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Allegato B
Seduta n. 10 del 13/6/2006
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POLITICHE PER LA FAMIGLIA
Interrogazione a risposta orale:
MIGLIORI e ULIVI. - Al Ministro per le politiche per la famiglia, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
centinaia di famiglie italiane riunite nel Coordinamento Famiglie Adottanti in Bielorussia, chiedono da tempo e nel rispetto delle normative esistenti di poter adottare bambini orfani bielorussi conosciuti, nella maggior parte dei casi, durante i soggiorni periodici in Italia del programma di risanamento da una vita condotta nei territori contaminati dall'esplosione della centrale nucleare di Chernobyl;
a seguito di modifica della normativa bielorussa in merito alle adozioni internazionali nell'ottobre 2004 vengono di fatto fermate tutte le procedure di tali adozioni in corso in Bielorussia, rimandate in Italia coppie in attesa dell'udienza finale in Tribunale, sospesi centinaia di procedimenti già in fase di valutazione e bloccato l'iter di nuove presentazioni di domande di adozione;
durante la passata legislatura, nel dicembre 2005, l'interessamento del Parlamento italiano e la partecipazione diretta della Commissione Parlamentare per l'Infanzia alle trattative ed alle missioni hanno portato a raggiungere un accordo su un nuovo Protocollo bilaterale tra Italia e Bielorussia che avrebbe contribuito in maniera significativa alla riapertura delle suddette procedure adottive tra i due Paesi alla luce della nuova e più restrittiva normativa bielorussa in materia di adozioni internazionali;
il Ministero dell'Istruzione Bielorusso, come accordo preliminare, si impegnava entro il 1o marzo 2006 «ad organizzare» «nei limiti della propria competenza» «l'esame di tutte le pratiche pervenute al Centro prima del mese di ottobre 2004 e di quelle giacenti presso il Centro al momento della sottoscrizione del Protocollo, con la ferma intenzione di rispettare i principi fondamentali della Convenzione de L'Aja del 29 maggio 1993, privilegiando il superiore interesse dei minori e tenendo conto dei legami affettivi che si sono instaurati tra i minori bielorussi e i candidati italiani all'adozione»;
ad oggi, non rispettando la scadenza del 1o marzo 2006, solo poche adozioni sospese sono state portate felicemente a termine e la maggior parte delle richieste vengono respinte sulla base di motivazioni che contrastano con «il superiore interesse dei minori» e non tenendo conto «dei legami affettivi instaurati tra i minori bielorussi e i candidati italiani all'adozione». Non è stato fatto, inoltre, alcun ulteriore passo da parte italiana né per il perfezionamento dei termini dell'accordo né per consentire che vengano presentate nuove domande, successivamente alla data di sottoscrizione del Protocollo -:
se non si reputi opportuno ed urgente un intervento del Governo in merito, a sostegno delle centinaia di coppie italiane che, pur avendo condotto a termine il lungo e faticoso iter che ha portato all'acquisizione dell'idoneità all'adozione internazionale, trovano precluse le condizioni per la prosecuzione delle procedure adottive.
(3-00048)
Interrogazione a risposta scritta:
ANGELA NAPOLI. - Al Ministro per le politiche per la famiglia, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
nell'ottobre del 2004, in conseguenza della modifica della normativa in Bielorussia, sono state fermate tutte le procedure di adozione internazionale in corso in quella Nazione;
sono così rimaste sospese circa centocinquanta procedure di adozione già in fase di valutazione in Bielorussia;
da allora centinaia di coppie italiane che avevano già conferito il mandato agli Enti Autorizzati secondo la normativa italiana, e altre che avevano intenzione di presentarlo nel 2005 hanno visto bloccato l'iter di presentazione delle proprie domande di adozione riguardanti bambini orfani bielorussi, nella maggioranza dei casi conosciuti durante i soggiorni periodici in Italia per il risanamento da una vita condotta nei territori contaminati dalla nube di Chernobyl;
quasi tutti i bambini e ragazzi interessati hanno ormai superato i 10 anni di età e vivono da anni dell'assistenza statale, in istituti, case famiglia o, qualcuno, presso famiglie bielorusse in affido temporaneo;
durante la passata Legislatura, grazie all'interessamento del Parlamento Italiano, nel dicembre 2005 è stato raggiunto un accordo per la sottoscrizione di un Protocollo bilaterale tra Italia e Bielorussia, attraverso il quale viene stabilita la ripresa delle procedure adottive tra le nostre due Nazioni, alla luce delle innovazioni della normativa bielorussa, sostanzialmente più restrittiva in materia di adozioni internazionali;
il citato protocollo bilaterale indica genericamente la data del 1o marzo 2006 come limite entro il quale il Ministero dell'Istruzione Bielorusso si sarebbe dovuto impegnare, nei limiti della propria competenza, ad organizzare l'esame di tutte le pratiche pervenute al Centro prima del mese di ottobre 2004 e di quelle giacenti presso il Centro stesso al momento della sottoscrizione del Protocollo, con la ferma intenzione di rispettare i principi fondamentali della Convenzione de L'AJA del 29 maggio 1993, privilegiando il superiore interesse dei minori e tenendo
conto dei legami affettivi che si sono instaurati tra i minori bielorussi e i candidati italiani all'adozione;
purtroppo, dal dicembre 2005, data di sottoscrizione del citato Protocollo ad oggi, non solo non è stata rispettata la scadenza del 1o marzo 2006, ma solo una manciata delle centocinquanta adozioni sospese è stata portata a termine felicemente;
non sono stati perfezionati i termini dell'accordo in modo tale da consentire l'esame delle domande successive a quelle sospese, riguardanti comunque bambini e ragazzi che per questa adozione attendono ormai da troppi anni -:
se non ritengano necessario ed urgente effettuare adeguati interventi sia per venire incontro alle famiglie italiane che hanno portato a termine il lungo e faticoso iter per acquisire l'idoneità all'adozione internazionale, sia per garantire le centinaia di bambini e ragazzi ad unirsi alle famiglie che li hanno da sempre accolti e per garantire loro il diritto ad un infanzia normale.
(4-00224)