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Allegato A
Seduta n. 102 del 1/2/2007
...
(Sezione 3 - Iniziative del Governo a favore del Mezzogiorno)
C)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
l'11 e 12 gennaio 2007 si è tenuto a Caserta un Consiglio dei ministri allargato, un seminario di Governo, che avrebbe dovuto essere nelle intenzioni l'appuntamento per rilanciare l'azione del Governo e fare il punto sulle necessità principali sostenute dalle diverse forze che sostengono l'attuale Esecutivo;
quello di Caserta dovrebbe essere il primo di una serie di appuntamenti del genere finalizzati nelle intenzioni a dimostrare la vicinanza del Governo al territorio del paese;
al di là del fine sicuramente apprezzabile la sede del Governo resta Roma, la più appropriata per prendere le decisioni politiche che si ritengono necessarie, anche per evitare di costituire il precedente di un Governo itinerante;
dalla riunione di Caserta sono emersi diversi spunti di riflessione e la volontà di procedere ad una concreta politica di modernizzazione del Paese;
il punto più caratterizzante è stato senza dubbio l'impegno preso dal Governo verso il Sud e le aree svantaggiate del Paese, con l'impegno e la consapevolezza che sostenerne lo sviluppo coincide con l'obiettivo di rilanciare l'intero sistema Italia, rendendolo più coerente e competitivo;
per il rilancio del Meridione è stata annunciata una cifra senza dubbio importante ben 100 miliardi di euro per il periodo 2007-2013 equivalenti a circa 200 mila miliardi di vecchie lire, che tradotti per ogni singolo anno significa una media di 14 miliardi all'anno;
un impegno enorme che evidenzia la volontà di affrontare definitivamente la questione meridionale e responsabilizza i suoi destinatari, soprattutto perché dei 123 miliardi di lire ben 100 la quasi totalità dunque è come detto destinata al sud, si tratta evidentemente di un'occasione storica;
il rilancio del Sud al di là della cifra che può sostenerlo è però inevitabilmente legato ad una visione industriale e strutturale di tale rilancio;
l'industria, soprattutto la grande industria, può produrre quell'indotto di impresa
e di iniziativa di cui il sud è oggi carente e di cui da anni ha invece bisogno, al contrario si assiste oramai da tempo alla mancanza di un piano industriale coerente e concreto per il sud che, invece, è stato caratterizzato specie negli ultimi 10 anni da dismissioni continue e costanti, che hanno gravemente depauperato non solo il sistema industriale del mezzogiorno, ma inevitabilmente, anche quello finanziario e bancario, basti pensare alla scomparsa del Banco di Napoli uno dei più importanti istituti di credito della storia italiana impoverendo in particolare il comprensorio del napoletano;
il sostegno alla affermazione di un piano industriale concreto che possa fungere da volano anche al sud per l'affermazione di una mentalità d'impresa adeguata ai tempi, capace di promuovere anche un sano sviluppo sociale, è un impegno che va sostenuto precisato e focalizzato;
attraverso l'affermazione di una rete industriale coerente e del suo indotto di piccole e medie imprese si può ottenere anche il rilancio di un sistema di credito produttivo sicuro autonomo ed efficiente;
appare dunque necessario rispetto ad uno stanziamento di tale entità evitare accuratamente qualsiasi rischio di spreco o cattiva gestione, che non sarebbe economicamente e socialmente sopportabile;
è fondamentale precisare al più presto i settori d'intervento di questo finanziamento ed i metodi per la sua corretta gestione, con l'individuazione di responsabilità certe, se esisterà ad esempio davvero, come annunciato, un unico centro di spesa, o cabina di regia che dir si voglia;
sarà necessario che la spesa sia erogata in maniera altamente selettiva, a partire da infrastrutture e servizi primari; senza dimenticare la necessità che ricevano adeguata considerazione settori nevralgici come quello dell'industria manifatturiera;
la città di Napoli ed il suo comprensorio, rappresentano un agglomerato urbano di più di 4 milioni di persone, una realtà complessa, estremamente difficile da governare, specie di fronte alla drammatica debolezza delle sue strutture industriali e finanziarie, una realtà le cui dimensioni amplificano inevitabilmente le carenze del sistema produttivo meridionale che qui si manifesta in tutta la sua crudezza, ma Napoli e la Campania rappresentano non solo un grande patrimonio storico e culturale da tutelare ma anche una risorsa enorme su cui investire;
è, altresì, fondamentale chiarire quale è l'esatta area geografica di intervento prevista per questi stanziamenti se ad esempio l'area di intervento comprende anche la Sardegna e zone laziali e di qualche altra regione, così come era previsto dall'allora Cassa per il Mezzogiorno;
risulta, infine, inevitabile ed auspicabile fare chiarezza sulla reale entità di tali finanziamenti nonché sulla loro provenienza, se cioè parte di questi fondi erano stati già previsti dalla legge finanziaria appena approvata o, se anche in parte, risalgono anche a decisioni del vecchio esecutivo, infine non meno importante appare chiarire quanti di questi finanziamenti hanno origine europea e quanti, invece, attribuibili alle casse dello Stato -:
quali siano le intenzioni del Governo rispetto alla necessità di precisare, alla luce di quanto esposto in premessa, l'entità effettiva dello stanziamento, la sua provenienza, l'area di intervento su cui questo agirà, le modalità di selezione per l'accesso a tali ingenti somme, nonché i criteri organizzativi che sovrintenderanno al loro utilizzo e quelli che saranno utilizzati per l'individuazione delle priorità di spesa ed, infine, quante di queste risorse verranno impiegate nello specifico per sostenere il rilancio del comprensorio industriale di Napoli e della sua provincia.
(2-00334) «Ossorio, Donadi».
(30 gennaio 2007)