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Allegato B
Seduta n. 106 dell'8/2/2007
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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazioni a risposta scritta:
FORMISANO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
si apprende da organi di stampa che sono state recentemente ritrovate quantità cospicue di cefali marini morti o agonizzanti in un' area di circa 1,5 km sul canale della Bonifica 6, in località Fondi, provincia di Latina;
sono stati segnalati, inoltre, comportamenti anomali di altri pesci che stazionano nel canale sopraindicato, che lascerebbero prefigurare ipotesi di inquinamento della zona;
l'area in questione è interessata da una serie di insediamenti abitati e soprattutto industriali i cui scarichi non consentiti sul canale avrebbero potuto contaminarne le acque;
per verificare l'effettiva entità e le cause dei fenomeno è stato effettuato un sopralluogo da alcuni addetti della Stazione Zoologica di Terracina e del servizio veterinario dell'Asl del comprensorio Fondi-Terracina, le cui verifiche hanno confermato l'effettiva situazione emergenziale;
dell'accaduto è stato interessato l'Istituto Zooprofilattico di Latina, che provvederà ad attivare degli esami specifici per accertare le cause del decesso e verificare le possibili contaminazioni da sostanze velenose, nonché informare gli organi di Polizia Giudiziaria e Polizia Provinciale, che attendono gli esiti degli accertamenti per aprire un eventuale fascicolo d'indagine -:
se non ritiene opportuno attivarsi per verificare l'effettivo stato della situazione e assumere tutti gli atti in suo potere per far fronte alla risoluzione della problematica in questione.
(4-02519)
CARFAGNA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nel corso di un incontro avvenuto in data 15 dicembre 2006, tra il Commissario straordinario per l'emergenza dei rifiuti dottor Guido Bertolaso e il sindaco del Comune di Serre, in provincia di Salerno, il predetto Commissario comunicò l'intenzione di creare una discarica di rifiuti solidi urbani nelle vicinanze del territorio del Comune medesimo;
secondo quanto affermato dallo stesso Bertolaso, l'individuazione del sito risultava addirittura dalla redazione, per la creazione dello stesso, di un progetto esecutivo che interessava il luogo denominato: «Valle della Masseria»;
tale luogo si trova a circa 3 chilometri dalla ex discarica: «Macchia Soprana», inserita nel piano regionale di bonifica dei siti inquinati della regione Campania e a circa 2 chilometri dalla ex discarica: «Basso dell'Olmo-Serralonga», situata nel vicino comune di Campagna, per la cui realizzazione fu espresso un giudizio tecnico negativo con riferimento all'analisi relativa all'idoneità idrogeologica ed ambientale della stessa area, effettuata dal dipartimento di pianificazione e scienza del territorio dell'Università di Napoli Federico II;
nelle vicinanze della stessa «Valle della Masseria», è situata inoltre una riserva naturale chiamata: «Oasi protezione faunistica di Persano», la cui estensione è di circa 3.400 ettari, comprendente anche gli affluenti Calore e Tanagro, nonché la zona di protezione speciale denominata: «Medio Corso del Fiume Sele-Persano», che si estende invece su circa 1.500 ettari e comprende anche l'Oasi del WWF;
sono altresì situati diversi territori nelle vicinanze della suddetta «Valle della Masseria» le cui caratteristiche sono di elevata naturalità ed integrità ambientale, nonché diverse contrade e aziende agricole casearie, la cui attività richiede certamente elevate condizioni di igiene e sicurezza ambientale -:
se le notizie che il commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania, ha comunicato al sindaco del comune di Serre, nel corso dell'incontro esposto in premessa, corrispondano al vero;
se, in caso affermativo, non ritenga intraprendere, nell'ambito delle sue competenze, opportune iniziative affinché vengano sospese le procedure per la creazione della discarica dei rifiuti solidi urbani nell'area «Valle della Masseria» situata nel comune di Serre, al fine di evitare che le popolazioni residenti nelle aree limitrofe possano correre seri rischi per la salute e per consentire che le riserve naturali descritte in premessa, che circondano la «Valle della Masseria», possano essere tutelate rispetto alla creazione di una discarica la cui localizzazione e dimensione produrrebbe danni ambientali rilevanti.
(4-02520)
FORMISANO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
circa 4 mesi fa su richiesta della Regione Lazio, sono state avviate indagini da parte dell'ARPA Lazio di Frosinone e dalla Guardia Forestale di Fiuggi, volte a verificare l'effettivo funzionamento del depuratore e lo stato delle acque del lago di Canterno;
dopo circa un mese dall'inizio delle verifiche il Corpo Forestale ha sporto denuncia alle Autorità competenti sull'effettiva presenza di elementi tossici e altamente inquinanti sul sito sopraindicato;
della vicenda è stato investito il Comune di Fiuggi, proprietario del depuratore in questione, con richiesta di fornire documentazione riguardante il collaudo e l'autorizzazione allo scarico delle acque nel lago;
il Comune ha declinato ogni responsabilità sottolineando come la gestione dell'impianto fosse affidata all'ATO 5;
è di pochi giorni fa la notizia che alcuni responsabili di organi competenti in materia ambientale della Regione Lazio, hanno dato vita ad una plateale azione di protesta incatenandosi all'ingresso dell'impianto di depurazione di cui sopra, denunciando il cattivo funzionamento e la pessima qualità cui versano le acque che si riversano sul lago, auspicando, inoltre, l'immediato intervento della magistratura per accertare le eventuali responsabilità;
sono in corso nuove verifiche da parte degli organi di Polizia e della Guardia Forestale di Fiuggi, che hanno già provveduto a prelevare ulteriori campioni di acqua dal sito, per sottoporle ad accertamenti di laboratorio;
la problematica ha una considerevole ricaduta negativa sia sulla tutela ambientale del lago di Canterno e della fauna acquatica in esso presente, nonché sull'immagine del marchio ambientale di recente costituzione denominato «Natura in campo», che rappresenta una sorta di certificazione di qualità dei prodotti agricoli e dell'allevamento nei parchi che ne beneficiano -:
se è a conoscenza della situazione sopra descritta e non ritenga opportuno attivarsi per verificarne l'effettivo stato e assumere tutti gli atti in suo potere per far fronte alla risoluzione alla problematica in questione.
(4-02528)
TOLOTTI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
dal 1987 è in funzione a Paratico (BS) un depuratore consortile che raccoglie gli scarichi civili di 36 comuni della provincia di Brescia e di Bergamo;
l'impianto non ha mai evidenziato problemi fino al 1997, quando nel collettore di Capriolo ed Adro cominciano a riscontrarsi scarichi anomali, prevalentemente industriali, come denota la presenza di metalli pesanti;
proprio nel 1997 ha inizio l'attività dell'impianto di smaltimento di rifiuti liquidi speciali, pericolosi e non, di proprietà della ditta Elg, con sede ad Adro;
il Consorzio per la tutela ambientale del Sebino (COTAS) decide di concentrare la propria attenzione sull'inquinamento rilevato nel sistema fognario di Capriolo e Adro, attivandosi anche in ambito interprovinciale per risalire alle cause dell'inquinamento stesso;
dai controlli e dalle osservazioni effettuate si riscontra che il collettore di Adro e Capriolo durante i periodi più piovosi dell'anno raccoglie un surplus di acque che scarica a sua volta nel fiume Oglio; questa sovrabbondanza di scarico non è problematica se si tratta di scarichi civili, per di più diluiti dalle piogge, mentre può risultare dannosa per l'ambiente se nelle acque sono presenti rifiuti liquidi pericolosi;
proprio per tenere sotto controllo la situazione il Comune di Adro impone alla ditta Elg di installare un controllore automatico degli scarichi, monitorato periodicamente dall'ARPA;
il 12 gennaio del 2002 il COTAS sporge denuncia nei confronti di ignoti per l'inquinamento del sistema fognario di Adro e Capriolo;
a seguito della denuncia la magistratura di Brescia avvia una indagine penale che porta all'apertura di un fascicolo, n.1032, e in data 16 ottobre 2003 al rinvio a giudizio per sette capi di imputazione tra cui lo «scarico di sostanze inquinanti in fognatura», della signora Brescianini Maria, amministratrice unica di Elg e del figlio, signor Lancini Danilo Oscar, amministratore di fatto e responsabile tecnico dell'impianto di smaltimento e nel frattempo, dal 2004, divenuto sindaco del Comune di Adro. Il procedimento è tuttora in corso, una udienza era fissata per il 16 gennaio 2007, ma ha tuttavia portato al temporaneo sequestro dell'impianto, poi dissequestrato con prescrizioni, e ha determinato l'avvicendamento dell'amministratore unico della ditta Elg, che attualmente risulta essere la signora Lancini Lionella, sorella di Danilo Oscar;
proprio la signora Lancini Lionella è stata rinviata a giudizio nel marzo 2006, sulla base di tre capi di imputazione, tra cui lo «scarico di sostanze inquinanti in fognatura», per il periodo che va dal 10
aprile 2003 all'8 agosto 2004; la prima udienza di questo secondo procedimento si è svolta il 2 dicembre 2006;
va infine rilevato che, sempre sulla stessa materia, dalla primavera del 2005 è in corso una terza indagine, procedimento penale n. 20833, che non ha ancora portato alla formalizzazione di alcun rinvio a giudizio, ma ha determinato il 2 luglio 2005 un nuovo sequestro dell'impianto, in seguito dissequestrato ma mai più rimesso in funzione -:
se il Ministro sia a conoscenza della situazione, che è stata oggetto di approfondita attenzione della stampa locale e segnatamente, con numerosi articoli, del quotidiano «Il Brescia»;
quali provvedimenti intenda assumere, fatti salvi gli esiti cui porteranno in tema di accertamento delle responsabilità i procedimenti penali in corso, per assicurarsi che gli scarichi anomali più volte riscontrati nel collettore di Adro e Capriolo non abbiano compromesso, in misura anche grave, l'ecosistema del bacino del fiume Oglio che, in uscita dal Lago di Iseo e prima di gettarsi nel Po attraversa un territorio densamente popolato che interessa le province di Bergamo, Brescia e Cremona.
(4-02530)
MISTRELLO DESTRO, MILANATO e ZORZATO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
con il decreto legislativo 4 aprile 2006, n. 216 recante: «Attuazione delle direttive 2003/87 e 2004/101/CE in materia di scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità, con riferimento ai meccanismi del Protocollo di Kyoto», l'Italia in ottemperanza agli impegni assunti con l'adesione al predetto Protocollo, ha dato attuazione alle direttive 2003/87/CE e 2004/101/CE in materia di scambio di emissioni dei gas ad effetto serra nella Comunità;
il suddetto decreto legislativo, disciplina il rilascio da parte dell'autorità competente, ovvero il Ministero dell'Ambiente, della tutela del territorio e del mare, di una autorizzazione alle emissioni di gas serra a beneficio degli impianti, rientranti nella normativa, che ne abbiano fatto richiesta;
a fronte dell'istanza del soggetto gestore dell'impianto, l'autorità competente è tenuta entro il termine di 45 giorni, così come previsto dall'articolo 6 del medesimo decreto legislativo, a dare seguito alla richiesta, rilasciandolo oppure negandolo;
la norma, sebbene stabilisca un termine di 90 giorni prima dell'avvio dell'impianto, affinché il gestore provveda a richiedere la necessaria autorizzazione, così come indicato dall'articolo 5 del medesimo decreto legislativo, non prevede l'attuazione del meccanismo del silenzio-assenso;
attualmente risulta che tutte le istanze di autorizzazione presentate dai gestori di nuovi impianti (cosiddetti nuovi entranti) a partire dal 2005 e per tutto il 2006, siano rimaste senza risposta, impedendo in tal modo l'esercizio degli impianti in pendenza del rilascio del provvedimento di autorizzazione;
quanto predetto, oltre a dar luogo ad una grave inadempienza da parte dell'autorità competente, pone i gestori degli impianti in condizione di non poter operare secondo i principi della certezza del diritto, ostacolando fra l'altro, l'implementazione dei processi produttivi con l'impiego di nuovi impianti con un evidente danno economico;
il prolungato ed ingiustificato ritardo viene ufficiosamente addebitato da parte del Ministero dell'Ambiente della tutela del territorio e del mare, all'impegno connesso alla elaborazione del nuovo Piano nazionale di assegnazione delle quote per il periodo 2008-2012, ultimato di recente e trasmesso alla Commissione europea;
tali giustificazioni risultano evidentemente inaccettabili e non si può non considerare gravemente inadempiente il
suddetto Ministero, con riferimento alle istanze correttamente presentate dai nuovi entranti -:
quali urgenti iniziative intenda intraprendere affinché sia colmata tale evidente inadempienza ministeriale nei confronti dei gestori dei nuovi impianti e per dare una risposta in tempi brevi alle istanze di autorizzazione presentate dagli stessi gestori, evitando ingiustificati e dannosi impedimenti all'esercizio degli impianti.
(4-02534)