Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 10 del 13/6/2006
TESTO AGGIORNATO AL 14 FEBBRAIO 2007
...
INTERNO
Interrogazioni a risposta orale:
FABRIS. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto apparso sulla stampa nazionale, nella città di Vicenza è presente
una situazione di forte disagio a causa della carenza del numero di auto attualmente assegnate alle forze di polizia;
detto disagio è stato denunciato dal sindacato di polizia SAP;
in particolare, presso laquestura di Vicenza, sono state assegnate quattro nuove moto senza che vi sia stato alcun intervento proteso ad aumentare il numero delle autovetture attualmente disponibili;
secondo quanto apparso sulla stampa nazionale, sarebbero solo quattro le Fiat (Marea) disponibili per la sezione volanti della questura di Vicenza;
già con la legge finanziaria 2005 erano state ridotte sensibilmente le spese destinate ad allargare il parco-automezzi della questura di Vicenza;
in particolare, per detto parco-automezzi, che comprende anche il commissariato di Bassano e la prefettura di Vicenza, era stata stanziata una somma fra i 7 e gli 8.000 euro per tutto il primo semestre 2005, mentre per il dipartimento di polizia stradale è stato impiegato per tutto il primo semestre 2005 uno stanziamento pari a 1.000 euro;
lo scorso anno il ministero dell'interno ha stanziato 128 milioni di euro in meno per le forze di polizia (da 7.365 a 7.237 milioni di euro), pari a circa 1,76 per cento di riduzione;
scorporando le risorse per singole voci di spesa, ne era venuto fuori un quadro dei tagli devastante per le forze di sicurezza -:
quali iniziative saranno assunte dal Governo per consentire alle forze di polizia della provincia di Vicenza in particolare, e delle altre province del Veneto in generale, di fruire di fondi che possano essere adeguatamente impiegati nei settori della logistica, vale a dire il settore riguardante gli autoveicoli e i mezzi operativi;
se rientri fra gli intendimenti del Governo adottare provvedimenti urgenti al fine di assicurare adeguate risorse al settore della logistica della forza pubblica di sicurezza presente nella provincia di Vicenza.
(3-00031)
BUONTEMPO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro per le politiche giovanili e le attività sportive. - Per sapere - premesso che:
in data 6 giugno 2006 un gruppo composto da sei giovani è penetrato in un istituto tecnico di Ostia, sul litorale di Roma, per compiere una spedizione punitiva contro uno studente presente nella scuola, hanno portato a termine il pestaggio della vittima nell'assenza di insegnanti o personale di controllo, allontanandosi poi dall'edificio pubblico indisturbati come erano venuti, a bordo di un'auto e di un motorino con i quali avevano liberamente avuto accesso all'interno del perimetro dell'istituto;
da notizie raccolte dall'interrogante risulta che si tratta di una delle tante imprese di una banda basata in una piazza di Ostia e dedita in modo abituale alla rapina di cellulari e piccoli valori ai danni dei visitatori di una zona di intrattenimento con cinema multisala, tanto da essere noti nella popolazione giovanile come una minaccia costante e perniciosa;
lo stesso giorno, a Milano, la polizia ha portato a termine un'operazione di repressione del fenomeno delle bande giovanili violente con l'esecuzione di decine di arresti. Le bande di cui erano membri quei giovani criminali si erano rese colpevoli di furti, rapine, risse, minacce ed estorsioni;
in provincia di Napoli due minori sono stati arrestati perché, armati di bastoni, hanno aggredito un giovane in un sottopassaggio della Circumvesuviana, per rapinargli il telefonino e 50 euro;
a Vibo Valentia, sempre il 6 giugno, i Carabinieri hanno bloccato un diciassettenne
in possesso di un'arma da guerra, a bordo di una moto condotta da un altro giovane;
nella stessa giornata le forze dell'ordine fermavano, ma non hanno potuto arrestare in osservanza alle leggi, una piccola ladra, di soli 11 anni, professionista del furto nei negozi e negli appartamenti, nota da tempo, più volte fermata per lo stesso tipo di reato;
se queste sono le imprese compiute in un solo giorno da gruppi di giovani, o singoli, organizzati per compiere reati, appare evidente che, pur se in grado di compiere episodici arresti e retate, le forze dell'ordine non hanno ricevuto dal legislatore strumenti adeguati per combattere la diffusione della devianza giovanile e che le istituzioni educative e i servizi sociali sono gravemente manchevoli nella funzione di vigilanza, prevenzione e contrasto dei comportamenti criminali dei giovani -:
quali iniziative si intendano assumere:
per potenziare con l'adeguamento della normativa la capacità delle forze dell'ordine di reprimere la diffusione della devianza minorile;
per provvedere alla tutela dell'ordine pubblico, per la tutela della proprietà privata e per la sicurezza dei cittadini esposti alle conseguenze dell'incapacità di molte istituzioni di proteggere ed educare i giovani che gli sono affidati.
(3-00033)
LARATTA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a seguito delle elezioni amministrative del 28-29 maggio 2006, è risultato eletto sindaco del comune di Varapodio (Reggio Calabria) Orlando Fazzolari, al suo terzo mandato;
l'articolo 51 comma 2 TUEL 267/2000 recita che: «chi ha ricoperto per due mandati successivi la carica di sindaco e di presidente della provincia non è, allo scadere, del secondo mandato immediatamente rieleggibile alle medesime cariche;
vi è giurisprudenza uniforme nel merito del divieto di terzo mandato;
le pronunce d'accoglimento relativamente ai ricorsi - presentati per il caso del sindaco Elio Ottino di Salerano Canavese (Torino) - attengono a vizi procedurali;
con sentenza n. 11895 depositata il 20 maggio 2006 I Sez. Civ. - la Cassazione ha ritenuto - in merito al divieto di terzo mandato - che: «...secondo il contenuto precettivo di tale disposizione (cfr. articolo 51 comma 2 c. TUEL 267/200), emergente dal suo chiaro ed univoco tenore letterale, la condizione di fatto ivi indicata rappresenta causa tipizzata d'ineleggibilità originaria alla carica di sindaco, preclusiva non già della candidabilità bensì della eleggibilità del soggetto che versi in essa, siccome reputata ostativa all'espletamento del terzo mandato consecutivo...
...La disposizione contenuta nella norma citata, dato il suo contenuto precettivo, pone infatti un divieto di elezione al terzo incarico consecutivo che contiene in sé la sanzione in caso di sua violazione, che non può essere rappresentata, ove l'elezione venga nondimeno convalidata, dalla declaratoria di decadenza. Milita in tal senso proprio la lettura sistematica delle disposizioni del TUEL in materia di ineleggibiltà, il cui coordinamento va cercato nella ratio che le sorregge e non certo nella loro collocazione formale all'interno del testo normativo...»;
la portata precettiva della regola del divieto si desume dagli stessi lavori preparatori della legge n. 81/93, il cui articolo 2 comma 2, recepito nella norma del TUEL in esame, «...introdusse il limite di cui si discute per favorire il ricambio ai vertici dell'amministrazione locale ed evitare la soggettivizzazione dell'uso del potere dell'amministratore locale in modo da spezzare il vincolo personale tra elettore ed eletto per sostituire alla personalità del comando l'impersonalità di esso ed evitare clientelismo»;
vi è l'urgenza di un ripristino immediato della legalità, per dare certezza e fiducia alla maggioranza dei cittadini - elettori, il 55,42 per cento dei quali ha votato per altre due liste civiche in alternativa al sindaco uscente (42,25 per cento) -:
quali iniziative intenda adottare nell'ipotesi in cui il consiglio comunale di Varapodio (Reggio Calabria) convalidi l'elezione del Fazzolari, in violazione dell'articolo 51 comma 2 TUEL 267/2000.
(3-00050)
Interrogazione a risposta in Commissione:
FOTI e GIORGIO CONTE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
è in corso da anni una vertenza giudiziaria tra la Parrocchia di Vicobarone di Ziano Piacentino ed i proprietari di un vecchio fabbricato prospiciente una strada (iscritta nell'Elenco delle strade di uso pubblico fin dalla seconda metà dell'800) concernente il diritto dei parrocchiani di percorrere la stessa per recarsi alla chiesa parrocchiale;
la vertenza giudiziaria dovrebbe essere decisa a breve dal Tribunale civile di Piacenza;
tempo fa, i proprietari della casa di cui trattasi hanno ostruito il passaggio sia pedonale che veicolare sulla strada in questione;
con due distinte ordinanze (entrambe portate ad esecuzione coattivamente dall'Ufficiale giudiziario) il Tribunale civile di Piacenza ha ordinato la rimozione degli ostacoli al passaggio posti sulla strada in parola, per una ampiezza minima superiore, lungo tutta la strada, a metri 2,50;
proprio alla vigilia dell'emissione del primo provvedimento del Tribunale di Piacenza è stato dalla proprietà della casa più volte citata sollecitato l'intervento dei Vigili del fuoco di Piacenza, il cui Comando ha disposto il transennamento di larga parte del sagrato della chiesa parrocchiale, sulla base dei pericoli di crollo segnalati dalla proprietà interessata;
il transennamento è stato poi rafforzato (ed anche allargato) dal Comune di Ziano;
il transennamento disposto dai Vigili del fuoco e dal Comune di Ziano investe una proprietà privata (parrocchiale) diversa da quella dell'immobile dal quale proverrebbero pericoli di crolli ed è tale da inibire anche il solo passaggio pedonale per accedere alla chiesa parrocchiale, così che - di fatto - Vigili del fuoco e Comune hanno preventivamente messo nel nulla il provvedimento di riapertura della strada disposto dal Tribunale;
il transennamento che qui interessa è stato disposto addirittura alla fine dello scorso maggio e non risulta ad oggi ancora adottato alcun provvedimento - né contingibile, né definitivo - ad opera delle competenti Autorità, e questo sia sulla base del Testo Unico enti locali che del Codice della strada -:
se i fatti di cui sopra siano noti al Ministro interrogato e, conseguentemente, quali iniziative intenda assumere affinché i Vigili del fuoco di Piacenza, il Comune di Ziano e il Prefetto della provincia adottino i provvedimenti dovuti, ponendo così fine ad una vicenda che, per la sua esemplarità, e singolarità perfino grottesca, mina alla base - a giudizio dell'interrogante - ogni fiducia nelle istituzioni, atteso che autorità pubbliche hanno posto di fatto nel nulla provvedimenti del Tribunale salvo poi rimanere inattive, in siffatta situazione, da più di un mese.
(5-00021)
Interrogazioni a risposta scritta:
DILIBERTO e PAGLIARINI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle riforme e le
innovazioni nella pubblica amministrazione. - Per sapere - premesso che:
in data 27 aprile 2006 è stato emanato un decreto ministeriale da parte dei succitati Ministeri riguardante la deroga agli articoli 2 e 17 del decreto legislativo n. 66 dell'8 aprile 2003, concernente alcuni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro che, in particolare, classifica e considera alcuni servizi del comparto della vigilanza privata, quali servizi di sicurezza sussidiaria per i quali è ammissibile l'applicazione dell'articolo 2, comma 2 del decreto legislativo n. 66 stesso;
visto che lo spirito del decreto legislativo n. 66 è nel senso di prevedere deroghe solo in caso di eventi eccezionali ed imprevedibile così come recita il punto f) dell'articolo 17 con riferimento «a fatti dovuti a circostanze estranee al datore di lavoro, eccezionali e imprevedibili o eventi eccezionali, le conseguenze dei quali sarebbero state comunque inevitabili malgrado la diligenza osservata» e il punto g) «in caso di incidente o di rischio di incidente imminente»;
considerato che lo stesso decreto ministeriale prevede per i lavoratori della vigilanza privata lo svolgimento di compiti di sicurezza sussidiaria, appare evidente il tentativo di aumentare in modo consistente l'orario di lavoro ordinario ritenendo normali anche turni di 12 ore continuate. Ciò determina non solo un attentato all'incolumità psico-fisica del lavoratore, ma conseguentemente anche una minore recettività che metterebbe a repentaglio la sicurezza di tutti -:
se non ritenga opportuno il superamento di detto decreto in quanto lo stesso si pone in stridente contrasto con la volontà del legislatore di garantire e tutelare la qualità della vita dei lavoratori.
(4-00189)
SGOBIO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 17 ottobre 2005 l'interrogante presentava al ministro in indirizzo l'atto di sindacato ispettivo n. 4/17312 con il quale sottoponeva allo stesso Ministro quanto di seguito specificato;
non avendo il Ministro risposto all'interrogante sulla vicenda si espone quanto segue;
il signor Roberto Fenili ricopre contemporaneamente la carica di consigliere comunale del Comune di Roccastrada (Grosseto) e quella di consigliere delegato della confraternita Misericordia di S.S. Annunzia;
l'associazione di volontariato Misericordia di S.S. Annunziata svolge attività di assistenza anche attraverso la propria casa di riposo dotata di autonomia gestionale e finanziaria e convenzionata con l'Asl 9, di cui il consigliere Fenili risulta essere rappresentante legale;
l'articolo 60 del decreto legislativo n. 267 del 2000, prevede la ineleggibilità a consigliere comunale dei legali rappresentanti e dei dirigenti delle strutture convenzionate (ex articoli 43 e 44 della legge n. 833 del 1978 istitutiva del servizio sanitario nazionale) per i Consigli del Comune il cui territorio coincide con quello dell'azienda sanitaria nazionale locale con cui sono convenzionati;
la confraternita Misericordia di S.S. Annunziata, infatti, pur traendo origine da un associazione senza fini di lucro, è ente dotato di propria autonomia, che, in virtù del rapporto in convenzione, eroga assistenza sanitaria per conto del Servizio sanitario nazionale, e come tale rientra tra quelle strutture espressamente previste dal combinato disposto con gli articoli 43 e 44 della legge n. 833 del 1978;
il 31 gennaio 2003 il ministero dell'interno invitava la prefettura di Grosseto a far esperire al Comune di Roccastrada la procedura ex articolo 69 del decreto legislativo n. 267 del 2000 di verifica della regolarità dei titoli di appartenenza dei
propri componenti e della causa ostativa all'espletamento del mandato elettivo del signor Fenili;
l'amministrazione comunale di Roccastrada nel settembre del 2003 deliberò a maggioranza che non esistevano i presupposti per l'ineleggibilità ed incompatibilità tra le due cariche del Fenili, ignorando il citato parere in materia già espresso dal ministero dell'interno nel gennaio del 2003, adducendo a giustificazione della mancata decadenza il parere confortante del segretario comunale di Roccastrada;
la Casa di riposo Misericordia, essendo convenzionata con la Asl n. 9, dipende economicamente dal comune di Roccastrada, pertanto le cariche di controllore (consigliere comunale) e controllato (rappresentante legale) in capo alla stessa persona, nella fattispecie il signor Fenili, possono creare conflitti e conseguenze facilmente immaginabili, come appalti poco trasparenti, assunzioni clientelari, eccetera;
il ministero dell'interno riferisce che si registrano, con crescente frequenza, iniziative di enti locali rivolte a introdurre, con richiamo all'articolo 67 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali), deroghe alle cause di ineleggibilità e di incompatibilità previste dagli articoli 60 e 63 dello stesso decreto;
la deroga assume talora una valenza assai ampia, come avviene, ad esempio, quando viene stabilita con norme regolamentari o statutarie così formulate: «i componenti del consiglio comunale possono essere nominati o designati quali rappresentanti del Comune presso enti, aziende e istituzioni, anche in deroga alla disciplina di cui all'articolo 63 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, come previsto dall'articolo 67 dello stesso decreto»;
il ministero dell'interno, esprimendo dubbi sulla legittimità di tali determinazioni, e sostenendo che l'esimente di cui al citato articolo 67 può essere disposta per incarichi e funzioni specifiche e deve trovare fondamento in concrete esigenze di interesse generale collegate all'esercizio del mandato elettivo, ha chiesto il parere al Consiglio di Stato sulla portata applicativa della esimente di cui al citato articolo 67, alle cause ostative disciplinate dagli articoli 60 e 63 del citato decreto legislativo n. 267 del 2000;
al riguardo, il Supremo Consesso, nel parere reso nell'adunanza del 10 novembre 2004, si è presso rilevando, in via preliminare, che le cause di ineleggibilità e di incompatibilità stabilite dagli articoli 60 e 63 sono la risultante di una valutazione comparata di valori costituzionalmente rilevanti: da un lato, il diritto di accesso alle cariche elettive, che l'articolo 51 della Costituzione garantisce a tutti i cittadini «in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge», dall'altro, l'esigenza di assicurare la genuinità della competizione elettorale (per le cause di ineleggibilità) ed il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione pubblica (per le cause di incompatibilità);
il risultato di queste valutazioni, traducendosi in prescrizioni che incidono sul diritto di elettorato passivo o sul diritto degli eletti a svolgere il loro mandato, ricadono nell'ambito di previsione dell'articolo 51 della Costituzione, secondo il quale «tutti i cittadini... possono accedere... alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge»;
secondo quest'ultimo, visto che l'articolo 67 del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267 prevede che non costituiscono cause di ineleggibilità e di incompatibilità gli incarichi e le funzioni conferite ad amministratori del comune, della provincia e della circoscrizione previsti da norme di legge, statuto o regolamento in ragione del mandato elettivo;
in tale contesto si colloca l'articolo 67 del decreto legislativo n. 267 del 2000 in relazione al quale il Consiglio di Stato ha posto in rilievo come non possa consentirsi
che la fonte secondaria determini l'inefficacia di impedimenti definiti in modo puntuale e concreto dal legislatore;
ad una prima lettura la norma sembrerebbe riconoscere alla legge e alle fonti normative secondarie (statuti, regolamenti) una eguale capacità di rimuovere gli impedimenti previsti dagli articoli 60 e 63 del decreto legislativo n. 267 del 2000;
una simile interpretazione, tuttavia, non si concilia con il citato articolo 51 della Costituzione che, assoggettando alla riserva di legge la definizione dei requisiti per accedere e mantenere le cariche elettive, non consente alle fonti secondarie di intervenire nella materia elettorale in modo autonomo e diretto;
senza considerare che se fosse lasciato alla discrezionalità degli enti locali di stabilire autonomamente le deroghe alla ineleggibilità e all'incompatibilità risulterebbe eluso anche il fine, voluto dallo stesso articolo 51 della Costituzione, di assicurare a tutti i cittadini «condizioni di eguaglianza» nell'accesso alle cariche elettive;
il Consiglio di Stato ha concluso il suo parere dichiarando: «Alle considerazioni che precedono si aggiunge, pertanto, per le determinazioni adottate dagli enti locali dopo la riforma, una ulteriore e più incisiva ragione di illegittimità, poiché la materia elettorale, che resta coperta da riserva di legge, costituisce ora un settore del tutto precluso alla potestà regolamentare e statutaria degli enti locali» -:
se dopo quanto espressamente chiarito dal Consiglio di Stato con il sopra citato parere n. 10166 del 2004, non ritenga dover intervenire attraverso le competenti autorità periferiche per richiamare l'ente locale interessato ad espletare la verifica in premessa e dichiarare la ineleggibilità del signor Roberto Fenili, e quindi la sua incompatibilità all'espletamento del mandato elettivo.
(4-00190)
FOTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Comune di Sassuolo, in provincia di Modena, è al centro della cronaca oramai da diverso tempo a seguito della situazione di degrado e di illegalità determinata dalla presenza di un consistente numero di immigrati clandestini che la fanno da padroni, occupando abusivamente immobili abbandonati o facendosi ospitare presso connazionali, compiacenti o costretti con la minaccia a farlo;
l'estrema criticità della situazione dell'ordine e della sicurezza pubblica nella zona in questione, e in particolare nel quartiere Braida, trova conferma nel quotidiano «bollettino di guerra» che le Forze dell'Ordine lì impegnate sono costrette a stendere periodicamente;
le operazioni straordinarie disposte dall'Autorità di Pubblica Sicurezza il 21 marzo e il 9 maggio, al di là dei significativi risultati conseguiti sia sotto il profilo della prevenzione che della repressione di attività illecite, non possono, né debbono, essere ritenute esaustive, atteso che solo attraverso un monitoraggio continuo dell'area in questione ed una costante attività di prevenzione e repressione sarà possibile ristabilire le condizioni per un comune vivere civile -:
se e quando verrà installato il sistema di videosorveglianza che consentirà al locale commissariato di Pubblica Sicurezza e alla locale Stazione dei Carabinieri un controllo più efficace del territorio;
se sia prevista e in quali tempi l'assegnazione di nuovo personale della Polizia di Stato al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Sassuolo, provvedimento indispensabile per contribuire a rimuovere una situazione di gravissima insicurezza che la popolazione non può più ulteriormente tollerare.
(4-00194)
GREGORIO FONTANA e JANNONE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
dopo oltre tre anni di attese dovute a problemi burocratici, lunedì 29 maggio
2006 è diventata operativa la caserma dei Vigili del Fuoco di Dalmine (Bergamo);
la nuova caserma è situata in una posizione geografica strategica, a poche centinaia di metri dal casello dell'autostrada A4 e dallo svincolo tra le ex statali 525 del Grembo e 470 Villa D'Almè- Dalmine;
la nuova caserma ha competenza su 38 comuni tra l'Isola e la Bassa bergamasca;
la nuova caserma, assieme a due nuove caserme permanenti - la cui realizzazione è prevista a Cologno (Bergamo) ed a Trescore (Bergamo) - rientra nel piano ministeriale «Italia in venti minuti» che prevede la localizzazione ragionata di sedi di vigili del fuoco, in modo da garantire interventi entro i venti minuti in tutta la Penisola;
all'interno della nuova caserma mancano le essenziali attrezzature (telefoni e luce compresi) per lo svolgimento delle principali attività di soccorso;
l'attuale organico è composto solamente da 6 vigili del fuoco (anziché i 28 previsti) che possono coprire soltanto la metà delle ore giornaliere (dalle ore 8.00 alle ore 20.00);
la provincia di Bergamo è la decima provincia in Italia per densità di popolazione, e la quinta per la presenza di industrie ad alto rischio;
nel 2003 il ministero dell'interno fornì il numero adeguato di unità alla nuova caserma di Dalmine (per poi ritirarlo in quanto la costruzione della struttura non era ancora ultimata);
la caserma, appena inaugurata, il 17 giugno 2006 rischia di dover chiudere -:
se è confermato che il 17 giugno 2006 la nuova caserma chiuderà;
se il Ministro, con i poteri che gli sono propri, non ritenga importante mantenere aperto il presidio di Dalmine situato in una zona altamente strategica;
quali iniziative il Ministro intenda intraprendere per assicurare la piena operatività alla nuova caserma dei vigili del fuoco di Dalmine;
entro quali tempi e quali siano i progetti del ministero in ordine alla realizzazione delle nuove caserme di Cologno e Trescore.
(4-00199)
FOTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
si registra una crescita esponenziale degli episodi di violenza e dell'attività di spaccio di stupefacenti nell'area compresa tra la stazione di Parma e il Palazzo della Pilotta, con condivisibili rimostranze da parte dei cittadini che abitano nella zona e che reclamano il ritorno ad una situazione di legalità, da tempo inesistente;
in particolare l'area di Via Verdi e dintorni, così come risulta anche da notizie riferite dalla stampa locale (da ultimo, si veda la Gazzetta di Parma del 4 giugno 2006, pagina 9), subisce da alcuni mesi l'azione della micro criminalità: vetrine dei negozi e automobili danneggiate, furti tentati o riusciti, minacce ai comuni cittadini;
i Voltoni del Guazzo, poi, si sono trasformati in una specie di supermarket degli stupefacenti, con un'attività di spaccio attiva 24 ore su 24;
l'attività di contrasto di dette attività criminali da parte delle Forze dell'Ordine, ancorché meritoria, necessita di essere potenziata, anche attraverso un invio temporaneo di personale a supporto di quello attualmente in servizio -:
se i fatti qui rappresentati siano noti al Ministro interrogato e quali iniziative intenda assumere per porre fine ad una situazione non più ulteriormente tollerabile, che mette a serio rischio la sicurezza e l'incolumità degli abitanti della zona più sopra indicata.
(4-00202)
ROTONDO, LONGHI, PETTINARI, LOMAGLIO, DE SIMONE, DIOGUARDI, BARATELLA e DE ZULUETA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della solidarietà sociale. - Per sapere - premesso che:
come avviene da diversi anni, alla fine di aprile scorso numerosi lavoratori stagionali immigrati sono giunti in località di Cassibile, a pochi chilometri da Siracusa per partecipare alla raccolta delle patate e di altri ortaggi che si svolge nelle campagne della Sicilia sud-orientale;
in mancanza di alloggi e di qualsiasi idonea struttura di accoglienza messa a disposizione dai loro datori di lavoro, gli immigrati si sono stabiliti in un terreno agricolo sito nelle vicinanze della vecchia caserma di Cassibile, dove hanno installato numerose tende, per lo più di fortuna, costruite con teloni di plastica, cartone, paglia e altro materiale di scarto e hanno vissuto per giorni sprovvisti di servizi igienici, acqua, gas e elettricità;
per affrontare le gravi condizioni di degrado venutesi a creare nell'accampamento già agli inizi di maggio, sono intervenuti i volontari di Medici Senza Frontiere i quali hanno fornito assistenza medica e igienico-sanitaria, hanno ripulito il terreno dai rifiuti e vi hanno installato latrine e docce da campo;
gli operatori di altre associazioni umanitarie e di tutela degli immigrati di Siracusa sono intervenuti per offrire sostegno e conforto agli immigrati;
attualmente i lavoratori immigrati stagionali che risiedono in Cassibile sono circa 350, tutti maschi, in prevalenza nord-africani (ma vi sono anche numerose persone provenienti dai paesi dell'Africa Sub-Sahariana come sudanesi, liberiani, nigeriani, eritrei), in parte sprovvisti di titolo di soggiorno;
80 immigrati, da qualche giorno, hanno trovato sistemazione in un casolare sito sempre in Cassibile, la cui gestione è stata affidata dalla Prefettura all'associazione «Alma Mater»;
gli immigrati vengono impiegati nelle aziende agricole del siracusano per la raccolta della patata e da informazioni assunte risulta che lavorino mediamente 4 giorni la settimana per 10 ore al giorno, con un compenso che varia dai 20 ai 40 euro e che il loro reclutamento avvenga ogni mattina intorno alle 4.00, nella piazza di Cassibile, mediante il sistema del «caporalato»;
gli immigrati- anche quelli muniti di regolare titolo di soggiorno - svolgono l'attività lavorativa senza un contratto di lavoro e sono totalmente privi delle garanzie di sicurezza, previdenza e assistenza sociale previste dal Testo unico sull'immigrazione e dalle norme vigenti in materia di disciplina del lavoro e di previdenza sociale;
in occasione della presentazione del recente Rapporto annuale, l'organizzazione Medici Senza Frontiere ha denunciato l'estremo stato di degrado in cui vivono, ormai da diversi anni, i lavoratori immigrati stagionali che giungono in Cassibile nei mesi di aprile, maggio e giugno, gravemente lesivo della loro dignità e dei diritti della persona;
i volontari di MSF, insieme alle altre associazioni hanno ripetutamente invocato l'intervento delle Istituzioni locali (Comune, Provincia, Prefettura, Protezione civile) per fronteggiare la situazione senza ottenere alcuna risposta concreta;
la presenza di un numero così massiccio di immigrati in condizione di precarietà rischia di creare forti tensioni con la popolazione locale e con gli stessi immigrati che risiedono stabilmente in Cassibile;
la notte del 29 maggio 2006, nel corso di un'operazione condotta dagli agenti della Questura di Siracusa, sono stati fermati 135 immigrati: nei confronti di 13, rinvenuti senza permesso di soggiorno, è stato emesso decreto di espulsione; mentre 9, che in precedenza erano stati destinatari di un provvedimento di espulsione e non avevano ottemperato l'ordine del Questore
di lasciare il territorio nazionale, sono stati arrestati e processati per direttissima;
nessun provvedimento, invece, pare sia stato adottato nei confronti dei datori di lavoro che impiegano i lavoratori stagionali immigrati né di coloro che provvedono al loro reclutamento;
il 4 giugno numerose baracche sono state incendiate, presumibilmente dolosamente, con gravi rischi per l'incolumità della comunità di lavoratori stranieri ivi alloggiata;
ai sensi dell'articolo 24, comma 5 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico sull'immigrazione), apposite commissioni regionali possono stipulare con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello regionale dei lavoratori e dei datori di lavoro, con le regioni e con gli enti locali, apposite convenzioni dirette a favorire l'accesso dei lavoratori stranieri ai posti di lavoro stagionale. Le convenzioni possono individuare il trattamento economico e normativo, comunque non inferiore a quello previsto per i lavoratori italiani e le misure per assicurare idonee condizioni di lavoro della manodopera, nonché eventuali incentivi diretti o indiretti per favorire l'attivazione dei flussi e dei deflussi e le misure complementari relative all'accoglienza;
ai sensi dell'articolo 22 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico sull'immigrazione), l'ingresso del lavoratore subordinato nel territorio nazionale presuppone che alla richiesta del datore di lavoro venga allegata idonea documentazione relativa alle modalità di sistemazione alloggiativa per il lavoratore straniero;
ai sensi dell'articolo 25 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico sull'immigrazione), gli stranieri titolari di permesso di soggiorno per lavoro stagionale hanno diritto a una serie di forme di previdenza e assistenza obbligatoria;
ai sensi dell'articolo 18 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico sull'immigrazione) «Quando, nel corso di operazioni di polizia[...] siano accertate situazioni di violenza o di grave sfruttamento nei confronti di uno straniero, ed emergano concreti pericoli per la sua incolumità, per effetto dei tentativi di sottrarsi ai condizionamenti di un'associazione dedita ad uno dei predetti delitti o delle dichiarazioni rese nel corso delle indagini preliminari o del giudizio, il questore, anche su proposta, del Procuratore della Repubblica, o con il parere favorevole della stessa autorità, rilascia uno speciale permesso di soggiorno per consentire allo straniero di sottrarsi alla violenza ed ai condizionamenti dell'organizzazione criminale e di partecipare ad un programma di assistenza ed integrazione sociale» -:
per quali ragioni l'attività repressiva delle forze dell'ordine è stata rivolta esclusivamente nei confronti dei lavorati immigrati stagionali, in qualche caso anche nei confronti di chi era titolare di regolare permesso di soggiorno, mentre alcuna misura è stata adottata nei confronti dei datori di lavoro che impiegano gli stessi, costringendoli a lavorare senza contratto di lavoro e in assenza di qualsiasi garanzia di sicurezza, previdenza e assistenza sociale;
quali misure si intendono adottare per evitare i gravi episodi di «caporalato» e per vigilare affinché i datori di lavoro rispettino le condizioni di lavoro prescritte nei contratti collettivi nazionali, senza ritorsioni nei confronti dei lavoratori «in nero»;
se intenda promuovere le opportune azioni al fine di salvaguardare i diritti dei lavoratori irregolarmente occupati a Cassibile e dintorni, eventualmente anche riconoscendo loro il rilascio di permessi di soggiorno per «protezione sociale», ai sensi dell'articolo 18 del Testo unico decreto legislativo n. 286 del 1998;
per quali ragioni la locale prefettura e la protezione civile, piú volte sollecitate
anche da Medici Senza Frontiere, non hanno provveduto ad attuare alcun intervento di tipo assistenziale, di concerto con l'Azienda sanitaria locale;
per quali ragioni non si è ritenuto urgente provvedere a vigilare adeguatamente al fine di reprimere episodi di intolleranza e violenza nei confronti degli stranieri e quali misure si intendono adottare per evitare detti episodi di intolleranza;
quali strumenti programmatici e finanziari si intendono mettere in campo per dotare la provincia di Siracusa delle indispensabili strutture per l'accoglienza dei lavoratori immigrati stagionali che ormai da diversi anni, in misura sempre più massiccia, vengono impiegati dalle locali aziende agricole per la raccolta delle patate e degli ortaggi;
quale politica per l'immigrazione si intende varare, a partire dal prossimo Documento programmatico, per governare in maniera razionale il fenomeno dell'immigrazione stagionale al fine di regolare il mercato del lavoro in base alle reali ed effettive esigenze di manodopera agricola della Sicilia sud-orientale nei mesi di aprile, maggio e giugno e di evitare i gravi fenomeni di sfruttamento del lavoro nero di cui sono vittima i lavoratori stranieri;
quale politica per l'accoglienza e l'integrazione dei lavoratori immigrati intendono sviluppare nei confronti della comunità di immigrati che risiede stabilmente in Cassibile e per i lavoratori stagionali che vi giungono ogni anno nei mesi di aprile, maggio e giugno, al fine di favorirne la convivenza e l'integrazione con la popolazione locale.
(4-00209)
ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
Lamezia Terme, terza città della Calabria, e l'intero territorio lametino sono luogo, negli ultimi anni, di lotte intestine tra le locali cosche mafiose, che hanno già provocato numerosi delitti ed effetti devastanti per la sicurezza dei cittadini tutti;
la città è già stata oggetto, per ben due volte nello spazio di dieci anni, dello scioglimento del locale consiglio comunale per infiltrazioni mafiose;
quasi tutti i delitti e gli atti intimidatori attuati nei confronti di politici, imprenditori, commercianti e professionisti della città, sono rimasti impuniti;
negli ultimi mesi si è accentuata la pressione della malavita con numerosi attentati ed atti intimidatori contro attività imprenditoriali e commerciali;
nello spazio di pochi giorni si sono registrati ben tre omicidi;
gli ultimi avvenimenti criminali evidenziano la ricerca di nuove supremazie delle cosche che possono contare sulla disponibilità di uomini, dovuta anche a scarcerazioni e revoche di sorveglianze speciali estremamente «facili»;
sempre a Lamezia Terme si registra anche la micro-criminalità diffusa, il racket delle estorsioni, l'usura ed il riciclaggio di denaro proveniente dalle attività illecite;
la città di Lamezia Terme è anche sede del centro permanente temporaneo di prima accoglienza per immigrati (C.P.T.A.) e dell'aeroporto internazionale che richiedono adeguati servizi di vigilanza e di controllo;
nel territorio sono arrivate e stanno per arrivare ingenti risorse finanziarie per incrementare lo sviluppo economico, il ché aumenta gli «appetiti» delle cosche lametine e necessita di una pressante attività di controllo;
a fronte di quanto sopra si registrano le perduranti carenze degli organici della locale Magistratura e, nonostante il grande impegno posto dal procuratore della Repubblica, dottor Raffaele Mazzotta, si registrano non adeguati e sufficienti interventi giudiziari;
l'organico della locale Procura della Repubblica, costituito da cinque sostituti,
non certamente compatibile con le esigenze del territorio, è attualmente coperto da soli due sostituti;
la Procura di Lamezia è attualmente considerata solo «a copertura necessaria» e non «sede disagiata», il ché ha comportato la mancanza di risposta ai vari interpelli effettuati;
anche il Tribunale cittadino presenta un organico incompleto ed insufficiente;
altrettanto carente risulta il personale amministrativo sia della Procura che del Tribunale;
risulta, altresì, scoperto il posto di Magistrato Distrettuale di Catanzaro, senza il quale è impossibile qualsiasi forma di provvisorio tamponamento di parte della situazione giudiziaria;
anche l'attuale organico della Polizia di Stato risulta non sufficiente per le attività di controllo e di investigazione necessarie in quel territorio;
gli stessi mezzi in dotazione al locale Commissariato della Polizia di Stato non risultano idonei e sufficienti ad una reale attività di contrasto e di controllo;
non possono essere considerate sufficienti le parziali coperture di mezzi ed uomini forniti alle Forze dell'Ordine lametine, se le stesse risulteranno temporanee e legate solo ai momenti di «emergenza»;
i cittadini di Lamezia Terme stanno attraversando un preoccupante momento di paura e di sfiducia, suffragato, peraltro, dalla mancanza di adeguate risposte di giustizia e di controllo -:
se non ritengano di dover considerare Lamezia Terme quale «sede disagiata»;
quali urgenti iniziative intendano attuare per garantire l'adeguamento degli organici della Magistratura e delle Forze dell'Ordine lametine, al fine di assicurare giustizia e sicurezza per tutti i cittadini di quel territorio.
(4-00216)
CIRIELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel corso delle elezioni amministrative nel Comune di Nocera Superiore, nella giornata di lunedì 29 maggio 2006, pare che si siano verificate rilevanti irregolarità nella conduzione dello scrutinio dei voti;
a quanto risulta all'interrogante, pare, infatti, che la Presidente del seggio n. 15 del Comune di Nocera Superiore, sezione ubicata presso la scuola elementare Marco Polo, alle ere 17,00, abbia invitato tutti i presenti, compresi i rappresentanti di lista, ad abbandonare il seggio;
pare che, per circa 5 minuti, la predetta Presidente del seggio n. 15, abbia chiuso la porta contravvenendo ai disposti del decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960 n. 570;
pare che, solo dopo l'intervento dei carabinieri giunti al seggio, è stato permesso ai rappresentanti di lista di entrare -:
se i carabinieri sono intervenuti e di quale informazioni disponga al riguardo.
(4-00219)
DANIELE FARINA, GIORDANO, BUFFO, FIANO, ZANELLA, DE ZULUETA e ZIPPONI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della solidarietà sociale. - Per sapere - premesso che:
il 23 giugno 2006 è previsto lo sfratto dello Spazio Pubblico Leoncavallo attivo in Milano, dal 1975 e in cui operano oggi numerose associazioni legalmente costituite;
lo sfratto è già stato rinviato quattro volte;
alle tradizionali attività rivolte all'aggregazione e alla cultura underground e giovanile si sono nel tempo aggiunte funzioni di servizio rivolte all'immigrazione e a soggetti deboli che costituiscono oggi una consolidata e riconosciuta esperienza;
si è costituita la Fondazione «La città che vogliamo» con lo specifico intento di facilitare la soluzione di questa pluridecennale vicenda;
a quanto risulta all'interrogante, è in essere da alcuni mesi un tavolo di lavoro comprendente la Provincia di Milano, la proprietà dell'immobile la Fondazione e una rappresentanza delle associazioni precedentemente ricordate;
la soluzione positiva avrebbe un valore significativo anche per analoghi casi presenti sul territorio nazionale;
compaiono sui quotidiani locali articoli e dichiarazioni volti a far lievitare un ingiustificato clima di tensione -:
se il Ministro è a conoscenza dei fatti sopra ricordati;
se non ritiene utile attivare, come avvenuto in passato, la Prefettura di Milano per monitorare e facilitare un esito positivo del percorso negoziale in atto.
(4-00226)
AIRAGHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
solo da pochi mesi e dopo lunga attesa è stata inaugurata la nuova caserma dei Vigili del Fuoco di Saronno;
negli ultimi tempi è costante la richiesta di personale dalla caserma di Malpensa, la quale ha l'onere di mantenere lo standard minimo di sicurezza aeroportuale;
i Vigili del Fuoco che intervengono a sostegno della vicina caserma di Malpensa sono quasi esclusivamente quelli di Saronno;
la caserma di Saronno si trova così alcuni giorni completamente sguarnita di personale e non riesce a supportare alcun intervento sul territorio saronnese;
il territorio saronnese, per la sua collocazione, per la carenza di infrastrutture viabilistiche nonché per l'intenso traffico locale, risulta difficilmente raggiungibile da autopompe provenienti da caserme situate in altre città;
in caso di emergenza devono, con notevole ritardo, intervenire sul territorio Vigili del Fuoco provenienti da Legnano, Busto Arsizio, se non addirittura Seregno, Milano, Varese;
era stata al contrario garantita una riorganizzazione del personale per assicurare al presidio saronnese l'operatività 24 ore su 24, 7 giorni su 7 -:
cosa intenda urgentemente fare per assicurare un adeguato organico alla caserma di Saronno, tale da garantire il giusto livello di sicurezza ai cittadini del territorio saronnese.
(4-00236)