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Allegato A
Seduta n. 93 del 17/1/2007
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(Sezione 7 - Compatibilità ambientale degli impianti di rigassifiacazione di gas naturale liquefatto)
CACCIARI, ACERBO, PERUGIA, PROVERA, FERRARA e ZIPPONI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il Consiglio dei ministri ha dato notizia di aver istituito una «cabina di regia» per coordinare le decisioni sulle richieste di autorizzazione pervenute per la realizzazione di impianti di rigassificazione di gas naturale liquefatto da localizzare nel nostro Paese;
risulta agli interroganti che presso i ministeri e le regioni competenti è già stato depositato un gran numero di domande di realizzazione di nuovi terminali marittimi e di relativi stabilimenti per la rigassificazione di gas naturale liquefatto (oltre al potenziamento di quello già esistente a Panigaglia alla Spezia) per iniziativa di varie società, tra cui: Adriatic Lnc della Qatar Petroleum, Exxon-Mobil e Edison a Porto Viro (Rovigo); Brindisi Lng (British gas Italia ed Enel) a Brindisi; Olt Offshore Lng Toscana a Livorno; Edison, Bp e Solvay a Rosignano Marittimo (Livorno); Lng Med Gas Terminal s.r.l. a San Ferdinado (Reggio Calabria), Petrolifera Gioia Tauro a Gioia Tauro; Erg Power & Gas e Shell Energy Italia ad Augusta Melilli; Gas Natural International (Medea) a Taranto; Gas Natural International a Zaule (Trapani); Alpi Adriatico s.r.l. (Endesa Italia s.p.a.) nel golfo di Trieste; Erg e Shell a Priolo; Società Nuove Energie s.r.l. a Porto Empedocle (Agrigento); Edison Stoccaggio a San Potito e Cotignola (Ravenna); per un totale stimabile in oltre 90 miliardi di nm3 anno di rigassificazione;
l'Italia è già interconnessa alla rete internazionale dei gasdotti dalla Algeria (Ttpc), dalla Federazione russa transitando per l'Austria (Tag) e dal Nord Europa (Tenp/Transitgas), tramite i quali è fino ad oggi stata possibile la fornitura di circa 74 miliardi di nm3 di gas all'anno, necessari a soddisfare la domanda nazionale eccedente le modeste riserve interne (circa 12 miliardi di nm3);
i giacimenti di gas naturale esistenti in Russia e nel Nord Africa costituiscono le riserve tra le più ricche del pianeta e l'unico impedimento fisico ad un loro maggiore utilizzo deriva da alcune strozzature nelle linee dei metanodotti esistenti, che comunque sono in fase di potenziamento con un'aggiunta di 13 miliardi di nm3/anno;
è in fase di ultimazione un nuovo metanodotto dalla Libia alla Sicilia (la cui potenzialità sarà già il prossimo inverno di 8 miliardi di nm3); è in fase di avvio la realizzazione di un metanodotto dall'area del Caspio, transitando per la Grecia (la cui potenzialità al 2008 sarà di 10 miliardi di nm3); è in fase di avanzata progettazione un gasdotto (Galsi) dall'Algeria alla Toscana, transitando per la Sardegna (con una potenzialità di altri 10 miliardi di nm3); sono in fase di progettazione due nuovi gasdotti dall'Albania (Tap) e dall'Austria (Interconnector Tyrol);
un rapporto sugli scenari energetici futuri elaborato dall'Eni afferma che in Italia, già nel 2007, l'offerta risulterà in eccesso, tanto che alcuni analisti hanno parlato dell'esistenza di una «bolla del gas» sui mercati;
l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha recentemente inflitto una multa all'Eni (di 290 milioni di euro, una delle più consistente di cui si abbia notizia) per abuso di posizione dominante sul mercato del gas naturale, per aver ostacolato l'ingresso dei suoi concorrenti sul mercato nazionale e, in particolare, perché gli atteggiamenti di Snam Rete Gas (ancora controllata da Eni) avrebbero determinato un mancato afflusso di gas naturale, ritardando il potenziamento delle condotte dal Nord Africa;
l'Autorità per l'energia elettrica e il gas ha denunciato l'esistenza di «una strategia di contenimento dell'offerta posta in atto negli ultimi anni dall'operatore dominante». Il sistema viene definito di gaming the market, manipolazione del mercato, al fine di aumentare i prezzi all'ingrosso e, di riflesso, le tariffe all'utenza finale, tant'è che in Italia si è registrato un aumento del 14 per cento in meno di due anni;
la modalità di utilizzazione del gas naturale tramite procedimento di liquefazione e trasporto con navi metaniere criogeniche, che consentono il mantenimento di temperature a -161 gradi, è sicuramente il più dispendioso in termini di impieghi energetici e tale, quindi, da dissipare maggiormente, a parità di utilizzo energetico, le riserve di gas naturale e di accelerarne l'esaurimento; il bilancio energetico negativo della tecnologia prescelta verrebbe in parte mitigato solo sfruttando il salto entalpico, tramite recupero del calore disperso nel processo di rigassificazìone attraverso «pozzi di calore»;
secondo alcuni studi tecnici il trasporto del gas naturale via mare sarebbe anche il più economicamente oneroso, contribuendo fino al 30 per cento del costo complessivo della fornitura e il vantaggio economico del gas naturale liquefatto rispetto al tradizionale metanodotto si verificherebbe solo per distanze superiori ai. 3.800 chilometri;
il 70 per cento circa dell'energia elettrica italiana è prodotta utilizzando come fonte primaria il gas naturale, quota destinata ad aumentare con la realizzazione di una moltitudine di nuove centrali turbogas;
i «picchi» di domanda di gas metano in Italia si verificano nei periodi invernali, durano dai 15 ai 20 giorni (400 milioni di metri cubi al giorno) e richiedono, quindi, un surplus di forniture pari a circa il 10
per cento del fabbisogno annuale (lo scorso anno i consumi hanno superato 85 miliardi di nm3), quantità che sembrano compatibili con le capacità di stoccaggio e di modulazione del sistema di distribuzione nazionale (anch'essi gestiti da Snam Rete Gas);
i nuovi terminali di rigassificazione di cui si parla in Italia sono per lo più piattaforme e strutture di stoccaggio off shore di enormi dimensioni, vere isole artificiali (nel caso di Porto Viro la piattaforma sarà lunga 180 metri, larga 88 e alta 57, per una superficie di 15.000 metri quadri), collocate a varie distanza dalla costa e collegate alla terraferma tramite gasdotti; attualmente nel mondo sono in funzione una cinquantina di tali impianti, ma di dimensioni diverse e quasi mai collocati in mare aperto;
tali strutture costituiscono una seria limitazione alla navigazione e alla pesca per alcune decine di chilometri quadrati all'intorno;
le molecole di metano presentano un fortissima instabilità chimica e la loro concentrazione tramite liquefazione aumenta la rischiosità di esplosione; gli effetti di una esplosione su una superficie marina sono stati studiati e documentati dall'Agenzia per la protezione dell'ambiente del Governo degli Stati Uniti, concludendo che la collocazione a mare di tali impianti appare come la più rischiosa;
il transito delle navi gasiere crioniche dovrà essere regolato da apposite norme internazionali di sicurezza, così come va ricordato che i relativi approdi e stoccaggi rientrano nell'elenco degli impianti definiti a rischio di grandi incidenti industriali, secondo le cosiddette «direttive Seveso»;
gli impianti di rigassificazione usano nei circuiti di riscaldamento enormi quantità di acqua marina addizionata con sostanze inibenti la vegetazione (cloro) e restituita al mare con una temperatura inferiore di oltre 6 gradi sul normale marino, con effetti non facilmente prevedibili sulla flora e la fauna;
nella procedura di esame ed autorizzazione (conferenza dei servizi e valutazione di impatto ambientale) di tutti i progetti presentati non è stata applicata la convenzione di Aarhus (recepita con legge n. 108 del 2001) e la normativa Seveso II, che prevedono la più ampia informazione al pubblico e il coinvolgimento delle popolazioni interessate, in alcuni casi nemmeno degli organi elettivi locali rappresentativi della sovranità popolare -:
quali iniziative il Governo intenda porre in essere per porre fine alla «corsa al rigassificatore», evitando che il nostro Paese diventi una piattaforma di transito controllata e gestita da grandi imprese, dotandoci invece di un piano energetico-ambientale, tale da costituire un quadro di riferimento strategico attendibile circa i fabbisogni reali di energia, di cui realmente necessita il sistema economico italiano, e, pertanto, sospendere l'iter delle autorizzazioni in corso, onde verificare anche la conformità delle procedure autorizzative - sia a livello centrale che periferico - in ordine al mancato rispetto delle procedure seguite nelle autorizzazioni nei riguardi delle direttive europee sulla valutazione di impatto ambientale e sul rischio di gravi incidenti industriali (Seveso II), nonché della Convenzione di Aarhus, che prevede l'informazione e la consultazione della popolazione. (3-00523)