Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 10 del 13/6/2006
AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO
Interrogazione a risposta orale:
POTTINO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
sono in stato di valutazione due progetti di impianti di rigassificazione da insediare nel Golfo di Trieste;
nonostante l'Italia abbia un'evidente necessità di aumentare la propria indipendenza energetica, e la strada dei rigassificatori è senza dubbio una di quelle percorribili, ciò deve avvenire in contesti idonei, che tengano sempre in prioritaria considerazione la salvaguardia dell'ambiente, della salute, della sicurezza dei cittadini e del turismo e siano compatibili con l'economia locale;
i sopraccitati progetti sono stati presentati da due società spagnole, rispettivamente la Gas Natural e l'Endesa, quest'ultima già proprietaria della centrale elettrica di Monfalcone;
a quanto risulta all'interrogante tra i due progetti in itinere, sembra avanzare più celermente quella di Endesa, il cui presidente si è incontrato di recente con il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy, e si è detto poi convinto di ottenere l'autorizzazione del progetto entro nove mesi;
tale ottimismo può essere alimentato dal fatto che i vertici di Friulia, nominati proprio dal presidente Illy, hanno annunciato l'ingresso (con il 10 per cento) della società finanziaria regionale nella società per la realizzazione dell'impianto ed il presidente stesso ha più volte rilasciato dichiarazioni che, limitandosi al mero aspetto economico-finanziario e al generico richiamo al bisogno di energia e senza entrare nel merito, sembravano favorevoli al terminal Endesa;
l'impianto di Endesa, una sorta di ecomostro alto oltre 30 metri e lungo più di 200 metri, dovrebbe sorgere non in posizione defilata ma in mezzo ad un golfo chiuso e stretto, come quello di Trieste, creando un impatto visivo, ambientale e turistico, che è facilmente immaginabile, tanto che, a quanto risulta all'interrogante, persino le popolazioni di Monfalcone, Grado e Duino e di località balneari come Lignano stanno esprimendo tutta la loro preoccupazione ed indignazione e così anche la vicina Slovenia che ha espresso timori per il futuro del suo turismo;
a ciò si aggiungono le preoccupazioni, più che giustificate, legate ai danni che il traffico di navi gasiere in arrivo e in partenza provocherebbe alle attività portuali e, soprattutto, a quel settore della nautica da diporto che è in forte espansione e sta diventando importante realtà economica in Friuli Venezia Giulia;
a giudizio dell'interrogante, tale situazione denota una posizione contraddittoria della giunta regionale del Friuli Venezia Giulia che da un lato dichiara di voler incentivare il turismo e dall'altro sembra invece voler compromettere ogni vocazione di sviluppo del settore con scelte che rischierebbero di trasformare il Friuli Venezia Giulia in polo energetico -:
quale sia la posizione del Ministro in merito al progetto del rigassificatore che la società Endesa chiede di realizzare che, peraltro, si troverebbe ad appena una decina di chilometri dal parco naturale dell'Isola della Cona.
(3-00034)
Interrogazioni a risposta scritta:
CONTENTO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
il fenomeno della così detta «rogna sarcoptica» è purtroppo ben noto nell'intero arco alpino europeo, stante che focolai di questo morbo sono segnalati in tutti gli Stati confinanti al territorio nazionale;
tutti i Parchi nazionali e regionali che si affacciano sul suddetto arco alpino sono in stato di allerta per un'eventuale estensione del morbo, potenzialmente in grado di decimare le colonie di stambecchi e di camosci presenti ad alta quota;
si rende, quindi, necessario un forte impegno di questo dicastero al fine di scongiurare l'eventualità di un peggioramento dell'epidemia in atto -:
se sia in grado di definire in quali precise aree del territorio nazionale siano già stati segnalati casi di «rogna sarcoptica» e in quale percentuale abbiano colpito le locali colonie di ungulati;
se sia in grado di prevedere il reale impatto che tale epidemia, una volta terminata, avrà sul patrimonio faunistico nazionale e se il morbo risulti effettivamente in espansione;
quali rimedi abbia posto (o intende porre) in essere per arginare il fenomeno in parola.
(4-00191)
ZANELLA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
nel contesto della realizzazione del metanodotto Porto Viro-Cavarzere-Minerbio - collegamento del Terminale GNL off shore prospiciente Porto Levante alla stazione di misura di Cavarzere - valutazione di incidenza ex decreto del Presidente della Repubblica 357/1997, sono attualmente in corso i lavori di realizzazione del progetto definitivo di cui all'oggetto che interessano importanti siti di interesse comunitario e zone di protezione speciale siti nel Delta del Po tutelati dal decreto del Presidente della Repubblica 357/1997 e dalla direttiva 92/43/CEE e 79/409/CEE;
i lavori di realizzazione del terminale GNL e del gasdotto sono oggetto di reclamo da parte dell'Amministrazione provinciale di Rovigo alla Commissione Europea (reclamo n. 2005-4128) che risulta aver recentemente inviato all'Italia una lettera di messa in mora per possibile violazione dell'articolo 6 della direttiva 92/43/CEE;
tali lavori, distribuiti in non meno di otto cantieri operanti contemporaneamente, hanno comportato tra l'altro la realizzazione di terrapieni di circa 2.000 metri quadrati anche all'interno di aree vallive, con sottrazione di superfici umide, soppressione di elementi vegetazionali di elevato pregio, disturbo diretto dell'avifauna protetta;
il tutto con gli effetti di alterazione e distruzione degli habitat tutelati, interessati anche dalla presenza di specie prioritarie nel periodo di nidificazione dell'avifauna; il mancato insediamento di popolazioni storiche di specie ornitiche protette è già documentato -:
se, in relazione al suddetto sia stata espressa la prescritta valutazione dell'autorità competente, previa acquisizione del parere dell'Ente Parco interessato, oltre che dell'eventuale parere della Commissione UE previsto dall'articolo 5, comma 9, del decreto del Presidente della Repubblica 357/1997;
se sia stato o meno sollecitato e verificato il rispetto della procedura prescritta dal decreto del Presidente della Repubblica 357/1997 in relazione agli obiettivi di conservazione dei SIC e ZPS interessati e delle specie prioritarie, in particolare nel periodo di nidificazione;
se non si ritenga necessario esercitare e sollecitare con urgenza i controlli di competenza, nonché i conseguenti poteri-doveri interdittivi e sospensivi dei lavori onde evitare ulteriori gravissimi danni ambientali alle aree SIC e ZPS del Delta del Po.
(4-00205)
ZANELLA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
come riportato dal quotidiano la Nuova Venezia del 7 giugno 2006, e denunciato
dal WWF, a Malamocco, a ridosso del molo Nord della bocca di porto, un'area di vaste dimensioni, un ettaro circa, è stata sommersa da tonnellate di fango e cemento;
da tempo l'attività del Consorzio Venezia Nuova, responsabile dell'accaduto, è criticata per l'inadeguatezza degli interventi compiuti nel delicatissimo contesto lagunare, in questo caso il cantiere in questione, che il Consorzio definisce «atto aggiuntivo», è a ridosso di un'area protetta, l'area Sic degli Alberoni, e non risulta nei progetti presentati -:
la ragione per cui lavori di tale portata siano eseguiti senza un regolare progetto esecutivo approvato;
se non si ritenga di dover intervenire urgentemente per verificare la legalità e i possibili effetti di questo cantiere.
(4-00206)
BRANDOLINI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
l'applicazione del comma 8 dell'articolo 212 decreto legislativo 152/2006 (delega ambientale, iscrizione all'albo gestori ambientali) sta creando una situazione di grave ed inaspettata difficoltà per gli agricoltori della Regione Emilia-Romagna;
tra molte delle Province emiliano-romagnole e le associazioni degli agricoltori sia stato da tempo sottoscritto un accordo di programma che prevede la consegna ai centri di raccolta di tutti i rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, purché in quantità inferiore ai 30 chilogrammi o litri;
l'applicazione del decreto legislativo 152/2006 impone invece, a tutti coloro che smaltiscono quantità anche inferiori ai 30 chilogrammi o litri, l'obbligo di iscrizione all'albo gestori ambientali, con un assurdo aggravio di costi, obblighi burocratici e tempi a carico delle nostre imprese agricole;
l'obbligo di iscrizione all'albo gestori ambientali non tiene in alcun modo conto né della possibilità di organizzare lo smaltimento dei rifiuti in modo rispettoso dell'ambiente - attraverso le strutture di raccolta locali - né dell'età anagrafica avanzata di molti dei nostri agricoltori, che certamente vedrebbero così aumentare le proprie difficoltà di gestione -:
quali siano le valutazioni su questa assurda situazione, e se intenda attivarsi per una rapida modifica del Decreto legislativo.
(4-00228)