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CONSIDERAZIONI INTEGRATIVE DEL DEPUTATO ALESSANDRO FORLANI IN SEDE DI DISCUSSIONE SULLE LINEE GENERALI DELLE MOZIONI VOLONTÈ ED ALTRI N. 1-00071, BERTOLINI ED ALTRI N. 1-00073, FABRIS ED ALTRI N. 1-00075, GASPARRI ED ALTRI N. 1-00076, MARONI ED ALTRI N. 1-00077 E VILLETTI ED ALTRI N. 1-00078
ALESSANDRO FORLANI. Il rilievo costituzionale del matrimonio come atto sul quale si fondano i rapporti familiari evidenzia la rilevanza sociale del vincolo e la funzione fondamentale dell'istituto familiare negli equilibri della comunità.
Ne discendono reciproci diritti ed obblighi fra i coniugi e verso la comunità, in particolare la funzione importantissima di educazione dei figli, ma anche particolari attenzioni da parte dello Stato, provvidenze fiscali, abitative, retributive, agevolazioni professionali, uno status giuridico particolare che comporta oneri a carico della comunità e assunzioni di precise responsabilità.
Per questo resta necessario un atto giuridico formale, come appunto il matrimonio, in grado di costituire un vincolo dotato di un minimo di stabilità e dissolubile solo in virtù della ricorrenza di tassative condizioni.
Non è una questione di orientamento religioso, il matrimonio è un istituto di diritto civile che preesiste al cristianesimo e che ha la funzione di responsabilizzare la coppia, disciplinarne diritti e doveri, assicurare certezza del diritto ai rapporti familiari e stabilità dell'ordine sociale.
Una forma di «matrimonio affievolito», quale apparirebbe il cosiddetto «PACS» assegnerebbe diritti e benefici senza adeguata assunzione di responsabilità e garanzia di stabilità, considerando che le stesse sono state già fortemente attenuate nella loro intensità dal breve periodo di separazione ora richiesto per ottenere il divorzio.
Una forma affievolita creerebbe nuovi diritti e provvidenze a buon mercato, soprattutto nuove corsie preferenziali non sempre giustificate da corrispondenti oneri, con relativa moltiplicazione di costi sociali, difficilmente sostenibili.
Per quale ragione poi? Alla coppia convivente già la giurisprudenza e alcune leggi particolari assegnano alcuni diritti. Altri potrebbero essere riconosciuti da nuove normative, per tutelare esigenze di particolare rilevanza sociale.
Non mi sembra dunque necessario il PACS, che si presterebbe anche a facili abusi e mistificazioni, aggirerebbe l'esigenza di una forte responsabilizzazione della coppia e potrebbe aprire la strada a pericolose forme di stravolgimento dei tradizionali equilibri familiari, soprattutto nel campo della filiazione e dell'adozione.