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Allegato A
Seduta n. 102 del 1/2/2007
(Sezione 6 - Contenuti e gestione dell'Accordo tra il Ministero dell'interno e Poste italiane in relazione alle pratiche per il rinnovo dei permessi di soggiorno)
F)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
a partire dall'11 dicembre 2006, a seguito di un accordo stipulato tra ministero dell'interno e Poste italiane il 30 giugno 2006, gli stranieri non comunitari, per rinnovare il loro titolo di soggiorno in Italia, devono recarsi presso gli uffici postali;
come riportato da molti organi di informazione, già dopo pochi giorni, il kit per il rinnovo dei permessi e delle carte di soggiorno risultava però irreperibile presso gli uffici postali mentre gli stessi organi di informazione danno notizia di un fiorente «mercato nero» in cui ogni kit verrebbe abusivamente venduto a 500 euro -:
se il Ministro interpellato intenda agire per verificare la veridicità della notizia ed eventualmente come intenda attivarsi per porre fine a tali criminosi atti nonché se intenda agire presso Poste spa per porre rimedio a queste gravi inefficienze che vanno a colpire gli immigrati nel momento in cui agiscono per rinnovare il titolo del loro legale soggiorno in Italia.
(2-00335)
«Amici, Sereni, Bressa, Quartiani, Giachetti».
(30 gennaio 2007)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
a partire dall'11 dicembre 2006, a seguito di un accordo stipulato tra ministero dell'interno e Poste italiane, i cittadini stranieri non comunitari, per rinnovare il loro titolo di soggiorno, dovranno recarsi presso gli uffici postali e non più, come accadeva finora, alle questure;
il nuovo sistema, pensato originariamente per ridurre drasticamente i tempi di rilascio e di rinnovo, appare tuttavia rigido, vincolato a passaggi che suscitano più di una perplessità: le pratiche verrebbero esaminate da lettori ottici in dotazione al CPA di Poste (rivelatisi inefficaci già nello scorso «decreto flussi»); la stampa dei permessi di soggiorno elettronici verrebbe effettuata in esclusiva dall'Istituto Poligrafico Zecca dello Stato, che appare impreparato a fronteggiare un simile compito (gli immigrati regolarmente soggiornanti in Italia sono ormai tre milioni); il rilascio del permesso di soggiorno verrebbe consentito solo previo riconoscimento fotodattiloscopico dell'avente diritto, quando è stato dimostrato che il sistema delle impronte è fortemente lacunoso;
il nuovo sistema prevede che i kit inoltrati tramite Poste alle questure siano integrati da documentazione rigidamente e univocamente definita in sede ministeriale; se è vero che ciò consente maggiore uniformità al trattamento delle pratiche, è anche vero che impedisce al richiedente la produzione di documenti, memorie e atti utili alla valutazione della propria posizione; in pratica, si rischia di violare la normativa in materia di partecipazione al procedimento amministrativo, impedendo ogni forma di comunicazione autonoma con i responsabili delle questure;
la procedura informatica appare caratterizzata da campi obbligatori di compilazione: qualora le relative caselle non venissero riempite si bloccherebbe l'imputazione della pratica nel sistema. È evidente il rischio che, soprattutto nelle prime fasi di implementazione, il sistema si blocchi, magari per la mancata compilazione di dati non necessari all'ottenimento del documento richiesto;
il nuovo sistema è stato introdotto in tutto il territorio nazionale dopo essere stato sperimentato per un tempo molto breve in alcune città. Risulta agli interpellanti
che, nel corso della sperimentazione, sarebbero state inoltrate appena 2.000 pratiche, e solo 800 di queste risulterebbero effettivamente reinviate alle Questure dal CPA di Poste: da questi dati si evince che la sperimentazione avrebbe dovuto essere come minimo più lunga;
secondo fonti di stampa, i kit distribuiti alle Poste (un milione e 700 mila) sarebbero andati esauriti nel giro di pochi giorni, lasciando senza possibilità di disbrigo delle pratiche centinaia di migliaia di cittadini stranieri;
l'accordo stipulato con Poste Italiane prevede che per ogni pratica di soggiorno lo straniero debba sostenere un onere complessivo di oltre 72 euro. Si tratta di una cifra che appare sproporzionata rispetto agli oneri della pratica, e che incide pesantemente sul bilancio familiare, soprattutto quando ogni nucleo si trovi a rinnovare più di un permesso di soggiorno;
la normativa vigente (Testo Unico delle Leggi sull'Immigrazione e Norme sulla Condizione dello Straniero, decreto legislativo n. 286 del 1998, articolo 5 comma 2), dispone che il permesso di soggiorno debba essere richiesto dallo straniero alla Questura competente, «secondo le modalità previste dal Regolamento di Attuazione»; d'altra parte, il Regolamento di Attuazione (decreto del Presidente della Repubblica n. 394 del 1999, articolo 9) prevede genericamente l'inoltro al Questore della domanda di soggiorno; secondo norme generali del procedimento amministrativo, ciò significa che la domanda deve poter essere presentata sia personalmente, presso l'Ufficio della Questura, sia attraverso inoltro postale;
il ministero dell'interno ha tuttavia inviato ai questori un telegramma urgentissimo (n. 400/C/2006/401948/P/14.201, Roma 7 dicembre 2006), nel quale si afferma che le istanze di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno dovranno «in via esclusiva» essere presentate presso gli sportelli degli Uffici Postali. A seguito del citato telegramma, risulta agli interpellanti che le questure non accettano più la presentazione personale delle istanze, rinviando i cittadini stranieri agli uffici postali;
in questo modo, attraverso un accordo privato con Poste Italiane, sì è di fatto riscritta la normativa vigente, senza il necessario passaggio parlamentare. La procedura delineata con l'accordo, e con le circolari applicative, rappresenta infatti una modifica sostanziale tanto alle norme in materia di immigrazione quanto alle disposizioni generali in materia di procedimenti amministrativi;
l'accordo con Poste Italiane - stipulato dal precedente Governo - appare in aperto contrasto con gli indirizzi dell'attuale Governo in materia di trasferimento delle competenze sui permessi di soggiorno ai Comuni -:
se, e in che tempi, il Ministro interpellato intenda sospendere l'accordo con Poste Italiane e procedere alla decentralizzazione presso gli enti locali delle pratiche di soggiorno;
se, nel frattempo, abbia assunto urgenti provvedimenti per abolire gli oneri impropri a carico di ogni singola pratica;
se abbia intenzione di comunicare alle Questure l'obbligo di mantenere comunque la possibilità di utilizzo diretto degli uffici di polizia per l'inoltro delle pratiche di soggiorno, come previsto dalla vigente normativa;
se abbia dato urgenti disposizioni per rifornire gli uffici postali dei kit richiesti.
(2-00336)
«Migliore, Frias, Mascia, Franco Russo, Dioguardi, Smeriglio, Mario Ricci, Olivieri, Locatelli, Caruso, Daniele Farina, Cogodi, Falomi, Cardano, Khalil, Siniscalchi, Duranti, De Simone, Guadagno detto Vladimir Luxuria, Burgio, Rocchi, De Cristofaro, Zipponi, Ferrara, Provera, Sperandio, Lombardi, Acerbo, Perugia, Deiana, Andrea Ricci, Iacomino, Mungo».
(30 gennaio 2007)