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Si riprende la discussione.
PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione del disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007).
Avverto che la Commissione ha presentato 13 emendamenti al progetto di legge al nostro esame, che la Presidenza ha valutato ammissibili. Il testo di tali emendamenti è in distribuzione.
Il termine per la presentazione di subemendamenti è fissato alle ore 14 di domani, 15 novembre, per l'articolo aggiuntivo riferito all'articolo 11 e alle ore 20, sempre di domani, per i restanti emendamenti.
GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, mi scusi, non sono cose gradevoli da dirsi, ma uno dei fondamenti del funzionamento della Camera è la puntualità. Quindi, lei me lo deve consentire: se ci si convoca alle 21 non si può cominciare la seduta alle 21,30.
Mi auguro che vi siano dei fattori eccezionali che l'hanno costretta a questo ritardo, ma vorremmo che quanto accaduto non si verifichi più, per rispetto verso tutti i presenti.
PRESIDENTE. Le assicuro che quanto accaduto non costituirà precedente.
Vorrei sapere se esista un problema rappresentato dalla riformulazione dei pareri precedentemente espressi.
MICHELE VENTURA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE VENTURA, Relatore. Da parte della Commissione non vi sono cambiamenti rispetto al parere precedentemente espresso sulle proposte emendative riferite all'articolo 10.
PRESIDENTE. Il Governo?
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Anche per il Governo conferma i pareri espressi in precedenza.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del subemendamento Garavaglia 0.10.600.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, il nostro subemendamento interviene sul comma 1-bis dell'articolo 10, quindi sul comma aggiuntivo introdotto dalla Commissione, per tre ragioni.
Il comma inserito dall'emendamento della Commissione così recita: «Con decreto del ministro dell'economia ...sono individuate le province alle quali può essere assegnata». Noi riteniamo che il termine «può» debba essere sostituito con «deve». Infatti, crediamo che debbano Pag. 96essere individuate le modalità per l'assegnazione, quindi non deve esserci più un «può», ma un dovere, sotto un certo punto di vista. Inoltre, quando si afferma che debbono essere individuate le province alle quali può essere assegnata, nel limite di spesa di 5 milioni di euro, la diretta riscossione dell'addizionale, noi chiediamo di far arrivare tale limite a 20 milioni di euro; sto parlando cioè di 15 milioni in più. Il comma aggiunto dalla Commissione prevede anche che si debba dare priorità alle province confinanti con le province autonome di Trento e di Bolzano; in questo caso, invece, noi sosteniamo che occorra prevedere l'assegnazione per tutte le province, con priorità per quelle site nelle regioni Lombardia e Veneto e quelle confinanti con le province di Trento e di Bolzano. Quindi, si punta ad allargare, seppur in parte, l'ambito di intervento dell'emendamento 10.600 della Commissione.
Noi crediamo che la ratio di questa proposta emendativa - vedremo poi se il relatore sarà d'accordo - rispecchi l'attualità di questo particolare momento. Molti comuni, territori limitrofi alle province di Trento e di Bolzano hanno fatto richiesta - la legge glielo consente - di annessione alla provincia autonoma. Non entrerò nel merito delle motivazioni che sottendono a tali richieste, comunque crediamo che la Commissione attraverso il suo emendamento abbia voluto dare maggior autonomia a quelle parti di territorio alle quali fa riferimento. Infatti, quando si sostiene che la diretta riscossione dell'addizionale sul consumo può essere assegnata a questi territori, vuol dire che a quelli confinanti con le province di cui si parla la Commissione intende riconoscere la competenza relativa alla diretta riscossione di determinati tributi. Si tratta, quindi, di una forma di maggiore autonomia che la Lega considera positiva, sempre in riferimento al comma 1-bis.
Il nostro subemendamento punta, da una parte, ad innalzare da 5 a 20 milioni il limite di autonomia finanziaria e, dall'altra, a favorire tutte le province della Lombardia e del Veneto. Diversamente, se favorissimo solo le province limitrofe si potrebbe verificare una certa sperequazione. Inoltre, si sostituisce un «può» con un «deve» poiché, effettivamente, vi è anche una necessità, e lo dico da parlamentare trentino.
Vi invito quindi a votare questo subemendamento perché riconosce maggiore autonomia a queste province limitrofe - mi riferisco specificamente alla Lombardia e al Veneto, poiché al Trentino non viene tolto nulla -, ed aumenta il limite di spesa, e ciò vuol dire maggiore autonomia in quanto trasforma un «può» in una certezza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere il subemendamento presentato dagli onorevoli Gibelli e Garavaglia.
PRESIDENTE. Scusi se la interrompo, ma mi pare che lei stia parlando del successivo subemendamento Gibelli 0.10.600.1, mentre noi stiamo discutendo sul subemendamento Garavaglia 0.10.600.7.
ALBERTO GIORGETTI. Sì, signor Presidente, ha ragione e la ringrazio per la precisazione. Con la testa ero già a quello successivo, ma parlavo di quello ora in discussione.
Ci troviamo di fronte ad un problema reale e ad un dibattito aperto riguardante molti comuni che stanno procedendo ad una serie di iniziative, anche referendarie, a fronte di problemi legati a percorsi di autonomia speciale; quindi, oggi evidentemente esistono realtà costituzionali, giustamente riconosciute. Peraltro, sappiamo che le sperequazioni riguardanti questi territori, dagli effetti soprattutto di carattere fiscale, ormai sono drammatiche. Il tema istituzionale, di fatto, viene solo marginalmente toccato anche da questa legge finanziaria. In particolare, riguardo alle riforme e, più in generale, al tema del Pag. 97federalismo fiscale, il famoso testo annunciato dal Governo è in fase di predisposizione - come ieri ci è stato riferito -, tra l'altro già in ritardo rispetto alle relative tempistiche.
Come dicevo, questo subemendamento attribuisce un minimo di sostanza all'intervento effettuato dalla maggioranza. Colleghi, bisogna essere chiari e, se si deve dare un segnale concreto in termini di risorse per questo specifico settore legato all'energia, 5 milioni di euro non possono costituire una risposta. Credo che da parte della maggioranza sia sbagliato cercare di vendere questo come un risultato concreto in termini di risorse, di ristoro rispetto, complessivamente, alle sperequazioni che si determinano in questi territori di confine.
L'importanza del subemendamento è soprattutto di carattere finanziario, per cui 20 milioni di euro possono essere considerati un segnale migliore rispetto a 5 milioni. La ripartizione attorno ai livelli superiori ai 200 kilowatt previsti per provincia per poter mantenere direttamente il prelievo sul territorio credo rappresenti un segnale sicuramente positivo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Garavaglia 0.10.600.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 492
Votanti 479
Astenuti 13
Maggioranza 240
Hanno votato sì 216
Hanno votato no 263).
Prendo atto che i deputati Leddi Maiola e Belisario non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione del subemendamento Gibelli 0.10.600.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, questo subemendamento rappresenta, per così dire, un'estensione di quanto previsto dalla precedente proposta emendativa. In buona sostanza, la proposta emendativa del Governo prevede un embrione di federalismo fiscale importante, ma noi vogliamo estendere tale previsione a tutte le province italiane ovvero a tutta l'Italia. Ciò, a mio avviso, è fondamentale. Leggendo infatti il testo della proposta emendativa del Governo, ci si accorge anche della motivazione sottesa: sta accadendo che comuni del Veneto «fuggano» verso il Trentino. Quindi, si tratta di comuni italiani che sono attratti verso il federalismo fiscale vero del Trentino.
Tale è il problema che questo Parlamento non vuole cogliere; con il nostro subemendamento, quindi, noi sosteniamo che si debba fornire un piccolo aiuto a tutte le province in modo da dare a tutta l'Italia un briciolo, un embrione reale di federalismo fiscale. Voi potete approvarlo o non approvarlo: se lo approvate, date un segnale chiaro al paese che è vero che siete federalisti; se invece non lo approvate, ciò rappresenta l'ennesima dimostrazione che così non è (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Gibelli 0.10.600.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 503
Votanti 491
Astenuti 12
Maggioranza 246
Hanno votato sì 222
Hanno votato no 269).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Garavaglia 0.10.600.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 502
Votanti 490
Astenuti 12
Maggioranza 246
Hanno votato sì 221
Hanno votato no 269).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Garavaglia 0.10.600.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 502
Votanti 490
Astenuti 12
Maggioranza 246
Hanno votato sì 221
Hanno votato no 269).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Zanetta 0.10.600.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 504
Votanti 492
Astenuti 12
Maggioranza 247
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 269).
Passiamo alla votazione del subemendamento Zanetta 0.10.600.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, annuncio che tutto il gruppo dei deputati della Lega Nord Padania sottoscrive il subemendamento Zanetta 0.10.600.3; dal momento che il Parlamento non accetta l'estensione del federalismo fiscale a tutto il paese, noi vogliamo che venga esteso alla Valtellina.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zanetta. Ne ha facoltà.
VALTER ZANETTA. Desidero ringraziare il presidente della V Commissione, l'onorevole Crosetto ed il Comitato dei nove per avere compreso l'importanza del subemendamento; la proposta estende, infatti, alle province confinanti con la Confederazione elvetica, che hanno una spinta autonomistica importante, i benefici previsti dall'emendamento della Commissione, in analogia con quanto stabilito per le province confinanti con il Trentino-Alto Adige. Ritengo pertanto utile approvare questo subemendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, anch'io desidero manifestare il mio consenso su questo subemendamento; ringrazio, per il lavoro svolto, la Commissione, che ha voluto estendere alla Valtellina questo beneficio. Ritengo la Valtellina una valle che ha la necessità di beneficiare di questa opportunità, sicché non posso non essere Pag. 99particolarmente contento e apprezzare il lavoro svolto, che va nella giusta direzione di introdurre forme di federalismo nel nostro paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, intervengo anch'io per sottoscrivere questo subemendamento e per esprimere il mio apprezzamento per il lavoro compiuto e per le conclusioni cui si è giunti al riguardo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zacchera. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Intervengo solo per associarmi a quanto già dichiarato dal collega Zanetta e ricordare che la proposta si riferisce all'intero arco alpino che confina con la Svizzera e, quindi, anche alla provincia del Verbano Cusio Ossola, piemontese. Tutto sommato, mi pare sia veramente un subemendamento giusto, perché queste rendite legate ai canoni dell'elettricità sono prodotte sul terreno provinciale. È quindi abbastanza assurdo che non venga lasciata sul territorio almeno una parte di quanto il circuito nazionale riceve dal territorio medesimo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Romele. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, il mio intervento sarà molto breve. Sottoscrivo anche questo subemendamento e desidero osservare che le vallate alpine stanno soffrendo un grande disagio per gli eventuali effetti di questa finanziaria, come del resto anche le terre del sud e del centro-sud d'Italia. Quindi, occorre grande attenzione per evitare che sulle montagne e nelle valli si verifichi un ulteriore spopolamento. Sollecito tanti amici e colleghi, anche della maggioranza, ad avere il coraggio di sottoscrivere questo subemendamento (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, non ho alcuna difficoltà a sottoscrivere questa proposta emendativa e, quindi, procedo in tal senso. Se lei me lo consente, per risparmiare tempo, annuncio sin d'ora di sottoscrivere anche il subemendamento successivo Bressa 0.10.600.2, che condivido pienamente. Annuncio, altresì, il voto favorevole del gruppo dei Verdi su entrambi i subemendamenti, quello a prima firma Zanetta, 0.10.600.3 e quello successivo a prima firma Bressa, 0.10.600.2, che voteremo tra breve.
Infine, ai colleghi del centrodestra - anche a quelli della Lega, che hanno presentato proposte emendative rispettabilissime - i quali si richiamano all'attuazione del federalismo fiscale di cui all'articolo 119 della Costituzione, vorrei in conclusione far osservare, pacatamente e senza alcuna astiosità polemica, quanto segue. Ricordo che l'articolo 119 è in vigore esattamente da cinque anni ed un mese, ovvero dall'ottobre del 2001, dopo il referendum popolare confermativo della riforma del Titolo V. Ma nel corso di cinque anni il Governo di centrodestra, che loro hanno legittimamente sostenuto, non ha varato un solo atto normativo per l'attuazione del federalismo fiscale, limitandosi all'istituzione di un'alta commissione di studio, che però nulla ha prodotto sul piano legislativo. Cinque anni, senza realizzare assolutamente nulla. Quanto ora si comincia a compiere è ancora poco, ma va nella direzione giusta (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Compagnon. Ne ha facoltà.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, intervengo soltanto per sottoscrivere questo subemendamento, che condivido totalmente.
Pag. 100PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cossiga. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE COSSIGA. Signor Presidente, anch'io intervengo per annunciare che appongo la firma a questo subemendamento come ultimo parlamentare eletto nel già collegio maggioritario di Luino.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gibelli. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, molto brevemente vorrei fare alcune precisazioni in merito al federalismo fiscale. In quest'aula si sta accusando l'opposizione di presentare alcuni emendamenti a carattere fiscale che rientrano nel filone del cosiddetto federalismo fiscale. Si stigmatizza, quindi, la Casa delle libertà per non averlo fatto nel corso della passata legislatura. Al collega Boato e all'aula vorrei ricordare che, dopo la grande riforma sulla devolution, che modificava integralmente la Costituzione, avremmo introdotto anche il federalismo fiscale. Oggi stiamo mettendo le «pezze» al Titolo V che ancora attende la sua applicazione perché voi non volete procedere in tal senso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Questa era la prima occasione per credere a quanto avevate fatto. Invece, in quest'aula state dimostrando di non credere alle vostre azioni e di presentare piccole pillole di federalismo fiscale per giustificare....
PRESIDENTE. Grazie, deputato Gibelli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Delfino. Ne ha facoltà.
TERESIO DELFINO. Signor Presidente, certamente condivido le finalità di questa proposta emendativa, che sottoscrivo. Tuttavia, mi consenta di esprimere una valutazione.
Non riesco a capire perché il solo fatto di essere confinante con la Svizzera, a differenza di quanto accade alla montagna cuneese che confina con la Francia, debba significare per tale realtà di territorio montano, avente le stesse esigenze e le stesse necessità di altre, la concessione di determinate opportunità. Pertanto, mi auguro che dopo questo voto Governo e maggioranza possano riparare a tale situazione. Si tratta di opportunità che credo debbano essere riconosciute a tutto il territorio montano e a tutte le valli con le stesse caratteristiche sociologiche, territoriali ed ambientali [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zorzato. Ne ha facoltà.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, intervengo sul subemendamento in oggetto, che in qualche modo si collega a quello successivo Bressa 0.10.600.2 nonché all'emendamento del Governo 10.600. Infatti, vorrei spiegare a me stesso, ma anche chiedere al Governo un chiarimento sui motivi per cui ha espresso parere favorevole sui subemendamenti rispetto alla ratio dell'emendamento cui si riferiscono. Per spiegare meglio - tralasciando il discorso relativo all'importo che l'emendamento indica (se si allarga la platea, si dovrebbe aumentare l'importo, altrimenti si darebbe vita ad una guerra tra poveri) - esso nasceva per estendere alle zone confinanti con le province di Trento e Bolzano alcuni benefici sul piano economico e fiscale. Il subemendamento Bressa 0.10.600.2, che sembra di qualità, di fatto....
PRESIDENTE. Deputato Zorzato....
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, ho forse problemi di tempo?
PRESIDENTE. Sì, deputato Zorzato. Anzi, ha concluso il tempo a sua disposizione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, colgo l'occasione di questo subemendamento, illustrato dai colleghi, per intervenire. Ho sempre avuto nei confronti del sottosegretario Grandi grossa stima per l'impegno che ha profuso nell'attività parlamentare, anche quando era all'opposizione. Tuttavia, a me pare che in questo caso abbia avuto una caduta di stile molto rilevante e su questo richiamo l'attenzione del Presidente della Camera. Infatti, il sottosegretario Grandi fino a questo momento è presente a nome del Governo e non è passato per caso. Chi risponde a nome del Governo e si confronta con la Camera dei deputati non può dichiarare testualmente, a meno che non smentisca: «Basta con questo stillicidio. Io la fiducia l'avrei messa la scorsa settimana» (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Verdi e Italia dei Valori - Commenti di deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Colleghi, vi prego....
TEODORO BUONTEMPO. Anche l'applauso conferma il vostro trasformismo....
PRESIDENTE. Vi prego di far concludere il vostro collega. Deputato Buontempo, la invito a concludere.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, nessun deputato appartenente al gruppo di Alleanza Nazionale ha parlato, quindi ho i tempi necessari. Non si tratta di un minuto per intervenire in dissenso o a titolo personale.
PRESIDENTE. Deputato Buontempo, mi scusi, ma per il suo gruppo è già intervenuto il deputato Alberto Giorgetti e dunque ha superato il suo tempo.
TEODORO BUONTEMPO. Ha ragione lei e quindi concludo. A me pare che le ultime parole «Noi non dovevamo lasciarci invischiare. A questo punto bisogna decidere ed arrivare al voto di fiducia» siano uno scandalo.
PRESIDENTE. La prego, deputato Buontempo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Zanetta 0.10.600.3, accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 518
Votanti 474
Astenuti 44
Maggioranza 238
Hanno votato sì 464
Hanno votato no 10).
Passiamo alla votazione del subemendamento Bressa 0.10.600.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Delfino. Ne ha facoltà.
TERESIO DELFINO. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere questo emendamento, che prevede di aggiungere le parole «e nelle province nelle quali oltre il 60 per cento dei comuni ricade nella zona climatica F, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412». Mi pare che tale proposta emendativa superi la differenza tra l'essere montanaro di serie A e di serie B che invece ho rilevato prima. Pertanto, chiedo che il Governo si rimetta all'Assemblea anche su questo subemendamento, perché va nella direzione che auspico e che certamente anche il gruppo dell'UDC condivide.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zorzato. Ne ha facoltà.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, stavolta credo di avere tempo a sufficienza per spiegarmi; quindi, mi rivolgo al Governo e al collega Delfino. Se il Governo interpreta il testo come il collega Delfino, Pag. 102il mio parere sul subemendamento è favorevole. Tuttavia, il subemendamento reca la congiunzione «e». Esso pertanto, invece di aggiungere altre province, sta eliminando dal testo del Governo la provincia di Verona. Vorrei che fosse chiaro cosa comporta questa proposta emendativiva (Commenti dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, consentite al collega di sviluppare il suo intervento.
Prego, prosegua.
MARINO ZORZATO. Se il Governo nell'esprimere parere favorevole ha capito male, come il collega Delfino, può riformulare il testo sostituendo la congiunzione «e» con la congiunzione «o». Così facendo, rientrano sia Verona che le province di cui parla il collega Delfino, le quali hanno titolo per essere ricomprese in questa norma. Se invece resta la congiunzione «e», esse sono escluse e allora credo che i firmatari della proposta emendativa seguano una logica troppo di parte ed invece di pensare alla montagna in genere, pensano solo a pezzi di montagna.
Pertanto, chiedo al Governo di proporre una riformulazione del subemendamento Bressa 0.10.600.2 ed eventualmente aumentare l'importo, come sarebbe opportuno. La congiunzione «e» sia sostituita dalla congiunzione «o» perché per quella fascia di territorio la montagna è tutta uguale. Inoltre, propongo di aumentare lo stanziamento previsto dall'emendamento della Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sperandio. Ne ha facoltà.
GINO SPERANDIO. Signor Presidente, vorrei apporre la mia firma al subemendamento in esame. Inoltre, intendo segnalare che in realtà questa serie di subemendamenti segnalano un problema di cui il Governo dovrà farsi carico, ovvero la necessità, da parte dell'amministrazione dello Stato, di individuare le misure che aiutino la permanenza nelle zone di montagna e in quelle disagevoli del nostro Paese. In realtà, con queste proposte emendative si trovano dei finanziamenti, come nell'emendamento precedente, per alcune zone del paese. Tuttavia....
PRESIDENTE. Colleghi deputati, vi invito a consentire lo svolgimento dei lavori senza produrre un rumore così forte da impedire l'ascolto degli oratori che stanno parlando.
Prosegua, deputato Sperandio.
GINO SPERANDIO. Lo stesso problema è vissuto in realtà anche da altre ed importanti zone del paese, come quelle dell'Appennino.
L'abbandono della montagna in un paese che ha circa il 60 per cento del proprio territorio definito come montano è un problema di carattere sociale, ma soprattutto di carattere ambientale che dovremmo affrontare seriamente in questi cinque anni.
Ritengo dunque che questo emendamento - che pure ha la mia condivisione - in realtà, oggi sia solo un palliativo poiché la questione è molto più ampia (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.
DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, mi associo a quello che già altri colleghi hanno segnalato precedentemente. Il fatto è che l'approvazione della proposta emendativa a firma Bressa rende molto vaghi i contorni dell'applicazione del successivo subemendamento che noi voteremo. Dunque, sarebbe opportuno capire di cosa stiamo parlando.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bressa. Ne ha facoltà.
Pag. 103GIANCLAUDIO BRESSA. Grazie Presidente, intervengo solo per spiegare un equivoco che potrebbe diventare spiacevole. Il collega Zorzato, che normalmente è molto preciso, questa volta ha preso un abbaglio. Infatti, la congiunzione «e» è da collegare alla frase «con priorità per le province». Dunque, si stabiliscono dei criteri di priorità che non sono criteri di esclusione. Questa disposizione riporta alla frase «oltre il 60 per cento dei comuni nella zona climatica F» in quanto, non avendo la possibilità di definire il territorio montano, viene utilizzato per l'appunto questo riferimento normativo. Tuttavia, si tratta soltanto di criteri per stabilire delle priorità, non certo delle esclusioni. La lettura del testo è, da questo punto di vista, chiarissima e non lascia dubbio alcuno di interpretazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico... Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.
Vi prego di chiedere la parola prima che io indica la votazione!
GUIDO CROSETTO. Sì, Presidente, ho provato ad alzare la mano...
Intervengo per richiamarmi all'intervento dell'onorevole Bressa. La norma in questione, colleghi, vale per tutte le province italiane; alla fine del comma si stabiliscono le priorità. Il Governo dovrebbe confermare soltanto se le priorità sono quindi quelle delle zone confinanti con la Federazione elvetica ed anche quelle che rientrano nella fascia F, come chiarito dal subemendamento Bressa 0.10.600.2.
Non si tratta di una disposizione che pone un'alternativa, ma di una norma che vuole precisare delle priorità secondo le quali il Ministero deve formulare il decreto di attuazione. In sintesi, essa riguarda tutte le province montane.
PRESIDENTE. Non ci sono chiarimenti? Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Bressa 0.10.600.2....
GIANPAOLO DOZZO. Ma avevo chiesto la parola!
PRESIDENTE. Insisto nel pregarvi di farvi notare per tempo, quando chiedete la parola.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Dozzo. Ne ha facoltà.
GIANPAOLO DOZZO. Grazie, Presidente. La spiegazione del collega Bressa non convince assolutamente, perché questo subemendamento, di fatto, esclude, sì, quelle province che sono confinanti con le province autonome di Trento e Bolzano, ma anche altre. Faccio un esempio: le province di Vicenza e di Verona non hanno il 60 per cento dei comuni in zona F. Dunque, caro Bressa, giustamente il collega Zorzato lo ha fatto notare e quindi, al posto di quella congiunzione «e» bisognerebbe scrivere «o». In caso contrario, verrebbero escluse le province che ho appena citato. L'unica beneficiaria in Veneto, collega Bressa, sarebbe la provincia di Belluno, vale a dire proprio la tua provincia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Jannone. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, chiedo di nuovo la parola per invitare il Governo a dare una risposta. Non si sta facendo una polemica politica, ma si è posta una questione di interpretazione e di miglioramento del subemendamento in esame. Mi sembra assurdo che il Governo non si pronunci, visto che tutta l'Assemblea sta chiedendo un chiarimento, semplicemente per migliorare quanto stiamo legiferando.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fratta Pasini. Ne ha facoltà.
Pag. 104
PIERALFONSO FRATTA PASINI. Signor Presidente, anch'io mi unisco a quanto hanno detto i deputati che sono intervenuti prima di me. Credo che in un momento di concitazione dei nostri lavori come questo, e di fronte a contestazioni di un certo tipo, sia assolutamente subdolo cercare di andare avanti senza avere un chiarimento da parte del Governo.
Come deputato veronese, signor Presidente, chiedo che il Governo si esprima e che anche gli altri parlamentari di Verona chiedano al Governo di esprimersi. È un particolare troppo importante perché il subemendamento a firma Bressa passi in questa maniera.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Mi pare di capire che si tratti esclusivamente di un problema di interpretazione di una frase scritta nel testo della disposizione. Credo che, se il Governo volesse precisarla, sarebbe una cosa utile.
Dunque, chiedo anch'io che il Governo si esprima e che anche il relatore prenda atto della necessità di una precisazione nel senso indicato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bricolo. Ne ha facoltà.
FEDERICO BRICOLO. Signor Presidente, alla luce del contenuto del subemendamento, al di là dei problemi interpretativi riguardo ai quali sarebbe importante sentire cosa pensa il Governo, sembra di capire che la proposta emendativa presentata dall'onorevole Bressa, di fatto, voglia escludere alcune province come Verona e Vicenza che non hanno il 60 per cento del loro territorio nella zona climatica F. Dunque, questo è evidentemente un subemendamento che viene proposto dalla Margherita e da Bressa per premiare alcune province, e sicuramente per escludere quelle che ho citato. Il presentatore di questo subemendamento si ostina a negare l'evidenza. Sarebbe importante che il Governo intervenga per spiegare esattamente come questa disposizione si tradurrà sul territorio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Giudice. Ne ha facoltà.
GASPARE GIUDICE. Mi scusi, signor Presidente. Qualcuno ha fatto richiesta di chiarimenti al Governo...
PRESIDENTE. Il Governo è presente in aula. Se ritiene di fare un chiarimento lo farà.
GASPARE GIUDICE. Presidente, se mi fa finire di parlare forse raggiungeremo un'intesa. Poiché il subemendamento è stato predisposto dall'onorevole Bressa, mi sembra corretto che sia proprio lui a spiegarci cosa intendeva escludere e che dia egli stesso un'interpretazione corretta della norma (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
GIANCLAUDIO BRESSA. L'ho già spiegato!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Romele. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ROMELE. Scusi, onorevole Bressa, non per fare diventare questa una questione un po' banale, ma quando si parla di situazioni molto delicate, come quelle riguardanti la montagna, di solito si trova storicamente un giusto equilibrio.
Signor Presidente, mi rivolgo direttamente all'onorevole Bressa perché, comunque, poiché l'interpretazione delle parole è stata fatta velocemente, l'intenzione di tutti è quella di chiedere al relatore di ridefinire il passaggio di questo subemendamento, atteso che il Governo, da quanto abbiamo intuito, ha trasferito all'Assemblea questo compito.
Per questo motivo, chiederei calorosamente al collega Bressa di ridefinire, assieme Pag. 105al relatore, l'interpretazione e la lettura esatta su cui tutti, peraltro, sappiamo di essere d'accordo.
MICHELE VENTURA. Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE VENTURA, Relatore. Credo che la questione probabilmente possa essere risolta aggiungendo una parola. Ma, tuttavia, preferisco chiedere un accantonamento per un tempo molto breve del subemendamento Bressa 0.10.600.2, affinché tutta l'Assemblea sappia esattamente che cosa stiamo per votare (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Sta bene.
Avverto che, non essendovi obiezioni, l'esame del subemendamento Bressa 0.10.600.2 deve intendersi accantonato.
L'accantonamento del subemendamento Bressa 0.10.600.2 comporta l'accantonamento anche dell'emendamento 10.600 (Nuova formulazione) della Commissione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Della Vedova 10.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, questo emendamento si spiega da sé ... Mi scusi Presidente, forse è meglio aspettare che il Comitato dei nove si riunisca formalmente da qualche altra parte.
PRESIDENTE. Se il Comitato dei nove ritiene di doversi riunire, dovremo sospendere la seduta per cinque minuti, oppure ... Prego, deputato Della Vedova.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Grazie, onorevole Presidente. Dicevo che questo emendamento si spiega da sé. Credo che abbiamo la possibilità, tra le cento tasse o incrementi di tasse - qualcuno le ha contate, forse sono un po' meno - previste in questa finanziaria... Scusi, signor Presidente!
PRESIDENTE. Scusate, sono costretto a disporre una breve sospensione della seduta. In questo modo non si può procedere!
Sospendo la seduta per cinque minuti.
La seduta, sospesa alle 22,10, è ripresa alle 22,15.
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'emendamento Della Vedova 10.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi sull'emendamento in esame, di cui sfugge l'importanza (o, meglio, è sfuggita l'importanza della norma che chiedo di abrogare), vale a dire il comma 2 dell'articolo 10: semplicemente si autorizzano le province italiane ad un aumento del 50 per cento - si passa dall'aliquota del 20 all'aliquota del 30 per cento - dell'imposta provinciale per la trascrizione, iscrizione ed annotazione dei veicoli.
Si tratta, quindi, di un'ulteriore tassa che viene imposta a tutti i possessori di qualsiasi tipo di veicolo, di cui credo nessuno avvertiva la necessità. Vi sarà un aumento consistente del bollo per tutti gli autoveicoli ed, in aggiunta a tale misura, vi sarà anche un aumento dell'imposta provinciale di trascrizione.
Chiedo ai colleghi, non solo dell'opposizione, ma anche della maggioranza, di riflettere sulla necessità per il nostro paese di questa tassa che andrà a gravare su tutti i possessori di autoveicoli.
Lo ripeto, tenendo presente che abbiamo già dato una bella bastonata con la tassa di proprietà che va sotto il nome di bollo automobilistico: è necessario considerare la possibilità di votare a favore di Pag. 106questo emendamento. Risparmiamoci almeno questo piccolo aumento di tasse.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI (ore 22,18)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Jannone. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Grazie Presidente, non vorrei sfuggisse all'Assemblea la rilevanza di questo emendamento: stiamo infatti parlando di una tassa che colpisce buona parte dei beni mobili registrati (autoveicoli, autovetture e motoveicoli). Dopo che voi in campagna elettorale e anche recentemente avete speso parole dicendo che avreste alleggerito i passaggi di proprietà e tutti gli atti di trascrizione, copiando peraltro una norma ideata dal ministro Tremonti che consentiva il passaggio gratuito di proprietà, eliminando l'obbligo del notaio, con l'introduzione di questa nuova tassa voi appesantite notevolmente, sotto il profilo fiscale, tutte queste trascrizioni. Oltre al bollo, rendete ancora più difficile il passaggio di proprietà e il rinnovo del parco auto, con tutte le conseguenze, anche in campo ecologico, di una gabella di questo tipo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Intervengo per sottoscrivere a nome del gruppo Lega Nord l'emendamento del collega Della Vedova. In una legge finanziaria fatta di tante gabelle, di tante nuove imposte e di tante tasse, francamente (nella valutazione degli emendamenti questa ci era «quasi» sfuggita), se ragioniamo di redistribuzione, come vuole ragionare questa finanziaria e questo Governo, pensare di aumentare l'imposta di trascrizione sugli autoveicoli del 50 per cento è contraddittorio ancora una volta. Da una parte, aumentiamo il bollo auto e favoriamo il ricambio degli autoveicoli verso modelli meno inquinanti, dall'altra aumentiamo le imposte di trascrizione per gli autoveicoli. Ancora una contraddizione viene messa tra le righe da questa maggioranza. A questo punto, è palese che si tratta di una cosa iniqua e chiediamo pertanto che venga soppressa.
ANDREA GIBELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Vorrei informare l'Assemblea che alle 22 e 12 minuti l'agenzia Ansa ha battuto una comunicazione, con la quale si anticipa che si prevede una riunione del Consiglio dei ministri per preparare un maxiemendamento di mille commi sul quale porre la questione di fiducia. Vogliamo capire se ciò corrisponda al vero. Il Governo ci deve dire che cosa stiamo facendo in aula ora se si prevede, come dicono le agenzie, un voto di fiducia per la fine della settimana. Che sia chiaro, Presidente, il Governo ci deve dare una risposta (Commenti dei deputati dei gruppi della maggioranza)! Deve dirci se è vero o se sono solo illazioni giornalistiche (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. I rappresentanti del Governo sono in aula, ma evidentemente non è loro intenzione rispondere a questa richiesta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Verro. Ne ha facoltà.
ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Condivido appieno le argomentazioni dei colleghi intervenuti prima di me, quindi non aggiungo nulla; chiedo soltanto di poter apporre la mia firma all'emendamento 10.1 del collega Della Vedova.
DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 107
DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Grazie Presidente. Avevo chiesto la parola per dire le stesse cose che ha detto poco fa l'onorevole Gibelli. Vorrei, però, che lei sollecitasse il Governo a rispondere, perché non è possibile usare in questo modo il Parlamento ed i parlamentari, che stanno in quest'aula per votare quello che domani forse non vi sarà più.
Poiché abbiamo appreso che domani verranno presentati ulteriori emendamenti del Governo e della Commissione, per una questione di dignità, visto che poche ore fa il sottosegretario Letta ha ribadito le intenzioni di questo Governo, mentre da agenzie di stampa abbiamo appreso che la fiducia verrà posta giovedì, chiediamo all'Esecutivo di intervenire e rispondere perché vogliamo capire in che modo dobbiamo proseguire i nostri lavori (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani - Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).
TOMMASO FOTI. Vergogna!
PRESIDENTE. Onorevole Santanchè, il Governo è rappresentato in aula; c'è anche il ministro per i rapporti con il Parlamento: se intende intervenire, può farlo, altrimenti questa Presidenza non è autorizzata ad imporre alcunché.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Anch'io chiedo all'Assemblea di voler riconsiderare il voto favorevole, soprattutto da parte della maggioranza, su questo emendamento, che sottoscrivo, perché va ad incidere sull'importante attività del trasporto merci. Ancora una volta, da un lato si firmano le intese con le associazioni di categoria, che tendono ad introdurre elementi di allineamento ai costi sostenuti dai colleghi concorrenti europei, dall'altro si introducono incrementi, con misure che non fanno capire alla gente cosa succede. Sollecito quindi un voto favorevole sull'emendamento 10.1 del collega Della Vedova.
MAURIZIO GASPARRI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO GASPARRI. Presidente, se mi consente, vorrei richiamare l'attenzione del ministro Chiti, attualmente il più autorevole rappresentante del Governo in questo momento in aula. Quello che è stato fatto rilevare ha una certa importanza: dovreste rispettare anche i colleghi della maggioranza, perché se è vero che si prepara un Consiglio dei ministri per approvare l'ennesimo emendamento con mille commi, che cosa ci stiamo a fare, qui? Avanziamo pertanto una proposta di sospensione dei lavori per poter capire come stanno le cose (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
Il ministro Chiti può dire tranquillamente se è vero o se non è vero. La proposta è che se il Governo non intende rispondere, si sospendano i lavori per capire che cosa accade. Non ci facciamo offendere da un Governo delegittimato, senza consenso e solo arrogante (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia - Commenti dei deputati dei gruppi della maggioranza).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Presidente, attraverso di lei vorrei far rilevare ai colleghi dell'opposizione come oggi sia la terza o la quarta volta che, in funzione di una previsione, di un sentimento, di un auspicio o di non si sa che cosa...
TOMMASO FOTI. È uscita un'agenzia! C'è un'agenzia che ti smentisce!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi! Facciamo terminare l'onorevole Giachetti.
ROBERTO GIACHETTI. Siate sereni, ascoltateci come noi ascoltiamo voi pazientemente! Stavo dicendo che è la terza o quarta volta che l'opposizione, con argomentazioni Pag. 108diverse, chiede per questa fattispecie che il Governo dovrebbe dire qualcosa riguardo alla fiducia. Vorrei dire a lei, Presidente, e a tutti i colleghi che il Governo, presente in aula, ha spiegato chiaramente, non meno di due ore fa, qual è la sua posizione. Ora, che addirittura si utilizzi - lo dico soprattutto a tante persone che militano attualmente nell'opposizione - una agenzia, che in forma anonima mette in campo un'ipotesi, che peraltro lo stesso rappresentante del Governo, motivando chiaramente qual è la ragione per la quale si potrebbe eventualmente giungere alla fiducia, ha detto che è sicuramente tra le ipotesi se non si riescono a concludere in tempo i lavori, non porta assolutamente nulla di nuovo nel dibattito.
ELIO VITO. Vai a dormire! Sei stanco!
ROBERTO GIACHETTI. Così come non è nuovo il tentativo costante delle opposizioni di trovare un pretesto per sospendere i lavori dell'Assemblea. Siamo in grado di andare avanti, abbiamo ancora decine di voti da esprimere sugli articoli. La risposta il Governo l'ha fornita per due volte di seguito in questa giornata.
Mi auguro, signor Presidente, che si metta fine, ovviamente in base alle valutazioni che spettano alla Presidenza, non dico a questa forma di ostruzionismo, ma a questo chiaro tentativo di volere, per forza, interrompere la seduta. Non ve n'è alcuna ragione. Il rappresentante del Governo è presente ed è intervenuto, e penso che sia sufficiente. Non credo che lo stesso argomento possa essere ripetuto per otto volte nel corso della stessa seduta (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
ELIO VITO. Prima hai detto tre volte!
MAURO DEL BUE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, penso che in questa Assemblea dobbiamo cercare tutti di essere meno ipocriti e riconoscere che un disegno di legge finanziaria con 217 articoli e migliaia di emendamenti non può essere approvato in questo modo, nei limiti di tempo in precedenza richiamati dall'onorevole Bianco. Il problema di fondo è che c'è un tentativo, da parte della maggioranza, di addossare alla minoranza la responsabilità della richiesta del voto di fiducia che, prima o poi, arriverà.
Francamente, questo è inaccettabile e incomprensibile perché la maggioranza, finora, non ha posto la questione di fiducia in quanto non è pronta a porre la questione di fiducia su un disegno di legge finanziaria che ancora non è completato e non è definito (Applausi dei deputati dei gruppi Democrazia Cristiana-Partito Socialista, Forza Italia e Alleanza Nazionale). Questo è il punto di fondo. Lo affermo senza polemica, non intendo far polemica con alcuno. Affermo tutto questo con il massimo del rispetto nei confronti della maggioranza e dei suoi legittimi diritti, tra i quali c'è anche quello di porre la questione di fiducia. Ritenevo che non fosse uno scandalo, ieri, quando è stata posta dal Governo Berlusconi, e ritengo non sarebbe uno scandalo oggi, se la ponesse il Governo Prodi! Il problema è essere sinceri e dire la verità in questa Assemblea, senza continuare questa assurda commedia degli inganni.
Chiedo alla maggioranza un bagno di lealtà nei confronti di tutti i parlamentari, nel rispetto assoluto di questa Assemblea (Applausi dei deputati dei gruppi Democrazia Cristiana-Partito Socialista e Forza Italia).
PRESIDENTE. Onorevole Ventura, da parte dell'onorevole Gasparri è stata avanzata una richiesta di sospensione dei lavori. Qual è il suo parere al riguardo?
ROLANDO NANNICINI. Garantisca i lavori dell'Assemblea!
MICHELE VENTURA, Relatore. Il mio parere, signor Presidente, è che alla domanda dei colleghi di Alleanza Nazionale Pag. 109- il collega Gasparri e la collega Garnero Santanchè - volta a sapere che cosa stiamo facendo in quest'Assemblea rispondo che ci stiamo occupando di alcune province e dobbiamo continuare a farlo (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ritengo che il miglior modo di procedere, rispetto alla richiesta di sospensione, sia quello di dare la parola a un deputato a favore e a un deputato contro e, successivamente, di metterla in votazione (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).
Mi sembra, lo ripeto, il modo migliore di procedere (Vivi commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur).
ANTONIO BORGHESI. È la quarta volta!
ANDREA GIBELLI. Chiedo di parlare a favore.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, naturalmente mi esprimo a favore della sospensione. Ho domandato, non al relatore, per la precisione, ma al Governo, se sia vero o meno che intende porre la questione di fiducia su un maxiemendamento di mille commi. È una questione che deve essere affrontata e la sospensione può indurre a più miti consigli questo Governo, che tace (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Proteste dei deputati del gruppo L'Ulivo).
ANTONELLO FALOMI. Chiedo di parlare contro.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONELLO FALOMI. Signor Presidente, siamo contrari a questa proposta che, ogni tanto, è reiterata in questa Assemblea. Si pongono continuamente questioni che già sono state risolte ed alle quali il Governo ha già dato risposta.
Il collega Del Bue, in precedenza, ci invitava a non essere ipocriti. Ebbene, raccolgo l'appello a non esserlo. Mi pare evidente che l'opposizione stia facendo del tutto per spingere il Governo a porre la questione di fiducia. Questa è la verità e per questo motivo siamo contrari (Proteste dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania - Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, L'Ulivo, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di sospendere i lavori, per questa sera, rinviando a domani il seguito dell'esame.
(È respinta).
Riprendiamo l'esame dell'emendamento Della Vedova 10.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Menia. Ne ha facoltà.
ROBERTO MENIA. Signor Presidente, sono il primo deputato del mio gruppo ad intervenire e, quindi, il mio intervento non è a titolo personale. In realtà, non so nemmeno di che cosa tratti questo emendamento (Vivi commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo), ma intendo spiegarvi per quale motivo sto intervenendo subito. Sto intervenendo perché avrei voluto motivare, poco fa, il sostegno alla proposta dell'onorevole Gasparri. L'appello a non essere ipocriti, cari colleghi della sinistra, dovreste recepirlo voi, per primi! Oggi, durante la seduta pomeridiana, è stata posta ripetutamente una questione alla quale ritenevamo che il Governo avesse dato (Proteste dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur)...
Pag. 110PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole Menia. Abbiamo già concluso questa discussione. È stata formulata una proposta di sospensione dei lavori ed è stata posta in votazione. Torniamo al merito dell'emendamento, per cortesia, altrimenti non ne usciamo più!
ROBERTO MENIA. Nel merito dell'emendamento, io spiego politicamente la ragione per la quale tutti i deputati del mio gruppo chiederanno di parlare su questo emendamento (Applausi polemici dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur)! Signor Presidente, è accaduto un fatto nuovo e innegabile. Il Governo ha sostenuto che la questione di fiducia era solo una ipotesi, una possibilità. Ora apprendiamo, invece, della convocazione del Consiglio dei ministri per la predisposizione di un maxiemendamento (Vivi commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur) con il quale si vanifica tutto il lavoro che, in maniera ridicola, continuiamo a svolgere questa sera! Noi sappiamo che stiamo tirando inutilmente la carretta per fare un lavoro che a nulla servirà...
PRESIDENTE. Onorevole Menia, non possiamo tornare su questo tema!
ROBERTO MENIA. ...perché sarà sostituito da un maxiemendamento, di oltre mille commi, sul quale il Governo porrà la questione di fiducia (Proteste dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur)!
PRESIDENTE. Per cortesia, abbiamo già concluso questo argomento!
ROBERTO MENIA. Questa è una cosa ignobile! Questo è il motivo per il quale noi, questa sera, non vi lasceremo lavorare!
TOMMASO FOTI. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà (Commenti del deputato Fabris).
TOMMASO FOTI. Signor Presidente, se l'onorevole Fabris, presidente del gruppo dei Popolari-Udeur, già nel Polo delle libertà nel 1996, mi consente parlare, desidero richiamare la Presidenza sul fatto che non si può accusare qualsiasi gruppo di ostruzionismo quando ancora abbiamo a disposizione 2 ore e 45 minuti di tempo per intervenire sugli emendamenti (Vivi commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur)! Non potete impedire ad un gruppo parlamentare, legittimamente, di utilizzare i tempi a sua disposizione per gli emendamenti nel modo che ritiene opportuno! State facendo un processo alle intenzioni! Con la logica - che vi appartiene - di coloro i quali hanno già perpetrato l'inganno e devono vestirsi da vergini, volete porre la questione fiducia senza avere il coraggio di rivendicarla! Vergogna! Vergogna! Vergogna (Proteste dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur - Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania)!
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, non condivido quello che sta accadendo in questa Assemblea, né per i toni, né per il contenuto. Due ore fa, per l'ennesima volta, nell'apprendere alcune notizie, ho chiesto, insieme a molti altri deputati di questa Assemblea, tra cui il presidente Fini e il vicepresidente Leone, se ci fosse una rinnovata intenzione, da parte del Governo, di porre la questione di fiducia.
Pag. 111GIACOMO DE ANGELIS. Così ricominciamo daccapo!
LUCA VOLONTÈ. No, forse non hai capito (Commenti). Ci è stato detto dal Governo, due ore fa, che non è questa l'intenzione. Ci è stato anche promesso che si sarebbe tornati alla proposta del relatore per discutere su quanto l'opposizione aveva chiesto, e che a noi interessa, cioè la continuazione di questo dibattito e l'esame, domani, con la presenza dei ministri Bersani e Padoa Schioppa, dei temi che riguardano il Mezzogiorno e lo sviluppo. A questo ci atteniamo, sapendo ciò che la Presidenza ha comunicato ieri, cioè che il Governo si è impegnato a presentare, entro domani, i nuovi emendamenti.
Evidentemente, da quel momento in poi ci sarà la prova se il Governo vuole continuare a discutere gli emendamenti o se vuole fare altro. Fino a quel momento, restiamo in attesa, continuando i nostri lavori, di approfondire i temi dello sviluppo e del Mezzogiorno, che abbiamo richiamato oggi, e in attesa di votare questo articolo che, con il contributo di tutta l'opposizione, oltre che della maggioranza, mi sembra possa essere decisamente migliorato (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), L'Ulivo e Verdi).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Della Vedova 10.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 510
Votanti 495
Astenuti 15
Maggioranza 248
Hanno votato sì 226
Hanno votato no 269).
Riprendiamo l'esame dell'emendamento 10.600 della Commissione e del subemendamento Bressa 0.10.600.2, ad esso relativo, precedentemente accantonati.
Ha chiesto di parlare il Presidente della V Commissione, onorevole Duilio. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, nel subemendamento Bressa 0.10.600.2, dopo le parole: «di Trento e di Bolzano» è da sostituire la parola: «e» con le seguenti: «nonché per quelle». Poi, in sede di coordinamento...
TOMMASO FOTI. Facciamo il coordinamento adesso?
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Stavo dicendo...
TOMMASO FOTI. Si fa a fine seduta...!
FRANCESCO PIRO. Ma che fa quello, il Presidente dell'Assemblea?
PRESIDENTE. Onorevole Foti, per cortesia!
TOMMASO FOTI. Ho solo detto che il coordinamento non c'entra.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, il collega è un po' agitato. Stavo solo dicendo che questa integrazione comporta, al subemendamento Zanetta 0.10.600.3 la sostituzione delle parole: «e con la Confederazione Elvetica», con le seguenti: «per quelle con la Confederazione Elvetica». Così si chiude la questione.
PRESIDENTE. L'onorevole Bressa accetta la riformulazione del suo subemendamento 0.10.600.2 proposta dal presidente della Commissione?
GIANCLAUDIO BRESSA. Sì, Presidente, la accetto.
Pag. 112PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo...
PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Garavaglia, dovrei prima chiedere al Governo se confermi il parere precedentemente espresso, di rimettersi all'Assemblea sul subemendamento Bressa 0.10.600.2.
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sì.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo a nome di tutto il gruppo della Lega Nord Padania. Apprezziamo, da un lato, la riformulazione; dall'altro, però, vorremmo rimarcare una questione molto semplice, ma anche molto importante.
È successo un fatto emblematico questa sera. Noi parlamentari del nord siamo dei «polli». Ci siamo accapigliati per 5 milioni di euro di compartecipazione, cioè non soldi in più. Ripeto: 5 milioni di euro. Oggi pomeriggio, per due ore e mezzo si è discusso della ripartizione di miliardi di euro. Porto l'esempio della viabilità secondaria della Sicilia e della Calabria (non me ne vogliano i colleghi della Sicilia e della Calabria): qualcuno mi deve spiegare come sia possibile, anche solo mettere in appalto 500 milioni di euro in tre anni. Alla Pedemontana viene data la stessa cifra, ripartita in 15 anni. Se questa è l'idea che avete del federalismo fiscale, non avete capito un «tubo» (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Bressa 0.10.600.2, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 503
Votanti 459
Astenuti 44
Maggioranza 230
Hanno votato sì 441
Hanno votato no 18).
Prendo atto che l'onorevole Cesa non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento della Commissione 10.600.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cossiga.
GIUSEPPE COSSIGA. Signor Presidente, mi dispiace che l'esame dell'emendamento della Commissione giunga in un momento un po' «caldo», ma debbo fare una notazione rivolgendomi al relatore, al presidente della Commissione ed anche agli uffici per un doppio errore, uno di italiano ed uno relativo all'unità di misura. Così com'è scritto, l'emendamento non ha senso e, se vi è qualche ingegnere elettrotecnico, capirà rapidamente il perché.
Leggo dalla nona riga dell'emendamento: «Consumo di energia elettrica concernente i consumi relativi a forniture con potenza impegnata superiori 200 Kwh». A parte il fatto che per la sigla di chilowattora la lettera «K» si scrive minuscola e la lettera «w» deve essere scritta maiuscola, il problema è che i consumi si esprimono in chilowattora e le potenze in chilowatt. I consumi sono maschili, le potenze femminili. Quando si scrive: «potenza impegnata superiori a 200 Kwh» (vi assicuro che non vi è alcun intento ostruzionistico), si intende parlare di consumi superiori a 200 chilowattora, ma forse al mese o all'anno, o a potenze installate superiori a 200 chilowatt?Pag. 113
Se leggiamo il testo del decreto n. 511 del 1988, notiamo che vi sono due tipologie: una relativa ai consumi superiori ai 200 mila chilowattora al mese ed un'altra relativa alle potenze installate superiori a 200 chilowatt. Quindi, la Commissione dovrebbe chiarire se stiamo parlando delle addizionali relative a potenze superiori a 200 chilowatt, senza limiti di consumi o se stiamo parlando di consumi senza limiti di potenza. L'emendamento, così com'è scritto, non ha senso. Può anche darsi che siano limiti di potenza e limiti di consumo. Chiedo alla Commissione di rivedere il testo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Onorevole Ventura?
MICHELE VENTURA, Relatore. Ringrazio il collega Cossiga. Si tratta probabilmente di un refuso (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
Colleghi, non capisco questo continuo clima da stadio. Evidentemente, neppure i colleghi della Commissione se ne erano accorti.
ALBERTO GIORGETTI. Infatti!
MICHELE VENTURA, Relatore. Non vi è nulla di strano: sistemeremo il testo. Signor Presidente, ci conceda pochi minuti.
PRESIDENTE. Sta bene.
Sospendo la seduta per cinque minuti.
La seduta, sospesa alle 22,45, è ripresa alle 22,50.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
Onorevoli colleghi, cortesemente prendete posto... Cerchiamo di dare un ordine ai nostri lavori.
Chiedo all'onorevole Ventura di riferire all'Assemblea in merito agli esiti della riunione del Comitato dei nove.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, aveva ragione l'onorevole Cossiga. Pertanto, l'emendamento 10.600 (Nuova formulazione) della Commissione è da intendersi riformulato, sostituendo, all'undicesima riga, le parole «superiori a 200 Kwh» con le seguenti: «superiore a 200 chilowatt». Nella formulazione errata vi era un'«h» in più...
PRESIDENTE. Ed una «i» al posto di una «e»...
MICHELE VENTURA, Relatore.. ..ed una «i» al posto di una «e».
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zorzato. Ne ha facoltà.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, ringraziando il Governo, il relatore e tutta l'Assemblea per il lavoro svolto, e considerato che con le modifiche costruttive che abbiamo apportato al testo, con il voto attuale, abbiamo decuplicato la platea degli interessati a questo problema, credo che il Governo ed il relatore debbano assolutamente fare un emendamento «a se stessi». Non propongo cifre; la logica sarebbe aumentare la somma da 5 milioni a 50 milioni, se la platea è aumentata di 10 volte. Ci accontenteremmo di un segnale di modifica dell'importo, altrimenti si tratta veramente di cifre «da poveri». Ritengo pertanto che il Governo ed il relatore, solo per il fatto oggettivo che è stata decuplicata la platea, debbano dare un segnale di modifica dell'importo. Mi rimetto al relatore, non propongo cifre, ma trattandosi di poste inserite nella Tabella A, la modifica è banalissima e pertanto non vi è bisogno di sospensioni dei lavori, né di accantonamenti. Occorre solo che il relatore dica che la platea è aumentata e che propone di rivedere la cifra ipotizzata, di quanto riterrà, parlando con il Governo, se possibile.
Lo ripeto, non dico che sia necessario stanziare 50 milioni di euro l'anno, perché immagino sia difficile, ma 10, 15 o 20 milioni di euro l'anno è la somma minima Pag. 114che si possa stanziare. È una responsabilità che rimando alla sensibilità del relatore, il quale sicuramente ha buonsenso e terrà in considerazione questa proposta. Auspico che abbia un'interlocuzione rapida con il Governo, avanzando una proposta che noi accoglieremo positivamente. Ritengo dunque necessaria una modifica nel senso che ho testé chiarito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Jannone. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, questo emendamento e quello precedente, riformulati, testimoniano che il lavoro che sta facendo l'opposizione è assolutamente costruttivo e migliorativo. Tuttavia, è chiaro che non si può procedere, signor Presidente - anche se, nello specifico di questa proposta emendativa, il nuovo testo è accettabile - con una finanziaria che, dai chilowattora a temi molto più seri, procede in modo empirico.
Non si può procedere con coperture che sono mutanti e rotative; non si può procedere con emendamenti del Governo che modificano gli emendamenti precedenti e quelli approvati. Non si può assistere - e, in tal senso, esprimo anche la mia solidarietà al relatore: molte volte sono stato seduto al banco del Comitato dei nove - al relatore che corregge il Governo e non si può - lei, signor Presidente, oggi ci ha detto che non è una regola, ma è opportuna la presenza in aula del ministro competente - constatare l'assenza reiterata del ministro Padoa Schioppa.
Per tutti questi motivi, credo sia opportuno aggiornare la seduta a domani e chiedere al ministro dell'economia e delle finanze di venire in aula (Commenti) e, per una volta, rendere seria questa finanziaria, senza tutti questi aspetti che sono contro il regolamento e, soprattutto, contro i cittadini che ci stanno a guardare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Onorevole Jannone, lei sa che abbiamo già votato una richiesta di sospensione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giudice. Ne ha facoltà.
GASPARE GIUDICE. Signor Presidente, intervengo molto brevemente per dire che condivido la posizione espressa dall'onorevole Zorzato. Essendosi allargata la platea, mi sembra giusto aumentare anche le risorse.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, nutro tuttavia alcune preoccupazioni in merito, perché di solito il Governo, quando si vede spinto, per esigenze proprie, a coprire alcuni impegni, fa ricorso al «bancomat» del fondo per le aree sottoutilizzate e non vorrei che lo facesse anche per rispondere a questa necessità. Pertanto, raccomando al Governo di fare fronte a tale esigenza con attenzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, intervengo sul problema dell'aumento dei fondi. Considerando che ci stiamo rendendo conto che 5 milioni sono una somma esigua, vorremmo ricordare all'Assemblea che in precedenza sono stati respinti emendamenti presentati della Lega che proponevano l'innalzamento della somma da 5 a 20 milioni. Se si aprisse una discussione in merito, riteniamo che si dovrebbe prendere in considerazione questo aspetto. La Lega, che già aveva riscontrato tale discriminazione verso le regioni del nord, aveva presentato i suoi emendamenti. Dunque, se si volesse realmente fare un gesto di questo tipo, dovrebbero essere riprese in considerazione le nostre precedenti proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 11510.600 (Nuova formulazione) della Commissione, nel testo corretto e subemendato, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 500
Votanti 454
Astenuti 46
Maggioranza 228
Hanno votato sì 270
Hanno votato no 184).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.601 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 504
Votanti 489
Astenuti 15
Maggioranza 245
Hanno votato sì 271
Hanno votato no 218).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Filippi 10.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 512
Votanti 495
Astenuti 17
Maggioranza 248
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 272).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fugatti 10.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 514
Votanti 502
Astenuti 12
Maggioranza 252
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 275).
Prendo atto che l'emendamento D'Elpidio 10.8, ritirato dai presentatori, è stato fatto proprio dall'onorevole Elio Vito, a nome del gruppo Forza Italia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, il collega Elio Vito, se vuole, ovviamente ha diritto a fare proprio un emendamento; tuttavia, non mi sembra un atto di grande correttezza parlamentare. Nel momento in cui (Commenti)... Onorevoli colleghi, scusate, io sto ascoltando tutti. Se posso ricevere altrettanta attenzione... Stavo dicendo che dato che il Governo e la Commissione, fin dall'inizio, hanno chiesto al collega D'Elpidio ed agli altri colleghi del gruppo Popolari-Udeur di ritirare questo emendamento per trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno, fare proprio l'emendamento e portarlo inevitabilmente alla reiezione, impedisce ai colleghi di presentare un ordine del giorno di contenuto analogo.
Dunque, se posso chiedere un atto di correttezza nei rapporti parlamentari, pregherei l'onorevole Elio Vito di recedere dalla decisione di fare proprio tale emendamento, perché altrettanto, in genere, non abbiamo mai fatto nei vostri confronti, colleghi dell'opposizione.
ANTONIO LEONE. Caspita!
Pag. 116PRESIDENTE. Onorevole Elio Vito, conferma la sua richiesta di fare suo l'emendamento D'Elpidio 10.8?
ELIO VITO. Sì, signor Presidente, la confermo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zorzato. Ne ha facoltà.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, per cogliere l'invito del collega Boato chiederei al relatore ed al Governo di riconsiderare il parere espresso e consentire che questo emendamento, che è di buonsenso, venga approvato da parte dell'Assemblea. Mi sembra che, in tal modo, rafforzeremmo la proposta emendativa con un voto favorevole dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Elpidio 10.8, ritirato dai presentatori e fatto proprio dal gruppo di Forza Italia, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 515
Votanti 492
Astenuti 23
Maggioranza 247
Hanno votato sì 226
Hanno votato no 266).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Alberto Giorgetti 10.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 519
Votanti 505
Astenuti 14
Maggioranza 253
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 276).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Armani 10.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, di fatto, con l'approvazione dell'emendamento 10.601 della Commissione non solo si porta il testo dell'articolo in esame a riconsiderare i temi, evidentemente correlati alle province, sia dell'addizionale e dell'energia elettrica sia dell'imposta di trascrizione, ma si riaprono anche una serie di altri temi riguardanti gli enti locali. Infatti, nell'emendamento 10.601 della Commissione vi è una disposizione che non abbiamo ben capito a cosa si riferisce, ma in cui sostanzialmente si consente al Ministero dell'economia e delle finanze di valutare situazioni di possibile dissesto ed altri problemi inerenti ai comuni.
In riferimento a ciò, intendiamo riproporre una questione già precedentemente affrontata, concernente l'imposizione (si tratta, infatti, di un tema strettamente attinente all'articolo 10). Con l'emendamento in esame, si propone di riportare in capo al consiglio comunale la competenza in materia di approvazione delle aliquote dell'imposta comunale sugli immobili.
Riteniamo, alla luce di un percorso che vede un'ulteriore vessazione nei confronti dei contribuenti, che tale decisione non debba essere competenza esclusiva delle giunte comunali, e comunque che non debba essere lasciato alla discrezionalità delle stesse decidere se conferirle o meno al consiglio comunale. Consideriamo un segnale democratico forte ed importante, dunque, far in modo che sia il consiglio comunale a deliberare l'eventuale aumento delle aliquote dell'ICI.
Chiediamo al Governo e al relatore, quindi, di rivedere il loro parere sull'emendamento Pag. 117in esame, ed ovviamente invitiamo l'intera Assemblea ad esprimere un voto favorevole su di esso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Filippi. Ne ha facoltà.
ALBERTO FILIPPI. Signor Presidente, chiedo di aggiungere le firme dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania all'emendamento Armani 10.7 per tre buoni motivi.
Il primo concerne la trasparenza, poiché, signor Presidente, i cittadini possono assistere alle sedute del consiglio comunale, e dunque possono essere presenti quando vengono assunte quelle scelte, come l'aumento delle imposte, che li toccano più da vicino.
Per quanto riguarda il secondo, sosteniamo l'emendamento Armani 10.7 perché si può prevedere la presenza, nella giunta comunale, di assessori esterni, i quali non rappresentano i cittadini.
Il terzo motivo, infine, è rappresentato dal fatto che, in sede di Commissione, il sottosegretario Grandi ha giustificato la contrarietà del Governo all'emendamento in esame sostenendo che non voleva «mettere i calzoni ai comuni»!
Bene, vedo che annuisce... Lo ringrazio per la sincerità; tuttavia, ciò dimostra che egli, se non vuole metter loro i pantaloni, li vuole lasciare in mutande!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, chiedo innanzitutto di apporre la mia firma all'emendamento Armani 10.7. Vorrei dire al relatore che mi pare che oggi, durante la riunione della Commissione, vi fosse stata una specie di discrasia - questa volta, evidente! - tra l'orientamento del Governo e quello dello stesso relatore.
L'emendamento in esame, in sintesi, obbliga i sindaci a far approvare la variazione delle imposte dal consiglio comunale. Si tratta di una scelta che quasi tutti i comuni compiono (come avviene a Milano per il centrodestra e a Torino e a Firenze per il centrosinistra), mentre altri comuni si avvalgono della possibilità di interpretare la norma in un certo senso, e fanno decidere la giunta su tale materia.
Riteniamo che una decisione importante, come l'aumento delle imposte locali, debba essere, oltre all'approvazione dei bilanci, una delle poche competenze residuali che possano rimanere in capo al consiglio comunale, e l'emendamento Armani 10.7 precisa tale questione. Esso non comporta costi aggiuntivi e dunque non ravviso ragioni contrarie alla sua approvazione. Ricordo che alcuni comuni, anche se altri si ostinano a non farlo, già operano in tal senso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervenendo a titolo personale, vorrei dire che qualsiasi amministratore locale sa che non far decidere al consiglio comunale l'approvazione delle nuove aliquote dell'ICI rappresenta una forzatura nei confronti sia dello stesso consiglio, sia dei cittadini!
Pertanto, stabilire che sia il consiglio comunale, e non la giunta, a fissare le nuove aliquote dell'imposta comunale sugli immobili rappresenta, a nostro avviso, una scelta di puro buon senso e di trasparenza: quindi, non si può votare contro l'emendamento in esame!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garagnani. Ne ha facoltà.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, mi sembra che le osservazioni formulate dai colleghi Crosetto e Garavaglia si riferiscano proprio all'atteggiamento assunto da numerosi enti locali, nei quali esiste una prassi, ormai consolidata nel tempo, che tende ad escludere le assemblee consiliari da ogni decisione rilevante in ordine al futuro del comune.Pag. 118
Ricordo che provengo da una regione dove, in nome di un eccessivo rafforzamento del ruolo del sindaco e della giunta, si prescinde totalmente dalla assemblee elettive. Credo che una proposta emendativa di buonsenso, come quella in esame, debba accomunare tutti, poiché serve a ripristinare il potere dei consigli comunali in merito ad un compito essenziale, insito nella natura stessa di un'assemblea elettiva, quale decidere se aumentare o meno le imposte.
Ritengo che l'emendamento Armani 10.7 sia fondato, poiché siamo in presenza di atteggiamenti difformi in numerosi enti locali. Ritengo più che mai opportuna, pertanto, la sollecitazione di tale proposta (la quale, poi, assume un carattere cogente) affinché ci si comporti di conseguenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, chiedo anch'io di apporre la mia firma all'emendamento Armani 10.7. Vorrei formulare solo una considerazione. La vigente legge elettorale degli enti locali fa sì che i consiglieri comunali di maggioranza (ancor più quelli di minoranza) non contino niente. Trattandosi di imposte locali, ritengo molto giusto assegnare tale competenza all'intero consiglio comunale, affinché i consiglieri possano adempiere al mandato ricevuto dagli elettori, assumendosene al contempo le relative responsabilità [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Jannone. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, sotto il profilo strettamente giuridico, quanto indicato dall'emendamento in esame rappresenta una scelta cosiddetta tassativa. In altri termini, i giuristi direbbero che rispetto ad una definizione lata, come il termine «il comune», l'espressione «il consiglio comunale» costituisce una definizione tassativa, che è difficile eludere.
L'emendamento Armani 10.7, ovviamente, assume un significato politico e tecnico, poiché la legge elettorale che ha condotto all'elezione diretta dei sindaci ha svilito notevolmente il ruolo delle assemblee consiliari. In tal modo, si assegnerà nuovamente uno dei temi fondamentali del rapporto tra cittadini ed amministrazione locale all'assemblea consiliare, che rappresenta la sede più idonea per trattare questo tipo di tematiche.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zorzato. Ne ha facoltà.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, vorrei rilevare che la maggioranza ha fatto della parola «trasparenza» uno dei temi principali della campagna elettorale. Ebbene, sappiamo tutti che gli atti del consiglio comunale sono pubblicati anticipatamente non solo nella bacheca del comune, ma anche in tutti gli albi dei quartieri, poiché si tratta di atti preventivi; gli atti della giunta comunale, invece, vengono comunicati successivamente.
Un atto quale l'aumento di un'imposta deve essere, prima di essere assunto, preventivamente comunicato ai cittadini, al di là dell'informazione alle assemblee. Pertanto, se vogliamo che i cittadini conoscano prima le intenzioni della loro amministrazione comunale, l'approvazione dell'emendamento in esame è un atto non soltanto di buon senso, ma anche doveroso.
In conclusione, signor Presidente, chiedo di apporre la mia firma all'emendamento Armani 10.7.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, non vedo nulla di eccezionale nell'emendamento Pag. 119in esame, poiché non è nient'altro che l'applicazione di una prassi già esistente. Occorre tener presente che, in questi giorni, in quest'Assemblea si è lungamente parlato dell'ICI come l'imposta che riguarda più da vicino i comuni ed i cittadini. Pertanto, assegnare al consiglio comunale la competenza su tale imposta non rappresenta altro che l'applicazione di quanto i consigli ed i sindaci già fanno, anche perché si tratta di un problema politico e di una rilevante questione di comunicazione nei confronti dei cittadini.
Non vedo alcun problema particolare, quindi, nel modificare la normativa in tal senso: lo richiedono sia il buon senso, sia soprattutto la trasparenza e ed una corretta informazione nei confronti dei cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, mi scusi, ma ho visto l'onorevole relatore alzare la mano. Quindi, non vorrei...
PRESIDENTE. Onorevole Ventura, ha forse chiesto di intervenire?
MICHELE VENTURA, Relatore. Sì, Presidente, chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Le chiedo scusa, ma non l'avevamo vista. Ne ha facoltà.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, quanto ha affermato il collega Crosetto è vero: infatti, nel corso della discussione svoltasi in Commissione, si sono manifestate posizioni articolate. Personalmente, sono dell'opinione che argomenti di questa natura troverebbero una collocazione più adeguata in consiglio comunale, in sede di assemblea (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea). Ciò perché si tratta degli atti fondamentali che un consiglio comunale adotta e che rientrano proprio nell'ambito programmatorio e di indirizzo di un'amministrazione locale.
Vorrei tuttavia ricordare ai colleghi che io, perlomeno, penso che non si possa intervenire solamente ogni tanto sugli enti locali, in questa Assemblea, senza tenere presente cosa prevede il decreto legislativo n. 504 del 1992.
Tale provvedimento, infatti, stabilisce alcune regole, ed i consigli comunali si danno propri regolamenti. Numerosi comuni prevedono, su queste materie, una discussione nell'ambito del consiglio comunale, ma vorrei segnalare che ciò rientra nell'autonomia che abbiamo conferito agli stessi consigli comunali.
La difficoltà, quindi, di esprimere un parere favorevole su questo punto deriva dal fatto - questa è la mia opinione - che esiste il regolamento del consiglio comunale e che è attraverso quel regolamento che si disciplinano, in vario modo, le prerogative del consiglio comunale e quelle che sono materie di giunta. In questo caso specifico, fra l'altro, le tariffe arrivano obbligatoriamente e comunque in consiglio comunale perché sono atti inseriti in provvedimenti di carattere più generale. Questo è il motivo che ci ha indotti ad esprimere parere contrario sull'emendamento Armani 10.7.
Signor Presidente, siamo alla vigilia di una discussione sulla revisione del Testo unico degli enti locali e c'è un problema probabilmente più generale su tutte queste materie; quindi, considererei l'argomento, in questo momento, non certo come un grandissimo problema che - a mio parere - è da lasciare ad una valutazione che anche l'aula può esprimere le ragioni del parere contrario su questo emendamento sono legate al punto che prima ho richiamato e che attiene all'autonomia degli enti locali (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo soltanto per una precisazione a Pag. 120tutti i colleghi: tutte le tariffe vanno in consiglio comunale per il bilancio di previsione, perché se ciò non accadesse esse non sarebbero applicabili. Nel bilancio di previsione, che viene discusso e votato dal consiglio comunale, devono essere presenti tutte le tariffe e, in quella sede, il consiglio comunale può modificarle. Io non scendo nel merito della discussione che state svolgendo, ma dire che le tariffe non vanno in consiglio comunale è una non verità.
Chi vi parla fa il sindaco e, quindi, vi garantisce che sia l'ICI sia tutte le altre tariffe vengono decise dal consiglio comunale quando approva il bilancio di previsione. Il regolamento può prevedere che ciascuna tariffa abbia una voce a sé, ma comunque viene anch'essa discussa in consiglio comunale. È ovvio che chi predispone il bilancio di previsione è la giunta, ma quest'atto rappresenta solo una proposta che poi il consiglio comunale o ratifica o modifica perché è sovrano e può decidere ogni tipo di modifica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Frigato. Ne ha facoltà.
GABRIELE FRIGATO. Signor Presidente, vorrei solo segnalare che la finanziaria può contenere tante cose, ma non tutte le cose. Nella sostanza si è già espresso il relatore, nel quale mi riconosco fino in fondo. Annuncio tuttavia che mi asterrò su questo emendamento; infatti, dato che prossimamente discuteremo un Testo unico di riordino degli enti locali, mi sembra opportuno intervenire in quella sede, collocando, insieme ai temi che riguardano l'autonomia, anche la specificità di quanto questo emendamento vuole andare ad indicare.
Va ricordato comunque - ma lo hanno fatto già molti altri colleghi - che le tariffe - l'ICI, le relative detrazioni e le aliquote - passano tutte per il consiglio comunale che, dal mio punto di vista, è il luogo nel quale gli elementi di indirizzo, la materia finanziaria, i temi che vanno ad indicare le specificità di tassazione comunale trovano il loro punto di riferimento. In ogni caso, aggiungere alla finanziaria ogni elemento ed ogni motivo di discussione sostanzialmente non serve, posto che attorno alle autonomie locali ci troveremo in quest'aula a discutere - mi auguro velocemente - in maniera precisa e corretta un nuovo Testo unico che disciplini complessivamente la materia dell'autonomia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Romele. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, intervengo non tanto per replicare a quanto accennava poc'anzi l'onorevole Frigato, ma per specificare che i consiglieri comunali - la mia esperienza in consiglio comunale è ormai pluriennale - rispetto al sindaco, rispetto alla giunta comunale si stanno sempre di più distanziando e il rapporto tra il consiglio e la giunta diventa troppe volte un rapporto distaccato. Proprio per questo ritengo che sia invece necessario dare un segnale proprio nella finanziaria.
È vero che a breve ci sarà - ma non ho la certezza - la riorganizzazione degli enti locali e delle amministrazioni comunali. Tuttavia io non darei molta fiducia a questa ipotesi, anche perché di solito quando si mette mano alla riorganizzazione di questi organismi ci si impiega sempre degli anni; quindi, magari si sa quando si parte, ma non si sa quando si arriverà al fondo di questo nuovo regolamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.
VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, intervengo sul parere espresso dal relatore e quindi non a titolo personale.
Credo che quanto sostenuto dal relatore sia improprio; infatti, non mi sembra credibile che l'indisponibilità a dare un parere positivo sia legata al fatto che quest'aula sarà chiamata quanto prima ad intervenire sul Testo unico delle autonomie Pag. 121locali. Voglio ricordare a me stesso che ieri sono intervenuto quattro volte su questo tema; quando abbiamo discusso sia di addizionale IRPEF sia di altro e voglio rammentarvi che è stato magnificato un emendamento approvato da quest'aula sulla tassa di scopo, con il quale si indicavano dei paletti riferiti alla potestà regolamentare dei comuni. Non è vero, quindi, che attraverso la finanziaria non si incide sul Testo unico degli enti locali. In quest'aula c'è qualcuno che sostiene che le tariffe - e non si tratta di tariffe - sono di competenza, quando sono allegate al bilancio di previsione, del consiglio comunale, perché è un unicum, ma altri sostengono il contrario.
Visto che dall'articolo 72 in poi ci occuperemo di nuovo del rapporto con gli enti locali ...
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rao. Ne ha facoltà.
PIETRO RAO. Signor Presidente, intervengo solo per esprimere un paio di considerazioni. Innanzi tutto, chiedo di apporre la mia firma a questo emendamento; in secondo luogo, vorrei richiamarmi ad una dichiarazione del relatore che sostanzialmente confermava che tutto viene affidato alla autonomia dei comuni, mentre così non è perché c'è una gerarchia legislativa. Esiste lo strumento di autonomia che è lo statuto e poi c'è il regolamento; ma, poiché la legge è superiore, sicuramente lo statuto non può derogare.
MICHELE VENTURA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, i ragionamenti e gli interventi che abbiamo ascoltato mi inducono a non trasformare questo voto in un fatto di schieramento, tra chi vuole la trasparenza e chi non la vuole, su una questione come quella dei tributi. Il relatore, quindi, si rimette all'Assemblea sull'emendamento Armani 10.7. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, intervengo brevemente e ringrazio il relatore per l'onestà e la correttezza dimostrate. Volevo solo sottolineare un aspetto perché altrimenti facciamo un po' di confusione. Credo che l'emendamento del collega sia non solo opportuno, ma anche necessario perché in questo caso stiamo discutendo di un equivoco, che potrebbe nascere in sede di interpretazione, il quale potrebbe creare problemi circa la stesura dei bilanci di previsione degli enti locali. Infatti, la parte relativa alle imposte, soprattutto questa, è parte costitutiva della manovra di bilancio che fanno gli enti locali, quindi rientra necessariamente nella regola generale in forza della quale questa è una competenza esclusiva dei consigli comunali. Poiché è successo per altre tariffe o per alcune imposte, che norme speciali incardinassero questa competenza in capo alla giunta, è evidente che la difficoltà interpretativa crea dei problemi agli enti locali.
PRESIDENTE. Onorevole Ventura, ovviamente, do per scontato che la posizione da lei espressa sia condivisa dal Comitato dei nove.
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Onorevole Ventura...
ELIO VITO. Rivolgiti all'Assemblea!
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Intendevo Pag. 122chiedere all'onorevole Ventura se si rimette all'Assemblea. Comunque, il parere del Governo è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ricci. Ne ha facoltà.
ANDREA RICCI. Signor Presidente, voglio innanzitutto ringraziare il relatore, onorevole Ventura, per la decisione di rimettersi all'Assemblea rispetto al voto su questo emendamento.
Le motivazioni che il relatore aveva espresso nella dichiarazione iniziale di parere contrario erano formalmente corrette. Infatti, è prassi che nella normativa statale, quando si interviene sugli enti locali, si usi la dizione generica di comune, provincia, comunità montana e ciò senza andare a specificare l'organo competente, all'interno dell'ente locale, ad assumere le decisioni.
Credo, tuttavia, che in questa materia, cioè nell'imposizione fiscale di carattere locale, debba valere un principio di carattere generale, che sin dalla rivoluzione francese ha caratterizzato le moderne democrazie. Sono le assemblee legislative e rappresentative a determinare forma e quantità dell'imposizione fiscale. Se nell'attuale normativa, che demanda ai regolamenti comunali, è presente un grado di incertezza che consente ai comuni di demandare all'organo esecutivo e non a quello rappresentativo la determinazione delle imposte comunali, occorre correggere questo errore. Pertanto, il nostro gruppo voterà a favore dell'emendamento Armani 10.7 che chiarisce una cosa che già di per sé doveva essere ovvia, ma, immettendola anche come una eccezione nella legislazione statale, la si rende vincolante anche per quei comuni che fino ad oggi hanno derogato alla norma di carattere generale (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista - Sinistra Europea e Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Quartiani, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, rinuncia ad intervenire.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA. Signor Presidente, vorrei anch'io ringraziare il relatore per aver affidato all'Assemblea la decisione sull'emendamento Armani 10.7 e vorrei ricordare, molto brevemente, che in questo caso non si tratta di un problema di trasparenza, ma di attribuzione di funzioni e di poteri ad organi ben distinti. Oso dire che, probabilmente, questo emendamento sarebbe stato superfluo per il semplice motivo che questi atti rientrano nell'ambito dell'articolo 32 del Testo unico; si tratta di atti fondamentali che, come tali, appartengono alla competenza del consiglio. Il valore di questo emendamento sta appunto nel fatto che chiarisce eventuali equivoci interpretativi in questa materia, ma non è un problema di trasparenza, bensì di attribuzione di funzioni. Ecco perché sarebbe stato più corretto che di questo si trattasse nell'ambito di quella prevista riforma delle autonomie locali che è stata annunciata dal Governo. Ecco perché avevamo anche chiesto a suo tempo lo stralcio dell'intera materia, proprio perché rischiamo di entrare in questi argomenti delicati per spezzoni e non in maniera organica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Violante. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, colleghi, dalla discussione svoltasi fino ad ora mi pare sia emersa l'evidenza secondo cui questo emendamento, dal punto di vista sostanziale, non cambia nulla; infatti, la deliberazione va approvata dal consiglio comunale. Qual è però il punto politico-istituzionale che mi permetto di richiamare alla vostra attenzione? In questo caso, con un atto dello Stato, interveniamo nella discrezionalità e nell'autonomia dei comuni.Pag. 123
Ho sentito l'intervento del collega di Rifondazione Comunista che ha detto delle cose molto serie ed impostate bene; però, accanto a quei valori che noi giustamente difendiamo, ce n'è un altro, ed è quello dell'autonomia. Il fatto che lo Stato centrale stabilisca quale sia l'organo nei comuni che deve assumere certe deliberazioni quando, peraltro, è già stabilito che il consiglio comunale deve decidere in quel modo...
ALBERTO GIORGETTI. Non è così!
LUCIANO VIOLANTE. Sì, perché la delibera va in consiglio comunale. Colleghi, non c'è bisogno di litigare, volevo solo dire che richiamo solo un punto politico. Stiamo costruendo un sistema federale, ci battiamo per le autonomie, mi pare giusto che sia il singolo comune a stabilire in che modo bisogna intervenire, fermo restando, lo ripeto, che comunque il voto sulla delibera è un voto del consiglio comunale. La giunta non decide, staccandosi dal consiglio comunale, ma porta il documento in consiglio comunale e quest'ultimo vota. Per cui, visto che vi è libertà di voto, voterò contro questo emendamento perché ritengo che una decisione di tal genere sia un'interferenza francamente non accettabile in un sistema federale che rispetti le autonomie locali (Applausi di deputati del gruppo L'Ulivo)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giovanelli. Ne ha facoltà.
ORIANO GIOVANELLI. Signor Presidente, mi ritrovo totalmente nelle considerazioni svolte dal presidente della Commissione affari costituzionali, quindi posso aggiungere poco.
Debbo dire che ho salutato con grande favore il fatto che non siamo stati costretti a discutere un collegato alla finanziaria relativo al nuovo ordinamento degli enti locali. Infatti, non si può intervenire su questa materia per spezzoni, per spot. Non si può intervenire nel regolamentare i rapporti fra il consiglio comunale, la giunta, il sindaco con interventi frammentari. Bisogna fare una discussione approfondita e generale. In questo caso, noi stiamo intervenendo, al di là del valore di merito, nell'ambito di una questione molto delicata, sulla quale chiedo una riflessione all'Assemblea, che è appunto l'autonomia regolamentare di un comune. Credo sia una cosa che dovrebbe stare a cuore un po' a tutti visto che in questi giorni ognuno di noi si è dilettato a sottolineare il valore delle autonomie, del federalismo e così via.
Quindi, mi preoccupa un po' che in modo estemporaneo si pensi di poter intervenire su una questione così delicata che nel merito avrà poco peso, ma che ne ha tanto dal punto di vista di principio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, la discussione è di grandissimo interesse, ma interverrò brevissimamente. Annuncio il voto favorevole del gruppo dei Verdi su questo emendamento, ma aggiungo di condividere la sollecitazione venuta da vari colleghi, tra i quali gli onorevoli Moffa e Violante. Anche se il mio voto sarà diverso da quello che esprimerà il presidente Violante, condivido infatti l'opportunità che si riesamini questa materia nell'ambito del cosiddetto codice delle autonomie. Richiamo alla memoria dell'Assemblea - si tratta infatti di un aspetto che ritengo sia bene rammentare - che l'articolo 117, secondo comma, della Costituzione recita: «lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie (...)» e specifica, alla lettera p) del citato comma: «legislazione elettorale, organi di Governo e funzioni fondamentali di comuni, province e città metropolitane».
Per tali ragioni, ritengo che dal punto di vista delle competenze costituzionali siamo titolati ad intervenire con questa norma su un tema di particolare delicatezza; tuttavia, sarà opportuno che la materia sia ridefinita in modo organico nel nuovo codice delle autonomie.Pag. 124
Da ultimo, signor Presidente, per ragioni di correttezza vorrei restasse agli atti della seduta odierna che, pur avendo insieme ad altri colleghi (tutti, mi pare) apprezzato la posizione assunta dal relatore Ventura...
ELIO VITO. Bravo!
MARCO BOATO. ... segnalo che l'esame si sta svolgendo non al Senato - dove è il relatore ad esprimere il parere - ma alla Camera, dove è invece la Commissione che, attraverso il Comitato dei nove, esprime appunto il parere.
Devo quindi presumere che il relatore Ventura abbia acquisito al banco del Comitato dei nove il mutato orientamento del Comitato stesso nel senso di rimettersi all'Assemblea e l'abbia perciò espresso lui personalmente. Ma non è il relatore che si rimette all'Assemblea; è la Commissione a farlo.
PRESIDENTE. Onorevole Boato, ho già chiesto al relatore Ventura se la modifica del parere fosse basata sull'acquisizione del mutato avviso in sede di Comitato dei nove. Quindi, abbiamo già la risposta alla questione da lei posta. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Velo. Ne ha facoltà.
SILVIA VELO. Colleghi, io sono sindaco...
GIANFRANCO CONTE. Brava!
SILVIA VELO. Sì, anche brava, a giudizio degli elettori (Applausi)! Ho seguito con attenzione questo dibattito; mi convincono gli interventi di chi, giustamente, dichiara che comunque le aliquote sono parte integrante e determinante del bilancio che i consigli comunali approvano. Vi invito dunque a riflettere sul fatto che modificare oggi, a novembre inoltrato, questa norma può mettere in difficoltà i comuni nella predisposizione dei bilanci di previsione (Applausi). Si interviene solo su una piccolissima parte della norma e non su tutta la procedura prevista; è quindi a rischio la funzionalità di 8 mila comuni italiani (Applausi di deputati dei gruppi L'Ulivo, Forza Italia e Lega Nord Padania).
GIUSEPPE ROMELE. Non è vero!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.
ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, sono dell'avviso che dopo la modifica dell'articolo 128 della Costituzione, che attribuiva allo Stato il compito di disciplinare l'ordinamento degli enti locali e queste funzioni, oggi esista l'articolo 114, che dichiara chiaramente che i comuni sono soggetti autonomi nell'ambito dei principi stabiliti dalla Costituzione.
Il richiamo dell'onorevole Boato alla lettera p) del secondo comma dell'articolo 117 ed alla competenza esclusiva si riferisce all'indicazione degli organi di governo, ma non alla distribuzione delle competenze tra gli stessi. Questo non è un problema di merito; ogni comune, nel suo statuto, potrà stabilire le competenze degli organi di governo.
FRANCESCO PIRO. Tutto questo, con la finanziaria, cosa c'entra? È inammissibile questo emendamento!
ROBERTO ZACCARIA. Perché dobbiamo porle in fotocopia tutte uguali? Si tratta di un potere che l'articolo 114 attribuisce agli statuti regionali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Franco Russo. Ne ha facoltà.
FRANCO RUSSO. Signor Presidente, il dibattito che stiamo svolgendo, sia pure a tarda sera, è particolarmente importante; l'intervento del collega Violante, che presiede la I Commissione della Camera, non può non indurre a riflettere.
A me sembra, presidente Violante, onorevole Zaccaria, che si abbia perfettamente Pag. 125ragione a richiamare la lettera p) del secondo comma dell'articolo 117, che si riferisce alle competenze generali degli organi locali previste con legge statale. Però, mi sembra - e in questo l'onorevole Ricci, a mio avviso, ha toccato il punto saliente (e perciò ho chiesto di parlare, Presidente) - si possa sostenere che l'organo rappresentativo è quello che deve decidere sull'imposizione delle tasse. L'onorevole Ricci ha richiamato al riguardo la rivoluzione francese, giacobina; ma aggiungo che il principio della rivoluzione inglese del 1688 aveva tale tenore: nessuna tassazione senza rappresentanza. A me pare che questo principio generale dell'organizzazione democratica dovrebbe essere attuato (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e di deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Napoletano. Ne ha facoltà.
FRANCESCO NAPOLETANO. Signor Presidente, ritengo si stia veramente trattando di un falso problema, quasi l'emendamento sottendesse una sorta di dicotomia tra i poteri del consiglio e quelli della giunta. Fermo restando che il valore del sistema delle autonomie locali mi sembra rilevante, il potere di legge in tema di bilancio è del consiglio comunale. Avviene solitamente che la giunta predispone la proposta di bilancio; quando giunge all'esame del consiglio il bilancio, sono esaminati anche gli atti propedeutici al bilancio stesso. Insieme al costo di costruzione ed alle tariffe in genere, vi è anche tale punto. Il consiglio comunale, quindi, decide se approvare o meno quello schema; decide se una tassazione debba essere introdotta o meno.
Non riesco a comprendere bene quanto si vorrebbe compiere in assenza di una modifica del Testo unico; infatti, è in quella fase che bisognerebbe disciplinare tale aspetto. Nel caso in esame, se, in ipotesi, fosse approvato questo emendamento, cosa accadrebbe? La giunta non predisporrebbe il bilancio ma dovrebbe prima intervenire il consiglio e poi, dal consiglio, di nuovo la questione tornerebbe alla giunta e infine di nuovo al consiglio.
Ritengo sia una procedura abbastanza farraginosa; ha ragione la collega sindaco quando sostiene che una tale misura oggi significherebbe mettere in difficoltà i comuni. Ritengo sia più serio e costruttivo non soltanto conoscere bene questi meccanismi, e non per sentito dire, ma anche affrontare la materia nel quadro di una riforma e di una rivisitazione del testo unico sugli enti locali, decreto legislativo n. 267 del 2000. Mi sembra sarebbe più utile e non dannoso. Stiamo infatti facendo un «braccio di ferro» su questioni che mi sembra non sussistano (Commenti)...
PRESIDENTE. Per cortesia, consentite all'onorevole Napoletano di concludere il suo intervento.
FRANCESCO NAPOLETANO. Ho concluso, Presidente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giacomelli. Ne ha facoltà.
ANTONELLO GIACOMELLI. Signor Presidente, evidentemente, come diversi colleghi hanno già sottolineato - cito per tutti il collega Barani -, la discussione che si sta svolgendo è del tutto impropria; ma poiché le discussioni con questo calore non avvengono per niente, è evidente che il nostro dibattito è caricato di molti significati e rivela la necessità di un confronto organico sul ruolo degli enti locali e sulla redistribuzione delle funzioni e dei poteri al loro interno.
Ritengo che un concetto che da più parti è emerso sia quello che fa giustizia della questione: prima del bilancio, il regolamento delle tariffe comunque deve essere approvato dal consiglio comunale. Quindi, non mi permetto di invitare a ritirare l'emendamento, ma...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giacomelli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, intervengo soltanto per fare una precisazione su un'osservazione che ho sentito. Onorevole Violante, è il decreto n. 267 che dà ad altro organismo che non sia il consiglio la facoltà di determinazione delle tariffe. Quindi, alcuni sindaci non lo passano neppure in giunta, ma lo determinano con atto autocratico. È chiaro che poi va tutto in consiglio, ma è un po' come la legge finanziaria. Tutto arriva alla Camera, ma la possibilità che essa ha di incidere sui singoli capitoli, anche se si è in maggioranza, non è molto significativa. Non è una battuta.
L'emendamento Armani 10.7 ha lo scopo di riportare (anche se in modo improprio perché in questo caso bisognerebbe cambiare il decreto n. 267 e non intervenire sul n. 252), in modo chiaro e definitivo, questo potere ai consigli. Concordo sul fatto che non è questo il modo di intervenire, ma il problema si pone. Dal momento che è stata data libertà di voto, una volta votata tale norma si crea qualche problema di confine con il decreto n. 267. Comunque, vediamo come si esprime la Camera.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marino. Ne ha facoltà.
MAURO MARIA MARINO. Signor Presidente, mi sembra che questa discussione sia più pleonastica che reale. Essa anticipa lo scontro che si verificherà quando parleremo del decreto n. 267, la riforma del Testo unico, tra il partito dei sindaci e quello delle assemblee elettive. Pur essendo pleonastica, ritengo che abbia un valore simbolico affermare che fa capo al consiglio comunale, ribadendola, la facoltà di determinare le tariffe. Tale facoltà è già prevista dall'articolo 32 del Testo unico. Quindi, ritengo che alcune citazioni della Costituzione siano un po' improprie, perché non tengono conto del fatto che, comunque, i regolamenti comunali non potranno mai derogare, per il principio della gerarchia delle fonti, alla legge dello Stato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Colleghi, prima di fare il consigliere regionale e il parlamentare, una delle più belle esperienze della mia vita è stata quella di fare il consigliere comunale di minoranza. Come «assemblearista», infatti, ho sofferto e soffro il depauperamento drammatico di democrazia degli enti locali rispetto a quanto accadeva ai miei tempi, quando maggioranza e minoranza si confrontavano e non vi era «un uomo solo al comando» nei comuni. Pertanto, ogni norma che possa riportare il dibattito e la rivitalizzazione nei consigli comunali è bene accetta e credo che questo Parlamento faccia bene ad approvarla (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rocco Pignataro. Ne ha facoltà.
ROCCO PIGNATARO. Signor Presidente, a nome del gruppo dei Popolari-Udeur intervengo per dichiarare il voto favorevole del gruppo che rappresento. Infatti, secondo noi, al di là delle competenze e delle scelte che possono essere fatte in maniera legittima, riteniamo che dare questa possibilità....
PRESIDENTE. Onorevole Pignataro, le chiedo scusa. Colleghi, questo clima da stadio rende assolutamente ingestibili i Pag. 127lavori, soprattutto per chi sta intervenendo. Per cortesia, siamo tutti stanchi. Prego, continui pure.
ROCCO PIGNATARO. Quindi, dare la possibilità al consiglio comunale di avere potere decisionale costituisce un'ulteriore opportunità per dare senso compiuto ad una scelta democratica più allargata e condivisa (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Armani 10.7, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni - Applausi).
(Presenti 480
Votanti 453
Astenuti 27
Maggioranza 227
Hanno votato sì 312
Hanno votato no 141).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 500
Votanti 486
Astenuti 14
Maggioranza 244
Hanno votato sì 265
Hanno votato no 221).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Giudice 10.01.
Qual è il parere del Governo su questa proposta emendativa?
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Presidente, come ho già detto prima, il Governo esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Giudice 10.01 con la seguente riformulazione: dopo la parola «affissi», aggiungere le seguenti: «salvo prova contraria».
PRESIDENTE. Il relatore?
MICHELE VENTURA. Relatore. Concordo con la riformulazione proposta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giudice. Ne ha facoltà.
GASPARE GIUDICE. Vorrei spiegare brevemente la logica di questo articolo aggiuntivo che vuole porre un freno all'abusivismo pubblicitario che ormai ha ridotto le strade, i palazzi, le piante e i monumenti ad un attacchinaggio selvaggio, che non riesce ad individuare alcuna responsabilità.
La norma dell'articolo 23, comma 13, del codice della strada continua ad individuare il responsabile di questo scempio nell'attacchino, cosa che è assolutamente inaccettabile. Dunque, invito il Parlamento a mandare un segnale forte affinché questo fenomeno venga bloccato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Presidente, io credo che prima di votare questo articolo aggiuntivo, forse sarebbe meglio discuterlo quando affronteremo l'articolo 11, al comma 22, dove vi sono norme proprie di questo argomento, al fine di affrontare la questione in una discussione più generale. Dunque, chiedo che questo articolo aggiuntivo venga accantonato ovvero trasferito all'interno dell'articolo 11, comma 22.
Pag. 128PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente Duilio. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Presidente, concordo con la proposta di accantonamento di questo articolo aggiuntivo. Con l'occasione, peraltro, approfitterei - visto che siamo arrivati alla mezzanotte - per chiedere, se possibile, di convocare la seduta di domani mattina alle ore 10, in modo da consentire ai colleghi di avere un po' più di tempo a disposizione.
PRESIDENTE. Grazie, presidente Duilio.
Avverto che, non essendovi obiezioni, l'esame dell'articolo aggiuntivo Giudice 10.01 si intende accantonato.
Il seguito del dibattito è rinviato alla seduta di domani.