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Allegato B
Seduta n. 106 dell'8/2/2007
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, per sapere - premesso che:
il Governo in data 25 novembre 2006 ha adottato un provvedimento di revoca del vertice dell'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN), applicando, alla scadenza del termine di legge, quel meccanismo di spoil system, relativamente al quale il programma elettorale dell'Unione esprimeva ferma contrarietà;
l'ARAN esercita la delicata funzione di agente negoziale, rappresentante dei datori di lavoro pubblici, nelle trattative contrattuali, ed è pertanto assolutamente necessario evitare fenomeni di condizionamento e promiscuità con le associazioni sindacali del pubblico impiego;
l'articolo 46 del decreto legislativo n. 165 del 2001, proprio per scongiurare i rischi di condizionamento dell'Agenzia da parte delle organizzazioni sindacali fissa, a carico dei componenti del comitato direttivo, una chiara incompatibilità con l'assunzione di incarichi sindacali;
la disposizione della legge finanziaria 2007, definita dalla stampa norma «salva-contratti», rende ancora più delicata la funzione dell'Agenzia, considerato che le ipotesi di contratto sottoscritto in sede ARAN diventeranno efficaci con il semplice decorso di un breve intervallo di tempo;
secondo un articolo apparso su Il Giornale del 5 gennaio, il Governo sarebbe stato in procinto di nominare il nuovo Comitato direttivo dell'ARAN, scegliendo componenti di gradimento sindacale, come dimostrato dalla presenza nell'organo del prof. Mimmo Carrieri, coordinatore, della rivista culturale della CGIL «Quaderni di rassegna sindacale - Lavori», e del dottor Giancarlo Fontanelli, già segretario confederale della UIL, con delega al pubblico impiego;
il 23 gennaio 2007 il sottosegretario Mario Scanu, rispondendo ad un'interrogazione parlamentare presentata al Senato, ha dichiarato che il Governo ha proceduto sin dal 22 dicembre 2006 alla nomina del nuovo Comitato direttivo dell'ARAN, presieduto dall'avvocato Massimo Massella, senza però precisare i nomi degli altri componenti del direttivo;
sino ad oggi non risultano essere stati emanati dal Governo i comunicati che, per prassi, accompagnano le nomine dei vertici degli enti pubblici di maggiore rilevanza -:
se corrispondano al vero le notizie riportate sulla stampa in merito alla composizione del Comitato direttivo dell'ARAN e, qualora così fosse, se il Governo non ritenga che la nomina in tale organo di soggetti che abbiano, o abbiano avuto, un rapporto organico e duraturo con le organizzazioni sindacali sia censurabile in termini di legittimità e di opportunità.
(2-00363)«La Malfa»
Interrogazione a risposta orale:
CONTENTO, ANGELA NAPOLI, MARINELLO e DRAGO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il Procuratore della Repubblica di Palermo con proprio provvedimento, ha stabilito una nuova e diversa organizzazione delle competenze della DDA di Palermo, riassegnando e distribuendo agli aggiunti le deleghe e le competenze territoriali. La diversa organizzazione della DDA di Palermo vede oggi l'ingresso di due
nuovi aggiunti, i Procuratori Scarpinato e Lo Forte e un pesante ridimensionamento del ruolo del dottor Pignatone, uno dei principali protagonisti dei recenti successi investigativi che hanno portato alla cattura del boss Provenzano. Gli eventi di cui sopra hanno provocato la dura reazione del Procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso che in una intervista al giornale di Sicilia dell'8 febbraio 2007, lamentando la mancata consultazione del suo ufficio, parla di «violazioni di legge passibili di provvedimento disciplinare» a carico del Procuratore Messineo. Le dichiarazioni del dottor Grasso aprono uno scontro senza precedenti tra le due procure e gettano ombre sull'operato del Procuratore Messineo il quale, evidentemente, sconta il prezzo politico della sua recente nomina dando soddisfazione alle pressioni di alcune correnti della Magistratura di Palermo, escluse dalla precedente gestione Grasso -:
se a fronte di quanto esposto in premessa, che potrebbe incidere gravemente sul funzionamento della giustizia, non intenda attivare i propri poteri ispettivi, ai fini dell'eventuale esercizio delle proprie competenze.
(3-00615)
Interrogazioni a risposta scritta:
BARBIERI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
dal 23 al 29 aprile prossimo è stata indetta dal ONU una settimana dedicata alle problematiche e alle misure per contrastare il grave fenomeno dell'incidentalità stradale;
a livello mondiale, ogni anno, la strada è responsabile di oltre un milione e trecentomila strada e di oltre 500 miliardi di euro di costi;
nel marzo 2006 la Fondazione Luigi Gruccione aveva inviato alla Presidenza del Consiglio dei ministri un documento-proposta per la convocazione in Italia di una Conferenza sociosanitaria sull'incidentalità stradale;
dopo oltre un anno di attesa e dopo alcuni incontri che non hanno prodotto nulla di serio non si registra alcun tipo di risposta ad una iniziativa che dovrebbe interessare un Governo che abbia a cuore la salute dei suoi cittadini -:
se non ritenga opportuno procedere in tempi rapidi alla convocazione della Conferenza socio-sanitaria sull'incidentalità stradale in modo da arrivare all'appuntamento promosso dall'ONU con una posizione e con proposte utili ad affrontare tale problematica.
(4-02508)
CARUSO e ACERBO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
con l'ordinanza del Commissariato di governo per l'Emergenza Rifiuti nella regione Campania n. 437 dell'8 novembre 2006, con la quale si dispone tra l'altro di «autorizzare il consorzio di Bacino BN3 all'esecuzione degli interventi gestionali previsti nel predisporre dei lavori di somma urgenza per l'adeguamento funzionale della discarica di «Serra Pastore» sita nel comune di San Bartolomeo in Galdo... e di autorizzare il consorzio di Bacino BN3 all'utilizzo delle volumetrie residue presenti presso la discarica ... per la necessità di smaltimento dei rifiuti prodotti dall'impianto di selezione di Casalduni (Benevento);
in data 20 novembre è ripreso lo sversamento nella suddetta discarica; le quantità di rifiuti indicate nella suddetta ordinanza commissariale in «almeno 10.500 tonnellate» risultano ampiamente superate; infatti in data 26 gennaio, come risulta dalla nota del sindaco del comune di San Bartolomeo in Galdo n. 00000989 del 2 febbraio 2007, risultano già conferiti in discarica 16.500 tonnellate di frazione
organica e si stima l'arrivo di ulteriori quantità di rifiuti stimate in almeno 30.000 tonnellate;
in data 4 gennaio 2007, 15 gennaio 2007 e 23 gennaio 2007 il Dipartimento provinciale di Benevento dell'Agenzia Regionale Protezione Ambientale della Campania ha effettuato diversi sopralluoghi presso la discarica di Serra Pastore;
il risultato dei sopralluoghi, riportati nei verbali n. 101 del 5 gennaio 2007, n. 345 del 19 gennaio 2007 e n. 426 del 25 gennaio 2005 del suddetto Dipartimento provinciale, evidenziano la persistenza delle seguenti criticità:
a) il non possesso di dati circa l'integrità del sistema di impermeabilizzazione con riferimento sia al fondo che alle sponde;
b) a valle dell'impianto di discarica continuano a defluire liquidi di percolazione lungo il declivio sottostante fino a raggiungere il vallone collegato al reticolo idrografico del fiume Fortore; ciò denota una non completa, efficace impermeabilizzazione del fondo e delle scarpate dell'invaso di discarica;
c) non esiste un sistema di regimazione delle acque meteoriche;
d) non esistono impianti fissi per l'abbattimento odori;
e) non esiste un sistema antincendio;
f) non esistono pozzi spia;
g) viene accertato l'inquinamento delle matrici ambientali;
h) lungo il lato sud-est non esiste nessun tipo di protezione: i rifiuti risultano depositati anche esternamente all'area impermeabilizzata invadendo parte del piazzale;
le pendenze della rampa e del piazzale contiguo lasciano presupporre che gli eventuali liquidi di percolazione possano defluire fuori dal corpo di discarica della rampa, prima sul piazzale e poi riversarsi esternamente all'impianto;
i sopralluoghi hanno individuato la presenza di un tubo in PVC da cui continua a defluire un continuo getto di liquido nerastro e denso formante una vistosa schiuma superficiale: detto liquido si immette sempre in una tubazione emissaria interrata al di sotto della strada e refluisce nel vallone collegato al reticolo idrografico del fiume Fortore che a valle alimenta il lago di Occhitto, riserva idrica ad uso potabile, da dove attinge anche l'Acquedotto Pugliese -:
se non ritenga opportuno, per la tutela del territorio e della salute dei cittadini, porre in essere tutti i provvedimenti necessari affinché si proceda in tempi immediati alla chiusura della suddetta discarica e si provveda successivamente alla messa in sicurezza e alla bonifica della discarica nel più breve tempo possibile.
(4-02525)
LEONE, FITTO, BRUNO, SANZA, VITALI, DI CAGNO ABBRESCIA, FRANZOSO, LICASTRO SCARDINO, CARLUCCI, LAZZARI e MAZZARACCHIO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari regionali e le autonomie locali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 25 comma 4 della legge n. 448 del 2001 «Finanziaria 2002», prevede quanto segue: «Compiuti gli adempimenti di cui all'articolo 3, commi 3 e 4, le azioni dell'Acquedotto Pugliese inizialmente attribuite ai sensi del comma 2 del predetto articolo 3 sono definitivamente trasferite senza oneri, entro il 31 gennaio 2002, alle regioni Puglia e Basilicata, con una ripartizione in ragione del numero dei rispettivi abitanti. Le regioni avviano la
dismissione delle rispettive partecipazioni azionarie entro i successivi sei mesi, con procedure di evidenza pubblica nel rispetto della disciplina comunitaria in materia»;
nella precedente legislatura, quando la Regione Puglia ottenne, dopo non poche battaglie, che l'Acquedotto (AQP) restasse ai pugliesi, in realtà ne condivise la proprietà con la Regione Basilicata; nei mesi e negli anni successivi si arrivò alla firma di uno storico accordo con la Basilicata sull'utilizzo delle risorse idriche riuscendo a definire solo nel 2004 le questioni relative alla distribuzione dell'acqua, alla gestione delle infrastrutture e all'avvio del servizio in Basilicata, quindi alla totale proprietà della Regione Puglia;
se le azioni di AQP fossero state messe sul mercato in quel momento, si sarebbe commesso un errore: l'azienda necessitava di investimenti pubblici che la Regione avrebbe dovuto comunque fare, anche se le azioni fossero state vendute ai privati. Quindi si decise di avviare gli investimenti. L'impegno finanziario totale nell'ambito dell'accordo di programma quadro sull'acqua era pari a 1.350 milioni di euro nel periodo 2003-2007; gli impegni assunti fino alla fine della scorsa legislatura sono stati pari a 600 milioni di euro;
al termine della scorsa legislatura regionale c'erano in sostanza tutti i presupposti per arrivare in breve tempo ad avviare la privatizzazione, cosa che il precedente governo regionale avrebbe fatto qualora fosse stato riconfermato dagli elettori;
l'attuale governo regionale pugliese dal momento del suo insediamento ha mostrato intendimenti opposti e contrapposti alla legge 448/2001, sostenendo con forza la esigenza di «ripubblicizzare» l'acqua e addirittura di cambiare la configurazione giuridica di AQP sciogliendo la Spa, tuttavia non ha mai ufficializzato al Governo la richiesta di modificare quanto previsto dalla suddetta legge 448/2001;
si apprende da notizie di stampa (Corriere del Mezzogiorno del 6 febbraio) che il ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio è fortemente convinto della necessità che l'Acquedotto pugliese resti pubblico; dice quindi di aver messo su un gruppo di lavoro presso la Presidenza del Consiglio per cambiare «quella legge sbagliata del Governo Berlusconi»;
è noto che il ministro per gli affari regionali, Lanzillotta, e tutta la componente riformista del Governo spingono invece per la privatizzazione della gestione dei servizi pubblici per garantire migliori servizi e tariffe inferiori ai cittadini;
nei giorni scorsi anche il presidente di Confindustria Montezemolo proprio a Bari ha evidenziato la necessità che «lo Stato si faccia da parte» e in riferimento all'acquedotto pugliese, Montezemolo ha detto: «Il pubblico deve fare solo quello che il privato non può fare, ossia i servizi sociali» -:
quale sia, se ci sia, la posizione ufficiale del Governo sulla privatizzazione dell'acquedotto pugliese;
se corrisponde al vero che il Governo intende assumere iniziative per modificare la legge 448/2001;
se sia giunta dalla Regione Puglia formale richiesta in tal senso;
come si conciliano le posizioni del ministro Lanzillotta e delle componenti riformiste con quelle del ministro Pecoraro Scanio;
se il Governo non ritenga che, in assenza di modifiche alla legge 448/2001, la Regione Puglia debba quanto prima procedere all'applicazione e al rispetto di quanto previsto da quella legge e, quindi, alla privatizzazione dell'Acquedotto Pugliese.
(4-02539)