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Allegato B
Seduta n. 10 del 13/6/2006
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ECONOMIA E FINANZE
Interrogazioni a risposta immediata:
BONELLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in Italia sono circa 6.100 gli stabilimenti balneari che insistono sul demanio marittimo lungo i 6.700 chilometri di costa; per i canoni di concessione vengono incassati 209 milioni di euro l'anno;
le tariffe dei canoni di affitto sulle aree demaniali sono ricavate attraverso l'applicazione del decreto ministeriale n. 342 del 1998, «Regolamento recante norme per la determinazione dei canoni relativi a concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative»;
con questo regolamento si individuano tre aree della costa italiana per l'applicazione dei canoni: fascia A, alta valenza turistica, fascia B, normale valenza turistica, fascia C, bassa valenza turistica;
in tutto il Paese sono applicate le tariffe più basse previste dal decreto ministeriale n. 342 del 1998, quelle a bassa valenza turistica, ovvero 0,72 euro a metro quadro l'anno;
è paradossale che l'Italia del mare e dell'industria turistica possa vedere classificata la propria costa in fascia C, bassa valenza turistica;
se la legge fosse applicata correttamente, lo Stato italiano potrebbe incassare per l'affitto delle sue coste e spiagge circa 1.000 milioni di euro;
secondo fonti del ministero dell'economia e delle finanze, gli affitti delle concessioni demaniali incidono per lo 0,045 per cento, sino ad un massimo dello 0,07 dei loro ricavi; le nostre spiagge sono praticamente date in affitto a prezzi incomprensibilmente bassi;
ad esempio, a Roma uno stabilimento di 5.000 metri quadrati paga 750 euro al mese, mentre all'Isola d'Elba l'importo mensile è di 72 euro per 600 metri quadrati di concessione; questa politica tariffaria ha sottratto allo Stato italiano negli ultimi 4 anni 2.000 milioni di euro;
è chiaro che in Italia nel corso degli anni sul demanio marittimo si sono consolidati privilegi inaccettabili, che hanno portato a realizzare stabilimenti balneari esclusivi che pagano allo Stato cifre irrisorie, spesso meno di quanto un italiano paga di affitto per la propria abitazione;
nel corso degli anni si è consolidato un comportamento da parte di molti gestori di stabilimenti che fanno pagare un biglietto d'ingresso solo per raggiungere il mare, mentre la visibilità del mare è progressivamente diminuita a causa della progressiva privatizzazione dei nostri arenili -:
quali iniziative intenda adottare il Governo per eliminare questa profonda ingiustizia relativa alle tariffe dei canoni di concessioni demaniali e garantire l'accesso ai cittadini che vogliono solo raggiungere il mare senza pagare un ingiustificato biglietto d'ingresso, per restituire la visibilità del mare ai cittadini compromessa dalla progressiva privatizzazione degli arenili italiani.
(3-00036)
ELIO VITO e LEONE. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il necessario proseguimento dell'azione di risanamento della. finanza pubblica non deve basarsi sull'inasprimento di imposte e tasse, come intende fare il Governo, ma sul contenimento della spesa e, in particolare, sull'eliminazione delle spese inutili e clientelari;
tra le prime spese da ridurre ci sono indubbiamente i costi vivi della politica, che, invece, sono in crescita esponenziale a livello centrale, regionale e locale;
costituisce, infatti, secondo gli interroganti, un pessimo esempio di aumento ingiustificato dei costi della politica lo sdoppiamento di diversi ministeri operata dall'attuale Governo e la creazione ex novo di alcuni ministeri senza portafoglio, il che contraddice, tra l'altro, la cosiddetta «riforma Bassanini», varata dalla maggioranza di centro-sinistra, e fa arrivare il numero complessivo degli incarichi governativi fra Ministri, Viceministri e Sottosegretari al livello preoccupante e da guinness dei primati di 102 unità, il che rappresenta un atto fortemente contraddittorio rispetto alla politica di rigore finanziario che il Governo ha annunciato al Paese -:
come si concili l'esigenza di proseguire il risanamento della finanza pubblica con l'aumento a dismisura delle cariche politiche a livello ministeriale, che comporta un aumento evidente di costi, secondo gli interroganti, completamente inutili, e se non ritenga necessario ed urgente, alla luce del quadro della finanza pubblica, che tale orientamento sia rivisto, riconsiderando l'aumento degli incarichi ministeriali e dando, inoltre, un segnale forte e chiaro verso le regioni e le autonomie locali, affinché anch'esse contribuiscano a ridurre i costi della politica.
(3-00037)
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
VI Commissione:
LEO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il comma 174 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, ha previsto che, in caso di mancato rispetto dell'equilibrio economico-finanziario della spesa sanitaria, e in assenza di adozione entro il 31 maggio, da parte delle regioni interessate, dei necessari provvedimenti si applicano, nella misura massima, l'addizionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche e le maggiorazioni dell'IRAP previste dalla vigente normativa;
la scadenza per il versamento del primo acconto d'imposta è ormai prossima (20 giugno per i soggetti con periodo d'imposta coincidente con l'anno solare);
ad oggi non è ancora stato ufficialmente comunicato quali siano le regioni interessate;
in riferimento all'IRAP è necessario chiarire urgentemente se l'aumento previsto dalla citata norma debba essere applicato solo in relazione agli acconti dovuti per il periodo d'imposta 2006 ovvero anche per il saldo 2005, e se la maggiorazione di un punto percentuale prevista dall'articolo 16, terzo comma, del decreto istitutivo dell'imposta debba essere applicata all'aliquota base stabilita nel primo comma del citato articolo ovvero alle aliquote effettivamente deliberate dalle singole regioni interessate;
in relazione all'addizionale regionale all'IRPEF è necessario fornire chiarimenti sull'aliquota applicabile per il periodo d'imposta 2006, al fine di permettere corretti conguagli nei casi di cessazione dei rapporti di lavoro in corso d'anno;
in base all'articolo 10 dello Statuto del Contribuente (legge n. 212 del 2000) i rapporti tra contribuente e amministrazione finanziaria sono improntati al principio della collaborazione e della buona fede e le sanzioni non sono irrogate quando la violazione dipende da obiettive condizioni di incertezza sulla portata e sull'ambito di applicazione della norma tributaria -:
quali urgenti iniziative intenda assumere per risolvere la problematica evidenziata, attivandosi al fine di prevedere se del caso, la non applicazione di sanzioni per insufficiente versamento del primo acconto IRAP purché, in sede di secondo acconto, i contribuenti provvedano a conguagliare l'importo dovuto per l'intero anno.
(5-00019)
GIOACCHINO ALFANO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 5-quinquies del decreto-legge n. 203 del 2005 - così come introdotto dalla legge di conversione 2 dicembre 2005, n. 248 - ha inserito, nel corpo dell'articolo 109 del TUIR, i nuovi commi 3-bis e 3-ter, che prevedono l'indeducibilità, in determinate circostanze, delle «minusvalenze realizzate ai sensi dell'articolo 101 sulle azioni, quote e strumenti finanziari similari alle azioni che non possiedono i requisiti di cui all'articolo 87» nonché - ove si tratti del realizzo di partecipazioni e strumenti finanziari assimilati iscritti nell'attivo circolante - delle «differenze negative tra i ricavi...e i relativi costi»;
a tale riguardo, la VI Commissione Finanze della Camera dei deputati, con parere approvato nella seduta del 26 maggio 2005, ha ritenuto di escludere dall'ambito applicativo della disposizione le operazioni di titoli;
l'Assonime (nella recente circolare n. 13 del 21 aprile 2006) ha affermato che occorre discernere, nell'ambito delle operazioni aventi ad oggetto titoli, quotati, quelle fattispecie in relazione alle quali non sia possibile verificare il regime fiscale del primo cedente;
per le operazioni di offerta pubblica di acquisto sui mercati regolamentati, italiani o esteri, è assolutamente impossibile verificare tale condizione;
la riorganizzazione societaria che consegue per la strutturazione ed il consolidamento finanziario dell'indebitamento generato dall'offerta pubblica di acquisto comporta, spesso, il realizzo di minusvalenze che, in considerazione della impostazione dell'operazione (acquisto per il tramite dell'offerta pubblica di acquisto), non fanno venir meno il requisito della deducibilità del componente medesimo -:
se, proprio per queste loro caratteristiche, le minusvalenze scaturenti dalle operazioni di strutturazione societaria che conseguano alla realizzazione di operazioni di offerta pubblica di acquisto su mercati regolamentati italiani od esteri siano deducibili dalla determinazione del reddito d'impresa nell'esercizio in cui siano realizzati.
(5-00020)
Interrogazioni a risposta scritta:
QUARTIANI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la società Padana Assicurazioni è la compagnia di assicurazione e riassicurazione captive del gruppo ENI che sottoscrive in orma diretta i rischi industriali e non industriali all'interno dell'Italia e dell'Unione europea e in forma indiretta nei paesi non UE;
il presidente della società, in sede di bilancio, il 24 marzo 2006 con lettera agli azionisti ha fatto rilevare il notevole incremento dei costi riassicurativi della OIL - OilInsuranceLtd e rilevanti oneri di passività collegata all'adesione alla stessa OIL, che hanno indotto la società a utilizzare interamente la riserva volontaria di perequazione per l'esercizio 2005;
il bilancio della Padana assicurazioni ha chiuso comunque con un utile 2005 superiore a quello del 2004;
risulta all'interrogante che il gruppo ENI sarebbe in procinto di costituire una nuova compagnia assicuratrice captive con sede a Dublino, la quale potrebbe rilevare tutte le assicurazioni industriali attualmente in portafoglio a Padana assicurazioni;
Padana assicurazioni risulterebbe perciò detentrice delle sole assicurazioni non industriali, insufficienti a garantirne la sopravvivenza, con la conseguente perdita delle professionalità accumulatesi;
non risultando che Padana assicurazioni non sarebbe in grado di soddisfare le esigenze assicurative del gruppo, che trarrebbe giovamento solo in termini di risparmio fiscale dalla costituzione della compagnia suddetta a Dublino;
poiché la società Padana assicurazioni è parte di un gruppo partecipato dallo Stato e sotto la vigilanza del Ministero competente -:
se sia a conoscenza dei fatti summenzionati e quali siano stati o saranno gli atti che intende intraprendere al fine di evitare operazioni che, a giudizio dell'interrogante, creerebbero difficoltà sul piano occupazionale, perdita di risorse fiscali nonché dispersione di professionalità e competenze di settore costituitesi nel tempo nell'ambito del gruppo ENI.
(4-00198)
MINARDO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere -
considerato che da alcune settimane la Montepaschi Serit ha inviato un numero cospicuo di avvisi, a seguito di iscrizione a ruolo, ai contribuenti della provincia di Ragusa per conto dell'Agenzia delle Entrate relativi a imposte sospese per il terremoto del 1990;
ritenuto che si è proceduto all'iscrizione a ruolo e sono state emesse le
cartelle esattoriali senza verificare chi dei contribuenti abbia effettuato i versamenti e chi no;
rilevato, inoltre, che vista la confusione e l'allarme che tutto ciò sta causando la Montepaschi sta inviando ai contribuenti delle lettere nelle quali chiede la produzione dei versamenti relativi agli anni '90, '91 e '92;
considerato, inoltre, che è stato indetto il condono ridotto al 10 per cento dei tributi -:
se il Governo, intende provvedere immediatamente alla verifica per cui l'Agenzia delle Entrate non è in grado di effettuare i dovuti riscontri sulle somme riscosse;
se intende accertare i motivi per cui si è proceduto all'iscrizione a ruolo senza controllare chi abbia effettuato i versamenti (che peraltro risulta essere il 90 per cento dei contribuenti) e perché sono state inviate cartelle esattoriali a tutti senza un accurato accertamento;
se il Governo intende bloccare questo che all'interrogante appare un vero e proprio abuso che sta penalizzando l'utente e le imprese che rappresentano la parte produttiva della nostra società civile e che invece di essere sostenute risultano essere sempre vittime di un modo di agire poco chiaro e distruttivo.
(4-00229)
ZACCHERA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
centinaia di migliaia di risparmiatori italiani hanno dovuto sopportare ingenti perdite legate ai titoli di stato argentini Tangobond;
nella scorsa legislatura più volte ci si è occupati di questa vicenda ed il governo ebbe ad approvare e fare propri numerosi atti parlamentari - alcuni dei quali a firma del sottoscritto - con i quali si richiedevano interventi e provvidenze a favore dei risparmiatori truffati, soprattutto per gli aspetti di carattere sociale legati a queste perdite finanziarie particolari che in più occasioni sottolineavano anche responsabilità del sistema bancario italiano nella collocazione dei titoli;
con la approvazione della legge finanziaria 2006 è stato anche stabilito un «fondo» per la parziale copertura di tali perdite -:
se l'attuale governo intenda o meno proseguire sulla strada del rimborso almeno parziale delle perdite sostenute dai risparmiatori, con quali metodi e fondi finanziari;
quali tempi si ritengono necessari per attivare il predetto fondo e quali saranno le sue caratteristiche.
(4-00231)