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Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007) (A.C. 1746-bis) (ore 10,07).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007).
Ricordo che nella seduta di ieri sono stati esaminati e votati gli ordini del giorno.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1746-bis)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale, per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Reina. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE MARIA REINA. Onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, se pure constatiamo, non senza un certo compiacimento, che il testo di questa legge finanziaria reca taluni elementi positivi, a fronte dei gravi bisogni della nostra Sicilia e del Meridione più in generale, anche - dovete ammetterlo - per l'influsso delle posizioni e delle iniziative che in questi ultimi mesi noi del Movimento per l'autonomia abbiamo assunto dentro e fuori da quest'aula per porre sotto i riflettori l'esigenza di fare ripartire lo sviluppo di tutto il Sud del paese e - non intendiamo sottacerlo - anche grazie all'intervento di parlamentari siciliani della maggioranza che, in tale direzione, si sono battuti e, sotto tale profilo, hanno Pag. 2ben meritato il nostro pieno rispetto, siamo comunque costretti a registrare in questa manovra una sostanziale insufficienza ed un superficiale apprezzamento - direi una disattenzione - rispetto alle misure strutturali che, in realtà, dovrebbero essere adottate per avviare in modo concreto la stagione del riequilibrio fra le parti deboli del paese ed il resto dello stesso, al fine di assicurare la sua vera, mai compiutamente realizzata, unità.
Non contestiamo, come tanti altri si sono affannati a fare in questo lungo dibattito, il fatto che il testo sottoposto dal Governo al nostro esame sia stato implementato come mai prima d'ora era avvenuto (con ben 217 articoli in partenza ed una pletora incredibile di successivi emendamenti), e neppure che la maggioranza abbia trovato il modo - per la verità, assai poco decoroso - di dividersi dentro e fuori il Governo. In realtà, malgrado tutto questo, contestiamo piuttosto il fatto che non si sia riusciti a traguardare in modo compiuto i reali obiettivi di crescita del paese, in un quadro armonico di composizione unitaria delle diversità, nel vero rispetto delle insufficienze e debolezze di chi, in questo paese, ha sempre pagato il prezzo più alto: il sud.
Riteniamo che questa legge finanziaria, come del resto quelle precedenti in questi anni, abbia un difetto all'origine: non è con la riforma delle sue procedure che noi porremo mano alla vera questione che si pone dentro il Parlamento, cioè, quella di ridare senso alla sua centralità rispetto alle tematiche del paese.
Per questo motivo, abbiamo presentato emendamenti importanti, poi trasformati in ordini del giorno, come quello sulla fiscalità di vantaggio, che riteniamo sia, attraverso le modalità che si possono più appropriatamente studiare, l'unico elemento strutturale che può assicurare realmente la ripresa di nuovi investimenti nel sud.
Lo stesso discorso vale per la questione del ponte, sulla cui realizzazione abbiamo dovuto constatare - purtroppo - protervia da parte del Governo nel volere inserire, già nel decreto fiscale collegato, un articolo con il quale venivano sottratte le risorse ad esso devolute per rimetterle in discussione. In altre parole, per affrontare i temi del Sud, si utilizzano soldi e risorse che al sud erano già stati assegnati e attribuiti. Ci saremmo sicuramente aspettati che qualcosa di più - molto di più - ci venisse offerto come compensazione.
Anche su questo aspetto ci attendiamo che, in occasione della seconda lettura al Senato, si dia almeno la possibilità alla regione siciliana - e, se lo vuole, anche alla regione Calabria - di acquisire il pacchetto di maggioranza della società Stretto di Messina. Vedremo se questa tematica potrà essere affrontata in un modo diverso, ma anche più concreto ed incisivo, rispetto alle attese delle nostre popolazioni.
Prendiamo atto con particolare soddisfazione del fatto che è stato accettato, sia pure come raccomandazione in un ordine del giorno, il nostro emendamento che prevede la possibilità di utilizzare aliquote nell'accisa sulle benzine e sui carburanti per autotrazione. Sappiamo che un ordine del giorno siffatto può significare nulla o molto. Ci attendiamo quindi che, al Senato, si trovi il modo di articolare meglio la possibilità di far diventare concreta questa misura tanto attesa dalle popolazioni meridionali, una misura strutturale che ci permette di fare evolvere positivamente lo sviluppo delle nostre popolazioni.
Signor Presidente, concludo il mio intervento con una sentita raccomandazione. Siamo convinti che occorra più Mezzogiorno in Italia. L'Italia ha bisogno del Mezzogiorno. Se vi sarà più Mezzogiorno in Italia, ci sarà più Italia nel Mezzogiorno! Questa aspirazione ci guida e speriamo che il paese ritrovi la via di una possibile soluzione di sviluppo nel futuro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Brugger. Ne ha facoltà.
SIEGFRIED BRUGGER. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, Pag. 3colleghi, nonostante indubbie lacune iniziali contenute nel testo arrivato i primi di ottobre presso questo ramo del Parlamento, ed anche errori di comunicazione sulle scelte operate (fattori che - non nascondo - ci hanno messo in difficoltà con il nostro elettorato), abbiamo condiviso fin da subito le priorità e gli obiettivi generali di questa legge finanziaria. Penso, innanzitutto, al rientro dal debito pubblico, con scelte di carattere strutturale che l'Europa ci ha imposto a seguito della procedura di disavanzo eccessivo avviata nel luglio 2005 dall'Ecofin.
Siamo consapevoli, giacché è su tali temi che è apparso decisivo il consenso avuto nelle elezioni politiche, dei tempi urgenti indicati dal Governo per le politiche di risanamento. Non comprendere la dimensione e l'urgenza delle misure da adottare per l'aggiustamento strutturale dei conti pubblici avrebbe significato solo protrarre l'ipoteca negativa a cui la precedente maggioranza di Governo ha assoggettato il paese per anni.
Le scelte per stimolare lo sviluppo e la competitività del paese - altro punto qualificante di questa manovra -, grazie ad una serie di disposizioni volte al sostegno del mondo imprenditoriale, in particolare delle piccole e medie imprese italiane, ci hanno trovato d'accordo fin da subito sul cuneo fiscale e, in corso d'opera, sul TFR, con la correzione operata a favore delle imprese con meno di 50 dipendenti e con la riduzione dei maggiori costi sostenuti per l'apprendistato.
In tal senso, vanno inoltre giudicati con favore il ripensamento sulla tassa di soggiorno, che ha fatto tirare un sospiro di sollievo al settore turistico-alberghiero, e la deducibilità, per i professionisti, dei costi di ammortamento degli immobili strumentali.
Su questi temi, noi parlamentari delle Minoranze linguistiche ci siamo impegnati a fondo. Riteniamo, però, necessario monitorare l'andamento di alcune disposizioni contenute nel disegno di legge finanziaria che altrimenti rischieranno, a nostro avviso, di penalizzare la competitività delle imprese italiane con un eccessivo aggravio di costi. Penso, ad esempio, alla limitata deducibilità delle spese per auto aziendali, alle norme sugli studi di settore e all'innalzamento delle soglie minime al di sotto delle quali alcune società sono considerate non operative.
La maggioranza si è assunta la responsabilità di avviare il risanamento del paese con misure di equità e di sviluppo. Una valutazione condivisa anche dal presidente di Confindustria Montezemolo, che ha riconosciuto la necessità che la manovra di bilancio fosse molto dura; il suo appello ad un patto per la produttività e ad un'opportuna concertazione a tale fine non può che essere accolto positivamente.
Per quanto riguarda l'equità sociale, possiamo dire che la maggioranza ed il Governo sono stati di parola. Questa finanziaria è davvero impostata su solidarietà ed equità sociale, in modo particolare sulla famiglia. Faccio due esempi. La nuova curva IRPEF ha operato una redistribuzione dei redditi con misure effettive di sostegno alle famiglie e ai lavoratori autonomi entro i 30 mila euro e ai dipendenti entro i 40 mila euro, nonché il raddoppio delle risorse destinate al fondo per i non autosufficienti.
Le norme contenute nel maxiemendamento hanno tuttavia riproposto problemi, per i quali era stata concordata una soluzione in sede di confronto con i gruppi parlamentari di maggioranza, che il Governo si era impegnato a correggere. Occorre, dunque, che gli impegni presi vengano rispettati in sede di esame del disegno di legge finanziaria al Senato. Mi riferisco, in modo particolare, al mondo del volontariato e alle associazioni con scopi dilettantistici, come bande musicali, cori e filodrammatiche, e all'opportunità per questi soggetti di godere di un regime fiscale agevolato. Ricordo, inoltre, la clausola di salvaguardia finale per proteggere le specificità delle regioni a statuto speciale e delle province autonome.
Il nostro è invece un giudizio molto positivo sull'importante risultato raggiunto con il nuovo patto di stabilità in cui il Pag. 4vincolo sui saldi e non più sulle spese riconosce il ruolo essenziale delle regioni e delle province autonome.
È, quindi, con fiducia, per quanto potrà essere fatto in Senato, che annuncio il voto favorevole della componente politica delle Minoranze linguistiche (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze linguistiche).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catone. Ne ha facoltà.
GIAMPIERO CATONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori membri del Governo, a nome del gruppo della Democrazia Cristiana-Partito Socialista voglio ringraziare il Governo per aver posto la questione di fiducia sul disegno di legge finanziaria per il 2007. Attraverso la richiesta di questo voto, infatti, il Governo è stato finalmente costretto a consegnare alla Camera dei deputati un testo, per noi deprecabile, ma che ha almeno il merito, giunti a questo punto, di poter essere letto e finalmente conosciuto nella sua interezza da questa Assemblea e da tutto il paese.
Quello che è stato taciuto dolosamente agli italiani è che, a causa dei continui mutamenti imposti dal Governo e dalla maggioranza, nessuno, nemmeno questa Assemblea parlamentare, è stato in condizione di conoscere compiutamente, e quindi responsabilmente discutere, il complesso dell'intera manovra. Una grande confusione, insomma, ha regnato in questa prima finanziaria scritta dal Governo Prodi; confusione che ha raggiunto un livello intollerabile - aggiungiamo - per un paese civile membro dell'Unione europea. Ci siamo trovati di fronte ad un maxiemendamento presentato dal Governo che si compone di oltre 800 commi (sottolineo, 800 commi). Siamo stati quasi costretti, come semplici comparse di una sceneggiata di cattivo gusto scritta da altri, a votare sì o no alla richiesta di fiducia posta dal Governo, e ciò senza essere entrati nel merito del testo definitivo di questa legge economica. Qualcuno ha detto: se non puoi convincerli, confondili. E questo è un caso da manuale. Il Governo e la maggioranza hanno giocato e continuano a farlo utilizzando la confusione da loro stessi ingenerata per far sì che il Parlamento e gli italiani, stanchissimi dopo questa maratona, capendo sempre meno, alla fine, accettassero supinamente questa manovra finanziaria iniqua ed inutile. Ebbene, noi vogliamo dire forte e chiaro che non ci prestiamo a questo giochetto. La nostra opposizione a questa disastrosa manovra finanziaria e al Governo Prodi, che ne è l'autore, non verrà meno.
Non siamo e non saremo confusi nemmeno nell'esporre a tutti gli italiani le ragioni del nostro dissenso e della nostra indignazione per questa finanziaria e per l'iter fin qui seguito, che ha rappresentato una presa in giro per l'intero Parlamento e per tutto il popolo italiano. Il ministro Chiti ha giustificato l'altra sera in quest'aula la richiesta di voto di fiducia con la solita scusa dell'ostruzionismo dell'opposizione. È questo un argomento talmente trito e falso che forse non merita neppure una risposta. Noi sosteniamo, caro ministro Chiti, che avete dovuto perdere tempo soprattutto per trovare un accordo all'interno della vostra maggioranza, dove abbiamo assistito ad una sorta di negoziazione permanente; solo adesso, forse, ma non ci crediamo del tutto, siete riusciti a concordare un testo.
Durante le fasi convulse e farsesche che hanno contraddistinto l'iter del provvedimento, si è svolto un vero e proprio mercato all'interno della coalizione che appoggia il Governo Prodi, addirittura, nell'ultima fase, con i deputati della maggioranza che stazionavano davanti a palazzo Chigi per chiedere questo o quel cambiamento. È a causa di questo mercato permanente che il testo del disegno di legge finanziaria è stato cambiato dal Governo di ora in ora, per poi arrivare a porre la questione di fiducia, chiesta non per far fronte al presunto ostruzionismo dell'opposizione, ma per chiudere, appunto, la vostra trattativa interna e giungere ad un testo definitivo, finalmente Pag. 5pubblico. Il ministro Chiti ha poi sostenuto che quello finalmente scaturito dal maxiemendamento rappresenta un ottimo testo, una sorta di pietra miliare per le sorti del paese. Ebbene, si è smentito immediatamente quando ha detto che comunque questo testo sarà certamente emendato al Senato. Si tratta di una situazione nuova ed intollerabile. Assistiamo, infatti, alla situazione tragicomica nella quale il Governo ci confessa di non avere ancora chiuso i mercatini al suo interno e si riserva, pertanto, un'appendice di negoziati al Senato.
Signor Presidente, a questo punto, dobbiamo sottolineare gli aspetti più negativi di questa manovra finanziaria, quelli cioè che danneggeranno di più il paese e che maggiormente causano la nostra indignazione e il nostro dissenso. Signori del Governo, avete proceduto ad introdurre decine e decine di nuove tasse, ad inasprire le aliquote fiscali e a mettere pesantemente le mani nelle tasche degli italiani. Avete poi cercato di ridurre alcune voci di spesa, in parte con artifizi contabili e in parte togliendo soldi a quelle categorie e a quei gruppi sociali che avevano meno potere contrattuale nei confronti di questo Governo. Pensiamo, ad esempio, allo scandalo delle riduzioni di bilancio per le Forze armate; siete giunti al punto di spingere persino i carabinieri a mettere in cantiere una manifestazione di protesta contro i tagli, protesta poi rientrata solo per il senso di responsabilità dell'Arma. Insomma, vi siete comportati in maniera debole con gli interessi forti e forte con gli interessi che non hanno sufficienti mezzi per farsi ascoltare, ma che non per questo sono meno importanti.
In conclusione, in queste settimane abbiamo assistito ad un marasma incredibile; il modo con cui il Governo ha tentato di scrivere la finanziaria, ma anche la sua azione politica, sono stati di grave danno per tutta l'Italia. La sintesi è comunque semplice e comprensibile: dal lato delle spese avete salvaguardato tutti i cosiddetti santuari della sinistra, mentre avete attuato tagli brutali, spesso insensati e in molti casi ingiustificati e sempre rozzi e meditati, verso quelle branche della pubblica amministrazione prive di strumenti di pressione sul Governo. Vogliamo citare, ad esempio, l'abolizione delle questure in alcune province della Sicilia e della Calabria, notoriamente a rischio criminalità: roba da non crederci! Ma è sul versante delle entrate che avete compiuto degli autentici scempi. Avete previsto decine e decine di nuove tasse mettendo le mani nelle tasche degli italiani con uno spirito che sa tanto di rivalsa e di odio sociale.
La vostra manovra di finanza pubblica è composta per oltre due terzi di nuove tasse, di nuovi prelievi a quella parte di italiani già noti al fisco, mentre la vostra presunta e sbandierata lotta all'evasione fiscale produrrà effetti - se mai li produrrà - solo nel lunghissimo periodo.
A pagare il conto delle vostre nuove tasse saranno solo quegli italiani che oggi già pagano le imposte.
Ma contro quali soggetti sociali avete specificamente indirizzato la vostra furia e la vostra persecuzione fiscale? Non contro gli evasori, e nemmeno contro i veri ricchi - con i quali, tra l'altro, intrattenete cordiali rapporti, sia in sede bancaria sia in ambito confindustriale -, ma verso le persone che appartengono alla piccola e media borghesia, vale a dire le classi appartenenti al ceto medio e medio-basso. Avete dato un ristoro fiscale alle classi meno abbienti - il ceto medio-basso - di circa 20 euro mensili: 20 euro mensili! Una presa in giro, una cifra irrisoria, quindi, a fronte della quale avete, invece, tassato e colpito per una cifra ben maggiore la piccola e media borghesia.
Oltre a tali ceti, vi sono, tuttavia, altre due importanti vittime di questa legge finanziaria; esse sono lo sviluppo economico del nostro paese e le riforme strutturali, ivi comprese le vere liberalizzazioni e la riforma della spesa pubblica. Presidente Prodi, ministro Padoa Schioppa, che ne è stato di questi due temi, che pure erano il vostro cavallo di battaglia? Come potete spiegare al paese che state aiutando la ripresa economica quando, nel contempo, caricate il sistema di settanta nuove tasse?Pag. 6
Per quanto riguarda le riforme strutturali sul lato della spesa pubblica, valgono le considerazioni già svolte. Il semplice fatto che non ne abbiate fatto menzione in questa finanziaria - dove pure potevano trovare spazio, essendo il testo una sorta di enciclopedia, il cui volume cartaceo pesa diversi chilogrammi - significa che non sarete nelle condizioni politiche di poter affrontare, né ora né mai, l'argomento. Queste riforme strutturali, delle quali il paese ha assolutamente bisogno, non potranno essere affrontate dal Governo Prodi, né ora né l'anno prossimo, né mai, finché egli rimarrà in carica. Solo a titolo di esempio, ricordo che il Presidente Prodi ha provato timidamente a dichiarare che l'anno prossimo si sarebbe aperto un confronto sulle pensioni ed è stato zittito, in tempo reale, da un comunicato di Rifondazione Comunista.
Nel paese, è montata e sta montando la protesta contro le scelte del Governo Prodi: cosa si risponde? Ebbene, Prodi ha dichiarato che manifestare contro il Governo può essere pericoloso.
Siamo giunti al punto che il Presidente del Consiglio, sicuramente a causa di un lapsus, ha però mutuato una frase desumibile da ben altri ambienti che non quelli della Presidenza del Consiglio, per minacciare sostanzialmente gli italiani. Prodi ha poi proseguito definendo pazzi, egoisti e addormentati quanti non la pensano come lui. Che giudizio dare? Come replicare a Prodi?
PRESIDENTE. Deve concludere...
GIAMPIERO CATONE. Di fronte ad affermazioni come queste, ci domandiamo se non siamo di fronte ad un caso clinico più che ad un caso politico; in ogni caso, la risposta non può non consistere nella nostra opposizione e nel nostro appoggio, convinto e deciso, alla manifestazione contro questo Governo e la sua legge finanziaria il prossimo 2 dicembre, a Roma.
PRESIDENTE. Deve concludere...
GIAMPIERO CATONE. Nel ribadire, quindi, il voto contrario del gruppo della Democrazia Cristiana-Partito Socialista, annunciamo che proseguiremo la nostra durissima opposizione in tutte le sedi contro questa legge finanziaria ed il Governo Prodi che ne rivendica la paternità (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fabris. Ne ha facoltà.
MAURO FABRIS. Signor Presidente, onorevoli colleghi, italiane e italiani che ci ascoltate, voglio iniziare questo mio intervento - ne sento proprio il bisogno - esprimendo la più netta condanna dei deputati del gruppo dei Popolari-Udeur per gli orribili fatti avvenuti ieri a Roma, quando sono stati offesi la memoria e l'onore dei nostri soldati caduti a Nassiriya (Applausi dei deputati dei gruppi Popolari-Udeur, Forza Italia e Democrazia Cristiana-Partito Socialista). Esprimiamo ai loro familiari ed all'Esercito italiano la nostra totale solidarietà ed il sostegno contro tali gesti ignobili, che tutti devono decisamente condannare.
Noi oggi siamo in Assemblea per esprimere di nuovo, con il voto sulla legge finanziaria, il nostro sostegno al Governo. Ma siamo qui anche perché così ha voluto l'opposizione: mai come quest'anno, infatti, la legge finanziaria avrebbe potuto essere per intero discussa ed approvata senza bisogno della questione di fiducia. Avremmo così restituito al Parlamento quel ruolo di luogo privilegiato del confronto politico che il Governo precedente gli ha negato negli ultimi tre anni. Trovo sia dunque ridicolo quanto sostiene oggi l'opposizione, ovvero che la questione di fiducia espropri il Parlamento, quando la Casa delle libertà, negli ultimi tre anni, sulle ultime tre leggi finanziarie, l'ha sempre posta. E ciò accadeva nonostante la Casa delle libertà avesse, con la vecchia legge elettorale, 100 deputati e 40 senatori in più. Altro che i numeri stretti spettati a noi con la nuova e vergognosa legge elettorale!
Considerando i nostri lavori, senza polemica alcuna, ritengo, colleghi dell'opposizione, Pag. 7che voi dovreste addirittura ringraziarci perché abbiamo ridato dignità al confronto tra Parlamento e Governo. I parlamentari della maggioranza - e a maggior ragione quelli dell'opposizione -, nei tre anni precedenti, per così dire, non hanno toccato palla. Un anno fa, quando eravate voi al Governo, al Senato la legge finanziaria giunse all'esame dell'Assemblea il 7 novembre e la questione di fiducia fu posta due giorni dopo; e così accadde anche alla Camera, dove la legge finanziaria giunse all'esame dell'Assemblea il 12 dicembre e la fiducia fu posta il 14 dicembre: due giorni, e via con la fiducia! Quest'anno, almeno, si è avuto il tempo - cinquantuno giorni, tra Commissione e Assemblea - per discuterla e approvare anche 15 importanti articoli, con aperture reali verso l'opposizione, come dimostra l'approvazione di ben 39 delle vostre proposte emendative: evenienze mai verificatesi negli ultimi cinque anni.
Siamo stati costretti a porre la questione di fiducia perché, dopo dieci giorni di esame, chiusi in questa Assemblea, restavano ancora da discutere altre 4 mila 500 delle vostre proposte emendative. E pensare che voi dell'opposizione avevate promesso, a settembre, poche e qualificate proposte emendative per sfidare il Governo. Ma chi le ha viste, proposte emendative siffatte? Divisi come siete al vostro interno, non avete trovato l'unità sui temi sui quali sfidarci, come dimostra il fatto che non riuscirete neppure a stare insieme in occasione della manifestazione del 2 dicembre.
Peccato: avremmo potuto svolgere un confronto ancora più costruttivo. Confronto che in futuro dovrà essere garantito cambiando le regole per approvare la legge finanziaria che ci evitino le sceneggiate di questi giorni. In fondo, lo ammetto, con il vostro ostruzionismo, questa volta, ci avete persino fatto una cortesia. Abbiamo, infatti, avuto il tempo, noi parlamentari della maggioranza, di cambiare, nel confronto con il Governo, quelle parti della legge finanziaria che non andavano bene. Il provvedimento che verrà licenziato da questa Camera - lo voglio dire in particolare a chi ci ascolta - non è più, dunque, la legge finanziaria che tante proteste aveva sollevato quando fu presentata. Lo vogliamo dire alle categorie, ai cittadini ed a quanti l'hanno contestata, in queste settimane. Vogliamo dire loro che il Parlamento, la maggioranza, noi dei Popolari-Udeur non ci siamo mostrati sordi alle critiche. Certo, quelle critiche si potevano evitare; vi doveva essere sicuramente più concertazione con le categorie, con gli artigiani, con i commercianti, con i professionisti, che rappresentano centinaia di migliaia di microaziende, milioni di lavoratori, che producono una ricchezza pari al 18 per cento del prodotto interno nazionale. Vi doveva essere con loro quella concertazione che è intervenuta invece con la Confindustria e con i sindacati.
Di tali proteste, noi dei Popolari-Udeur ci siamo fatti subito portavoce, ottenendo ad esempio che venisse eliminato il 10 per cento di contributo sull'apprendistato per i giovani. Abbiamo, tuttavia, tenuto fermi i muri maestri della legge finanziaria, per compiere quell'opera di risanamento dei conti pubblici cui ci ha obbligato il Governo precedente tagliando 7 miliardi di euro di spesa dello Stato. Ma, all'interno di quei muri maestri, sono stati apportati evidenti cambiamenti e ristrutturazioni, ed altri ancora ne faremo al Senato; in tal senso, il Governo si è impegnato per quanto riguarda la sicurezza, i Carabinieri ed i Vigili del fuoco.
D'altra parte, noi dobbiamo ora rimediare ai guasti di cinque anni del Governo precedente, che ha lasciato il paese in piena crisi economica e sociale, con un rapporto deficit-PIL salito al 4,2 per cento, segno di un collasso della finanza pubblica di cui hanno fatto le spese le famiglie e le imprese. Negli anni scorsi, l'Italia è rimasta ferma, mentre i nostri principali competitori hanno fatto registrare una crescita superiore al 2 per cento; i consumi delle famiglie si sono ripresi solo da qualche mese, mentre dal 2003 al 2005 la loro spesa media è aumentata appena di 98 euro, con una punta negativa nel Mezzogiorno, dove l'aumento è stato di soli 22 euro. Ciò ha costretto gli italiani a concentrare Pag. 8la loro spesa unicamente sui generi di prima necessità. Se in Italia le famiglie povere sono ancora l'11 per cento del totale, per le imprese non è certo andata meglio. Recatevi in un'azienda italiana piccola o grande che lavora sui mercati esteri e chiedetegli quale sia il suo principale problema. Vi risponderà: essere stata lasciata sola dalle nostre istituzioni. La crisi si è fatta sentire anche sui negozianti, sui piccoli negozi di cui l'Italia è ancora piena.
Questa legge finanziaria, grazie anche all'approvazione di proposte emendative dei Popolari-Udeur, mira ora a redistribuire quel reddito che prima era cresciuto solo per quanti già guadagnavano tanto. Prima, chi era ricco diventava sempre più ricco ed i poveri diventavano sempre più poveri; prima, alcune imprese facevano sempre più utili mentre altre, soprattutto le piccole e medie imprese, venivano lasciate sole. Prima, alle aree deboli del paese, il Mezzogiorno e tante altre zone sparse per l'Italia, venivano tolti gli incentivi per la nuova imprenditoria e per quella giovanile e femminile, nonché le leggi di sostegno e gli accordi di programma; ora, invece, quegli aiuti torneranno con risorse certe e programmate. Ciò sarà possibile grazie anche al recupero di risorse che questa legge finanziaria farà tagliando strutturalmente le spese e recuperando l'evasione e l'elusione fiscale.
Noi non vogliamo certo punire chi guadagna di più; noi dei Popolari-Udeur assolutamente non riteniamo che la ricchezza sia un reato. Si tratta, invece, di dare finalmente di più a chi ha avuto meno. Ora, con questa legge finanziaria, l'IRPEF sarà più leggera per tutti i redditi sotto i 40 mila euro. La famiglia composta da un lavoratore dipendente con coniuge e due figli non pagherà l'IRPEF fino ad una soglia di reddito di 4 mila 800 euro, e nemmeno il dipendente singolo fino ad 8 mila euro.
Abbiamo posticipato al 2009 la tracciabilità dei pagamenti attraverso l'uso della moneta elettronica, che tanto aveva spaventato. Insomma, le risorse sono aumentate, quelle per le non autosufficienze sono state raddoppiate.
Abbiamo introdotto la tassa di scopo, avviando così, noi del centrosinistra, il federalismo fiscale, per cui ogni comune potrà realizzare subito i progetti che i cittadini vogliono pagarsi sul loro territorio. Abbiamo recuperato più soldi e più uomini per far funzionare finalmente la giustizia, sostenendo le richieste del ministro Mastella. Il taglio del cuneo fiscale, inoltre, permetterà alle imprese di disporre di maggiori fondi da investire. Insomma, quando a gennaio questi benefici diventeranno concreti nelle tasche di circa il 90 per cento degli italiani, con più soldi nelle buste paga e con più soldi che rimarranno nelle casse delle aziende, siamo convinti che le polemiche di questi giorni scompariranno.
Questa è dunque una legge finanziaria che, per la prima volta, cerca di coniugare tre elementi: rigore, equità e sviluppo. Una finanziaria che ci è stata richiesta dall'Europa e che anche il Fondo monetario internazionale ha giudicato all'altezza degli obiettivi da raggiungere. Una finanziaria che non è proprio quella che volevamo noi dell'Udeur, ma che consideriamo solo il primo passo di una strategia di rilancio del paese che il centrosinistra dovrà compiere nei prossimi quattro anni.
Signor Presidente, è con questa convinzione che, a nome del gruppo parlamentare dell'Udeur, rinnovo la fiducia al Governo che ci onoriamo di sostenere, annunciando il nostro voto favorevole sulla legge finanziaria (Applausi dei deputati dei gruppi Popolari-Udeur, La Rosa nel Pugno e Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI. Signor Presidente, colleghe, colleghi - e un buongiorno alle italiane e agli italiani -, prima di questo intervento, noi Verdi vogliamo assolutamente condannare i fatti e gli slogan squallidi pronunciati ieri nella città di Pag. 9Roma in occasione di uno pseudo corteo pacifista. Si tratta di slogan contro la pace, e noi Verdi vogliamo condannare questi ignobili slogan (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi e La Rosa nel Pugno)!
Stiamo per votare la prima legge finanziaria del Governo dell'Unione e noi Verdi, nel rivolgerci al Parlamento e agli italiani e alle italiane che stanno ascoltando i nostri interventi, vogliamo spiegare le ragioni di una manovra così rigorosa e difficile. Per fare ciò, è necessario dire da dove siamo partiti, quale era la situazione economica e finanziaria del nostro paese prima del Governo dell'Unione. A tal fine, fornirò alcuni dati macroeconomici provenienti da organismi ufficiali, tra i quali il Fondo monetario internazionale.
Prima del Governo dell'Unione, il tasso di crescita dell'Italia, tra il 2002 e il 2005, è stato solo dello 0,1 per cento, dunque meno 1,3 per cento rispetto alla media europea. Il tasso di diseguaglianza nei redditi è aumentato dell'1,2 per cento, il tasso di povertà è cresciuto dell'1 per cento, la spesa, tra il 2001 e il 2005, è cresciuta di 90 miliardi di euro.
Gli economisti del Fondo hanno ricordato che il livello del debito pubblico dell'Italia è tra i più alti del mondo; quindi, il precedente Governo ha perso le elezioni, ma ha lasciato l'Italia fortemente indebitata ed impoverita. Si è trattato di una politica irresponsabile, che non ha pensato di curare e tutelare il futuro degli italiani; si registrano conti fuori controllo, grazie ad una politica di condoni e di evasione fiscale. Quando si indebita un paese, lo si consegna in mano alle banche, alle finanziarie, si compromette il futuro degli italiani, che non diventano più padroni della loro vita.
Era doveroso avviare una radicale azione di cambiamento per rispetto degli italiani, pertanto abbiamo chiesto che questa legge finanziaria fosse rigorosa anche nel garantire le tutele sociali, ambientali e le drammatiche questioni poste dal lavoro precario.
Abbiamo cominciato ad assumere iniziative in senso contrario a quanto fatto dai nostri predecessori. Ad esempio, chi guadagnava dai 3.500 euro ai 5 mila euro al mese ricevette, a seguito del taglio delle tasse operato dal Governo Berlusconi, un aumento oscillante tra gli 800 e i 1.500 euro all'anno. A questa fascia di popolazione fu regalato l'85 per cento dei vantaggi fiscali, a chi invece guadagnava 1.200 euro al mese furono dati solo 26 euro all'anno, circa 2 euro al mese. Ebbene, noi abbiamo fatto l'esatto contrario. Abbiamo consentito che il 90 per cento della popolazione potesse ricevere vantaggi fiscali.
Inoltre, questa finanziaria prevede importanti interventi, in particolar modo nel campo delle politiche sociali. È previsto un fondo di 500 milioni di euro in tre anni per le persone non autosufficienti, un fondo di 630 milioni di euro per le politiche della famiglia, un fondo di 300 milioni di euro per i servizi socio-educativi, per asili nido e servizi integrativi, un fondo di 360 milioni di euro per le politiche giovanili finalizzato alla formazione culturale e professionale, fondi pari a 45 milioni di euro per la sicurezza stradale. Inoltre, 150 mila precari della scuola, nei prossimi tre anni, saranno assunti e quasi 200 milioni di euro sono previsti per le assunzioni nelle università e negli enti di ricerca, nei quali tra l'altro è prevista la stabilizzazione dei ricercatori, tecnologici e tecnici, attraverso l'istituzione di un fondo di 50 milioni di euro.
È stata rafforzata la banca dati tributaria per la lotta all'evasione fiscale. La destra, quando ha governato, ha detto agli italiani e ha teorizzato che i cittadini erano costretti ad evadere le tasse, ma non dobbiamo dimenticare che ci sono milioni e milioni di italiani - che in questo momento ci stanno guardando - che le tasse le pagano, le pagano sempre perché ricevono la busta paga! Infatti, il nostro modello non è quello di Flavio Briatore che osanna alla ricchezza e, di fatto, anche all'evasione!
Tuttavia, si tratta di una legge finanziaria che, nonostante il rigore con il quale è stata scritta, ha subito, grazie anche al lavoro dei Verdi e di tutta la coalizione, importanti modifiche, che segnano una svolta ecologista. I comuni, nel rilascio Pag. 10delle concessioni edilizie per le nuove costruzioni, saranno obbligati a prevedere l'installazione di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica. Un fatto importante che consentirà di risparmiare sulla bolletta elettrica e, nello stesso tempo, di sviluppare le imprese e l'occupazione nel campo dei rinnovabili, colmando in tal modo un ritardo storico.
Sempre grazie all'iniziativa parlamentare dei Verdi, 400 milioni di euro per i prossimi quattro anni, inizialmente destinati all'Enel per realizzare opere di compensazione per i nuovi impianti energetici, saranno utilizzati per ridurre la bolletta elettrica a vantaggio delle famiglie disagiate. Sarà adottato anche un programma di efficienza energetica.
Sono inoltre previste agevolazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici finalizzati al risparmio di calore, con detrazioni pari al 55 per cento fino ad un massimo di 100 mila euro. Avremo più biocarburanti, per ridurre progressivamente la dipendenza dal petrolio e dare un contributo alla lotta all'inquinamento delle città.
Tra l'altro, sempre su nostra proposta, è stato istituito un fondo per la mobilità sostenibile, pari a 270 milioni di euro in tre anni. Tale fondo avrà la funzione di finanziare, nelle città italiane a maggior crisi ambientale, l'acquisto di mezzi pubblici non inquinanti, di realizzare una rete di distribuzione per l'alimentazione a GPL o elettrica e di studiare l'innovazione attraverso l'idrogeno. Occorre inoltre potenziare le reti ciclabili. L'inquinamento nelle nostre città fa ammalare, uccide e produce tanti danni; ora cominciamo a cambiare!
Inoltre, è stato istituito un fondo, pari a 600 milioni di euro in tre anni, per la lotta ai cambiamenti climatici, al fine di realizzare ad esempio l'installazione di microimpianti di energia elettrica da rinnovabile, che potranno essere acquistati dalle famiglie italiane grazie ad un fondo di rotazione. In sintesi, le famiglie italiane potranno, nei prossimi mesi, acquistare piccoli impianti per soddisfare il proprio fabbisogno e diventare esse stesse produttrici di reddito.
Dunque, dalla lotta ai cambiamenti climatici dimostreremo che i cittadini possono anche guadagnarci. È questa la vera liberalizzazione che vogliamo, non quella dei monopoli, che hanno aumentato la bolletta elettrica d'Italia, facendola diventare tra le più care d'Europa.
È stato previsto anche un sostegno alla politica dei parchi e alla lotta all'abusivismo nelle aree protette. Un altro punto importante è costituito dal fatto che alle spiagge italiane, che negli ultimi anni hanno subito un forte processo di privatizzazione, grazie ai Verdi si potrà accedere entrando negli stabilimenti senza pagare alcun biglietto per raggiungere la battigia e fare il bagno, che in molte realtà d'Italia è diventato un lusso. Le spiagge libere non ci sono più e per entrare si paga un biglietto che, per una famiglia, si aggira tra i 10 e i 20 euro. Dunque, abbiamo eliminato una vera e propria ingiustizia; infatti, chi commetterà abusi edilizi sul demanio marittimo subirà la revoca della concessione.
Inoltre, i fondi per il ponte sullo stretto di Messina verranno utilizzati per la Calabria e la Sicilia, per realizzare le infrastrutture utili per portare l'acqua potabile là dove non c'è, per realizzare le ferrovie, per finanziare la difesa del suolo. Sono queste le opere importanti che i cittadini, in particolar modo quelli della Sicilia e della Calabria, ci chiedono.
Tuttavia, vi sono alcuni aspetti sui quali chiediamo un impegno del Governo, affinché possano trovare soluzione nella discussione al Senato. Mi riferisco, in primo luogo, alla gravissima questione riguardante l'inquinamento di Porto Marghera e la sua bonifica. Grazie ad una norma dell'ex ministro Tremonti, le risorse provenienti dal danno ambientale sono state trattenute dal Ministero dell'economia e delle finanze e non trasferite a quello dell'ambiente.
Quella norma - e lo chiediamo al Governo - va rimossa e le risorse (250 milioni di euro) vanno immediatamente trasferite, perché non solo Venezia ma tutta Italia vuole continuare i lavori di bonifica.Pag. 11
Vi sono, poi, la questione dei contrattisti italiani all'estero, per consentire loro le detrazioni dei figli a carico, e quella della stabilizzazione dei vigili del fuoco. Sulla pedemontana lombarda vogliamo avvertire: attenzione, non si possono creare società che in via esclusiva gestiscano la realizzazione di infrastrutture. Dobbiamo fare attenzione alle norme europee.
La sicurezza dei cittadini per noi è una priorità. Per questo riteniamo non demagogico fare qui in Parlamento - e rivolgendoci al Governo - la proposta concreta di ridurre le spese per armamenti: meno aerei militari e più volanti e mezzi alla polizia per difendere le città ed i cittadini dalla criminalità e dalla mafia (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi e La Rosa nel Pugno). È una proposta di buon senso che al Senato chiederemo di attuare.
Riteniamo di aver fatto un lavoro buono e difficile per iniziare a riportare equità, tutele sociali ed ambientali. Il futuro degli italiani era stato ipotecato: noi abbiamo lavorato e stiamo lavorando per riconsegnarlo a loro. In nome del popolo inquinato - mi sia consentito di usare tale espressione tanto cara al movimento ecologista - una nuova pagina della lotta allo smog ed ai cambiamenti climatici si apre e potrà avere una sua forza solo attraverso un'alleanza tra economia ed ecologia. Noi stiamo lavorando per questo.
Signor Presidente, le annuncio, quindi, che il gruppo dei Verdi voterà a favore della legge finanziaria (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi, L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Diliberto. Ne ha facoltà.
OLIVIERO DILIBERTO. Signor Presidente, colleghi, i Comunisti Italiani voteranno a favore della legge finanziaria e questa occasione è utile per svolgere alcune considerazioni politiche all'interno della nostra maggioranza e rispetto al rapporto con l'opposizione. La legge finanziaria che stiamo approvando presenta luci ed ombre: indubitabili pregi ma anche, a nostro parere, evidenti difetti. Siamo di fronte ad una strategia di rapporto con il paese che onestamente e lealmente si stenta a comprendere.
Il risanamento era ed è giusto farlo, ma spiegare semplicemente le macerie prodotte dal Governo precedente non può bastare. Chiedo quale sia la missione, l'idea di fondo, il messaggio che il Governo vuole dare al paese con questa legge finanziaria, la prima del Governo di centrosinistra, tanto più dopo una così difficile vittoria elettorale. Credo che avrebbe dovuto avere connotati certi, chiari, diretti: avremmo dovuto offrire un messaggio di redistribuzione di risorse e di opportunità, dopo cinque anni a senso unico a favore di ricchi e di potenti.
Bisogna risanare, certo, ma risanare significa anche dare speranze. Noi voteremo questa legge finanziaria, ma l'avremmo voluta diversa. Comprendiamo le difficoltà e sappiamo che nessuno ha la bacchetta magica e quindi occorre evitare ogni forma di sciocca propaganda o di facile demagogia. Tuttavia, tra annunci allarmanti, poi spesso rientrati, e misure via via modificate in modo incerto e non di rado contraddittorio, alla fine manca un connotato chiaro in questa legge finanziaria. Da parte nostra, avremmo voluto una finanziaria molto più orientata verso i ceti deboli, la grande maggioranza del nostro paese - pensionati, lavoro salariato al minor reddito -, e più orientata in maniera chiara, netta, inequivoca su scuola, università, ricerca scientifica, cultura.
Sia chiaro, sono molte le misure positive di questa legge finanziaria e voglio sottolinearne alcune. Innanzitutto, il sud, finalmente non dimenticato, con un massiccio investimento di risorse, ed una lotta vera all'evasione fiscale, piaga storica del nostro paese, sciacallaggio verso chi le tasse le paga tutte fino all'ultimo euro. Finalmente, troviamo misure vere sull'evasione e sull'elusione fiscale. Apprezziamo anche le misure contro la precarietà nel Pag. 12lavoro, piaga sociale vera del terzo millennio, privazione di certezze, come sanno tutti coloro che hanno in famiglia un giovane precario, privazione di futuro, di una vita normale. Uno su due dei nuovi assunti è precario e chi è precario è privato di ogni certezza della propria vita. Bene, nella legge finanziaria vi sono misure, in larga parte ottenute - lo dico con pacatezza ma con orgoglio - grazie al lavoro di questo gruppo parlamentare, dei Comunisti Italiani, che consentiranno di stabilizzare e regolarizzare centinaia di migliaia di precari della pubblica amministrazione rendendoli stabili, garantiti, non ricattabili dalla precarietà (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).
Tuttavia, vi sono anche ombre: i ticket sulla sanità, che non condividiamo; pochissime risorse sul sociale; misure sulla scuola che non innalzano, come invece previsto nel programma dell'Unione, l'obbligo scolastico a 16 anni; tagli francamente inaccettabile all'università, cioè al futuro di questo paese.
La battaglia si sposta al Senato: continueremo così, leali ed unitari come sempre siamo stati, ma senza abbassare lo spirito critico e la battaglia sui contenuti.
Come sapete, noi Comunisti Italiani non abbiano chiesto posti, non abbiamo partecipato alla corsa alle poltrone di nessun tipo (Commenti dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), ma chiediamo rispetto del programma, questo sì: ad esempio - lo diciamo per tempo - sul tema delicatissimo delle pensioni. Abbiamo svolto, con parziale ma significativo successo, la battaglia a favore dei giovani, contro la precarietà, e la condurremo con altrettanta chiarezza sulle pensioni. Nel programma dell'Unione di centrosinistra non vi è nulla sull'innalzamento dell'età pensionabile, anzi, c'è la promessa dell'azzeramento dello scalone di Maroni. Allora - lo dico con la necessaria fermezza - se dentro la nostra maggioranza di centrosinistra qualcuno voleva innalzare l'età pensionabile doveva dirlo agli elettori prima delle elezioni - è un fatto di elementare democrazia - non dopo. Noi ci atterremo a questo criterio.
In conclusione, si parla di conti (stiamo esaminando la legge finanziaria), di numeri, di cifre, ma dietro ad ognuno di quei conti, di quei numeri, di quelle cifre ci sono persone in carne ed ossa con i loro problemi, le loro emozioni, le aspirazioni, i bisogni, le speranze. Ad esse dobbiamo rispondere, signori del Governo, perché chi ha scelto noi contro la destra voleva e vuole un'Italia più pulita, più equilibrata, un'Italia più giusta.
Noi, Presidente Prodi, la sosteniamo e la sosterremo, ma invitiamo chi vuole bene a questo Governo a guardarsi da quanti, nascondendosi dietro i conti, spesso in assoluta malafede (penso ai molti poteri forti che stanno lavorando contro il Governo), colpiscono le persone. La politica non è soltanto tecnica o buona amministrazione e la legge finanziaria non è questione meramente economica. Viceversa, la legge finanziaria è un provvedimento squisitamente politico, tanto più quando è il biglietto da visita di un Governo: è la prima legge finanziaria di centrosinistra. Si tratta di un provvedimento politico, dunque (Una voce dai banchi dei deputati del gruppo Forza Italia: Tempo!)...
PRESIDENTE. Mi scusi, deputato Diliberto. Sento dire ripetutamente «tempo». L'oratore ha ancora due minuti e quarantatré secondi a disposizione. Invito, quindi, a non interrompere.
Prego, deputato Diliberto.
OLIVIERO DILIBERTO. In ogni caso, non li userò nemmeno tutti, signor Presidente.
La politica è anche - e per noi soprattutto - fatta di passioni e di ideali, parole spesso dimenticate nelle aule della politica. La nostra diversità, cari colleghi della maggioranza, si giudicherà su queste cose, sul sistema dei valori, sulla capacità di rispondere a chi, dopo cinque anni di Governo Berlusconi, si attendeva elementi di discontinuità rispetto al passato.Pag. 13
Cercheremo di interpretare questa diversità che ci viene chiesta da chi ha dato consenso alla nostra maggioranza, nei prossimi mesi, non già per il bene di una singola forza politica, cari colleghi, ma per il bene di tutta la nostra coalizione e per il bene del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, questa manovra finanziaria è pesante perché pesante e salata è l'eredità che ci ha lasciato il Governo Berlusconi (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale). Si tratta di 15 miliardi di euro, cioè di 3 miliardi di euro per ogni anno che è stato al Governo il centrodestra. Questa finanziaria ci riporta in Europa, ma di fronte a questa manovra del Governo si sono sollevati malumori e proteste e si è gridato: troppe tasse! Tuttavia, alla fine, tutti si rendono conto che se non avessimo affrontato con decisione il problema dei conti pubblici fuori linea ci saremmo trovati presto in una condizione assai peggiore.
È davvero strana la situazione italiana: quando va al Governo, il centrodestra sperpera e spreca, tocca poi al centrosinistra ripianare i conti con una politica di rigore. Certo, se tutti pagassimo le tasse dovute e non ci fosse una evasione record nel nostro paese, i sacrifici sarebbero decisamente inferiori; ecco perché la lotta all'evasione fiscale rappresenta una vera e propria emergenza nazionale.
La finanziaria dà anche un impulso alla crescita attraverso sgravi fiscali alle imprese italiane che si trovano in evidenti difficoltà; tuttavia, è necessario ricordare che la concorrenza sul piano dell'innovazione è più efficace di quella che avviene sui prezzi, come ammoniva un autorevolissimo economista, Joseph Schumpeter.
Il tema della ricerca, della formazione e dell'innovazione è veramente fondamentale, ma questo disegno di legge finanziaria non è riuscito, finora, a produrre su questa frontiera del futuro lo sforzo che sarebbe stato necessario. Ci viene detto, a parziale giustificazione, che mancano le risorse, ma è su questo aspetto che la Rosa nel Pugno ha combattuto e continuerà a combattere una battaglia fondamentale per il paese e per le nuove generazioni. Perché mancano le risorse? In questo disegno di legge finanziaria sono presenti troppe elargizioni, troppi benefici, troppi sconti fiscali dati alle più diverse categorie, nonostante ciò, ci si trova comunque di fronte ad una consistente insoddisfazione. Tutti o quasi tutti dicono: basta con le corporazioni, con i localismi, con gli aiuti dello Stato alle imprese, puntiamo sull'innovazione, sulla formazione e sulla ricerca; però, quando si passa dalle parole ai fatti, la musica cambia completamente. Tutti chiedono qualcosa per la propria categoria, per la propria impresa o per il proprio campanile e accade persino che chi fa della riforma delle pensioni, cioè dell'innalzamento dell'età pensionabile, una bandiera, poi chieda per la propria impresa di riaprire il capitolo dei prepensionamenti, cioè di mandare in pensione i lavoratori ad un'età inferiore a quella attualmente stabilita dalla legge.
Esiste una società come Sviluppo Italia che palesemente non ha funzionato e, quindi, potrebbe essere liquidata, mettendo a frutto le risorse che ha in cassa (oltre 800 milioni di euro) per la ricerca e per il sud, ma non si riesce a liquidarla (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
Questo è un paese impazzito come una maionese? È un paese in preda a particolarismi? È un paese ingovernabile? Tutte queste domande sono state sollevate a cominciare dal Presidente del Consiglio. C'è chi addebita i guasti dell'Italia alla classe politica, chi alla scarsa capacità di innovazione della classe imprenditoriale, chi al nanismo della nostra industria, chi alle chiusure corporative, chi agli arroccamenti municipalisti; c'è, infine, chi pensa che dipenda da una inevitabile e inesorabile mancanza di virtù civiche del popolo italiano. Del resto, quando fu fatta Pag. 14l'unità d'Italia, andava molto di moda il motto: «fatta l'Italia, bisogna fare gli italiani». Non sono pochi gli intellettuali del nostro paese che fanno coincidere la soluzione dei problemi con un cambiamento del carattere disordinato degli italiani.
Alla fine si determina un gioco allo scaricabarile, per cui non si riesce mai a capire chi abbia la responsabilità delle cose che non funzionano. I problemi ci sono e restano tutti sul tappeto: nelle nuove generazioni c'è incertezza sul futuro, manca quello slancio che sarebbe necessario per dare una spinta al paese; tutto ciò è dovuto al fatto che ai giovani sono offerte davvero poche opportunità. La famiglia è diventata per i giovani, non solo una comunità di affetti, ma anche un rifugio per sbarcare il lunario. Dobbiamo chiederci perché siamo arrivati a questo punto, perché l'Italia sembra avviata ad un inesorabile declino, perché non si riescono a risolvere neppure i problemi che appaiono risolvibili con la pura e semplice applicazione del buonsenso. A tal proposito faccio un solo esempio: noi abbiamo un grande problema che si chiama sicurezza e di fronte a questa situazione puntiamo ancora ad accrescere numericamente gli addetti alle forze dell'ordine, come se questa fosse la via per affrontare e risolvere il problema. Non ci viene neppure in mente che avere due, tre, quattro, cinque polizie differenti, dai Carabinieri alla Polizia di Stato, dalla Guardia di finanza fino alla Polizia municipale, crea duplicazioni e sprechi. Chiediamo più guardie, ma non si riesce neppure a fare un efficace coordinamento...
PRESIDENTE. Per favore, invito i deputati ad un maggiore silenzio nell'aula di modo che si possa ascoltare chi interviene. La prego, continui deputato Villetti.
ROBERTO VILLETTI. Nel nostro paese esistono una grande creatività, una straordinaria fantasia, una ricchezza di talenti dimostrate dal fatto che in tutti i settori nei quali valgono soprattutto le idee, più che sofisticate attrezzature tecnologiche, siamo all'avanguardia. Parlo dell'architettura, della moda, della musica e dell'arredamento, dove il prodotto del nostro paese si fa valere con grande forza. Tanti sono i ricercatori italiani che approdano all'altra sponda dell'Oceano Atlantico, trovando in quel paese apprezzamento per la propria opera scientifica; in Italia, invece, non è così perché si centellinano le risorse per la ricerca e per l'università, mentre si aprono i cordoni della borsa alle pressioni di qualsiasi categoria considerata più importante solo perché più numerosa e, quindi, più influente nei risultati elettorali.
Non si capisce che nell'epoca della globalizzazione la nuova classe creativa rappresentata dai ricercatori è la sola in grado di dare una spinta eccezionale allo sviluppo del paese. Non si capisce che oggi non solo bisognerebbe valorizzare i cervelli che abbiamo, ma anche attrarre quelli di altre nazioni. Ricerca e laicità sono strettamente connesse e questo paese ha bisogno di una maggiore tolleranza, di una maggiore laicità, di un maggior rispetto reciproco. Noi, ultimi in Europa occidentale, ancora facciamo i conti con la questione vaticana, siamo gli ultimi a concedere ancora privilegi medievali alla chiesa come se il cattolicesimo fosse religione di Stato (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno). Siamo ancora il paese che pensa che sia impossibile difendere la famiglia e, nel contempo, riconoscere le unioni di fatto come se una cosa escludesse l'altra. Come si esce da questa situazione? Io penso che tutti gli italiani, dalla classe dirigente fino al semplice cittadino, debbano togliersi il paraocchi che costringe a guardare solo la propria strada, senza tenere conto degli altri compagni di viaggio. Occorre recuperare il senso e il significato della nostra unità nazionale, isolare chi vuole spaccare il paese e offendere nuovamente persino la memoria dei nostri caduti, come è accaduto ieri a Roma.
Il bipolarismo - mi rivolgo anche ai colleghi dell'opposizione - non deve creare due paesi che si combattono come due nazioni in guerra, ma un sistema per assicurare il ricambio di politiche pubbliche e di classi dirigenti; infatti, se ci Pag. 15togliamo tutti il paraocchi, forse capiremo che anche un sano interesse egoistico può essere difeso meglio nel futuro attraverso una competizione fatta nell'ambito di regole imparziali e capaci di premiare i migliori talenti, le migliori energie, le migliori capacità, assieme ad una cooperazione che sappia aiutare coloro che sono in ritardo, che hanno problemi, che sono deboli, malati, non autosufficienti.
Io penso, signor Presidente, che con questa legge finanziaria, a cui La Rosa nel Pugno si accinge a dare il proprio voto favorevole, sia possibile fare un passo in avanti, ma solo se tutti, ma proprio tutti, riusciremo ad avere una visione di insieme nell'interesse del paese (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ossorio. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE OSSORIO. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, voglio innanzitutto ringraziare il presidente Duilio e il relatore di maggioranza, onorevole Ventura, per la qualità del lavoro svolto in Commissione, ed i colleghi tutti, di maggioranza e di opposizione, così come i dirigenti e i funzionari impegnati in questa fase.
La legge finanziaria, e più in generale l'intera manovra finanziaria, risente, signor Presidente, di un mancato carattere di necessità. Non dico nulla di nuovo: il nostro paese attraversa un periodo di stagnazione produttiva, in parte inevitabilmente collegato ad una recessione economica più generale. Il sistema produttivo e sociale dell'Europa nel suo complesso appare in evidente difficoltà. La crescita, che ne ha segnato ben cinquant'anni di storia economica e sociale, si è arrestata di fronte al processo di globalizzazione dei mercati.
Il sistema di welfare nazionale, il nostro, quello italiano, per tanti aspetti superiore a quello di altri paesi, mostra un'evidente crisi, sia per la concorrenza degli altri sistemi economici, sia per la sua intrinseca debolezza dovuta alla mancanza di risorse e ai troppi sprechi. La sfida del futuro sarà proprio quella di conciliare lo sviluppo, l'equità sociale e le libertà economiche, in una difficile ma non impossibile convergenza in un nuovo Stato di diritto, in grado di confrontarsi con l'impetuoso sviluppo economico dei nuovi concorrenti, la Cina e l'India. Qui voglio sottolineare positivamente il recente viaggio in Cina del ministro D'Alema per inserire ancora di più la nostra economia in quel grande mercato di quel grande paese e l'accordo della Gazprom con l'Algeria per la fornitura di gas. Ciò ad evidente dimostrazione che in politica estera non bastano solo i buoni rapporti personali fra i rappresentanti degli Stati nazionali.
Di fronte a questo scenario, continuare a rimandare la responsabilità del risanamento della finanza pubblica da un Governo ad un altro, da una maggioranza ad un'altra, appare sinceramente riduttivo. Vi è un enorme debito pubblico, che soffoca l'economia nazionale e che noi dobbiamo al più presto affrontare in modo risoluto e convincente. Bisogna quindi dirlo con chiarezza agli italiani. È venuto il momento di assumersi le proprie responsabilità, ciascuno per suo conto, ma questo bisogna dirlo con chiarezza al paese. Il sistema produttivo del nostro paese necessita di riforme strutturali - lo diciamo da sempre - che incidano sul nostro tessuto economico. Tuttavia, cambiare richiede pazienza e responsabilità e comporta inevitabilmente sacrifici. Le riforme e il risanamento hanno un prezzo spesso elevato e bisogna avere il coraggio di affrontarli entrambe.
Per quanto riguarda le liberalizzazioni, colleghi del Parlamento, bisogna dire che oggettivamente esse sono in ritardo. Manteniamo aree produttive e di privilegio troppo estese. L'evasione fiscale continua ad essere una peculiarità troppo diffusa e pesante nel paese. Bene ha fatto Visco a tentare di affrontarle. Il nostro sistema politico è confuso, poco razionale, macchinoso, frammentato e caratterizzato da una litigiosità permanente, e ciò incide Pag. 16fortemente sul sistema economico del paese. Però, onorevoli colleghi, bisogna dire che l'Italia non è in una crisi irreversibile. È di fronte a noi il momento della responsabilità, la necessità di mettere in campo un forte piano di liberalizzazione, che non significa necessariamente privatizzazioni. Bisogna coniugare i meriti e i bisogni di antica convinzione. Bisogna mettere insieme l'equità e lo sviluppo.
Alcuni aspetti di questo disegno di legge finanziaria hanno visto il gruppo Italia dei Valori impegnato sensibilmente: innanzitutto la riduzione del costo della politica. Questo è un punto sul quale gli italiani sono attenti! Noi sappiamo che questa è un'esigenza avvertita e reclamata dai cittadini. Il paese chiede un forte rigore nella quotidiana vita del pubblico amministratore e nella qualità della spesa della politica. Gli italiani vogliono un abbassamento del costo della politica e Italia dei Valori si è resa interprete in tal senso in questa finanziaria. Molte proposte emendative sono state presentate dal mio gruppo qui alla Camera e sono state accolte dalla maggioranza, ed oggi fanno parte del testo, che stamani approveremo. In esso è stato operato un consistente taglio dei costi della politica, una sorta di piano di risparmi del costo in tal senso.
Noi lo riassumiamo in tre punti. Primo punto: un tetto massimo per la retribuzione dei manager pubblici o di aziende a maggioranza pubblica. Sappiamo che gli stipendi e le liquidazioni di questi manager pubblici a volte sono altissimi, e di questo gli italiani si dolgono e rispetto a ciò sono attenti. Secondo punto: un limite del numero dei consiglieri di amministrazione negli enti ed un tetto ai loro compensi. Vi sono consigli con una pletora di amministratori locali: occorre ridurne il numero. Terzo punto: il divieto del cumulo di indennità tra più cariche elettive o di Governo o in amministrazioni pubbliche. Questi sono solo tre punti proposti dal nostro gruppo in tal senso. Si poteva fare di più, amici e colleghi della maggioranza e dell'opposizione. Gli italiani vogliono che la classe dirigente dimostri maggiore rigore nei comportamenti pubblici e nella spesa delle risorse, per lo svolgimento di un mandato che deve essere avvertito come dovere.
In questo disegno di legge finanziaria noi riteniamo che siano bene coniugati i problemi delle aree economicamente forti del paese - il nord, per intenderci - e quelli delle aree del Mezzogiorno. Il ministro Bersani ha ricordato l'altro ieri, e bene ha fatto, l'impegno per il sud. Si deve quindi dare certezza agli investimenti privati nel sud, rendendoli più convenienti e sicuri nel tempo. Da questo punto di vista, appare coerente la decisione di destinare il 30 per cento delle risorse per le aree sottoutilizzate al finanziamento di infrastrutture e servizi di trasporto, di rilievo strategico nelle regioni meridionali; tra queste merita attenzione e menzione l'autostrada Salerno-Reggio Calabria.
È giusto sostenere la decisione di reintrodurre la disciplina del credito di imposta e quella della riduzione differenziata del cuneo fiscale. Riteniamo poi particolarmente utile ed innovativa l'istituzione delle zone franche urbane. Devo dire con molta sincerità che probabilmente, quando nel maxiemendamento è stata accolta l'indicazione del centro storico di Napoli come zona franca urbana, ciò è stato fatto in modo un po' burocratico. Ben altra forza espressiva merita la questione del capoluogo della Campania, che è un dato nazionale, e ben altra attenzione il Governo dovrà dedicare alla città di Napoli, anche oltre questa legge finanziaria, così come è stato richiesto più volte e con forza dai vertici delle istituzioni locali di Napoli e della Campania.
Per il meridione serve un radicale e definitivo cambio di rotta, anche culturale. Signori del Governo, non si può continuare a considerare il Mezzogiorno d'Italia come un problema residuale; esso va considerato, al contrario, come una risorsa su cui investire.
Vi è nella finanziaria, infine, una ripresa di attenzione - per la verità, ancora tutta da esplorare - al sistema formativo scolastico ed universitario. Il Governo dimostra al riguardo una certa considerazione. Italia dei Valori ritiene che deve Pag. 17essere ulteriormente interesse comune dare maggiore forza e vigore alla scuola pubblica, cioè alla scuola di tutti.
PRESIDENTE. La invito a concludere, deputato Ossorio.
GIUSEPPE OSSORIO. Sulla ricerca scientifica, e concludo, signor Presidente, andava fatto di più. Proprio in questo settore l'Italia paga un gap storico e strutturale, rispetto a tutte le altre realtà internazionali.
Concludo, onorevoli colleghi, dicendo che per tutti questi motivi, nella convinzione che si possa considerare questa finanziaria come un punto di partenza condiviso e condivisibile, annuncio il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e L'Ulivo - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Maroni. Ne ha facoltà.
ROBERTO MARONI. Siamo davvero lieti di averla finalmente tra noi, signor Presidente del Consiglio. Avrei voluto iniziare così il mio intervento, ma l'onorevole Prodi non c'è, così come è stato assente per tutta la discussione della legge finanziaria. Allora, mi rivolgerò alla sua poltrona vuota. Del resto, vista la scarsa considerazione che ha per il Parlamento, questo non fa molta differenza.
Sono tanti i motivi che inducono la Lega Nord a dire «no» alla sua legge finanziaria, signor Presidente del Consiglio. Le ragioni del nostro dissenso, forte e radicale, sono state ampiamente illustrate nei numerosi interventi che i deputati della Lega hanno svolto in quest'aula e sono contenute nei tanti emendamenti da noi presentati a questa pessima manovra.
Sopra ogni altra cosa, le tasse. Tasse, signor Presidente del Consiglio, tante tasse in questa legge finanziaria: tasse di scopo per i comuni, tasse di soggiorno per i turisti, imposta di successione che colpisce il ceto medio, stretta sugli studi di settore, aumento dei contributi per i lavoratori autonomi e per i giovani assunti con il contratto di apprendistato, ticket sul pronto soccorso.
LALLA TRUPIA. Aggiornati, Maroni!
ROBERTO MARONI. Tagli ai comuni - tranne Roma, naturalmente! - che costringeranno i sindaci ad aumentare tariffe ed addizionali locali, oneri ingenti per le piccole e medie imprese, soprattutto padane, per la sottrazione del TFR.
Insomma, si tratta di una mazzata senza precedenti al mondo delle imprese, quello che lavora e che lei ha imbrogliato in campagna elettorale con la falsa promessa di non aumentare le tasse. Un mondo che ora si sta rivoltando contro il suo Governo, una protesta generalizzata che cresce di giorno in giorno e che non risparmia gli ambienti e le associazioni vicine alla sinistra.
Una protesta che lei non sa neppure comprendere, onorevole Prodi, ma che anzi alimenta con dichiarazioni irresponsabili e offensive. Per lei, chi protesta è solo un pazzo o, tutt'al più, un evasore. Evidentemente, è pazzo il filosofo Massimo Cacciari, sindaco di Venezia, che dichiara che questa è una legge finanziaria penalizzante per gli enti locali, non indirizzata allo sviluppo e che colpisce in modo dissennato il piccolo ceto produttivo. Pazzi devono essere i membri del suo Governo che sono scesi in piazza contro di lei e la sua legge finanziaria. Pazzi gli esperti di Standard&Poor's, che hanno declassato l'Italia riscontrando che il trasferimento del TFR all'INPS è un trucco contabile che non ridurrà né il deficit, né il debito. Pazzi i giornalisti del Financial Time che bocciano il ministro Tommaso Padoa Schioppa, accusandolo addirittura di aver usato trucchi di bilancio. Non pazzi, forse, ma certamente evasori tutti gli artigiani, i commercianti, gli imprenditori padani, che lei è riuscito nell'impresa di far scendere in piazza tutti insieme a manifestare contro di lei, al grido di «ci hanno preso per il mulo!», un modo ironico per dire «ci hanno imbrogliato».Pag. 18
Non siamo noi i pazzi, onorevole Prodi, è lei ad essere totalmente inadatto a guidare l'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Alleanza Nazionale). Con il concorso della Lega Nord e dell'opposizione, il Parlamento ha cercato di limitare i danni di una legge finanziaria sconclusionata, contraddittoria e recessiva. Non è stato facile. Ogni giorno, Governo e maggioranza cambiavano idea sulle proposte approvate solo poche ore prima. Tuttavia, siamo riusciti a far recepire qualche piccolo miglioramento: è stata ridotta la tassa di scopo per i comuni, è stata abolita la tassa di soggiorno ed è stata modificata l'iniqua norma sugli scontrini fiscali, che trattava tutti i commercianti, di fatto, come evasori.
È stata accolta la richiesta della Lega Nord di stanziare risorse per importanti infrastrutture come la Pedemontana, nonostante il «no» dei Verdi. In questa nostra azione di riduzione del danno, abbiamo apprezzato lo sforzo al dialogo e al confronto da parte del ministro Bersani e del ministro Chiti. Il rispetto da loro mostrato nei confronti della Lega Nord e l'attenzione verso le proposte da noi avanzate in favore della Padania sono segnali positivi e incoraggianti, che non abbiamo mancato di sottolineare.
In questi giorni di passione, le è scappata più di una sciocchezza, signor Presidente, ma tutte degne più di un attore di avanspettacolo che di un uomo di Stato (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Tuttavia, una cosa giusta lei l'ha detta: il paese si sta finalmente svegliando. È vero, dopo questa tremenda legge finanziaria, gli italiani si stanno svegliando dall'incubo di averla mandata a Palazzo Chigi. Possiamo sperare che questo brutto sogno abbia presto il lieto fine che tutti coloro che lei ha imbrogliato si augurano, onorevole Prodi, il suo licenziamento immediato da Palazzo Chigi (Deputati del gruppo Lega Nord Padania espongono cartelli recanti la scritta: «Prodi vattene!»).
PRESIDENTE. Vi prego di rimuovere i cartelli che di nuovo esibite ed invito i commessi a ritirarli. L'esibizione di cartelli, come loro sanno, è una violazione del regolamento. Chiedo che vengano tolti, per favore, altrimenti non posso dare la parola al deputato che ha chiesto di intervenire, come è suo diritto. Grazie (I commessi ottemperano all'invito del Presidente - Una voce dai banchi del gruppo L'Ulivo: Complimenti!).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Casini. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, all'inizio di questo mio intervento vorrei rivolgere - poiché siamo in diretta televisiva - un saluto affettuoso ai familiari dei nostri ragazzi caduti a Nassiriya, che ieri, ancora una volta, sono stati insultati (Il Presidente, i membri del Governo e quasi tutta l'Assemblea si levano in piedi - Applausi - Una voce dai banchi del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro): «Alzati!»). Grazie, onorevole Presidente.
La sessione di bilancio è da riformare: lo ha detto lei, lo ha detto il Presidente della Repubblica. Anno dopo anno, il degrado aumenta. In questo caso, vi è stato un esproprio non solo dell'Assemblea, ma anche della Commissione bilancio, fatto mai avvenuto in passato. Nessuno, ministro Chiti, può seriamente accusare l'opposizione per un ostruzionismo che non c'è stato. Ma andiamo per ordine.
Il Documento di programmazione economico-finanziaria conteneva quattro cardini: sanità, pubblico impiego, enti locali, pensioni. Noi abbiamo dato su quel documento un giudizio negativo, ma avevamo qualche speranza che la prima legge finanziaria della legislatura avesse il coraggio di affrontare i nodi di questo paese. Non ci saremmo sottratti ad affrontarli. Mi riferisco, in particolare, al conflitto generazionale che esiste in relazione al sistema previdenziale, che è esplosivo. Noi siamo al sicuro, i nostri figli sono allo sbando e, potenzialmente, saranno nell'impossibilità di ricevere eguali prestazioni pensionistiche da parte dello Stato. Nella Pag. 19legge finanziaria, il DPEF scompare perché prevale l'impostazione ideologica e classista imposta dagli azionisti di riferimento di questo Governo, vale a dire dalla sinistra.
La realtà che abbiamo davanti è solo questa: gli italiani non hanno votato noi e non hanno votato il centrodestra, ma pensavano di votare un Governo di centrosinistra europeo. Oggi si stanno accorgendo di aver votato un Governo di estrema sinistra, in cui gli azionisti di riferimento sono coloro che ancora detengono una visione classista e ideologica della società italiana, come non esiste in nessun'altra parte d'Europa.
L'81 per cento di questa legge finanziaria è costruito su nuove entrate, il 19 per cento sul taglio dei costi. E si tratta di tagli figurati. Voglio essere chiaro. Io sono di Bologna: e un cittadino bolognese, per i tagli alla sanità che voi avete operato - senza incidere sugli sprechi sanitari, ma soltanto tagliando virtualmente e consentendo agli enti locali di sbloccare le proprie addizionali IRPEF -, oggi paga lo 0,4 per cento in più di IRPEF alla regione. E parlo dei redditi medi. Se il cittadino abita nel comune di Bologna - ma è solo un esempio -, paga lo 0,4 per cento in più al comune. Questa addizionale annullerà tutti i vantaggi fiscali derivati dalla rimodulazione delle aliquote operata a livello centrale; ciò vuol dire che ci saranno più tasse anche sui redditi bassi, e soprattutto sui redditi medi.
Ma il Parlamento, cari amici, non è mai inutile. Guai a pensare che questa impostazione classista ed ideologica possa rendere inutile il nostro lavoro! Infatti - come ha detto il deputato Maroni - noi abbiamo ottenuto alcuni risultati: l'abrogazione della tassa di soggiorno che gravava sulle famiglie italiane e deprimeva il turismo; il 5 per mille, che è una ventata di ossigeno, seppure in veste ridotta per il volontariato; la possibilità per i comuni di applicare tasse di scopo ed addizionali IRPEF in modo progressivo, salvaguardando i redditi bassi; un credito di imposta per l'abbattimento delle barriere architettoniche nei servizi pubblici, ed anche - lo voglio vantare, perché il monopolio della lotta alla corruzione e della questione morale in Italia non ce l'ha la sinistra - il sequestro preventivo e la confisca dei beni dei corrotti.
Non ci sono stati, dunque, da parte dell'opposizione e dell'UDC, che in questo momento ho l'onore di rappresentare, inattivismo, noncuranza o ostruzionismo. C'è stato un lavoro serio, ma molto lavoro ancora ci attende al Senato. Le Forze di polizia sono allo stremo. E se non avessimo sindacati della categoria responsabili, che non portano i poliziotti in piazza a manifestare contro di noi, avremmo le forze dell'ordine in ginocchio, in Italia [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]! Milletrecento ausiliari devono ancora essere stabilizzati da questa legge finanziaria!
La politica familiare è assente! Abbiamo detto al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: fate qualcosa per moralizzare l'editoria, settore in cui falsi giornali prendono contributi destinati ad ingrossare qualche clientela.
Infine, si è colpito in modo mirato: in materia di sanità, la compartecipazione allo sforzo nazionale che si chiede alla Sicilia è il triplo di quanto si chiede alle altre regioni italiane. Non c'è traccia del conflitto di interesse tra prestatore di beni e servizi e contribuente. Non c'è traccia della tassazione separata degli affitti da abitazione principale all'aliquota unica del 20 per cento. Non ci sono meccanismi virtuosi di trasferimento agli enti locali che, soli, possono determinare la liberalizzazione. Lo Stato deve trasferire meno all'ente locale, a quell'ente locale che si comporta in modo virtuoso, accettando di alienare i propri monopoli pubblici e creando una situazione in cui le tariffe per il contribuente si abbassano.
Onorevoli colleghi, continueremo al Senato il nostro impegno. Dopo sei mesi, il Governo è al capolinea, paralizzato dalle divisioni e soprattutto condizionato dall'estrema sinistra. E credo che ciascuno di noi debba assumersi la responsabilità di dar vita e di concorrere a dar vita ad un Pag. 20quadro politico nuovo, di svolta, che possa rappresentare pienamente un paese che oggi è, per la politica del suo Governo, il più a sinistra in Europa, essendosi diviso come un melone alle ultime elezioni.
Ministro Chiti, sperando che fosse presente anche Prodi, mi ero segnato un appunto da rivolgere a lei, in collegamento con il nostro Presidente del Consiglio. Il ministro Chiti, ieri, ha fatto una denuncia, una denuncia forte, che non può essere fatta da una persona seria come il ministro Chiti. Si tratta di un'accusa grave, perché immotivata e costruita su voci raccolte nella spazzatura della politica: quella della compravendita dei senatori. Ebbene, qui, caro ministro, l'unica compravendita degna di questo nome è quella cui ha tentato di partecipare ieri, sfidando il senso del ridicolo, il Presidente del Consiglio: la compravendita di un simbolo e di una storia (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia, Alleanza Nazionale e Democrazia Cristiana-Partito Socialista), quella democratica cristiana, su cui nessuno può scherzare, nemmeno l'onorevole Prodi!
Onorevole Prodi, glielo dico anche a nome di tanti popolari della Margherita che sono nella sua maggioranza e che hanno condiviso questa storia: un Presidente del Consiglio si deve informare, deve sapere dove va! Non può esporsi a frequentazioni imbarazzanti. Deve decidere, con serietà, di rimanere al livello qualitativo e di frequentazioni che compete ad un Capo del Governo. La scena di ieri, quella del Presidente del Consiglio ad un congresso fantasma di un partito fantasma, è stata una delle più imbarazzanti e ridicole e ha tolto decoro all'istituzione del Governo italiano (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia, Alleanza Nazionale e Democrazia Cristiana-Partito Socialista)!
PRESIDENTE. La prego di concludere.
PIER FERDINANDO CASINI. Ho terminato, signor Presidente, perché le regole - giustamente - devono valere per tutti, anche se all'inizio credo ci sia stata una piccola...
Faremo la nostra parte, colleghi! Ci possono essere visioni diverse nell'opposizione, caro Bondi. Ci sono fra noi visioni diverse. Ma voglio dire una cosa: finché il Governo di questo paese sarà così chiuso, così settario nella sua esposizione sinistra, così unito solo sull'occupazione dei posti di potere - che infatti vengono azzerati in questa legge finanziaria -, nessun eletto dell'opposizione sarà disponibile a fare sconti (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia, Alleanza Nazionale e Democrazia Cristiana-Partito Socialista - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giordano. Ne ha facoltà.
FRANCESCO GIORDANO. Signor Presidente, in queste settimane abbiamo ascoltato una critica ripetuta ed ossessiva delle destre all'impianto della legge finanziaria. Ma, a guardare bene, ad aprire le ostilità e a fare da megafono a queste critiche è stata in particolar modo la Confindustria. Ancora l'altro ieri, il suo presidente, da Varese, chiedeva misure più dure e strutturali - cito testualmente - nei confronti degli stipendi della pubblica amministrazione e degli enti locali e delle pensioni.
Mi chiedo e chiedo ai colleghi delle destre: è questo il senso della vostra finanziaria alternativa? Sono queste le vostre proposte? Fateci capire. Quando ci accusate di non aver fatto le riforme strutturali - come ha fatto or ora il Presidente Casini -, ci state chiedendo - per l'appunto, Presidente Casini - di tagliare le pensioni, la sanità, il pubblico impiego, come voi avete fatto per cinque anni (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)? No! Caro Presidente Casini, le pensioni le abbiamo tenute fuori dalla legge finanziaria, perché non è materia da cui far cassa. Ciò vale per l'oggi e vale per il Pag. 21domani. Sia chiaro: la partita si riapre, su questa materia, dall'aumento delle pensioni minime, che non garantiscono neanche la sopravvivenza della stragrande maggioranza dei nostri pensionati, e dall'abbattimento di quel famoso scalone che voi avete introdotto, creando una disparità inaccettabile tra lavoratori.
Abbiamo ereditato da voi una situazione difficile dei conti pubblici. Eppure, in una dimensione grande dell'entità della manovra - come si sa, avremmo preferito una riduzione del suo peso -, siamo riusciti a costruire un sistema fiscale che permette a ciascun lavoratore con reddito inferiore a 40 mila euro lordi, sia esso single o - con maggiore vantaggio - abbia coniuge e figli a carico, di avere una busta paga, al netto delle addizionali IRPEF e dei contributi previdenziali - Presidente Casini, quello che lei ha detto non è vero! -, superiore a quella attuale (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)!
Questo vale in Italia, quindi vale anche per i cittadini bolognesi (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea). Siamo di fronte all'avvio di un processo redistributivo delle risorse. Volevate mantenere le aliquote che hanno permesso di avere lauti vantaggi solo alle classi più abbienti? Noi abbiamo cominciato a fare la lotta all'evasione. Voi avete fatto i condoni fiscali. Noi abbiamo portato la tassazione della rendita finanziaria quasi verso la media europea e abbiamo finalmente tassato le plusvalenze legate al settore speculativo immobiliare, portando le aliquote al 22 per cento. Voi vi siete distinti - questa è la storia di questo paese - per i condoni edilizi e per i condoni ambientali (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea). Tra scuola ed enti locali, proviamo a stabilizzare circa 250 mila lavoratori. Abbiamo garantito risorse per il contratto del pubblico impiego, sapendo bene che sono indispensabili, anche perché parlano dei prossimi contratti nei settori privati. Dovevamo essere più duri? Concentrarci sulla crescita, come ci chiede, ad ogni piè sospinto, la Confindustria e anche voi, dopo che la Confindustria, ha introitato 2 miliardi e mezzo per l'anno prossimo e, a regime, 5 miliardi di cuneo fiscale? E questi soldi, allora, a cosa servono? Mi rivolgo al Governo e a noi tutti; dobbiamo concentrare la nostra attenzione sulle sofferenze della società italiana. Dico a noi tutti e al Governo che stiamo facendo cose importanti e indubbiamente positive, ma dobbiamo sapere che le attese e i bisogni del nostro popolo sono molto grandi.
I cinque anni del Governo precedente hanno acuito le disparità sociali, hanno condannato il Mezzogiorno del paese in una situazione di marginalità e di rinnovata aggressività e presenza delle mafie, hanno costretto 70-80 mila ragazzi, diplomati e laureati, a conoscere, ogni anno, una nuova migrazione nei tanti nord del mondo. Molta parte dei lavoratori dipendenti sta conoscendo l'insicurezza diffusa e la difficoltà ad arrivare alla fine del mese, perché nel nostro paese si registrano le retribuzioni e le pensioni tra le più basse d'Europa.
Non possiamo farci distogliere, allora, da chi tenta di condizionare e modificare il programma che, insieme, abbiamo deciso e che ci ha permesso di vincere le elezioni e mantenere aperta la speranza nel paese. I ticket sulla sanità, signori del Governo, non vanno bene. È inutile che usi altri giri di parole. Non abbiamo compreso e non condividiamo in Lombardia, la definizione «opere infrastrutturali», in diretta relazione con Formigoni, sapendo che quell'accordo umilia gli enti locali di quella regione e crea attenzione nell'Unione.
Allora proprio questo è il punto. Lo sguardo di tutti noi deve essere rivolto fiducioso alle aspettative e alle esigenze della nostra terra. Quando un corteo come quello del 4 novembre, con centinaia di migliaia di partecipanti, contro la precarietà, chiede un impegno più forte su questo tema ed una determinazione che va oltre le cose, pur positive, che abbiamo cominciato a produrre, dobbiamo sentire, Pag. 22tutti insieme, che saremo più forti se costruiremo le condizioni di un ascolto e di una sintonia con quei soggetti.
Noi abbiamo battuto il Governo delle destre, dopo una stagione straordinaria di movimenti, che sono la nostra forza. Quando pensionati, lavoratori dell'università e della ricerca, studenti ci chiedono un'attenzione ed un impegno del tutto condivisibile, dobbiamo sapere che il nostro obiettivo è quello di raccogliere le loro richieste, perché sono la nostra politica.
Ministro Tommaso Padoa Schioppa, nel passaggio del disegno di legge finanziaria, al Senato, vi chiediamo, come da accordi presi con tutta la maggioranza parlamentare, di mantenere aperte le graduatorie dei precari della scuola anche dopo il 2010 (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea). Ne va della vita e del futuro di gente che ha lavorato per dieci o vent'anni nella scuola e che si ritrova a 40-45 anni senza alcuna prospettiva.
Possiamo provare a contrastare, sin d'ora, la campagna strumentale delle destre e a fare della partecipazione popolare la nostra risorsa aggiuntiva. Una classe dirigente si misura anche per la capacità di prospettare una chiara alternativa per la politica economica e sociale del paese. Le destre hanno investito, in questi cinque anni, su bassi salari, sulla precarietà, sulla dequalificazione formativa, per competere solo sul terreno dei prezzi e della riduzione del costo del lavoro. Il bilancio è stato il declino produttivo e un vero e proprio disastro sociale. La Confindustria si prepara a chiedere maggiore flessibilità degli orari di lavoro, una riduzione degli oneri fiscali e contributivi per straordinari e premi risultato, un sovvertimento dell'attuale struttura contrattuale. Ripetono, stancamente, la stessa politica, che porta il paese in un vicolo cieco.
Dobbiamo cambiare politica, investendo sulla qualità, sulle nuove produzioni meno energivore, su una politica energetica alternativa, sulle valorizzazioni delle nostre straordinarie risorse di memoria e di natura. Dobbiamo far sentire e vivere la forza di un progetto alternativo, capace di mobilitare energie intellettuali nella parte migliore del paese. Per questo, sono strategicamente decisive l'università, la ricerca, la formazione pubblica, per far compiere al paese il salto di qualità di cui ha giustamente parlato il Presidente Prodi.
Come ci hanno proposto il Presidente Bertinotti e il Presidente Napolitano, la legge di bilancio andrà modificata, ma dobbiamo sapere che è forte il desiderio di mantenere aperta la centralità del Parlamento. Chiediamo però che si dia ascolto anche alla bella manifestazione svoltasi ieri a Milano. Tutt'altra cosa dagli episodi intollerabili che si sono verificati a Roma (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e L'Ulivo). Quella manifestazione ci dice tante cose; ci chiede di tagliare le spese militari.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
FRANCESCO GIORDANO. Dobbiamo essere famosi nel nostro paese, anche per questa ragione. Fatelo, perché è la volontà del pacifismo del nostro paese (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fini. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO FINI. Grazie, signor Presidente. Nemmeno io, al pari dell'onorevole Maroni e dell'onorevole Casini, so cosa abbia il Presidente del Consiglio di più importante, rispetto al doveroso - per me e credo per tutti quanti noi - impegno di ascoltare le dichiarazioni di voto, in occasione dell'approvazione del disegno di legge finanziaria. La sua assenza è, comunque, anch'essa una dimostrazione dell'arroganza con cui guida l'Italia. Mi auguro che impieghi queste ore per rendersi conto di ciò che effettivamente la gente pensa di lui e che - questo è il mio auspicio - stia trascorrendo queste ore, magari in incognito, in un bar o in un autobus, o, forse, tra qualche ora, se ne Pag. 23vada allo stadio, per sentire che gli italiani hanno ben chiaro che non siamo in presenza, come incautamente ha detto il Presidente del Consiglio qualche giorno fa, di un impazzimento. Gli italiani sono profondamente delusi dalla finanziaria del Governo e, in molti casi, spaventati. Essi sono in una condizione, onorevole Giordano, in cui è abbastanza inutile fare appello a presunte, quanto inesistenti, campagne denigratorie delle destre. È che gli italiani leggono i giornali e sanno perfettamente che una legge finanziaria quale quella che è stata presentata da questo Governo rappresenta e, ancor di più, rappresenterà, un ulteriore ed inutile sacrificio per chi lavora. Gli italiani sono spaventati ed hanno ragione di esserlo, perché sono in presenza di una legge finanziaria che definire pessima equivale ad usare un'espressione perlomeno diplomatica, ed è pessima non soltanto per le modalità con cui è stata scritta, presentata e gestita dal Parlamento. Credo che chi è in quest'aula ormai da qualche tempo, non abbia, nella sua memoria, il ricordo di un disegno di legge finanziaria così pasticciato, con un Governo che è apparso, in molte occasioni, in stato confusionale; si è trattato di un disegno di legge finanziaria che presentava provvedimenti prima preannunciati, poi smentiti, poi corretti e poi, in alcuni casi, ritirati.
Un disegno di legge finanziaria scritto certamente a più mani. Uso un'espressione felice coniata dal ministro degli affari esteri, l'onorevole D'Alema, che in più di una occasione ha detto: sembra un suk arabo, in cui ognuno chiede e magari ottiene qualcosa, senza però che vi sia alcun tipo di regia e alcun tipo di coordinamento.
Ecco perché, onorevole Presidente del Consiglio - finalmente giunto tra noi - gli italiani sono spaventati, perché si tratta di una legge finanziaria che, anche nei provvedimenti che sono stati migliorati dopo le pressioni dell'opposizione e dopo una serie infinita di proteste, di agitazioni, di comunicati, è stata modificata secondo una logica che è più quella della riduzione del danno che quella dell'effettivo miglioramento delle condizioni di vita dell'Italia. A seguito di tante proteste, provvedimenti che magari recavano un inasprimento fiscale di 100 sono stati cambiati con altri che lo riducono ad 80, ma non vi siete mossi per cambiare in meglio la realtà. Vi siete mossi dopo le proteste del paese e dopo l'azione svolta dall'opposizione per ridurre il danno che avete arrecato all'Italia. Credo che mai come in questo lasso di tempo si sia visto quanto sono forti nel paese reale la protesta, l'indignazione, la polemica.
Certamente, si tratta, dunque, di una pessima legge finanziaria nel metodo con cui è stata gestita ed anche nei contenuti, e cercherò di dimostrarlo rapidamente.
Non abbiamo compreso, innanzitutto, la ragione per la quale avete smentito voi stessi. Per carità, è abbastanza usuale che il Governo smentisca se stesso, a tal punto che ogni giorno un ministro polemizza con un altro e a tal punto che in piazza sono andati anche coloro che manifestavano contro il Governo di cui facevano parte. Non abbiamo compreso, ad esempio, perché abbiate smentito voi stessi dopo aver predisposto un DPEF che prevedeva un'entità della manovra finanziaria assai inferiore a quella complessiva di 35 miliardi che è stata in realtà raggiunta.
È notorio, e non lo dice l'opposizione ma lo dicono tanti economisti, che bastava una manovra di 15-17 miliardi per rispettare gli impegni europei; e questo era scritto nel DPEF che, lo ricorderanno i parlamentari e gli italiani più attenti, fu guardato dal centrodestra con attenzione perché si trattava di un documento intellettualmente onesto. Sapevamo che avremmo dovuto dar battaglia sui contenuti del DPEF, ma la cornice era chiara. Dopodiché, quella cornice è stata archiviata e la legge finanziaria è diventata di 35 miliardi. Si tratta di una finanziaria che, come è stato detto in tutte le sedi internazionali, è costituita per due terzi di nuove entrate, cioè di più tasse, e soltanto per un terzo di riduzioni della spesa. È semplicemente patetico - chiedo scusa per l'aggettivo, ma non me ne viene alla mente un altro - dire, come si continua a dire Pag. 24anche qui, che questo impressionante sforzo che viene chiesto agli italiani sarebbe la conseguenza del lascito del Governo Berlusconi. Non è così, e ancora una volta basta leggere il DPEF per rendersi conto che le bugie - lo dico soprattutto a qualche ministro che, giustamente, tiene oggi la testa china e non guarda in faccia chi dice la verità - hanno le gambe corte e hanno il suo volto, onorevole Prodi, perché nel DPEF è scritto che i conti pubblici erano sostanzialmente sotto controllo, che il gettito che entrava nella casse dello Stato tendeva ad aumentare e, soprattutto, che vi era un indice di ripresa economica evidente e certificato da tutte le statistiche e da tutti i dati internazionali (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).
La responsabilità di una manovra da 35 miliardi di euro, impressionante nella quantità - perché così è stata giudicata anche in sede europea - ma estremamente povera e pericolosa nella qualità, è tutta e solo sulle spalle del Governo. Si tratta di una manovra che, come è ampiamente previsto, finirà per rallentare la crescita. La Banca d'Italia, l'altro giorno, nello stesso momento in cui ha esaminato analiticamente la legge finanziaria, ha colto uno dei punti: quando si chiede al paese quello che ingiustamente viene chiesto, si condanna il paese a crescere meno rispetto a quello che potrebbe. Anche da questo punto di vista, non soltanto vanificate gli sforzi che chiedete, ma vi assumete la responsabilità di condurre in modo pasticciato un paese verso una crescita inferiore rispetto a quella che è nella potenzialità della nostra imprenditoria.
È una legge finanziaria che non soltanto fa crescere meno l'Italia, ma che non ridistribuisce in alcun modo la ricchezza prodotta. Era questa la carta vincente, almeno in termini propagandistici, che soprattutto la sinistra presentava agli italiani: toglieremo a chi ha per dare a chi ha di meno. Purtroppo, non si è trattato di una finanziaria di questo genere, perché l'unica redistribuzione della ricchezza che avete congegnato consiste nel togliere i denari dalle tasche dei cittadini e dalle imprese per trasferirli nelle casse dello Stato. Da questo punto di vista avete ridistribuito la ricchezza, l'avete tolta a chi la produce e l'avete incamerata nelle casse dello Stato, per avere in qualche modo la riserva finanziaria per delle politiche che in molti casi sono tutt'altro che sociali [Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
Coloro che dai banchi di sinistra si affannano - e in alcuni casi l'affanno è evidente, perché, dopo aver detto tante cose quando erano all'opposizione, oggi la realtà è molto diversa rispetto agli impegni presi - per dimostrare che chi ha un reddito medio o medio-basso starà meglio dopo la legge finanziaria dovrebbero soltanto riflettere sul fatto che, al di là di qualche decina di euro di minori tasse per i redditi che vanno dai 15 mila ai 38 mila euro, accanto a questo piccolo vantaggio che il Governo concede con una mano, il lavoratore dipendente, l'operaio e l'impiegato, tra qualche mese, faranno i conti con quello che lo stesso Governo con l'altra mano gli toglie.
Onorevole Giordano, lo dico a lei che sostiene di difendere i lavoratori: un lavoratore non ha l'anello al naso! Infatti, se un lavoratore trova 30 euro in meno di tasse da pagare, ma deve pagare di più i bolli dell'automobile, deve pagare un'ICI maggiorata, deve sostenere l'aumento dei biglietti dell'autobus e della retta dell'asilo in cui manda il bambino, o deve pagare di più il ticket sulla sanità [Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)] - che lei dice di contestare ma approva qui in Parlamento (la richiamo ad un elementare dovere di coerenza: se è contrario a quel ticket abbia il coraggio, almeno al Senato, di non votarlo, evitando di subordinare il suo ruolo di maggioranza alla giustizia sociale) -, se appena lei, onorevole Giordano, sa far di conto, capisce che egli non trae alcun vantaggio.
Ecco perché siamo motivatamente contrari a questa legge finanziaria. Ecco Pag. 25perché siamo sicuri che la manifestazione del 2 dicembre a Roma sarà qualcosa di importante in termini politici, in quanto chiamerà a raccolta non soltanto gli elettori del centrodestra, ma anche tanti elettori del centrosinistra delusi. Ecco perché anche noi chiediamo al Governo di ascoltare non soltanto quel che si dice qui, ma anche quel che si dice nelle piazze, in quelle civili e democratiche. Chiediamo al Governo di ascoltare anche quel che di infame viene detto in altre occasioni; ed io ringrazio, anche se non ho titolo alcuno per farlo, tutti i colleghi che hanno iniziato il loro intervento manifestando solidarietà ai familiari dei nostri caduti e condanna per quel che è stato detto ieri. Non ringrazio chi, onorevole Diliberto, avendo la possibilità di farlo, non ha speso una parola nella sua dichiarazione di voto per vergognarsi della sua presenza, ieri, in quel corteo (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Lega Nord Padania, Democrazia Cristiana-Partito Socialista e Misto-Movimento per l'Autonomia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tremonti. Ne ha facoltà.
GIULIO TREMONTI. Dopo i fatti ignobili di ieri, il gruppo di Forza Italia esprime solidarietà alle nostre Forze armate e alle famiglie dei caduti (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Lega Nord Padania, Democrazia Cristiana-Partito Socialista e Misto-Movimento per l'Autonomia), e propone di dedicare una sala della Camera ai caduti di Nassiriya (I deputati dei gruppi di opposizione si levano in piedi - Applausi).
Signor Presidente, onorevoli colleghi, questa legge finanziaria è composta da 813 sub-articoli, da 855 pagine, è lunga 238 metri e larga 50 metri quadrati.
Questa non è una legge, anche perché chi la legge non la capisce, e questo non è diritto, ma è il rovescio del diritto! Per autogiustificare il vostro malgoverno avete detto: non ci siamo spiegati...
PRESIDENTE. Per cortesia, colleghi!
GIULIO TREMONTI. Spero che conteggi i tempi, signor Presidente!
PRESIDENTE. Sta bene, però lei prosegua, per favore! Invito tutti i colleghi in aula ad ascoltare come per tutti gli altri interventi; quindi, prego il deputato Tremonti di proseguire, e di non conversare, in modo da consentirgli di sviluppare il suo intervento.
GIULIO TREMONTI. Signor Presidente, le assicuro che io sono interessato a svolgere il mio intervento e non a conversare! Per autogiustificare il malgoverno avete detto: non ci siamo spiegati e dunque i cittadini non hanno capito. È vero l'opposto: nonostante tutto, l'essenziale i cittadini lo hanno capito benissimo e siete voi che non lo spiegate!
Per voi la legge finanziaria 2007 avrebbe tre obiettivi: risanamento del bilancio, sviluppo economico, equità sociale. Possiamo dire che non li centra.
Per quanto riguarda i conti pubblici, come ha rilevato con onestà il vostro ministro, la tossina della spesa pubblica è entrata in azione nel 2000 con il centrosinistra. Come ha conseguentemente scritto la commissione Prodi, l'Italia è stato il primo grande paese europeo con un deficit eccessivo certificato al 3,2 per cento nel 2001: questa è la vostra eredità! Poi dal 2002 è venuta la grande crisi europea dell'economia e, di riflesso, quella dei bilanci pubblici; e il rapporto spesa pubblica-PIL non è salito tanto perché aumentava la spesa pubblica quanto perché scendeva il PIL.
In ogni caso il 2006 chiuderà più che in linea con i nostri impegni europei, intorno al 3,5 per cento, dopo un vostro minimo intervento operato in luglio, pari solo allo 0,1 per cento, e per l'effetto positivo essenziale di maggiori entrate fiscali per circa 30 miliardi di euro.Pag. 26
Come ha detto in questa sede il vostro ministro, la nostra finanziaria 2006 contiene validi elementi strutturali: questa è la nostra eredità!
Il Presidente Prodi ha detto: ho trovato un cocktail micidiale. Qui di micidiale c'è solo l'intruglio di tasse, bolli, ticket, addizionali, ICI, IVA sul riscaldamento che tentate di far bere agli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania)!
Nel 2008, dopo la vostra cura, il deficit pubblico non scenderà comunque verso il 2, l'1 per cento, ma - come scrive la Commissione europea - salirà ancora sopra il 3 per cento. La vostra finanziaria, infatti, è entrata in Parlamento con tre grossi punti di rischio, sulle sorti del TFR, sui presunti risparmi della spesa pubblica, sui presunti effetti dell'antievasione; e ne esce ancora più a rischio, con i saldi reali non invariati, ma sfondati perché quasi tutti i punti di rigore sono stati tolti e una grande quantità di maggiore spesa pubblica è coperta solo per finta. Mancano riforme strutturali, e quelle fatte da noi, lavoro e pensioni, saranno smontate da voi!
In questi termini, risalire nel 2008 ancora sopra il 3 per cento, come prevede la Commissione europea, chiamatelo come volete, ma per favore non chiamatelo risanamento strutturale dei conti pubblici!
Per quanto riguarda lo sviluppo economico, il 2006 chiuderà piuttosto bene, intorno all'1,7 o 1,8 per cento; il 2007 non chiuderà invece più in alto, ma significativamente più in basso del 2006. Dunque, dopo la vostra cura l'economia non accelera, ma rallenta, e soprattutto resta stabilmente molto al di sotto della media europea. E non diteci adesso che lo sviluppo economico non dipende dal Governo, perché ci avete sempre detto l'esatto opposto; anzi, ci avete detto che il 2006 andava bene per effetto delle aspettative in virtù dell'attesa messianica del vostro arrivo al Governo.
In realtà, se i Governi non possono più fare molto bene sull'economia, possono però fare ancora molto male; e voi con questa finanziaria ci riuscite benissimo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania)!
Per quanto riguarda l'equità sociale, questa legge finanziaria è sostanzialmente irrilevante sugli alti redditi, molto pesante sui medi e massacrante sui bassi redditi, perché è regressiva come una moderna plurima imposta sul macinato.
Mentre la tasca del cittadino resta una sola, le mani del fisco si allungano 67 volte e pesano relativamente di più proprio sulle tasche di chi ha di meno. Lo dicono i consumatori, lo capiranno i cittadini: più bollo auto sulle utilitarie, più IVA sul riscaldamento, più ticket sulle ricette e così via. E poi verrà la seconda ondata: addizionali, rendite catastali, ICI casa, BOT e così via. In ogni caso dovete spiegare, almeno ai vostri elettori, perché non mettete un euro per gli ammortizzatori sociali e perché, in compenso, fate sconti fiscali sulle palestre, sui frigoriferi, sui televisori. Perché la vostra finanziaria dà molto di più agli alti papaveri e molto di meno ai veri poveri (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania)!
Questa finanziaria in realtà serve solo per un terzo per i conti pubblici e per due terzi per aumentare il vostro potere politico di intermediazione. I soldi li togliete ai cittadini per usarli voi, pensando di farlo meglio di loro. Avete una visione vecchia della società italiana e distorta della funzione del Governo.
L'Italia è cambiata, ma voi ancora la dividete tra lavoro dipendente e lavoro autonomo: ancora non avete capito che l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, sul lavoro e basta, non soltanto sul lavoro dipendente; per noi, dipendente o autonomo, se il lavoro è lavoro, ha e deve sempre avere una sua pari dignità (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania - Commenti)! Ancora non avete capito che la ricchezza non Pag. 27la produce il Governo, ma la producono gli italiani; ancora non avete capito che la materia prima della vita non è la politica ma il lavoro (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania)!
La legge finanziaria non è ragioneria, non è economia, è politica; e non per caso, proprio per questo, quella che si sta consumando è la crisi politica irreversibile del vostro Governo.
Per illudervi voi dite: per il momento non si vota. Non illudetevi: tanto gli italiani non dimenticano. Avete formato una coalizione politica buona per voi, per farvi arrivare al Governo, ma non buona per il paese, una coalizione che è stata ed è solo elettorale e che sopravvive esclusivamente in base alla minaccia fratricida di nuove elezioni!
Concludendo, non avete una vera coalizione, non avete un vero programma, non avete una vera missione. Vedo che il Presidente Prodi sorride, e lo fa perché non ha capito quello che ha fatto: gli italiani fuori lo hanno capito benissimo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Lega Nord Padania, Democrazia Cristiana-Partito Socialista e Misto-Movimento per l'Autonomia - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fassino. Ne ha facoltà.
PIERO FASSINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho ascoltato, naturalmente, come è giusto e doveroso, gli interventi dei rappresentanti dell'opposizione, e mentre li ascoltavo, mentre ascoltavo gli onorevoli Casini, Fini, Tremonti, mi ponevo una domanda: dov'erano questi signori negli anni scorsi (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo e di deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)? Motiverò questa mia domanda, perché quando l'onorevole Casini invoca le risorse per rinnovare il contratto degli addetti alla polizia, alle forze dell'ordine, alla sicurezza, egli (Commenti di deputati dei gruppi di opposizione)...
IGNAZIO LA RUSSA. Cento euro...!
PRESIDENTE. Per favore! Vale per tutti! Vi prego! Così come tutti coloro che sono intervenuti fino ad ora hanno potuto farlo, bisognerà continuare a farlo! Il deputato Fassino prosegua, grazie!
PIERO FASSINO. Sto interloquendo con un argomento di un leader dell'opposizione! L'onorevole Casini deve sapere che nella legge finanziaria del 2005, votata dalla maggioranza di centrodestra, di cui egli era rappresentante, e che avrebbe dovuto prevedere allora le risorse per il rinnovo contrattuale 2006-2007, non c'era una lira: ce l'abbiamo messa noi adesso (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo e di deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)! L'onorevole Fini ha detto che sarebbe bastata una manovra di 15 miliardi, ma egli sa che una manovra di soli 15 miliardi di euro avrebbe affrontato uno solo dei problemi che stiamo affrontando, e cioè la riduzione del deficit e del debito, ma che non vi sarebbe stata una lira - facendo una manovra di soli 15 miliardi - per fare investimenti neanche in un settore.
Faccio un esempio, ancora una volta tratto dalle scelte che avete fatto voi. Poiché quando si presenta la finanziaria si presentano anche le prospettive finanziarie e tendenziali di un triennio, nell'ultima finanziaria presentata da voi l'anno scorso in quest'aula, per le Ferrovie dello Stato avete previsto, come tendenziale nel 2007, 700 milioni di euro: le ferrovie italiane, per funzionare, hanno bisogno almeno di tre miliardi di euro all'anno (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
Se noi avessimo fatto una manovra di 15 miliardi, le Ferrovie le avremmo chiuse adesso [Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Verdi - Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]. Settecento milioni li avete messi voi: noi abbiamo messo i tre miliardi che sono necessari [Proteste dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Pag. 28Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]!
MAURIZIO FUGATTI. Hai sbagliato i conti!
PRESIDENTE. Per favore!
PIERO FASSINO. Ci siamo capiti (e potremmo continuare)? L'onorevole Tremonti afferma che gli italiani non dimenticano: gli italiani non dimenticano, prima di tutto, come avete governato voi, e vi hanno mandato a casa sei mesi fa (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur e Misto-Minoranze linguistiche - Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania).
L'eredità che ci avete lasciato è presto detta. Le cifre che adesso indicherò non sono propaganda del centrosinistra, sono quelle attestate dalla Commissione europea, dal Fondo monetario internazionale, dalla Banca mondiale, dall'OSCE, dalle società di rating e ci dicono che, negli ultimi anni, l'Italia ha avuto il più basso tasso di crescita tra i grandi paesi industriali europei (pressoché crescita zero); che, negli anni in cui avete governato voi, ha conosciuto una crescita dell'indebitamento costante e continua; che avete portato il deficit abbondantemente oltre il 4 per cento; che, in questi anni, c'è stato un affanno competitivo delle imprese dato dall'assenza di una politica industriale che sostenesse il sistema produttivo nella competizione globale; che è aumentato enormemente...
Dai banchi dei deputati dei gruppi dell'opposizione si grida: Non è vero!
PRESIDENTE. Per favore, onorevoli colleghi, consentiamo uno sviluppo ordinato di un dibattito, come è stato finora. Prego l'onorevole Fassino di proseguire.
PIERO FASSINO. Ritengo che coloro che sono all'ascolto possano registrare la differenza di attenzione e rispetto con cui noi abbiamo ascoltato Tremonti, Casini e Fini e la rozzezza di questa opposizione (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur e Misto-Minoranze linguistiche - Proteste dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania)!
La verità è che voi ci avete lasciato un paese fermo, a rischio. Ci avete lasciato un paese che, con debito in crescita, deficit in crescita, riduzione della stessa e riduzione della competitività del sistema produttivo rischiava e rischia di più: questo è il tema! Il tema vero - probabilmente avete perso un'occasione - consiste nel discutere su come rimettere in moto la crescita di questo paese, e la legge finanziaria si propone questo obiettivo.
Si è discusso molto, in queste settimane, di quale sia la missione della legge finanziaria. Noi lo diciamo semplicemente: l'obiettivo che ci proponiamo è di rimettere in moto un paese stagnante e fermo; di rimettere in moto un'economia che ha bisogno di ritrovare capacità competitiva e aggressività sui mercati; di restituire fiducia a tanti che possono riprendere ad investire, a credere nel proprio lavoro, nel proprio talento e nelle proprie capacità; di sollecitare ciascuno a sperare e credere davvero che possiamo tornare a crescere, creando le condizioni perché si abbia effettivamente quella crescita in grado di restituire alle imprese, alle famiglie, ai giovani, a ciascuno di noi le certezze che, invece, in questi anni, sono diventate meno sicure e garantite.
Se guardaste alla finanziaria, scorgereste la coerenza della medesima perché non è vero ciò che hanno affermato in questa sede l'onorevole Tremonti o Casini, cioè, che questa sarebbe una finanziaria classista, dettata da non si sa quale radicalismo estremo, che ignora le esigenze delle imprese.Pag. 29
Questa è una finanziaria che, con la riduzione del cuneo fiscale di tre punti per le imprese, con la reintroduzione dei crediti d'imposta per chi investe, con la rimodulazione del sistema degli incentivi, con la costituzione dei fondi per l'innovazione, l'energia e la ricerca, dà alle imprese una quantità di risorse finanziarie che nessuna delle vostre leggi finanziarie precedentemente ha dato (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
Questa è una legge finanziaria che torna ad occuparsi del Mezzogiorno, che vede una devoluzione di risorse superiore a quella che (Proteste dei deputati dei gruppi dell'opposizione)...
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, scusatemi ma devo cortesemente insistere. Bisogna consentire al deputato Fassino di svolgere il suo intervento.
PIERO FASSINO. Evidentemente la verità fa male, signor Presidente (Vivi commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania)!
Questa è una finanziaria che ritorna ad occuparsi del Mezzogiorno, perché la riduzione del cuneo fiscale è modulata in ragione tale da avvantaggiare ancora di più le imprese del sud, perché una quota significativa degli investimenti pubblici va nel Mezzogiorno, perché una serie di altre scelte privilegiano un'area del paese, strategica e decisiva, che voi, in questi anni, avete fortemente marginalizzato. Questa è una finanziaria con cui si garantirà che quei cantieri, di cui l'onorevole Berlusconi si è vantato molte volte, possano effettivamente aprirsi, posto che avete inaugurato cantieri senza prevedere i soldi per effettuare i lavori che dovevano essere fatti (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, Verdi e Comunisti italiani)!
Questa è una finanziaria che restituisce certezza al lavoro, che innalza a 16 anni l'obbligo scolastico, che voi avevate abbassato (unico paese al mondo che in questi anni ha abbassato tale livello). Questa è una finanziaria che dà alla famiglia strumenti per vivere più serenamente la propria vita (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale.) Questa è una finanziaria che dà alla famiglia strumenti per vivere più serenamente la propria vita, con gli investimenti che istituiscono per la prima volta il fondo nazionale per le persone non autosufficienti, con un piano straordinario di investimenti per scuola dell'infanzia e asili nido, con provvedimenti che tendono a lasciare le famiglie meno sole nella vita di tutti i giorni.
Questa è una finanziaria che introduce equità sociale. C'è un limite a qualsiasi affermazione: che l'onorevole Tremonti venga a spiegarci qui che avremmo fatto una finanziaria a vantaggio dei ricchi, che danneggia i poveri, quando - guardando le tabelle ed esaminando la finanziaria - dalla rimodulazione di aliquote, detrazioni, deduzioni e dalla riforma degli assegni familiari risulta in modo chiarissimo...
Dai banchi dei deputati del gruppo Forza Italia si grida: Tempo!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, è inutile rivolgere alla Presidenza questa sollecitazione, perché al deputato Fassino mancano ancora 40 secondi per concludere il suo intervento.
Prego il deputato Fassino di proseguire.
PIERO FASSINO. Risulta evidente che tutti coloro che hanno un reddito annuo fino a 40 mila euro pagheranno meno tasse di quelle pagate fin qui con le politiche che avete fatto voi. Risulta inoltre chiarissimo che la pressione fiscale globale - visto che parlate di una finanziaria fatta tutta di tasse - è maggiore dello 0,2 per cento rispetto a quella attuale, quindi, c'è un'invarianza della pressione fiscale globale a fronte di una politica che fa pagare di meno a chi ha di meno e un po' di più a chi ha di più (Vivi applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Onorevole Fassino, la invito a concludere il suo intervento (Proteste Pag. 30dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania).
È inutile gridare, la Presidenza è imparziale nel rispetto dei tempi (Commenti)...
Onorevole Fassino, la invito a concludere il suo intervento.
PIERO FASSINO. Signor Presidente, se lei me lo dice tre volte di seguito non riesco a prendere la parola per concludere.
Concludo, dicendo che questa è una finanziaria che, in realtà, restituirà al paese forza e dignità e lo farà tornare grande, forte e, al tempo stesso, giusto (Vivi applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur e Misto-Minoranze linguistiche - Congratulazioni - Prolungati applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Vi prego!
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale svolte a nome dei gruppi. Ha pertanto termine la ripresa televisiva diretta (Deputati del gruppo Lega Nord Padania esibiscono statuette in legno raffiguranti il personaggio di Pinocchio - Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).
Invito i deputati della Lega Nord a rimuovere gli oggetti estranei a questo luogo (Commenti).
Invito nuovamente i deputati della Lega ad ottemperare alla richiesta della Presidenza (Commenti).
Chiedo ai commessi di rimuovere gli oggetti esibiti provocatoriamente dai deputati del gruppo della Lega (I commessi ottemperano all'invito del Presidente).
Invito i commessi a concludere l'operazione, così da poter proseguire nei nostri lavori evitando di dover procedere ad un'ulteriore sospensione della seduta.
Avranno luogo ora alcune dichiarazioni di voto a titolo personale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato La Malfa. Ne ha facoltà. Invito l'Assemblea a consentire al deputato La Malfa di svolgere il suo intervento.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, c'è un vantaggio a prendere la parola dopo che la ripresa televisiva della seduta odierna è terminata perché, forse, si può parlare di questo importante provvedimento senza l'accentuazione dei toni che lo strumento televisivo determina.
Ho pochissimo tempo a disposizione e, conseguentemente, desidero sottoporre all'attenzione del Governo e della maggioranza una sola riflessione pacata - che forse non si concilia con il clima che c'è in questo momento in aula - che riguarda i problemi del paese.
Esiste, io credo, un consenso largo, fra tutti noi, sul fatto che il risanamento finanziario fosse e sia necessario per il nostro paese, non solo perché ce lo impone l'Unione europea ma anche per la necessità di creare le basi per una crescita più solida. Ma il problema che esisteva e che esiste è quello di conciliare il risanamento con la crescita e di evitare che il risanamento di per sé possa determinare...
PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Il deputato la Malfa sta parlando a titolo personale, ma ciò non rende meno interessante il suo intervento. Consentiamogli, quindi, di svolgerlo. Prego, deputato La Malfa, prosegua pure.
GIORGIO LA MALFA. Il problema, ripeto, è di riuscire a coniugare il risanamento con la crescita del paese. Se noi arrivassimo ad attuare il risanamento ma, per farlo, uccidessimo le basi della crescita, allora quel risanamento avrebbe vita breve e, nel giro di un anno o due, ci troveremmo ad avere, oltre al problema della mancata crescita, anche quello del risanamento.
Onorevoli colleghi, la maggioranza che ha governato il paese in questi anni si è posta questo problema. E la cautela nell'uso degli strumenti fiscali era dovuta, in una condizione di economia internazionale Pag. 31in flessione, al timore che un uso troppo forte di tali strumenti fiscali avrebbe potuto determinare una crisi ancora più grande.
PRESIDENTE. Deputato La Malfa, concluda.
GIORGIO LA MALFA. Concludo, Presidente.
Signor Presidente del Consiglio dei ministri, il problema di questa legge finanziaria è che essa è basata tutta su strumenti fiscali. E perché essa è basata tutta su strumenti fiscali? Perché all'interno della vostra coalizione non esiste un accordo pieno su questa impostazione, dato che vi è una parte della vostra compagine che pensa alla spesa pubblica. Conseguentemente, il risanamento viene realizzato con l'utilizzo di strumenti fiscali, che sono abbondantissimi, come ha sostenuto anche la Banca d'Italia, insieme alla crescita enorme della spesa corrente. In tal modo, però, non si esce dalla crisi.
PRESIDENTE. Deputato La Malfa, deve concludere!
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente del Consiglio dei ministri, l'appuntamento è tra qualche mese, quando questo Governo dovrà essere sostituito da un altro che adotti una politica più seria, tale da affrontare davvero i problemi del risanamento e della crescita del paese (Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Tremaglia. Ne ha facoltà.
MIRKO TREMAGLIA. Signor Presidente, cari colleghi, è la prima volta in assoluto che si discute la legge finanziaria con la presenza ed il contributo degli italiani all'estero, eletti nel Parlamento italiano grazie alla nuova norma costituzionale che io ho avuto l'onore di far approvare alla Camera e al Senato. Si tratta di dodici deputati, ai quali si aggiungono sei senatori. È un evento eccezionale, di valore storico. L'onorevole Fassino di questo si è completamente dimenticato! E se ne sono dimenticati tutti quanti: nemmeno un saluto a questi italiani, che sono benemeriti della nostra nazione! Questa è una vergogna che io sottolineo.
Il mio è soltanto un saluto ai nostri cari amici che sono qui con noi e che io intendo salutare anche per nome. Si tratta degli onorevoli Angeli, Bafile, Bucchino, Cassola, Gianni Farina, Fedi, Ferrigno, Ricardo Antonio Merlo, Narducci, Picchi, Razzi e Romagnoli. Al di là di ogni loro posizione di parte e di partito, auguro loro un successo anche di carattere personale.
Inoltre, voglio dire: attenzione, Fassino, perché purtroppo in questa legge finanziaria ci sono delle situazioni che sono veramente terribili per gli italiani all'estero. Questa finanziaria e la vostra politica hanno immediatamente usato la mannaia nei confronti degli italiani all'estero, ai quali non è stato dato neanche un ministero: avete nominato ministri da tutte le parti, ma vi siete dimenticati di loro! Inoltre, avete sottratto milioni di euro alle loro necessità. Dall'esame dei capitoli di spesa della legge finanziaria si evince, infatti, che per nessuno è previsto un aumento; anzi, avete tolto loro dei contributi indispensabili.
In conclusione, rivolgo agli italiani all'estero un augurio e al Governo dico: attenzione, con i tentativi già in atto in questo momento, a non compiere mali passi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
Signor Presidente, chiedo, infine, che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Tremaglia, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, intervengo per ribadire sia il secco «no» del gruppo della Lega Nord Padania al disegno di legge finanziaria, sia anche per denunciare all'Assemblea un fatto molto grave.
Presidente, nei giorni 21 e 22 novembre, qui a Roma, si terrà il convegno «Donne e politica: alle radici della diseguaglianza di genere», patrocinato dal Ministero per le pari opportunità e dalla Camera dei deputati. Ebbene, Presidente, dato che lei è un uomo così attento e sensibile alle disuguaglianze, vorrei capire come abbia consentito di dare il patrocinio ad un convegno, nato per contrastare una discriminazione, cioè la scarsa presenza delle donne in politica, che discrimina però una forza politica. Faccio osservare, infatti, che a questo convegno partecipano le colleghe della Casa delle libertà e dell'Unione, mentre quelle della Lega Nord Padania non sono state invitate [Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]. Non è questo il modo di affrontare una questione così importante e così seria! E ciò lo dico, in particolare, alla ministra Pollastrini. Ministra, non rida, non sorrida!
Vorrei che su questo tema si aprisse un dibattito serio che rendesse partecipi tutte le forze politiche. Questa è la democrazia! Io denuncio, quindi, a nome di tutte le nostre elettrici ed i nostri elettori, come fatto grave questa forma di ostracismo operato nei confronti di una forza politica, la Lega Nord Padania.
Forse, siamo scomodi, diamo fastidio per le nostre idee: ma questo è un modo di operare assolutamente scorretto ed inaccettabile.
Perseguiamo una politica seria a favore delle donne; questa legge finanziaria non l'ha perseguita, signor ministro: sono pochissimi gli interventi a favore delle donne. Aspettiamo adesso, dai fondi istituiti, azioni concrete; manca ancora la legge sulla violenza sessuale! L'ha annunciata, ministro, ma in Commissione giustizia non abbiamo visto ancora niente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania e di deputati del gruppo Forza Italia)! Presidente, mi affido a lei perché tali discriminazioni non avvengano più.
PRESIDENTE. La Presidenza verificherà quanto la deputata Lussana ha testé affermato e, nel caso in cui riscontrasse un'esclusione, si attiverebbe per porvi rimedio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Ex Cirielli!
EDMONDO CIRIELLI. Veramente, non sono «ex»: sono ancora deputato!
Vorrei svolgere due brevissime considerazioni, signor Presidente.
Anzitutto, segnalo con simpatia un fatto che dovrebbe far riflettere il Presidente del Consiglio e soprattutto l'onorevole Fassino; infatti, onorevole Fassino, a dimostrazione di quanto questa legge finanziaria sia stata condivisa dalla sua maggioranza, tutta la sinistra e metà partito dei Democratici di sinistra non l'hanno applaudita al termine del suo intervento (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
LANFRANCO TURCI. Ma Presidente...!
EDMONDO CIRIELLI. Poi riguardatevi il filmato!
Voglio segnalare sempre all'onorevole Fassino - il quale ci accusa di essere stati distratti sulle forze dell'ordine, ma i fatti parlano chiaro -, che è successo un fatto inaudito, un fatto che la dice «lunga» sulla situazione e su quanto gli appartenenti a quella categoria si sentano considerati da questo Governo e dalle istituzioni. Al Senato...
PRESIDENTE. La prego, deve concludere...
EDMONDO CIRIELLI. Ebbene, dinanzi al Senato si è svolta una manifestazione di protesta; ciò non si era mai visto: rifletta, onorevole Fassino!
Pag. 33PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
(Correzioni di forma - A.C. 1746-bis)
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, ai fini del coordinamento formale delle disposizioni contenute nel disegno di legge n. 1746-bis, propongo le seguenti correzioni di forma: all'articolo 3, comma 2, dopo la lettera a), deve intendersi inserita la lettera seguente: «a)-bis al comma 2, lettera c), le parole: «al netto delle deduzioni di cui gli articoli 11 e 12, commi 1 e 2» sono sostituite dalle seguenti: «effettuando le detrazioni previste negli articoli 12 e 13». Inoltre, all'articolo 15-bis, introdotto dall'articolo aggiuntivo Mazzoni ed altri 15.01, al comma 2, capoverso 5, le parole: «comma 2» devono intendersi sostituite dalle seguenti: «comma 1».
Si tratta, Presidente, di due modifiche di coordinamento formale che si riferiscono, peraltro, a parti del testo sulle quali non è intervenuto il maxiemendamento del Governo. Su queste modifiche meramente formali ho sentito, peraltro, i colleghi del Comitato dei nove.
Se mi consente, Presidente, con l'occasione concluderei ringraziando, visto che siamo giunti alla fine di un lavoro così faticoso, tutti i colleghi di maggioranza e di opposizione, in particolare i colleghi della Commissione bilancio e del Comitato dei nove, ed in primis, il relatore, collega Ventura, nonché, last but not least, gli uffici sia della Commissione sia dell'Assemblea, per la loro professionalità e per il senso delle istituzioni che hanno dimostrato (Applausi).
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. La ringrazio, Presidente. Non si tratta peraltro di un rilievo formale. Sulla seconda proposta di modifica, nulla quaestio; mi sembra infatti che corregga un errore consistente nello scambio di un articolo con un altro.
Invece, manifesto in maniera molto trasparente qualche dubbio sulla prima correzione formale proposta, perché si comprende benissimo come vi sia una differenza nel momento in cui si incide sulle detrazioni o sulle deduzioni. Le deduzioni incidono sull'imponibile, il che è ben altro effetto rispetto alle detrazioni, che prevedono invece uno sgravio solo del 19 per cento. Ritengo che forse, approfondendo, si dovrebbe risalire alla volontà posta alla base di questa norma così com'è stata scritta. Però, torno a ribadire che non ne faccio una questione formale, anche perché, pur volendo intervenire, evidentemente, considerate le preannunziate correzioni o modifiche che si farebbero al Senato, si potrebbe esaminare la questione in quella sede. Intervengo soltanto per una linearità di interpretazione e di comportamento, voi dalla maggioranza e noi dall'opposizione. La ringrazio, Presidente.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Non si tratta di replicare, Presidente. Come detto dianzi, avevo infatti già discusso in sede di Comitato dei nove con i colleghi, compreso il collega Leone. Voglio soltanto precisare, ad abundantiam, per così dire, che tale modifica si rende necessaria per uniformare il testo dell'articolo 23 del decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 1973, sostituendo il riferimento alle deduzioni per oneri di famiglia di cui agli articoli 11 e 12 del Testo unico delle imposte sui redditi con quello alle detrazioni, sempre per carichi di famiglia, di cui agli articoli 12 e 13, anche nella lettera c) del comma 2 di Pag. 34questo articolo, come già disposto dalla lettera a) dello stesso comma e per il comma 3. Quindi, non vi è alcuna implicazione di carattere sostanziale che innova rispetto al contenuto del testo, ed è questo il motivo per il quale mi sono permesso di evidenziare l'opportunità di tale correzione formale sulla quale, peraltro, mi era parso di capire che vi fosse l'assenso di tutti i colleghi componenti il Comitato dei nove.
PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Presidente, nulla quaestio sulla seconda correzione proposta dall'onorevole Duilio; però, poiché, diversamente dalla seconda correzione, la prima, come sostenuto dal collega Leone, si potrebbe prestare a qualche dubbio, ritengo sia meglio che l'Assemblea si esprima, a garanzia di tutti ma soprattutto della Presidenza.
PRESIDENTE. Sta bene.
Pongo in votazione la complessiva proposta formulata dal presidente Duilio relativamente alle correzioni di forma da apportare al testo del provvedimento a norma dell'articolo 90, comma 1, del regolamento.
(È approvata).
(Coordinamento formale - A.C. 1746-bis)
PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1746-bis)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1746-bis, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)» (1746-bis):
Presenti 563
Votanti 562
Astenuti 1
Maggioranza 282
Hanno votato sì 311
Hanno votato no 251.
(La Camera approva - Vedi votazioni - Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur, Misto-Minoranze linguistiche e Misto-Movimento per l'Autonomia).
Prendo atto che i deputati Pedica e Lumia non sono riusciti a votare ed avrebbero voluto esprimere voto favorevole. Prendo, altresì, atto che i deputati Ossorio, Schirru, Parisi e Martusciello non sono riusciti a votare. Prendo, infine, atto che il collega Mazzoni non è riuscito ad esprimere il proprio voto e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Dopo l'approvazione del disegno di legge finanziaria, com'è noto, il Governo deve presentare una o più note di variazioni al disegno di legge di bilancio, che sono successivamente votate dalla Camera, previo esame da parte della Commissione bilancio. Per consentire la formale trasmissione di tale nota da parte del Governo, sospenderemo ora la seduta per pochi minuti. Pag. 35
Come preannunciato nella seduta del 17 novembre, a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, dopo la presentazione della nota di variazioni da parte del Governo e la relativa trasmissione alla Commissione bilancio, passeremo all'esame del decreto-legge in materia di intercettazioni telefoniche. Quindi, terminato il lavoro della Commissione bilancio - se necessario, vi sarà una breve sospensione della seduta -, procederemo alla votazione finale della nota di variazioni e del disegno di legge di bilancio.
Chiedo al Governo di quanto tempo abbia bisogno per tali adempimenti.
ENRICO LETTA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Di pochi minuti, Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene.
SANDRO GOZI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SANDRO GOZI. Signor Presidente, vorrei che nel resoconto stenografico risultasse che il mio dispositivo di voto non ha funzionato e che avrei voluto esprimere un voto favorevole.
PRESIDENTE. La Presidenza ne prende atto.
Sospendo brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 12,35, è ripresa alle 12,40.