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Allegato B
Seduta n. 10 del 13/6/2006
TESTO AGGIORNATO AL 14 GIUGNO 2006
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SALUTE
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
la Croce Rossa Italiana è tornata a essere un Ente di diritto pubblico e specificatamente «Ente pubblico non economico» a seguito della modifica dell'articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica 613/80 introdotta nell'anno 1995 anche se tale ritrovata natura pubblica non è stata sufficiente né a chiarire né a individuare quale ruolo giuridico e quale autonomia competerebbero alla CRI in funzione di tutte le attività che ha svolto e continua a svolgere in relazione al Servizio Sanitario Nazionale;
la storia amministrativa degli ultimi vent'anni della CRI ha visto quasi sempre la presenza di un regime commissariale mirato soprattutto a mettere in atto modifiche statutarie capaci di contemperare la struttura pubblica dell'Ente con la sua dimensione associativa e volontaristica. Neanche i quattro anni di gestione ordinaria, dopo i circa tre anni di commissariamento dell'onorevole Garavaglia dal '95 al '98, hanno portato chiarezza nelle relazioni tra il volontariato e le funzioni svolte dalla CRI quale Ente pubblico non economico con prerogative tanto peculiari;
la recente azione di commissariamento svolta dall'avvocato Maurizio Scelli è stata prevalentemente imperniata sulla partecipazione della CRI alla missione militare in Iraq con iniziative connesse alla condizione bellica esistente in quel territorio - ospedali a Bagdad e Nassiriya, interventi in favore degli ostaggi -, iniziative che hanno conferito visibilità all'opera della CRI presso l'opinione pubblica e rilevanza mediatica all'operato di Scelli;
l'ennesima modifica statutaria adottata durante la gestione commissariale di Scelli, secondo gli interpellanti, si è rivelata ancora più inadeguata della precedente, in quanto non ha influito sulle condizioni strutturali dell'operatività del servizio svolto dalla CRI nella sua qualità di Ente pubblico, ha piuttosto aggravato le difficoltà del personale dipendente e ha reso ancora più problematica la condizione di quei lavoratori che presso la CRI svolgono un lavoro precario;
l'attuale statuto, approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 97 del 6 maggio 2005 non contiene deleghe di funzione per l'Ente, ribadendo in questo modo la natura convenzionale dei compiti da svolgere in ausilio all'attività del SSN, mettendo la CRI - nella sua azione di intervento sul territorio - alla stregua di una qualsiasi associazione di volontariato e ponendola in concorrenza
con altre organizzazioni, tanto che, malgrado un glorioso passato ultracentenario, l'Ente ha perduto molte delle competenze che prima svolgeva in via esclusiva fino al punto di vedersi costretto a «questuare» fazioni ausiliarie al Servizio Sanitario Nazionale al fine di giustificare la natura pubblica che gli compete;
sul fronte della convivenza tra la struttura pubblica con i suoi dipendenti e la forma associativa cui fa capo il personale volontario, l'attuale statuto non solo non ha apportato i benefìci e i chiarimenti auspicabili anche in merito al rapporto con il Servizio Sanitario Nazionale, ma al contrario ha contribuito ad acuire il conflitto con la struttura associativa costituita dai volontari, che durante il commissariamento di Scelli si è dilatata in forma parossistica;
in merito giova ricordare che la CRI è governata, sia a livello periferico che al centro, dai soli rappresentanti del mondo del volontariato e che la totalità dei consiglieri locali, provinciali, regionali e nazionali, compresi i presidenti, è espressione del mondo del volontariato, il quale, per sua essenziale prerogativa, si muove al di fuori delle regole e dei vincoli a cui deve attenersi un Ente di diritto sia privato che pubblico;
in tale ottica il personale dipendente dalla Croce Rossa intesa nel suo ruolo di Ente pubblico non economico viene interpretato, al centro come in periferia, come un corpo contrapposto e spesso contrastante all'azione associativa e volontaria svolta dalla stessa CRI;
la particolare natura storica dell'Ente ha inoltre fatto sì che il personale della CRI presenti alla estrema differenziazione giuridica tra le varie forme contrattuali adottate nei confronti dei lavoratori che vi operano: basti pensare al fatto che, a fronte di circa 1700 dipendenti civili di ruolo, sono presenti circa 900 militari, quale corpo ausiliario di Forze armate, in parte impiegati in servizi civili di istituto e che sono inoltre presenti circa 400 militari «precari» con richiamo annuale e oltre 2000 precari civili impiegati sul tutto il territorio nazionale per la gestione dei servizi in convenzione che costituiscono le attività primarie della CRI;
considerato il quadro sopra esposto, l'attuale consiglio direttivo nazionale - con a capo il presidente dottor Massimo Barra e composto unicamente da rappresentanti del mondo del volontariato - a cinque mesi dall'insediamento, secondo gli interpellanti, non è stato in grado di fornire risposta alle innumerevoli problematiche incombenti, mantenendo l'Ente in una perdurante crisi organizzatìva e progettuale e - cosa ancora più grave - disattendendo gli impegni assunti con le Organizzazioni sindacali e mettendo in evidenza l'inadeguatezza dello stesso Consiglio a fronte della complessità risultante dall'intreccio tra funzioni proprie di un Ente pubblico, con prerogative e obblighi propri di qualsiasi ente giuridico e funzioni svolte dalla CRI quale associazione di volontariato -:
se tale condizione, che secondo gli interpellanti rende necessaria una riorganizzazione dell'Ente, non richieda, da parte del Governo l'approvazione di modifiche statutarie che promuovano la valorizzazione del personale dipendente di ruolo, riservandogli adeguate funzioni direttive, e sanciscano il conferimento all'Ente di attività per delega (pronto soccorso e trasporto infermi nei porti, aeroporti, autostrade, ambulatori, CPTA) in grado, da una parte, di garantire alla CRI il regolare funzionamento delle strutture presenti in venti Regioni, 104 Province e centinaia di Comitati locali e, dall'altra, di favorire l'inserimento in organico del personale precario, come previsto dall'impegno assunto dal Consiglio direttivo nazionale per una definitiva soluzione al problema, sanando per questa via l'attuale carenza organica di 1300 posti e dando soluzione attuativa a tutti gli accordi sindacali siglati, dalla precedente gestione, la cui mancata applicazione determina rilevanti danni economici, incertezza e precarietà per migliaia di lavoratori da mesi in stata di agitazione;
se il Governo sia a conoscenza della Convenzione di recente stipulata con l'ARES 118 di Latina, e se in tale accordo non sia da ravvisarsi l'avvio di un processo strisciante di privatizzazìone dell'Ente CRI, oltre alla presenza di disposizioni contrarie alla normativa vigente in materia di assunzioni da parte delle Pubbliche amministrazioni, tali da determinare, tra l'altro, una perdita rilevante per lo stesso bilancio dell'Ente pubblico CRI.
(2-00013) «Burgio, Dioguardi, Migliore».
Interrogazione a risposta scritta:
BIANCHI e SMERIGLIO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il sistema sanitario nazionale versa in uno stato di grave crisi causato dal deficit accumulato dalle Regioni, situazione che rischia di pregiudicare i livelli minimi di assistenza ai cittadini;
in tale stato, il Ministero dell'Economia ha sollecitato alcune Regioni con un quadro debitorio oltre il limite, tra le quali il Lazio, ad adottare un piano di rientro dal deficit;
l'Istituto Nazionale Malattie Infettive «Lazzaro Spallanzani» di Roma, con ordinanza commissariale n. 1 del 2006, ha disposto l'acquisto di una prestigiosa auto-berlina di rappresentanza «Wolkswagen Phaeton»;
tale rilevante spesa non è in linea con le attuali esigenze di contenimento della spesa, anche alla luce del richiamo del Ministero dell'Economia, e con la priorità assoluta di razionalizzare l'impiego delle risorse al fine di garantire servizi sanitari efficienti e di qualità ai cittadini -:
quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda assumere, nell'ambito delle proprie competenze, per accertare i termini e l'utilità di tale spesa e per istituire un sistema generale di direttive, di controlli e di monitoraggio delle spese di rappresentanza nel settore sanitario.
(4-00239)