svolgere un lavoro adeguato per mantenere gli impegni che reciprocamente abbiamo assunto. Se non ci sarà un passo in avanti da questo punto di vista, diventerà veramente difficile svolgere questa attività di recupero e di eventuale ritiro di parte degli emendamenti presentati e ciò rischia di vanificare completamente il confronto tra maggioranza e opposizione, cosa assolutamente inaccettabile, come è ovvio, per la nostra parte politica.
ROBERTO COTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
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ROBERTO COTA. Intervengo per argomentare anche in ordine alla sua spiegazione, signor Presidente. Ieri, prima che il Governo presentasse questi emendamenti, si è verificata una apertura da parte di tutti i gruppi dell'opposizione, ed anche da parte del nostro, nel senso che si è garantito che non ci sarebbe stato, nelle sedute di oggi, di domani e nel proseguimento dei lavori, alcun atteggiamento ostruzionistico. Si è detto che quest'oggi noi avremmo voluto esaminare gli articoli del disegno di legge finanziaria limitando il numero degli emendamenti, esaminando, cioè, solo quelli significativi dal punto di vista politico.
A fronte di questo atteggiamento, signor Presidente, la risposta del Governo è consistita in una provocazione, cioè nella presentazione di un emendamento «notturno» tale per cui il clima di collaborazione che si sarebbe voluto instaurare questa mattina è risultato minato alle sue fondamenta. La giustificazione che lei ha dato, signor Presidente, non è sufficiente perché è postuma. Invece, si pongono alcuni problemi a fronte di questo atteggiamento.
Innanzitutto, un problema riguarda i rapporti tra maggioranza ed opposizione. Infatti, dinanzi alla correttezza dell'opposizione assistiamo ad una grave scorrettezza, ad una provocazione e alla volontà di non dialogare da parte della maggioranza.
Un secondo problema riguarda, invece, i rapporti tra Governo e Parlamento. Non è possibile modificare, di notte, articoli così importanti della legge finanziaria, con un comportamento totalmente avulso rispetto al percorso parlamentare di discussione della legge finanziaria e al sistema di normali rapporti tra Governo e Parlamento.
Un terzo problema, signor Presidente, riguarda lei. Come Presidente della Camera, lei è sempre molto cortese e lo è stato anche questa mattina. Però, al di là della sua cortesia e del merito della spiegazione che ha cercato di dare, la Presidenza della Camera dovrebbe consentire ai parlamentari non soltanto di svolgere il loro lavoro, ma anche una certa agibilità di rapporti. Siamo di fronte ad una legge finanziaria, che deve essere discussa ed esaminata dal Parlamento. Lei non può farsi garante di golpe istituzionali, come quello verificatosi la notte scorsa.
Proprio per tale ragione, signor Presidente, come ha già detto questa mattina il nostro capogruppo, onorevole Maroni, ci riserveremo di prendere una decisione sul nostro futuro comportamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
GUIDO CROSETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, preso atto del suo intervento, vorrei essere costruttivo. Con riferimento all'emendamento presentato dal Governo, visto che l'articolo 3, oltre ad occuparsi della curva IRPEF e della deducibilità delle spese sui medicinali, disciplina un campo davvero vasto di interventi, ritengo che siano necessarie almeno due ore per predisporre i relativi subemendamenti, tempo che non ci è stato concesso questa notte. Prendendo atto, quindi, della disponibilità della Presidenza, le chiedo formalmente di concedere due ore per la presentazione di subemendamenti.
PRESIDENTE. Prima di dare la parola al relatore Ventura, che ha chiesto di parlare, vorrei ricordare che la Presidenza ha già manifestato piena disponibilità per una modificazione dell'organizzazione dei lavori di questa mattina, al fine di raccogliere le sollecitazioni che sono state poste.
Vorrei, altresì, ricordare che le valutazioni politiche non sono in alcun modo nella disponibilità della Presidenza. Per quanto riguarda i rapporti tra Governo e Parlamento, precedentemente ho già avuto modo di esprimermi.
Do ora la parola al relatore Ventura.
MICHELE VENTURA. Signor Presidente, in qualità di relatore, credo che gli interventi svolti dai colleghi dell'opposizione abbiano un fondamento, in quanto Pag. 6l'emendamento del Governo, di cui si parla, riscrive, sostanzialmente, gli articoli 3 e 4, che si occupano di una materia importantissima. Ritengo, quindi, giusto consentire una riflessione più ampia per subemendare, al fine anche di rendere più agevole il nostro lavoro.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Alla luce delle considerazioni svolte, sarebbe opportuno fissare il termine per la presentazione dei subemendamenti alle 12,30, in modo da consentire al Comitato dei nove di riunirsi, prima della ripresa dei lavori dell'Assemblea, intorno alle 14,30.
PRESIDENTE. Proporrei all'Assemblea di accogliere la proposta del presidente Duilio: fissare il termine per la presentazione dei subemendamenti alle 12,30, dare modo al Comitato dei nove di lavorare fino alle 14,30 e procedere ora fino alla votazione dell'articolo 1.
Prima di proseguire nei nostri lavori, vorrei tuttavia chiedere una precisazione al presidente Duilio: quando parla di termine per i subemendamenti, a quale articolo si riferisce?
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Mi riferisco all'articolo 3.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, ritengo che possa rimanere così stabilito.