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Allegato B
Seduta n. 106 dell'8/2/2007
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SVILUPPO ECONOMICO
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, per sapere - premesso che:
la multinazionale americana Eaton ha in Italia cinque insediamenti produttivi distribuiti su tre regioni, Piemonte, Toscana e Friuli Venezia Giulia, per un totale di 1800 dipendenti;
questo gruppo industriale, ha uno stabilimento anche nella provincia di Massa Carrara che attualmente conta circa 370 addetti;
nel settembre del 2003, dopo aver trasferito nello stabilimento di Rivarolo macchinari in grado di produrre gli stessi pezzi che prima venivano prodotti in esclusiva nello stabilimento di Massa, i vertici dell'azienda denunciarono un grave stato di crisi;
nel 2005 azienda e sindacati raggiunsero un'intesa sugli esuberi dello stabilimento di Massa concordando la messa in mobilità di 60 lavoratori concordando le modalità con le organizzazioni sindacali;
contrariamente agli impegni presi ai tavoli istituzionali fatti a livello provinciale i vertici aziendali sarebbero intenzionati a spostare dallo stabilimento di Rivarolo (Torino) a quello di Bosconero (Torino) i macchinari per le punterie per le valvole che dovevano essere destinate a Massa e ciò comporterebbe un'ulteriore riduzione del personale di cinquanta unità;
negli anni sono state esternalizzate molte lavorazioni ed Eaton non si è resa disponibile a far tornare all'interno dello stabilimento di Massa il lavoro che in questi anni era stato affidato fuori in outsourcing;
la decisione di un ulteriore ridimensionamento del personale fa temere un progressivo smantellamento dello stabilimento;
la riorganizzazione produttiva è maturata a dispetto del fatto che il mercato in cui opera la Eaton, in particolare le valvole per automotive e camion, si presenta stabile, se non in espansione, dato confermato dalla stessa direzione aziendale che, almeno a parole, ha detto di voler potenziare altrove la produzione di attuatori di valvole;
tale riorganizzazione apre molti interrogativi anche rispetto a possibili ipotesi di trasferimento delle attività in altri Paesi europei;
le produzioni di questo gruppo industriale costituiscono un punto di eccellenza;
un nuovo depauperamento produttivo ed occupazionale costituirebbe un ulteriore grave colpo per il territorio della provincia di Massa Carrara;
le istituzioni direttamente interessate stanno già attivamente operando, ma ci troviamo di fronte alla dimensione nazionale dell'attività produttiva della Eaton -:
se intenda intervenire per costituire un tavolo nazionale di trattativa, di concerto anche con le regioni interessate, allo scopo di garantire le prospettive di sviluppo e di consolidamento delle attività produttive e di salvaguardare l'occupazione di tutte le lavoratrici e i lavoratori del gruppo Eaton, a partire dai dipendenti dello stabilimento di Massa.
(2-00359)
«Cordoni, Bellanova, Cialente, Grillini, Tomaselli, Vannucci, Musi, Bimbi, Mariani, Tenaglia, Squeglia, Mosella, Betta, Benzoni, Marcenaro, Papini, Viola, Dato, Miglioli, Benvenuto, Zucchi, Gentili, Barbi, Bafile, Velo, Giovanelli, Ceccuzzi, Grassi, Tessitore, Testa, Mario Ricci, Farinone, Delbono».
Interrogazioni a risposta scritta:
IACOMINO, ZIPPONI, DE CRISTOFARO e FERRARA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
in data 13 novembre 2006 è stato firmato a Roma dal Ministero dello sviluppo economico, dalla regione Basilicata, da Sviluppo Italia e dalla società greca Helesi SA, tramite la consociata italiana Helesi Italia Srl, il Contratto di Localizzazione finalizzato alla realizzazione a Pisticci (Matera) di un nuovo stabilimento per la produzione e commercializzazione di contenitori in plastica e da imballaggio,
utilizzati principalmente nel settore ambientale per la raccolta dei rifiuti solidi urbani e differenziati ed in quello della logistica (cassoni per agricoltura, casse per prodotti food, palletsie eccetera);
l'impegno finanziario previsto, corrispondente ad un investimento di 25,36 milioni di euro, sarà agevolato da un contributo a fondo perduto di circa 17 milioni di euro per la realizzazione di una unità produttiva il cui fatturato a regime (anno 2010) è stimato in 27 milioni di euro, con una nuova occupazione a regime di n. 53 unità lavorative, stante:
a) l'articolo 60 della legge 27 dicembre 2002 n. 289 (finanziaria 2003) che istituiva, presso il Ministero delle attività produttive, il F.A.S. (Fondo per le Aree Sottoutilizzate) per la realizzazione degli interventi di agevolazione delle attività produttive;
b) la nota in atti dipartimentale n. 190984/71R del 27 settembre 2005 con la quale Sviluppo Italia Spa ha comunicato il parere positivo all'iniziativa Helesi S.A. nel comune di Pisticci;
c) il decreto del ministero delle attività produttive CL n.10 che in data 11 gennaio 2006 ha approvato la domanda di Contratto di Programma, per un importo complessivo di investimenti per euro 25.628.493,88 con un contributo di risorse pubbliche pari ad euro 17.389.755,05 a valere sulle risorse stanziate dalla delibera CIPE n. 16/03 per l'attuazione del Progetto Pilota di Localizzazione;
d) il decreto 4 ottobre 2006 C.L. n. 18 della Direzione generale per il coordinamento degli incentivi alle imprese del Ministero dello sviluppo economico, con il quale veniva trasferita la titolarità della domanda dalla società Helesi S.A. con sede legale in Egio-Grecia alla società Helesi Italia Srl con sede in Carpi (Modena) e veniva rideterminato l'ammontare delle spese ammissibili all'agevolazione in euro 25.365.200,00 con conseguente modifica del contributo concedibile in euro 16.990.000,00;
e) lo schema dell'Accordo di Programma Quadro «Contratto di localizzazione Helesi Italia Srl», elaborato dai competenti uffici regionali con il concorso del Ministero dello sviluppo economico e da Sviluppo Italia Spa, approvato con Deliberazione della giunta regionale della Basilicata 25 ottobre 2006 n. 1542;
il progetto pilota di localizzazione prevede la realizzazione di uno stabilimento di 7.057 metri quadri da realizzare su un lotto di terreno di 45.000 metri quadri, con una spesa così articolata:
progettazione e studi euro 816.000,00; suolo aziendale euro 326.000,00; opere murarie e assimilabili euro 4.260.200,00; macchinari, impianti e attrezzature euro 19.963.000,00;
il programma, oltre all'immobile e alla relativa impiantistica, prevede l'acquisto di:
n. 3 linee di produzione robotizzata con presse da 5.500, 2.500 e 900 tonnellate; n. 14 stampi, di varie dimensioni e tipologie; impianti e attrezzature varie di servizio alla produzione;
salvo verificare i preventivi di spesa prodotti dalla società, alla luce degli attuali valori di mercato, le tre presse ad iniezione (ovvero i macchinari che determinano la capacità produttiva di base) potrebbero comportare un impegno di spesa tra 3,5 e 4 milioni di euro, pertanto il grosso dell'investimento relativo alla voce «Macchinari, Impianti e Attrezzature» (13-15 milioni di euro) risulterebbe assorbito dall'acquisto dei detti n. 14 stampi di varie dimensioni e tipologie;
il contratto di localizzazione (destinato a imprese estere medie e grandi, a imprese italiane medie e grandi controllate da investitori esteri, a imprese italiane medie e grandi che hanno delocalizzato la produzione all'estero prima del 17 marzo 2005) è l'unione di due strumenti agevolativi: l'accordo di programma quadro firmato dalla Regione di competenza e dal Ministero dell'economia, e il contratto di programma, firmato dall'investitore e dal
Ministero delle sviluppo economico. Il contratto ha natura privatistica tra soggetti investitori e soggetti pubblici (sono esclusi quindi i meccanismi di gara previsti per gli altri usuali strumenti agevolativi). Il contributo è erogabile nei limiti stabiliti dall'Unione europea; sono preferite le proposte riguardanti prodotti o processi di produzione innovativi e gli investimenti agevolabili devono essere di importo non inferiore alla soglia dei 25 milioni di euro;
«La politica di attrazione degli investimenti dall'esterno e il conseguente sviluppo di attività produttive nei sistemi del Mezzogiorno e delle aree sottoutilizzate del Centro Nord», come recita la Proposta di Programma Quadro 2002-2004 di cui alla Delibera CIPE del 2 agosto 2002 n. 62, «sono strettamente collegati al miglioramento della qualità e dell'efficacia degli investimenti pubblici... La valorizzazione delle risorse locali e il rafforzamento e la qualificazione della dotazione infrastrutturale sono, infatti, fattori che incidono fortemente sul miglioramento delle condizioni di contesto, necessarie a favorire decisioni di localizzazione e di investimento produttivo». Lo stesso documento al paragrafo «3.1.2 Ruolo di Sviluppo Italia» precisa che: La missione che Sviluppo Italia assume nella realizzazione di questa linea di intervento si può sinteticamente indicare: - nell'accelerare e facilitare lo sviluppo progettuale necessario alla traduzione degli Studi di Fattibilità in progettazione effettiva di opere pubbliche e, quindi, in investimenti infrastrutturali ... Appare chiaro, dunque, che lo strumento del contratto di localizzazione è stato concepito per incentivare l'insediamento di grosse realtà produttive in settori innovativi e a valenza strategica, al fine di sfruttarne la portata occupazionale diretta e la potenzialità di indotto dalle stesse derivabile, obiettivo così prioritario al punto da dover garantire all'investitore estero la disponibilità delle infrastrutture necessarie. Orbene, nella Deliberazione della Giunta Regionale della Basilicata 25 ottobre 2006 n. 1542 si precisa «che la suddetta domanda (Helesi) non prevede la realizzazione di interventi infrastrutturali»;
la delibera CIPE 19 dicembre 2002 n. 130/2002 determina in 38 milioni di euro l'ammontare complessivo delle risorse assegnate a Sviluppo Italia Spa per l'incentivazione degli investimenti dall'esterno (sulla base del programma quadro 2002-2004 presentato dalla stessa Sviluppo Italia) e quindi l'iniziativa Helesi assorbe quasi il 45 per cento dell'intera disponibilità di risorse;
la domanda di accesso al contratto di localizzazione da parte della Helesi Sa è stata presentata in data 7 dicembre 2004. Dai dati reperibili sui siti internet, il gruppo Helesi (costituito dalla greca Helesi SA e dalla inglese Helesi UK, cui è stata ora aggiunta la Helesi Italia Srl) dichiara un volume d'affari pari a 12,34 milioni di euro per l'anno 2003 e a 19,83 milioni di euro per l'anno 2004;
tutti i settori manifatturieri di prodotti in plastica hanno risentito in misura crescente negli ultimi anni del continuato e massiccio incremento dei costi della materia prima (dipendente in gran parte dall'andamento del petrolio) che non si sono tradotti in proporzionali incrementi dei prezzi di vendita, dando luogo a conseguenti erosioni dei margini industriali;
lo specifico settore dei contenitori in plastica di medie-grosse dimensioni, in Italia, è entrato già da diversi anni nello stadio della piena maturità. Il settore agricolo-industriale nazionale ha ultimato già da tempo la conversione delle proprie attrezzature da quelle in legno a quelle in plastica e genera di massima una domanda di parziali sostituzioni e/o integrazioni del parco contenitori acquisito negli anni precedenti. Con la crisi che ha investito il settore agricolo negli ultimi anni, i tre principali produttori nazionali (la Capp Plast di Prato, la Jcoplastic di Battipaglia e la Palbox di Trento) si confrontano senza esclusione di colpi per l'acquisizione di ogni singolo contratto. Nel settore ecologico-ambientale, molte committenze
pubbliche - soprattutto al Sud - o preferiscono dotare le città di cassonetti in metallo (considerati più resistenti agli atti vandalici) o perseguono soluzioni alternative ai cassonetti per i rifiuti attraverso i sistemi di raccolta porta a porta. Sono trascorsi non più di due anni da quando il colosso francese Plastic Omnium ha deciso di chiudere il proprio stabilimento produttivo sito in Vigonza (Pordenone) facente capo alla controllata italiana O.P. Lander S.p.a., dedita alla produzione dei cassonetti in plastica. Il mercato di riferimento ha dimensioni europee e vede competere aspramente - nella partecipazione ad ogni singola gara d'appalto - i colossi tedeschi Sulo, Otto, Weber e Schaeffer, la francese Plastic Omnium, la spagnola Contenur, la greca Helesi e le italiane Jcoplastic, Elby, Sinterplast/Eurosintex e Multicom;
nella stessa regione Basilicata che ha approvato il contratto pilota di localizzazione «Helesi» è operante la società TecnoPlastica Lucana Spa, controllata dalla Jcoplastic di Battipaglia, con un organico di n. 30 unità addette alle attività di stampaggio e assemblaggio. L'investimento produttivo, avviato negli anni 1990 e ultimato dalla nuova attuale proprietà del gruppo, ha richiesto risorse finanziarie per circa 10 milioni di euro, e ha beneficiato degli incentivi ex legge 219. La capacità produttiva della detta TecnoPlastica Lucana Spa è molto simile a quella prevista per il contratto pilota di localizzazione Helesi e consta di n. 3 linee di produzione robotizzate con presse ad iniezione rispettivamente di 5.500, 1.800 e 1.000 tonnellate. Il detto assetto produttivo, pur supportato dall'amplissimo parco stampi della capogruppo oltre che da quelli propri, consuntiva un impiego medio storicamente non superiore al 45-50 per cento della capacità e comprensibile è l'attuale preoccupazione delle maestranze dinanzi all'eventualità dello start-up di una nuova realtà imprenditoriale. La stessa Jcoplastic, che produce nel battipagliese con altri n. 2 stabilimenti, impiegando mediamente altre n. 150 unità, pur disponendo di un complesso produttivo tra i più potenti in Europa nel settore e di un massiccio parco stampi costituito in decenni di attività, per un valore complessivo dell'investimento in Fabbricati, Impianti e Macchinari di oltre 40 milioni di euro (finanziato con mezzi propri per oltre 37 milioni di euro e continuamente innovato con il reimpiego del cash flow generato dalla gestione corrente), utilizza la propria capacità produttiva a non più del 60-70 per cento delle proprie potenzialità e ora vede pericolosamente messa a rischio la già di per sé faticosa stabilità del giro d'affari raggiunto (che si attesta in circa 35 milioni di euro). Analoghe considerazioni valgono per gli altri attuali competitor nazionali. In un settore economico già di per sé in crisi, l'investimento a costo quasi nullo che sarebbe realizzato da Helesi con il contratto di localizzazione altera profondamente le regole del libero mercato e della concorrenza, e pone l'investitore estero nelle condizioni privilegiate di poter acquisire facilmente rilevanti quote di mercato danno delle aziende nazionali, non dovendo considerare nella propria struttura dei costi una delle voci più importanti per gli altri operatori del settore, ovvero il costo dell'investimento stesso;
mentre non si può accreditare con ragionevolezza l'eventualità che grossa parte della produzione della costituenda Helesi Italia Srl possa essere diretta all'incremento delle esportazioni nazionali (considerando che la rilevanza dei costi di trasporto dei contenitori plastici di medio-grandi dimensioni impone il mantenimento del mercato domestico come target prioritario e irrinunciabile per una qualsiasi strategia di sviluppo e consolidamento delle aziende operanti nel settore), è viceversa lecito supporre che gli stampi oggetto delle agevolazioni di cui al contratto di localizzazione possano trovare impiego alternato nelle altre unità produttive del gruppo Helesi, rafforzandone quindi enormemente le potenzialità rispetto a tutti gli altri competitor europei;
con deliberazione CIPE 25 luglio 2003 n. 26/2003, venivano assegnati alla regione Basilicata 34,6 milioni di euro per
la copertura degli oneri per interventi infrastrutturali dei patti territoriali e contratti di programma. Nella stessa Deliberazione CIPE appena richiamata, all'ultimo comma del punto 7.2, si precisa peraltro: «L'accordo di programma quadro verrà sistematicamente utilizzato come strumento attuativo dei contratti di programma nel caso del "Progetto pilota di localizzazione" di cui alla propria Del. CIPE n. 16/2003 richiamata in premessa, dove il contratto si somma a interventi di infrastrutturazione e a protocolli per la semplificazione amministrativa o per l'efficienza dei mercati -:
se sia considerabile a rilevanza strategica il settore di attività per il quale è stato firmato il contratto pilota di localizzazione Helesi SA;
se il detto investimento abbia i requisiti di innovazione che lo abbiano reso preferito rispetto ad altre domande pervenute a Sviluppo Italia Spa;
se l'esame e l'istruttoria svolta da Sviluppo Italia Spa siano stati sufficientemente approfonditi e abbiano effettivamente tenuto conto delle potenzialità di sviluppo del settore;
se sia possibile - in assenza di realizzazione di infrastrutture, come dichiarato dalla Giunta regionale della Basilicata - l'ammissione di un progetto industriale ad un programma di agevolazione così massiccio e significativo come quello deliberato attraverso lo strumento del contratto di localizzazione (che sottrae i candidati ai normali meccanismi di gara previsti negli altri interventi agevolativi e li protegge in schemi di programmazione negoziale e privatistica tali che, per premiare la rilevanza strategica dell'obiettivo industriale assunto, è previsto il coinvolgimento di tutti gli enti locali interessati per poter garantire le infrastrutture e i servizi necessari);
se viceversa, nella fattispecie, non sia ravvisabile il superamento del limite massimo di contributo concedibile per singola iniziativa, pari nella regione Basilicata a 26,25 milioni di euro (ex punto 24 della Comunicazione della Commissione europea «Disciplina multisettoriale degli aiuti regionali destinati ai grandi progetti di investimento» n. C-2002-315), oltre il quale gli stati membri sono tenuti ad ottenere specifica autorizzazione dalla Comunità europea;
se non sia da ritenersi visibilmente forzata la dimensione del progetto agevolato, il cui investimento supera appena il limite minimo di 25 milioni di euro posto come soglia di accessibilità ai contratti di programma, tenuto conto di una composizione degli investimenti previsti nella quale assume peso prevalente la voce «Stampi», ovvero attrezzature che sono impiegabili in qualunque unità produttiva ivi inclusi quindi gli altri stabilimenti del gruppo Helesi in Grecia e in Inghilterra), a fronte di una capacità produttiva di base (costituita dalle presse ad iniezione) complessivamente modesta rispetto alla rilevanza dell'intero investimento;
se, in altri termini, considerate le dimensioni e la struttura di altre aziende già attive nel settore, non susciti attenzione l'importo di spesa previsto, tale da far rientrare il progetto tra quelli agevolabili con il contratto di localizzazione;
se sia considerabile proporzionato il contributo deliberato in rapporto alla nuova occupazione prevista;
se non appaia, viceversa, eticamente e socialmente irragionevole e ingiustificabile un contributo diretto a fondo perduto di 17 milioni di euro per una sola modesta iniziativa industriale (ma che in realtà va a rafforzare enormemente ed immeritatamente le potenzialità dell'intero gruppo Helesi a danno degli altri competitor europei), che promette nuova occupazione per n. 53 unità (peraltro riducibili a n. 37 unità, sulla base delle tolleranze solitamente consentite dalle norme agevolative) ma non tiene conto che nello stesso settore operano - già con grosse difficoltà - una
azienda con un assetto produttivo simile residente nella stessa regione Basilicata e altre due aziende dello stesso gruppo ubicate in aree sottoutilizzate della regione Campania, che impiegano circa n. 180 unità e che verrebbero inevitabilmente compromesse dal grosso vantaggio competitivo di cui godrebbe il nuovo operatore;
se sia vero che la società Helesi è qualificabile, alla data di presentazione della domanda (7 dicembre 2004), media-grande impresa, requisito indispensabile per accedere al detto contratto di localizzazione.
(4-02509)
SERVODIO e LULLI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
Consumers international è la maggiore organizzazione a livello mondiale di associazioni di consumatori e svolge un ruolo strategico nella rappresentanza dei consumatori nell'ambito dei negoziati del WTO;
nel mese di aprile 2006, poco prima delle elezioni per il rinnovo del Parlamento italiano, Consumers international e ministero delle attività produttive hanno firmato un Memorandum of understanding con il quale il Governo italiano si impegnava ad assumere iniziative per l'apertura di un Contact point in Italia, fissando come termine novembre 2006;
da allora, nonostante i solleciti e le informazioni più volte richieste in merito all'iniziativa, Consumers international non ha ottenuto alcun riscontro sulla volontà del Governo di dare seguito o meno all'accordo -:
se il ministero dello sviluppo economico intenda procedere all'attuazione del Memorandum of understanding sottoscritto con Consumers international, consentendo l'apertura di un contact point nel nostro Paese.
(4-02512)
BOCCI e DI GIROLAMO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il polo delle produzioni chimiche nell'area Terni-Narni, che ha rappresentato una realtà rilevantissima del sistema industriale del Paese con la presenza di grandi gruppi e la realizzazione di brevetti e di prodotti avanzati, ha subito negli ultimi venti anni una lunga fase di ristrutturazione e ridimensionamento occupazionale e produttivo che ha portato alla dismissione di numerosi impianti e all'uscita dei grandi gruppi nazionali;
la realtà produttiva attuale di circa 50 imprese, con 3.000 dipendenti e con un fatturato annuo intorno ai 500 milioni di euro, rappresenta comunque un pezzo importante del sistema produttivo locale (15 per cento del totale occupati nell'industria e 10 per cento del fatturato prodotto dal settore industriale localizzato nell'area);
recentemente la Yara Italia, proprietaria degli impianti per la produzione di nitrato di calcio della Nuova Tic siti in Nera Montoro, nel corso di un incontro con le organizzazioni sindacali ha annunciato l'intenzione di cedere lo stabilimento;
la ventilata cessione potrebbe aprire la strada ad un percorso che porterebbe alla chiusura dello stabilimento, con la conseguente perdita di un ulteriore sito produttivo nel territorio;
a partire dal 1996, la società ha avviato una serie di dismissioni che hanno prodotto un ridimensionamento delle attività dello stabilimento di Nera Montoro e una notevole riduzione della mano d'opera;
la Hydro acquisendo l'azienda ha conseguentemente usufruito di notevoli agevolazioni concesse dallo Stato italiano sull'acquisto del metano (principale materia prima del sito) e dell'energia elettrica (principale utility) nonché di ulteriori benefici
come cassa integrazione, mobilità, legge sull'amianto -:
se intenda urgentemente intervenire predisponendo misure idonee alla gravità della situazione e attivando un tavolo nazionale con tutti i soggetti istituzionali, ivi compresi Enichem o Eni.
(4-02526)