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Allegato B
Seduta n. 106 dell'8/2/2007
ATTI DI INDIRIZZO
Mozioni:
La Camera,
premesso che:
i dati raccolti da associazioni di rappresentanza del mondo femminile islamico segnalano che l'86 per cento delle donne islamiche presenti in Italia sono analfabete e non conoscono il sistema alfanumerico; l'80 per cento non esce di casa se non accompagnata da figure maschili della famiglia di appartenenza; solo il 10 per cento delle 400.000 donne islamiche presenti in Italia conduce una vita, che, secondo gli standard socio-statistici, potrebbe definirsi normale;
la cronaca quotidiana informa, con crescente drammaticità, di violenze consumate sul territorio italiano all'interno di nuclei familiari o di comunità di origine extracomunitaria;
tali atti si indirizzano, soprattutto, nei confronti delle donne e dei soggetti, che, in questi contesti, vivono in una condizione di debolezza e di minorità;
sul nostro territorio si moltiplicano le denunce di donne extracomunitarie di religione islamica vittime di matrimoni poligamici, celebrati in centri di preghiera autorizzati dallo Stato a svolgere una libera attività associativa, ma senza alcuna autorità giuridica che ponga in essere un'unione che possa essere considerata valida dallo Stato. Secondo i firmatari del presente atto di indirizzo, questi matrimoni sostanziano non solo una grave violazione dell'ordinamento penale italiano, ma anche una grave lesione della dignità umana delle donne musulmane presenti in Italia, poiché spesso esse ignorano la «non validità» dell'unione ufficializzata in moschea, subendone comunque le conseguenze in caso di ripudio;
l'articolo 556, primo comma, del codice penale recita: «Chiunque essendo legato da matrimonio avente effetti civili, ne contrae un altro, pur avente effetti civili, è punito con la reclusione da uno a cinque anni. Alla stessa pena soggiace chi, non essendo coniugato, contrae matrimonio con persona legata da matrimonio avente effetti civili»;
presso il ministero dell'interno è istituito, con funzioni meramente consultive, un organo composto da alcuni soggetti individuati dal ministero stesso tra i tanti in Italia che professano il credo islamico - in modi per natura diversi, poiché non esiste un organo normativo nell'islam, ma la pratica religiosa si basa soltanto sull'interpretazione del corano - denominato Consulta islamica;
impegna il Governo:
a promuovere iniziative, anche legislative, volte a tutelare ed a garantire sul territorio nazionale il rispetto dei diritti umani e civili delle donne extracomunitarie presenti in Italia;
a promuovere un miglioramento delle condizioni di vita delle donne extracomunitarie, attraverso specifici corsi di alfabetizzazione in italiano, programmi di inserimento nel mondo lavorativo ed imprenditoriale, oltre a specifiche campagne di sensibilizzazione che permettano alle donne interessate di conoscere i propri diritti e i possibili strumenti di autotutela;
ad istituire un telefono multilingue che renda più agevole alle donne extracomunitarie denunciare la propria condizione di disagio sociale, fisico, psichico;
ad escludere dalla Consulta islamica tutte quelle associazioni di rappresentanza che pongano in essere comportamenti contrari ai principi dell'ordinamento giuridico italiano, in generale, e della condizione della donna extracomunitaria, in particolare.
(1-00093)
«Bertolini, Paoletti Tangheroni, Licastro Scardino, Misuraca, Aprea, Bocciardo, Carlucci, Palmieri, Adornato, Santelli, Baiamonte, Grimaldi, Ceccacci
Rubino, Giuseppe Fini, Giro, Romagnoli, Franzoso, Galli, Martino, Martusciello, Carfagna, Pizzolante, Sanza, Di Cagno Abbrescia, Fasolino, Garagnani, Cossiga, Rosso, Fedele, Zanetta, Craxi, Fratta Pasini, Luciano Rossi, Biancofiore, Lainati, Azzolini, Picchi, Della Vedova».
La Camera,
premesso che:
su proposta del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del Governo Berlusconi nel giugno del 2001 il Consiglio dei Ministri dei Trasporti della Unione europea incaricò la Commissione europea di predisporre una rivisitazione sostanziale del sistema legato al Transport European Network (TEN), producendo una proposta organica che comprendesse anche i nuovi Paesi della Unione europea;
la Commissione Europea nell'autunno del 2002, per attuare un simile mandato, costituì un apposito Gruppo ad Alto Livello rappresentativo dei 28 Stati dell'Unione (15 già membri effettivi e 13, all'epoca, di prossimo ingresso) coordinato da Karel Van Miert;
il Gruppo ad Alto Livello nel luglio del 2003 concluse i lavori sottoponendo la proposta di rivisitazione delle reti TEN alla Presidenza del Consiglio della Unione europea;
nel mese di ottobre del 2003, durante il semestre di Presidenza della Unione europea, il Consiglio della Unione europea, su proposta della Commissione, approvò il documento e lo inoltrò al Parlamento europeo;
il Parlamento dell'Unione europea il 21 aprile 2004 approvò la rivisitazione delle reti TEN;
la serie di scelte strategiche rilevanti per il nostro Paese, all'interno di tale strumento programmatico, riguardavano in particolare:
il Corridoio 1 Berlino-Palermo (prima della rivisitazione delle reti TEN tale asse era limitato al collegamento tra Monaco e Verona);
il Corridoio 5 Lisbona-Lione-Torino-Trieste-Kiev (prima della rivisitazione delle reti TEN tale asse era limitato al collegamento Trieste-Kiev);
il Corridoio Rotterdam-Genova (prima della rivisitazione delle reti TEN tale corridoio non esisteva);
le Autostrade del Mare (tale progetto non esisteva ed era stato inserito su proposta del nostro Paese);
il Corridoio 8 Bari-Durazzo-Varna (prima della rivisitazione delle reti TEN tale corridoio era limitato al collegamento Durazzo-Varna);
il ponte sullo Stretto di Messina;
il Progetto Galileo;
Il Parlamento della Unione europea nell'approvare il nuovo assetto delle Reti TEN, condivise anche la proposta della Commissione europea di garantire un contributo comunitario, a fondo perduto, fino alla soglia del 20 per cento del valore dei singoli interventi progettuali, per la attuazione dei progetti;
il Corridoio 1 Berlino-Palermo si compone di interventi chiave per la crescita e lo sviluppo del Paese e della intera Unione europea quali, in particolare:
il nuovo tunnel ferroviario del Brennero;
il nuovo asse ferroviario ad alta velocità/alta capacità Milano-Bologna-Firenze;
il nuovo asse autostradale Variante di Valico;
il nuovo asse autostradale tirrenico (Roma-Formia);
l'asse autostradale Salerno-Reggio Calabria;
l'adeguamento dell'asse ferroviario Battipaglia-Reggio Calabria-Messina-Palermo;
il Ponte sullo Stretto di Messina;
per la realizzazione del tunnel ferroviario del Brennero, il cui progetto preliminare è stato già approvato dal CIPE nel 2003, è in corso di pubblicazione il bando dei lavori del tunnel pilota con un coinvolgimento finanziario sostanziale della Comunità;
nel rispetto di quanto previsto nell'atto di approvazione dello strumento di rivisitazione delle reti TEN è stato nominato, sin dal 2005, il Coordinatore del Corridoio 1 nella persona di Karel Van Miert;
nel rispetto di quanto deciso, sempre nello strumento di rivisitazione delle reti TEN, per la realizzazione del valico ferroviario la Unione europea dovrebbe garantire la copertura finanziaria del 20 per cento a fondo perduto;
l'Unione europea nel 2006 ha già approvato un primo volano di risorse per onorare la partecipazione della Comunità fino al 20 per cento del costo dei progetti presenti all'interno del nuovo assetto delle reti TEN;
il mancato rispetto degli impegni assunti produrrebbe danni all'economia del paese ed in particolare della regione Sicilia e del mezzogiorno,
impegna il Governo:
a produrre un quadro dettagliato dello stato di avanzamento degli interventi ubicati sul Corridoio 1, già presenti nel Piano Decennale delle Infrastrutture Strategiche previsto dalla legge n. 443 del 2001 (legge Obiettivo);
a esporre in modo dettagliato, quali sono le iniziative già prese per accedere alle risorse previste dalla Unione europea per le Reti TEN relativamente al Corridoio 1;
a mettere in evidenza se la soglia temporale imposta dalla Unione europea per l'accesso alle risorse di cui al punto 2, soglia che impone l'apertura dei cantieri entro il 2010, potrà essere rispettata;
a definire, per dare la massima organicità agli interventi sul Corridoio 1 e per garantire la massima ottimizzazione delle risorse comunitarie, un quadro degli interventi previsti, sempre sul Corridoio 1, dai Por e dal Pon;
a produrre un dettagliato elenco delle criticità presenti sul Corridoio 1 relativamente ai processi autorizzativi, mettendo chiaramente in evidenza le azioni necessarie per superare tali criticità ricordando che il rischio del mancato rispetto dei tempi oltre a produrre la perdita delle risorse della Unione europea produce, come previsto nello strumento di approvazione delle reti TEN, una penalizzazione finanziaria dovuta dal nostro Paese alla Comunità;
ad individuare le necessarie risorse da destinare per realizzare gli obiettivi comunitari che attribuiscono al Corridoio 1, del quale l'asse di collegamento con Palermo è parte essenziale e primaria, quella rilevanza indispensabile per rilanciare la competitività, non solo dell'economia siciliana ma dell'intero sistema italiano ed europeo, come affermato chiaramente in sede comunitaria laddove sono state individuate le grandi reti transeuropee di trasporto.
(1-00094)
«Leone, Misuraca, Angelino Alfano, Germanà, Baiamonte, Mormino, Vitali, Picchi, Giudice, Fallica, Stagno d'Alcontres, Santelli, Palumbo, D'Ippolito Vitale, Uggè, Marinello, La Loggia, Martino, Minardo, Grimaldi».