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Allegato A
Seduta n. 243 del 15/11/2007
...
(Sezione 6 - Iniziative per garantire il diritto all'assistenza sanitaria in Sicilia)
F)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
a causa dell'enorme deficit finanziario della sanità siciliana, determinato dalle giunte regionali presiedute dall'onorevole Salvatore Cuffaro, il Governo nazionale ha previsto nella legge finanziaria per il 2008 un intervento di sostegno per continuare ad assicurare l'assistenza sanitaria ai siciliani, dietro l'adozione da parte del Governo di un piano di rientro. Tale piano di rientro in effetti avviato sin dal mese di agosto 2007, mirante appunto a una strategia di contenimento della spesa, è andato in via diametralmente opposta a quella auspicabile, e cioè non diretto a razionalizzare e moralizzare la spesa pubblica sanitaria, non a ridurre sprechi e ingiustificate convenzioni o consulenze, ma a imporre drastici e indiscriminati tagli a tutte quelle risorse che sinora hanno garantito una almeno sufficiente qualità del servizio sanitario ai pazienti;
l'emergenza sanitaria siciliana esploderà ben presto con drammatica virulenza e interesserà tutte le strutture pubbliche dell'isola. Dalla chiusura di reparti considerati poli di eccellenza per l'intero Meridione del Paese, alla drastica riduzione dei posti letto, dalla riduzione della spesa del personale, dei costi per beni e servizi, delle guardie mediche fino all'accorpamento di alcuni ospedali. Per non parlare delle nefaste conseguenze già in atto circa le terapie oncologiche e le somministrazioni dei relativi farmaci;
un esempio emblematico e drammatico di tale stato di cose è l'azienda mista ospedaliero-universitaria Policlinico «Gaspare Rodolico» di Catania, ove circa il 90 per cento del personale medico non universitario è a contratto e alcuni di questi scadranno nei prossimi mesi;
a ciò si aggiunge l'assenza di risorse per il rinnovo dei contratti a termine del personale medico e infermieristico, che è da tempo in una situazione di precarietà, con l'inevitabile conseguenza della riduzione dei servizi e con gravi disagi per i malati;
nel frattempo, con discutibilissime circolari della direzione generale, sono stati fissati dei tetti al numero degli interventi chirurgici da effettuare settimanalmente e per singola unità operativa, mentre un freno è stato anche agli stent e ai pace maker. Così come il numero degli esami diagnostici di laboratorio sono stati ridotti da 80 a 15 al giorno; e risulta, inoltre, disposto il risparmio su protesi e presto mancheranno gli articoli di prima necessità;
la gravità della situazione, peraltro, è resa manifesta da una dislocazione non coerente del personale ausiliario, che, già carente, viene distolto dalle mansioni ordinarie e destinato alle portinerie. Il personale ausiliario in outsourcing viene impiegato in turnazioni frammentarie, 3 ore in un reparto e 3 ore in un altro (14-17 e 17-20), non garantendo la continuità del servizio;
inoltre, il reparto di oncologia pediatrica, punto di riferimento per tutta la Sicilia orientale, è stato già privato di tre medici a contratto, due biologi, una psicologa e un amministrativo, il cui servizio risulta indispensabile, e si annuncia la chiusura: non è più possibile effettuare trapianti di midollo, non è più operativo il laboratorio di biologia molecolare e, dunque, non possono più essere accettati ulteriori ricoveri -:
quali iniziative il Governo intenda adottare per garantire a ogni cittadino il diritto all'assistenza sanitaria, e dunque il rispetto del diritto costituzionale alla salute, e se non ritenga opportuno, ferma restando in materia l'autonomia della Regione siciliana, esercitare i propri poteri ispettivi, al fine di verificare che quanto concordato tra Governo nazionale e Governo regionale non si traduca in un grave danno alla salute dei siciliani.
(2-00828) «Licandro, Sgobio».
(6 novembre 2007)