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Allegato A
Seduta n. 63 del 6/11/2006
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(Sezione 6 - Introduzione di un codice etico di responsabilità sociale delle imprese)
CAMILLO PIAZZA, BONELLI, BALDUCCI, BOATO, CASSOLA, DE ZULUETA, FRANCESCATO, FUNDARÒ, LION, PELLEGRINO, POLETTI, TREPICCIONE e ZANELLA - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il codice etico di responsabilità sociale delle imprese è uno strumento irrinunciabile che vuole garantire che tutte le attività aziendali, controllate direttamente o indirettamente, nella sottoscrizione di accordi commerciali, si svolgano nel pieno rispetto di un codice etico di responsabilità, coerentemente con i diritti fondamentali della persona e delle comunità in cui operano, e garantiscano la protezione dell'ambiente e il rispetto degli equilibri ambientali;
tra le proposte contenute nel programma di governo dell'Unione, che riconosce l'utilità e l'importanza della sua realizzazione, vi è l'introduzione di un codice etico nella sottoscrizione degli accordi commerciali dell'Italia, nonché delle imprese italiane con Paesi terzi, anteponendo, quindi, alla legittima aspirazione ad ampliare l'attività economica dell'impresa il rispetto dei diritti umani e la tutela dell'ambiente e degli ecosistemi;
la responsabilità sociale d'impresa (Rsi) è ormai argomento molto dibattuto in Italia e nel resto del mondo;
nella seconda metà degli anni '90, le Nazioni Unite invitarono le grandi imprese multinazionali a definire accordi commerciali che contemplassero e tutelassero i diritti umani di base, quelli dei lavoratori e il rispetto dell'ambiente. Si intendeva, con questo, non solo la creazione di una piattaforma contrattuale equa ed ecologica, ma anche l'avvento di un preciso impegno verso il mondo, la società umana globalizzata e l'ambiente, che andava oltre la regolamentazione dei comportamenti;
l'Unione europea iniziò ad elaborare una strategia di coinvolgimento delle aziende nel progetto Rsi già a partire dal 1997: venne costituito, infatti, un organo di consulenza dedicato e nel luglio 2001 venne pubblicato il «Libro verde sulla responsabilità sociale d'impresa», un documento destinato specificamente all'apertura
del dibattito a livello europeo su tale materia. Il Libro verde fornisce le coordinate in base alle quali si intende muovere l'Unione europea e dà già una prima definizione provvisoria di Rsi, «un'adesione volontaria ad un insieme di norme comportamentali volte al miglioramento della società in generale e a partire dalla dimensione interna dell'azienda»;
il 13 gennaio 2004 la Commissione europea ha approvato la proposta di direttiva sui servizi (cosiddetta «direttiva Bolkestein»), attualmente all'esame del Consiglio e del Parlamento europeo;
annunciata come un provvedimento rivolto a «diminuire la burocrazia ed i vincoli alla competitività nei servizi per il mercato interno», la direttiva è, di fatto, secondo gli interroganti, il colpo di grazia a quel che resta del modello sociale europeo, già agonizzante dopo le politiche di privatizzazione di questi anni e la continua messa in discussione dei diritti sociali e del lavoro, poiché persegue l'apertura alla libera concorrenza e alla privatizzazione di tutte le attività di servizio, dalle attività logistiche di qualunque impresa produttiva ai servizi pubblici, a partire dalla sanità, l'istruzione, la sicurezza e i servizi sociali;
il 29 maggio 2006 al Consiglio europeo per la competitività, i 25 Governi europei (compreso il Governo italiano) hanno trovato un accordo sulla direttiva sui servizi, approvando un testo che, pur con delle modifiche (principio del Paese d'origine, esclusione del diritto del lavoro), secondo gli interroganti, ne lascia immutato l'impianto liberista e i pericoli per gli attacchi ai diritti sociali e del lavoro;
nel nuovo testo è stato introdotto il «tacito consenso», ovvero l'impossibilità per ogni Paese di impedire l'ingresso di un'attività non esplicitamente vietata dal proprio ordinamento, e lo screening, ovvero la notifica a Bruxelles dell'elenco motivato delle restrizioni adottate a livello nazionale -:
se il Governo non intenda, in sede di Consiglio dell'Unione europea, attivarsi perché siano adottate nuove proposte di direttiva, che siano in coerenza con i propositi enunciati nel programma dell'Unione in merito alla necessità di introdurre un codice etico di responsabilità sociale delle imprese, che garantisca il pieno e assoluto rispetto dei diritti fondamentali della persona e delle comunità in cui operano e la protezione dell'ambiente e degli ecosistemi in tutto il mondo.
(3-00371)
(6 novembre 2006)