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Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1922)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 1.27.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, penso che all'inizio della seduta non possiamo esimerci dal procedere, ovviamente con riferimento all'emendamento sul quale dovremo esprimere il voto, ad una valutazione complessiva del modo in cui si sono svolti i nostri lavori nel pomeriggio e nella serata di ieri, dal momento che la discussione è stata caratterizzata da uno scontro di elevato tenore tra i rappresentanti dei diversi gruppi della maggioranza e dell'opposizione.
Poiché dobbiamo cercare di mantenere la nostra discussione all'interno di modalità consone a questo Parlamento, vale anzitutto per noi stessi il richiamo a consentire di discutere nel merito, in maniera aperta, anche mostrando disponibilità ad accogliere i suggerimenti e le critiche dell'opposizione.
È al nostro esame un decreto-legge che il Governo ha adottato, e poi presentato all'esame del Parlamento, relativamente ad un'emergenza di grande rilievo, che interessa non una sola regione, ma l'intero territorio nazionale, molte regioni del nostro paese. Evidentemente si tratta di un'emergenza che non è circoscritta alla sola Campania, ma affligge un gran numero di regioni del nostro paese, anche altre regioni meridionali. In effetti, mediante il provvedimento in esame si sta definendo una strategia di uscita da un'emergenza, una strategia che mira all'uscita definitiva da una situazione che ovviamente tutti noi, in quest'aula, consideriamo inaccettabile.
Vorrei ricordare ai colleghi del centrodestra, i quali hanno mosso, ieri, critiche spesso ingiustificate, che in molte altre regioni si registra una situazione di gravità che in futuro non potrà non essere oggetto di valutazione non soltanto da parte delle Commissioni competenti e dell'Assemblea, ma anche da parte della Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse.
In questa sede, dunque, ci stiamo occupando non di ciò che la Commissione bicamerale d'inchiesta dovrà appurare (spero che lo faccia in tempo utile per consegnare a quest'Assemblea ed al paese una relazione che consenta di disporre di ulteriori elementi di analisi e di giudizio in ordine ad una realtà complessiva che, relativamente all'emergenza rifiuti, riguarda molte regioni del paese), ma di un provvedimento d'urgenza avente ad oggetto una situazione grave, rispetto alla quale il Governo ha adottato misure che non possiamo non apprezzare. Penso innanzitutto al fatto che in Campania il Governo ha individuato nell'ingegner Bertolaso il commissario delegato per l'emergenza, conferendogli un mandato nel tempo e con obiettivi finalmente definiti relativamente ad impegni che sono imposti anche dall'Unione europea (mi riferisco agli obiettivi definiti di raccolta differenziata e di modifica significativa della gestione del ciclo dei rifiuti).
Nel momento in cui, quindi, il Parlamento e il Governo nazionale affrontano con serietà un'emergenza ormai giunta all'attenzione di tutto il paese, il Parlamento stesso deve assumersi la responsabilità di comprendere che questa situazione non va considerata alla stregua di un'esclusiva vicenda riguardante un ambito regionale e territoriale distaccato da altre realtà territoriali che si comportano in maniera esattamente difforme.
Ritengo che nel paese vi sia un problema complessivo su cui riflettere. Oggi affrontiamo un'emergenza specifica - Pag. 3quella della regione Campania - e, da questo punto di vista, deve essere apprezzata la posizione del Governo in quanto chiara, netta e volta a chiudere una fase per aprirne un'altra. Dobbiamo, cioè, uscire da una condizione di emergenza ed il Governo sta cercando di farlo. Il Parlamento dovrà fare la sua parte - stiamo tentando di fare ciò - mediante l'adozione di strumenti che sono contemplati nel decreto in discussione e che, a mio avviso, sono corretti ed efficaci.
Penso anche che non si possa considerare la discussione in atto al di fuori di quella più complessiva che dobbiamo svolgere nel paese. Tale discussione deve essere appropriata e relativizzata alla vicenda di cui oggi stiamo dibattendo e, ovviamente, non può prescindere dalla spinta, dalla richiesta, dalle attese proprie dell'opinione pubblica, dei cittadini di tutto il paese e, in particolare, della Campania (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 1.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Prendo atto che i deputati Falomi e Leddi Maiola non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Avverto che la Camera non è in numero legale per deliberare.
A norma dell'articolo 47, comma 2, del regolamento, rinvio la seduta di un'ora.
La seduta, sospesa alle 10,40, è ripresa alle 11,40.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, dobbiamo procedere nuovamente alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 1.27, nella quale è precedentemente mancato il numero legale.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 1.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 316
Maggioranza 159
Hanno votato sì 75
Hanno votato no 241).
Prendo atto che i dispositivi di voto degli onorevoli Balducci Vico e Formisano non hanno funzionato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 1.28.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Siamo ad uno dei temi centrali del provvedimento in esame, quello relativo alla necessità di «asciugare» la struttura commissariale, rispetto al quale sono giunte da ogni parte più sollecitazioni volte a renderla adeguata al bisogno, al fine di ridurre le condizioni emergenziali in Campania. Come i colleghi sanno, il Dipartimento della protezione civile è composto da circa 500 unità e la struttura commissariale, peraltro ridotta negli ultimi anni, conta oltre 130 unità. Questo emendamento propone di dimezzare il numero degli addetti di questa struttura, provocando, come inevitabile ed importantissima conseguenza, la riduzione della spesa tout court. Ancora più rilevante è la necessità di qualificare e ottimizzare la spesa: con una struttura pletorica composta da uomini addetti all'emergenza rifiuti, è evidente che, talvolta, si possano registrare fenomeni di malcostume politico (imboscati o clientele elettorali e politiche) e ridurre della metà il numero degli addetti significa rendere ragione Pag. 4di coloro i quali sono assolutamente indispensabili al raggiungimento della fine dell'emergenza.
E soprattutto questo emendamento darebbe anche ragione ai valenti funzionari di quel commissariato che davvero operano al fronte e lavorano e che in questo modo sarebbero considerati utili, necessari e funzionali all'obiettivo. Lasciare le cose come stanno significa, di fatto, non consentire quel percorso virtuoso capace di produrre un risultato positivo e di dare indicazioni sul piano etico-politico.
Con l'approvazione di questo emendamento saremmo in una situazione virtuosa: da una parte miglioreremmo la performance della struttura e dall'altra indicheremmo con chiarezza la necessità di ridurre gli sprechi che, come presto vedremo con l'esame dei prossimi emendamenti, producono tali disastri. Essi sarebbero tali da moltiplicare la TARSU in quella regione per due o per tre, qualora non si riuscisse ad incidere in maniera significativa sul lato della spesa.
Inoltre, il mio emendamento produrrebbe anche un risultato positivo sul piano dei comportamenti e quindi indicherebbe un metodo di lavoro migliore per tutte le situazioni emergenziali. Per tali motivi, chiediamo di esprimere voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI. Signor Presidente, già i colleghi campani, che per ragioni di interesse territoriale sono intervenuti in più occasioni, hanno evidenziato che questo decreto-legge, se può forse rappresentare un momento di attenzione da parte del Governo nei confronti di un problema che ormai si reitera da anni, sicuramente non ne costituisce la soluzione. Peraltro, vorrei ricordare che la gestione commissariale ha già avuto la sua introduzione nel complesso legislativo ed attuativo di provvedimenti che sarebbero dovuti essere assunti negli anni precedenti, anche se così non è stato. Tuttavia, non sarà certo tale gestione che di per sé può risolvere il problema. Soprattutto, non può esserlo una gestione commissariale che implica la presenza di subcommissari e di una pletora di incaricati che, come dimostrato in una recente trasmissione televisiva, non sono neppure conosciuti nominativamente da chi è preposto a nominarli e a risolvere la questione.
Il gruppo di Alleanza Nazionale ritiene che mai come in questo momento sia importante non soltanto fissare termini ben precisi a tale gestione, ma anche e soprattutto evitare che la nuova gestione commissariale sia foriera di ulteriori ed inutili spese senza che si giunga minimamente ad alcun tipo di soluzione. Voglio qui ricordare che il collega Paolo Russo, che ha presieduto nel corso della passata legislatura l'importante Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, sa come esista e sia agli atti una vasta «bibliografia» (chiamiamola così!) di discariche abusive, tutte catalogate e segnalate, ma per le quali sovente si registrano pochi interventi decisi da parte delle autorità giudiziarie. Mi sento di poter dire che mai come in questo momento il fallimento di un sistema amministrativo, monopolizzato da una parte politica, emerge nella sua completezza.
Infatti, nella regione Campania, ormai da anni, il sindaco, il presidente della regione e della provincia più importante sono nelle mani delle stesse forze politiche che sono responsabili di non aver assunto determinate decisioni. Il fatto stesso che un Parlamento debba ancora fare auspici nell'anno 2007 perché venga adottato un piano regionale dei rifiuti già di per sé è uno scandalo e si commenta da solo.
Ritengo, pertanto, che la gestione commissariale debba essere breve; inoltre, occorre tornare ad un complesso normativo che valga per il futuro, che dia indirizzi precisi, che consenta scelte precise, che non lasci nelle mani di nessuno una materia inquinante non solo sotto il profilo ambientale, ma anche sotto quello politico.
Solo ritornando in tempi brevi ad una gestione politicamente corretta ed oculata sarà possibile soddisfare quei principi che Pag. 5il decreto-legge per il momento soltanto evoca (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.
MATTEO BRIGANDÌ. Signora Presidente, vorrei concludere un ragionamento che avevo iniziato ieri.
L'onorevole Dussin certamente non ha bisogno di un difensore, ma le stupidaggini, anche se urlate, restano sempre stupidaggini! L'onorevole Dussin ha parlato di infiltrazioni di carattere camorristico. Capisco che la lettura è una cosa complicata, ma al riguardo basterebbe leggere gli atti che sono stati votati nella scorsa legislatura all'unanimità, da destra a sinistra. Si afferma che vi è un aspetto che si ritiene doveroso porre in evidenza, accanto al mancato conseguimento degli obiettivi per i quali era stato istituito il commissariato: il costo della illegalità, della criminalità connessa al ciclo dei rifiuti che la società campana ha dovuto sopportare in misura rilevante. Le indagini della magistratura al riguardo hanno, pertanto, il sapore di un'amara conferma. Sui siti di smaltimento sono proseguite le attività con modalità illegali, con numerose e ripetute falsificazioni ideologiche dell'ex subcommissario. Quindi, non è un'invenzione di un leghista sprovveduto, ma è un fatto accertato da questo Parlamento.
Pertanto, è evidente che il costo e la prospettiva dell'illegalità all'interno della discussione in corso è un dato oggettivo.
Quando ci dicono di fare un nome della sinistra che è stato coinvolto, penso sia una provocazione, perché un nome per tutti è Greganti (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo). Se io non credessi, come credo, che la magistratura abbia applicato un intento fratricida all'interno della sinistra, quando una parte della stessa ha eliminato un partito politico, quale il PSI, usando la clava della magistratura, certamente non si potrebbe non dire che tutti quegli esponenti presenti in questo Parlamento non possono che essere considerati quegli elementi di sinistra cui si faceva cenno. In ogni caso, la magistratura di Palermo e quella di Napoli hanno accertato questi fatti.
Ciò detto, poiché sono convinto della bontà di quanto è stato affermato dai colleghi, vale a dire del fatto che tutti i napoletani sono persone che lavorano e pagano le tasse, devo dire ai colleghi della Lega di smettere con l'ipotesi di secessione. Il Nord non deve secedere dall'Italia (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...
PRESIDENTE. Vi prego...
MATTEO BRIGANDÌ. Il Nord non deve secedere dall'Italia. Aderiamo alla proposta che mi pare sia stata avanzata, vale a dire che il Sud seceda dal Nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 1.28, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 462
Maggioranza 232
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 259).
Prendo atto che il deputato Germanà non è riuscito ad esprimere il proprio voto e che avrebbe voluto esprimerne uno favorevole.
Passiamo all'emendamento Dussin 1.29.
GUIDO DUSSIN. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
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GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, con l'emendamento in oggetto si chiede che alla scadenza del periodo di emergenza decadano le gestioni commissariali e si passi, conseguentemente, alla gestione ordinaria.
Su questo punto, credo che siamo tutti d'accordo. Se la posizione della maggioranza è di blindare il provvedimento in oggetto (mi rivolgo sia al relatore sia al Governo), lo comprendiamo e andremo al voto. Tuttavia, chiedo almeno che, in questa fase, sia il relatore sia il rappresentante del Governo siano disponibili ad accogliere un eventuale ordine del giorno nel quale venga trasfuso il contenuto dell'emendamento in oggetto. Chiedo che, in questo senso, venga espressa una disponibilità. A quel punto, noi o la Commissione presenteremo un ordine del giorno per dare tempi certi e sicuri.
Credo che tutti i gruppi parlamentari possano essere d'accordo su questo punto. Tredici anni di commissariamento sono serviti a scaricare qualcosa da altre parti.
Avanzo, dunque, questa proposta formale e constato che il presidente della VIII Commissione è disponibile all'accoglimento; di ciò lo ringrazio.
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Signor Presidente, noi tutti sappiamo che quello che ci accingiamo ad approvare non è un provvedimento perfetto; prevede un commissariamento migliore di altri del passato, ma ha il difetto di prolungare uno strumento, il commissariamento, che è chiaramente fallito, perché dopo 13 anni è evidente che qualcosa non funziona di questo strumento.
Nella passata legislatura fui proprio io a presentare una proposta emendativa che introduceva un termine certo ai commissariamenti, per ridare la piena responsabilità alle istituzioni locali di tutti i colori, ai partiti politici di tutti i colori e ai cittadini sulla gestione dei rifiuti in Campania; perché di responsabilità, nel corso di questi anni, ne è mancata. È chiaro che questo grava sull'insieme delle forze politiche, ma in particolar modo sul centrosinistra, che ha svolto e svolge attività di Governo più rilevanti in questa regione.
Da questo punto di vista, lo spirito dell'emendamento presentato è assolutamente condivisibile, perché il nostro obiettivo è che questo sia effettivamente l'ultimo atto commissariale che si svolge in quella regione. In questo senso - lo ha detto anche il relatore -, riteniamo che la Commissione ed il Parlamento debbano continuare un monitoraggio, non aspettando di arrivare in «zona Cesarini», a due mesi dalla scadenza, quando sarà quasi inevitabile andare avanti. Occorre compiere passi intermedi di verifica sull'attività del commissariamento.
Ovviamente, il compito di accogliere l'ordine del giorno è del Governo e non della Commissione, ma, per quanto riguarda la Commissione che presiedo, anche alla luce del dibattito che si è sviluppato in tale sede, ritengo che lo spirito di questo ordine del giorno sia assolutamente da accogliere.
PRESIDENTE. Il Governo intende intervenire su questo punto?
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, se l'ordine del giorno venisse formalizzato ora, potrei esprimere immediatamente il mio parere. Come lei ritiene...
PRESIDENTE. Potrà esprimere il parere a tempo debito. In questo momento, dovrebbe dichiarare se il Governo sia disponibile ad accogliere un eventuale ordine del giorno.
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Sì. Peraltro, lo avevo già preannunciato: anche Pag. 7noi siamo disponibili all'accoglimento di un ordine del giorno, così come è stato illustrato dall'onorevole Dussin.
PRESIDENTE. Onorevole Dussin, alla luce di queste dichiarazioni, accede all'invito al ritiro del suo emendamento 1.29?
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, ritiro il mio emendamento 1.29 e ne trasfonderò il contenuto in un ordine del giorno. Chiedo ai colleghi del mio gruppo di sottoscrivere tale ordine del giorno e di non intervenire ulteriormente sull'emendamento testè ritirato.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 2.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Questo emendamento è probabilmente il più indicativo di come il provvedimento in esame sia scritto male e portato avanti peggio. La Carta di Aalborg presenta pochi profili d'interesse rispetto alla specificità della questione. Tento sempre di utilizzare le utili sollecitazioni che vengono da autorevoli parlamentari della sinistra e mi sono permesso di invitare ad una riflessione che va proprio in questo senso. Credo che nella concitazione dei lavori parlamentari del Senato si sia fatto riferimento ad una carta diversa. La Carta di Aalborg, infatti, c'entra poco; il riferimento corretto è alla Carta di Aarhus ed alle disposizioni della direttiva comunitaria 2003/4/CE.
Ovviamente, arriva una sollecitazione in questo senso: l'abbiamo valutata e l'abbiamo considerata utile dal punto di vista dell'approfondimento critico. Immagino che la fantasia del Governo e della maggioranza ci suggerirà un ulteriore ordine del giorno che servirà a far considerare al Governo la Carta di Aalborg come principio di carattere immanente, mentre nella fattispecie bisogna fare riferimento ad altro accordo, alla Carta di Aarhus. Tutto questo perché il Senato ha sbagliato solo una parolina: iniziavano entrambe per la «A», ma non finivano con la stessa lettera. La Camera dei deputati si sottrae alla propria responsabilità di emendare in caso di palese errore perché la maggioranza ed il Governo a tutti i costi blindano questo provvedimento ed impediscono non dico modifiche di merito rispetto a valutazioni diverse dello stato di emergenza in Campania, ma modifiche rispetto a condizioni incontrovertibili: fate riferimento ad una cosa che c'entra poco con il decreto-legge in esame!
Sarebbe necessario un sussulto di buon senso, di ragionevolezza, di equilibrio. Abbiamo tutti la consapevolezza che il Senato ha commesso una leggerezza nel riferirsi a tutt'altra vicenda. Se non correggiamo questo, di cosa ragioniamo? Utilizziamo il Parlamento per fare cosa, quando abbiamo assolutamente la certezza che vi è un riferimento errato? Capisco che, nella fretta di concludere l'esame del provvedimento, il Senato, pur di fare riferimento ad astrusi ed astratti principi che costituissero, per così dire, una cortina, abbia adottato un testo scritto male che contiene un riferimento errato. Ma ora noi abbiamo la possibilità di modificare la disposizione evitando che il legislatore commetta un errore grave, significativo e, peraltro, ben individuato.
Per tale ragione, invito i colleghi ad esprimere un voto favorevole sull'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, il mio intervento è a sostegno dell'emendamento, non soltanto per il suo contenuto e per l'esattezza del rilievo mosso, ma anche perché è sintomatico del sentimento, ormai fortemente avvertito dai partecipanti ai lavori di questa Assemblea, di non poter accettare supinamente, comunque e sempre, gli atti che provengono dall'altra Camera senza alcuna possibilità emendativa, anche quando contengano un evidente e palese errore tecnico.Pag. 8
Ricordo quanto recentemente accaduto in occasione dell'esame del provvedimento sull'ordinamento giudiziario; proprio questo «muro» assoluto opposto alla possibilità di conferire senso all'attività svolta da questa Camera è davvero profondamente frustrante per tutti noi.
Mi auguro sinceramente che questa volta da parte dei colleghi della maggioranza si presti attenzione alla necessità che la Camera dei deputati eserciti una funzione concreta e reale sempre, a prescindere dalla circostanza che essa si trovi ad esaminare atti trasmessi dall'altro ramo del Parlamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, intervengo per sottolineare che l'emendamento a prima firma del collega Paolo Russo denuncia con evidenza quale sia il grado di approssimazione con il quale è stato scritto questo decreto-legge. Addirittura, con riferimento al nostro paese, per quanto riguarda la gestione dell'emergenza rifiuti in Campania e rispetto all'istituzione di una Consulta regionale per la gestione degli stessi, non si citano esattamente gli impegni internazionali; infatti, i riferimenti alle direttive nazionali ed alle direttive europee sono errati.
Inoltre, si persevera nell'errore. Vogliamo infatti esprimere anche talune perplessità sulla stessa esistenza di questa consulta ciò perché ci pare a dir poco ultroneo, e sicuramente persegue un disegno politico errato, il tentativo di operare una sorta di commissariamento politico del commissario. Da un lato, si indica come commissario delegato alla gestione dell'emergenza addirittura il responsabile nazionale della Protezione civile; dall'altro, lo si affianca ad una Consulta regionale che dovrebbe, seppure in maniera consultiva, adottare tutte le iniziative utili all'informazione ed alla partecipazione dei cittadini. Mentre nella formulazione originaria l'informazione e la partecipazione dei cittadini dovevano essere assicurate dall'intervento del Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, ora, invece, si delega questa attività, delicata ed importante, ad una consulta presieduta dal presidente della regione Campania.
Si giunge al paradosso che si costituisce un organo politico a fianco di quello tecnico commissariale; organo che inevitabilmente eserciterà una pressione politica forte sul commissario delegato. Lo farà, evidentemente, solo per trarne eventuali benefici da un punto di vista comunicativo-propagandistico, non certo per contribuire alla soluzione del problema.
A tal punto, l'iniziativa emendativa dei colleghi sarà diretta ad arricchire la composizione di questa Consulta, soprattutto con la partecipazione degli amministratori di quei comuni che hanno problemi inerenti all'individuazione delle discariche, dei siti, degli stoccaggi, degli impianti di trattamento.
Si vuole avviare un processo di partecipazione dei cittadini che sia il più possibile completo. Ma non è questo il modo di operare, perché è evidente che l'informazione dei cittadini da parte delle istituzioni, a cominciare dalla regione Campania e dal presidente Bassolino, è fallita.
È evidente che coloro che hanno questa responsabilità politica non sono stati capaci di comunicare ai cittadini quale dovrebbe essere la costruzione di un sistema virtuoso nella realizzazione e nella gestione del ciclo dei rifiuti, ed è altrettanto evidente che questa Consulta avrà, invece, un peso politico, che cercherà di «soffiare sul collo» del commissario, che non lo lascerà lavorare con la serenità necessaria e rappresenterà un elemento di condizionamento politico che, francamente, in questo frangente avremmo preferito che fosse non solo evitato, ma scongiurato completamente (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo solo - come ha fatto l'onorevole Pag. 9Paolo Russo - per spronare anche la maggioranza a verificare che errori palesi come questo non possano passare inosservati. Certo che al Senato sono stati sfortunati: pensare che Carta di Aa...Aalborg oppure Aa...Aarhus siano due cose diverse, era difficile, ma è successo...! Hanno preso una Carta in cui si dice al commissario straordinario, invece di occuparsi di rifiuti, di informare la popolazione sulla vivibilità nelle città, sui parchi, su come devono essere sistemate le scuole, su come bisogna vivere... Siamo in Campania, siamo a Napoli. Un comico napoletano, come Totò, avrebbe detto: virgola, punto, due punti, punto e a capo, punto esclamativo è la stessa cosa! Vivaddio, avete sbagliato il nome della Carta, correggetelo; non possiamo dire al commissario straordinario, dopo 30 giorni, di mandare ai cittadini un'informativa che non c'entra nulla con i rifiuti quando, come bene ha detto, e mi complimento, l'onorevole Paolo Russo, bisogna fare riferimento alle direttive comunitarie del 2003 e 2004 di Aarhus, e non di Aalborg! Vi è stato detto che è stato commesso tale errore: perché perseverare nell'errore? Vuol dire che a voi dell'emergenza rifiuti in Campania non ve ne frega niente (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 2.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 493
Maggioranza 247
Hanno votato sì 224
Hanno votato no 269).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 2.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, convinto come sono che non vi sia un atteggiamento preconcetto, offro sempre una seconda opportunità sulla medesima questione. Onorevoli colleghi, il Governo utilmente, in via informale, ci fa sapere che questo errore era stato commesso già nel provvedimento dell'inizio del 2006. Può darsi, allora? Vuol dire che, utilmente, va corretto e che, accortisi dell'errore, bisogna rapidamente procedere ad emendarlo. Non si comprende questa ostinazione nel voler, a tutti costi, non modificare nulla, rendendo, di fatto, il provvedimento complesso, disarticolato, difficile da leggere ed interpretare, probabilmente non funzionale ad un disegno di rientro dall'emergenza. Perché, dunque, questa ostinazione straordinaria? Perché questa condizione, che non consente a questo ramo del Parlamento di affrontare con serenità una questione così articolata e difficile? Perché non accogliere evidenti sollecitazioni positive, mirate non a vincere un'elezione, ma a ridurre il disagio di quelle popolazioni, a ridurre le condizioni di disastro ambientale, a ridurre, insomma, quel fastidio straordinario che si misura quotidianamente in Campania?
Colleghi della maggioranza, se ci consentiste di migliorare il testo in esame, ci assumeremmo una responsabilità largamente condivisa. Mi riferisco ad una responsabilità relativa non al passato - la quale, evidentemente, è in gran parte del centrosinistra -, ma ad oggi, poiché dobbiamo cercare di affrontare questa condizione emergenziale offrendo soluzioni condivise.
Voi, invece, non ci consentite di avviare un ragionamento ed un percorso comune e di approfondire nel merito le singole questioni. Pretendete, forse, che possiamo approvare riferimenti astratti ed inconferenti con tale materia? Vorrei addirittura rilevare che, così facendo, costringeremmo il commissario straordinario a fare riferimento a carte che nulla hanno a che Pag. 10vedere con i rifiuti; viceversa, il richiamo deve essere utilizzato per consentire non di persuadere i cittadini, ma di informarli correttamente!
L'elemento centrale (che probabilmente non è stato ancora colto) è che sinora si è tentato, attraverso l'esercizio di un'azione persuasiva, di convincere i cittadini che gli impianti fanno bene, che essi devono essere realizzati dove l'impresa privata ha previsto di installarli e via dicendo; bisogna, al contrario, informarli attraverso una loro partecipazione attiva ai percorsi. Vorrei rilevare che, in materia di rifiuti, ciò è contemplato, ovviamente, non dalla Carta di Aalborg, ma, piuttosto, dalla Carta di Aarhus!
Per tale ragione, vi chiediamo di provare a svolgere un lavoro comune. Nel prosieguo dell'esame tratteremo ulteriori proposte emendative di straordinario rilievo per quanto riguarda il merito della questione, tese a migliorare il provvedimento: infatti, esse consentiranno al dottor Bertolaso di essere ancora più incisivo ed efficace! Tali emendamenti, in altri termini, servono non solo a togliere i rifiuti dalla strada, ma anche a predisporre un meccanismo ordinato, che consenta di raggiungere convintamente l'obiettivo di avere un ciclo dei rifiuti che segua una dinamica industriale!
Per questi motivi, ci permettiamo di offrire una seconda opportunità in ordine alla questione trattata ed invitiamo l'Assemblea ad approvare l'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 2.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 491
Maggioranza 246
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 262).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cosenza 2.41.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cosenza. Ne ha facoltà.
GIULIA COSENZA. Signor Presidente, sottolineo che ho presentato la proposta emendativa in esame poiché ritengo importante sensibilizzare, nella maniera più ampia possibile, i cittadini su questa problematica. Pertanto, vorrei vi fosse la sensibilità adeguata per comprendere che è importante predisporre un piano di informazione e formazione in ordine alle tecnologie che possono essere alla base della realizzazione di un ciclo completo di smaltimento dei rifiuti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, preannuncio che il gruppo Lega Nord Padania voterà a favore dell'emendamento Cosenza 2.41 perché è di buonsenso e rappresenta un buon auspicio per il futuro della Campania.
Vorrei osservare che il settore dei rifiuti potrà essere sicuramente gestito meglio anche se riusciremo ad incoraggiare una cultura che veda nel rifiuto una risorsa. Pertanto, occorre favorire il recupero dei materiali attualmente considerati dei rifiuti poiché attraverso la raccolta differenziata, il riciclaggio ed i trattamenti successivi potrebbero creare ulteriore valore aggiunto.
Per tutti noi oggi ciò sembra facile da immaginare, poiché si tratta di esperienze già compiute; quindi, ritengo fondamentale informare i cittadini e, in particolare, le istituzioni. Le stesse istituzioni dovrebbero provvedere a ciò; tuttavia, in questo caso, sussiste l'opportunità che lo faccia il commissario delegato. Il commissario deve informare la cittadinanza, ma soprattutto queste istituzioni. Quindi, deve predisporre opuscoli, prevedere corsi e momenti Pag. 11d'incontro affinché si possa dare ogni strumento culturale e le nozioni cognitive con riferimento alla raccolta differenziata e al successivo smaltimento attraverso impianti e non più attraverso discariche.
In particolar modo, questa informazione deve far passare il concetto della raccolta differenziata. In Campania, attualmente, quest'ultima si aggira intorno al 6 per cento. Se vogliamo raggiungere gli obiettivi del 35 e 50 per cento citati in questo decreto-legge, dobbiamo informare. Peraltro, non sono d'accordo con il fatto che questi obiettivi siano citati nel provvedimento, in quanto ritengo che il livello di raccolta differenziata non vada stabilito per decreto. È chiaro che l'informazione nelle scuole e dentro le istituzioni, in modo particolare, ci aiuterebbe a raggiungere questi obiettivi e l'emendamento in esame punta proprio a questo.
Vi sono altri emendamenti successivi a firma mia e del gruppo Lega Nord sui quali sin d'ora dichiariamo il nostro voto favorevole - com'è ovvio -, ma chiediamo anche il voto favorevole degli altri gruppi. Al Governo chiediamo, per quanto riguarda l'emendamento in esame, una condivisione dell'indirizzo politico. Nell'esprimere il nostro voto favorevole, auspichiamo che quello tracciato possa essere un nuovo percorso che avviene attraverso il commissario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento Cosenza 2.41 e, visto che ho la parola, anche il successivo Dussin 2.3. Essi trattano in maniera puntuale e precisa della necessità di un coinvolgimento della popolazione su una tematica, come quella dei rifiuti urbani, che ha assolutamente bisogno non solo di un decreto-legge, visti i tredici anni di inefficienza da parte delle amministrazioni locali di quella regione.
Credo che dovremmo soffermarci su quanto è necessario e non avere premura e correre, continuando a fare errori che poi pagheremo in maniera molto salata. Signor Presidente, e mi rivolgo ai colleghi della maggioranza, già Fasolino ricordava nel suo intervento sul complesso degli emendamenti che noi potremmo - anzi dovremmo - modificare e migliorare questo decreto. Di fronte alle preoccupazioni del Governo rispetto ai tempi, Fasolino ricordava che in questi giorni il Senato, di fatto, non sta lavorando; infatti, vi sono solamente due Commissioni riunite.
Abbiamo tutto il tempo per poter modificare questo decreto-legge e per fare in modo che esso risponda concretamente alle esigenze non solamente della Campania, ma dell'intero paese. Infatti, finché ci sarà un'emergenza rifiuti in Campania e fin quando dovremo intervenire con le risorse di tutto il paese per far fronte a questa emergenza, sarà l'Italia intera che soffre e che spende in maniera sbagliata.
Allora, perché non accogliere alcuni suggerimenti contenuti negli emendamenti presentati, che non sono di natura ostruzionistica, bensì di miglioramento di un testo nell'interesse complessivo? L'amico Paolo Russo prima ha sollecitato questa attenzione e con grande pathos ha chiesto una qualche forma di collaborazione, come quella che noi gli stiamo dando. Non vorremmo che questa maggioranza fosse chiusa in se stessa e non attenta ad ipotesi di miglioramento di un decreto-legge che ha bisogno di essere assolutamente modificato e noi abbiamo proprio il compito di fare questo.
Con gli emendamenti Cosenza 2.41 e Dussin 2.3, nella sostanza, si afferma che se non riusciremo a fare informazione e non coinvolgeremo i cittadini, se nel mondo della scuola non vi sarà partecipazione attiva riguardo a queste tematiche, il commissariamento non servirà a nulla. Vi sono stati ben tredici anni di commissariamento, anche a causa di un presidente della regione - prima commissario con pieni poteri - che non ha fatto assolutamente nulla, poiché si è arroccato all'interno delle stanze del palazzo e non ha coinvolto la gente. Noi siamo per coinvolgere i cittadini!Pag. 12
Allora, chiedo con forza alla maggioranza e al Governo di approvare questo emendamento. I tempi potrebbero essere certamente rispettati perché il Senato, come affermava l'onorevole Fasolino, ha la capacità ed il tempo necessari per approvare il disegno di legge di conversione di questo decreto-legge. In tal modo, avremo concorso alla redazione di un testo veramente risolutivo dei problemi che la Campania sta vivendo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intendo sottoscrivere l'emendamento Cosenza 2.41. La collega Cosenza, infatti, ha centrato in pieno il problema con un emendamento serio e di grande significato, rispetto al quale la maggioranza non può essere sorda; non può fingere di non sapere che ha sbagliato carta e che non si possono inviare ai cittadini informazioni di tutt'altro tenore. Come dice l'emendamento in esame, bisogna inviare loro, invece, un piano di informazione.
Inoltre, questa proposta emendativa si riferisce alla formazione, alle tecnologie applicate, alla valutazione ed accettazione delle tecnologie da adottare e alla attribuzione dei poteri soltanto al commissario straordinario Bertolaso. Questo è quanto l'emendamento in esame propone, diversamente da quanto previsto nel testo, cioè l'invio ai cittadini, in base alla Carta di Aalborg, di tutt'altre informazioni. Per attuare un serio ciclo di smaltimento dei rifiuti è necessario fornire la formazione e l'informazione necessarie.
Ho ascoltato gli interventi svolti anche da alcuni esponenti della maggioranza. L'onorevole Quartiani, all'inizio della seduta, in attesa che l'Assemblea fosse in numero legale, ha parlato per dieci minuti. Ebbene, la mancata approvazione di questo emendamento dimostrerebbe che Quartiani ha parlato in malafede, che ha detto cose tanto per dirle e che tutto quello che ha affermato è falso. Allora, bisogna verificare perché è falso e a cosa mira quella falsità. Anche l'onorevole Realacci non può fingere di non sapere che bisogna approvare questo emendamento e che se non si correggono gli errori si è in malafede. Se non si vogliono correggere gli errori vuol dire che c'è interesse a non correggerli e sappiamo che tipo di interessi ci sono in Campania. L'onorevole Brigandì ha ragione e condivido il suo intervento. La mancata approvazione di questo emendamento vorrebbe dire che tutto quello che Brigandì ha detto è vero. In Campania, voi non volete risolvere alcun tipo di emergenza rifiuti, la quale è fonte - soltanto, spero - di proselitismo elettorale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, intendo sottoscrivere l'emendamento Cosenza 2.41, che ha il merito di impegnare il commissario a studiare un programma di informazione e formazione soprattutto relativo alle nuove tecnologie. Questo aspetto è straordinariamente importante per cercare di uscire dalla ordinaria amministrazione in un settore così delicato, per il quale stanno emergendo nuove possibilità.
Ad esempio, esistono impianti che utilizzano una tecnologia denominata «arcoplasma», attualmente la tecnologia più avanzata, di provenienza aerospaziale, per lo smaltimento dei rifiuti. È assolutamente indispensabile che si esca dall'ordinarietà anche in questo. L'emendamento in esame va in tale direzione, nel senso, cioè, di impegnarsi seriamente nello studio di ciò che si può fare di nuovo, avendo cognizione di tutte le tecnologie esistenti, anche delle più avanzate.
In questo modo, rispondo anche all'osservazione precedentemente svolta: noi vogliamo risolvere l'emergenza rifiuti in Campania e non è vero che da parte nostra ci sia un intento dilatorio, per non andare incontro a questa esigenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
Pag. 13MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, l'emendamento Cosenza 2.41 e i successivi emendamenti Dussin 2.3 e 2.4 pongono l'attenzione sulla formazione. Ebbene, da noi la formazione inizia non nelle scuole ma nella scuola materna; quindi, è davvero importante. Come esempio dell'importanza dell'informazione e della formazione, evidenzio che se si effettuasse la raccolta differenziata dei rifiuti inerti e ingombranti in Campania, la percentuale del 35 per cento sarebbe raggiunta in sei mesi. Basta fare informazione su questo. Certamente, gli enti locali dovrebbero avere gli ecocentri. Se così non è, la colpa è soltanto degli amministratori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signora Presidente, onorevoli colleghi, chiedo preliminarmente di poter sottoscrivere questo emendamento e domando ai colleghi della maggioranza per quale motivo intendono respingere tout court ogni emendamento, anche quando, come nella fattispecie, la proposta emendativa sembra degna di accoglimento.
È stato più volte affermato che i tempi per un successivo esame del provvedimento al Senato ci sono; tra l'altro, credo sia doveroso da parte nostra tenere conto del regime di bicameralismo perfetto, superando quella brutta abitudine secondo la quale quanto approvato al Senato non deve essere poi modificato alla Camera.
Invito pertanto tutti i colleghi ad esprimere un voto favorevole sull'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI. Signor Presidente, il collega Consolo è intervenuto sperando che la Camera non si faccia condizionare dal Senato. Peraltro, in Commissione il relatore ha precisato che si tratta di un decreto-legge quasi blindato, se non completamente blindato, al punto che le stesse modifiche sollecitate e condivise sono state poi riassunte in un ordine del giorno presentato anche dai colleghi della maggioranza.
Tuttavia, dato che la questione sottolineata dalla collega Cosenza e dal collega Dussin ha una logica che non merita la bocciatura da parte di questo ramo del Parlamento, chiedo al sottosegretario, qualora i presentatori fossero disposti a ritirare questi emendamenti, se il Governo intenda manifestare la sua disponibilità ad accettare un ordine del giorno di analogo contenuto. Ritengo che sarebbe un atto di buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, il Governo è disponibile ad accettare un ordine del giorno che recepisca il contenuto di questi due emendamenti, ritenendo la materia in essi trattata perfettamente coerente con il decreto-legge e, soprattutto, tipicamente oggetto di un ordine del giorno, in quanto incide sulle possibilità che il commissario, nell'esercizio delle proprie funzioni di informazione, ponga al centro anche la formazione attraverso campagne di educazione ambientale sulle nuove tecnologie che si possono adottare.
PRESIDENTE. Onorevole Cosenza, a seguito dell'intervento del Governo, accede all'invito al ritiro del suo emendamento 2.41?
GIULIA COSENZA. Sì, signor Presidente, lo ritiro.
PRESIDENTE. Sta bene.Pag. 14
Onorevole Dussin, a seguito dell'intervento del Governo, accede all'invito al ritiro del suo emendamento 2.3?
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, apprezzo la disponibilità del Governo, dalla quale emerge anche il fatto che questo decreto-legge è stato scritto male. Importante è comunque la possibilità di raggiungere l'obiettivo dell'informazione degli enti locali e delle istituzioni da parte del commissario; pertanto invito l'onorevole Cosenza a predisporre un ordine del giorno condiviso che consenta di raggiungere tale risultato. Detto ciò, ritiro il mio emendamento 2.3.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 2.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Presidente, è inutile nascondere che la Consulta diventa un organo quasi ridicolo agli ordini del commissario delegato. L'istituzione della Consulta non ci vede favorevoli perché in linea con la logica perversa che impera su tale realtà, quella cioè di voler creare istituzioni su istituzioni anche nei momenti di emergenza.
Ciò che deve nascere in quelle realtà - a nostro avviso - è un'organizzazione come quella già esistente nelle altre regioni. Vi è una normativa che prevede l'esistenza di varie istituzioni che dovranno svilupparsi su quel territorio: è importante per noi che, invece di consentire la proliferazione di iniziative varie che offrono solo l'opportunità ad alcune persone di sedersi presso consigli di amministrazione o altri organi, si riesca ad organizzare la realtà dello smaltimento dei rifiuti.
Per questo motivo eravamo favorevoli in Commissione, e lo siamo ancora di più oggi in aula, all'avvio dei piani regionali e con essi, da subito, anche degli ambiti organizzativi. È ovvio che nella prima fase di emergenza questo non potrà avvenire e che ciò potrebbe andare avanti per due o tre mesi; successivamente però, visto che il periodo di durata del commissariamento è molto lungo - si parla di tredici mesi, arrivando fino alla fine del prossimo anno -, ritengo vi sia tutto il tempo necessario e utile per riuscire a organizzare la macchina che potrà approntare quanto è già avvenuto in tante realtà del nostro paese.
Per queste ragioni, oltre a manifestare la nostra contrarietà alla Consulta, siamo altresì impegnati a sostenere l'approvazione dell'emendamento in esame, constatando che non è stata una grande scelta da parte del Senato l'avere inserito tale norma nel testo.
Con questo spirito ci attiviamo affinché vi sia una gestione più oculata e perché possa partire al più presto la gestione ordinaria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fasolino. Ne ha facoltà.
GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, prendo atto dell'ottimismo dell'onorevole Dussin, che nell'emendamento in esame da lui presentato prevede la fine dell'emergenza rifiuti in Campania: su questo ho molti dubbi. Certo, l'emergenza rifiuti finirà; come tutte le cose terrene avranno una fine, così anche l'emergenza rifiuti in Campania finirà: sul «quando» non sarei tanto tranquillo! Potrei rifugiarmi nella fede: Dio solo lo sa!
Perché esprimo questa mia preoccupazione? Sempre di più mi appare chiaro il quadro. Il Governo ha chiamato un grande pilota, uno «Schumacher», gli ha messo tra le mani una Ferrari, gli ha dato anche i soldi e un serbatoio pieno di benzina; però, sia il volante che i freni sono azionati da una cabina di regia che è fuori dell'abitacolo del guidatore.
Quando leggiamo di tre subcommissari, nominati uno d'intesa e due attraverso un meccanismo di cui non si ha conoscenza, e di una commissione «costituita» dal commissario, non comprendiamo bene cosa si intenda per «costituzione». Per non parlare poi della Consulta, la quale rappresenta, a mio avviso, un ulteriore freno all'azione del commissario!Pag. 15
Signor Presidente, cari colleghi, ritengo valide tutte le preoccupazioni da me esternate nei giorni scorsi, in particolare, che non sia, come sosteneva anche il collega Campa, la paura della maggioranza che il Senato non giunga in tempo a convertire il decreto prima della scadenza. Il Senato ha tutto il tempo per lavorare, per accogliere gli emendamenti da noi proposti e licenziare un provvedimento che soddisfi anche l'opposizione. Da parte mia, facevo propria la preoccupazione della maggioranza che, per l'esiguità dei rapporti numerici tra i due schieramenti, il Senato potesse determinare un vulnus nell'iter del provvedimento e, quindi, non consentire la conversione in legge del decreto. Alla fine, amici della maggioranza, mi sono reso conto che voi non avete voluto accettare alcun emendamento dell'opposizione solo per evitare che risultasse stravolto - come sarebbe invece opportuno - l'assetto burocratico e l'imbrigliamento della figura commissariale che si ritrova con una Consulta, con tre subcommissari e con una commissione non nominati da lui, e, soprattutto, con un piano regionale dei rifiuti che va predisposto d'intesa tra regione, Governo e commissario.
Concludo rivolgendo una preghiera al dottor Bertolaso, che riconosco persona seria. Se capirà fin dalle prime battute che il potere politico non gli consente di portare avanti la delega, allarghi le braccia e alzi bandiera bianca. La preghiera è che ce lo dica subito e non alla fine dell'esperienza commissariale, altrimenti avremo perso altro tempo prezioso per giungere ad una soluzione definitiva dell'emergenza rifiuti in Campania.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, preannuncio fin d'ora il voto favorevole del gruppo dell'UDC sull'emendamento Dussin 2.4. Desidero, inoltre, far notare all'Assemblea che il suddetto emendamento pone in evidenza un errore grave, che cerca di correggere, contenuto all'interno del comma in questione. Chi tra le file dell'opposizione formula una proposta di adesione a tale proposta emendativa svolge anche un'attività nobile di autocritica, perché la riformulazione di questo comma dell'articolo 2 è opera di un emendamento presentato dalle forze di centrodestra al Senato.
Si tratta, pertanto, del riconoscimento di un errore che noi abbiamo commesso e che non vorremmo si aggiungesse ai tanti errori già contenuti nel testo del decreto così come formulato dal Governo. È, infatti, inaccettabile che al commissario straordinario si intenda affiancare un organo collegiale - la Consulta regionale - presieduto dal presidente della regione, il quale lo convoca su iniziativa del commissario delegato. Tutto ciò rappresenterebbe un gioco di passaggi di ruoli, di istanze e di sollecitazioni che ritengo renda ridicolo il meccanismo di consultazione e di partecipazione collegiale che noi volevamo realizzare attraverso la previsione dell'istituzione, entro la fine del 2006, della Consulta.
Vorrei aggiungere, rispetto al comportamento adottato dalla maggioranza in quest'aula, in particolare alla posizione di contrarietà assunta anche sugli emendamenti correttivi, come quelli sui quali ha appena votato contro, che pure comportano correzioni necessarie di rinvii normativi errati, che vi è un ennesimo dato di cui il relatore dovrebbe tenere conto. L'obiezione in base alla quale non vi sarebbero tempi sufficienti per trasmettere il testo al Senato, pena la decadenza del decreto-legge, non regge. Il decreto scade l'8 dicembre e, come avevo ipotizzato in Commissione - e oggi ne ho la conferma -, il Senato, fino al 12 dicembre, non sarà impegnato nei lavori di Assemblea ed avrebbe quindi tutto il tempo e la possibilità per approvare un testo modificato.
La posizione che la maggioranza ha tenuto rispetto al decreto-legge in esame, che ieri mi sono permessa di definire ostruzionistica rispetto alla Campania, avvilisce, peraltro, la funzione legislativa del Parlamento. Consegniamo la bontà degli emendamenti che stiamo discutendo agli Pag. 16ordini del giorno, ma non è questo il modo di legiferare. Se si vuole davvero prescrivere correttivi, questi ultimi vanno inseriti responsabilmente nel testo di legge. Ma la maggioranza ha evidenti difficoltà a garantirsi, difficoltà a rimanere insieme e non ha la possibilità di assumere, in questa sede, un impegno politico garantendo che tale impegno sia mantenuto anche al Senato.
Capisco che i dati delle ultime deliberazioni, come quella della Commissione difesa del Senato, che vedono la maggioranza divenire minoranza con l'espressione di voti contrari al testo del disegno di legge finanziaria, rendano difficile qualunque tipo di interlocuzione politica, anche su questioni estremamente serie, su cui si potrebbe raggiungere un'intesa di buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, innanzitutto esprimo la contrarietà del gruppo della Lega Nord Padania all'istituzione della Consulta, perché riteniamo che in questa vicenda, oltre alla proliferazione dei rifiuti nella zona campana, proliferino posti, sottoposti, commissari, subcommissari, consulte e quant'altro. Consideriamo l'emendamento Dussin 2.4 una proposta di buonsenso, tanto che, ricordo, al Senato non è stato approvato per un solo voto. Tale emendamento prevede un correttivo molto semplice, cioè che debba essere il commissario delegato e non il presidente della regione Campania a convocare la Consulta.
Vista l'incapacità dimostrata da chi ha amministrato la regione Campania negli ultimi tredici anni, da quando esiste il commissariamento, riteniamo un errore attribuire al presidente della regione e non al commissario delegato la possibilità di esercitare questo potere rispetto alla Consulta. L'emendamento offre - ripeto - al commissario delegato la possibilità di istituire la Consulta; ci sembra un modo per investire delle proprie responsabilità il commissario delegato senza affidarle a chi ha dimostrato di non essere in grado di governare questa problematica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Jannone. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, vi sono paradossi evidenti che rendono l'emendamento in esame assolutamente condivisibile. Vi sono stati tempi eccezionalmente lunghi da parte delle amministrazioni che si sono succedute in Campania per cercare di risolvere il problema, che è tutt'altro che risolto. Oggi si chiedono al Parlamento tempi eccessivamente brevi per legiferare nella materia. È una contraddizione assoluta. Si intende, poi, legiferare con tempi decisionali che non sono quantificabili, visto il proliferare di organismi chiamati ad attuare una scelta compiuta.
Inoltre, signor sottosegretario - me lo permetta - non è accettabile la sua affermazione secondo cui questi emendamenti avrebbero ad oggetto materie da trattare prettamente in ordini del giorni perché questi ultimi, così come ricordava giustamente la collega intervenuta in precedenza, sono degli atti di indirizzo: qui, invece, stiamo parlando di meccanismi decisionali e legiferando su tali meccanismi bisogna arrivare a definire un meccanismo come tale, non a stabilire atti di indirizzo che a poco servono! Se continuiamo a legiferare per creare organismi aggiuntivi, ritengo che faremo ben poco in concreto per risolvere il problema.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.
VINCENZO NESPOLI. Il dibattito sorto in merito a questo emendamento mi offre l'opportunità di riproporre alcune questioni al centro del decreto-legge in esame, che stanno caratterizzando il rapporto tra maggioranza ed opposizione. La disponibilità Pag. 17del presidente della Commissione, del relatore, del Governo ad accettare come ultima ratio che emendamenti legittimi nel merito, che migliorano il provvedimento, vengano riproposti come ordini del giorno è un piccolo pannicello caldo, perché la questione di fondo si rinviene nella necessità di modificare questo provvedimento che, come è stato dimostrato, è sbagliato nella forma, nella sostanza e nel merito.
Continuiamo, se volessimo usare un vecchio detto, a buttare l'acqua e a perdere tempo, perché a lavare la testa all'asino questo si fa. Continuiamo a parlare ai sordi perché questo Governo e questa maggioranza non sentono alcuna voce su questioni legittime: altro che tribunale, così come ricordava ieri il collega Villari, quasi volendo richiamare tutti quanti noi a fare presto!
Vi è il paradosso per cui si istituisce un organismo che deve sovraintendere alla necessaria concertazione con gli enti locali per la locazione degli impianti necessari a far funzionare il sistema dei rifiuti in Campania, e poi si affida il coordinamento della medesima alla stessa persona che ha determinato in questi anni il disastro ambientale e l'emergenza rifiuti in Campania. È come se noi volessimo affidare l'amministrazione straordinaria di una società che sta fallendo all'amministratore che ha determinato lo stato di fallimento. Chiamiamo Bassolino alla cabina di regia della concertazione quando già, in modo manifesto negli anni, egli ha dimostrato di essere incapace di avere questo tipo di atteggiamento rispetto al rapporto messo in campo con gli enti locali, trasformando la sua gestione commissariale dei rifiuti in un grandissimo carrozzone di sola gestione.
Finché, rispetto a queste argomentazioni di merito, la maggioranza non solo si blinda ma avanza simili argomentazioni, insistendo su una norma che, ancora di più, inciderà sul disastro ambientale in Campania, state sicuri che continueremo a parlare, perché il nostro ruolo ci impone di fare battaglie nel merito!
Sia chiaro: nessuno da quella maggioranza può venirci a dare in quest'aula insegnamenti sul modo in cui stiamo conducendo una battaglia legittima a favore della popolazione della Campania.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Cominciamo ad affrontare questioni serie, di merito, di straordinario rilievo che ci fanno però comprendere quanto siate sulla strada sbagliata. Il pasticcio della Consulta deriva - una Consulta presieduta da un soggetto, convocata da un altro - dalla concezione che si vuole dare all'emergenza. La verità è che questo decreto non sceglie chi deve governare l'emergenza. La verità è che questo decreto «balla» continuamente tra due posizioni. Il tentativo da una parte di...
PRESIDENTE. Onorevole Russo, le ricordo che il suo intervento è a titolo personale. Il tempo ha sua disposizione è esaurito.
PAOLO RUSSO. La ringrazio, signor Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 2.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato sì 230
Hanno votato no 253).
Prendo atto che il deputato Calgaro non è riuscito a votare ed avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Pag. 18Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 2.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Il tema in questione attiene alla definizione di cosa si vuole che faccia esattamente il commissario - peraltro, si tratta di uno dei migliori funzionari del nostro paese - e, soprattutto, se sarà posto nella condizione di poter operare o se invece sarà imbrigliato da meccanismi di pseudo-partecipazione assemblear-democratica. Quando vi è una condizione emergenziale, la gestione dipende dal buonsenso e dalla capacità di raccordo di un bravo funzionario, quale è Bertolaso. Peraltro, egli ci ha detto che sta utilizzando non i poteri e gli strumenti previsti nel decreto, bensì quei meccanismi di ragionamento e di coinvolgimento che provengono dalla natura e che, di certo, non possono essere dettati dalla norma; la norma deve indicare gli strumenti che diano certezza e che non imbriglino la struttura.
Il pasticcio è talmente evidente che si vuole considerare la Consulta quale un valore assoluto, il che fa scena da un punto di vista demagogico: finalmente le amministrazioni locali e periferiche potranno incidere di nuovo nelle scelte strategiche del commissario straordinario! Questo non è affatto vero. Dobbiamo dire con franchezza che la Consulta, così com'è composta, è una sorta di «pannicello» straordinariamente caldo, inutile e, peraltro, dannoso, andando a determinare una condizione di contrapposizione tra regione e province e tra province e comuni. Questi ultimi, che sono stati i più danneggiati e tartassati dalle condizioni emergenziali dei rifiuti, potranno, talvolta, partecipare a questa Consulta e solo se «faranno i bravi»; viceversa, la stessa Consulta potrà svolgere un ruolo di consulenza per tutto, proprio per tutto, tranne che - guardate un po' - per i termovalorizzatori. Leggetelo il testo, perché dice proprio così: la Consulta non si potrà occupare dei termovalorizzatori.
Ripeto, quindi, che si tratta di una sceneggiata, e, così come è composta la Consulta, essa appare uno strumento inutile. I cittadini campani devono sapere che serve soltanto ad ammantare talune scelte, ad imbrigliare il commissario straordinario e che è utile soltanto ai presidenti delle province, nel tentativo di contrapporsi alle esigenze delle realtà locali e alle sensibilità che vengono dai territori, le quali, al contrario, possono essere coinvolte soltanto dal buon senso, dall'equilibrio e dalla ragionevolezza di un bravo commissario quale è Bertolaso.
Inoltre, colleghi, stiamo attenti ai meccanismi di informazione - mi riferisco a quanto previsto dall'emendamento che verrà trasformato in ordine del giorno - perché, a furia di informare, si generano perversi meccanismi. L'ultima informazione sul tema dei rifiuti proviene da Napoli ed è diventata una gag da avanspettacolo: si chiama «Napulita», un milione di euro investiti dal Conai per rendere ragione e spiegare cosa fosse la raccolta differenziata! I poveri cittadini ci hanno provato, ma non avevano a disposizione nulla, né strutture, né piattaforme, nè luoghi di trasferenza, né filiere organizzate, ove fosse possibile effettuarla, proprio nulla, ma soltanto un meccanismo informativo!
È di queste ore la realizzazione di un altro opuscolo, un'altra brochure, stavolta a cura della regione. Tuttavia, non si tiene conto del fatto che le forme di raccolta non sono né ordinate né omogenee. Si offrono informazioni sui 150 diversi modelli di raccolta presenti nella regione. Si tratta di altri soldi buttati dalla finestra.
Per questa ragione, vi invito ad esprimere voto favorevole sul mio emendamento 2.5.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, mi dispiace per il collega Paolo Russo, ma in questo caso è giusto che portiamo le nostre esperienze che per il momento sono Pag. 19positive. In questa prima fase di emergenza, in cui interviene il commissario, è bene non aumentare il calderone che si sta creando con questa Consulta. Se al comma 1-bis, dopo le parole «presidenti di province», inseriamo anche un insieme di comuni - come fanno gli emendamenti simili tra di loro, ma diversificati nella elencazione dei comuni ora in votazione - non facciamo che rendere farraginosa tale struttura.
Noi vorremmo che questa Consulta non ci fosse, ma, in caso contrario, vorremmo che fosse presieduta dal commissario proprio perché sia lui a «dare il via» in maniera molto forte utilizzando i propri strumenti. L'inserimento esplicito del riferimento ai comuni ci sembra in questa fase sbagliato, perché si crea un meccanismo pesante che produce alla fine pochi risultati. È bene che invece prevalga un avvio snello ed efficiente, in grado di dare l'imprinting da noi voluto con questo decreto all'azione del commissario.
Come avevamo proposto con altri emendamenti, vorremmo che successivamente si arrivasse ad un regime di ordinarietà. Pertanto, si deve partire dall'approvazione del piano regionale dei rifiuti e poi arrivare agli ambiti specifici che verranno individuati per aree omogenee di dimensione analoga.
Per tali motivi, dichiaro che il mio gruppo esprimerà un voto non corrispondente a quanto richiesto perché esso sarà contrario all'emendamento in oggetto e a quelli successivi, per non creare in questa fase una macchina elefantiaca. Al contrario, occorre dare un imprinting molto rapido all'operato del commissario.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 2.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 464
Astenuti 4
Maggioranza 233
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 265).
Prendo atto che il deputato Velo non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione all'emendamento Paolo Russo 2.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, vorrei riprendere lo stesso tema affrontato in precedenza. La presentazione di emendamenti sostanzialmente analoghi va nel senso di dare all'Assemblea un'offerta duale. Non sono pregiudizialmente contrario alla Consulta, ma il problema è di capire a cosa essa serva. Se serve davvero a svolgere un ruolo di compensazione, occorre chiarire nei confronti di chi. Tale ruolo è forse svolto nei confronti del commissario Bertolaso? Mi pare che lo stesso Bertolaso abbia già dimostrato in varie occasioni la propria capacità, il proprio buon senso, la propria sensibilità ed anche la propria managerialità nel coinvolgere non solo le amministrazione pubbliche, talvolta distratte, ma anche i territori, le sensibilità civiche, i comitati locali e le associazioni ambientaliste.
Credo che bisogna riconoscere al direttore Bertolaso questa capacità di coinvolgimento attiva.
Una Consulta così fatta a cosa serve? A dare la parvenza di una partecipazione democratica. In realtà, è uno strumento che imbriglia il commissario incaricato nelle scelte che dovrà assumere e vedremo, nell'esame dei successivi emendamenti, che queste briglie rappresentano vere e proprie catene di forza.
Peraltro, il direttore Bertolaso ha avuto l'onestà intellettuale di proporre in Commissione alcuni suggerimenti, svolgendo alcune riflessioni critiche in ordine ad un elemento centrale: quando vi è una condizione emergenziale, è un solo soggetto Pag. 20che deve assumere le decisioni, che deve avere la certezza del timone, che deve intervenire e agire; allo stesso compete la responsabilità del coinvolgimento. Altra cosa sono i comitati, le consulte, le varie partecipazioni!
Se ritenete che una consulta - tra l'altro fa moda - debba esistere, perdonatemi (ho grande rispetto per gli amministratori delle province) ma debbo chiedervi: dov'erano le province? In questi cinque anni di combattimento hanno lasciato i comuni soli! Dove erano le province quando Acerra cercava di far valere le proprie ragioni? Dove era la provincia di Napoli quando Giuliano tentava di far valere le proprie ragioni? Dove erano queste province (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)? Erano interessate a consulenze, a prebende, ad incarichi, a tutt'altro!
Oggi si recuperano le province e si abbandonano ancora una volta quei comuni che saranno individuati probabilmente in ragione di logiche politiche, clientelari e gestionali. Nulla a che vedere con un percorso, che può essere stabilito in Parlamento, teso ad individuare con chiarezza i comuni capofila, per aver subito, negli anni scorsi, straordinari disagi in ragione non solo del traffico illecito di rifiuti, ma anche delle emergenze continuamente generate da una disastrosa gestione del commissariato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, fermo restando che condivido le valutazioni del collega Russo, vorrei rilevare, anche se può sembrare in dissonanza con quanto egli ha dichiarato, che se la Consulta serve finalmente a far assumere le loro responsabilità ai presidenti delle province della nostra regione, al presidente della regione che è vergognosamente scappato, sepolto dall'immondizia qualche anno fa, allora non sarebbe un fatto grave, da contrastare con la decisione che l'Assemblea è chiamata ad assumere questa mattina.
Ovviamente, condivido le perplessità espresse e so bene che Bassolino e le amministrazioni provinciali di centrosinistra della mia regione sono unicamente interessate alla problematica dei rifiuti o quando le città sono sepolte dall'immondizia - e si vogliono salvare dall'ira giusta dei cittadini - oppure per i connessi, gli annessi e per quelle cose disadorne che hanno rovinato la vita politica in Campania!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.
DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, nel corso dei nostri interventi abbiamo sottolineato come l'emergenza della gestione dei rifiuti in Campania si sia istituzionalizzata e cronicizzata, partorendo un enorme carrozzone che è andato avanti tra polemiche, denunce ed avvisi di garanzia.
Abbiamo ricordato come la procura di Napoli abbia aperto numerose inchieste; una di esse, in particolare, coinvolge - tra i ventisette imputati celebri, tra cui anche il presidente della regione - anche il vicecommissario ai rifiuti, nominato alcuni anni fa, ed un commissario, tutti imputati di falso ideologico, abuso di ufficio, truffa e frode; si tratta, quindi, di capi di imputazione sicuramente gravi.
Al di là di questi aspetti, che sicuramente rivestono particolare importanza, ma in una sfera estranea a questo Parlamento, vorrei sottolineare come questo vero e proprio business dei rifiuti sia frutto di una mancata volontà, anche da parte degli enti locali e di una parte importante della popolazione, di risolvere il problema alla radice. Lo si evince dal comportamento degli enti locali in questi tredici anni e dalla documentazione delle Commissioni che si sono susseguite negli anni, nel tentativo disperato di individuare una soluzione a questa cronica vicenda.
La mancata volontà da parte degli enti locali è confermata anche da un documento che è stato sottoposto alla nostra attenzione il 9 gennaio 2001 (uno fra i Pag. 21tanti) che esamina l'operato del commissario, il quale ha dichiarato (cito le sue parole): ad oggi, malgrado le iniziative e i tentativi di costituire altre discariche per la ferma, rigida e preconcetta opposizione delle popolazioni locali, sostenute anche dagli enti locali, non sono riuscito a realizzare alcun progetto.
Tutto ciò denuncia una situazione ambientale che non consente in alcun modo un intervento che porti gli stessi enti locali all'interno di una Consulta, come viene chiesto, ed evidenzia l'inutilità stessa di una Consulta. Infatti - seguendo la vostra logica -, se è necessario istituire un commissariamento, nel momento in cui c'è un commissario con tutti i poteri del caso (ricordiamo il commissario prefettizio, che ha poteri straordinari e derogatori conferiti dalla delega che vi apprestate a dargli in questa sede), non capisco la ratio che sottende la necessità di costituire un ulteriore organismo che dovrebbe interloquire con chi - e lo dimostra la storia di questi tredici anni - non ha alcuna intenzione di interloquire.
Allora, delle due l'una: o puntiamo sulla scelta del commissario - abbiamo rilevato come questa scelta sia completamente evanescente e non abbia prodotto alcun effetto, se non quello di peggiorare la situazione - oppure puntiamo sulla responsabilizzazione degli enti locali, non certo attraverso la Consulta, non certo attraverso ulteriori finanziamenti, ma attraverso un semplice atto.
Mi riferisco al fatto di affidare loro, in toto, come la legge del nostro paese prevede, il compito di garantire l'autosufficienza della gestione rifiuti in Campania e sollevarci da questo onere. Non ci sono alternative, non ci sono vie di mezzo, non ci sono soluzioni ibride come quella che oggi state votando.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bricolo. Ne ha facoltà.
FEDERICO BRICOLO. Signor Presidente, per fare un piccolo riassunto sul provvedimento più volte oggetto dell'attenzione dell'Assemblea, lo Stato centrale, per cercare di risolvere il problema dei rifiuti in Campania, ha già versato più di 900 milioni di euro senza conseguire alcun risultato. Sono stati assunti più di 2.200 nuovi addetti - ripeto - senza nessun risultato. Sono stati previsti un nuovo commissario e tre sub-commissari, ed una nuova Consulta dovrebbe affiancare i commissari per riuscire a risolvere i problemi dell'emergenza rifiuti in Campania. In tale Consulta vi saranno il sindaco Jervolino, il presidente Bassolino ed amministratori locali del centrosinistra che fino ad ora non hanno fatto nulla per cercare di togliere alla camorra la gestione dei rifiuti in Campania. Ogni anno noi del Nord siamo costretti a pagare per cercare di risolvere il problema rifiuti. Credo che il Nord e la Padania siano stanchi di assistere ad amministrazioni di centrosinistra molto spesso colluse con la camorra, che non hanno fatto nulla per risolvere il problema, a spese dei contribuenti padani (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, vorrei motivare il voto di astensione che ho espresso sul precedente emendamento e che preannuncio anche sull'emendamento in esame e sui successivi Paolo Russo 2.7 e 2.8. Si tratta di un voto di astensione perché condivido la ratio dell'emendamento e la volontà del presentatore di coinvolgere anche le amministrazioni locali e, quindi, realizzare un meccanismo partecipato nelle scelte importanti relative all'attività di gestione e di smaltimento dei rifiuti. Tuttavia, ho la preoccupazione che l'inserimento di un'elencazione tassativa di commi all'interno della norma possa rappresentare una forma di previsione ad excludendum: oggi, c'è la possibilità di riconoscere l'interesse diretto di alcune amministrazioni locali, in futuro potrebbe esservi un coinvolgimento di altre realtà territoriali. Pag. 22Quindi, questa norma potrebbe comprimere i diritti di eventuali altri cittadini. Annuncio, pertanto, il voto di astensione sull'emendamento in esame e sui due successivi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 2.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 452
Astenuti 18
Maggioranza 227
Hanno votato sì 180
Hanno votato no 272).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 2.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Così costruita, tale Consulta, da una parte, serve a poco, dall'altra diventa un tribunale speciale, un plotone di esecuzione per i comuni. I poveri comuni che saranno chiamati dalla Consulta sono quelli che devono essere colpiti. È il solito sistema di costruire un percorso ex post; non è certo il meccanismo di partecipazione alle scelte. Non è questo il meccanismo attraverso il quale si ragiona con le comunità locali, si partecipa, si discute, si individuano tecnologie e modalità operative. Viceversa, vi è una Consulta fatta dai presidenti di provincia e, quando c'è un sito da localizzare in quel comune, il sindaco interessato viene convocato innanzi al «plotone di esecuzione».
Onestamente, è un sistema abbastanza stravagante; devo aggiungere che è stato già utilizzato con risultati pressoché evidenti. Le comunità locali, pertanto, percepiscono che vi è la solita, consueta aggressione di un istituto commissariale distante, lontano dai cittadini, che non partecipa ai territori, che non ne comprende la storia e le ragioni. La Consulta può avere un senso se ha una capacità...
Una voce dai banchi del gruppo L'Ulivo: Basta!
PRESIDENTE. Prosegua, onorevole.
PAOLO RUSSO. Dicevo che la Consulta può avere un senso se ha la capacità di scegliere, di indirizzare e di indicare. Ma si torna così al punto di partenza: se la Consulta ha un potere significativamente incisivo, stiamo sottraendo al direttore Bertolaso la sua capacità di intervento.
Il provvedimento, dunque, è continuamente altalenante tra due posizioni che sono incompatibili. Voi, infatti, volete, da una parte, salvare l'efficienza del commissario e, dall'altra, il vostro tentativo, maldestro, di coinvolgere quelle amministrazioni che sono responsabili dello sfascio. Delle due, l'una: o vogliamo superare le condizioni emergenziali commissariando quelle amministrazioni oppure affidiamo loro le responsabilità e verifichiamo cosa sappiano fare, cosa abbiano messo in campo, quali iniziative, quali provvedimenti.
Inoltre, la Consulta si può occupare di tutto lo scibile dei rifiuti urbani, dei luoghi di trasferenza, di raccolta differenziata, persino delle discariche che non dovremo più riaprire; anche di ciò: evidentemente, le sensibilità ambientaliste, ogni tanto, chiudono gli occhi. Solo di un settore la Consulta non si può occupare: della termovalorizzazione. È evidente che quel sistema non deve essere prevalente ma, pure, esso deve rappresentare uno strumento essenziale per chiudere il ciclo integrato dei rifiuti in quella regione.
Dunque, a cosa serva questa Consulta? Serve, probabilmente, ad ammantare di percorsi democratici scelte effettuate altrove che, attraverso la Consulta, vengono partecipate al direttore Bertolaso il quale si troverà nella condizione difficile di Pag. 23dover affrontare problemi così complessi avendo continuamente le mani legate. Per tale ragione vi chiedo di votare a favore di questo emendamento, che coinvolge dal basso i comuni (Commenti)...
PRESIDENTE. Colleghi, non è tollerabile questo atteggiamento! Prosegua, pure, onorevole.
PAOLO RUSSO. Ebbene, osservavo, Presidente, come sia evidente che l'approvazione di questo emendamento consentirebbe una partecipazione delle amministrazioni locali partendo dal basso, non imponendo alcunché e non ripetendo gli errori del passato. E di errori, nel passato, ve ne sono stati tanti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Intervengo per sensibilizzare i colleghi, anche l'onorevole Paolo Russo, i quali, forse per spirito di appartenenza - all'opposizione, in tal caso -, vogliono sostenere l'approvazione di questo emendamento. Infatti, farei loro osservare come si debba essere attenti a non commettere un doppio sbaglio. Come sappiamo, regioni e province sono deputate a far funzionare il meccanismo, in sede di pianificazione dapprima e nell'approntamento, quindi, della base operativa attraverso ed insieme ai comuni. Ebbene, si è giunti al commissariamento, più volte; tredici anni corrono su questo binario sbagliato.
Si sono adoperati, in questa fase, i consorzi, che hanno creato tutte le distonie e le azioni che tutti noi, in questi giorni, denunziamo. Tali consorzi hanno creato un'infinità di disfunzioni, non ultimi, sicuramente, tutti i doppi incarichi e gli incarichi intrecciati che ci segnalava anche il commissario Bertolaso, che egli ha individuato già in questi primi giorni e che sicuramente sarebbe stato bene che la magistratura avesse approfondito in modo ben più appropriato. Creare meccanismi mastodontici favorisce ovviamente questo sistema, quello delle parcelle, che incoraggia ulteriori incarichi. Il debito di 2.500 miliardi di vecchie lire - ripeto, 2.500 miliardi di vecchie lire! - è stato alimentato, in buona parte, da questo meccanismo contorto, che ovviamente offre benefici, a scapito del debito pubblico, a molti operatori all'interno ed all'esterno dei consorzi. Voler moltiplicare tale meccanismo, attraverso la Consulta, ci trova ovviamente contrari. Si tratta di una Consulta che vede già presenti presidenti di regioni e province. Volerla alimentare ancora, con altri amministratori locali, in questa fase, a nostro parere, crea una disfunzione. Noi siamo convinti che bisogna andare verso l'ordinarietà dopo il commissariamento, altrimenti ripeteremo gli errori compiuti nel passato.
Il coinvolgimento verso il basso non passa attraverso una Consulta, ma attraverso l'ordinarietà, e penso che anche i miei colleghi in Commissione possano essere favorevoli a questo modo di vedere le cose. Il coinvolgimento dal basso passa attraverso il senso civico, quindi, attraverso le scuole, e, come detto in precedenza, attraverso una responsabilizzazione ed una sensibilizzazione da parte degli enti locali. Ci vuole la forza e il coraggio, quando le cose non funzionano, di riuscire a far dimettere alcuni assessori, alcuni presidenti ed alcuni sindaci che non funzionano. Bisogna avere il coraggio, all'interno delle proprie forze politiche di appartenenza, di fare chiarezza e di dare certezza all'azione amministrativa della Campania e delle varie realtà provinciali e comunali. È chiaro che questo proliferare di iniziative per portare alcune persone all'interno, in questa fase - e ci tengo a sottolinearlo: in questa fase - delle varie consulte o delle varie organizzazioni che vorrebbero gestire i rifiuti diventa, a nostro parere, un intralcio all'azione del commissario. Il commissario ha bisogno di alcune certezze. Si sono già autonominati, con questo provvedimento, tre subcommissari, e ciò è già anomalo, perché un commissario è, appunto, un commissario. Avere subcommissari vuol dire già scaricare Pag. 24alcune responsabilità. È bene non creare una confusione dal basso. È bene offrire alcune certezze.
È per tale motivo che ribadisco, come ho già detto in precedenza, che il gruppo della Lega Nord Padania voterà contro l'emendamento Paolo Russo 2.7, ma siamo convinti comunque che l'iniziativa di miglioramento di questo provvedimento da parte delle forze di minoranza è sicuramente molto giusta e molto corretta. D'altronde, ciò è stato confermato anche con la disponibilità manifestata dal rappresentante del Governo ad accogliere un eventuale ordine del giorno di contenuto analogo a quello dell'emendamento Cosenza 2.41 e del mio emendamento 2.3.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 2.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 462
Votanti 453
Astenuti 9
Maggioranza 227
Hanno votato sì 188
Hanno votato no 265).
Prendo atto che il deputato Lomaglio non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Il seguito del dibattito è rinviato al prosieguo della seduta.
Come da intese intercorse, sospendo la seduta, che riprenderà alle 15, con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata e, dalle 16,30, con il prosieguo dell'esame del disegno di legge di conversione n. 1922, con relative votazioni.
La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI