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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il ministro delle politiche per la famiglia, il ministro dello sviluppo economico, il ministro dell'interno, il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il ministro dei trasporti, il ministro della giustizia e infine il ministro del lavoro e della previdenza sociale.
(Iniziative del Governo a favore della famiglia anche in attuazione delle misure previste nella legge finanziaria 2007 - n. 3-00517)
PRESIDENTE. L'onorevole Zanotti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00517 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1).
KATIA ZANOTTI. Ministro Rosy Bindi, noi dell'Ulivo riteniamo che uno dei segni più netti ed inequivocabili della legge finanziaria riguardi esattamente l'impegno assunto a favore delle famiglie italiane e del loro sostegno. Dopo gli anni del centrodestra, di bonus economici, di una tantum episodiche, si esce dalla precarietà per dare un'impianto organico alle politiche a sostegno delle famiglie, per togliere finalmente le famiglie italiane stesse, sia pure con gradualità, da una situazione di solitudine e di abbandono e, dentro le famiglie italiane, per venire incontro alle donne e ai loro compiti di cura, sapendo bene che spesso le famiglie da sole sono costrette ad arrangiarsi nel cercare le soluzioni.
Cito soltanto 215 milioni di euro per il fondo nazionale delle politiche per le famiglie, 1 miliardo di euro in più per gli assegni familiari, 300 milioni di euro in più per gli interventi a favore degli asili nido, lo stanziamento per la non autosufficienza. Ministro, le rivolgiamo una domanda che tante famiglie italiane vorrebbero rivolgerle: come intende dare attuazione concreta agli interventi stabiliti in finanziaria?
PRESIDENTE. Il ministro delle politiche per la famiglia, Rosy Bindi, ha facoltà di rispondere.
ROSY BINDI, Ministro delle politiche per la famiglia. La ringrazio, Presidente, e ringrazio anche per questa interrogazione. Vorrei innanzitutto citare un dato di massima concretezza: alla fine di questo mese di gennaio il 90 per cento dei lavoratori dipendenti riceverà i benefici della finanziaria in busta paga sotto forma di detrazioni fiscali e assegni familiari, aumenti significativi che riguardano i redditi fino a 45 mila euro. Porto un esempio per tutti: un lavoratore dipendente con 25 mila euro di reddito lordo annuo, con una moglie e due figli a carico, avrà un vantaggio di 772 euro. È questa la concretezza di una politica per la famiglia che vuole soprattutto investire verso le famiglie con figli, che vuole spostare le risorse a favore dei giovani perché possano decidere prima, rispetto ad oggi, di avere una famiglia e di mettere al mondo dei figli, così come desiderano, e a favore di anziani non autosufficienti.
Per tutte queste scelte è stato istituito il fondo per la famiglia e il nascente dipartimento ha già istituito gruppi di Pag. 53lavoro per dare attuazione ai vari capitoli; in maniera particolare, si sta lavorando per la Conferenza Stato-regioni, per l'accordo di programma per la qualificazione degli assistenti familiari, per il piano degli asili nido che in tre anni dovrebbe consentirci la costruzione di 90 mila posti per asili nido, da destinare soprattutto al sud, dove contestualmente il Governo ha previsto incentivi significativi per l'occupazione femminile, mentre, senza interruzioni, continua e si qualifica il piano del Governo per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per le donne, ma anche per gli uomini.
Ci stiamo organizzando perché in ogni momento una donna che rimane incinta o una famiglia che ha bisogno di prendere in carico e in cura un anziano non autosufficiente possano inserirsi nei programmi di conciliazione con una attenzione particolare alle piccole imprese, consentendo questo anche ad alcune pubbliche amministrazioni.
Abbiamo visto che negli anni passati alcune risorse non sono state utilizzate per mancanza di conoscenza di questo programma, che pure riteniamo il più qualificante perché vogliamo che le nostre famiglie abbiano più servizi, più risorse, ma, soprattutto, più tempo per l'educazione e per la cura.
PRESIDENTE. L'onorevole Burtone, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, il gruppo dell'Ulivo è pienamente soddisfatto non soltanto della risposta, ma soprattutto dell'azione concreta messa in campo dal ministro a sostegno della famiglia italiana. Dobbiamo dare atto all'onorevole Rosy Bindi di aver avviato una politica per fornire risposte alle tante domande che provengono dalle famiglie vere.
Il Governo di centrosinistra, con la legge finanziaria per il 2007, ha compiuto una scelta di campo: non più generosi premi alla Berlusconi per la minoranza delle famiglie che vivono già in condizioni agiate, ma interventi seri per superare la precarietà del lavoro che genera precarietà della vita, assegni familiari più generosi per le famiglie numerose, una nuova politica dei servizi sociali. In questo quadro ci sembra doveroso sottolineare le risorse predisposte dal Governo Prodi per realizzare 90 mila nuovi posti negli asili nido nei prossimi tre anni, nonché per il Fondo per la non autosufficienza.
Da deputato meridionale voglio, signor ministro Bindi, apprezzare l'attenzione mostrata da lei e dal Governo nei confronti del sud, ricordando non solo la decisione di istituire una sede dell'osservatorio della famiglia, ma anche l'impegno per contrastare il disagio e la povertà presenti innanzitutto nelle aree del Mezzogiorno.
Credo che il Governo debba lavorare con impegno per superare la precarietà del mondo del lavoro e per dare spazio all'occupazione femminile.
Noi sappiamo che lei si impegnerà seriamente e da parte nostra vi sarà sostegno con entusiasmo e lealtà (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
(Misure per il contenimento dei prezzi al dettaglio dei carburanti - n. 3-00518)
PRESIDENTE. L'onorevole Raiti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00518 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2).
SALVATORE RAITI. Signor Presidente, onorevoli membri del Governo, onorevoli colleghi, con la presente interrogazione il gruppo dell'Italia dei Valori intende sottolineare una distorsione che registriamo in Italia.
Sappiamo tutti che il costo degli idrocarburi in Italia incide molto sul bilancio dello Stato e su quello delle famiglie italiane. Registriamo però spesso - quest'anno è esemplare - che il costo dei carburanti alla pompa, a carico dell'utente finale, varia sensibilmente all'aumentare del costo del prodotto per le vicende internazionali e per il rapporto dollaro-euro, Pag. 54mentre non si registra la stessa velocità di adeguamento quando il costo del prodotto diminuisce.
Vorremmo sapere dal Governo quali iniziative intenda adottare per fare in modo che questa discrasia venga eliminata.
PRESIDENTE. Il ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha facoltà di rispondere.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, vorrei svolgere una premessa ovvia, ma necessaria.
Nel caso del mercato dei prodotti petroliferi a benzina, liberalizzato fin dal 1993, non si può intervenire direttamente sul prezzo. Per quanto riguarda la struttura del prezzo della benzina si tratta per il 62 per cento di imposte e per il 37,5 per cento di prezzo industriale e più o meno, come livello di imposte, siamo in equilibrio con il livello europeo.
Pertanto, gli incrementi di prezzo vanno misurati in percentuale sul costo delle materie prime e non sull'insieme del prezzo, comprensivo della fiscalità, perché il Governo, come si sa, ha sterilizzato il meccanismo dell'IVA e, quindi, non compartecipa all'aumento del prezzo, a cominciare da quest'anno.
Il prezzo italiano calcolato sulla base del meccanismo «Fai da te», che è dominante in Europa, in questo momento corrisponde sostanzialmente all'andamento europeo. Tuttavia, le preoccupazioni degli onorevoli interroganti non possono non essere condivise.
Il Governo cosa ha fatto e cosa può fare? Lo ripeto, dal 1o gennaio ha sbloccato il meccanismo di compartecipazione agli aumenti per via fiscale, ha adottato misure di incentivazione per il ricambio di veicoli più efficienti e il risparmio dei consumi in un pacchetto di misure di risparmio energetico, che comprende moltissimi campi e che promuoveremo con grande sollecitudine. Si tratta di misure che si tradurranno in risparmi concreti per i cittadini.
Stiamo lavorando anche alla ristrutturazione della rete, non con meccanismi di razionalizzazione selvaggia, che hanno comportato problemi in altri paesi europei, ma rimuovendo vincoli anacronistici all'ingresso di nuovi operatori. In questo momento è in corso un tavolo di confronto con le regioni e con le parti sociali per rilanciare gli investimenti nella rete distributiva. Tornando ai prezzi, abbiamo ristabilito un monitoraggio quotidiano dell'andamento dei prezzi stessi e posso confermare che - lo ha registrato anche l'ISTAT - vi è stato, un abbassamento dei prezzi, in relazione all'andamento del costo del petrolio, ma certamente vi sono momenti nei quali la curva di adeguamento dei prezzi medesimi risulta più lenta nelle fasi di discesa rispetto alla rapidità che assume nelle fasi di crescita. Ciò, per esempio, è accaduto nelle ultime settimane, quando il prezzo è rimasto fermo per tutto il periodo natalizio, mentre è diminuito in modo sensibile sull'extrarete, ossia sulla parte di distribuzione sulla quale i petrolieri hanno un rapporto diretto, con un'improvvisa e singolarmente unanime discesa dal giorno 9 gennaio. Su questi comportamenti è opportuno attirare l'attenzione sotto il profilo del rispetto delle regole di concorrenza, chiamando in causa l'autorità responsabile. Posso pertanto annunciare che segnaleremo l'esito di tale monitoraggio all'autorità antitrust per l'eventuale adozione di provvedimenti da parte di quest'ultima, così come faremo tutte le volte che il nostro monitoraggio giornaliero ci segnalerà incongruenze.
PRESIDENTE. L'onorevole Raiti ha facoltà di replicare.
SALVATORE RAITI. Signor ministro, l'Italia dei Valori ed io personalmente siamo moderatamente soddisfatti della risposta odierna che, tra l'altro, fa seguito a comportamenti, atti e posizioni, che lei e tutto il Governo avete adottato nel corso degli ultimi giorni. Occorre sapere - crediamo sia assolutamente utile al nostro paese, alla nostra Italia - intervenire in Pag. 55questa materia, così come in molte altre, tentando di rimettere in moto le energie che sono presenti in Italia. La liberalizzazione del sistema è assolutamente importante. La necessità di mettere al centro l'utente e il consumatore è un elemento fondamentale dell'azione di questo Governo. Per quanto ci riguarda, siamo pronti a supportare l'azione del Governo, che andrà - spero - in questa direzione. In questa materia, così come lei, signor ministro, accennava ad esempio a per quanto riguarda il costo «medievale» delle ricariche dei telefonini, dobbiamo fare in modo di far «saltare» i cartelli industriali che si sono insediati in Italia, facendo sì che i prezzi all'utente finale siano comunque sempre gli stessi.
Quindi, vi è qualcosa nel meccanismo che non funziona ed allora proseguiamo in questa direzione, razionalizzando la rete di distribuzione, cercando di far dipendere meno il paese dagli idrocarburi e dal petrolio e utilizzando le energie alternative. Ciò servirà non solo a ridurre l'onere a carico del bilancio dello Stato, ma anche dell'ambiente. Siamo, infatti, consapevoli di quanto sia importante, considerato il clima che si sta registrando non solo in Italia, immettere ossigeno nell'atmosfera. Siamo certi che, se proseguiremo nella direzione della liberalizzazione e dell'efficienza dei meccanismi di circolazione dei beni in Italia, questo Governo avrà il consenso del paese e non solo delle forze politiche.
(Iniziative volte a garantire i livelli occupazionali degli stabilimenti della Finmek Access Spa di Pagani (SA) e per rilanciare il settore delle telecomunicazioni - n. 3-00519)
PRESIDENTE. L'onorevole Nardi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00519 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3).
MASSIMO NARDI. Grazie, signor Presidente.
Signor ministro, sono qui a rivolgerle la seguente domanda: ricorda ancora la situazione in cui si trovano i lavoratori della Finmek di Pagani? Ricorda che quei lavoratori, attualmente in cassa integrazione, avevano la speranza che l'azienda desse indicazioni su come rilanciare la propria attività? Ciò accade nonostante vi siano una forte richiesta per il prodotto che lo stabilimento di Pagani produceva (contatori, centraline e via dicendo), una professionalità che, in qualche misura, era stata considerata positiva già in passato e una forte disponibilità da parte dei lavoratori ad adattarsi alle soluzioni che il Governo proporre.
Sono qui a chiederle, signor ministro, cosa lei ed il suo Governo pensano di fare, per dare una risposta certa ed efficace ai predetti lavoratori.
PRESIDENTE. Il ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha facoltà di rispondere.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, non potendo esporre tutte le vicende del sito produttivo del gruppo Finmek di Pagani - la cui storia è lunghissima, tribolata, molto complessa e difficile - prenderò in considerazione la fase che ha avuto inizio con l'apertura della procedura di amministrazione straordinaria.
Per evitare un pregiudizio sulle prospettive di collocazione sul mercato dell'unità produttiva, il commissario straordinario ha proseguito l'esercizio dell'impresa anche in perdita. L'interrogante fa riferimento ad un successo conseguito dall'azienda nel 2001, con l'aggiudicazione di una gara dell'ENEL. In realtà, quel risultato è stato scontato pesantemente dalla società, perché ha fatto accumulare alla medesima ulteriori perdite a causa del divario tra i ricavi conseguiti ed i costi di produzione effettivamente sostenuti a seguito della gara. Quindi, l'amministrazione straordinaria si è dovuta confrontare con una situazione veramente compromessa e difficile.
In questo momento, la società è in attesa di conoscere i risultati di una gara Pag. 56ENEL che ha ad oggetto circa tre milioni di contatori monofase ed altre apparecchiature (che non elenco). L'amministrazione straordinaria ha presentato offerte per tutti i lotti di gara.
Per quel che riguarda le prospettive di sbocco della procedura, come l'interrogante saprà, il 1o settembre 2005 era stato presentato un programma di cessione dell'attività aziendale del gruppo Finmek, con un procedimento di gara che, però, non aveva dato risultati né per il sito di Pagani né per altri siti significativi del Mezzogiorno. A questo punto, era partita una trattativa privata con un gruppo russo, la FK, ed a febbraio del 2006 vi era stata la formalizzazione di un protocollo d'intesa presso la Presidenza del Consiglio, a palazzo Chigi.
Dopo un anno - assicuro all'interrogante che vi sono stati, nel frattempo, sollecitazioni e sollecitudini di ogni genere, incontri a livello industriale, politico e diplomatico - abbiamo dovuto registrare che la società indicata non aveva intenzione di tradurre tutta la discussione svoltasi in un'impegnativa offerta d'acquisto (nonostante le manifestazioni di interesse più volte reiterate). Ne abbiamo preso atto e, a breve, avvieremo un nuovo procedimento di gara per la ricollocazione del sito produttivo.
Naturalmente, di tutti i suddetti sviluppi della vicenda abbiamo tenuto informate, come sempre, le organizzazioni sindacali, con le quali abbiamo un dialogo continuo. Grazie.
PRESIDENTE. L'onorevole Nardi ha facoltà di replicare.
MASSIMO NARDI. Signor Presidente, più che insoddisfatto, la risposta del ministro mi fa sentire profondamente deluso: lo sono non perché abbia pregiudizi nei confronti di quanto esposto dal ministro, ma semplicemente perché ricordo che amici di partito del ministro medesimo, ed anche altri, avevano manifestato, a Pagani, certezza assoluta circa la possibilità di una soluzione a breve termine per quanto riguarda quel sito.
Ricordo ancora lo sforzo che era stato compiuto da un precedente Governo, che, in qualche misura, aveva mostrato una prima, immediata capacità di dare una soluzione alle difficoltà nelle quali versava l'impresa (oggi considerata, tutto sommato, una pecca di quella realtà territoriale).
A me sembra che dovremmo rispondere, fondamentalmente, al seguente quesito: è utile, importante, necessario che, in Italia, vi sia un settore dell'elettronica che parli italiano? Dal mio punto di vista ciò è importante e fondamentale. Se è così, il Governo non dovrebbe venire ad esporci, in termini di prospettive, intenzioni che, almeno a mio giudizio, sono lontane dalla concretezza che gli era stato chiesto di dimostrare, ma dirci se abbia anche una volontà precisa di impegnarsi ad affrontare le difficoltà che oggettivamente vi sono, in relazione alle quali immagino che debba essere portata avanti un'iniziativa specifica ed efficace.
Noi della Democrazia Cristiana, signor ministro, siamo qui a chiederle di fare quello che è di sua competenza. Questo non significa un intervento diretto dello Stato, ma sicuramente questo ha gli strumenti per non accampare scuse, quando si trova di fronte ad una difficoltà di rilancio delle imprese. Se veramente c'è la volontà politica, se veramente il ministro intende portare avanti questo processo di rilancio, egli può farlo con cognizione ed immediatezza. Questo siamo qui a chiedere, come Democrazia Cristiana, e questo le chiedono, soprattutto, i lavoratori di Pagani (Applausi dei deputati dei gruppi Democrazia Cristiana-Partito Socialista e Forza Italia).
(Iniziative per evitare la chiusura dello stabilimento Campari di Sulmona - n. 3-00520)
PRESIDENTE. L'onorevole Pelino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00520 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4).
PAOLA PELINO. Nei giorni scorsi, attraverso un provvedimento unilaterale annunciato Pag. 57dalla direzione aziendale della Crodo-Campari, è stata resa nota la decisione di far cessare l'attività produttiva dello stabilimento di Sulmona. Tale provvedimento comporterà il paventato licenziamento di 102 lavoratori con le prevedibili ed inevitabili dolorose conseguenze per le loro famiglie e, di riflesso, per il territorio, dove negli ultimi mesi abbiamo assistito alla crisi di ben 7 aziende. Del resto, come può un'azienda come la Campari, quotata in borsa, che ha assegnato, anche recentemente, il premio di produttività ai dipendenti dello stabilimento di Sulmona, giustificare la chiusura di detto impianto? Non voglio pensare che tale giustificazione nasca da logiche di mercato, che prevedono il disimpegno aziendale dalla regione Abruzzo, dopo aver usufruito delle agevolazioni territoriali. Chiedo, pertanto, al ministro dello sviluppo economico se ritenga di dover intervenire in merito per evitare la chiusura del citato stabilimento di Sulmona o, comunque, per accertare il reimpiego sullo stesso territorio della manodopera coinvolta.
PRESIDENTE. Il ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha facoltà di rispondere.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Voglio confermare che il Ministero ha ricevuto, in questi giorni, informazioni circa l'intendimento del gruppo Crodo-Campari di procedere alla chiusura dello stabilimento di Sulmona e, quindi, alla messa in mobilità di 102 lavoratori. Si tratta di una decisione che, se attuata, aggraverebbe ulteriormente la situazione dell'area, già molto pesante. Il Ministero, quindi, convocherà, nei prossimi giorni, i rappresentanti della società per capire le motivazioni di questa decisione e per valutare se vi sia un'ipotesi di possibile intenzione di recedere da questa chiusura o, comunque, di promuovere azioni di rilancio e sviluppo delle produzioni che siano in grado di garantire prospettive industriali ed occupazionali. Aggiungo che, essendo evidente che questa crisi si colloca in un territorio, quello della Valle Peligna, pieno di problemi, credo che sarà opportuno che il Ministero, anche superando gli schemi organizzativi usuali, che si svolgono per singole imprese, attivi anche le condizioni di un progetto d'area, che possa occuparsi più in generale dell'economia di questa Valle, per sviluppare elementi di attuazione di possibili investimenti. Siamo, quindi, impegnati in questo senso ad avviare un confronto con l'amministrazione regionale e quella locale, per cercare di individuare insieme eventuali azioni che diano concrete risposte alle prospettive di quella comunità e dei lavoratori, pesantemente coinvolti in questa crisi.
PRESIDENTE. L'onorevole Pelino ha facoltà di replicare.
PAOLA PELINO. Signor ministro, ho chiesto un intervento urgente del Governo non solo per scongiurare la chiusura dello stabilimento Crodo-Campari di Sulmona, ma anche per evitare che si possa decidere, in via subordinata, il trasferimento dei lavoratori in altri stabilimenti industriali fuori dal territorio di Sulmona. La risposta offertami non può soddisfarmi pienamente, poiché credo che i 102 lavoratori del suddetto sito produttivo abbiano il diritto di conoscere l'azione del Governo circa questa problematica e, soprattutto, se il Governo intenda impegnarsi al cento per cento e farsi carico di risolvere la situazione di crisi aziendale da me esposta nell'interrogazione. Affrontare il problema superficialmente, rimettendosi a soluzioni tese ad individuare semplici percorsi di mediazione, non serve né ai 102 lavoratori, che rischiano il licenziamento, né alle loro famiglie. Il Governo dovrebbe svolgere il concreto ruolo che ad esso compete e che i cittadini si aspettano, cioè quello di tutelare almeno il lavoro di quanti rischiano, senza loro demerito, ma, troppo spesso, solo per logiche di profitto aziendale, di doverlo perdere.
Infatti, molte volte il motivo di base degli annunci di chiusura degli stabilimenti siti in Abruzzo è costituito dal Pag. 58volersi sottrarre all'impegno iniziale assunto per accedere alle sostanziose agevolazioni previste dalla legge per il territorio. Quindi, come membro della Commissione lavoro, come imprenditrice e, infine, come cittadina di Sulmona non posso dichiararmi soddisfatta della risposta avuta e attendo con ansia, unitamente alle famiglie dei 102 lavoratori in questione, di conoscere gli sviluppi dell'azione governativa in merito al caso evidenziato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
(Questioni di sicurezza e di ordine pubblico in relazione alla pratica della macellazione rituale islamica - n. 3-00521)
PRESIDENTE. L'onorevole Garavaglia ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maroni n. 3-00521 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5), di cui è cofirmatario.
MASSIMO GARAVAGLIA. La nostra interrogazione riguarda la macellazione rituale islamica. In particolare, nella cosiddetta festa del sacrificio avviene un vero e proprio massacro di agnelli senza il preventivo stordimento e senza il rispetto delle più elementari norme igieniche.
Il 30 dicembre, grazie ad un filmato-denuncia di Telepadania, abbiamo potuto constatare come questo fenomeno stia assumendo toni e direzioni sempre più allarmanti. Le leggi ci sono, ma non vengono rispettate e non vengono fatte rispettare.
Chiediamo, quindi, quali iniziative intenda intraprendere il ministro per evitare il ripetersi di queste pratiche, che la Lega Nord giudica semplicemente e assolutamente incivili.
PRESIDENTE. Il ministro dell'interno, Giuliano Amato, ha facoltà di rispondere.
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, come il collega interrogante sa, questa è una materia che ricade in buona parte nella competenza del ministro della salute, che allerta anche gli assessorati alla sanità regionali perché vengano rispettate le norme esistenti sulla macellazione. Per il ministro dell'interno, come giustamente è stato detto, c'è un profilo di ordine pubblico e c'è anche un profilo generale che riguarda la competenza di questo ministro in materia di culti in genere.
Devo dire che in termini di ordine pubblico non si è determinato un problema significativo. Noi ci siamo trovati, con i nuclei specializzati dell'Arma dei carabinieri, ad avere tre denunce all'autorità giudiziaria, una a Bresso, una a Parabiago, una a Salsomaggiore Termini per mancanza di certificazione e macellazione abusiva. È stato messo sotto sequestro anche un capannone. Questo è stato fatto.
La questione della macellazione senza stordimento si lega alla libertà che ciascuna religione si vede riconosciuta in Europa, in ciascuno dei nostri paesi, di esercitare il proprio culto e, quindi, i riti del culto con garanzia costituzionale. L'Unione europea, che è attentissima alla tutela degli animali, ha adottato direttive, che l'interrogante di sicuro conosce, a partire da quella n. 93/119, in cui vi è una esplicita deroga per le macellazioni che avvengono nell'esercizio di culti religiosi.
Noi stessi, prima ancora della stagione delle intese, con un decreto del 1980 dei ministri della sanità e dell'interno, autorizzavamo la macellazione degli animali secondo i riti religiosi ebraico ed islamico, che da questo punto di vista sono fondamentalmente gli stessi. Vi è poi stata l'intesa con la comunità ebraica che lo ha ulteriormente codificato. L'interrogante ha ragione, la macellazione dovrebbe essere eseguita negli appositi stabilimenti autorizzati con le modalità di legge. Segnalo che le regioni sono competenti a vigilare sulla corretta applicazione delle norme di protezione degli animali. Questa è la questione in termini istituzionali; questa è la mia risposta.
Se devo concludere con un pensiero, devo dire che le do questa risposta con un qualche disagio personale perché ho il massimo rispetto per tutte le fedi religiose e per i loro riti ma, ecco, vivrei più felice Pag. 59in un mondo nel quale nessuna religione attribuisse al proprio Dio il bisogno di essere glorificato e celebrato attraverso la sofferenza di una qualunque creatura, ma dobbiamo rimettere tale pensiero alla comprensione di chi lo deve comprendere.
PRESIDENTE. L'onorevole Garavaglia ha facoltà di replicare.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, la risposta non ci soddisfa sotto diversi profili.
Per quanto riguarda l'ordine pubblico, è vero che non vi sono stati problemi, ma semplicemente perché la forza pubblica non ha voluto intervenire; altrimenti, probabilmente ve ne sarebbero stati. E ciò rappresenta un elemento molto grave.
Ribadiamo che si tratta di una pratica assolutamente incivile, tant'è che abbiamo presentato una specifica proposta di legge a prima firma del collega Alessandri, che prevede che in ogni caso la macellazione sia preceduta dallo stordimento. A nostro avviso, approvare una norma del genere è il minimo che uno Stato civile possa compiere; così è in Olanda, in Austria e in tanti altri Stati civili; addirittura, è così anche in Malesia, uno stato a maggioranza musulmana, come tutti sapete.
La nostra preoccupazione riguarda anche il rispetto della Costituzione, a cui il ministro Amato faceva, per l'appunto, riferimento. Tante delle persone che in particolare a Parabiago hanno eseguito questo rito, con bambini che poi sguazzavano nel sangue di questi animali, sono ormai già cittadini italiani. Ebbene, rammentiamo che la formula di giuramento per diventare cittadini italiani è basata sull'articolo 54 della Costituzione, che chiude la bella parte I, intitolata «Diritti e doveri dei cittadini». Quindi, non vi sono solo diritti ma anche doveri e tra i doveri vi è l'obbligo di rispettare le nostre norme e le nostre tradizioni; infatti, in base all'articolo 19 della nostra Costituzione, chiunque, nell'ambito della propria religione, può eseguire i riti che vuole purché rispetti il buon costume. A nostro avviso, in questo caso il buon costume non è stato assolutamente rispettato, come non lo sono state le nostre leggi. La riflessione, quindi, parte da tale constatazione per spingersi oltre.
Poiché il ministro Amato si occupa anche della cosiddetta Carta dei valori, osserverei che si deve riflettere bene in quanto sui valori non si tratta; vi potrà essere integrazione solo se vi è rispetto reciproco...
PRESIDENTE. Deve concludere...
MASSIMO GARAVAGLIA. ... delle nostre leggi e delle nostre tradizioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
(Chiusura della scuola Allievi di polizia di Piacenza - n. 3-00522)
PRESIDENTE. L'onorevole Foti ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-00522 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6), di cui è cofirmatario.
TOMMASO FOTI. Signor Presidente, signor ministro, in attuazione del comma 431 dell'articolo unico della legge finanziaria per il 2007, il competente dipartimento della pubblica sicurezza ha dato comunicazione alle organizzazioni sindacali della chiusura di alcune scuole di formazione professionale, tra le quali quella degli Allievi di polizia di Piacenza.
Indipendentemente dalla giustificazione addotta, signor ministro, secondo la quale mancherebbero gli spazi idonei per l'addestramento del personale, io mi rivolgo alla sua sensibilità per un'opportuna verifica sul punto, in quanto quella scuola è stata un modello sotto il profilo organizzativo e dell'insegnamento; è una scuola per la completa ristrutturazione della quale sono stati spesi, non più tardi di alcuni anni fa, 25 miliardi di vecchie lire. Lo scorso anno è stato inaugurato uno dei dieci poligoni operativi della Polizia di Pag. 60Stato, anch'esso frutto di una ristrutturazione onerosa. Mi pare improvvida, dunque, la chiusura della scuola.
PRESIDENTE. Il ministro dell'interno, Giuliano Amato, ha facoltà di rispondere.
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, come il collega sa, la norma della legge finanziaria che reca tale previsione nasce da un'esigenza oggettiva che la precede, ovvero dall'esigenza, nella quale ci troviamo, di ridimensionare comunque il nostro sistema di scuole, che ha una potenzialità di addestramento largamente superiore a quelle che, non solo nel breve ma anche nel medio termine, si prospettano come le nostre possibilità di addestrare personale.
Abbiamo, nell'insieme, tredici scuole in Italia, che hanno una ricettività complessiva di oltre 4.700 posti. Tenerle tutte in funzione implicherebbe addestrare 4.700 persone, mentre prevediamo - già ora siamo a quel punto - di addestrarne non più di mille.
Le ragioni non sono tanto e soltanto legate alla solita questione della finanza pubblica, ma alla modifica che è intervenuta nell'approvvigionamento, per cui, salvo un piccolo retraining al civile, si dovrà trattare di personale proveniente dal servizio militare, non più di leva.
Il piano, pertanto, prevede la chiusura di una serie di queste scuole, che, in tutto, dovrebbero essere sette su tredici. Al momento è già prevista e articolatamente definita, anche con le intese delle organizzazioni sindacali, la chiusura di quattro di esse. Le altre tre verranno scelte nel novero delle residue nove, ma nessuna decisione è stata assunta e la scuola di Piacenza fa parte di questo lotto di scuole escluse dalla chiusura, tra le quali verranno selezionate le altre tre.
Resta inteso che gli edifici e i luoghi avranno comunque altre utilizzazioni.
PRESIDENTE. La prego di concludere...
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. Concludo subito, signor Presidente. L'ipotesi di chiudere la scuola di Piacenza - perché, per me, di questo si tratta, ma va confrontata con altre ipotesi - si reggerebbe sul fatto che offre una ricettività limitata rispetto a scuole vicine (237 posti letto, contro i 786 di Alessandria) e ha alcuni spazi utili (il poligono), ma manca di un piazzale che, per le scuole di polizia, è particolarmente utile. In ogni caso, c'è una pressione per possibili utilizzazioni diverse, in primo luogo da parte della questura, che così avrebbe il suo poligono di tiro, in secondo luogo dalla polizia stradale, che ha bisogno a Piacenza di una collocazione migliore, perché quella in cui si trova è costituita da un edificio che avrebbe bisogno di pesanti ristrutturazioni.
Tutto questo lo dico in ipotesi, perché nessuna decisione è stata presa.
PRESIDENTE. L'onorevole Foti ha facoltà di replicare.
TOMMASO FOTI. Ringrazio il signor ministro perché ha esaustivamente illustrato la situazione. In verità, vi sono alcune scuole che hanno chiuso, ad esempio quella di Foggia, e, indubbiamente, le motivazioni sono state poco esposte.
Signor ministro, mi permetto di fare una considerazione. Sono d'accordo nella riconversione di questi contenitori, anche perché lo Stato negli stessi ha speso molto, però penso che si debba fare anche un esame corretto di quanto lei ha affermato. Infatti, se il numero di allievi diminuisce, non si capisce il motivo per cui, ad esempio, si dovrebbero tenere aperte le scuole che hanno una ricettività superiore, anziché quelle che, a livello ottimale, dimostrano, con 237 posti letto, di fare fronte a un terzo delle eventuali richieste. Mi pare che anche questo dovrebbe essere un criterio di economicità cui fare riferimento. Ritengo, altresì, che sia importante che questo piano sia accompagnato effettivamente da un progetto di recupero degli immobili in quelle città che non dovessero più avere scuole di polizia.
Aggiungo una considerazione: tra le scuole salvande, ve ne sarebbe una che si Pag. 61trova in una situazione molto critica dal punto di vista strutturale. Anche sotto questo aspetto, signor ministro, la richiesta che le rivolgo, non soltanto per la città di Piacenza, che ospita una scuola di polizia efficiente, ma anche per altre che, eventualmente, potrebbero venire penalizzate, è di fare ciò che lei ha prospettato, ossia una verifica puntuale, con sopralluoghi reali, non soltanto - mi sia consentito di dirlo - lasciandosi abbindolare con discorsi del tipo «possiamo metterci la polizia stradale piuttosto che altro». Non si vede per quale motivo una scuola che, funziona e nella quale c'è un personale docente valido, debba essere smantellata solo per trovare un contenitore ad un'altra struttura di polizia.
(Compatibilità ambientale degli impianti di rigassificazione di gas naturale liquefatto - n. 3-00523)
PRESIDENTE. L'onorevole Cacciari ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00523 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7).
PAOLO CACCIARI. Signor Presidente, ministri, da qualche tempo ampi tratti di mare prospicienti le nostre coste sono stati presi d'assalto da varie compagnie internazionali che commercializzano gas naturale liquefatto. Sono state presentate otto, dieci o, come sostengono alcuni, quindici (non sappiamo quante) domande per l'installazione di impianti di rigassificazione, che sono la tecnologia di trasporto del gas, in assoluto, più pericolosa, più inquinante, più dissipativa di energia e più costosa. Per di più, nella situazione italiana tali impianti sono semplicemente inutili.
Abbiamo, infatti, appreso con soddisfazione che, lo scorso novembre, il Governo e l'ENI hanno firmato accordi importanti con la Gazprom russa, da un lato, e con la Sonatrach algerina, dall'altro, che garantiscono un approvvigionamento più che sufficiente per il fabbisogno italiano tramite i metanodotti.
Chiediamo, quindi, di evitare di mettere inutilmente in apprensione le popolazioni di molte località costiere italiane.
PRESIDENTE. Il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Alfonso Pecoraro Scanio, ha facoltà di rispondere.
ALFONSO PECORARO SCANIO, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, voglio innanzitutto dire che condivido le preoccupazioni dell'interrogante. Sono sicuramente state molte le domande presentate, ma vi è una grande attenzione nell'esaminare, innanzitutto, il reale fabbisogno di energia di cui necessita il sistema economico italiano. Recentemente, abbiamo annunciato, insieme al ministro dello sviluppo economico, l'apertura, a fine marzo, di una Conferenza nazionale sull'energia, che riesca ad identificare ciò che nel programma di Governo è indicato come una strategia energetica nazionale e fornisca un quadro di insieme.
Ricordo, tra l'altro, che l'Unione europea considera, secondo proprie stime, che già soltanto il risparmio e l'efficienza energetica potrebbero ridurre del 20 per cento la domanda complessiva. Si aggiunga che l'Unione europea prevede che l'Italia produca almeno il 25 per cento di energia elettrica da fonti rinnovabili e che nel programma del Governo tale termine è anticipato al 2011. Allo stesso tempo, bisogna prestare attenzione alle necessità sul fronte dell'emergenza.
Esiste un coordinamento tra vari ministeri ed è in corso una verifica dei nuovi metanodotti. Non vi è dubbio che le domande di rigassificatori pervenute sono infinitamente superiori alle necessità reali. Alcune erano già state autorizzate, ma posso assicurare che su tutte il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare si è impegnato a valutare con il rigore necessario, secondo le leggi, l'impatto ambientale in corso, anche sulla base dell'ottemperanza alla direttiva Seveso II, per quanto riguarda i rischi. A tale proposito è stato istituito, presso la direzione Pag. 62salvaguardia ambientale del ministero, un gruppo tecnico interministeriale che osserva le ricadute ambientali.
Abbiamo anche chiesto che sia prestata attenzione al rapporto con le comunità locali, anche ai sensi della convenzione di Aarhus. Sicuramente è intenzione del Governo fare in modo che non avvenga ciò che l'interrogante definisce «la corsa al rigassificatore», ma sia posta una particolare attenzione al problema coerente con il programma di Governo. Ciò significa che gli approvvigionamenti saranno mantenuti.
Stiamo ponendo forte attenzione anche ad altre realizzazioni avviate dal precedente Governo, tra cui le autorizzazioni sul deposito di stoccaggio di San Felice sul Panaro, in provincia di Modena, in merito al quale sono state presentate interrogazioni a risposta scritta cui il ministero risponderà con grande attenzione e cautela. Tutto ciò è fatto in vista dell'interesse che vi sia una strategia energetica nazionale e non impianti che non servano strettamente a garantire l'approvvigionamento del nostro paese, dato che questo sarà - è evidente - impegno di tutto il Governo.
PRESIDENTE. L'onorevole Cacciari ha facoltà di replicare.
PAOLO CACCIARI. Sono molto soddisfatto della decisione, peraltro già annunciata dal Governo, di convocare la Conferenza nazionale sull'energia. Credo che però serva un vero e proprio piano nazionale energetico, o quanto meno un aggiornamento di esso. Se volessimo davvero essere coerenti, signor ministro, dovremmo far discendere delle decisioni conseguenti, cioè una vera e propria moratoria degli iter approvativi di questi impianti, in attesa di avere quel quadro di certezze sul reale fabbisogno energetico del nostro paese, senza il quale ogni infrastruttura che venisse creata potrebbe essere casuale e quindi non necessaria.
Noi quindi insistiamo con il Governo, affinché vengano interrotte le procedure autorizzative per questi rigassificatori.
PRESIDENTE. Assiste ai nostri lavori una classe della scuola media statale «L.M. Patrizi» di Recanati, che la Presidenza saluta a nome di tutta l'Assemblea (Applausi).
(Modalità di gestione dei parchi nazionali - n. 3-00524)
PRESIDENTE. L'onorevole Picano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00524 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8).
ANGELO PICANO. Signor ministro, nella passata legislatura si era rimproverato al ministro dell'ambiente di gestire i parchi nazionali con il commissariamento, piuttosto che con la gestione ordinaria, che coinvolge anche le comunità locali. Nonostante le rassicurazioni del Governo, arrivano segnali contraddittori. Si sta procedendo a restituire la gestione ordinaria ad alcuni parchi, mentre in altri casi si fa fatica a farlo.
Per questo vorremmo sapere da lei, signor ministro, quale tipo di iniziative intenda intraprendere, perché si arrivi nel breve periodo ad una gestione ordinaria di tutti quanti i parchi nazionali. Infatti i danni che sono stati compiuti nel passato dalle gestioni commissariali sono enormi.
PRESIDENTE. Il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Alfonso Pecoraro Scanio, ha facoltà di rispondere.
ALFONSO PECORARO SCANIO, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. All'inizio di questa legislatura alcuni parchi nazionali erano commissariati, mentre la situazione di gestione di altri era molto delicata. Ovviamente l'impegno del Governo è quello di restituire le presidenze a tutti i parchi. Lo abbiamo già realizzato con il parco nazionale dell'Arcipelago toscano, che per la prima volta ha un presidente nazionale nella figura del dottor Mario Tozzi; poi con il parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano, Pag. 63con la nomina del senatore Fausto Giovanelli; infine, con il parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, con riferimento al quale ho indicato l'attuale commissario, dottor Giuseppe Rossi, sul cui nome c'è stata già una larga intesa.
Si sta lavorando con i presidenti regionali, per raggiungere un'intesa per quanto riguarda il parco nazionale delle Foreste Casentinesi, quello dei Monti Sibillini e quello dell'Aspromonte, rispetto ai quali non dubito di poter arrivare ad un accordo in tempi rapidi. Sono scadute nel frattempo le presidenze di alcuni parchi, come quello del Cilento e Vallo di Diano e quello del Vesuvio, quindi lavoreremo per il rinnovo dei rispettivi organismi, mentre per quanto riguarda alcune situazioni delicate, come quella del parco nazionale dell'Arcipelago de La Maddalena, si è provveduto a mandare un commissario, per le difficoltà enormi esistenti in zona.
Al tempo stesso, ho chiesto al direttore generale di verificare la situazione dei parchi nazionali, perché noi siamo critici su quei commissariamenti che nascono da motivi politici, mentre riteniamo che essi siano molto utili quando ci siano difficoltà o incapacità di gestione, al fine di riavviare il funzionamento dei parchi. Lavoriamo quindi in questa direzione, sapendo che per quanto riguarda anche i consigli di amministrazione già da mesi ho provveduto a richiedere le terne per riuscire a fare le nomine. L'orientamento del Governo è di allineare la nomina dei consigli di amministrazione insieme, possibilmente, a quella dei presidenti. Quindi l'impegno è quello di rilanciare con forza i parchi. Abbiamo aumentato le risorse nella legge finanziaria. Stiamo rilanciando i parchi nazionali. Al riguardo è stata recentemente inaugurata, finalmente, la sede del parco nazionale della Sila. Questo sabato sarà insediato - andrò io personalmente - il parco dell'Arcipelago toscano.
Stiamo lavorando per rilanciare in tutta Italia una rete di parchi, che riteniamo molto utile non solo per la salvaguardia dell'ambiente (che consideriamo fondamentale), ma anche per promuovere quel turismo sostenibile e di qualità che garantisce un'occupazione sicura.
Infatti, in base ai dati comunicati recentemente dalle organizzazioni che monitorano il livello turistico, emerge che il turismo nei parchi nazionali italiani è quello in assoluto più avanzato e maggiormente in crescita degli ultimi anni. Quindi, lavoreremo sicuramente per conseguire tale obiettivo, ben sapendo che dobbiamo avere presidenti validi e la cui nomina sia condivisa con le autorità regionali.
Si tratta di un obiettivo che ci condurrà certamente a superare le difficoltà degli anni scorsi, citate dall'interrogante, durante i quali, oggettivamente, non solo vi era stata una sottovalutazione dei parchi, ma era invalsa l'idea di considerarli come qualcosa che doveva soltanto generare reddito. I parchi, invece, sono non una società per azioni, bensì un bene comune che serve alla società italiana, oltre che a quella natura che dobbiamo difendere.
PRESIDENTE. L'onorevole Picano ha facoltà di replicare.
ANGELO PICANO. Signor Presidente, mi dichiaro soddisfatto per la risposta fornita dal Governo. Il ministro, però, ha dimenticato (forse inconsapevolmente) che il parco del Molise è uno tra quelli su cui bisogna...
ALFONSO PECORARO SCANIO, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Abruzzo e Molise insieme: è un unico parco! Abruzzo, Molise e Lazio!
ANGELO PICANO. ...intervenire per completare i loro organismi.
Vorrei raccomandare al ministro, dandogli atto di essersi battuto per aumentare del 40 per cento gli stanziamenti a favore dei parchi, di coinvolgere anche le comunità locali nelle donazioni o in progettazioni che possano far beneficiare i parchi dell'istituto del 5 per mille.
Mi rendo conto, infatti, che lo Stato non può intervenire dappertutto, ma i Pag. 64parchi devono diventare gli elementi centrali di una politica di salvaguardia del territorio, anche al fine di avere un'atmosfera sempre più pulita.
Con tali raccomandazioni, dunque, ribadisco di essere soddisfatto della risposta fornita dal Governo.
(Misure relative all'emergenza ambientale - n. 3-00525)
PRESIDENTE. L'onorevole Poletti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00525 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9).
ROBERTO POLETTI. Grazie, signor Presidente, e buongiorno, signor ministro! Debbo premettere che non devo certamente sensibilizzare lei, ministro Pecoraro Scanio, sul tema dei cambiamenti climatici, che rappresenta l'argomento della mia interrogazione. Infatti, i Verdi (dei quali lei è presidente nazionale) e gli ambientalisti denunciano da troppi anni quanto sta accadendo, ma sono sempre stati tacciati di catastrofismo, di opportunismo politico ed anche di essere dei «menagrami»!
Ciò che sta succedendo in questi giorni rappresenta, forse, una piccola rivincita, ma di quelle che non si dovrebbero mai ottenere. Non ci fa certo piacere, insomma, affermare che avevamo ragione; tuttavia, la realtà è ormai sotto gli occhi di tutti, a partire dall'uscio di casa, con un inverno impazzito e che, di fatto, non c'è stato.
Il clima del pianeta sta cambiando e la stragrande maggioranza degli scienziati è oggi d'accordo nel ritenere che ciò rappresenti una conseguenza sia di livelli insostenibili di inquinamento atmosferico, sia di politiche energetiche ed industriali miopi.
I ghiacciai si stanno sciogliendo...
PRESIDENTE. La prego di concludere!
ROBERTO POLETTI. ...ed abbiamo eventi atmosferici estremi, con un'estate torrida che ci attende.
Chiedo, in buona sostanza, in quali termini concreti - e sottolineo concreti -, l'emergenza ambientale sia al centro delle azioni di questo Governo.
PRESIDENTE. Il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Alfonso Pecoraro Scanio, ha facoltà di rispondere.
ALFONSO PECORARO SCANIO, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, ringrazio l'interrogante e l'intero gruppo dei Verdi, perché questa è un'occasione per fare chiarezza ed annunciare, innanzitutto, che nel settembre 2007 si svolgerà la Conferenza nazionale sul clima. Essa sarà l'occasione più opportuna non solo per fare il punto, ma anche per far sì che la legge finanziaria per il 2008 abbia al centro il cambiamento climatico ed il rilancio dell'economia di questo paese nell'unico modo che possa garantire un futuro.
Si tratterà, quindi, di rilanciare il settore dell'energia, indirizzandolo verso l'efficienza e l'uso di fonti rinnovabili, nonché di predisporre un grande piano dell'edilizia del nostro paese, che permetta di offrire più case a prezzi più agevoli per gli italiani; dovranno essere, tuttavia, abitazioni «ambientalmente utili», che facciano risparmiare i consumatori e, allo stesso tempo, siano amiche dell'ambiente.
Soprattutto, si dovrà intervenire sul grande settore della mobilità sostenibile. Debbo anche dare atto del lavoro svolto dal Parlamento, poiché nell'ambito della legge finanziaria per il 2007 sono stati stanziati oltre 600 milioni di euro a favore del Protocollo di Kyoto, oltre 75 milioni di euro per progetti di sostenibilità in diversi settori e 270 milioni di euro per la mobilità sostenibile. Segnalo, inoltre, che anche per quanto concerne i fondi strutturali europei è stato previsto, nel settore della ricerca, un forte investimento sulle fonti rinnovabili e sull'innovazione.
È chiaro che il Governo italiano ritiene il cambiamento climatico una vera emergenza. Incontriamo grandi difficoltà nel Pag. 65far cogliere tale aspetto sia in Parlamento, sia nel paese, sia ai nostri organi di informazione che, quotidianamente, sono più attenti ai litigi o al gossip della politica che non alla vera emergenza planetaria che si chiama cambio climatico. Vogliamo che su questi aspetti si compia un intervento forte.
Prendo atto che il Presidente della Camera, onorevole Bertinotti, ha rilevato l'esigenza di rilanciare anche in Parlamento tale questione, come una necessità nazionale. Il Governo è fortemente impegnato.
Per quanto riguarda il famoso cip 6, citato nella sua interrogazione, il Ministero dell'ambiente ha inviato alla Presidenza del Consiglio un emendamento, perché sia presentato, come previsto, al decreto-legge sugli adempimenti comunitari o sul provvedimento «mille proroghe» (ovviamente, lo deciderà la Presidenza del Consiglio), per ripristinare un principio elementare, ossia che i fondi che i cittadini versano per le fonti rinnovabili di energia non vengano utilizzati per le fonti non rinnovabili, quali quelle prodotte dalla combustione dei residui delle raffinerie, come è avvenuto negli ultimi anni.
Anche da questo punto di vista, il Governo ha mantenuto il suo impegno. Auspico che si compia una forte azione parlamentare.
PRESIDENTE. La prego...
ALFONSO PECORARO SCANIO, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Riteniamo che il futuro dell'economia sia l'ecologia e che, come sostengono tutti gli osservatori internazionali, solo un'economia efficiente, che riesca a non distruggere i cicli naturali, riuscirà ad avere un futuro.
Questa è per noi non solo un'emergenza, ma anche una priorità del paese.
PRESIDENTE. L'onorevole Poletti ha facoltà di replicare.
ROBERTO POLETTI. Signor Presidente, apprezziamo l'impegno del signor ministro (Il deputato Poletti mostra un piccolo vaso di fiori). Sono uno di quelli che si illude di non vedere le primule (mi sia consentito di mostrare un fiore in aula) fiorire con due mesi di anticipo.
Mi chiedo soltanto, signor ministro, quanto questa linea, che pensa innanzitutto alla salute del cittadino e al bene (con tale concetto intendo la conservazione) del pianeta, possa far breccia all'interno dell'Esecutivo.
Mi chiedo, signor ministro - e so di trovare buona sponda proprio in lei - se Prodi si muova velocemente soltanto quando c'è da ampliare la base militare degli americani a Vicenza (la Presidenza mi consenta di esprimere la solidarietà mia e del gruppo dei Verdi ai cittadini in lotta a Vicenza) o se la linea decisa debba prevalere soltanto nelle questioni che non piacciono a noi e che vanno contro le istanze delle comunità locali.
Signor ministro, la invito ad attivarsi, anche perché il servizio pubblico informi e sensibilizzi davvero i cittadini in merito alle questioni del cambiamento climatico. Le risorse ci sono: visto che il suo collega, Paolo Gentiloni, ha chiesto ed ottenuto un aumento di cinque euro del canone RAI, usiamo questi denari anche per fare servizio pubblico. Togliamo dalla RAI, specie al pomeriggio, i dibattiti sui seni al silicone e sulle corna: per rendersene conto, è sufficiente cambiare canale da RAI 3, che in questo momento sta trasmettendo il question time, a RAI 2. Sostituiamo questi dibattiti inutili nella televisione pubblica con vere trasmissioni di servizio. Ho richiamato solo un esempio, da semplice parlamentare, ma forse anche da telespettatore deluso. Buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
(Iniziative per la sicurezza del trasporto marittimo nello stretto di Messina - n. 3-00526)
PRESIDENTE. L'onorevole Neri ha facoltà di illustrare l'interrogazione Oliva n. 3-00526 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10), di cui è cofirmatario.
Pag. 66
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, qualche giorno fa, com'è noto, vi è stato un gravissimo incidente nello stretto di Messina, che ha registrato la collisione di due grosse imbarcazioni con danni enormi e il decesso di quattro cittadini.
È evidente che le condizioni di sovraffollamento che oggi caratterizzano le acque dello stretto, la gestione sostanzialmente monopolistica in regime di concessione dell'attraversamento tra le sponde ed il transito sud-nord o nord-sud di chi non vuole più circumnavigare la Sicilia per arrivare a destinazione hanno creato tutte quelle condizioni ambientali ed oggettive perché si possa dire che non è strano che sia accaduto questo incidente. Viceversa, bisognerebbe meravigliarsi del fatto che questi incidenti - per fortuna - non accadono spesso.
Dunque, visto che il Governo ha annunciato che le infrastrutture che dovevano servire ad alleggerire il sovraffollamento nelle acque dello stretto sono state rinviate sine die, vorremmo sapere come il Governo intende dare soluzione a queste tematiche che pongono oggi tristemente al centro della nostra attenzione lo stretto di Messina.
PRESIDENTE. Il ministro dei trasporti, Alessandro Bianchi, ha facoltà di rispondere.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, i quesiti posti dagli onorevoli interroganti sono sostanzialmente due e riguardano rispettivamente le misure che il Governo intende adottare al fine di garantire maggiore sicurezza nel trasporto marittimo nell'area dello stretto e se il Governo ritenga che l'attuale regime di monopolio nella gestione dell'attraversamento non influisca negativamente sulla sicurezza del trasporto. Entrambi quesiti - mi sembra evidente - prendono le mosse dal tragico incidente di due giorni fa, di cui ho riferito stamani in aula.
Risponderò dopo una breve osservazione su due delle premesse ai quesiti degli interroganti ovvero che la realizzazione del ponte avrebbe ridotto il traffico nello stretto e che l'attivazione delle autostrade del mare potrebbero aggravare il problema della sicurezza.
Sul ponte devo dire - anche se in via meramente congiunturale - che l'ipotizzata diminuzione del traffico riguarderebbe le merci, in quanto il traffico dei passeggeri pendolari continuerebbe comunque a svolgersi via mare. Dico ciò sulla base della considerazione che, stando al progetto preliminare che conosciamo, l'accesso al ponte dalle altre città dello stretto sarebbe estremamente disagevole per le grandi distanze presenti, a parte i presumibili elevati costi.
Quanto al traffico merci, potrà essere considerevolmente eliminato dallo stretto proprio servendosi delle autostrade del mare che, per tutto il versante siciliano occidentale, collegheranno direttamente i porti del continente con quelli siciliani come Termini Imerese e Palermo.
Venendo ai quesiti, debbo innanzitutto osservare che l'attraversamento fra le due sponde dello stretto non avviene già attualmente in regime di stretto monopolio. Infatti, su quella tratta operano le Ferrovie dello Stato con navi traghetto, treni per autoveicoli e passeggeri, navi bidirezionali per autoveicoli e passeggeri, monocarene o aliscafi che dir si voglia, solo per passeggeri, del tipo della Bluvia, interessata dall'incidente di due giorni fa. Agisce peraltro la Caronte tourist, società privata con navi bidirezionali e la Meridiano lines, sempre società privata per autoveicoli e passeggeri.
Dunque, credo che si possa più propriamente parlare di un duopolio tra le Ferrovie ed i gruppi privati. Peraltro, tutte le concessioni degli uni e degli altri sono scadute nel dicembre 2006 e stiamo valutando le modalità di rinnovo, dato che attualmente vi è una parziale inagibilità degli approdi di Villa San Giovanni. In ogni caso, entro uno o due anni si arriverà alla messa in gara dell'intero servizio, compresi gli eventuali oneri.
Resta da dire che, in ogni caso, il livello di sicurezza dipende non tanto dal numero degli operatori ma dalla qualità dei sistemi installati e dei meccanismi di controllo. Pag. 67Da questo punto di vista, le misure che il Ministero intende adottare per aumentare la sicurezza, si basano sui finanziamenti contenuti nella legge finanziaria 2007, a partire dai quali si sta predisponendo un programma generale di interventi - concludo, signor Presidente - per il prossimo triennio; per l'area dello stretto, in particolare, verrà predisposto da un'apposito gruppo già attivo presso il Ministero, sulla base delle risultanze del lavoro svolto dal comitato per i servizi di sicurezza dello Stretto, che verrà convocato quanto prima.
In generale, i provvedimenti sui quali stiamo lavorando riguardano: il completamento del sistema vts di Messina e Reggio Calabria, lo studio di più avanzati sistemi di controllo, l'aggiornamento delle procedure e la realizzazione di un coordinamento operativo tra soggetti, in modo da ricondurre ad un'unica autorità la responsabilità relativa alla sicurezza.
PRESIDENTE. L'onorevole Neri ha facoltà di replicare.
SEBASTIANO NERI. Signor ministro, non solo non sono per nulla soddisfatto di ciò che lei mi ha risposto, ma le contesto l'uso distorto dell'informazione televisiva in diretta per diffondere notizie assolutamente destituite di fondamento. Non è vero, infatti, che la realizzazione del ponte non inciderebbe significativamente sul traffico dello stretto e, quanto meno, sul traffico transfrontaliero; non è vero, quindi, che la realizzazione di un'opera infrastrutturale sarebbe neutra rispetto alle problematiche che abbiamo sollevato con questa interrogazione.
Soltanto a conclusione della sua risposta lei ha parlato di un'unica autorità, probabilmente per caso, perché in nessuna parte della sua risposta vi è traccia del riconoscimento della peculiarità logistica dello stretto di Messina, che richiederebbe invece un'apposita authority allo scopo di gestire lo stretto nelle migliori condizioni.
La corporazione dei piloti dello stretto di Messina, gli unici abilitati a pilotare le navi in transito di stazza superiore alle quindicimila tonnellate, ci comunica che le navi di tale tonnellaggio che transitano ogni mese sono oltre 600 e che, complessivamente, ove si includano, cioè, anche quelle di stazza inferiore, si tratta di millecinquecento imbarcazioni. Considerando il tempo medio necessario per l'attraversamento, ciò significa che, ogni minuto di ogni giorno, nello stretto di Messina sono contemporaneamente presenti decine e decine di imbarcazioni. Ecco perché ho affermato che è strano che questi incidenti non accadano più spesso ed ecco perché le contesto l'uso distorto dell'informazione televisiva, quando dichiara che ci sono gli stanziamenti previsti per realizzare le infrastrutture. Certamente, in occasione della approvazione del disegno di legge finanziaria, ed anche in altre occasioni, avete blaterato di autostrade del mare e di potenziamento di non si sa quali infrastrutture: ma siamo alle promesse non programmate e non dimostrabili! In attesa di realizzare le autostrade del mare che, peraltro, aggraverebbero le condizioni di transito nello stretto di Messina, ci state regalando qualcosa di diverso: i camposanti del mare, nei quali siamo costretti a seppellire i nostri concittadini. Di questo dovete vergognarvi davanti al paese (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Movimento per l'Autonomia e Forza Italia)!
(Iniziative per garantire adeguate risorse finanziarie alla medicina penitenziaria - n. 3-00527)
PRESIDENTE. L'onorevole Turco ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00527 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11).
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, signor ministro, a seguito della entrata in vigore della legge finanziaria per l'anno 2007 si è registrato un taglio di 13 milioni di euro delle risorse relative alla medicina penitenziaria. Già il precedente bilancio della medicina penitenziaria non era certamente all'altezza delle necessità. Siamo Pag. 68di fronte ad una riduzione del 25 per cento della spesa complessiva, a fronte di altri capitoli del bilancio che, in taluni casi, risultano aumentati in misura consistente. L'ufficio bilancio del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha già diramato una direttiva ai provveditori regionali affinché diano corso ai tagli, che consistono nella riduzione delle convenzioni annuali con medici di guardia, infermieri e tecnici. In alcune regioni, come la Sicilia, la Campania, la Puglia, il Triveneto, la Liguria e l'Umbria, in cui le istituzioni territoriali non sono disposte a pagare i farmaci, ci sarà anche una riduzione di questi ultimi. Vorrei chiederle, pertanto, se sia in condizione di ripristinare o, almeno, di ridurre un grave deficit della medicina penitenziaria.
PRESIDENTE. Il ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, l'onorevole Turco pone un problema che, indubbiamente, esiste ed è effetto della legge finanziaria per il 2007, che ha previsto anche alcuni accantonamenti e l'indisponibilità di 4.571 milioni di euro nella attuazione delle unità previsionali di base iscritte nel bilancio dello Stato. Tutto questo, evidentemente, ha comportato una ricaduta, ahimé, in negativo per quanto riguarda l'assistenza e le rieducazione degli stessi detenuti. In particolare, per quanto attiene all'organizzazione e al funzionamento del servizio sanitario e farmaceutico, sullo stanziamento di bilancio di 99 milioni di euro è stato disposto l'accantonamento di una somma superiore ai 12 milioni di euro. Il dipartimento dell'amministrazione giudiziaria, quindi, è stato costretto a riverificare e determinare condizioni diverse. Quanto lei afferma, dunque, coglie nel segno, nel senso che, purtroppo, l'amministrazione incontra oggettiva difficoltà per le strutture, con riferimento alle risorse disponibili. L'unico elemento positivo che posso richiamare e portare alla sua attenzione è che mi dichiaro d'accordo con lei, benché sembri stravagante che, in questo caso, condivida le sue obiezioni; del resto, tale è stata la volontà del Parlamento. Risulta impossibile, peraltro, accogliere la sua richiesta di ridurre gli stanziamenti allocati in altri capitoli per depositarli in questo specifico aspetto o segmento. Questo, ahimè, dal punto di vista finanziario non è assolutamente possibile. Posso però dirle soltanto che per risolvere il problema cui lei ha fatto certo, il dipartimento della amministrazione penitenziaria ha prontamente provveduto a richiedere al Ministero dell'economia l'apposita integrazione del capitolo di spesa in esame, tramite prelevamento dal fondo di riserva per le spese impreviste al fine di ricostituire lo stanziamento originario.
Devo inoltre far presente che il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, in aggiunta a ciò, sta predisponendo un'ipotesi di riorganizzazione e razionalizzazione dell'intero sistema in modo da garantire in ogni caso il mantenimento dei livelli assistenziali finora assicurati con notevole difficoltà.
PRESIDENTE. L'onorevole Turco ha facoltà di replicare.
MAURIZIO TURCO. Grazie, ministro, per la sua risposta. Vorrei però anche sottolineare che noi abbiamo avuto un aumento di 200 milioni di euro sul capitolo beni e servizi che in parte potrebbe - lo ripeto: potrebbe - compensare questo problema.
C'è un dato di fatto fondamentale, però, che sicuramente riguarda questo Parlamento, ma riguarda anche il Ministero, direi, e lei in particolare. Mi riferisco al fatto che si può tagliare su tutto, ma, mi chiedo, si può tagliare anche sui diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione, in particolare, per quanto riguarda le disposizioni di cui all'articolo 32 della Costituzione? Noi crediamo di no.
Stiamo parlando di una situazione, signor ministro (lei è ministro da poco, capisco la situazione che ha ereditato), quella della medicina penitenziaria in questo Pag. 69paese, che è stata oggetto di attenta osservazione da parte del comitato prevenzione tortura del Consiglio d'Europa. Immagino quello che lei si sente dire nelle riunioni del Consiglio d'Europa dai ministri della giustizia di altri paesi rispetto all'intero sistema giudiziario del nostro paese. Sulla questione della sanità in carcere, in senso generale, ma anche con riferimenti specifici, io penso che ci siano dei profili di responsabilità, non suoi personali, ma all'interno del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, di tipo penale. Su questo penso che avremo modo di incontrarci nuovamente e spero davvero che lei possa contribuire a risolvere queste gravi deficienze. Grazie.
(Orientamenti del Governo in merito alla riforma del sistema previdenziale - n. 3-00528)
PRESIDENTE. L'onorevole Volontè ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00528 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12).
LUCA VOLONTÈ. Onorevole ministro, onorevoli colleghi, stiamo chiedendo sostanzialmente che cosa il Governo vuol fare per affrontare il nodo pensionistico nel nostro paese. A novembre del 2006, il Commissario europeo Almunia, che si è fatto sentire anche qualche giorno fa, ha chiesto all'Italia di intervenire celermente su questa materia; al vertice di Caserta appariva che il Governo avesse intenzione di ridimensionare i coefficienti, come già indicato nel documento di programmazione economica e programmatica, poi invece i ministri Ferrero, Bianchi e Pecoraro Scanio hanno denunciato l'impraticabilità di questo percorso e hanno invece chiesto l'abbattimento nel cosiddetto scalone, che entrerà in vigore nel 2008.
Intanto, le agenzie internazionali di rating, la Standard and Poor's, l'OCSE e anche il Fondo monetario internazionale (è notizia proprio di queste ore) denunciano l'urgenza di intervenire su questa materia. Quindi lei, onorevole ministro, se può, ci porti una risposta esaustiva e anche, se possibile, univoca, vista la confusione che regna su questa materia all'interno dell'Esecutivo. Grazie.
PRESIDENTE. Il ministro del lavoro e della previdenza sociale, Cesare Damiano, ha facoltà di rispondere.
CESARE DAMIANO, Ministro del lavoro e della previdenza sociale. Grazie, Presidente. Nel ringraziare gli onorevoli interroganti per avermi dato oggi l'occasione di fare il punto su un tema centrale di grande attualità, ritengo utile svolgere alcune precisazioni, ricordando a noi tutti alcuni aspetti che meritano di essere richiamati all'attenzione per capire bene lo stato delle cose.
Come è noto, l'articolo 1, comma 1, della legge 8 agosto 1995, n. 335, la cosiddetta «riforma Dini», prevede che il ministro del lavoro e della previdenza sociale, sentito il nucleo di valutazione della spesa previdenziale, di concerto con il ministro dell'economia e delle finanze, sentite le competenti Commissioni parlamentari e le organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro maggiormente rappresentative sul piano nazionale, ridetermini ogni dieci anni il coefficiente di trasformazione dell'importo della pensione annua nell'assicurazione generale obbligatoria.
Con riferimento alla questione dei coefficienti, appare dunque di tutta evidenza che all'obbligo relativo alla predetta rideterminazione avrebbe dovuto farsi fronte entro il 2005 e, dunque, da parte del precedente ministro del lavoro pro tempore che, al contrario, ha avviato il complesso procedimento solo all'indomani delle elezioni politiche del 2006. Difatti, solo pochi giorni prima dell'insediamento del nuovo Governo, risulta inoltrata da parte del ministro Maroni la richiesta di parere al nucleo.
Rilevato dunque, per amore di verità e non già per spirito polemico, come sia il Governo precedente a risultare inadempiente, osservo che da parte di questo Governo si è sempre confermato il rilievo Pag. 70che l'adeguamento dei coefficienti assume nel sistema contributivo previsto dalla legge Dini, ma si è altresì ribadito come esso sia la risultante di un complesso procedimento di confronto con le parti sociali e con lo stesso Parlamento, in conformità alle previsioni della legge n. 335 del 1995.
Tuttavia, occorre altresì ricordare come il quadro si sia andato articolando in modo molto più complesso, avviandosi il previsto percorso di confronto con le parti sociali per una più ampia e globale manutenzione del sistema previdenziale che, nel mantenerne e rafforzarne l'equilibrio, tenga conto anche delle profonde modifiche nel frattempo intervenute rispetto al contesto di riferimento della legge n. 335 e delle interazioni di tale manutenzione con altri interventi di riforma su settori strettamente correlati. Mi riferisco, in particolare, alla revisione del mercato del lavoro, alla riforma del sistema degli ammortizzatori sociali e ai nuovi interventi prefigurati in materia di stato sociale.
Data la brevità dei tempi, mi limito a richiamare l'attenzione degli onorevoli interroganti sul fatto che, rispetto al 1995, il contesto socio-economico si è profondamente modificato; basti pensare ai profondi cambiamenti intervenuti nel mercato del lavoro a seguito della diffusione di forme di lavoro non standard, con contribuzione discontinua e anche ridotte - come nel caso del lavoro a progetto - e alla prevalenza che esse stanno assumendo nei flussi di assunzione anche a seguito delle riforme del Governo di centrodestra.
Questo Governo, com'è noto, ha già iniziato ad intervenire con le misure previste nella legge finanziaria in funzione di un riequilibrio e di un cambio di rotta. Penso al mancato decollo della previdenza complementare negli 11 anni trascorsi dalla legge n. 335, che quest'ultima legge considerava fondamentale per integrare la riduzione della copertura previdenziale assicurata dal sistema obbligatorio. Penso inoltre alla profonda alterazione del sistema contributivo, previsto dalla legge n. 335, determinata dalla riforma previdenziale del Governo di centrodestra modificandone i requisiti di accesso e, dunque, la sua stessa funzione di flessibilità nelle uscite correlata alla volontà del lavoratore.
PRESIDENTE. Signor ministro, dovrebbe concludere.
CESARE DAMIANO, Ministro del lavoro e della previdenza sociale. Si tratta dunque di avviare - come affermato da ultimo nel seminario di Caserta - un percorso di riconsiderazione, attraverso il confronto con le parti sociali, che, senza pregiudiziali e senza schemi precostituiti, possa individuare soluzioni condivise che sappiano assicurare equità nel rispetto di quelle esigenze di equilibrio finanziario complessivo del sistema.
PRESIDENTE. L'onorevole Casini, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor ministro, si tratta di un'occasione mancata, di una semplice risposta burocratica che, probabilmente, svela un imbarazzo comprensibile, ma è un'occasione mancata!
Mi ricorda la mia mamma, la quale mi dice: se sei all'opposizione, perché parli sempre di riforma previdenziale? Mia madre è una pensionata, come tanti altri che oggi ci ascoltano. Rispondo alla mia mamma guardando i ragazzi presenti in tribuna.
Parlo di questo tema, anche se sono all'opposizione, perché un'opposizione seria ha a cuore il futuro dei propri figli e perché, nel nostro paese, è necessaria una santa alleanza dei riformatori per i giovani italiani, che non possono pagare il nostro egoismo; questo è il senso della riforma previdenziale che occorre attuare in Italia!
Non si tratta di una riforma che si basa esclusivamente su problemi morali o economici, si basa su calcoli matematici, in quanto la formula su cui si regge l'attuale sistema previdenziale prevede un'età media per i cittadini italiani di dieci anni inferiore a quella oggi esistente.Pag. 71
Poiché il Governo non può cambiare la matematica e spero non si auguri che gli italiani muoiano prima - sono certo che non se lo augura -, occorre intervenire seriamente. È chiaro che un minatore del Sulcis svolge un lavoro usurante rispetto ad una maestra d'asilo, anche se, a dire il vero, ascoltando alcuni esponenti del Governo, sembra che un lavoro usurante sia anche quello della maestra d'asilo!
Non è una forma maniacale che avvince qualcuno di noi a riproporre sempre questo tema, ma è il senso di responsabilità verso l'Italia e verso i giovani, che andranno in pensione con un terzo di pensione in meno rispetto alla situazione di una persona della nostra generazione. Bisogna che abbiate coraggio! Bisogna che l'abbiate seriamente questo coraggio e che non vi trinceriate, onorevole ministro, dietro risposte burocratiche, nemmeno - ed ho concluso - dando le colpe e facendo lo scarica barile con il Governo passato, perché il Governo precedente - è qui presente in una veste diversa il presidente Tremonti che oggi ci presiede - può avere tante colpe, ma lo scalone del ministro Maroni rischia di essere l'ultima ancora di salvataggio per i riformatori della vostra maggioranza; dunque, pensateci bene prima di parlare (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Forza Italia).
PRESIDENTE. Assiste ai nostri lavori una classe della scuola media Genoino di Frattamaggiore, in provincia di Napoli: la Presidenza e l'Assemblea vi salutano (Applausi)!
(Emergenze occupazionali connesse alle vicende dello stabilimento industriale Nuova Scaini sito nel comune di Villacidro (CA) - n. 3-00529)
PRESIDENTE. L'onorevole Vacca ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00529 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 13).
ELIAS VACCA. La peculiarità della Nuova Scaini, signor ministro, è evidente dalla disamina del testo dell'interrogazione che le abbiamo proposto. Si tratta di uno di quei casi nei quali il meccanismo di privatizzazione e di dismissione della partecipazione azionaria da parte dell'Agip ha prodotto una devastazione sotto il profilo occupativo e sotto quello umano in un'area, quale quella della Sardegna centrale, che è già economicamente sufficientemente depressa.
Ciò che più allarma è che si sono verificate alcune violazioni. Ribadisco che - e sotto questo profilo vi è già anche una denuncia di carattere penale presentata dai lavoratori - nella più totale assenza dell'azionista Agip, che ci risultava fino a poco tempo fa detentore del 20 per cento del pacchetto azionario, si è consumata in maniera devastante la liquidazione della società senza alcuna preoccupazione per la ricollocazione al lavoro di circa 150 lavoratori. La situazione di questi padri di famiglia è assolutamente drammatica e per questo le sottoponiamo la nostra interrogazione.
PRESIDENTE. Il ministro del lavoro e della previdenza sociale, Cesare Damiano, ha facoltà di rispondere.
CESARE DAMIANO, Ministro del lavoro e della previdenza sociale. Con riferimento all'atto ispettivo in discussione vorrei rappresentare che, dalle informazioni assunte presso il competente Ministero dello sviluppo economico, risulta che, presso l'assessorato al lavoro della regione Sardegna nel maggio 2006 dalle organizzazioni sindacali, dal liquidatore della Nuova Scaini e dal rappresentante della New Millennium è stato sottoscritto un accordo che prevede l'impegno della stessa a riassumere da un minimo di 41 ad un massimo di 51 lavoratori nell'ambito della nuova attività che essa intende realizzare nel sito della Nuova Scaini di Villacidro.
La New Millennium si è impegnata inoltre ad assumere in priorità, a seconda del suo piano industriale debitamente presentato Pag. 72che prevede un effettivo totale di 107 unità lavorative, all'inizio del secondo anno di attività e nel limite della fattibilità operativa degli stabilimenti della Nuova Scaini, qualora, per qualsiasi ragione, non potessero usufruire della mobilità lunga.
L'accordo prevedeva anche che la società si sarebbe avvalsa di possibili sostegni della regione Sardegna. Successivamente, nella riunione tenuta nel luglio 2006 presso il Ministero dello sviluppo economico, è stato evidenziato che, ai fini del successo dell'iniziativa, fosse preliminare un accordo tra le società Sindial e Nuova Scaini in liquidazione, che rendesse disponibile il sito per il nuovo insediamento produttivo. In tal senso è stato rivolto l'invito ad esaminare tale ipotesi alla società Sindial, che ha accolto tale invito, rendendo così possibile la chiusura della liquidazione.
Per quanto riguarda lo specifico punto di domanda dell'onorevole Vacca, tengo a precisare che, con decreto ministeriale del 2006 pubblicato nella Gazzetta ufficiale, è stato formato il piano di riparto del contingente numerico di 3 mila unità da inserire nel programma di reimpiego per i lavoratori ultracinquantenni, ai sensi del decreto-legge del marzo 2006, il quale prevede un programma sperimentale per il sostegno al reddito, finalizzato al reimpiego di 3 mila lavoratori sulla base di accordi sottoscritti tra il Ministero del lavoro e le organizzazioni comparativamente più rappresentative dei lavoratori e delle imprese, ove non abbiano cessato l'attività.
La Nuova Scaini non è stata inclusa in detto piano di riparto - atteso che, come evidenzia il preambolo del citato decreto ministeriale del 2006, essa risulta tra le imprese cessate ma non sottoposte a procedure concorsuali -, sicché non si è conseguentemente potuto ammetterla al programma di reimpiego previsto, non sussistendo la copertura finanziaria per gli oneri derivanti dalla permanenza dei lavoratori in mobilità.
Infine, per quanto non contemplato da detto decreto, voglio assicurare l'onorevole Vacca che, attualmente, è allo studio presso il Ministero che rappresento la possibilità di adottare misure idonee ad affrontare l'emergenza occupazionale e sociale nella provincia di Cagliari.
PRESIDENTE. L'onorevole Vacca ha facoltà di replicare.
ELIAS VACCA. Signor ministro, decisamente la parte più soddisfacente della sua risposta è proprio l'ultima. È evidente che l'interrogazione mirava a sapere se, al di là del mancato inserimento della Nuova Scaini nel decreto che abbiamo citato nell'interrogazione, fosse nella sensibilità e allo studio del Ministero la risoluzione del problema di quella fabbrica e, apprendo adesso con soddisfazione, di quell'area. Quanto da lei enunciato nel resto dell'esposizione, naturalmente, mi soddisfa sotto il profilo della puntualità anche nella parte in cui si sono volute assumere informazioni al Ministero dello sviluppo economico, ma mi preoccupa perché è evidente che, per noi che viviamo in quella terra e per i lavoratori che conoscono le potenzialità di quello stabilimento, a seguito della procedura di liquidazione, il piano presentato dal nuovo acquirente non tranquillizza più di quanto tranquillizzasse precedentemente quello della Zacharias Management.
Quindi, poiché le prospettive relative ad un reinvestimento industriale legate alla società New Millennium non appaiono allo stato particolarmente concrete, anche in relazione agli sviluppi del mercato e alle potenzialità produttive di quella azienda, spero che lei voglia fare costante riferimento all'impegno assunto nell'ultima parte della sua risposta. Signor ministro, per i sardi la parola spesa ha un valore particolare e noi le concediamo volentieri questo credito, certi che, alla parola data, non vorrà mancare (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 16,30, è ripresa alle 16,40.