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Discussione del disegno di legge: S. 1179 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione sulla protezione e la promozione delle diversità delle espressioni culturali, fatta a Parigi il 20 ottobre 2005 (Approvato dal Senato) (A.C. 2081).
(Discussione sulle linee generali - A.C. 2081)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Informo che il presidente del gruppo parlamentare di Forza Italia ne ha chiesto l'ampliamento, senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del regolamento.
Avverto, altresì, che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il relatore, onorevole Ranieri, ha facoltà di svolgere la relazione.
UMBERTO RANIERI, Relatore. Signor Presidente, il disegno di legge in esame approvato dal Senato si propone la ratifica della Convenzione sulla protezione e la promozione delle diversità delle espressioni culturali. Tale Convenzione è il risultato di lunghi e complessi negoziati intergovernativi, ai quali ha partecipato anche l'Unione europea, essendo interessate delle competenze comunitarie. La Convenzione entrerà in vigore il prossimo 18 marzo, essendo stata depositata la trentesima ratifica lo scorso 18 dicembre. Una tempestiva ratifica anche da parte dell'Italia, entro tale data, appare quindi particolarmente opportuna.
La Convenzione consta di 35 articoli e di un Allegato e traduce in termini normativi i principi proclamati nella Dichiarazione universale adottata dall'Unesco nel 2001: una dichiarazione in base alla quale il concetto di diversità culturale è elevato al rango di patrimonio comune, inteso come l'insieme delle molteplici espressioni culturali esistenti. In proposito, è opportuno ricordare come l'Unesco abbia la duplice missione di promuovere la diversità delle culture, oltre al libero corso delle idee, espresse in parole ed immagini. Oggi l'Unesco ha messo a fuoco lo stretto legame che esiste tra cultura e democrazia, sottolineando la necessità della tolleranza e del rispetto reciproco, non solo nei rapporti tra gli Stati, ma anche all'interno di ciascuna società.
L'inveramento di tale approccio avviene attraverso il riconoscimento della pari dignità delle culture, la protezione della proprietà culturale e la promozione del dialogo interculturale. In occasione della Giornata mondiale per la diversità culturale, che è stata celebrata lo scorso 21 maggio, il direttore generale dell'Unesco ha auspicato lo sviluppo di un mondo in cui la creatività dei singoli individui, al pari di quella dei popoli, sia protetta nella ricchezza della sua diversità, così come si riallaccia alle radici della tradizione, così come si reinventa in ogni epoca che si sussegue. La Convenzione, oltre a riconoscere la centralità delle varie forme di espressione culturale ed artistica, si ponePag. 61l'obiettivo del rafforzamento dei cinque stadi della catena creativa culturale: ossia la creazione stessa, la produzione, la diffusione, l'accesso e la fruizione dei beni culturali, con particolare riguardo ai paesi in via di sviluppo.
Tra i principi guida della Convenzione, emerge quello per il quale in nessun caso la protezione e la promozione della diversità culturale possono essere assicurate comprimendo i diritti umani e le libertà fondamentali, quali la libertà di espressione, informazione e comunicazione, come anche la libertà di scelta di ciascuno per le proprie espressioni culturali. Il rispetto per i diritti umani e le libertà fondamentali è l'unico vero antidoto alla possibile sottovalutazione della centralità del dialogo e del libero confronto delle idee.
In relazione ai problemi dello sviluppo, la Convenzione non manca di sottolineare la complementarietà degli aspetti economici e culturali, nonché il profilo dello sviluppo sostenibile. La Convenzione consente, inoltre, alle parti di delimitare speciali contesti nei quali si ritenga che determinate espressioni culturali dei propri territori siano a rischio di estinzione o sotto seria minaccia, e di adottare le misure necessarie in tali casi. Segnalo al riguardo il parere della Commissione parlamentare per le questioni regionali, che ha raccomandato di tener conto delle competenze regionali nell'attuazione della Convenzione. La Convenzione prevede altresì disposizioni che intendono rafforzare la collaborazione tra i paesi sviluppati e i paesi in via di sviluppo, anche mediante l'adozione di misure intese a facilitare l'accesso al mercato globale e alle reti di distribuzione internazionale, specie in settori quali la musica e la cinematografia.
Fra gli strumenti individuati per la concreta applicazione degli obiettivi e dei principi sopra richiamati, va ricordata la disposizione contenuta nella parte IV, con la quale si istituiscono punti di contatto per far circolare le informazioni sulle questioni oggetto della Convenzione. È poi prevista la presentazione all'Unesco di un rapporto quadriennale in relazione alle misure adottate in materia. La parte VI prevede l'istituzione di una Conferenza degli Stati ratificanti, che si riunisce una volta ogni due anni, elegge i membri del Comitato intergovernativo, approva le linee guida operative della Convenzione, riceve ed esamina i rapporti degli Stati. Una novità importante è costituita dalla previsione dell'adesione di organizzazioni di integrazione economica alla Convenzione. Tale norma è, di fatto, intesa a consentire l'adesione dell'Unione europea all'accordo. I mezzi necessari alle parti per l'applicazione della Convenzione saranno forniti anzitutto a valere sul Fondo internazionale per la diversità culturale, al quale affluiscono contributi volontari, fondi erogati dalla Conferenza generale dell'Unesco e donazioni.
L'Unesco contribuirà, inoltre, a facilitare la raccolta, l'analisi e la diffusione delle informazioni statistiche e buone pratiche in merito alla diversità dell'espressione culturale. Da ultimo, per quanto riguarda la copertura finanziaria, ricordo che l'articolo 3 del disegno di legge di ratifica quantifica in 14 mila 130 euro la spesa per il 2007, in 7 mila 870 euro per il 2008 e in 14 mila 130 euro a decorrere dal 2009. Tali oneri riguardano la partecipazione di esperti e funzionari italiani alla Conferenza delle parti (articolo 22) e al Comitato intergovernativo (articolo 23).
In conclusione, rilevo come la tempestiva ratifica della Convenzione da parte dell'Italia consentirà al nostro paese di confermare il proprio impegno e la propria attenzione alla tutela del patrimonio culturale, sia nell'ambito delle attività dell'Unesco, sia nel quadro dell'iniziativa di altri soggetti istituzionali, quali l'Unione europea o il Consiglio d'Europa. Mi riferisco innanzitutto alla proclamazione del 2008 quale anno europeo del dialogo interculturale: una scadenza questa che potrà consentire una prima verifica dell'attuazione dei principi della Convenzione sulla diversità delle espressioni culturali.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
Pag. 62DONATO DI SANTO, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il Governo raccomanda l'approvazione del disegno di legge di ratifica in discussione.
PRESIDENTE. Constato l'assenza degli onorevoli Mancini e De Zulueta, iscritti a parlare: s'intende che vi abbiano rinunziato.
Dichiaro pertanto chiusa la discussione sulle linee generali.
Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.