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Allegato B
Seduta n. 10 del 13/6/2006
LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
Interrogazione a risposta immediata:
SCHIETROMA. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
giovedì 15 giugno 2006 avrà luogo uno sciopero nazionale di otto ore, con manifestazione a Roma, a seguito della rottura delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale pulizie/multiservizi;
tale rottura è stata determinata, ad un anno esatto dalla scadenza del contratto collettivo nazionale di lavoro, dalle richieste inaccettabili delle associazioni dei datori di lavoro, quali la revisione dell'articolo 4 del contratto collettivo nazionale di lavoro in merito ai cambi di appalto, per togliere l'obbligo di chi subentra a riassumere tutti i lavoratori alle stesse condizioni, ed ancora l'abolizione della maggiorazione per la sesta giornata, il non pagamento dei primi tre giorni di malattia e una flessibilità esasperata;
tale situazione è particolarmente grave perché mette seriamente in pericolo il lavoro di ben quattrocentomila tra lavoratrici e lavoratori che operano negli uffici pubblici, nelle scuole, negli ospedali ed anche nelle industrie -:
quali iniziative il Governo intenda intraprendere per porre rimedio a questa situazione davvero preoccupante.
(3-00046)
Interrogazioni a risposta scritta:
CRAPOLICCHIO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
nel territorio denominato «Canavesano Eporediese» e, più precisamente, nei comuni di Rivarolo Canavese e di Bosconero sono allocati due stabilimenti industriali della Soc. AMTEC, azienda facente parte del Gruppo Americano EATON, che in Italia possiede diversi stabilimenti ed occupa circa-1700 persone;
la Soc. AMTEC produce componentistica automobilistica (pompe e valvole motori vicker) ed occupa 551 operai di cui, rispettivamente, 311 nello stabilimento di Bosconero, e 200 nello stabilimento di Rivarolo Canavese;
circa quattordici mesi fa, a seguito di una crisi produttiva che investiva il settore e che coinvolgeva pesantemente lo stabilimento di Rivarolo Canavese, la Soc. AMTEC manifestava alle rappresentanze sindacali di base la necessità di prendere opportune determinazioni onde far fronte alla grave situazione determinatasi. Veniva, quindi, siglata un'intesa tra l'azienda e le rappresentanze sindacali di categoria nella quale si concordava un piano di riorganizzazione e rilancio aziendale per lo stabilimento di Rivarolo Canavese che non avrebbe implicato alcuna riduzione di personale;
in data 13 aprile 2006, la Soc. AMTEC, disattendendo tutti gli impegni assunti, comunicava, con tempismo sorprendente proprio durante il periodo di chiusura dello stabilimento in occasione delle festività pasquali, un piano di rilancio aziendale che vedeva coinvolti quasi tutti i lavoratori dello stabilimento di Rivarolo Canavese;
successivamente, l'azienda, a seguito di un peggioramento della crisi aziendale determinata, a suo dire, da forti contrazioni degli ordinativi, comunicava l'avvio della procedura di mobilità per 199 dei complessivi 200 operai dello stabilimento di Rivarolo Canavese. Peraltro, la pretesa situazione di grave crisi denunciata investiva il solo stabilimento di Rivarolo Canavese, mentre quello di Bosconero, situato nel medesimo distretto produttivo e impegnato nella stessa linea produttiva, non risentiva affatto della paventata contrazione degli ordinativi. Inoltre, la stessa AMTEC sino ad un anno prima aveva
continuato ad assumere personale utilizzando figure precarie, onde usufruire, evidentemente, di sgravi fiscali;
i lavoratori, che in assoluta buona fede avevano riposto tutte le loro legittime attese occupazionali nel piano di rilancio concordato, vedevano, sfumare ogni speranza e si ritrovavano, invece, alle prese con l'apertura delle procedure di mobilità;
gli operai interessati disillusi sulle reali intenzioni dell'azienda e temendo fondatamente per il loro posto di lavoro, davano vita ad un presidio innanzi ai cancelli della AMTEC di Rivarolo e attraverso le rappresentanze sindacali di base, tentavano di far recedere l'azienda dalle proprie posizioni;
anche gli altri stabilimenti EATON di Massa, Monfalcone e Bosconero proclamavano uno sciopero di solidarietà con i colleghi dello stabilimento di Rivarolo. Il 21 aprile 2006 anche gli impiegati ed i dirigenti della divisione nazionale EATON scendevano in piazza a manifestare la loro solidarietà ai lavoratori dello stabilimento di Rivarolo;
stante la gravità della situazione, veniva concordato, tra le organizzazioni sindacali ed i vertici aziendali, un incontro presso la Regione Piemonte per la data del 28 aprile 2006 al fine di tentare una mediazione risolutiva. Tuttavia, poche ore dopo, nonostante le intese, l'azienda decideva di procedere con l'ausilio delle forze dell'ordine a forzare il blocco dei partecipanti allo sciopero, per costringere gli impiegati a recarsi sul posto di lavoro;
l'atto di forza deciso, determinava gravi disordini e costringeva quattro dei lavoratori che presidiavano i cancelli a ricorrere alle cure sanitarie -:
quali iniziative intenda assumere al fine di impedire che dietro giustificazioni, secondo l'interrogante, pretestuose si perpetri l'ennesima violazione dei diritti dei lavoratori al solo scopo di dislocare l'attività produttiva verso nazioni nelle quali, atteso il minor costo del lavoro e l'assenza di sindacalizzazione degli operai, è possibile realizzare maggiori profitti. Tutto ciò, ovviamente, a tutto detrimento della già depressa area produttiva della zona a nord di Torino.
(4-00207)
CIRIELLI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
in data 17 maggio 2006, il presidente dell'Unione Italiana Ciechi di Salerno, Vincenzo Massa, ha portato a conoscenza degli organi competenti per materia la grave situazione occupazionale dei centralinisti non vedenti della Provincia di Salerno;
pare che la predetta U.I.C., nella zona di Salerno, non riesca ad ottenere alcun avviamento al lavoro per i suoi iscritti a causa delle «... resistenze inaudite da parte degli Enti e delle aziende locali che, usufruendo dell'assenza di controllo ispettivo da parte dell'Ufficio del Ministero competente, riescono ad eludere ed evadere gli obblighi della legge n. 113/85 riuscendo a compiere anche trasformazione degli impianti telefonici pur di non assumere un non vedente...»;
secondo quanto testualmente affermato dal presidente dell'U.I.C. di Salerno, Vincenzo Massa, pare che «... questo sia un episodio tipicamente salernitano...»; infatti pare che molti non vedenti appartenenti alla U.I.C., ed in condizioni economiche disperate, siano stati costretti a trasferirsi, in buona parte, in Toscana e in Abruzzo dove, secondo quanto affermato testualmente dal presidente Massa, «... ricevono dopo pochi giorni regolare avvio al lavoro secondo quanto previsto dalla legge...» -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, se corrispondenti al vero, quali iniziative di propria competenza intenda adottare.
(4-00220)