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Allegato B
Seduta n. 109 del 14/2/2007
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ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
la drammatica relazione che il Ministro dell'interno ha illustrato in Parlamento sul rigurgito della lotta armata deve chiamare tutte le forze istituzionali ad una comune lotta in difesa della democrazia, della Repubblica e del concetto inalienabile del bene della vita;
la nuova gravissima emergenza solleva un ulteriore inquietante problema, non soltanto morale ma profondamente politico, per quanto riguarda la prossima manifestazione programmata a Vicenza che è stata organizzata anche dal centro sociale Gramigna di Padova, all'interno del quale sono stati individuati numerosi appartenenti al gruppo eversivo;
il Ministro dell'interno teme la possibilità di una legittimazione politica della protesta, nel solco ideologico perseguito dalle nuove Br. La stessa preoccupazione è condivisa dalla magistratura e dalle Forze dell'ordine perché a Vicenza potrebbe verificarsi l'occasione di unità tra i movimenti dell'eversione. L'attuale Governo, se dovesse continuare a mantenere questa posizione equivoca, creerebbe una situazione politica e morale che nessun Paese civile e democratico potrebbe tollerare -:
quali iniziative intenderebbe prendere nei confronti dei rappresentanti del suo Governo qualora partecipassero alla prossima manifestazione di Vicenza, nonostante il preoccupante appello lanciato dal Ministro dell'interno.
(2-00373) «Campa, Zanetta, Biancofiore, Gelmini, Uggè, Santelli, Paoletti Tangheroni, Brancher, Cossiga, Mazzaracchio, Cicu, Carlucci, Licastro Scardino, Casero, Jannone, Mondello, Fallica, Verro, Floresta, Gardini, Di Virgilio, Ceroni, Giuseppe Fini, Armosino, Ceccacci Rubino, De Corato, Mistrello Destro, Pelino, Ravetto, Lazzari, Bertolini, Fitto, Osvaldo Napoli, Bernardo, Testoni, Franzoso, Romagnoli, Galli».
Interrogazione a risposta orale:
BUONTEMPO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il comitato «Facciamo breccia» ha organizzato nei giorni scorsi a Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma e della Prefettura, una conferenza stampa, per presentare la manifestazione nazionale «NO VAT - Autodeterminazione, Laicità, Antifascismo», indetta per sabato 10 febbraio in occasione dell'anniversario della firma del Concordato;
all'incontro con la stampa ha partecipato anche il vicepresidente del Consiglio provinciale, Nando Simeone di Rifondazione comunista;
alla conferenza stampa alcuni individui indossavano maschere raffiguranti il Papa ed il cardinale Ruini ed altri hanno urlato slogan offensivi della dignità del clero -:
se alla conferenza stampa erano presenti rappresentanti anche delle forze dell'ordine, come abbiamo agito di fronte ai fatti segnalati in premessa, e in ogni caso
quali iniziative si intendano assumere per garantire il rispetto della legge e delle istituzioni.
(3-00638)
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
I Commissione:
ZACCARIA e SPINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
nel 2000 l'allora presidente del Consiglio onorevole Massimo D'Alema firmò, il 20 marzo 2000, Intese a norma dell'articolo 8 della Costituzione con i Testimoni di Geova e con l'Unione Buddista Italiana;
nella scorsa legislatura, l'allora sottosegretario alla Presidenza dei Consiglio dei ministri dottor Gianni Letta, siglò testi di Intese con la Chiesa Greco-Ortodossa, con la Chiesa Apostolica, con l'Unione Induista italiana con l'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, e con la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni;
sempre nella precedente legislatura sono state firmate dal governo Berlusconi due modifiche a precedenti Intese con la Tavola Valdese e con l'Unione delle Chiese Cristiane Avventiste rispettivamente il 27 maggio 2005 e il 23 aprile 2004;
i predetti nove documenti non portarono, per vari motivi, a conclusione il loro iter parlamentare -:
quali siano gli intendimenti del Governo in materia e come intenda provvedere a continuare l'opera di applicazione dell'articolo 8 della Costituzione, iniziata dal Governo Craxi nel 1984.
(5-00727)
BOSCETTO e PAOLETTI TANGHERONI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
la legge Finanziaria 2007 stabilisce ai commi 580 e ss. la soppressione della Scuola Superiore della pubblica amministrazione, a far tempo dai 31 marzo 2007, ed il trasferimento delle relative dotazioni finanziarie, strumentali e di personale ad una istituenda Agenzia per la formazione, dotata di personalità giuridica di diritto pubblico e di autonomia amministrativa e contabile e sottoposta alla vigilanza della Presidenza del Consiglio;
l'Agenzia sarà preposta alla formazione dei dirigenti e dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche ed a coordinare l'attività dell'Istituto Diplomatico, della Scuola Superiore dell'interno e della Scuola Superiore dell'Economia e delle Finanze, le quali mantengono la loro autonomia organizzativa;
tra i compiti previsti, l'Agenzia provvederà anche alla raccolta, all'elaborazione ed allo sviluppo delle metodologie formative, nonché quello di accreditamento delle strutture di formazione;
con uno o più regolamenti adottati ai sensi della legge n. 400 del 1988, anche modificando le disposizioni legislative vigenti si provvede a dare attuazione alle disposizioni dei commi 580 e ss. della legge Finanziaria 2007, a riformare il sistema della formazione dei dirigenti e dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni;
dall'attuazione dei regolamenti di cui al comma 585 della legge Finanziaria 2007 dovrà derivare una riduzione di spesa non inferiore a 3 milioni di euro nel 2007 e a 6 milioni di euro negli anni 2008 e seguenti;
l'Agenzia potrebbe delegare anche a privati il compito di formare dirigenti e dipendenti della Pubblica amministrazione -:
se la riforma in oggetto non implichi la presumibile soppressione dei docenti stabili, attualmente in servizio presso la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, in considerazione della mancata previsione di un personale docente dedicato esclusivamente al raggiungimento degli
obiettivi formativi dell'istituenda Agenzia di formazione, che peraltro risulterebbe selezionato in maniera discrezionale, soprattutto a causa della indeterminatezza dei criteri indicati in finanziaria, con il correlato pericolo di generare un rapporto anomalo tra dirigenza pubblica e mondo politico.
(5-00728)
ADENTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
nell'ambito dei Patti Lateranensi del 1929 venne stipulato il Concordato tra Stato italiano e Chiesa cattolica disciplinante l'attività ecclesiastica all'interno dello Stato stesso e che, questo ultimo, è stato recepito nella Costituzione nel 1948 e successivamente modificato nel 1984;
con il Concordato è stato affermato il principio per cui lo Stato e la Chiesa si impegnavano a lavorare congiuntamente per lo sviluppo del Paese;
nel Concordato è ben chiara l'affermazione da parte di entrambe le entità di autonomia nel proprio ambito giurisdizionale e territoriale pur con l'impegno alla reciproca collaborazione per il bene della nazione italiana e lo sviluppo dell'uomo;
il dialogo costante con la Chiesa da parte dello Stato ha a tutt'oggi un'importanza rilevante;
lo spirito del Concordato ha dato fino a oggi risultati positivi;
nelle ultime settimane, sempre più spesso si apprende dalla stampa che esponenti dell'attuale maggioranza invocano l'abolizione del Concordato, come, da ultimo, l'onorevole Enrico Boselli che in un'intervista a La Repubblica dichiara che il Concordato non è più accettabile -:
quale sia la posizione del Governo in merito al Concordato tra Stato italiano e Chiesa cattolica e se esso intenda escludere ogni iniziativa di revisione o abolizione dello stesso.
(5-00729)
Interrogazioni a risposta scritta:
GALANTE e LICANDRO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
dall'anno 1946 in Italia è attiva in tutto il territorio nazionale l'organizzazione cattolica denominata «Opus Dei»;
le molte testimonianze provenienti da ex appartenenti all'organizzazione, da ultimo raccolte anche nel libro denuncia «Opus dei segreta», di Ferruccio Pinotti, documentano l'utilizzo all'interno dell'opera di metodi barbari di mortificazione corporale: tra questi la punizione con la cosiddetta «disciplina» ogni sabato pomeriggio; l'obbligo per i numerari di indossare almeno per due ore al giorno il «cilicio», sorta di cintura metallica, munita di punte orientate verso l'interno con lo scopo di infliggere dolore; l'obbligo per le numerarie di dormire su una tavola di legno;
l'Opus Dei pare adottare dei metodi particolarmente aggressivi per il reclutamento dei propri adepti, iniziati a queste attività già da minorenni e inseriti nell'opera senza essere messi a conoscenza di tutte gli oneri derivanti dall'appartenenza alla stessa;
nell'ultima finanziaria è stato inserito un emendamento che equipara ai fini dell'ottenimento dei finanziamenti per l'edilizia universitaria le residenze universitarie pubbliche a quelle private, molte delle quali sono gestite dall'Opus Dei e sono solitamente utilizzate come centri di reclutamento di nuovi adepti;
l'Opus Dei limita la libertà individuale degli appartenenti sotto diversi profili, fino al punto di vietare la lettura da parte degli aderenti dei libri inseriti in un apposito indice;
i numerari e le numerarie dell'opera, pur svolgendo un lavoro continuativo per la stessa, non percepiscono alcun guadagno
né sono soggetti ad alcun contributo previdenziale, essendo anzi tenuti a versare ogni propria entrata all'organizzazione stessa -:
se, alla luce della disciplina vigente in materia di rapporti con la Chiesa cattolica, il Governo non ritenga di poter intraprendere misure volte a tutelare la libertà di autodeterminazione dei singoli nell'adesione a gruppi e a movimenti religiosi, e a monitorare il rispetto della normativa in materia di tutela del lavoro anche da parte di tali gruppi e movimenti;
se inoltre, più in generale, intenda fare opera di sensibilizzazione e di formazione culturale tesa a valorizzare in ogni situazione e circostanza il rispetto del proprio e dell'altrui corpo, come forma elementare di rispetto della vita umana.
(4-02586)
GALANTE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa si apprende che il Gup di Roma, Renato Croce, ha emesso una sentenza secondo cui la frase pronunciata dal responsabile della Federazione Romana di Fiamma Tricolore Giuliano Castellino - «Rosario Bentivegna è il vero autore della strage delle Ardeatine» - «non è diffamatoria, ma aspra e severa e ricompresa nell'alveo di un giudizio politico nonché di critica storica»;
nella sentenza si legge inoltre che quelle relative alla strage delle Fosse Ardeatine «sono vicende oggetto di una revisione storica da parte di uno dei giornalisti più apprezzati, Giampaolo Pansa, che sta avvenendo tra aspre polemiche anch'essa», aggiungendo che «non può impedirsi un'opera revisionistica di vicende storiche, e nemmeno si possono vietare che vengano espressi eventuali giudizi negativi»;
tale sentenza confonde intenzionalmente la dimensione del giudizio storicopolitico e quella giudiziaria della diffamazione individuale e della falsificazione fattuale. Essa, inoltre, non solo offende la memoria storica patrimonio di tutti italiani incarnata dalla Resistenza antifascista, ma di fatto avalla in sede giudiziaria le tesi difensive sostenute dai criminali nazisti autori della strage delle Fosse Ardeatine (dove con ferocia e premeditazione trucidarono 335 italiani) e che furono sempre respinte dai tribunali italiani -:
se, ferma restando l'autonomia della magistratura, il Governo non intenda adottare ogni iniziativa utile a ribadire quanto in più occasioni è stato accertato da tribunali italiani: che veri e unici responsabili della strage delle Ardeatine furono i nazifascisti; e ciò a tutela della memoria della Resistenza, dell'onorabilità di Rosario Bentivegna e della stessa magistratura italiana.
(4-02587)
CAPARINI, ROMANI e GAMBA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
la vigente normativa sul servizio pubblico radiotelevisivo ha fra le principali finalità quella di garantire il valore costituzionale del pluralismo nell'informazione, per realizzare il quale si pone l'obiettivo di assicurare il corretto, e regolare, funzionamento dell'azienda RAI, dettando regole poste anche a tutela dell'indipendenza dei membri del Consiglio di amministrazione di RAI S.p.A.;
alcuni degli attuali componenti del citato Consiglio di amministrazione - onorevole dottoressa Giovanna Bianchi Clerici, onorevole dottor Gennaro Malgieri, professor Angelo Maria Petroni, ingegner Marco Staderini, onorevole professor Giuliano Urbani - sono da molto tempo oggetto di fortissimi ed inusitati attacchi da parte di esponenti della maggioranza parlamentare, inclusi alcuni esponenti del Governo, che ne chiedono la rimozione per finalità esclusivamente politiche;
fonti giornalistiche hanno ripetutamente riferito che il Ministro dell'economia e delle finanze starebbe valutando di dare impulso ad un'azione di responsabilità a carico dei cinque consiglieri sopra citati, in relazione alla sanzione irrogata a RAI S.p.A. dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni in conseguenza della nomina - ritenuta illegittima - del dottor Alfredo Meocci a direttore generale della RAI, nell'agosto 2005;
autorevoli giuristi sostengono che la suddetta azione di responsabilità non abbia alcun fondamento giuridico, in particolare ricostruendo il procedimento di designazione del direttore generale sull'azione congiunta di Consiglio di amministrazione e assemblea degli azionisti di RAI S.p.A. ed individuando nell'assemblea degli azionisti il principale soggetto deputato ad individuare la figura stessa del direttore generale;
chi - prescindendo dalla suddetta ripartizione di competenze e responsabilità - paventi comunque il realizzarsi di un danno erariale si viene a trovare innanzi alla singolare situazione di coincidenza della figura del soggetto tenuto a versare la sanzione da quello cui la sanzione doveva essere versata, ossia lo stesso Ministero dell'economia e delle finanze, facendo decadere l'idea di un depauperamento del pubblico erario;
la RAI, di proprietà del Ministero dell'economia e delle finanze, ha infatti versato l'intero ammontare della sanzione nelle casse del suo stesso azionista;
qualora, come è del tutto prevedibile per le motivazioni sopra articolate, gli eventuali addebiti per responsabilità societaria ai cinque consiglieri sopra citati dovessero venire negati dalle competenti autorità giurisdizionali, il Ministero dell'economia e delle finanze correrebbe il probabile rischio di essere chiamato a pagare consistenti risarcimenti agli stessi Consiglieri ingiustamente citati in giudizio, in tal caso - certamente con conseguente grave danno per l'erario;
l'azione di responsabilità, qualora effettivamente deliberata dall'assemblea dei soci, potrebbe altresì comportare l'immediata decadenza di detti consiglieri, con il risultato di provocare la paralisi dell'azienda, pregiudicando l'adempimento dei suoi compiti istituzionali;
nessuna azione di responsabilità è stata mai decisa dal Ministero dell'economia e delle finanze nei confronti delle società da esso controllate, in relazione a sanzioni ad esse irrogate, anche per importi enormemente maggiori di quella irrogata alla RAI;
la decisione di intraprendere un'azione di responsabilità, oltre - come sostenuto - ad essere priva di qualsiasi fondamento giuridico, non avrebbe alcuna giustificazione societaria, e sarebbe quindi presa con la specifica intenzione, e l'esclusiva finalità, di rimuovere i cinque Consiglieri sopra citati, in violazione formale e sostanziale delle leggi dello Stato -:
se le notizie sopra riportate circa le intenzioni del Governo rispondano al vero;
quali siano, comunque, le intenzioni del Governo in ordine all'eventuale proposizione di un'azione di responsabilità o di revoca nei confronti del Consiglio di amministrazione di RAI S.p.A. -:
se, ed in quale modo, il Governo intenda fare chiarezza ai riguardo, tutelando l'indipendenza dell'organo di vertice della RAI e garantendo all'Azienda titolare del servizio pubblico radiotelevisivo le migliori condizioni per operare secondo le proprie finalità.
(4-02593)
BORGHESI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro per le politiche giovanili e le attività sportive. - Per sapere - premesso che:
la morte dell'Ispettore Filippo Raciti avvenuta ad opera di pseudotifosi, teppisti e facinorosi, dopo l'incontro di calcio Catania-Palermo ha giustamente indotto il Governo ad emanare norme molto restrittive
sull'apertura degli stadi non in regola con quanto previsto dal cosiddetto decreto Pisanu;
tale posizione è stata più volte ribadita al punto da far scrivere ai mezzi di informazione (per tutti vedasi La Stampa del 7 febbraio) che la pressione del mondo del calcio non ha espugnato palazzo Chigi;
il testo del decreto-legge (e la bozza del disegno di legge), approvato all'unanimità dal Consiglio dei ministri, conferma la sostanza dei provvedimenti annunciati dal Governo: sospensione di tutte le proroghe concesse ai decreti Pisanu; divieto di vendita di blocchi di biglietti per le trasferte delle tifoserie organizzate; divieto d'accesso allo stadio come misura di prevenzione, di polizia, rivolta soprattutto ai minori violenti; estensione a 48 ore per l'arresto in flagranza differita; misure di sequestro patrimoniale e personale per i singoli e i club in rapporto con i tifosi violenti;
l'Osservatorio per le manifestazioni sportive valuterà, settimana dopo settimana, lo stato d'avanzamento dei lavori negli stadi per mettersi in regola con la normativa, avendo come parametri «irrinunciabili» di valutazione la «sicurezza degli accessi»: le aree di filtraggio e i tornelli;
il ministro dell'interno, Giuliano Amato, sempre secondo lo stesso giornale, ha affermato di temere che le pressioni respinte del mondo dei calcio, adesso possano farsi sentire in Parlamento: «Ecco perché dobbiamo costruire un'azione collettiva di sostegno all'azione del Governo che coinvolga il mondo del calcio». E naturalmente il Parlamento;
dopo l'emanazione del decreto solo una parte degli stadi sono risultati in regola con il decreto Pisanu per cui l'Osservatorio ha negato l'agibilità al pubblico, anche ai soli abbonati, in numerosi stadi tra i quali lo stadio San Siro di Milano;
qualche giorno dopo l'ex Presidente del Consiglio ha affermato di non condividere l'esclusione degli abbonati dal diritto di seguire la loro squadra e che a Milano si era messo al lavoro per ottenerne l'ammissione;
in effetti l'Osservatorio dopo aver ritenuto lo stadio non idoneo, in una successiva riunione avvenuta il giorno prima della partita, lo ha ammesso ritenendo valido l'intervento di applicazione di un numero imprecisato di tornelli, fatto in pochi giorni;
lo stesso Osservatorio ha invece confermato la negazione di idoneità per i soli abbonati ad uno stadio come quello di Verona, dove mai si è registrato un incidente dentro o fuori lo stadio addebitabile ai tifosi della squadra del Chievo Verona, che anzi hanno sempre ricevuto premi e riconoscimenti per la totale pacificità del loro tifo;
lo stesso Osservatorio non ha neppure accettato la riduzione di capienza di riferimento a meno di 10.000 spettatori, con norme meno rigide, e sempre con il limite dei soli abbonati;
gli organi di stampa (ad esempio Repubblica del 12 febbraio), con riferimento alla partita Milan-Livorno, riportano il non funzionamento o parziale funzionamento di numerosi tornelli, per i quali si procede manualmente, al punto che, cita il medesimo quotidiano, l'inviato inglese di Sky News sentenzia al microfono: «È una sham, una truffa. Non funzionano molti tornelli, gli steward dentro lo stadio fanno i tifosi invece di controllare. Il Celtic, in Champions, verrà a giocare in uno stadio non sicuro»;
il Presidente del Milan, Galliani, allo stesso giornale dichiara: «Ci avevano detto che eravamo fuori legge ma ribadisco: fino al decreto Amato eravamo a norma. Nell'emergenza abbiamo operato bene» e con evidente ironia a proposito di generali commenti sul sorprendente cambio di rotta dell'Osservatorio: «Io sono un serio imprenditore brianzolo, qui c'è gente seria. Mica biscazzieri di Las Vegas» -:
se il Presidente del Consiglio dei ministri ed i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti sopra riportati;
se possano accertare quali e di quale tipo siano stati i collaudi effettuati dall'Osservatorio per le manifestazioni sportive per accertare l'effettiva idoneità dei lavori eseguiti, in considerazione del fatto che come riportato dalla stampa molti di essi non hanno poi funzionato;
se non ritengano che, dati i fatti sopra riportati, quanto avvenuto possa essere interpretato dal comune cittadino ancora una volta come il risultato di uno Stato «forte con i deboli» e «debole con i forti»;
se non ritengano che la decisione di idoneità allo stadio di San Siro da parte dell'Osservatorio sia stata eccessivamente affrettata;
se non ritengano che nelle decisioni dell'Osservatorio per le manifestazioni sportive sia tenuto anche a considerare il comportamento ed i precedenti dei tifosi della squadra ospitante nell'essere stati parte attiva in incidenti con tifosi delle squadre ospiti, al fine di decidere l'ammissione allo stadio dei soli abbonati;
se non ritengano dunque che tenuto conto dei comportamenti passati dei tifosi della società Chievo Verona non sia stato punitivo impedire agli abbonati (meno di 10.000) di assistere all'importante incontro Chievo Verona-Inter.
(4-02597)