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Si riprende la discussione.
(Ripresa esame articolo unico - A.C. 2114)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Boscetto 3.3, sul quale il Governo ha formulato un invito al ritiro.
Chiedo all'onorevole Boscetto se intenda accedere all'invito al ritiro.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
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GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, non posso accogliere l'invito al ritiro perché questo emendamento soppressivo è fortemente emblematico delle nostre opinioni su questo decreto-legge. Sono opinioni - come ricordavamo - in relazione alle quali abbiamo già visto il Presidente Bertinotti prendere ieri una posizione forte. In sostanza, al comma 3 viene introdotto un provvedimento avente carattere meramente sostanziale e non già di proroga di termini. Eppure, vediamo come - sia nel decreto-legge sia nella relazione del Governo - si parli soltanto di proroga dei termini, anche quando si fa riferimento alla straordinaria necessità ed urgenza. Leggo infatti: «ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di provvedere alla proroga dei termini previsti dalle disposizioni legislative,» e via dicendo. Egualmente - come dicevo - si legge nella relazione: «con il presente decreto-legge, onorevoli deputati, si provvede a disporre la proroga in via di urgenza di numerosi termini in scadenza». Si è voluto legare il discorso della necessità e dell'urgenza alla proroga di termini - che in sé ha la qualità d'urgenza e quasi sempre quella di necessità -, e poi si è cercato di infilare nel provvedimento altri tipi di norme. Allora, bisognava impostare diversamente il provvedimento, non limitandosi a fornire motivazioni soltanto riguardo alla proroga di termini ma dichiarando che, oltre alla proroga di termini, c'erano anche altre disposizioni urgenti. E di quelle disposizioni si sarebbero dovute motivare espressamente la necessità e l'urgenza. Invece, con il comma 3 dell'articolo 3, si prevede una disciplina dei verbali di concordamento dell'indennità di espropriazione. Si badi bene: si va a ricordare come, a seguito di una norma - della quale adesso non è il caso neppure di fare citazione -, ci fu un'interpretazione della Cassazione che «la ritenne estensiva ab origine dei termini di occupazione e, quindi, sanatoria generalizzata delle occupazioni ai fini dell'esproprio». Successivamente - ricorda la relazione del Governo - c'è stato un diverso orientamento da parte della Suprema Corte, «nel senso di ritenere inefficace la subentrata norma di proroga quando, per effetto della scadenza del termine originario, si fosse già verificata la cosiddetta accessione invertita». Non sto a leggere quali sono le conseguenze di questa seconda interpretazione della Corte di Cassazione, perché si possano trovare nella relazione governativa.
Ma cosa c'entra tutto questo in un decreto-legge di proroga termini? Quali requisiti di necessità ed urgenza presenta questa norma? Si vuole seguire la giurisprudenza della Suprema Corte che prima diceva «bianco», poi ha detto «nero» e, magari, tra qualche mese, con altre sentenze, dirà di nuovo «bianco»! L'urgenza è collegato a questo? Certamente no! Se si avvertivano problematiche di regolamentazione dei verbali di concordamento intanto bisognava verificare la situazione, perché si vanno a toccare diritti di persone che hanno vinto le cause!
Verificato tutto ciò con un provvedimento ordinario, occorreva provvedere a regolamentare in modo organico la situazione, tenendo conto delle pronunce giurisdizionali e riuscendo a porre in essere una linea interpretativa e, quindi, coerentemente normativa che portasse ai risultati previsti dal Governo.
Tutto questo non si è voluto fare e si è prevista questa norma assolutamente da espungere, per le ragioni che ho esposto, da questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, comprendiamo le difficoltà del Governo e l'invito al ritiro degli emendamenti in esame, ma ci fa piacere che ciò non venga fatto.
La Lega Nord esprimerà voto contrario sugli emendamenti in esame, perché si determineranno maggiori oneri. Con i tempi che corrono non vediamo la necessità di spendere ulteriori quattrini, perché inevitabilmente l'approvazione degli emendamenti porterebbe a rivedere le indennità secondo i valori attuali, chiaramente con Pag. 27un esborso maggiore da parte dello Stato. Oltretutto, sono trascorsi 26 anni, e potremmo anche metterci una pietra sopra! Si tratta di ragioni di buonsenso! Inoltre, è paradossale parlare di rispetto dei termini in un «decretone» che ne allunga mille di termini, anche con poco senso rispetto a quello che dovrebbe essere il contenuto reale del provvedimento!
Sono trascorsi 26 anni: chiudiamo questa situazione! Non vediamo la necessità di far riaprire i contenziosi! Pertanto, la Lega Nord esprimerà voto contrario sugli emendamenti in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 3.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 459
Votanti 455
Astenuti 4
Maggioranza 228
Hanno votato sì 62
Hanno votato no 393).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.502 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 463
Astenuti 3
Maggioranza 232
Hanno votato sì 459
Hanno votato no 4).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Gianfranco Conte 3.4 e Cota 3.305.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lazzari. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, intendo sottoscrivere gli emendamenti in esame e chiedere al Governo, nonché al relatore di modificare il loro atteggiamento. Siamo in presenza di una proroga per le strutture ricettive che devono adeguare a norma i loro impianti.
La data del 30 aprile 2007 - è la cosa più banale che si possa dire in questo caso - ci sembra difficilmente rispettabile da parte delle imprese, ed è un dato obiettivo. Quindi, si tratta di un emendamento di buon senso sul quale mi sento di spendere qualche parola: occorre differire questa data al 31 dicembre 2007.
Le ragioni sono ovvie: la prima è la natura stessa delle strutture ricettive che, avendo un diverso rapporto con i tempi di lavoro, hanno difficoltà a programmare per tempo questi interventi e, da qui, anche la necessità di godere di tempi elastici da questo punto di vista.
La seconda ragione è che vi è un'attesa diffusa nelle imprese, e mi sorprende che sia stato assunto un atteggiamento negativo rispetto a questo emendamento. Infatti, mi pare che sia di assoluto buonsenso corrispondere alle attese che vi sono nel mondo delle aziende ricettive e cercare di adeguare i tempi a tali attese.
Ancora, vorrei sottolineare la natura stessa dei lavori dei quali stiamo discutendo in termini di proroga, come la messa in sicurezza e la messa a norma, interventi che non sono né accelerabili ne comprimibili in termini rapidi. Si tratta di lavori che bisogna programmare per tempo e che richiedono autorizzazioni e verifiche. Da qui, discende proprio la necessità di prevedere un allungamento dei tempi ed una proroga.
Da ultimo, è vero che anche noi non amiamo le proroghe infinite; infatti, questo tipo di atteggiamento non ci appartiene. Tuttavia, andare avanti con piccole proroghe significa costringere il Governo Pag. 28e il Parlamento a dover intervenire di nuovo - magari tra due mesi - quando prenderemo tutti atto che i lavori previsti da questa norma non saranno stati effettuati, se non in un numero limitato. Conseguentemente, la nostra disponibilità sarebbe anche quella di sottolineare i termini ultimativi di questa data, mettendo una dizione che consenta di far capire alle imprese che questa è l'ultima parola sulla quale il Parlamento si esprime. In tal modo, si potrebbe prevedere una proroga vera entro la quale sarebbe facile per le imprese rispettare i termini e farle rientrare nella norma rispetto al problema di cui stiamo parlando.
Io spero che si manifesti questo buonsenso, sia da parte del Governo sia del relatore, per assumere un atteggiamento di disponibilità verso questo emendamento che mi pare assolutamente opportuno. Se questo non avverrà, le imprese che avranno serissimi problemi ad adeguarsi sapranno su chi ricade la responsabilità e chi dovranno guardare per le difficoltà che incontreranno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per sottoscrivere questo emendamento e per richiamare con forza quanto testé detto dal collega Lazzari. Siamo in presenza della prima azienda italiana, vale a dire quella del turismo, che si trova in difficoltà, anche rispetto alla messa a norma dei propri impianti e per i motivi che molto egregiamente ha ricordato il collega Lazzari.
Tuttavia, io vorrei ricordare a me stesso e al Parlamento che non possiamo continuare a concedere finte proroghe. Di fatto, si concede una proroga di 20 giorni, dal momento che, quando questo provvedimento sarà approvato dal Senato, sarà già la fine del mese di febbraio e ciò significa che ci troveremo già ad aprile con i termini scaduti. Credo sia opportuno concedere una proroga al 31 dicembre, ma occorre far capire al mondo dell'impresa che essa è l'ultima. Infatti, la messa a norma è un atto dovuto e dobbiamo assolutamente rispettare questa data, ma dobbiamo dare un termine che sia congruo. È questo il motivo per cui mi sembra opportuno che il Governo accolga quanto con questo emendamento è stato richiesto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Per le considerazioni così congrue che sono state svolte dai colleghi intervenuti prima di me, in considerazione del fatto che comunque si parla di interventi per i quali è stata chiesta l'autorizzazione ai vigili del fuoco già da tempo - con le lungaggini che sappiamo trovano radicamento nell'operatività dei vigili del fuoco stessi - e in presenza di strutture ricettive che non possono adeguarsi in termini troppo brevi, mi pare che l'emendamento abbia una logica forte e comprensibile a tutti.
Certamente, anche la chiara fissazione del termine ultimo gioverebbe all'intero contesto.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Boscetto.
GABRIELE BOSCETTO. A mio avviso, peraltro, il parere formulato dalla Commissione ambiente, con il quale si rinviene l'esigenza di non differire ulteriormente il termine, non deve intendersi quale ostativo. Pertanto, nel caso il relatore mantenesse il parere contrario, chiederei di accantonare l'esame degli identici emendamenti Gianfranco Conte 3.4 e Cota 3.305.
PRESIDENTE. Considerata la richiesta testé rivolta dal cofirmatario della proposta emendativa Gianfranco Conte 3.4, Pag. 29chiedo al relatore di precisare se intenda modificare il parere precedentemente espresso.
SESA AMICI, Relatore. La Commissione esprime un orientamento favorevole alla proposta di accantonamento, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene. Avverto pertanto che, non essendovi obiezioni, l'esame degli identici emendamenti Gianfranco Conte 3.4 e Cota 3.305 deve intendersi accantonato.
Passiamo all'emendamento 3-bis.700 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento.
SESA AMICI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SESA AMICI, Relatore. Signor Presidente, si tratta della materia concernente le agevolazioni fiscali a favore dei soggetti danneggiati dagli eventi alluvionali. Al riguardo, la Commissione ha approvato tale disposizione in sede di esame referente, ma è poi sopraggiunto l'emendamento in questione, scaturito dal parere della Commissione bilancio. Per lavorare concordemente con la Commissione bilancio al rinvenimento di un'adeguata copertura finanziaria, chiederei pertanto di accantonare l'esame di tale emendamento; ciò permetterebbe di presentare un testo provvisto di adeguata copertura. La ringrazio, Presidente.
PRESIDENTE. Avverto pertanto che, non essendovi obiezioni, l'esame dell'emendamento 3-bis.700 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento, deve intendersi accantonato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 6.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 447
Maggioranza 224
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 238).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 6.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 456
Votanti 455
Astenuti 1
Maggioranza 228
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 246).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Boscetto 6.5 e Contento 6.314.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, questa proposta intende sopprimere la disposizione che estende ai cittadini dell'Unione europea la possibilità di usufruire del programma di protezione sociale per gli stranieri vittime di violenza e di sfruttamento.
La disposizione è collegata all'ingresso imminente nell'Unione europea di Bulgaria e di Romania, invero avvenuto il 1o gennaio 2007. Il problema è che l'ingresso di questi due nuovi Stati comporterà esborsi notevoli in seno alla pubblica amministrazione. In Commissione bilancio abbiamo avuto modo di verificare almeno superficialmente questi costi: sono stati Pag. 30stimati per ora in circa 40 milioni di euro (ammontare, a nostro avviso, assolutamente sottostimato).
In base ai dati del Servizio studi della Camera dei deputati, si tratta di circa 250 mila persone, di cui la maggior parte Rom. Ebbene, provengo dalla provincia di Milano, dove l'emergenza della presenza dei Rom è un dato di fatto, dove la convivenza diventa sempre più difficile e comporta costi notevoli.
Al di là di ogni considerazione di carattere morale o umano, che ci trova tutti d'accordo, abbiamo un problema sostanziale di sottostima dei costi, che comporterà inevitabilmente un «buco» nel bilancio dello Stato e, soprattutto, di quello degli enti locali ai quali lo Stato trasferisce i costi. È ciò che sta avvenendo dalle nostre parti: si decide la dislocazione dei campi nomadi nell'hinterland delle grandi città, disinteressandosi completamente dei costi sociali di questo intervento. Il problema non è portare l'acqua ed il gas in questi campi, ma trovare una forma di convivenza civile ed un minimo di sicurezza per i nostri abitanti.
Dieci anni fa, da noi l'unico problema era chiudere a chiave prima di uscire, per evitare che lo zingarello di turno entrasse per portare via il portafoglio. Oggi tutti abbiamo il sistema di allarme e le sbarre alle finestre e, nonostante ciò, siamo continuamente vittime di furti in ville e in appartamenti, con modalità sempre più brutali. Questi sono i problemi reali che abbiamo di fronte. Bisognerà trovare una soluzione condivisa.
Tornando al merito degli emendamenti, cerchiamo di risparmiare soldi per spenderli in iniziative più consone.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, la previsione della norma, nell'attuale formulazione diretta ad integrare l'articolo 18 del testo unico Turco-Napolitano, a sua volta integrante la legge Bossi-Fini, è non solo estranea ad ogni discorso di proroga dei termini ma è del tutto stravagante, anche in termini di merito. Infatti, in tale comma si afferma: «Le disposizioni del presente articolo si applicano, in quanto compatibili, anche ai cittadini di Stati membri dell'Unione europea che si trovano in una situazione di gravità ed attualità del pericolo». L'articolo 18 prevede il soggiorno, per motivi di protezione sociale, quando nel corso di operazioni di polizia, di indagini, ovvero nel corso di interventi assistenziali dei servizi sociali, siano accertate situazioni di violenza o di grave sfruttamento nei confronti di uno straniero ed emergano concreti pericoli per la sua incolumità.
Nella relazione, il Governo considera la tutela dei rumeni e dei bulgari ai quali, pur non essendo più stranieri in quanto divenuti cittadini europei, dovrebbe essere applicata la normativa. La norma è però scritta in modo tale che non solo i rumeni ed i bulgari, ma tutti i cittadini europei (anche gli spagnoli, i francesi ed i tedeschi) sarebbero coinvolti nel soggiorno per motivi di protezione sociale concesso agli stranieri dalla legge Bossi-Fini. Vi è un evidente errore di prospettiva nella scrittura della norma.
Non mi soffermo sul motivo per cui soltanto il nostro Stato non abbia chiesto la moratoria in relazione all'ingresso dei rumeni e dei bulgari, mentre gli altri paesi l'hanno chiesta, con il risultato che oggi chi voglia entrare nel territorio dell'Unione europea viene in Italia, in attesa di passare negli altri stati. Però, se la conseguenza della situazione è quella che afferma il Governo, cioè l'aumento della delinquenza collegata alla presenza dei rumeni e dei bulgari e, quindi, la necessità di proteggerli e di considerarli stranieri anche se non lo sono più; se la norma così come è attualmente formulata sottopone a protezione tutti cittadini europei, vuol dire che essa non solo è stata inserita in un provvedimento non adatto, ma è anche del tutto sbagliata. Per questo motivo invitiamo a votare a favore degli identici emendamenti soppressivi del comma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Noi di Alleanza Nazionale eravamo e siamo aperti a discutere di un ampliamento dovuto a quelle ragioni di sicurezza che hanno in qualche modo supportato questo emendamento. Tuttavia dobbiamo rilevare come, nonostante questo provvedimento abbia fatto registrare una discussione che è iniziata con le questioni connesse agli emendamenti, il caso che abbiamo di fronte sia abbastanza emblematico. In effetti, è già stato detto, noi non abbiamo compreso come sia stato possibile inserire nell'ambito del dibattito in Commissione affari costituzionali un emendamento che nulla aveva a che fare con il testo e con la sostanza del decreto-legge al nostro esame.
Allora, permettetemi di fare una battuta. È inutile affrontare degli argomenti chiedendo di poter avere delle regole che presidino la presentazione degli emendamenti, quando in quella sede poi queste vengono sostanzialmente violate, come è accaduto in questo caso, pur per motivi nobili - ma sappiamo che i motivi nobili non sono giustificazioni sotto il profilo procedurale - per arrivare a questa conclusione.
Nel merito, credo che questo sia un esempio di cattiva amministrazione legislativa non soltanto sotto il profilo procedurale, ma anche per come l'emendamento è stato concepito. Per far fronte ad un'esigenza dovuta all'inserimento di questo problema all'interno del decreto-legge non è stata formulata una norma che consentisse eventualmente il permanere di queste disposizioni a favore di coloro i quali fino a quel momento si fossero serviti di quella disposizione per dissociarsi, quindi mantenendo una sostanziale unità di comportamenti nei confronti di tutti gli altri, ma abbiamo esteso questa disposizione, con un provvedimento discutibile sotto il profilo della formulazione, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
Presidente, preannunciando il voto favorevole sull'emendamento soppressivo, che ha presentato anche il gruppo di Alleanza Nazionale, mi chiedo se questo problema, al di là del metodo, non potesse essere affrontato in maniera quanto meno più coerente sotto il profilo della norma che è stata formulata. Sono questi gli argomenti che ci inducono a votare a favore dell'emendamento soppressivo e a sottolineare un altro caso di pessimo intervento legislativo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Il gruppo della Lega Nord, Presidente, chiede di sottoscrivere questo emendamento, che riteniamo minimale, nonostante la gravità - come ha spiegato il collega Garavaglia - rispetto agli argomenti che discuteremo nei prossimi giorni in quest'aula in relazione all'apertura delle frontiere e all'abolizione del permesso di soggiorno per chi rimane in Italia meno di tre mesi. Questo è sì negativo, ma quello che discuteremo sarà ancora più negativo perché sancirà la fine della legge Bossi-Fini, come vuole questa maggioranza: è il dazio che essa paga a Rifondazione Comunista e alla sinistra radicale per la missione in Afghanistan e per la base Nato di Vicenza (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Con questo emendamento, che noi desideriamo sottoscrivere, si intende riportare un po' di equità nel campo degli enti locali. Noi stiamo facendo i bilanci. Se voi andate ad analizzare i dati dell'ANCI, tutti i comuni d'Italia hanno in media negli ultimi cinque anni quasi triplicato gli interventi nel campo dell'assistenza, dell'integrazione e quindi nel campo del sociale. Se il Governo e questo Parlamento vogliono intervenire con questi programmi di assistenza e di Pag. 32integrazione sociale, come previsto all'articolo 18, allora si stanzino anche dei fondi in finanziaria e il Governo faccia fronte a questi impegni. Non li può scaricare sui comuni! Noi rappresentanti degli enti locali stiamo preparando i bilanci e non sappiamo come fare a chiuderli. Parlo a nome di tutti i circa ottomila comuni esistenti in Italia. Non riusciamo proprio a fare i bilanci! Sopra queste amministrazioni locali caricate di tutto: dall'assistenza al pronto soccorso veterinario, dall'assistenza agli immigrati, ai Rom e a qualsiasi tipo di categoria.
Il Governo si deve far carico di affrontare le relative spese, altrimenti, i comuni - che sono il vero stato sociale rimasto in Italia - devono giocoforza diventare l'esattore dello Stato, aumentando l'ICI, l'addizionale IRPEF e chi più ne ha più ne metta. Scaricate tutto sui comuni italiani, che non ce la fanno proprio più! Quindi, il Governo ha enormi responsabilità perché pensa all'assistenzialismo e non a preservare lo Stato sociale. Noi abbiamo anche le scuole, i pulmini, tante altre incombenze e non ci potete caricare tutto sopra le spalle perché volete fare le «nozze con i fichi secchi»! Per l'amor di Dio, riflettete un po': fate funzionare i neuroni, se ancora ne avete! (Applausi dei deputati dei gruppi Democrazia Cristiana-Partito Socialista, Forza Italia e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, colleghi, mi auguro che l'ultimo intervenuto, il collega Barani - che porta il nome glorioso di socialista - domani rilegga nel resoconto stenografico le parole che ha pronunciato e le confronti con gli ideali e i valori di riferimento dell'etichetta ideologico-politica che ancora assume, perché è semplicemente una vergogna quello che ho ascoltato poco fa! Debbo dare atto della maggiore correttezza formale, sia pure nell'esprimere opposizione a questo comma, che il collega Contento ha dimostrato poco fa nel suo intervento: quanto meno, ha affrontato le vere questioni di carattere giuridico che sono coinvolte. È una vergogna che sul comma della disposizione - che condividiamo, ragion per cui voteremo contro gli emendamenti soppressivi -, si scateni una sorta di razzismo ideologico, che trovo inconcepibile nella bocca del collega che è intervenuto da ultimo e che si dichiara socialista.
Non cambia nulla dal punto di vista della copertura finanziaria e chi ha detto questo è perché non ha letto il testo, il dossier e le norme di riferimento. Il problema che si pone riguarda solo il fatto che, nel frattempo a partire dal 1o gennaio 2007 - noi abbiamo accolto con gioia e con soddisfazione questo ingresso, spero che altrettanto abbia fatto il centrodestra - la Romania e la Bulgaria sono entrate a far parte dell'Unione europea. Tuttavia, una serie di programmi di assistenza ed integrazione sociale - che prevede il Testo unico sull'immigrazione e che neppure la legge Bossi-Fini si era sognata di modificare, tant'è vero che è un testo attualmente in vigore - paradossalmente rischierebbero di cessare proprio nei confronti di quei soggetti, a cui prevalentemente queste misure sono riferite. Si tratta di casi accertati di situazioni di violenza o di grave sfruttamento nei confronti di uno straniero, con concreto pericolo per la sua incolumità, anche per effetto dei tentativi di sottrarsi ai condizionamenti di organizzazioni criminali. Allora, si urla, anche giustamente, contro le organizzazioni criminali che operano nel mondo degli stranieri extracomunitari in particolare e, in questo caso, ex extracomunitari dal 1o gennaio 2007.
La legge predispone misure di assistenza ed integrazione sociale per quelli che si sottraggono a queste organizzazioni criminali e l'intervento è previsto con un ruolo diretto della polizia, dei servizi sociali, del pubblico ministero, degli stessi sindaci e degli enti locali. Tutto questo prevede la legge in vigore e in questo caso ci cerca invece di cancellare una norma che permette di non creare un vuoto di intervento proprio rispetto a persone che, grazie ad essa, sono riusciti a combattere Pag. 33la prostituzione, la criminalità organizzata e a sottrarsi ai condizionamenti mafiosi, che non sono solo quelli italiani ma anche quelli di mafie estere.
Collega Barani, domani si rilegga quello che ha detto poco fa: è letteralmente indecente e sono indecenti anche altre espressioni che abbiamo ascoltato da qualche collega della Lega! Ripeto, almeno il collega Contento - gliene do atto - ha posto il problema giuridico.
FEDERICO BRICOLO. Stai zitto, Boato!
MARCO BOATO. Io non l'ho interrotta quando lei parlava.
Quindi, desideravo che l'Assemblea sapesse di cosa stiamo parlando e, soprattutto, fosse consapevole della gravità, a mio parere, delle posizioni espresse.
Per quanto riguarda la riformulazione del comma 4, all'unanimità il Comitato per la legislazione - di cui fanno paritariamente parte il centrodestra ed il centrosinistra - aveva chiesto di riformulare la norma non come intervento estraneo rispetto al testo unico, ma come novella del testo unico stesso; in questo modo la Commissione ha agito, obbedendo alla prescrizione del Comitato per la legislazione.
Quindi, invito a respingere con determinazione questi emendamenti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Boscetto 6.5 e Contento 6.314, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 455
Maggioranza 228
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 250).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Brugger 6.44.
SESA AMICI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SESA AMICI, Relatore. Relativamente all'emendamento Brugger 6.44, a seguito di un approfondimento delle argomentazioni che ad esso sottendono, la Commissione ha unanimemente deciso di cambiare il proprio orientamento da un invito al ritiro ad un parere favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla Commissione.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brugger 6.44, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 455
Votanti 443
Astenuti 12
Maggioranza 222
Hanno votato sì 437
Hanno votato no 6).
Prendo atto che il deputato Astore non è riuscito a votare ed avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta, al pari dei restanti punti dell'ordine del giorno che prevedono votazioni. Pag. 34
Sospendo quindi la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interpellanze urgenti.
La seduta, sospesa alle 13,25, è ripresa alle 15.