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Allegato A
Seduta n. 101 del 31/1/2007
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
(Sezione 1 - Dislocazione delle Forze armate sul territorio nazionale, con particolare riferimento alla riapertura di reparti scuola in Sicilia)
OLIVA, LO MONTE, NERI, RAO e REINA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
l'esercito italiano è formato nella stragrande maggioranza dei quadri da personale proveniente dalle regioni meridionali;
la Sicilia è, tra le regioni, quella che più contribuisce a garantire il gettito di risorse umane necessarie al funzionamento di un'organizzazione strutturata esclusivamente su base volontaria;
dal punto di vista dello sviluppo territoriale, l'attuale dislocazione delle forze armate penalizza la Sicilia, allontanando sistematicamente i giovani dalle comunità locali e determinando una produzione di ricchezza in favore di altre realtà nazionali, a volte già molto sviluppate;
un diverso approccio, invece, comporterebbe indubbiamente risveglio economico per l'afflusso di denaro contante proveniente dagli emolumenti delle reclute e dei quadri permanenti, incremento turistico della zona per la presenza di amici e parenti dei militari in occasione della manifestazione del giuramento delle reclute, possibilità di impiegare il personale militare in attività di controllo del territorio e delle coste, con evidenti economie di spesa ed efficienza nei servizi, data la presenza in loco dei reparti;
insediare o meglio riattivare una delle tante strutture presenti nel territorio ed idonee ad ospitare un reparto addestramento volontari creerebbe indubbiamente sviluppo in un territorio già più volte penalizzato;
dal punto di vista squisitamente militare non dovrebbero sorgere veti, in quanto si tratta di caserme scuola e non di reparti prettamente operativi;
l'incremento di reparti scuola dislocati sull'isola diventerebbe - esso stesso - strumento significativamente efficace di una moderna «strategia della comunicazione», in quanto idoneo a lanciare un messaggio più convincente rispetto all'approccio tradizionale;
non è da sottovalutare l'indiscussa valenza etica di una previsione che, a giudizio degli interroganti, sembra ampiamente meritato, quando si considera che la Sicilia, nell'anno 2005, si colloca a livello nazionale al secondo posto (dopo la Campania) per il suo contributo in «volontari in ferma prefissata di un anno» (vfp 1), con ben 17.389 arruolati. Mantiene una posizione di rilievo, quando si passa alla categoria «volontari in servizio permanente» (vsp), terzo posto dopo la Campania e la Puglia, con ben 2.863 volontari. Tale posizione si conserva quando si passa
alla categoria di «volontari in ferma breve» (vfb), con ben 3.757 volontari dopo la Campania e la Puglia;
non si può sottacere che, a fronte di un così cospicuo contributo, la ricaduta in termini di presenza nell'isola delle sopra menzionate categorie di militari si riduce a poche centinaia di unità. Una discrepanza - questa - che non sembra trovare giustificazione di sorta in motivazioni di ordine geopolitico e, conseguentemente, di orientamento di prevedibile impiego, quando si passano in rassegna i nuovi rischi e le nuove minacce. Sembra logico pensare, infatti, che il centro di gravitazione dell'interesse strategico, per fini di stabilità e di pace, debba essere orientato diversamente rispetto al passato, con un deciso spostamento verso Sud. Da qui l'importanza indiscutibile della Sicilia e la conseguente positiva incidenza di una più rispondente dislocazione delle forze;
né è potuto avvenire un confronto con i quadri della difesa, in quanto il Ministro interrogato non ha mai, sino ad oggi, riferito sull'argomento nelle competenti commissioni parlamentari, così come previsto dall'articolo 3, comma 3, del decreto legislativo n. 464 del 1997 -:
quale sia lo stato di attuazione della riforma strutturale delle forze armate, prevista dal decreto legislativo n. 464 del 1997, e quali provvedimenti il Ministro interrogato abbia intenzione di assumere al fine di una possibile riapertura di reparti di addestramento reclute in strutture già presenti nel territorio siciliano. (3-00571)
(30 gennaio 2007)