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Si riprende la discussione.
(Ripresa esame articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 5 - A.C. 1746-bis)
PRESIDENTE. Riprendiamo pertanto l'esame degli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 5 (Vedi l'allegato A - A.C. 1746-bis sezione 3).
Chiedo al relatore di esprimere il parere.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione accetta l'articolo aggiuntivo 5.0500 del Governo, mentre esprime parere contrario sulle restanti proposte emendative.
PRESIDENTE. Il Governo?
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Marinello 5.05.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, non vorrei assolutamente ripetere argomentazioni già ascoltate in quest'aula, non solo da parte mia, ma anche da parte di tutti i colleghi che hanno sottoscritto e sostenuto la mia proposta emendativa. Tra l'altro, colgo l'occasione per ringraziarli. L'interesse suscitato dal mio articolo aggiuntivo dimostra come in effetti esso sia di assoluto buon senso, come peraltro anche il 5.06, sempre a mia firma. Va da sé che il nostro dibattito e quello di sabato mattina hanno trovato nel paese e sui mezzi di informazione, televisioni e giornali, grande interesse. Di questo argomento si è parlato non soltanto in quest'aula, ma anche nel paese nel corso delle ventiquattro ore successive. Questo dimostra che le argomentazioni da noi addotte non erano assolutamente capziose o inventate, ma che esse entravano nello spaccato dal nostro paese e non riguardavano soltanto una particolare categoria o particolari interessi, come qualcuno ha fatto aleggiare in quest'aula, ma il senso comune della vita quotidiana in settori importanti della nostra società e, in senso più esteso, anche la quotidianità di gran parte dei nostri cittadini. Insomma, esse interessano il paese Italia nel suo complesso.
Noi abbiamo guardato e letto con attenzione la proposta del Governo volta a dare diversa cadenza a quella parte del cosiddetto decreto Visco-Bersani, che noi contestiamo. Innanzitutto, affermiamo che a noi la proposta emendativa del Governo non piace perché appare una posizione di assoluto ripiego. Signor Presidente, tra l'altro noi non contestiamo soltanto la tempistica e le modalità di attuazione, ma il provvedimento anche dal punto di vista del principio.
È per questo motivo che continuo a sollecitare l'Assemblea ad esprimere un voto favorevole sul mio articolo aggiuntivo 5.05. Ciò avviene perché, evidentemente, non poniamo semplicemente un problema di tempistica, ma intendiamo sollevare soprattutto una questione di principio. Noi vogliamo confrontarci ed anche contarci all'interno di quest'Assemblea, proprio perché siamo convinti che gli schieramenti che si creeranno in questa sede troveranno riscontro nell'opinione pubblica del paese!
È stato evidente, tra l'altro, che il dibattito svoltosi in questa Assemblea, al di là della suddivisione tra gli schieramenti, ha interessato anche ampi settori della stessa maggioranza. Mi rivolgo a coloro che si definiscono «moderati» nel centrosinistra, vale a dire ai parlamentari dell'Udeur e della Margherita, nonché a settori dei Democratici di Sinistra, i quali hanno mostrato interesse e sensibilità nei confronti di tale questione.
È proprio questo il motivo per cui mi rivolgo a tali settori, i quali sostengono di essere sicuramente più attenti a questo genere di problematiche, per sollecitare un voto favorevole sul mio articolo aggiuntivo 5.05, affinché, superando anche gli steccati e le suddivisioni politiche, si possa lanciarePag. 59un segnale positivo e, soprattutto, di controtendenza a quel paese reale che da fuori ci osserva.
Ritengo, infatti, che tutto ciò sia notevolmente più importante delle nostre argomentazioni e dello stesso momento che stiamo vivendo in quest'aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Leo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, ricordo che, nella seduta di sabato, si è svolto un ampio dibattito sulla vicenda della tracciabilità dei compensi dei professionisti; con il mio intervento, tuttavia, desidero aggiungere due ulteriori elementi di valutazione. Facciamo l'ipotesi di un soggetto protestato o fallito. Supponiamo che tale soggetto debba sottoporsi ad un intervento chirurgico: quindi, avrà bisogno delle prestazioni di un medico chirurgo.
Ebbene, siccome i soggetti falliti o protestati non hanno la disponibilità di conti correnti, purtroppo dovranno soccombere, poiché non avranno la possibilità di farsi curare: ecco la gravità della normativa in discussione! Taluni soggetti non possono adempiere l'obbligazione connessa alla prestazione professionale poiché non è disponibile lo strumento tecnico, dal momento che non dispongono di conti correnti!
Pensate, inoltre, a ciò che accadrebbe anche ad un soggetto extracomunitario che si deve avvalere, ad esempio, delle prestazioni di un professionista o di un avvocato penalista. In questo caso, infatti, l'extracomunitario ha forse la possibilità di avere a disposizione conti correnti, bonifici bancari, pagamenti tramite bancomat (POS) o quant'altro?
Attraverso questi semplici esempi, si riesce a comprendere bene come la norma in oggetto non funzionerà. Infatti, il cittadino extracomunitario pagherà sicuramente il professionista che ha fornito la propria prestazione in contanti, mentre tale professionista non includerà questa prestazione tra i compensi professionali e non vi pagherà le imposte: ecco a cosa conduce la disposizione proposta dal Governo!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, desidero innanzitutto esprimere il mio rammarico per il fatto che sabato, quando abbiamo affrontato tale importante materia, il viceministro Visco, anziché rispondere all'Assemblea, sia uscito in Transatlantico ed abbia detto ai giornalisti, in quella sede atipica, che con la battaglia che si stava conducendo in aula il Parlamento stava facendo un favore agli evasori fiscali (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale)! Si tratta di un fatto di estrema gravità, perché il dibattito dovrebbe svolgersi in Parlamento e, nel momento in cui si trattano materie importanti, bisognerebbe anche guardarsi negli occhi!
Mi scusi, signor Presidente, quanto tempo ho a disposizione?
PRESIDENTE. Lei ha cinque minuti di tempo a disposizione, perché parla a nome del suo gruppo.
CARLO GIOVANARDI. Allora, cercherò di utilizzarli tutti!
Il primo argomento che intendo affrontare è stato già sviluppato dal collega precedentemente intervenuto. Esistono, infatti, centinaia di migliaia di persone che, in questo paese, non possono aprire un conto corrente, non possono avere una carta di credito (come, ad esempio, i soggetti protestati) e si trovano nell'impossibilità materiale di utilizzare come mezzo di pagamento ciò che la legge impone di impiegare! Ciò perché essi non hanno assegni e non hanno una carta di credito!
Il pagamento in contanti per una somma di 1.000 euro, come sostiene Visco, verrà loro rifiutato, e se si recheranno dall'oculista o dall'avvocato, non saprannoPag. 60come pagarli! Ciò perché, come già detto, vi sono milioni di persone che non possiedono un conto corrente o una carta di credito!
Allora, andate da un direttore di banca, ed egli vi spiegherà che, se devo pagare una prestazione all'anno, perché mi capita di dover pagare un professionista per un importo pari a 100 euro - dal momento che voi confermate tale limite tra tre anni! -, dovrò aprire un conto corrente che, tra gestione e competenze della banca, mi costerà più o meno quanto l'ammontare della stessa prestazione! Ciò avviene perché vi è una tassazione e delle competenze che spettano alla banca, per cui la semplice apertura di un conto e la sua gestione annuale grava sul cittadino per decine e decine di euro. La carta di credito ha un canone annuale e, quindi, per soddisfare una prestazione sono obbligato per legge ad una spesa aggiuntiva tra i 30 ed i 60 euro all'anno. In quale ordinamento, per soddisfare una prestazione si dice: non puoi usare moneta corrente e sei obbligato ad una spesa aggiuntiva per adempiere ad una prestazione?
Vengo ad un altro argomento. Ogni volta che si pagheranno più prestazioni si pagheranno anche le rispettive competenze alla banca, quindi non si pagano 100 euro ma anche 102 o 103. Non si paga più solo la parcella, ma anche la competenza della banca.
Vi è, poi, un'altro argomento. Quando uno paga con banconote di Stato l'obbligazione è soddisfatta, con l'assegno bancario ciò non si verifica, perché tu dai ordine di pagare alla banca, che lo fa se c'è la provvista, ma l'assegno può essere anche a vuoto. Alla certezza di un rapporto giuridico che si estingue nel momento del pagamento con moneta corrente si sostituisce un rapporto con un mezzo di pagamento aleatorio. Pensate ai periti, ad esempio.
C'è una Costituzione, ci sono i principi generali dell'ordinamento. La solvibilità di uno Stato ed i rapporti commerciali si fondano proprio sul fatto che nessuno può rifiutare - in un ristorante, in un negozio o in una prestazione professionale - il pagamento fatto con moneta corrente. In questo caso, invece, si crea un principio per cui non si possono utilizzare banconote di Stato per soddisfare un certo tipo di obbligazioni. Perché tutto questo? Per contrastare l'evasione fiscale? Ma voi così la incentivate! Viceministro Visco, questo sistema vessatorio ed iniquo della tracciabilità agevola il nero, perché induce il professionista a non lasciare alcuna traccia (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)). Oggi, il professionista, magari, fa una parcella ridotta rispetto al pagamento effettivo, un domani non farà neanche questo. Già oggi si stanno verificando fenomeni di questo tipo. Potevo capire se il Governo e la maggioranza avessero deciso di confermare il limite dei mille euro, ma voi con questo emendamento riconfermate che fra tre anni volete passare comunque al limite dei 100 euro, con tutte le controindicazioni - mi rivolgo anche ai giuristi presenti tra i banchi del centrosinistra - che verranno sicuramente censurate dalla Corte Costituzionale, perché vi sono alcuni principi costituzionali che non giustificano questa pseudo-lotta all'evasione fiscale; pensate soltanto all'onere di milioni di assegni e di versamenti effettuati con carte di credito ai fini di un controllo successivo.
Queste sono tutte ragioni per le quali non voteremo la proposta successiva presentata dalla maggioranza. Voteremo, invece, la proposta emendativa che prevede l'abrogazione di questa norma iniqua, vessatoria e inutile [Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Presidente, innanzitutto chiedo di apporre la mia firma a questa proposta emendativa. Tanto è stato fatto - ricordo le discussioni diPag. 61sabato, in cui avevamo dato atto al relatore ed al rappresentante del Governo di aver recepito gli interrogativi, peraltro legittimi, che avevamo posto - che la montagna ha partorito un topolino: il mero differimento di questa norma iniqua.
Mi chiedo: che senso ha differire? Che dovrebbe accadere in questi tre anni di vacatio della norma? Non cambia assolutamente nulla! Vi siete domandati quanto costa pagare attraverso una carta di credito? Circa un 6-7 per cento in più sulla prestazione, una cifra che rappresenta un ulteriore balzello. Voi, che non volevate aumentare le tasse di fatto e di diritto le state aumentando.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Menia. Ne ha facoltà.
ROBERTO MENIA. Signor Presidente, vorrei svolgere una breve considerazione, quasi di ordine culturale. Abbiamo notato con fastidio l'atteggiamento del viceministro Visco: un atteggiamento, sostanzialmente, extraparlamentare. Qui dentro, rifiuta il dibattito; poi esce e dice che l'opposizione avanza proposte a favore degli evasori fiscali. Quindi, vergogna a Visco per il suo comportamento, dentro e fuori il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
E, poi, basta con questa cultura sovietica! Questo sta diventando un paese di spioni e di spiati: spioni e spiati attraverso i telefoni, le carte di credito, i bancomat e via dicendo. Qui, grazie a Dio, non siamo ancora in Unione Sovietica, e non ci vogliamo finire (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, mi riservo di intervenire sui miei successivi subemendamenti.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo semplicemente per svolgere una considerazione di buonsenso; e chiedo un po' di attenzione ai colleghi della maggioranza, poiché, purtroppo, spesso il clima di contrapposizione non consente di ragionare sulle cose fino in fondo.
La proposta del Governo è semplice: rinviare di un anno l'applicazione della norma. Ma il problema di fondo è che questo paese, oggi, non vive in un film di Star Trek. Mi spiego: esiste ancora la carta moneta, e tutti l'abbiamo nel portafogli. Vi invito a fare una riflessione: nei vostri paesi quanti sono, ancora oggi, i pensionati che, anziché farsi accreditare la pensione sul conto corrente, la ritirano in contanti? Sono ancora una buona fetta. Siete davvero convinti che, nel 2009, nessun pensionato ritirerà la pensione in contanti? Siccome saranno ancora tanti i pensionati che avranno in mano la carta moneta, mi spiegate come faranno questi poveri diavoli a pagare il dentista, il medico o chi volete voi? È evidente che una norma del genere non funziona.
Quindi, siccome Star Trek è di là da venire, usiamo un po' di buonsenso!
Vi sono, poi, proposte emendative successive che alzano almeno il tetto limite: infatti, 100 euro sono oggettivamente pochi, e sono pochissime le parcelle inferiori ai 100 euro. Quindi, usiamo un po' di buon senso e vediamo di applicarlo anche a vantaggio dei tanti nostri anziani che non possiedono la carta di credito o il bancomat (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Minasso. Ne ha facoltà.
EUGENIO MINASSO. Signor Presidente, vorrei svolgere una breve riflessione sull'articolo 5. Mi chiedo se ci si renda conto di quanto costi aprire un conto inPag. 62banca. Peraltro, oltre alle città, ci sono gli entroterra, i paesini abitati da contadini, persone semplici e anziani: mi chiedo se non ci si renda conto di quanto sia difficile per loro aprire conti correnti o usare una carta di credito.
Penso che questa maggioranza viva in un altro mondo; e non ne dubito, visto il disegno di legge finanziaria presentato. Essa non capisce che, effettivamente, il fatto di usare la carta di credito - cosa che per tanti sembra ormai scontata - non è così scontato per tante persone semplici, per tanti anziani.
Vorrei riflettere anche sul favore reso alle banche. Io sono ligure e, quindi, leggo attentamente gli estratti conto: non potete immaginare - forse, voi non li esaminate attentamente - quanto costi alle persone normali gestire una carta di credito. Ma, probabilmente, se ne renderanno conto con il tempo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.
GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, spero che il viceministro Visco ci permetta ancora di motivare il dissenso su questa norma senza essere tacciati come coloro che proteggono gli evasori fiscali.
Sono preoccupato - come i miei colleghi - per le fasce deboli, per coloro che hanno meno attitudine all'utilizzo degli strumenti finanziari. Ma sono anche preoccupato, in particolare, per gli effetti che questa norma produrrà. Questa è la norma di chiusura della disposizione sul conflitto di interessi: in altri termini, starà in piedi solo ed esclusivamente quando avremo introdotto nella normativa tributaria il conflitto di interessi fra il prestatore di beni e servizi e il contribuente.
Oggi, al contrario, questa norma incentiva l'evasione: con il nostro sistema fiscale si avrà convenienza a pagare in nero. Allora, visto che ci siamo trovati d'accordo sullo slittamento dei termini, lasciamo il limite dei 1.000 euro per il 2007 e il 2008 e successivamente, nel 2009, rivediamo l'intera normativa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Misuraca. Ne ha facoltà.
FILIPPO MISURACA. Intervengo per sottoscrivere ora l'articolo aggiuntivo 5.05 dell'onorevole Marinello, considerato il fatto che non ho potuto farlo nella seduta di sabato scarso.
Desidero evitare un'ulteriore battuta, dopo quella del ministro Visco, il quale ha dichiarato che i deputati della Casa delle libertà difenderebbero gli evasori fiscali. Non vorrei, colleghi, che il ministro Visco rilasciasse a qualche agenzia di stampa la dichiarazione che adesso noi staremmo aiutando i falsari, dato che, se si riduce la circolazione del denaro, sarebbe meno conveniente falsificare il danaro.
Al di là di queste battute, signor Presidente, mi consenta di dire che i colleghi hanno ben illustrato le motivazioni dell'articolo aggiuntivo in esame. Io vorrei aggiungerne un'altra molto velocemente in queste poche battute che ho a disposizione: ci siamo mai chiesti, nel caso dovessero venire stranieri in Italia che hanno bisogno di assistenza da parte dei professionisti e non possono pagare in contanti, come essi possano fare senza carta di credito o assegni? Bisognerebbe probabilmente rinviare questa norma ad una normativa dell'Unione europea, affinché sia eventualmente la Commissione europea di Bruxelles a decidere circa una norma sulla tracciabilità antievasione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tolotti. Ne ha facoltà.
FRANCESCO TOLOTTI. Signor Presidente, a me sembra che gli interventi di oggi stiano testimoniando la strumentalità di una discussione che sabato si è concentrata sulla insostenibilità dei tempi previsti per il provvedimento.
Lo scorso sabato, gli interventi dell'opposizione erano volti ad ottenere una dilazione dei tempi. Una ragionevole richiesta era stata avanzata, peraltro, anche all'interno del centrosinistra in sede diPag. 63Commissione bilancio. Il Governo, a mio parere, avrebbe fatto bene a considerarla da subito. Il relatore ha opportunamente accettato di dilatare i tempi e di prevedere una scansione più ragionevole e congrua.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 16,20)
FRANCESCO TOLOTTI. A questo punto, la discussione si sposta nuovamente su un altro piano, vale a dire sulla insostenibilità della tracciabilità. Credo che questo sia un modo strumentale e sbagliato di procedere.
L'esigenza di garantire una tracciabilità dei pagamenti è assolutamente condivisibile. A meno che, quando si parla di contrastare l'evasione, non si faccia agire anche in questo campo la ben nota sindrome del Nimby, per cui va benissimo il contrasto all'evasione purchè sia qualcosa che riguardi non noi, ma gli altri.
Non credo che questo debba essere considerato il vero punto della questione e dunque penso che avremo la possibilità, anche per la scansione temporale prevista dalla norma da approvare, di fare le opportune verifiche ed eventualmente di intervenire con aggiustamenti, nel caso in cui il paese sia in questa sorta di sacca di arretratezza, come gli interventi dei colleghi del centrodestra stanno cercando di accreditare (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, io credo che la follia di questa norma risieda nell'obbligo di utilizzo degli strumenti utili alla tracciabilità. È un linguaggio fuorviante quello utilizzato anche dal sottosegretario, che parla di «educare», espressione comunque migliore di «rieducare».
Vorrei aggiungere solo una considerazione, chiedendo di apporre anche la mia firma a questo articolo aggiuntivo: abbiamo parlato di fasce della popolazione, ma forse ci si è dimenticati - e mi rivolgo, in particolare, ai colleghi del centrosinistra e della sinistra che hanno tanto a cuore le sorti dell'integrazione degli emigranti in Italia - della popolazione extracomunitaria. Infatti, vi siete chiesti che cosa comporterà per essa questo vincolo, quanto vessatorio sarà per un extracomunitario dover aprire un conto corrente o chiedere una carta di credito per pagare 150 euro all'avvocato o al medico? Io credo che questa sia una follia: tutti sappiamo che la direzione è quella di un maggior utilizzo degli strumenti elettronici di pagamento. Imporre quest'obbligo è una vessazione...
PRESIDENTE. Deve concludere.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Concludo, signor Presidente. Mi rivolgo ai colleghi della sinistra: questa è una vessazione che subiranno pesantemente i cittadini extracomunitari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Romele. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, intervengo per insistere sul concetto di tracciabilità. Tale concetto deve servire per allineare il corso dei soldi o per creare uno Stato di polizia bulgaro piuttosto che rumeno alla Ceausescu?
Sono convinto che un paese sereno e tranquillo non possa essere vessato da un sistematico tentativo di mettere le mani nel portafoglio della povera gente, incapace di gestire carte di credito o assegni.
Ho l'impressione che la maggioranza e il Governo stiano inventando qualsiasi cosa per compiere tutte le azioni possibili e immaginabili per incattivire la gente, per renderla...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Romele.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI. Signor Presidente, poiché di tali questioni mi sono occupato quando vi era un silenzio assordante, vorrei ricordare che la tracciabilità di per sé è importante, ma non può essere imposta. Infatti, se essa non è agganciata al principio del contrasto di interessi, conduce solo ad un aumento delle attività professionali in nero.
Poiché il ministro Visco tende a ribaltare la frittata, come se l'opposizione non si preoccupasse dei problemi dell'evasione fiscale, vorrei che ciò fosse molto chiaro. Gli studi di settore sono stati inventati dal ministro Visco, che non li ha mantenuti; lo studio di settore è un condono anticipato, quindi su tale materia occorre essere molto precisi. Non ho il tempo per andare oltre, ma agli intelligenti bastano poche parole!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Porcu. Ne ha facoltà.
CARMELO PORCU. Signor Presidente, riteniamo che tale norma, lungi dal combattere efficacemente l'evasione fiscale, crei difficoltà per molti cittadini. Si tratta di difficoltà dovute non all'arretratezza, ma al disagio sociale del quale tutti noi dobbiamo prenderci carico.
È inutile costringere le persone che fino ad ora non hanno avuto l'esigenza di aprire un conto in banca a recarsi negli istituti di credito soltanto per svolgere questo tipo di operazioni. È un'inutile vessazione che colpisce i cittadini più deboli, quelli che non hanno nessuna idea di evadere il fisco o di violare la legge. Quindi, una simile iniziativa va contro i ceti deboli (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'altra sera, quando il relatore Ventura ha chiesto l'accantonamento di questo argomento ho sperato che finalmente le sinapsi cerebrali cominciassero a funzionare.
È giusto quanto affermava un collega dell'Ulivo secondo il quale gli evasori devono essere perseguiti, ma pensiamo anche ai dieci milioni di italiani che non hanno carte di credito né alcun tipo di conto corrente. Pensiamo a queste persone, perché dobbiamo obbligarle ad aprire un conto corrente? Perché dobbiamo consentire che le banche si prendano 2 miliardi di euro?
Ieri sera, noi abbiamo manifestato la nostra contrarietà a togliere alle fondazioni 150 milioni di euro, perché allora dobbiamo obbligare in tal modo dei cittadini indigenti, anziani, che magari non dispongono di un ufficio postale vicino, con il rischio che vengano anche raggirati?
Infatti, se si considera la moneta contante tutti sanno di cosa si tratta, ma nelle transazioni realizzate attraverso l'utilizzo del bancomat o della carta di credito esiste la concreta possibilità di essere raggirati. Andate a vedere alle Poste come i nostri anziani percepiscono la loro mensilità, sebbene molto bassa. La percepiscono in contanti! Se la tengono in tasca! Vanno dal medico, dall'avvocato e dal professionista con i soldi contanti, perché non hanno nessun altro mezzo!
Si tratta quindi di valutare un diverso meccanismo per coniugare la rintracciabilità e la battaglia all'evasione, evitando di obbligare per legge coloro che prima non avevano, un conto corrente, ad aprirlo. È equità questa? Se questa è equità, voi non conoscete il paese reale! A voi sfuggono i problemi delle persone anziane, delle persone sole, degli indigenti, dei portatori di handicap!
Infine, vorrei fare un'ultima considerazione. Chi ha subito un protesto, non potrà andare più da nessuna parte, perché nessuno gli darà più nulla. Se ha bisogno di un medico, noi gli diciamo: devi morire, perché nessuno ti può fornire la prestazione! Ma è una cosa seria, questa? Cercate di svolgere la lotta all'evasione, però tenendo presente che quei 10 milioni di persone che non avevano il conto correntePag. 65probabilmente non lo avranno avuto per un motivo; mica perché erano dei delinquenti, ma perché forse erano poveri, anziani, soli, emarginati! Solo per questo ho pensato che le sinapsi cerebrali funzionassero...! Tuttavia mi devo ricredere, sottosegretario Grandi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Malfa. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Forse è opportuno ricordare cosa è successo sabato scorso in quest'aula con riferimento al tema di cui stiamo discutendo. Lo dico dopo avere ascoltato l'intervento del collega Tolotti e dopo aver letto le dichiarazioni del viceministro Visco sulla «difesa» degli evasori. Le opposizioni sabato scorso hanno illustrato le loro proposte emendative, soppressive o modificative, dell'articolo 5 del disegno di legge finanziaria. Hanno anche chiesto con insistenza che a prendere la parola su questa norma fosse il viceministro Visco. Questi si è consultato con il sottosegretario Grandi - io sedevo al banco del Comitato dei nove e quindi ho assistito alla scena - e gli ha dato alcune indicazioni; dopo di che, il sottosegretario Grandi si è alzato e ha detto: il provvedimento è perfetto, fa parte della lotta all'evasione, noi non lo modifichiamo. Successivamente, ha chiesto la parola il relatore, l'onorevole Ventura, che è un uomo più riflessivo sia del viceministro Visco sia - me lo consenta - del sottosegretario Grandi, il quale ha detto: lo modifichiamo. Quando l'onorevole Ventura ha concluso il suo intervento, ha ricevuto le congratulazioni non dell'opposizione, ma di decine di parlamentari della maggioranza, che si sono recati in processione al banco del Comitato dei nove per dire che si era trattata di una decisione giusta.
Allora, onorevole Visco, capisco che lei sia furioso per questa faccenda, ma è inutile che se la prenda con l'opposizione. Prenda atto del fatto che la sua maggioranza non condivide la violenza con la quale lei ha impostato questi problemi. Se va fuori dall'aula a dire queste cose, è perché non può dirle a quest'Assemblea, perché la maggior parte dei parlamentari del centrosinistra è perfettamente d'accordo con noi nel ritenere che si tratta di una misura inutilmente vessatoria (Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia e Democrazia Cristiana-Partito Socialista), che è destinata ad allontanare ulteriormente l'opinione pubblica dal centrosinistra.
Pertanto, colleghi della maggioranza, se avete il coraggio, mantenete il vecchio testo, in onore del ministro Visco. Se invece volete modificarlo - a noi non sembra che lo abbiate modificato abbastanza - è perché riconoscete che quella norma della finanziaria è una pessima norma che andava abolita!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Desidero sottoscrivere l'articolo aggiuntivo in esame e voglio ringraziare l'onorevole Marinello, che lo ha presentato, perché ci fornisce l'occasione di affrontare questo tema, visto che in sede di discussione del decreto Visco - e, per conoscenza, Bersani - non abbiamo avuto occasione di approfondire questo argomento, perché, come al solito, è stata posta la questione di fiducia.
In realtà, gli scopi per cui queste norme sono state introdotte dal decreto Visco-Bersani sono disattesi dai fatti, perché non si può pensare di costruire un meccanismo di inquisizione fiscale, allo scopo di ridurre l'evasione fiscale, con una regola come questa della tracciabilità dei conti e dell'imposizione dei pagamenti per le prestazioni professionali, attraverso carte di credito, che spingono ed incentivano il sommerso e i pagamenti in nero. Al di là della questione relativa alla privacy, è evidente che emerge una discriminazione tra coloro che sono titolari di conti correnti bancari e tutti coloro che, per diverse ragioni, non lo sono e non possono esserlo e, per di più, si svilisce il significato della moneta corrente. Questo Governo sta prendendo l'ennesima cantonata e ci auguriamoPag. 66che, anche su questo, vi possa essere un ripensamento ispirato al buonsenso e al rispetto dei cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.
PAOLA FRASSINETTI. Intervengo anch'io per sottoscrivere questa proposta emendativa, in quanto la norma predisposta dal Governo, in un solo colpo, penalizza i cittadini e, in particolare, i liberi professionisti, già colpiti dal decreto Bersani. Ritengo, poi, che bisogna rivendicare il diritto e la libertà di poter pagare con denaro contante. In questo modo, il Governo vuole ridurre, in maniera demagogica, la libertà, cercando, del tutto erroneamente, di ridurre l'evasione fiscale. Non è questo il metodo. Bisogna avere la libertà di poter effettuare i pagamenti con denaro contante, anche se si è in possesso di carte di credito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
UGO MARIA GIANFRANCO GRIMALDI. Caro Presidente, nel dichiarare di voler sottoscrivere anch'io questo articolo aggiuntivo, voglio manifestare il mio stato d'animo, da parlamentare di questa Repubblica. Venerdì, prendendo un taxi per andare all'aeroporto, avendo ancora all'occhiello il distintivo di deputato, mi sono sentito quasi aggredire dal tassista, che, non sapendo a quale coalizione politica appartenessi, me ne ha dette di tutti i colori sull'«amico» Prodi. In aeroporto, ho sentito lamentele enormi contro questa finanziaria, ma la cosa più grave, caro Presidente, è che, arrivato ad Enna, nella mia città, un contadino, un povero contadino, che, qualche volta, viene a fare qualche piccolo lavoretto nella mia azienda (Una voce dai banchi di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea grida: In nero!), aspettandomi all'ingresso, mi dice: caro onorevole, io non posso più sentir parlare di questo Prodi! Aveva sempre votato a sinistra. Perché, ad un certo punto, dobbiamo mettere in così grande difficoltà le due categorie: l'utente che paga e il professionista che riceve? Cerchiamo di colpire una sola categoria. L'importo minimo dovrebbe essere non di 100 mila euro, ma di 5 mila euro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marras. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARRAS. Credo ci sia una grande distanza, un solco enorme, tra gli interessi dei cittadini e quelli che ha inteso considerare il ministro Visco. Credo che non conosciate a fondo il tessuto sociale: esistono persone che incontrano enormi difficoltà anche a poter accedere alle banche e agli uffici postali (penso, ad esempio, ai molti luoghi in cui le sedi di tali uffici furono soppresse dal primo Governo Prodi, negli anni 1996-1998). Quindi, vorrei capire come le persone potrebbero riuscire ad usufruire del servizio bancomat o degli assegni. Ritengo poi che la cosa più assurda sia il fatto di dover seguire la difficoltà dei cittadini vessati in questo modo a livello fiscale, cercando di capire realmente dove si trovano e cosa fanno, perché questo è lo scopo reale della vostra amministrazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Paoletti Tangheroni. Ha facoltà.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Signor Presidente, credo sia lei a dover chiedere al Governo di prestare un po' di attenzione.
PRESIDENTE. Prego il rappresentante del Governo di prestare attenzione.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Grazie, signor Presidente.
Domenica, ho fatto una piccolissima indagine nel mio paese, che si trova a 5 chilometri da Pisa (certo, il campione non è rappresentativo), verificando che la maggiorPag. 67parte delle signore, che partecipavano alla messa, non possedeva il conto corrente. Questo è un fatto.
Certamente l'articolo aggiuntivo che state bocciando, oltre ad insinuare una cultura del sospetto pericolosissima, penalizza queste povere signore che si troveranno costrette...
PRESIDENTE. La prego, concluda.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Questa finanziaria è pericolosa; infatti, state creando una società come quelle descritte da George Orwell.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zacchera. Ne ha facoltà
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, signori del Governo, penso che in quest'occasione, come sempre, ci voglia buonsenso. C'è un sistema molto semplice per stanare l'evasione (obiettivo, questo, sul quale siamo tutti d'accordo)...
Presidente anch'io chiedo un minimo di attenzione da parte del Governo. No, non ci siamo... Allora, io sto zitto finché il Governo non presta attenzione al mio intervento.
PRESIDENTE. Prego i colleghi deputati di non disturbare il rappresentante del Governo.
MARCO ZACCHERA. Se il rappresentante del Governo è tranquillo e vuole ascoltarmi, stavo dicendo che c'è un sistema molto semplice per cercare di stanare l'evasione - sempre che non siate degli ipocriti ed intendiate veramente condurre la lotta agli evasori - e che consiste nel rendere detraibili le parcelle professionali; infatti, nel momento in cui si decide che queste ultime sono detraibili, tutti le chiederanno, indipendentemente dal sistema di pagamento scelto. Se veramente volete realizzare la politica della svolta, senza ipocrisia e credendo in quello che fate, rendete detraibili le parcelle! In questo modo ci guadagnerete, perché i professionisti dovranno rilasciare le ricevute e la gente potrà detrarle. Questo è un sistema semplice che eliminerebbe anche le difficoltà burocratiche (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, debbo ritornare sull'argomento affrontato questa mattina. La logica da seguire dovrebbe essere quella di colpire l'evasore fiscale mentre, in questo caso, con tali adempimenti si colpisce non l'evasore fiscale, ma il cittadino, che non ha alcuna responsabilità in relazione all'eventuale evasione del professionista.
Riprendendo, quindi, un concetto che esprimevo questa mattina, ricordando i tempi bui in cui i terroristi usavano lo slogan: «Colpirne uno per educarne cento», rilevo che la politica fiscale del Governo è improntata al principio: «Colpirne cento per, forse, educarne uno».
Ribadisco: i Governi di centrosinistra sono come il lupo, perdono il pelo ma non il «Visco» (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Patarino. Ne ha facoltà.
CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'articolo aggiuntivo Marinello 5.05. La norma della tracciabilità dei conti con la quale vorreste operare il controllo sul lavoro e ridurre l'evasione, in verità è solo un provvedimento inutile e dannoso con cui non riuscirete mai a fare emergere e a combattere ...
PRESIDENTE. Posso chiedere ai signori deputati di non assediare il banco del Governo? Per cortesia, onorevole Franceschini, onorevole Bressa ...
Prosegua, deputato Patarino.
CARMINE SANTO PATARINO. Con questo provvedimento inutile e dannoso non solo non riuscirete mai a fare emergere e a combattere l'evasione, ma riuscirete soltanto a farla crescere e a procurare enormi difficoltà alle classi meno abbienti e soprattutto agli anziani che non hanno per niente l'idea - non la possono nemmeno concepire - di avere una carta di credito o un conto corrente.
Questa, quindi, è soltanto un'ennesima dimostrazione della vostra folle mania di perseguitare la gente e, soprattutto, quella meno abbiente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Picchi. Ne ha facoltà.
GUGLIELMO PICCHI. Signor Presidente, anch'io vorrei sottoscrivere questo articolo aggiuntivo.
Mi sembra che la sinistra viva in una realtà virtuale; infatti, questo Governo non ha la più pallida idea di quali siano le persone in Italia che hanno le carte di credito. Pensate che i precari, i giovani, gli anziani ed gli extracomunitari siano tutti dotati di un conto corrente e abbiano tutti la carta di credito e che per loro sia facile riuscire a sostenere questi costi? A queste vorrei aggiungere anche un'altra categoria di persone che non hanno la carta di credito: si tratta degli italiani all'estero che spesso vengono in Italia e spendono.
Questa norma li obbliga ad aprire un conto corrente e ad avere la carta di credito in Italia. Mi viene il dubbio che, anziché rappresentare i poveri, i deboli, gli italiani, si vada a difendere gli interessi di banche e società che emettono carte di credito (Visa, American Express e quant'altro). Sembra che questo Governo, dopo la norma sulla rottamazione dei frigoriferi e il favore alle Coop per la distribuzione dei farmaci, continui a favorire la grande industria.
PRESIDENTE. La prego di concludere...
GUGLIELMO PICCHI. Il 4 per cento di tasse in più che le carte di credito comportano sarà un aggravio pesante per i cittadini. Vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ravetto.
LAURA RAVETTO. Signor Presidente, intervengo per svolgere tre considerazioni. Innanzitutto, questo articolo porterà pian piano all'abolizione della carta moneta, cosa contraria alla nostra Costituzione. Inoltre, se veramente si vuole realizzare un sistema di questo tipo, bisognerebbe verificarne prima le condizioni oggettive di realizzabilità, che, nella specie, sarebbero eventualmente rappresentate dal fatto che le carte di credito fossero a costo zero. Non si tratta solo di opporsi a questo articolo per il fatto che una persona deve utilizzare la carta di credito perché ci crede, per ragioni culturali, non per imposizione legislativa, ma anche di mettere le persone in condizione di utilizzare questi strumenti senza costi ingiustificati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Iannarilli. Ne ha facoltà.
ANTONELLO IANNARILLI. Signor Presidente, intendo sottoscrivere l'articolo aggiuntivo in esame e svolgere alcune considerazioni. Non solo vi è una tassa per l'emissione della carta di credito, ma anche la percentuale che va alle banche. Sapete benissimo che sono i sistemi interbancari che ricevono questi soldi (dall'1 al 3 per cento). Quindi, cari colleghi, credo che non potremo mai convincere questa maggioranza a cambiare idea. Queste sono soltanto cambiali elettorali; hanno pagato già le cambiali elettorali alle Coop e alle grandi distribuzioni per le medicine, ora pagano un'altra cambiale elettorale alle banche.
Ma la cosa che mi rende perplesso è che qualche giorno fa qualcuno ha detto in questa sede che l'Italia è impazzita; credo che qui di pazzi ce ne siano più diPag. 69qualcuno: Prodi, Visco e Bersani [Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Galli. Ne ha facoltà.
DANIELE GALLI. Signor Presidente, ritengo che questo provvedimento sia ulteriormente limitativo della libertà personale. Voi identificate nei professionisti - e tali li fate apparire - la fonte principale delle evasioni in Italia. Non è così! Un suggerimento vi è arrivato prima; ritenete che questa sia una categoria da tenere strettamente sotto controllo? Il sistema fiscale inglese vi dà grandi suggerimenti su quello che potrebbe essere un rapporto tra professionista e il suo cliente. Ovviamente, cari signori, il fatto di rendere obbligatorio questo tipo di pagamento creerà enormi costi aggiuntivi ai clienti. Ciò mi induce a pensare che questa volontà di favorire il sistema bancario - a pensare male tante volte si ha ragione - non sia nient'altro che riconducibile alla vecchia professione del nostro Presidente del Consiglio, alle sue consulenze con il mondo bancario e a questo suo amore viscerale per il mondo bancario anche internazionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, avendo sentito anche prima i discorsi «privati» di alcuni capigruppo di maggioranza, chiederei al Governo - se il sottosegretario Grandi mi può ascoltare - e al relatore un atto straordinario. Poiché non c'è copertura e si dice che le misure proposte non comportano oneri, invece di dare il parere, ci si rimetta all'Assemblea e vediamo cosa ne pensa il Parlamento su questo articolo aggiuntivo e su questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia). Sarebbe un atto di fiducia verso il Parlamento; si vedrebbe veramente qual è la volontà della maggioranza in quest'aula e non ci sarebbe l'imposizione di un parere che non serve a nulla per la finanziaria, perché è la difesa di un principio ingiusto. È inutile continuare a sbagliare, quando tutti, mi sembra, si siano accorti che si tratta di un errore.
MICHELE VENTURA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Diversi colleghi hanno chiesto di parlare; ora lo ha fatto anche il relatore. Non so se si tratti di un atto straordinario, ma il suo intervento può aiutare la nostra discussione. Darei quindi la precedenza al relatore, a cui do senz'altro la parola.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, colleghi, devo dire che oggi è una giornata probabilmente un po' particolare.
Noi avevamo affrontato con ben altro clima, in Comitato dei nove, questo problema; vorrei, infatti, richiamare l'attenzione sulla circostanza che avevamo allora accolto la richiesta di una scansione diversa, estendendo il limite dei mille euro sino a metà del 2008. Soprattutto, anche se rimanevano fissati a tale proposito alcuni punti fermi, si era in qualche modo subordinato il tutto ad una relazione che il Ministero avrebbe dovuto - e dovrà - presentare nel gennaio del 2008 per verificare l'insieme delle questioni.
Abbiamo invece ora assistito ad un dibattito svoltosi con toni tali che sembra non si sia apportata alcuna modifica. Mi sarei invece aspettato, per lo meno dal punto di vista della correttezza dei lavori parlamentari, che qualcuno avesse riconosciuto che erano state raccolte talune indicazioni; indicazioni non ritenute sufficienti, ma delle quali avrei voluto che si fosse dato atto. Vale a dire, è difficile pensare di poter aprire un dialogo quando anche i mutamenti che apportiamo al testo non sono minimamente apprezzati e valutati (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).Pag. 70
Ho svolto tali considerazioni, signor Presidente, perché la questione diventa ormai una sorta di inutile braccio di ferro; ad esempio, ho ascoltato l'intervento dell'onorevole Leo su chi si trovi nell'impossibilità di aprire conti correnti. Si pone un problema reale; si tratta, quindi, di vedere come affrontarlo e risolverlo: tuttavia, simili questioni non possono sempre essere caricate di una valenza ulteriore rispetto a quella propria dell'oggetto di cui stiamo discorrendo.
CARLO GIOVANARDI. Non puoi fare una legge per risolvere il problema...
MICHELE VENTURA, Relatore. Collega Giovanardi, io non riferisco il tipo di dibattito che abbiamo avuto in sede di Comitato dei nove, con persone autorevoli, di tutti i gruppi.
CARLO GIOVANARDI. Il Parlamento è autorevole...!
MICHELE VENTURA, Relatore. Esatto. E quindi non sostengo l'esistenza di una contraddizione tra il comportamento tenuto in quella sede ed i lavori dell'Assemblea; infatti, mi rendo conto benissimo della necessità della politica di rappresentare un quadro come quello che voi cercate di rappresentare. Poiché, colleghi, non ritengo si tratti di una questione per così dire fondamentale sulla quale si decidono le sorti del paese - e tale non l'avevo ritenuta la scorsa settimana -, ebbene, per tale ragione, chiedo al Governo se esistano gli spazi per una riflessione ulteriore. Chiaramente, il caso non può essere affrontato ora in modo improvvisato in quanto il comma cui si è fatto riferimento nella riformulazione del Governo è concatenato con altri commi. Chiedo, tuttavia, al Governo se per l'appunto ritiene che esistano margini per affinare ulteriormente tale proposta; non vorrei infatti che avvenisse una rottura in questo Parlamento su cosa dovrà accadere a metà del 2009, perché di ciò adesso si sta discutendo. Devo osservare che la questione non mi sembra tale da bloccare il lavoro del Parlamento su una legge finanziaria così importante quale quella in discussione (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Verdi).
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, intanto intervengo sull'importanza della norma. Naturalmente, si possono avere le opinioni più diverse; è normale. Ma il fatto che vi sia una tracciabilità di moneta elettronica è un elemento che può giovare, essendo importante nella lotta all'evasione e all'elusione fiscale. Si prevede inoltre la detrazione di alcune spese. Ad esempio, al Senato, alcuni colleghi dell'UDC hanno avanzato la proposta di rendere detraibili le spese di intermediazione immobiliare.
Il Governo l'ha ritenuta una sperimentazione interessante, tanto che nel decreto Bersani-Visco, lo stesso decreto di cui stiamo ragionando, è stata introdotta una norma che consente di detrarre le spese di intermediazione immobiliare fino a 1.000 euro: possiamo fare di meglio, per carità! Ciò per dire che non vi è una ideologia che privilegia la tracciabilità e un'altra che privilegia invece la detrazione, perché il sistema fiscale italiano - che lo vogliamo o meno - è diverso da quello americano, che prevede la detraibilità ma non conosce l'istituto del sostituto d'imposta. Immaginiamo per un momento se oggi, improvvisamente, non avessimo, nel nostro sistema, i sostituti d'imposta: crollerebbe l'intero sistema fiscale! Si può discutere e può darsi che vi siano anche altri modi, perfino migliori: dico solo che questo è l'architrave del sistema attuale.
Quando è stato affrontato l'esame del decreto Bersani-Visco, divenuto legge dello Stato il 4 agosto scorso, è stato introdotto l'obiettivo di arrivare a 100 euro di moneta elettronica, cioè di tracciabilità, ePag. 71però ci si è resi conto che forse lo scalino era troppo ripido, forse perfino discutibile per alcuni, nessuno lo nega; già allora, quando approvammo quella norma, accettammo l'idea che fosse preferibile avere una scalettatura: un anno a mille, uno a 500 e un altro a 100. Già allora, nel corso della discussione - l'ho seguita io, me lo ricordo bene - rispondemmo che, evidentemente, il primo gradino era certo, il secondo lo sarebbe stato sulla base della verifica dei fatti e il terzo lo avremmo considerato sulla base della verifica del primo.
Oggi, sulla base di una richiesta sopraggiunta dall'opposizione, ma che so benissimo essere un argomento che interessa anche la maggioranza, abbiamo introdotto un periodo più lungo, lasciando sostanzialmente due anni di moneta elettronica a 1.000 euro, poi a 500 e a quel punto, eventualmente, a 100 euro. Abbiamo introdotto una seconda novità, quella per cui a gennaio 2008, prima di arrivare a 500 euro, vi sia la possibilità di verificare con una relazione ufficiale del Governo al Parlamento se l'esperienza non abbia destato problemi. A tale proposito, debbo dire che dal 4 agosto ad oggi problemi non ne abbiamo avuti! Perciò, 1.000 euro rappresentano una tracciabilità, almeno allo stato dei fatti, che non dà particolari problemi. Quando si pone una particolare enfasi su una questione come questa, occorre tenere conto anche dei fatti, perché 1.000 euro sono effettivamente una cifra dentro la quale ragionevolmente è possibile distinguere tra pagamento elettronico e pagamento in contanti.
Vedremo nel gennaio 2008 se l'esperienza ci consentirà di arrivare a 500 euro. Vorrei però anche dire che l'obiettivo di arrivare a 100 euro - e verificheremo tutti insieme se esso sia effettivamente perseguibile sulla base dei dati di fatto - inizierebbe a decorrere dal 1o luglio 2009, quindi vi è tutto il tempo per tornarci sopra.
Vi chiedo però con franchezza una cosa molto semplice. Se noi non avessimo iniziato con la proposta della moneta elettronica a 100 euro, oggi avremmo emendamenti che danno per scontati i mille euro? No! Avremmo avuto la guerra ideologica contro i 1.000 euro. Se non avessimo avuto la scalettatura che prevedeva 500 euro, non avremmo oggi già alcune disponibilità ad accettare i 500 euro come limite normale (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia). In realtà, permettetemi di dirla così: cominciamo con il limite dei 1.000 euro, manteniamo la disposizione del decreto Bersani-Visco. Nel momento in cui dovesse essere verificato che tale esperienza comporta taluni problemi, ci torneremo sopra: abbiamo tutto il tempo per rifletterci sopra. Oggi mi sembra che un anno in più per fare quella esperienza e procedere quindi ad una verifica sulla base di una relazione del Governo nel gennaio 2008, perfino prima di arrivare a stabilire il limite dei 500 euro, sia un tempo congruo per tornarci sopra con assoluta tranquillità. Cancellare l'obiettivo senza avere la dimostrazione pratica che esso non sia realizzabile, mi sembra in questo momento una decisione da evitare (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Reina. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE MARIA REINA. Signor Presidente, per la verità, debbo dire che sono molto sorpreso dal modo in cui il dibattito è stato affrontato: in modo quasi kafkiano, direi. Al di là dello schieramento del centrosinistra e del centrodestra, in realtà, si sono invertite le parti: tutti i parlamentari che appartengono allo schieramento di centrodestra hanno sostenuto una linea che a me pare di assoluto buonsenso e di salvaguardia degli interessi del Governo e del Paese. Diventa molto strano anche quello che lo stesso sottosegretario Grandi - che, peraltro, apprezzo e stimo sul piano personale - ci dice in questa sede, con furbizia retorica degna di mercanteggiamenti levantini. Ma che ragionamenti facciamo dentro il Parlamento?
Vorrei ricordare, a me stesso ed a voi tutti, che, non moltissimi anni fa, abbiamoPag. 72introdotto in questo paese un sistema di assicurazione obbligatoria che è risultato, a confronto con quelli degli altri paesi europei, come il più vessatorio per l'utente italiano. E che dire dell'euro, di cui abbiamo perso memoria, mentre, durante la campagna elettorale, esso è stato oggetto di scontro tra i due poli che si contrapponevano? Ancora, dimentichiamo che al contribuente italiano, al cittadino italiano, ogni banconota da 100 euro costa 20 centesimi, rispetto ai 4 centesimi del cittadino tedesco?
Ancora non abbiamo fatto chiarezza fino in fondo su tutta questa materia e già introduciamo un meccanismo, un sistema che è pericoloso e grave per le fasce più deboli e meno garantite della popolazione, quindi anche per i territori più deboli e meno garantiti, segnatamente per quelli meridionali, quando sappiamo che, proprio in tali territori, da un lato, il costo del denaro è notevolmente più elevato per i cittadini e per le imprese e, dall'altro, il sistema bancario esercita, di fatto, un'azione che, molto spesso, induce sia i cittadini sia le imprese a ricorrere all'usura.
Facciamo questo ulteriore regalo al mondo bancario, com'è stato detto, senza che, in realtà, sia possibile ravvisare una contropartita utile. In ogni caso, gli evasori veri, quelli che evadono...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIUSEPPE MARIA REINA. ... per consistenti somme, troveranno mezzi e modi per evadere, mentre il cittadino comune avrà in regalo da questo Parlamento, ancora una volta, un altro modo per complicarsi la vita ulteriormente...
PRESIDENTE. Grazie...
GIUSEPPE MARIA REINA. ... come se non fosse già abbastanza complicata quella che vive (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia)!
PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto di parlare il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, nel fare riferimento al precedente intervento del relatore, inviterei quest'ultimo a fare chiarezza su quanto è accaduto. Qualche giorno fa, abbiamo deciso l'accantonamento anche dell'esame dell'articolo aggiuntivo Marinello 5.06. Esso propone l'abrogazione della norma che, con una «scalettatura» peggiore rispetto a quella che il Governo ci prospetta adesso, esclude il pagamento in contanti per tutte le prestazioni rese nell'esercizio di arti e professioni: a partire da 1000 euro fino al 30 giugno 2007, a partire da 500 euro fino al 30 giungo 2008 e a partire da 100 euro dal 1o luglio 2008.
Nel Comitato dei nove, il ruolo dell'opposizione è quello di accettare tutti gli emendamenti - in questo caso, quello del Governo - che appaiono migliorativi rispetto ad una situazione che noi riteniamo deteriore per i cittadini. Chiaramente, però, la nostra è un'opposizione sul principio: possiamo ringraziare il Governo, perché ha spostato di un anno il termine relativo ai pagamenti superiori a 100 euro, ma contestiamo comunque il principio, vale a dire il fatto che il Governo possa obbligare la gente a non usare più la carta moneta.
Il passaggio dalla norma contenuta nel cosiddetto decreto Visco-Bersani a quella che ci proponete oggi è migliorativo per i cittadini, avendo voi preso atto che quanto avete scritto nel decreto Visco-Bersani non ha senso. È per questo motivo, del resto, che state cercando di tornare indietro, sia pure in modo soft (come ha spiegato benissimo Grandi, quando ha pronunciato frasi del seguente tenore: «Non lo faremo mai...»; «Adesso faremo 1000 euro, poi 500, poi verificheremo»).
Voi vi siete resi conto adesso - noi già da tre mesi - che questa norma è assurda. Siccome l'articolo aggiuntivo presentato dall'onorevole Marinello c'è ancora, e prevede l'abrogazione totale della norma e non una diversa scalettatura, prendiamone atto.Pag. 73
Sottosegretario Grandi, le chiedo per l'ennesima volta, con l'avallo del vice capogruppo dell'Ulivo presente vicino a lei, di domandare ai singoli parlamentari il loro pensiero su questa norma. Dia loro libertà di voto e allora vedremo.
PAOLO CACCIARI. Siamo liberi!
GUIDO CROSETTO. Chiediamo ad ognuno dei presenti in quest'aula cosa pensa. I problemi reali sono quelli sollevati prima dal collega Leo. Pensate alla persona che, a causa di un fallimento o dell'assenza di un conto in banca, non può pagare le prestazioni mediche: pensate a tale assurdita!
Sottosegretario Grandi, lei pensa che l'obbligo di pagare con carta di credito possa mettere in difficoltà il professionista che ha sempre preso sodi in nero? Prendere soldi in nero era vietato dalla legge, ma adesso che il professionista di cui sopra dovrà pagare con carta di credito si spaventerà di più e continuerà a ricevere emolumenti in nero.
Con questa legge si darà occasione a chi non prendeva soldi in nero di indurre la vecchietta a pagare in contanti e senza ricevuta con la scusa di facilitarla nel pagamento tramite carta di credito. Il risultato di questa norma sarà il contrario di quello che si aspetta il fisco. Infatti, se noi pensassimo, onorevole Ventura, che l'evasione si combatte introducendo un obbligo non dovremmo essere presenti in aula a discuterne: l'obbligo di non evadere è previsto da centinaia di regole. Introdurre una norma che dispone il pagamento con assegni, invece che in contanti, non indurrà la gente a non evadere più.
Il problema si affronta alla radice e non dando una mano di tinta, affermando cioè di aver cambiato tutto.
Questo provvedimento danneggia soprattutto coloro che non hanno dimestichezza con sistemi diversi dal pagamento in contanti. Essi sono molti e non rappresentano soltanto gli evasori, ma quelli che hanno paura di pagare al supermercato con la carta di credito perché temono di essere derubati di denaro che, magari, non hanno.
Signor sottosegretario, torni indietro, non dico esprimendo un parere favorevole ma ponendo in essere un atto coraggioso: dia libertà ai parlamentari di votare; si rimetta al volere dell'Assemblea e vedremo cosa succederà a questo provvedimento e a questi articoli. Secondo me, avendo libertà di voto, il Parlamento si dimostrerà più saggio del Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, come ben detto dal collega Guido Crosetto, il problema è alla base: non possiamo impedire per legge la circolazione della moneta legale; ciò è quanto avverrebbe alla fine del periodo 2008 o 2009, quando tutti i pagamenti al di sopra dei 100 euro saranno vietati. Quindi, è questo il problema poiché voi non soltanto incentivate i pagamenti in nero con tale sistema, ma addirittura dovrete vedervela con una sventagliata di ricorsi alla Corte costituzionale, poiché è illegale bloccare per legge la circolazione legale della moneta.
PRESIDENTE. Constato l'assenza del deputato Volontè che aveva chiesto di parlare: si intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Santelli.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, vorrei tornare alle parole del relatore. Credo che un corretto rapporto parlamentare fra maggioranza ed opposizione consista in una proposta di maggioranza, in questo caso non condivisa assolutamente, per principio, dall'opposizione, e in un lavoro dialettico per tentare di migliorare questa proposta. In precedenza, il relatore ed il sottosegretario hanno riconosciuto che le proteste dell'opposizione hanno permesso che la proposta tenesse anche conto di alcuni inevitabili disagi per la popolazione. Da questa trattativa, però, non si può determinare che l'opposizione torniPag. 74indietro nel riconoscimento di un principio per noi sbagliato. Infatti, a nostro parere, non è in discussione la lotta all'evasione fiscale - che noi condividiamo - poiché, sostanzialmente, siamo di fronte ad una cambiale pagata anche ai grossi banchieri che si sono succeduti nelle file di coloro che alle primarie hanno riconosciuto un voto all'Ulivo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, innanzi tutto vorrei dire al relatore, amichevolmente, che non esistono autorevoli esponenti del Comitato dei nove ma esistono 630 autorevoli colleghi che hanno il diritto e il dovere di entrare nel merito delle questioni. Infatti, se si discute in seduta plenaria delle questioni che, prima, sono state esaminate dalla Commissione, è proprio perché l'Assemblea è la sede in cui deve avvenire il confronto. In tal modo, si permette a tutti i parlamentari di entrare nel merito delle questioni importanti.
Devo aggiungere che l'onorevole relatore, a mio avviso con onestà intellettuale, ha affermato qualcosa di importante, cioè che questa norma offre già profili che sono insolubili, nel senso che, oggi, non si è in grado di dare una risposta alla domanda volta a chiarire in che modo possano pagare una prestazione coloro che, con la norma in vigore, non sono titolari di conto corrente e non posseggono una carta di credito. Il relatore ci ha assicurato che il problema sarà affrontato e saranno individuate alcune soluzioni. Ciò vuol dire che, in questi tre mesi, tutti coloro che hanno ricevuto una prestazione professionale, da parte del perito filatelico, dell'oculista, dell'avvocato o del commercialista, hanno pagato con banconote, evadendo la norma - una specie di grida manzoniana - del Parlamento che li obbliga a fare qualcosa che è impossibile fare. Oggi, è impossibile per costoro, domani, lo sarà per coloro che, per una questione di principio, non vogliono versare 50 euro all'anno ad una banca soltanto perché, per una volta, devono staccare un assegno e che ritengono che il nostro ordinamento non debba essere stravolto.
Se il ministro Visco non avesse affermato, intervenendo alla festa dell'UDC, che questo è soltanto il primo passo per eliminare la circolazione delle banconote nel nostro paese e per rendere tracciabili tutti i pagamenti, tutti, eliminando la carta moneta, forse non ci sarebbe stato neanche questo allarme. Questa sorta di bomba atomica che egli vuole utilizzare su 56 milioni di italiani, per evitare, senza riuscirci, l'evasione fiscale, è qualcosa che preoccupa. Già oggi, signor sottosegretario, senza aspettare che la Commissione ne verifichi l'impossibilità di attuazione, e senza la minaccia di arrivare a 100 euro, è evidente che si tratta di una norma sbagliata. Non vedo perché il Parlamento, soprattutto se il Governo si rimette alla volontà dell'Assemblea, non possa correggere un errore che sarà stato pure commesso in buona fede. A seguito delle riflessioni e degli approfondimenti di queste giornate parlamentari, mi sembra che le controindicazioni emerse siano talmente gigantesche, macroscopiche ed evidenti da portare alla abrogazione della norma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Villetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, il relatore e il Governo hanno compiuto uno sforzo su questa proposta emendativa, rispetto alla quale, onestamente, credo che le perplessità e i dubbi siano moltissimi. Tra l'altro, non credo che il buonsenso si divida tra destra e sinistra: ritengo che dovrebbe accomunare tutti. Intravedo il rischio di non riuscire a combattere con maggiore efficacia l'evasione fiscale con questa norma. Sono favorevole a controlli assolutamente penetranti e ritengo che in questo paese, nel quale tutti abbiamo l'impressione di essere sottoposti a intercettazioni, gli unici controlli che non funzionano sono quelli del fisco. Lungi da me parlare di un «grande fratello» che controlli tutti fiscalmente,Pag. 75ma dobbiamo esaminare la questione nel merito e, nel merito, la questione è semplice. Ritengo che questa norma potrebbe addirittura incentivare l'evasione (Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale). Infatti, ci troviamo in una situazione nella quale chi non è titolare di conto corrente bancario, chi non possiede una carta di credito o un Bancomat paga il professionista in contanti (Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale). È molto semplice. Anziché assicurare la tracciabilità, questa norma tende a favorire la non tracciabilità. Lo sforzo compiuto è stato notevole.
Tuttavia, ritengo che il Governo, se vuole al mantenere all'interno dell'aula un confronto corretto tra maggioranza ed opposizione, debba non solo andare incontro, come ha fatto il relatore, ma forse anche riflettere maggiormente su tale questione. Infatti, le modalità tecniche, il modo in cui si svolge e la macchinosità di quanto previsto autorizzano alcuni dubbi che non sono avanzati solo dall'opposizione, ma che serpeggiano anche all'interno del mio gruppo, in cui alcuni membri ritengono che tale norma non sia ispirata al buonsenso. Pertanto, mi appello al relatore perché vi sia un ulteriore ripensamento. Abbiamo già accantonato l'esame di questo articolo aggiuntivo, possiamo procedere ad un ulteriore accantonamento e riflettere ulteriormente. Non si capisce perché si debba andare rapidamente a votare una norma che, a mio avviso, è contro il buonsenso [Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e Verdi e di deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
MICHELE VENTURA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, vorrei replicare in maniera rapidissima per poi avanzare una proposta. La replica rapidissima vuole continuare il dialogo portato avanti con l'onorevole Crosetto. La lotta all'evasione va fatta sicuramente alla radice. Tuttavia, occorre mettersi d'accordo su un punto: essa in precedenza non è stata evidentemente fatta perché siamo di fronte ad un fenomeno che si è esteso. Quindi, stabilire che si è d'accordo sul fare una lotta all'evasione alla radice è già un fatto importante, per quanto riguarda tutti i gruppi presenti in quest'aula.
Colleghi, ho ascoltato il sottosegretario Grandi, che ringrazio per il suo intervento. Vorrei avanzare la seguente proposta, sperando che venga colto lo sforzo ad essa sotteso. «Dopo l'articolo 5, aggiungere il seguente. Art. 5-bis - 1. All'articolo 35 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, il comma 12-bis è sostituito dal seguente: "A decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto e sino al 30 giugno 2008, il limite, di cui al quarto comma dell'articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, introdotto dal comma 12 del presente articolo, è stabilito in 1.000 euro. Dal primo luglio 2008 al 30 giugno 2009 il limite è stabilito in 500 euro. Entro il 31 gennaio 2008 il ministro dell'economia e delle finanze presenta al Parlamento, per il parere delle competenti Commissioni, una relazione sugli effetti derivanti dall'applicazione del presente comma. Con decreto del ministro dell'economia e delle finanze, adottato sulla base del parere delle competenti Commissioni, è stabilita la data a decorrere dalla quale vengono stabiliti limiti ulteriori e comunque non inferiori a 100 euro". - 2. La previsione del comma precedente non si applica quando esistono condizioni impeditive di carattere oggettivo» (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
LUCIANO VIOLANTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 76
LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, il relatore ha prospettato un testo che andrebbe letto personalmente, perché il solo ascolto potrebbe creare problemi. Tuttavia, esso affronta due delle questioni che sono state poste.
La prima questione è quella relativa alla fissazione di un limite inferiore a 500 euro; la seconda concerne, invece, le condizioni impeditive, vale a dire quelle che riguardano il cittadino fallito, il protestato, chi vive in luoghi ove non vi è nemmeno uno sportello bancario e via dicendo.
Mi sembra che tali questioni siano state presentate con un bilanciamento accettabile perché, per un verso, resta il meccanismo previsto per la lotta all'evasione - un punto fondamentale che ritengo condiviso da tutti -, mentre, per l'altro verso, si lascia al rapporto tra il Governo e il Parlamento, dopo la presentazione della relazione da parte dell'Esecutivo, la valutazione delle condizioni per fissare, se necessario, un limite inferiore a 500 euro. Comunque, se si dovesse scendere al di sotto di tale soglia, ciò avverrà attraverso l'instaurazione di un rapporto tra Governo e Parlamento, ed in ogni caso considerando un limite superiore a 100 euro.
Il secondo dato che è emerso risulta altrettanto importante, poiché risponde alla giusta obiezione, avanzata da numerosi colleghi, rispetto all'esistenza di condizioni impeditive di carattere oggettivo. Tali condizioni impeditive non significano che un soggetto non voglia pagare, ma che esistono dati oggettivamente verificabili.
Qualcuno potrebbe domandare come potranno essere verificati tali dati e come si potrà operare in determinati casi. Credo che, in detti casi, spetterà all'amministrazione indicare come registrare tale tipo di pagamenti, in modo tale che si possa successivamente verificare come, in realtà, una certa persona fosse protestata o fallita, oppure versasse in condizioni tali da non poter agire diversamente. Mi riferisco, ad esempio, allo straniero immigrato che non dispone di un conto corrente, perché è appena arrivato nel nostro paese e non possiede documenti idonei.
Credo, allora, che il relatore abbia fornito una risposta alle questioni che sono state sollevate in questa sede, sulla linea dell'intesa raggiunta nell'ambito del Comitato dei nove. È vero, come ha affermato qualche deputato, che ciò che vale è il confronto in Assemblea, tuttavia, cari colleghi, è altrettanto vero che nel Comitato dei nove si lavora anche per questo; in altri termini, in quella sede si opera per preparare il terreno, affinché si arrivi in aula con un campo «arato».
Pertanto, sussiste un rapporto tra quanto accade in quella sede e ciò che avviene in Assemblea, ed è bene che quello che succede in quest'aula non risulti essere contraddittorio con quanto si afferma nel Comitato dei nove.
Fermo restando ciò, mi sembra francamente che il testo proposto dall'onorevole relatore risponda ad una serie di obiezioni che sono state formulate, senza tuttavia venir meno alla linea che noi difendiamo e che è stata correttamente evidenziata dal sottosegretario Grandi.
Non so se il relatore sia d'accordo, ma forse il suo testo dovrebbe essere visto dai colleghi; nel frattempo, potremmo procedere con la trattazione delle restanti proposte emendative, in modo che i deputati possano esaminarlo e, successivamente, esso possa essere posto in votazione (Commenti - Una voce dai banchi dei gruppi di opposizione: Vergogna!).
PRESIDENTE. Un attimo soltanto, colleghi! Chiedo all'onorevole relatore di esprimere il proprio orientamento su quanto testé ipotizzato.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, chiedo di sospendere brevemente la seduta, per consentire la riunione del Comitato dei nove.
PRESIDENTE. Sta bene. Sospendo pertanto la seduta.
La seduta, sospesa alle 17,20, è ripresa alle 17,45.
PRESIDENTE. La Presidenza informa che la riunione del Comitato dei nove èPag. 77ancora in corso e che si sta svolgendo un lavoro approfondito sul testo. Pertanto, sospendo nuovamente la seduta.
La seduta, sospesa alle 17,45, è ripresa alle 18,10.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
Attendiamo che i membri del Comitato dei nove prendano posto...
ELIO VITO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Onorevole Vito, le darei la parola sull'ordine dei lavori dopo avere ascoltato il relatore sull'esito della riunione del Comitato dei nove.
ELIO VITO. Signor Presidente, vorrei intervenire su un'altra questione.
PRESIDENTE. Allora prego, ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, il mio intervento non ha nulla a che vedere con la sospensione dei lavori dell'Assemblea, ma riguarda un'altra questione.
Come lei sa, il Presidente Bertinotti ha preannunciato - e lo ringraziamo - la volontà di convocare la Conferenza dei presidenti di gruppo per dare ordine e certezza ai lavori dell'Assemblea nel corso di queste giornate, e per fissare gli orari di inizio e di sospensione delle sedute.
Tuttavia, signor Presidente, riteniamo un'incredibile prova di arroganza e di protervia da parte della maggioranza, oltre che di mancanza di rispetto nei confronti della Conferenza dei presidenti di gruppo e dello stesso Presidente Bertinotti, il fatto che sia stato inviato ai deputati de L'Ulivo il seguente messaggio: «Fino al 19 novembre le interruzioni dei lavori d'aula saranno dalle 14 alle 15 e dalle 20,30 alle 21, con voti fino alle 24. Dopo le pause, voto immediato. Quartiani, Giachetti».
Ora, che vogliate appropriarvi del disegno di legge finanziaria, rientra anche nei poteri della maggioranza. Ma, cari colleghi Quartiani e Giachetti, che voi vi sostituiate al Presidente Bertinotti ed alla Conferenza dei presidenti di gruppo, stabilendo da soli gli orari di inizio e di conclusione delle sedute dell'Assemblea, ciò evidentemente non è accettabile (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale - Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
Presidente, vorrei che questo comportamento da parte del principale gruppo di maggioranza fosse formalmente censurato e smentito dalla Presidenza. O noi dobbiamo ritenere inutile partecipare alla riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo!
Sono certo della buona fede delle intenzioni della Presidenza nell'aver convocato la Conferenza dei presidenti di gruppo. È, quindi, evidente si debba affermare che l'orario dei lavori - che con arroganza e arbitrariamente è stato indicato dai colleghi Quartiani e Giachetti - non debba essere stabilito dalla maggioranza, ma appartenga a quella condivisione delle regole che abbiamo sempre attuato insieme (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Non ho dubbi, onorevole Vito, che i lavori dell'Assemblea saranno - e non potrà non essere così - regolamentati dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, che sta per riunirsi. Quindi, questa è da intendersi come un'iniziativa privata interna all'organizzazione della presenza di un gruppo. Ciò, ovviamente, non precostituisce nulla rispetto a quanto dovrà valutare la Conferenza dei presidenti di gruppo.
In ogni caso, la ringrazio e do la parola al relatore, che darà conto dell'esito della riunione del Comitato dei nove.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, colleghi, si è svolta la riunione del Comitato dei nove, ed abbiamo formulato alcune ipotesi di modifica rispetto al testo dell'articolo aggiuntivo del Governo.
Io avevo avanzato una proposta di riformulazione tenendo presenti osservazioni che erano venute dall'aula, da tutti iPag. 78settori. Devo svolgere un ragionamento rivolto anche ai gruppi della maggioranza che avevano sostenuto questa iniziativa, in quanto mi sono trovato di fronte a un fatto di cui devo dare conto all'aula con molta chiarezza.
In effetti, mi ero riferito alle precedenti riunioni del Comitato dei nove come se avessimo raggiunto un accordo. Tuttavia, anche notando lo squilibrio nei toni che si sono usati nel confronto all'interno del Comitato dei nove e nel dibattito di oggi in aula, è emersa l'assenza di una reale proposta condivisa da tutti sulla riformulazione del testo.
Quando, ad esempio, abbiamo accolto gli emendamenti proposti dal collega Leo circa le difficoltà di attuazione delle norme che si potevano intravedere, è del tutto evidente che l'individuazione delle situazioni oggettive alle quali fare riferimento avrebbe dovuto essere affidata ad un decreto, la cui disposizione alla fine sarebbe stata inclusa nel nuovo testo.
Analogo ragionamento può essere riferito alla modifica della «scalettatura» sulla tracciabilità dei pagamenti, quando abbiamo ipotizzato una relazione del ministro dell'economia e delle finanze circa il passaggio ai 100 euro.
Se vi è un'apertura da parte del relatore e del Governo per andare incontro ad alcune esigenze ed istanze che vengono sollevate, si potrebbe concludere rapidamente un accordo attraverso uno scambio di opinioni, così come si è tentato di fare nel Comitato dei nove.
Tuttavia, se alcune richieste diventano un pretesto per prendere tempo, come la richiesta della riapertura del termine per la presentazione dei subemendamenti, quando invece è possibile concordare sul testo base in discussione in aula - grazie alla relazione che il Governo dovrà presentare sullo slittamento di un anno relativo al pagamento in contanti fino ai 1.000 euro che rende quindi le norme condivisibili da tutti -, ho deciso, colleghi, di ritirare la proposta che avevo avanzato in questa sede, per una questione di responsabilità e di serietà, nonché di lealtà nei rapporti. Pertanto rimane il testo formulato dal Governo, che chiedo alla maggioranza di sostenere in modo convinto (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori anche se, parzialmente, il collega Ventura ha giustamente già sollevato la questione.
Prima vi è stato un fraintendimento delle parole del relatore Ventura, che sembrano far capire che nella precedente riunione del Comitato dei nove vi fosse stato un accordo su una modifica del testo. Ciò non è avvenuto: semplicemente si è svolta una discussione ed ognuno ha posto le sue questioni. È stato recepito dal Governo lo slittamento di un anno, ma non si è giunti ad un testo condiviso.
Questo lo dico per chiarezza e per non creare fraintendimenti, dal momento che il presidente Violante nel suo intervento si era riferito ad una sorta di accordo nel Comitato dei nove, il quale non è stato preso e non si è raggiunto neanche stasera.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Jannone. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Presidente, intervengo solo per stigmatizzare questo metodo assolutamente inaccettabile di procedere in modo empirico, disordinato, nell'esame degli emendamenti e delle proposte emendative del relatore.
Stiamo discutendo di un tema, l'uso della moneta, che investe l'intero paese, che tocca l'intero sistema economico. Il clima di incertezza che state generando, continuando a legiferare e a delegiferare, cambiando posizione su tutti gli argomenti che toccano la vita civile del paese, sta bloccando interi sistemi economici, interi comparti produttivi.
Il mercato immobiliare prima del vostro avvento stava andando benissimo, mentre oggi è totalmente fermo a seguito del clima di incertezza che avete generato. Lo stesso vale per il commercio al minuto e per altri settori dell'economia.Pag. 79
La responsabilità gravissima a cui siete chiamati con il clima di incertezza che create nel sistema economico del paese è assolutamente evidente e viene percepita da tutti i cittadini. Il danno che state recando al paese sarà visibile solo nei prossimi mesi, ma già oggi dalle statistiche risulta chiarissimo che l'avvento del vostro Governo sta creando disastri davvero gravi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
ALBERTO GIORGETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, sento la necessità di replicare alle considerazioni svolte dall'onorevole Ventura, perché francamente non accetto più forzature su ciò che sta accadendo e sulla chiave di lettura dei lavori dell'Assemblea con riferimento a questo articolo.
Onorevole Ventura, quanto da lei ricostruito non è esattamente vero. Innanzitutto, la maggioranza e il Governo non hanno presentato un testo condiviso; avete presentato due o tre formulazioni in sede di Comitato dei nove, sulle quali anche durante la parte finale della riunione del Comitato non vi era un testo pienamente condiviso. Avete lavorato più volte su una formulazione che non risolve le questioni poste dall'Assemblea; infatti, l'intervento fondamentale doveva essere svolto sull'articolo 12 più che sull'articolo 12-bis.
Inoltre, bisogna finirla di far passare come una teorica, gentile concessione...
PRESIDENTE. Onorevole Giorgetti!
ALBERTO GIORGETTI. Presidente, ho chiesto più volte di intervenire sull'ordine dei lavori, ma lei non me l'ha mai consentito; pertanto mi permetta di concludere le mie considerazioni.
PRESIDENTE. Se il suo è un intervento sull'ordine dei lavori, ha ancora tempo a disposizione. Avrebbe dovuto precisarlo lei quando ha chiesto la parola.
ALBERTO GIORGETTI. Grazie, Presidente.
Non accettiamo più di essere coinvolti in una logica secondo la quale il relatore, per gentile concessione, ritiene di dover lasciare spazio a temi emendativi che non entrano nella sostanza delle questioni. Ciò è inaccettabile! Lo dico con chiarezza al relatore, alla maggioranza e al Governo: vi dovete assumere la responsabilità di presentare proposte emendative in questa sede, se ritenete di migliorare il testo, e resta facoltà e dovere dell'opposizione contestare le proposte presentate decidendo in piena autonomia se esprimere un voto favorevole o contrario. Ma non è mai accaduto, nel rapporto tra la Commissione e l'Assemblea con riferimento alla legge finanziaria, che alle proposte di modifica del testo debba corrispondere necessariamente un voto favorevole da parte dell'opposizione.
Questo messaggio è stato reso anche dall'onorevole Violante, secondo il quale sembrava che si volesse mettere in discussione la credibilità dei rapporti all'interno del Comitato dei nove. Mai in sede di Comitato dei nove abbiamo raggiunto accordi su proposte di miglioramento del testo; questo deve essere chiaro una volta per tutte (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)! Infatti, in più passaggi voi fate riferimento ad un senso di responsabilità che abbiamo dimostrato in ogni sede.
Colleghi, avete svolto una serie di interventi su sollecitazione della maggioranza perché si tratta di interventi di buonsenso; infatti sapete molto bene che se la finanziaria sarà approvata nell'attuale formulazione nel paese si creerà un clima di ostilità, in quanto si tratta di proposte che non stanno né in cielo né in terra. Anche su quest'ultimo argomento proponete una riformulazione e poi spiegherete agli italiani con quale decreto interverrà il Ministero dell'economia per decidere le fattispecie per esulare dai limiti legati ai 100 euro piuttosto che ad altro. Spiegherete ai cittadini con quali certificazioni dovranno presentarsi ai liberiPag. 80professionisti per dimostrare se si possa pagare in contanti o con assegni.
Questa è una follia, colleghi! Noi stiamo lavorando su una proposta - peraltro, finalmente andiamo al voto -, in relazione alla quale ognuno si assumerà le proprie responsabilità sull'abrogazione o meno del testo. Se avete delle proposte, formulatele, ma non venite a chiedere in sede di Comitato dei nove percorsi di accondiscendenza, in un clima che non esiste!
Pongo solo questa considerazione, in particolar modo all'onorevole Violante. Rispetto al quadro di sabato, forse avete dimenticato che sono state presentate più di ottanta proposte emendative, su cui c'è difficoltà a svolgere attività subemendativa. In quella fase, in sede di Comitato dei nove, ci siamo dimenticati che c'è stata l'attività emendativa del Governo con oltre ottanta proposte emendative! Adesso veniamo richiamati alla corresponsabilità intorno al miglioramento di un testo che andando avanti su questa strada viene peggiorato e deteriorato.
Allora, colleghi, ognuno si assuma le proprie responsabilità. La maggioranza avanzi le proposte, mantenga l'emendamento del Governo oppure, se decide di cambiarlo, presenti altre proposte di modifica, com'è nella sua facoltà. L'opposizione faccia il suo dovere, valutando le questioni nel merito e decidendo al meglio i propri comportamenti, ovvero in questo caso votando contro (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Mi vorrei rivolgere al relatore, onorevole Ventura, il quale aveva avuto un sussulto di orgoglio, condivisibile. Lo stesso onorevole Violante aveva cercato di interpretare bene la questione. Ciò andava nel senso dell'intervento che sto facendo da due o tre giorni, di considerare cioè gli impedimenti oggettivi, elencarli e vedere quali categorie di persone escludere da questa rintracciabilità: le persone anziane, le persone sole, quelle analfabete, quelle con problemi fiscali, che non hanno la possibilità di avere la carta di credito.
Il relatore invece, con un colpo di spugna, ci butta a monte tutto il lavoro svolto in questi giorni! Questo non mi pare sia onesto e corretto. Vi sembrerà strano, ma ho molto apprezzato l'intervento dell'onorevole Violante e credo che si sarebbe potuto trovare un punto di accordo su quanto proposto. Se lei, onorevole Ventura, ritira la sua modifica emendativa, noi come gruppo saremo costretti a votare contro. Se lei invece la mantiene, cercando di migliorarla, noi ovviamente, sapendo che non possiamo pretendere troppo e di più, la voteremo, seppure con molte difficoltà.
Per questo la invito a ripresentarla e non a ritirarla, perché noi siamo per migliorare il testo, anche perché il «tanto peggio tanto meglio» non lo condividiamo. Però non condividiamo nemmeno l'arroccamento, a paraocchi di cavallo, di chi dice: noi siamo la maggioranza, quello che abbiamo fatto, anche se sbagliato, lo portiamo avanti! Questo perché noi vogliamo e dobbiamo pensare di più al paese e a tutte le fasce deboli!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Peretti. Ne ha facoltà.
ETTORE PERETTI. Noi vogliamo comunque ringraziare il relatore e il Governo perché in aula è nata una discussione vera, ci sono state sollecitazioni vere partite dall'opposizione, che ha chiesto al relatore e al Governo di rivedere le proprie posizioni in merito ad una questione rilevante come quella della tracciabilità dei mezzi di pagamento. Vi è stata una disponibilità del Governo e del relatore a rivedere queste posizioni, a riformulare l'articolo aggiuntivo, quindi con una proposta diversa da parte del relatore e della maggioranza. Una verifica operata ulteriormente nel Comitato dei nove ha portato poi l'opposizione a stabilire che la modifica proposta comunque non va bene.Pag. 81Ci saremmo aspettati dal relatore e dal Governo magari qualche sforzo in più e un po' di coraggio in più, invece le cose sono andate diversamente. Comunque, noi ringraziamo ugualmente il relatore e il Governo e andiamo avanti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Raiti. Ne ha facoltà.
SALVATORE RAITI. Onorevole Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, voglio innanzitutto ringraziare a nome del gruppo dell'Italia dei Valori sia il Governo, sia il relatore, sia il presidente della Commissione per il lavoro svolto, anche in sede di Comitato dei nove.
Le questioni poste dalla Casa delle Libertà senza dubbio hanno un fondamento e noi le abbiamo accolte. Continuiamo, inoltre, a sforzarci di ragionare - credo questa sia una sensibilità, non solo dell'Italia dei Valori, ma di tutta l'Unione - per non aggravare quelle fasce di cittadini già evidenziate negli interventi posti a fondamento della richiesta di revisione da parte del centrodestra. Lungi da noi l'intento di creare ulteriori vincoli, ostacoli e difficoltà per i cittadini; ci rammarichiamo del fatto che, nonostante gli sforzi compiuti, non è stato possibile oggi trovare una posizione condivisa da ambedue gli schieramenti.
Il testo del Governo, comunque, è di certo un passo avanti e per questo esprimiamo voto favorevole su di esso, coscienti che la norma del decreto Bersani con questo emendamento viene modificata - e così andava fatto - in senso migliorativo. Tra l'altro, il testo del Governo ci consente di monitorare, nel corso degli anni a venire, grazie al test concreto che verrà effettuato, se ci saranno difficoltà insormontabili. Avremo così tempo, se vi saranno lo spirito costruttivo e la voglia di confronto e di dialogo, di provvedere, su nostra iniziativa, della maggioranza e del Governo, al suo miglioramento.
È importante ribadire che vogliamo mantenere la direttiva, condivisa da tutti in quest'aula, della lotta all'elusione e all'evasione fiscale. Cercheremo, nel corso di questi anni, di contemperare le due esigenze, ma lungi da noi dell'Italia dei Valori e da tutta l'Unione creare ulteriore aggravio per le fasce deboli. L'emendamento del Governo va in questa direzione e pertanto noi lo voteremo (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Germanà. Ne ha facoltà.
BASILIO GERMANÀ. Dal momento che non mi è stato possibile intervenire precedentemente, quando si parlava della questione relativa all'ICI, colgo l'occasione per far notare al sottosegretario Grandi che è un nostro diritto presentare proposte emendative, così come è stato per voi quando eravate all'opposizione. L'emendamento presentato dal deputato di Forza Italia Marinello ha una logica ed esprime un fatto di principio. Caro sottosegretario, ritengo che vivete realtà diverse. Lei pensi, per un attimo, alle zone disagiate della mia terra, la Sicilia, o di regioni come la Calabria, la Puglia e la Sardegna, laddove c'è il pastore che chiede di avere l'erbaggio per un anno ed è abituato, perché è una consuetudine, a pagare con formaggi o con agnelli oppure a prendere l'uliveto per dare olio. Se così stanno le cose, costui diventa un evasore fiscale. Vivete proprio due culture diverse e, per questo, sosteniamo l'emendamento Marinello.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Ci rendiamo conto che si tenta di fare uno sforzo per modificare l'articolo di cui stiamo discutendo. Il presidente del nostro gruppo, intervenendo precedentemente, ha spiegato le ragioni per cui abbiamo ritenuto di chiedere al relatore e al Governo di accantonare questo emendamento, per tentare di discuterne, nella ricerca di una soluzionePag. 82tesa a migliorare la questione affrontata. Questo, però, non è stato possibile. Riteniamo, dunque, di riconfermare quello che è stato già detto e ci asterremo su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Elpidio. Ne ha facoltà.
DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, ringraziamo il relatore, il Governo e tutta la Commissione per il lavoro che sin qui è stato svolto per cercare di migliorare il testo che noi Popolari-Udeur ci accingiamo a votare. Un miglioramento che comunque non ci soddisfa pienamente e che pensiamo possa essere effettuato ulteriormente nelle fasi successive.
Abbiamo notato, però, che nell'ultima riunione del Comitato dei nove c'è stato un tentativo di rallentare i lavori che noi, invece, vorremmo velocizzare perché non si dica che abbiamo riservato troppo tempo della nostra discussione solo a questi temi, che consideriamo importanti e fondamentali; infatti, vorremmo avere la possibilità di esaminare attentamente i tanti articoli ed emendamenti e i restanti problemi che ci interessano e di cui vorremmo discutere.
Siamo comunque parlando - e lo voglio ricordare - di un provvedimento che nella parte che più dà noia trova applicazione nel 2009; ritengo che il buonsenso prevarrà e che durante l'arco di tempo che ci separa da quella scadenza sicuramente saranno individuate le formule più adatte per sollevare i cittadini, che noi non vogliamo assolutamente vessare, da pratiche ed incombenze fastidiose. La fantasia non manca - concludo con una battuta -: abbiamo ascoltato che c'è anche il «caciomat», cioè il pagamento con le caciotte, ma su questo ci riserviamo approfondimenti ulteriori nella fase successiva, per trovare una soluzione più seria ed adeguata (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, purtroppo quando l'aula si ferma non c'è poi la buona novella e la situazione addirittura peggiora. Vorrei, però, ricordare sia al relatore sia al sottosegretario Grandi che l'intervento dell'onorevole Villetti è stato discriminante, in quanto ha affermato che questo provvedimento aiuta l'evasione. Tale osservazione è venuta non dai banchi dell'opposizione, ma da quelli della maggioranza e il fatto che essa sia sorda a questa sollecitazione mette in grave discussione la sovranità del Parlamento.
Poc'anzi ho sentito che il gruppo dell'onorevole Villetti si asterrà; quindi, vuol dire che il ricatto è avvenuto fino in fondo.
PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste o intervento e la situazione è stata chiarita dal relatore: il relatore conferma la sua adesione al testo del Governo. Con la sua dichiarazione il relatore ha aperto una discussione sul testo del Governo, ma è chiaro che ora ci apprestiamo a votare l'articolo aggiuntivo 5.05 Marinello.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Marinello 5.05, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 503
Maggioranza 252
Hanno votato sì 238
Hanno votato no 265).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Marinello 5.06.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, in primo luogo intervengo per una precisazione: per puro errore materiale, nel testo di questo articolo aggiuntivo non è stato riportato che si modifica il comma 12; è chiaro che questo articolo aggiuntivo ha un significato se è considerato in relazione alle modifiche che vengono apportate al comma 12 e al comma 12-bis.
Credo che, di fronte all'atteggiamento di chiusura ideologica di questa maggioranza, gli sforzi di comprensione delle volontà che erano stati precedentemente compiuti si sono via via affievoliti, fino ad avere un atteggiamento assolutamente contrario all'applicazione di questa norma.
Non ritornerò sulle questioni che sono state avanzate da tanti colleghi in questa fase del dibattito.
Ritengo però che la chiusura dimostrata, anche nell'ultimo riunione del Comitato dei nove, nel rivedere la norma in sé, nasca dal presupposto che ormai è stata scelta la strada del comma 12-bis dell'articolo 35 del decreto-legge n. 223 del 2006, cioè della progressiva diminuzione della quantità di denaro disponibile per effettuare pagamenti, senza considerare tutti i problemi connessi.
Presidente, penso - e mi rivolgo soprattutto al sottosegretario Grandi, rimasto l'unico difensore di questa norma, a quanto pare - che ci troveremo molto presto di fronte ad un problema di carattere pratico. Voi forse non ve ne siete resi conto, ma gli effetti di questa norma saranno quelli di far sparire dalla circolazione, così com'è successo in Spagna, i biglietti da 500 euro. Forse - voglio darvi un consiglio - se volevate arrivare in fondo a questo vostro percorso, dovevate eliminare dalla circolazione monetaria i biglietti da 500 euro, perché quello che succederà è che caleranno i depositi nelle banche e aumenteranno invece le disponibilità economiche di tutti i cittadini italiani, che preferiranno conservare un po' di liquidità, come si faceva una volta, sotto il materasso, piuttosto che assoggettarsi ad una procedura che, per carità, voi avete in mente, ma della quale non avete nemmeno studiato gli effetti.
Un effetto ulteriore, che forse è stato messo poco in evidenza durante il dibattito svoltosi oggi e anche nelle giornate precedenti, è quello della privacy. Voi avete continuato su questa logica di rendere tutto accertabile, con una difficoltà però: mentre prevedete tutta una serie di nuove procedure, al tempo stesso togliete i soldi all'Agenzia delle entrate - lo avete fatto con un emendamento del Governo, che riduce le disponibilità relative ai fondi da destinare all'Agenzia delle entrate - e poi pretendete che da quella stessa Agenzia vengano aumentati i controlli, che potranno essere solo controlli a campione.
Qui si tratta di mettere insieme un sistema che andrà a colpire naturalmente i più esposti, ma forse dimenticate che già oggi è possibile, attraverso canali nemmeno tanto nascosti, ottenere informazioni sui movimenti di carta Bancomat, sulle carte di credito di qualsiasi cittadino di questa Repubblica. Lo si può fare! Così come nella vostra idea dell'anagrafe tributaria vi siete dimenticati della convenzione stipulata attraverso il sistema Siatel, che contempla altri soggetti, oltre a quelli dell'Agenzie delle entrate, delle forze dei servizi di sicurezza e della Guardia di finanza. Tutti i soggetti che fanno ricorso al sistema convenzionato Siatel, cioè i dipendenti dei comuni, delle regioni e delle province, hanno accesso alle banche dati. Questo è il sistema che voi state predisponendo non siete preparati nemmeno a verificarlo giorno per giorno; andate verso un disastro, portando con voi l'intera nazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Chiedo di parlare
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, richiamandomi a quanto già detto precedentemente dall'onorevole Gianfranco Conte, ritiro il mio articolo aggiuntivo 5.06.
Pag. 84
PRESIDENTE Sta bene.
Passiamo alla votazione del subemendamento Filippi 0.5.0500.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, intervengo per illustrare questo submendamento, che riteniamo di buonsenso. Da parte della Lega Nord Padania non c'è nessun favore nei confronti di questo provvedimento del Governo sulla tracciabilità.
Tuttavia, considerato il modo in cui il Governo intende proseguire nei lavori, approvando questa misura, noi riteniamo che soffermarsi sull'analisi di questa proposta emendativa sia importante. Si tratta, invero, a nostro avviso, di un subemendamento di buon senso.
Abbiamo discusso molte ore sulla questione della tracciabilità; il dibattito svolto in Assemblea ha rivelato quanto il problema sia sentito dai cittadini. Lo si è compreso sia dagli interventi dell'opposizione sia, altresì, da quelli della maggioranza. Da parte del relatore, ad esempio, si è cercato, senza riuscirvi, di trovare una soluzione diversa da quella prospettata dal Governo; parte della maggioranza ha poi manifestato il proprio dissenso, sostenendo che tale misura, così com'è, non è accettabile.
Consideriamo dunque importante la nostra proposta emendativa che innalza a 500 euro il limite, già previsto in 100 euro, oltre il quale occorrerà effettuare il pagamento con bancomat, carte di credito ed altri strumenti comunque rintracciabili. Riteniamo si tratti di un limite di buon senso che potrebbe aiutare quella parte di popolazione che verrebbe invece colpita qualora il limite fosse confermato nella misura di 100 euro; ci riferiamo agli anziani, a chi non ha grandi movimentazioni economiche e, quindi, non è abituato ad utilizzare bancomat, assegni e carte di credito. Costoro, in ipotesi, se devono effettuare spese professionali per un ammontare di 200 o 300 euro, verrebbero aiutati dall'esenzione fissata fino al limite di 500 euro. Un limite, a nostro avviso, di buon senso, che riteniamo possa esonerarli dal dover aprire un conto corrente o dal dover accedere ai pagamenti telematici. Tutto ciò si pone nell'ottica della discussione apertasi sul testo; anche nella formulazione avanzata dal relatore si parlava, del resto, di un'ipotesi di 500 euro.
La nostra proposta emendativa stabilisce che, fino al 30 giugno 2008, il limite sia di 1.500 euro; dal 1o luglio 2008 al 30 giugno 2009, il limite diverrebbe di mille euro; successivamente, dal 1o luglio 2009 in poi, il limite sarebbe di 500 euro. Tale proposta si distingue dall'ipotesi prevista dal Governo secondo la quale, dal 1o luglio 2009, quando noi sosteniamo che il limite debba essere di 500 euro, il limite sarebbe di 100 euro.
Noi non siamo d'accordo sull'ipotesi della rintracciabilità e su come il Governo intenda contrastare l'evasione; ma innalzare (e vorrei al riguardo richiamare l'attenzione del Governo, tra l'altro sollecitato su tale aspetto anche dalla propria maggioranza) tale limite da 100 a 500 è a nostro avviso questione di puro buonsenso. Considerato che di buonsenso tanto si è parlato a proposito di questa misura, e tanto si è discusso, riteniamo che il nostro subemendamento possa essere valutato positivamente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Filippi. Ne ha facoltà.
ALBERTO FILIPPI. Signor Presidente, temo che il nostro sia quasi un assist dato alla maggioranza in quanto, in buona sostanza, in base alla discussione svoltasi, la proposta del Governo non cambierebbe molto; varierebbero solo gli importi da prendere in considerazione. Quindi: 1500, 1000 e 500. Si è sostenuto che si dovesse andare incontro in tal modo agli anziani; ma pensiamo anche ai giovani: ad un ragazzo giovane il papà dovrà infatti firmare un assegno in bianco per consentirgli di pagare il corrispettivo dovuto.
PRESIDENTE. Deve concludere...
Pag. 85ALBERTO FILIPPI. Ecco, pensiamo un po' a tutti i profili e, anzitutto, consideriamo questi tre nuovi tetti in modo da aiutare anche la maggioranza a risolvere l'annosa questione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Intervengo brevissimamente, in quanto vi è poco da aggiungere a quanto già osservato dai colleghi. Semplicemente, l'errore di fondo di questa maggioranza è scrivere le norme senza tenere conto della realtà. Sarebbe sufficiente intervistare un commercialista, un professionista o un medico per capire che è una cosa completamente al di fuori di ogni realtà e del mondo.
Con il subemendamento di buonsenso che è al nostro esame eleviamo il limite da 100 a 500 euro: ricordiamo che 100 euro oggi bastano a malapena per fare un pieno di benzina o di gasolio, quindi parliamo di cifre davvero ridicole. Evitate di cadere voi nel ridicolo!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Filippi 0.5.0500.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 503
Votanti 502
Astenuti 1
Maggioranza 252
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 275).
Prendo atto che il deputato Marcazzan non è riuscito a votare ed avrebbe voluto esprimere voto favorevole. Prendo atto altresì che il deputato Buontempo non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione del subemendamento Armani 0.5.0500.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Il mio subemendamento, come anche l'altro a mia firma, il subemendamento 0.5.0500.7, ultimo di questa serie di subemendamenti, dovrebbe essere accettato dal Governo e dal relatore alla luce della lunga discussione svoltasi. In realtà, visto che dal punto di vista del principio siamo divisi e che noi riteniamo incostituzionale intervenire per bloccare la circolazione della moneta legale al di sopra dei 100 euro - quando ciò avverrà - a questo punto dico semplicemente che, prevedendo un'applicazione in via sperimentale, voi vi garantireste una uscita di sicurezza di fronte alla valanga di ricorsi alla Corte costituzionale o magari alla Corte di giustizia europea contro la norma in questione, che creerà una serie di problemi come hanno illustrato i colleghi che mi hanno preceduto.
Credo che, alla luce anche della faticosa evoluzione del testo della maggioranza, l'accettazione di questo principio potrebbe essere giusto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Armani 0.5.0500.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 506
Votanti 505
Astenuti 1
Maggioranza 253
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 278).
Prendo atto che il deputato Vichi non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.Pag. 86
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Fugatti 0.5.0500.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 505
Maggioranza 253
Hanno votato sì 225
Hanno votato no 280).
Prendo atto che il deputato Galletti non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione del subemendamento Marinello 0.5.0500.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Presidente, colleghi, il mio subemendamento interviene sull'articolo aggiuntivo 5.0500 del Governo variando gli importi e la tempistica dello stesso; e rappresenta quindi una proposta che abbiamo presentato per puro spirito migliorativo, per cercare cioè di migliorare la norma, e anche perché - mi rivolgo al sottosegretario Grandi, riferendomi ad alcune osservazioni da lui svolte nel corso del pomeriggio - al peggio non c'è mai fine e meno peggio è meglio di peggio.
In termini assoluti, riteniamo del tutto negativa l'intera norma e siamo fermamente convinti che la proposta emendativa che ha dato origine a tutti questi ragionamenti, cioè quella soppressiva, fosse la proposta emendativa madre.
Oggi ci troviamo in una situazione diversa: il Governo ha fatto la sua proposta, che dimostra il peso sulla coscienza e le difficoltà dell'intera maggioranza, e noi rispetto a quella proposta emendativa abbiamo indicato una modifica della scalettatura e degli importi.
È questo il motivo per cui chiediamo all'Assemblea di votare a favore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Marinello 0.5.0500.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
Presenti e votanti 510
Maggioranza 256
Hanno votato sì 232
Hanno votato no 278).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Marinello 0.5.0500.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 510
Votanti 509
Astenuti 1
Maggioranza 255
Hanno votato sì 234
Hanno votato no 275).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Fugatti 0.5.0500.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 512
Votanti 510
Astenuti 2
Maggioranza 256
Hanno votato sì 232
Hanno votato no 278).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Marinello 0.5.0500.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 513
Votanti 511
Astenuti 2
Maggioranza 256
Hanno votato sì 235
Hanno votato no 276).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Filippi 0.5.0500.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
Presenti e votanti 511
Maggioranza 256
Hanno votato sì 232
Hanno votato no 279).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Armani 0.5.0500.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
Presenti e votanti 513
Maggioranza 257
Hanno votato sì 238
Hanno votato no 275).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 5.0500 del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, intervengo per annunciare, brevemente, il voto contrario dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale sull'articolo aggiuntivo in esame.
Indubbiamente, è stato compiuto uno sforzo da parte del relatore. Tuttavia, come è stato già sottolineato, riteniamo che, a livello di principio, non sia stato colto un aspetto fondamentale che noi abbiamo più volte sottolineato. Attraverso il provvedimento in esame si creano, di fatto, ulteriori problemi burocratici ai cittadini e si costringono tanti soggetti, che si trovano in difficoltà a farlo, ad utilizzare strumenti di natura bancaria che, oltre a comportare problemi di gestione, determinano anche costi aggiuntivi.
Inoltre, è stato più volte affermato, da parte del relatore e del rappresentante del Governo, che neanche dal punto di vista della copertura vi sono effetti immediati. Pertanto, da un punto di vista complessivo, era possibile intervenire in misura più significativa e radicale, assumendosi la responsabilità - necessità che ribadiamo in questa sede - di abrogare la disciplina introdotta con il cosiddetto decreto Bersani. Questo sarebbe stato, a nostro modo di vedere, un segnale di particolare rilievo, ed anche di intelligenza, perché avrebbe indicato un approccio diverso nel rapporto tra contribuente e Stato sotto il profilo fiscale.
Se è vero che bisogna fare la lotta all'evasione, certamente non la si fa introducendo procedure che vanno a complicare ulteriormente la vita dei cittadini e che, molto spesso, lasciano ai liberi professionisti la possibilità di adottare percorsi alternativi (evidentemente, non nel senso dell'adempimento dell'obbligo fiscale). Più in generale, strumenti siffatti rischiano di alimentare un percorso di evasione e di elusione che non può essere arginato da norme come quella al nostro esame. Vi sono altri percorsi, altre alternative. Alcuni li abbiamo indicati in questaPag. 88sede, e riguardo ad essi si è svolto un lungo dibattito.
Sulla base delle motivazioni che ho indicato, i deputati del gruppo di Alleanza Nazionale voteranno contro l'articolo aggiuntivo 5.0500 del Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, oltre che ai colleghi, mi rivolgo, in maniera particolare, al Governo ed al relatore sul disegno di legge finanziaria. Ho affermato poc'anzi che al peggio non c'è mai fine e che, evidentemente, il meno peggio è meglio del peggio.
Quindi, riconosciamo lo sforzo, il tentativo che traspare dall'articolo aggiuntivo in esame. Si tratta, però, di uno sforzo che non affronta il cuore della questione, la quale è, dal punto di vista del merito, ancora tutta lì. La questione è di principio, è assolutamente essenziale (e tra poco diremo perché). Vogliamo riassumerla in maniera sintetica.
Siamo convinti che i soggetti coinvolti siano essenzialmente tre: i cittadini-utenti che sicuramente non erano e sicuramente non saranno soddisfatti; i prestatori d'opera, i prestatori di servizi, i professionisti, i quali rappresentano un'enorme categoria, che non saranno assolutamente soddisfatti. Non lo erano, non lo sono e non lo saranno. Il terzo soggetto che ha a che fare con il provvedimento è il sistema bancario italiano, nei suoi multiformi aspetti (si tratta del probabile ispiratore della norma al nostro esame). Ebbene, gli operatori del sistema bancario erano, sono e saranno soddisfatti: già pensano all'incremento dei volumi lavorativi, all'incremento delle transazioni ed a tutto quanto ne deriverà!
Non è questo, a nostro avviso, il sistema per aggredire l'evasione fiscale; il sistema è quello del conflitto di interessi. Il fatto che, negli ultimi mesi, siano aumentate di ben 12 miliardi di euro le entrate fiscali - al di fuori e di là dell'applicazione del decreto Visco-Bersani - costituisce la prova provata che la strada intrapresa in maniera assolutamente logica e razionale dal Governo Berlusconi e dal ministro Tremonti era quella giusta e che voi, sicuramente, state facendo prendere al paese una direzione sbagliata.
Perché - l'onorevole Ventura ha fatto uno specifico riferimento - si sta animando il dibattito in aula? Per un semplicissimo motivo. Stiamo parlando di una serie di questioni che dovevano essere trattate ai tempi del decreto Visco-Bersani, ma la questione di fiducia non ha messo il Parlamento nelle condizioni di poter dibattere e, soprattutto, non ha messo i singoli parlamentari nelle condizioni di poter decidere.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 19)
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Questa serie di proposte emendative che abbiamo esaminato andavano in tale direzione; noi, da parte nostra, prendiamo atto, evidentemente, che al di là dei buoni intenti, dei dolori di pancia e di testa della maggioranza non si è andati oltre qualche piccolo lenitivo.
Infine, per concludere, affermo che su questo provvedimento non possiamo assolutamente essere d'accordo poiché non condivisibile. Voteremo contro questa proposta emendativa, seppure essa sia caratterizzata da uno spirito leggermente migliorativo, proponendo il differimento della scaletta, della tempistica. Comunque, siamo assolutamente fiduciosi che in questo lasso di tempo qualcosa accadrà non soltanto in Parlamento, ma soprattutto all'interno del paese. Di qui a qualche mese, probabilmente, ci troveremo con una nuova situazione politica, con un diverso Governo - alla cui guida vi sarà un'altra persona - e con una diversa maggioranza. In quel momento riaffronteremo la questione; sicuramente, quindi, ne riparleremo non nell'interesse di una parte politica o di una singola categoria, ma soprattutto nell'interessePag. 89del paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, un antico brocardo latino afferma: ad impossibilia nemo tenetur e cioé nessuno è tenuto a fare cose impossibili. Invece, oggi, questo Parlamento stabilisce che un cittadino italiano è tenuto, per legge, ad un'obbligazione che per lui è impossibile, e non fra tre anni. Sto parlando del pagamento di una prestazione professionale con tracciabilità rappresentata da assegno o carta di credito per centinaia di migliaia di cittadini italiani - questo dibattito lo ha appurato - che non sono in grado di fare ciò che la legge gli impone di fare. Essi, non potendo possedere questi mezzi di pagamento, si sono trovati in questi tre mesi, e si troveranno in futuro, a dover fare un pagamento violando la legge. Infatti, nel momento in cui tireranno fuori i soldi contanti per pagare il professionista, quest'ultimo li dovrà informare di non poterli accettare per legge. In ogni caso, poiché il cliente non possiede il mezzo di pagamento si apre un bel punto interrogativo. Forse fino ad oggi, con soddisfazione del Governo, il punto interrogativo è stato scavalcato con pagamenti in nero al professionista che, violando la legge, li ha accettati. Vi è una cosa molto grave accaduta in quest'aula oggi pomeriggio: molto bella dal punto di vista del dibattito, ma molto grave dal punto di vista legislativo. Il relatore aveva presentato una proposta emendativa in cui si prevedeva, comunque, l'esistenza di un'esimente oggettiva: è stato riconosciuto che la legge impone un adempimento a cui un cittadino non può adempiere. Quindi, si sostiene che quando, in maniera oggettiva, il cittadino può dimostrare di non avere un mezzo di pagamento, allora va bene il pagamento in contanti. Dov'è questa oggettività? Dove sta scritta? Qual è? Stiamo parlando di un fallito, di un soggetto a cui era stato protestato un assegno o di una persona priva di conto corrente bancario? È sufficiente? Chi stabilisce quando una persona è in regola o meno? Vi rendete conto della sciatteria con la quale operano il Governo e la maggioranza in campo fiscale, nell'ambito del quale dovrebbe esserci la certezza del diritto?
Non so quale sarà il voto dei socialisti. Ciò che ho capito è che essi hanno capito. Nel momento in cui - antica saggezza politica - il Parlamento sta per avallare una sciocchezza, giustamente non esprimono un voto favorevole. Ma gli altri parlamentari della maggioranza, che esprimono voto favorevole a questo obbrobrio, che cosa pensano di fare? Pensano di combattere l'evasione fiscale quando, per legge, obbligano ad adempimenti impossibili?
Quando, poi, non si è voluto rimuovere, come prospettiva, il limite dei 100 euro, si è fatto il capolavoro!
Nessuno ha risposto alla domanda concernente il caso di coloro che non hanno mezzi di pagamento. Inoltre, senza considerare l'aumento della tassazione che già si impone alle famiglie italiane e alle persone, si obbliga il cittadino a pagare circa 50 euro all'anno - questo è un ulteriore aumento della pressione fiscale - soltanto per poter essere in condizione di pagare con assegno o carta di credito. Nessuna risposta è giunta alla domanda con cui si chiedeva per quale motivo, per soddisfare una obbligazione, si debba pagare una competenza a una banca, si debbano incrementare gli affari di una banca.
Sono risposte rimaste inevase, come lo è quella relativa al passaggio dal pagamento in banconote a un sistema diverso. Infatti, se c'è la provvista, bene, altrimenti, se l'assegno è a vuoto, il pagamento non è valido. È stato anche ricordato il principio generale di diritto, nonché principio costituzionale, di parità dei cittadini. Certamente, la Corte costituzionale ha ammesso che nella lotta alla mafia e alla 'ndrangheta e in altre situazioni eccezionali ci possa essere un controllo anche sul contante. Tuttavia, si vuole far diventare ordinarietàPag. 90questa eccezione. Si vuole scardinare un sistema di relazioni sociali ed economiche fondate sulla supremazia della moneta e sulla fiducia del pubblico nella moneta, prevedendo altri sistemi di pagamento.
Mi sembra ci fossero tutte le ragioni perché la maggioranza, che vuole sempre avere ragione, accedesse ad una richiesta ragionevole dell'opposizione, che è aperta al dialogo, quando, approfondendo il tema, ha capito che qualcosa non va. Per l'ennesima volta, ciò non è avvenuto ma in qualche modo vi devo ringraziare anche per il voto favorevole che esprimerete su questa proposta del Governo, Infatti, noi avremo una ragione in più per spiegare ai cittadini l'inaffidabilità di questo Governo e voi avrete una ragioni in meno per sostenere, in futuro, il Governo Prodi (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario dal nostro gruppo parlamentare. Vi avevamo dato la disponibilità di un voto favorevole. Avreste dovuto avere un po' di coraggio in più per modificare, anche parzialmente, questo articolo aggiuntivo del Governo. Questo coraggio il relatore Ventura non l'ha avuto, non ha voluto concludere questa avventura in modo positivo e non ha voluto dare retta alla saggezza dell'onorevole Violante, nel cui intervento mi sono riconosciuto. Avete voluto considerare immodificabile la proposta emendativa del Governo. Ho apprezzato l'intervento dei compagni dello SDI che, da un banco diverso, hanno detto le stesse cose che io sto dicendo. Ciò significa che, in questa Camera, i riformisti, socialisti o cattolici, ci sono e spero che vengano alla luce. Se fosse possibile votare a scrutinio segreto su questo articolo aggiuntivo, l'esito sarebbe certo e la proposta emendativa del Governo sarebbe respinta. Io credo che l'articolo 49 del regolamento della Camera dei deputati, che si richiama all'articolo 13 della Costituzione, lo permetterebbe, perché non sono ammesse perquisizioni personali né qualsiasi altra restrizione alla libertà personale. Credo che questo principio si possa estendere anche a quello che sto dicendo e chiedo al Presidente di verificarlo. Noi socialisti riformisti, appartenenti al gruppo della Democrazia Cristiana-Partito Socialista, rimaniamo solidali con le persone anziane e con quelle persone che vivono in isolamento in montagna o nelle campagne. Siamo contrari alle banche ed ai loro interessi e per questo motivo esprimeremo consapevolmente un voto contrario, sapendo che, sicuramente, non avete reso un buon servizio al paese e che, soprattutto, non state rispettando la Carta costituzionale. Ovviamente, invito il signor Presidente a verificare la mia richiesta di voto a scrutinio segreto, in base all'articolo 13 della Costituzione.
PRESIDENTE. Come lei sa, onorevole Barani, non posso accogliere il suo invito perché i casi di votazione a scrutinio segreto sono definiti, in base alle prescrizioni del regolamento, dal Presidente della Camera.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marras. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARRAS. Signor Presidente, mi pare che si stia insistendo nello stesso errore. La riformulazione del Governo incide sui tempi, ma non permette di capire se effettivamente le dichiarazioni del viceministro Visco, rilasciate l'altro giorno alla stampa, siano quelle riportate dal sottosegretario Grandi in aula, relativamente al fatto che i professionisti - avvocati, commercialisti, medici - sono categorie che non emettano le ricevute fiscali. Il fatto grave è che si persevera nel considerare il contribuente come se fosse continuamente nell'intento di compiere un reato. A mio avviso siete completamente fuori strada e forse dovreste meglio conoscere il tessuto sociale, ma soprattutto...
Pag. 91
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Marras.
Constato l'assenza dell'onorevole Garavaglia, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto: si intende che abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, vorrei annunciare il voto contrario del gruppo della Lega Nord a questo articolo aggiuntivo. Sul merito abbiamo discusso varie volte perché si tratta della proposta emendativa relativa alla tracciabilità dei pagamenti. Essa costituisce uno dei tanti simboli dell'iniquità e della vessazione che il Governo sta praticando verso alcune categorie produttive. Il fatto di essere qui per tante ore a discutere, come abbiamo fatto anche nei giorni scorsi, su questa singola norma, ne è l'esempio.
Il viceministro Visco ha giustificato tale misura in Commissione, dicendo che dobbiamo abituare gli italiani a non utilizzare più il denaro contante, al fine di combattere l'evasione. Noi l'abbiamo criticato, affermando che si tratta di uno strumento ideologico perché il Governo vuole educare i cittadini a non utilizzare il contante, ma solo i pagamenti telematici, per perseguire i propri interessi come la lotta all'evasione. Abbiamo messo in risalto quali sono i rischi per gli anziani e per chi non utilizza con frequenza gli strumenti di pagamento elettronici. Abbiamo presentato emendamenti che, a nostro modo di vedere, erano di buonsenso, i quali innalzavano da 100 a 500 euro il limite per l'utilizzazione dei pagamenti con moneta elettronica. Questi non sono stati approvati e quindi riteniamo di dover confermare con forza il nostro voto contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, colleghi parlamentari soprattutto della sinistra, vorrei esprimere tutto il mio rammarico perché ancora una volta vi è un atteggiamento doppio da parte della maggioranza. Da un lato, si chiede la collaborazione e poi, quando questa si verifica, si chiudono tutte le possibili vie per accogliere le nostre proposte emendative, migliorative rispetto al testo presentato. Non solo, ma si ha la sfrontatezza di presentare un articolo aggiuntivo, come quello all'esame, di chiara matrice ideologica.
Voi siete contro la gente, siete contro gli imprenditori, siete contro i professionisti. Siete sempre contro tutti. Signor Presidente, non si può andare avanti così! Questa legge finanziaria è la cartina di tornasole che dimostra come la sinistra oltranzista e più estrema abbia condizionato il vostro comportamento. Aveva ragione il collega che è intervenuto in precedenza ad affermare che, se si votasse con voto segreto, l'aula si ribellerebbe a tale impostazione ideologicamente sbagliata e negativa...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Campa.
Desidero precisare ulteriormente la questione posta dal collega Barani. L'articolo aggiuntivo di cui stiamo discutendo non incide su alcuno dei principi di diritto costituzionale richiamati dall'articolo 49, comma 1, del regolamento, come costantemente interpretato. Ricordo che, comunque, il comma 1-bis dell'articolo 49 esclude che lo scrutinio segreto possa essere ammesso nelle votazioni riguardanti il disegno di legge finanziaria.
Avverto che la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata, immediatamente dopo la prossima votazione, presso la sala dei ministri, al piano aula.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.0500 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni - ApplausiPag. 92polemici dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
(Presenti 502
Votanti 489
Astenuti 13
Maggioranza 245
Hanno votato sì 259
Hanno votato no 230).
Prendo atto che il deputato Giacomoni non è riuscito a votare ed avrebbe voluto espremire un voto contrario.
LORENZO CESA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LORENZO CESA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, pensavo di non intervenire, ma sono costretto a prendere la parola, in qualità di segretario del mio partito, a causa dell'evoluzione della discussione sul disegno di legge finanziaria che si è registrata nelle ultime ore.
L'atteggiamento del mio partito e quello mio personale sono sempre stati improntati al massimo senso di responsabilità e ad una sincera volontà di dialogo per migliorare la legge finanziaria, nell'esclusivo interesse dei cittadini italiani. Quello che sta accadendo, purtroppo, va nella direzione opposta, vanifica ogni sforzo ed ogni tentativo di dialogo e, soprattutto, vede la Presidenza della Camera muoversi più in una logica di parte che secondo il ruolo di garanzia istituzionale che le sarebbe proprio (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale).
La maggioranza sta trasformando il disegno di legge finanziaria in un assalto alla diligenza, introducendo continue modifiche senza una logica complessiva, nel disperato tentativo di tenere insieme le diverse anime ed i differenti interessi della coalizione.
Stiamo assistendo alla presentazione di proposte emendative a pioggia, che sono sfornate ogni giorno senza essere accompagnate neppure dalle necessarie relazioni tecniche. Sia l'Assemblea, sia la Commissione bilancio sono state espropriate di ogni funzione istituzionale e trasformate in puri organi di ratifica delle scelte compiute dalla maggioranza e dal Governo.
Tale stravolgimento delle regole democratiche non solo contraddice la volontà, più volte espressa dal Presidente del Consiglio, di tenere aperto il dialogo con l'opposizione ma, fatto ancora più grave, produrrà secondo noi una legge finanziaria «spezzatino», che non ha né una testa, né una coda, ma si preoccupa solamente di coprire tensioni interne alla maggioranza.
Di questo passo, quando al Senato i numeri della maggioranza saranno a rischio, è facile prevedere il potere di condizionamento e di ricatto dei singoli senatori del centrosinistra, preoccupati di tutelare interessi personali e di gruppo piuttosto che, come dovrebbero, quelli generali del paese.
Anche se può sembrare strano, tuttavia, per noi l'aspetto più grave non è questo. Ciò che è più inaccettabile, soprattutto in relazione a quanto è avvenuto negli anni passati, è vedere come, in questa situazione, il Presidente della Camera, anziché tutelare l'interesse del Parlamento e garantire la minoranza rispetto alla volontà di prevaricazione della maggioranza, si sia apertamente schierato a favore del centrosinistra e si comporti ancora come se fosse il segretario di un partito della maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
Lei, Presidente Bertinotti, in base alla Costituzione è un arbitro; invece, è diventato un giocatore in più che squilibra i rapporti di forza in campo, perché nessuna squadra di undici giocatori dovrebbe giocare contro un'altra di dodici! Era ben altro quello che ci saremmo attesi da lei, e la nostra apertura di credito nei confronti della sua Presidenza della Camera è testimonianza della nostra onestà intellettuale.Pag. 93
Noi non la critichiamo per un pregiudizio, ma siamo costretti, sulla base dell'evidenza dei fatti e della inaccettabilità del suo comportamento, a prendere atto dello stravolgimento delle regole parlamentari. Il nostro maggior rammarico, in tutto ciò, è di non aver potuto, anche per sua responsabilità, garantire quel percorso parlamentare che avrebbe potuto produrre, attraverso il dialogo tra la maggioranza e l'opposizione, una legge finanziaria costruita per la crescita del paese.
L'auspicio è che lei dismetta la maglia del giocatore e indossi, finalmente, quella dell'arbitro: sarebbe ora! Le assicuro che darle atto di questo gesto sarebbe da parte nostra motivo di grande soddisfazione [Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro, Forza Italia e Alleanza Nazionale)].
PRESIDENTE. Onorevole Cesa, io l'ho lasciata ovviamente completare l'intervento - che non era sull'ordine dei lavori, ma prettamente politico - per il suo ruolo, per il suo status e per le cose che stava dicendo. Mi consenta, senza entrare negli apprezzamenti politici che lei ha fatto, di respingere i rilievi fatti alla Presidenza (Commenti di deputati del gruppo Forza Italia). Non li posso accogliere. A nome anche degli altri colleghi che si sono alternati nella Presidenza dell'Assemblea, voglio dire che sono stati garantiti da tutti i parlamentari e ai colleghi dell'opposizione tutti gli spazi e le prerogative che il regolamento riconosce. Lei sa che tutti gli emendamenti del Governo sono stati posti in votazione dopo aver lasciato il tempo necessario per la subemendabilità. Lei sa che tutti gli emendamenti del Governo sono stati accompagnati dalla relazione tecnica. Mi sento di dover precisare questo a nome di tutti i colleghi che si sono alternati nella Presidenza dell'Assemblea. Ogni altra valutazione politica è ovviamente estranea alla possibilità di una mia valutazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Franceschini.
DARIO FRANCESCHINI. Ho ascoltato con stupore le parole dell'onorevole Cesa, perché è evidente che in questo dibattito parlamentare, nella normale dialettica tra maggioranza ed opposizione, vi possono essere elementi di insoddisfazione o anche di denuncia politica da parte dell'opposizione. È un tema su cui dovrà esserci un confronto in quest'aula e fuori; credo però sia corretto da parte di tutti tenere fuori il Presidente della Camera da una vicenda che rientra unicamente nel rapporto tra maggioranza ed opposizione. Esprimiamo, pertanto, rispetto agli attacchi subiti la solidarietà di tutta l'Unione al Presidente della Camera (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista - Sinistra europea, Italia dei valori, Comunisti italiani e Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Elio Vito. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Credo che la questione sia molto semplice. Senza voler andare oltre quella che, secondo me, è la realtà, onorevole Franceschini, noi siamo arrivati oggi a lunedì 13 novembre e abbiamo concluso l'esame degli articoli e degli emendamenti relativi ai primi sette articoli della legge finanziaria. Tale legge constava inizialmente di 150 articoli, in Commissione bilancio è arrivata alla cifra di 214 e ora, con gli emendamenti del Governo, credo sia giunta a circa 250, con la previsione - ecco che c'entra il richiamo alla Presidenza - di concludere i nostri lavori entro domenica 19 novembre.
Credo che nessuno possa accusare l'opposizione di praticare ostruzionismo (Commenti), perché in base al numero di articoli della legge finanziaria, l'opposizione avrebbe avuto diritto a presentare sino a 14 mila emendamenti; quindi se vi è qualcosa di ostruzionistico è una finanziaria fatta di 250 articoli, che la Commissione bilancio non ha potuto discutere [Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]! Non solo non abbiamo presentato 14 mila emendamenti, ma stiamoPag. 94parlando di una cifra che rientra nell'ordine delle centinaia...
ANTONELLO FALOMI. Tremila, e poi non li avete ritirati!
ELIO VITO. Falomi, ne sono stati presentati ancora ieri 250 nuovi da parte del Governo! È evidente che fino a quando il Governo continua a presentare nuovi emendamenti noi abbiamo bisogno, Presidente, del termine che la Presidenza opportunamente ci concede per presentare subemendamenti. L'onorevole Falomi ci vuole dire anche quanti subemendamenti dobbiamo presentare? Uno o due per ogni emendamento? Siamo giunti a questo? Siete voi a decidere qual è il margine per subemendare i vostri emendamenti?
Inoltre, abbiamo bisogno anche di un tempo ulteriore per poter discutere gli emendamenti relativi ad una finanziaria che già oggi non è più di quelle dimensioni per le quali la Conferenza dei capigruppo ha stabilito un contingentamento.
Non è una gentile concessione prevedere tempi ulteriori (tempi che, per adesso, non si sono esauriti, a dimostrazione che non abbiamo fatto ostruzionismo); ma è una logica conseguenza delle modifiche apportate dal Governo in Commissione bilancio e in Assemblea.
Allora, signor Presidente, colleghi della maggioranza, credo che la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo sia quanto mai opportuna per prendere atto che il termine previsto per la conclusione dell'esame del disegno di legge finanziaria, ossia domenica 19 novembre, è illusorio. L'Assemblea non è in condizione di concludere l'esame del disegno di legge finanziaria entro domenica 19 novembre per responsabilità del Governo, e non dell'opposizione.
Un esame compiuto dei restanti 243 articoli del disegno di legge finanziaria da parte dell'opposizione richiede un tempo ulteriore. Signor Presidente, noi che stiamo svolgendo ordinatamente i nostri lavori, non potremo mai accettare che al centesimo articolo si esauriscano i tempi e su centocinquanta articoli del disegno di legge finanziaria - riguardanti il TFR, le pensioni, la scuola e l'università - abbiano luogo mille votazioni di seguito, senza interventi per dichiarazione di voto. Non credo che questa sia l'intenzione di qualcuno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
Allora, è venuto il momento di prendere atto che è illusorio concludere l'esame del disegno di legge finanziaria entro domenica 19 novembre e che questa responsabilità del Governo comporta necessariamente un'intesa al Senato.
Delle due l'una. O siete nelle condizioni, avendo il Governo perso tempo in questa sede, di imporre al Senato questo stesso testo del disegno di legge finanziaria (cosa che avremmo anche interesse a fare, perché significherebbe concludere l'esame della finanziaria presso questo ramo del Parlamento). Oppure, poiché credo che ciò non sia politicamente né tecnicamente possibile, quando il Senato ci trasmetterà il disegno di legge finanziaria, utilizzando i 30-35 giorni che richiede l'esame di un provvedimento così ampio e, purtroppo, soggetto a modifiche altrettanto profonde, a meno che non intendiamo comprimere o abolire completamente il ruolo della Camera dei deputati nella terza lettura, il paese rischierà l'esercizio provvisorio per l'irresponsabilità di questo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
Non siamo disponibili a svolgere una terza lettura compressa il 24 e il 25 dicembre! E non vogliamo ci si dica che non si può andare oltre Natale. Quindi, la responsabilità è esclusivamente del Governo: si metterà a rischio il ruolo della Camera (è, quindi, giusto che si occupi della questione il Presidente Bertinotti) o si rischierà l'esercizio provvisorio!
Mi avvio alla conclusione. Per dar modo di comprendere che le decisioni che andranno adottate non sono una finzione, credo che, innanzitutto, dobbiamo sospendere i nostri lavori.
Chiedo che si riunisca - come previsto - la Conferenza dei presidenti di gruppo. Finché quest'ultima non avrà rimodulato il calendario dei lavori della Camera (prevedendoPag. 95di proseguire l'esame del provvedimento oltre il 19 novembre, fissando le nuove sedute ed i tempi necessari per la presentazione di nuovi emendamenti da parte del Governo) e finché il Governo e la maggioranza non prenderanno atto della realtà (siamo arrivati a lunedì 13 novembre e siamo ancora fermi all'esame dell'articolo 7 del disegno di legge finanziaria), credo non vi siano le condizioni per andare avanti.
Allora, inviterei a sospendere i lavori della Assemblea, finché non si saranno conclusi i lavori della Conferenza dei presidenti di gruppo, auspicando che, in quella sede, si possano assumere decisioni che consentano un prosieguo ordinato dei lavori sul disegno di legge finanziaria (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Presidente Vito, lei sa che la Conferenza dei presidenti di gruppo era stata convocata oggi alle ore 17 dal Presidente Bertinotti, ma vi è poi stato un rinvio su richiesta di alcuni gruppi. Adesso, è in corso la riunione e quella è la sede adatta per porre tutte le questioni che lei ha sollevato nel dibattito in Assemblea. Si tratta di questioni che, giustamente, debbono essere poste in seno alla Conferenza dei presidenti di gruppo.
Poiché l'interesse di tutti - maggioranza e opposizione - è quello di poter procedere all'esame del testo del disegno di legge finanziaria, mi pare sia giusto attendere le conclusioni della Conferenza dei presidenti dei gruppi.
Intanto, procediamo con l'esame del provvedimento, proprio perché non vi è alcuna intenzione ostruzionistica da parte di alcuno; e questo è il miglior modo per dimostrarlo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, abbiamo ascoltato l'intervento dell'onorevole Cesa e viene voglia di dire: meglio tardi che mai (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Finalmente, anche l'UDC si rende conto che, per avere un dialogo, bisogna essere in due, altrimenti diventa una pura, semplice, sistematica e continua concessione a chi non se la merita.
Fino ad oggi abbiamo visto che questo Governo e questa maggioranza non si meritano le concessioni che talvolta una parte della minoranza sistematicamente sembra voler fare.
Il Presidente della Camera ha cercato di dettare al Parlamento i tempi per la discussione di questa legge finanziaria e la risposta del Governo e della maggioranza è stata quella di presentare gli emendamenti di notte, a tradimento, così da non poter concedere alle opposizioni, di fatto, la possibilità di discutere questa legge finanziaria.
Per quanto ci riguarda, la strada delle concessioni a senso unico non paga e fin dall'inizio di questo dibattito abbiamo tenuto un atteggiamento sempre chiaro, trasparente, non solo nei confronti del Parlamento, ma soprattutto verso i cittadini. Questa è una legge finanziaria che non ci piace, massacra il paese e soprattutto il nord e le sue categorie produttive. Per questo motivo, in maniera chiara e trasparente, faremo opposizione sulla legge finanziaria in modo netto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Federazione Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente, cercherò di essere breve. Mi sono meravigliato che l'onorevole Franceschini nel dire una cosa che io, in parte, condivido, non abbia tenuto conto delle difficoltà o, meglio, di coloro i quali hanno messo in seria difficoltà il Presidente della Camera.
Ci dispiace che questo dibattito si sia avviato - e lo dico all'amico Cesa senza peli sulla lingua - quando era già convocata la riunione della Conferenza dei capigruppo, nel momento in cui il PresidentePag. 96Bertinotti non è presente in aula, mentre avrei preferito che il dibattito fosse avvenuto in quel momento.
Però, se davvero l'onorevole Franceschini avesse voluto che il Presidente Bertinotti - come lo desideravo anch'io - fosse reso indenne dalle conseguenze del dibattito tra i gruppi, vi era un modo migliore di difenderlo non mettendolo in difficoltà. Chi è riuscito in quest'opera è colui che, per esempio, oggi pomeriggio ha mandato i messaggi SMS fissando gli orari del dibattito, prima ancora che si svolgesse la Conferenza dei capigruppo in cui il Presidente Bertinotti avrebbe dovuto deciderli.
Chi ha messo in difficoltà il Presidente Bertinotti è colui che ha presentato alle ore 22 di sera, vale a dire il Governo, in questo caso, gli emendamenti sui quali poi è stato costretto a dare poche ore per l'esame, dal momento che alle nove del mattino seguente era già fissato l'inizio dei lavori. Chi ha messo in difficoltà il Presidente Bertinotti è colui che ha continuato, ogni giorno, a cambiare la legge finanziaria.
Inoltre, per via informale, sappiamo che fino a mercoledì e giovedì continueranno ad arrivare nuovi emendamenti da parte del Governo. Dunque, io considero il Presidente Bertinotti indenne dalle eccessive critiche - come reputo quelle che sono state sollevate -, mentre rivolgo tutte le mie critiche non solo ai parlamentari della maggioranza, ma soprattutto al Governo.
Quello che ha detto il presidente del gruppo di Forza Italia mi trova pienamente d'accordo: bisogna che il Governo ammetta di non essere stato in grado di sviluppare alcun serio confronto con l'opposizione e che consenta a noi, a questo punto, di trovare un modo per concludere questi lavori ordinatamente.
Il modo semplice esiste: si rinunci alle decine di continui emendamenti che hanno il solo scopo di far cercare di quadrare i vostri conti interni, a discapito dei conti generali del paese, e ci si dia una soluzione definitiva sulla quale, se si vuole, siamo ancora in grado di confrontarci.
Noi tuttavia non speriamo più che ciò possa avvenire e, temo, le ore che verranno non saranno così tranquille come per il solo merito dell'opposizione, finora, lo sono state in quest'aula (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Grazie, signor Presidente; noi come gruppo ci associamo parzialmente alle critiche sulla legge finanziaria, sul Governo e sulla maggioranza e lo abbiamo più volte detto.
Tuttavia, non ci associamo assolutamente alle critiche rivolte al Presidente Bertinotti e ai Vicepresidenti che si sono succeduti sullo scranno della Presidenza, perché crediamo che abbiano svolto il loro ruolo con serietà e capacità. I problemi della politica, ovviamente, non devono riguardare la Presidenza. Per questo, ci dissociamo dalle critiche al Presidente Bertinotti.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Leone 5.07.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, avevo chiesto la parola un attimo fa, non su questo articolo aggiuntivo ma soltanto per dire all'onorevole Cota che il problema del «meglio tardi che mai»...
PRESIDENTE. Scusi, onorevole D'Agrò, ha già parlato a nome del suo gruppo il segretario Cesa. Non è possibile, su una discussione non inerente la proposta emendativa, consentire di intervenire ad un altro deputato dello stesso gruppo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Leone 5.07, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 97
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 499
Votanti 498
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato sì 230
Hanno votato no 268).