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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Iniziative per la conservazione dei documenti processuali relativi alla strage di Piazza Fontana - n. 2-00271)
PRESIDENTE. Il deputato Burgio ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00271 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 5).
ALBERTO BURGIO. Vorrei illustrare l'interpellanza, questa volta molto brevemente ed anche meno drammaticamente, anche se i fatti di cui essa tratta sono altrettanto tragici per la storia del nostro paese. Molto schematicamente, la situazione, della quale è ben a conoscenza anche il guardasigilli, che ha avuto modo di pronunciarsi a questo riguardo, è incresciosa. Praticamente l'intero fondo processuale connesso alla strage di Piazza Fontana - si tratta di circa mezzo milione di documenti - è in uno stato di tale deperimento, che rischia di essere totalmente inutilizzabile, non fruibile dal punto di vista della rilevanza civile e della utilità ai fini della ricostruzione storica. Rischia quindi di essere perduto sul terreno di un'azione politica di ricostruzione della memoria storica e persino di essere perso ai fini di un'ulteriore azione giudiziaria, che dovrebbe poter essere sempre esercitabile.
Non dimentichiamo che l'insieme unitario delle vicende connesse alla strategia della tensione attende in larga misura ancora l'individuazione dei responsabili. È uno stato di cose increscioso in relazione al quale i familiari delle vittime della strage si rivolsero, nel maggio 2005, all'allora Presidente della Repubblica, affermandoPag. 59il loro sgomento per questo stato di cose e sostenendo che la perdita anche di un solo tassello di quella storia significherebbe «vedere i nostri morti innocenti morire una seconda volta».
Ricordo molto brevemente, perché tutti qui ne siamo consapevoli, che Piazza Fontana fu non solo l'incipit, ma in qualche misura l'emblema di quella strategia della tensione che oggi gli storici riconoscono nella sua unitarietà e nella sua coerenza di ordito eversivo, che vide coinvolto in primo luogo il terrorismo neofascista, ma anche apparati legali deviati, come si suole dire, dello Stato, delle Forze armate e dei servizi. Visto che la storia ha buona memoria - noi, al contrario, non sempre - già rintracciamo anche in questa vicenda elementi che poi troviamo in quella di cui ci siamo occupati poc'anzi, perché anche nella strategia della tensione troviamo una traccia americana non flebile. La CIA, come gli storici hanno appurato e come fu peraltro documentato già nel 1975 nel rapporto della commissione Rockefeller, diede vita nel 1967, dunque due anni prima della strage di Piazza Fontana, all'operazione Kaos, pilotando l'infiltrazione di propri elementi nelle associazioni della sinistra che allora si definiva extraparlamentare.
Questo stato di cose è grave. Perdere un ingente patrimonio documentale sarebbe davvero una sciagura, perché impedirebbe la costruzione e la salvaguardia di una memoria storica di quei giovani, che oggi già tendono a non sapere. Recentemente leggevamo in qualche giornale che il 18 per cento dei giovani non sa nulla della strage. Sono tantissimi. La cosa è ancora più inquietante se consideriamo che nel 2000, appena sei anni fa, erano solo il 3 per cento.
Secondo un altro sondaggio il 43 per cento degli intervistati ritiene le Brigate rosse responsabili della strage di Piazza Fontana. È, dunque, urgente e necessario assicurare la conservazione di questo materiale. Nell'interpellanza ricordiamo che vi sono significativi precedenti positivi: a Brescia, dove è stata costruita una casa della memoria, che tutela e ordina i materiali di Piazza della Loggia; a Bologna, dove analoga iniziativa concerne la vicenda di Ustica.
Noi chiediamo quindi al ministro, che si è dichiarato consapevole e sensibile nei confronti di questo problema, quali misure intenda assumere per sottrarre all'attuale stato di deperimento e di rischio gli atti processuali relativi alla strage di Piazza Fontana.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Luigi Li Gotti, ha facoltà di rispondere.
LUIGI LI GOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, onorevole Burgio, il presidente del tribunale di Catanzaro ha precisato che il materiale giudiziario afferente alla strage di Piazza Fontana è costituito da un unico procedimento composto da centinaia di faldoni che vedono la confluenza di quattro inchieste, con tutto il complesso iter giudiziario che ne è seguito in appello e in cassazione: Roma, Milano, Treviso e Catanzaro. Tutti gli atti sono di natura cartacea, in massima parte si tratta di fogli dattiloscritti quasi sbiaditi per il lungo tempo trascorso.
Gli stessi indici processuali sono parziali e spesso sul frontespizio dei singoli faldoni, contenente ognuno centinaia di pagine, neanche è indicato il contenuto. Tutto l'incartamento, che è di oltre 500 mila pagine, ha subito numerose trasferte tra diverse sedi giudiziarie e, quindi, c'è stato anche un «maltrattamento» del materiale cartaceo dovuto a questi continui spostamenti. Il presidente del tribunale di Catanzaro ha comunque chiarito che, attualmente, tutto il materiale si trova ben custodito, sia pure mal ridotto, negli archivi del tribunale di Catanzaro, ubicati nel nuovo palazzo di giustizia Francesco Ferlaino, in ambiente conforme alle prescrizioni. Quindi, intanto si è evitato quello che stava avvenendo, ossia l'ulteriore deperimento e depauperamento del materiale.
Il Ministero - il ministro in prima persona - è impegnato in questa battagliaPag. 60culturale e di civiltà, volta alla salvaguardia di questo immenso materiale storico e giudiziario. Un intervento in tal senso è già stato fatto, sperimentato positivamente, per gli atti relativi al gravissimo attentato di Piazza della Loggia a Brescia. In quel caso, è stata costituita la banca dati elettronica degli atti e dei documenti processuali. Sicché, partendo da questa esperienza, si è pensato di estendere la classificazione e l'informatizzazione di tutti i processi di terrorismo che hanno funestato il nostro paese dagli anni '60 ai primi anni '80. Ovviamente, il processo di Piazza Fontana costituisce il primo e il più importante e drammatico documento storico e giudiziario - assolutamente necessario per capire la storia del nostro paese e per essere fonte di conoscenza, che, diversamente, andrebbe dispersa - che non può essere sottratto alla conoscenza degli studiosi, delle università, del mondo scientifico e di tutti i cittadini. Personalmente, ho vissuto sei anni della mia vita soltanto trattando il processo di Catanzaro e, fortunatamente, penseremo anche al completamento dei fascicoli, qualora fossero andati sbiaditi, con l'apporto di tutti gli avvocati che hanno partecipato al processo - con i quali abbiamo preso già contatti - perché mettano a disposizione le loro copie per poter ricostruire la fascicolazione e, una volta attuato tutto ciò, si passerà alla digitalizzazione degli stessi.
A questo fine il ministro della giustizia ha dato queste disposizioni: individuare in maniera puntuale e completa l'intera base documentale del procedimento e, poi, salvare e conservare in modo elettronico tutti gli atti e i documenti (in questo modo si può individuare una modalità di fruizione del materiale da parte degli addetti ai lavori, mettendolo poi a disposizione del mondo scientifico, dell'università e dei cittadini); inoltre, utilizzare l'esperienza già sperimentata per l'informatizzazione del processo relativo alla strage di Piazza della Loggia anche per gli altri processi di terrorismo; di conseguenza, utilizzare la convenzione del progetto cosiddetto «lotta agli sprechi», che è cofinanziato dal Ministero per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, con un progetto che veda coinvolto anche quest'altro dicastero.
Sono state richieste, in questo senso, precise informazioni alle corti di appello di Catanzaro e di Milano, che sono i due centri in cui sono stati celebrati processi nelle diverse fasi, l'ultima e quella precedente (quella storica), per individuare, proprio nella sua completezza, la quantità del materiale. Quando gli uffici giudiziari avranno fornito i chiarimenti da noi richiesti, potremo quantificare in dettaglio l'impegno economico, perché è necessario avere una base di partenza per poter affrontare economicamente la questione e, quindi, provvedere ai necessari stanziamenti, che avranno priorità assoluta; quindi, si attiveranno tutte le procedure amministrative, anche potenziando il sito internet istituzionale del Ministero, in modo da consentire anche la consultazione degli atti. Contemporaneamente, verrà avviato dal Dicastero il lavoro per l'informatizzazione dei processi per la strage di Bologna del 2 agosto del 1980, per il disastro aereo del DC9 Itavia nei cieli di Ustica, del 27 giugno 1980, per gli attentati al treno n. 904, del 23 dicembre 1984 e al treno Italicus, del 4 agosto 1974. Questo è il programma che si è stabilito al Dicastero.
PRESIDENTE. Il deputato Burgio ha facoltà di replicare.
ALBERTO BURGIO. Signor Presidente, mi dichiaro soddisfatto per la risposta, con una piccolissima glossa: trovo che quanto ci ha testé detto il sottosegretario, che ringrazio, a proposito dello stato, se non altro di arresto, del processo di deperimento, è positivo. Naturalmente, bisogna considerare che anche nella migliore delle sedi, nella più acconcia, il deperimento va avanti per ragioni materiche, perché gli inchiostri perdono visibilità e le carte perdono in consistenza. Per cui, non basta ben conservare e, comunque, anche ove avessimo raggiunto la certezza che i documenti non vadano persi, rimane - come diceva, da ultimo, il sottosegretario - il problema della fruizione dei documentiPag. 61stessi. Infatti, se i documenti non sono fruibili è come se non esistessero; sarebbero morti, a dispetto della loro conservazione. Apprendiamo, dunque, con soddisfazione, i propositi del ministro, rispetto ai quali avremmo gradito una più impegnativa tempistica. A tal riguardo, ci attendiamo ulteriori informazioni e, d'altra parte, seguiremo con attenzione costante questa vicenda.
Aggiungo solo un punto: credo che - tale era lo spirito della nostra interpellanza - sia vitale determinare, a valle di tale processo di conservazione, l'unità dell'intero corpus documentale che riguarda la vicenda della strategia della tensione, unità anche solo informatica, non necessariamente fisica; non stiamo pensando necessariamente ad una concentrazione, che sarebbe anche problematica dal punto di vista del reperimento dei luoghi, ma alla possibilità di unificare sul terreno informatico questo materiale. La strategia della tensione, infatti, costituisce un insieme complessivo e dalla possibilità di incrociare i summenzionati dati, potrebbero derivare - questa è convinzione di quanti se ne sono occupati e, quindi, probabilmente essa è condivisa anche dal signor sottosegretario - nuovi elementi significativi sul terreno giudiziario o sul terreno storiografico.
Tutto ciò presuppone il riordino, la schedatura, la trascrizione di tutti i documenti e per tali attività (ci eravamo permessi anche di segnalare ciò nell'interpellanza) sappiamo esistere forze ingenti nel paese, nei dipartimenti di storia, negli enti di ricerca, negli istituti per la storia del movimento di liberazione. Vi sono moltissimi giovani specialisti, laureati, dottori di ricerca in storia contemporanea, guidati da storici specialisti, che potrebbero mettere al servizio di questa iniziativa le loro forze e le loro competenze. La ringrazio, signor Presidente.